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Document 52023IR4941

    Parere del Comitato europeo delle regioni sul tema «Pacchetto di aiuti alle PMI e BEFIT»

    COR 2023/04941

    GU C, C/2024/1980, 18.3.2024, ELI: http://data.europa.eu/eli/C/2024/1980/oj (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, GA, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    ELI: http://data.europa.eu/eli/C/2024/1980/oj

    European flag

    Gazzetta ufficiale
    dell'Unione europea

    IT

    Serie C


    C/2024/1980

    18.3.2024

    Parere del Comitato europeo delle regioni sul tema «Pacchetto di aiuti alle PMI e BEFIT»

    (C/2024/1980)

    Relatrice:

    Kate FEENEY (IE/RENEW EUROPE), consigliera della contea di Dún Laoghaire-Rathdown

    Testi di riferimento:

    Comunicazione Pacchetto di aiuti per le PMI

    COM(2023) 535 final

    Proposta di regolamento relativo alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali

    COM(2023) 533 final

    Proposta di direttiva che istituisce un sistema fiscale basato sulle norme della sede centrale per le microimprese e le piccole e medie imprese e modifica la direttiva 2011/16/UE

    COM(2023) 528 final

    Proposta di direttiva su Imprese in Europa: quadro per l’imposizione dei redditi (BEFIT)

    COM(2023) 532 final

    Proposta di direttiva sui prezzi di trasferimento

    COM(2023) 529 final

    RACCOMANDAZIONI POLITICHE

    IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI (CdR)

    Osservazioni generali

    1.

    esprime preoccupazione per la portata delle sfide sul piano geopolitico e della competitività che le imprese europee si trovano ad affrontare e per il loro impatto sulla resilienza economica dell’Europa; concorda sul fatto che le PMI, che rappresentano il 99 % delle imprese dell’UE e forniscono i due terzi dei posti di lavoro nell’Unione, sono poste di fronte a incertezze senza precedenti legate alla volatilità nell’attuale contesto economico mondiale, con quel che ne consegue in termini di strozzature nelle catene di approvvigionamento, carenza di manodopera soprattutto qualificata, pratiche di concorrenza sleale e aumento della pressione normativa, tutti fattori che rendono più difficile l’attività imprenditoriale per le PMI;

    2.

    osserva inoltre che molte sfide che le PMI devono affrontare sono ormai radicate e risalgono a prima dell’attuale crisi geopolitica e delle difficoltà derivanti dalla pandemia di COVID. Accoglie pertanto con favore l’aspirazione della Commissione europea di porre le PMI al centro dell’attenzione, ma osserva che il sostegno proposto dovrebbe essere continuo e proattivo piuttosto che reattivo;

    3.

    conviene che la lotta a queste sfide debba essere un elemento della strategia industriale dell’UE, che dovrebbe far leva sullo slancio impresso dalla direttiva sull’efficienza energetica, dalla terza direttiva sulla promozione delle energie rinnovabili (RED III), dalla direttiva sulla tassazione dei prodotti energetici e dal regolamento sui chip, in vista della creazione di un’autonomia strategica aperta per l’Unione europea;

    4.

    ricorda che la Commissione europea ha pubblicato una comunicazione congiunta sulla strategia europea per la sicurezza economica; osserva che il quadro a largo raggio dell’UE sulla politica industriale dovrebbe essere inglobato nei programmi nazionali di riforma degli Stati membri e nei programmi di specializzazione intelligente delle loro regioni;

    5.

    accoglie con favore, in tale contesto, la comunicazione sul pacchetto di aiuti per le PMI e le proposte legislative di sostegno, in quanto si tratta di un pacchetto legislativo atteso da tempo volto a sostenere la competitività e la resilienza delle PMI, che sono la spina dorsale dell’economia europea;

    6.

    deplora che il pacchetto di aiuti per le PMI sia stato pubblicato così tardi nel corso del mandato politico attuale e che pertanto affronti solo in ritardo gli effetti combinati della pandemia di COVID-19, della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina e delle loro conseguenze, ad esempio la crisi energetica, i problemi connessi alle catene di approvvigionamento a livello mondiale e l’impennata dell’inflazione. Il risultato che ne sta derivando è una ripresa lenta e prestazioni più deboli per le PMI europee;

    7.

    ritiene che gli sviluppi in corso siano indicativi dei maggiori rischi che la società corre di trovarsi ad affrontare molteplici crisi. L’economia deve pertanto essere adattata in modo da diventare sostenibile, solida e resiliente. Dobbiamo prepararci ad affrontare una nuova realtà costituita da situazioni geopolitiche incerte, pandemie ed eventi meteorologici estremi. Analogamente, saranno necessari ulteriori sforzi per accelerare i tempi dell’azione contro i cambiamenti climatici, dato che, secondo la relazione del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC) del 2023, le emissioni globali di gas a effetto serra hanno continuato ad aumentare. Queste sfide modificheranno radicalmente le condizioni dell’attività economica;

    8.

    conviene che un ampio ventaglio di misure politiche e di strumenti di finanziamento previsti dal pacchetto di aiuti per le PMI debba essere attuato in stretta collaborazione con gli enti locali e regionali, al fine di sostenere l’imprenditorialità e l’innovazione locali e di sfruttare i punti di forza e le risorse di ogni regione;

    9.

    chiede che il principio «pensare anzitutto in piccolo» sia pienamente riconosciuto come vero paradigma valido per l’intero ciclo legislativo dell’UE, e si augura con tutte le forze che la Commissione europea e i colegislatori facciano proprio e attuino tale principio nei loro lavori; ribadisce che il principio «pensare anzitutto in piccolo» non dovrebbe compromettere l’attenzione per la sostenibilità, che considera integrata in tutte le politiche dell’UE;

    10.

    appoggia la nomina di un rappresentante dell’UE per le PMI, che riferirà direttamente al presidente della Commissione europea, rafforzando in tal modo il ruolo della rete dei rappresentanti per le PMI e del filtro PMI; invita al contempo la Commissione europea a garantire il valore aggiunto di tale ruolo per evitare una duplicazione dei lavori della DG GROW; propone di rafforzare le sinergie tra la rete dei rappresentanti per le PMI e i pertinenti attori territoriali;

    11.

    invita la Commissione europea a prendere in considerazione un nuovo quadro di riferimento che distingua le imprese in fase di avviamento («start-up») e quelle in fase di espansione («scale-up») dalle altre PMI, riconoscendo il ruolo cruciale di questo gruppo di imprese per la crescita economica, in quanto esso concorre a conseguire gli obiettivi di crescita a zero emissioni nette e ad apportare un valore aggiunto per il rafforzamento dell’autonomia industriale dell’UE.

    Semplificazione normativa e digitalizzazione

    12.

    riconosce che gli oneri normativi e amministrativi rappresentano alcuni tra gli ostacoli principali che sono sistematicamente segnalati dalle PMI e dalle organizzazioni industriali (1), e si compiace che il pacchetto di aiuti per le PMI venga ampiamente incontro a questa priorità; a questo riguardo, sottolinea il proprio impegno a rimuovere gli oneri e gli ostacoli in una dimensione transfrontaliera attraverso il lavoro della propria piattaforma GECT (Gruppi europei di cooperazione territoriale);

    13.

    riconosce che il conseguimento degli obiettivi del Green Deal europeo in un contesto mondiale sempre più complesso richiede un quadro normativo semplificato che sia flessibile, agile, proporzionato e conforme agli obiettivi previsti, il che è di fondamentale importanza soprattutto per gli attori economici più vulnerabili, come le piccole microimprese e le imprese a conduzione familiare;

    14.

    prende atto dell’impegno della Commissione a garantire che i test PMI, i filtri PMI e i controlli della competitività diventino la regola nell’elaborazione delle politiche dell’UE; sottolinea che, per quanto riguarda i test PMI, la Commissione europea dovrebbe assicurarsi che le sue direzioni dispongano di risorse sufficienti e della capacità organizzativa per condurre test PMI di alta qualità. Il test PMI andrebbe applicato nella preparazione di tutte le proposte normative, non limitandone quindi l’applicazione ai dossier di argomento economico. Bisognerebbe tenere conto anche dell’impatto cumulativo e dell’effetto di ricaduta della legislazione. Il test PMI dovrebbe essere aggiornato lungo l’intero iter legislativo. Al livello degli Stati membri c’è bisogno di meccanismi analoghi che riconoscano il ruolo degli enti locali e regionali nel recepire il diritto dell’UE senza aggiungervi ulteriori disposizioni di legge;

    15.

    invita la Commissione europea a garantire, in rapporto ai test PMI, che le valutazioni d’impatto distinguano le PMI in funzione delle loro dimensioni (micro, piccole e medie) al fine di rendere possibile una valutazione più particolareggiata e mirata dell’impatto di ciascuna iniziativa, con un coinvolgimento più inclusivo dei portatori di interessi delle PMI;

    16.

    chiede che il proprio ruolo nell’ambito della piattaforma «Fit for future» venga potenziato sfruttando i lavori della propria rete RegHub e che siano rafforzate le sinergie tra i test PMI e le valutazioni d’impatto territoriale, dato che la stragrande maggioranza delle PMI opera sui mercati locali;

    17.

    chiede che la propria rete RegHub sia associata ai lavori dell’UE sulla riduzione degli oneri e invita le autorità pubbliche a tutti i livelli a intraprendere un simile sforzo di razionalizzazione nell’ambito delle loro competenze;

    18.

    accoglie favorevolmente l’impegno della Commissione a ridurre del 25 % gli oneri di comunicazione derivanti dalla legislazione dell’UE; suggerisce che tale obiettivo può essere conseguito in modo ottimale dando attuazione concreta al concetto di sussidiarietà attiva e operando in stretto partenariato con le organizzazioni imprenditoriali e le camere di commercio;

    19.

    è convinto che la digitalizzazione racchiuda potenzialità notevoli in termini di eliminazione degli ostacoli e degli oneri di comunicazione che le PMI devono affrontare; sostiene appieno la diffusione dei poli europei dell’innovazione digitale in tutta l’UE e ritiene che lo sportello digitale unico e il nuovo sistema tecnico «una tantum», se sviluppati e attuati correttamente, possano offrire ulteriori opportunità in questo settore; sottolinea tuttavia l’importanza di sensibilizzare le PMI a questi nuovi strumenti e alle loro funzionalità, e suggerisce che tale sensibilizzazione potrebbe essere attuata in modo ottimale a livello locale e regionale;

    20.

    osserva che molti enti locali e regionali possono offrire esempi di buone pratiche per quel che riguarda le misure, rivolte alle PMI e già attuate, che hanno per oggetto la semplificazione normativa e la riduzione degli oneri di comunicazione. Si tratta di una constatazione basata sui riscontri forniti dalla PMI e dai portatori di interessi locali. In qualità di rappresentante delle regioni e dei comuni dell’UE, il CdR dispone dell’esperienza necessaria per raccogliere questi esempi e promuoverne un’attuazione più estesa;

    21.

    accoglie con favore la proposta della Commissione di effettuare, insieme al Parlamento europeo e al Consiglio, valutazioni «in loco» dell’impatto che le modifiche sostanziali presentate per le proposte legislative avranno sulle PMI e sulla competitività; propone di coinvolgere i propri relatori in materia, in quanto possono apportare un contributo prezioso al processo grazie alla loro vicinanza alle PMI a livello locale;

    22.

    sottolinea che le PMI europee trarrebbero vantaggio da interconnessioni più forti tra la digitalizzazione e l’agenda «Legiferare meglio» nel settore pubblico; a tal fine bisognerebbe avvalersi sia dei recenti lavori della rete RegHub in materia di appalti pubblici e strategie di interoperabilità delle pubbliche amministrazioni dell’UE che del coinvolgimento di attori locali e regionali nella ricerca di soluzioni normative innovative;

    23.

    sottolinea che le regioni e le città europee sono aperte a nuove idee e potrebbero offrire luoghi in cui ospitare spazi di sperimentazione normativa per testare norme e regolamentazioni più favorevoli all’innovazione in un ambiente circoscritto, e poi riferire in merito alle migliori pratiche; il CdR sta già procedendo alla mappatura dei progetti di questo tipo che aiutano a rendere le nostre PMI «pronte alle esigenze future», ad esempio nel settore dell’intelligenza artificiale. A seconda dell’applicazione, le soluzioni di IA consentono alle imprese di accelerare i propri processi o di rendere i flussi di lavoro più efficienti e, quindi, più efficaci sotto il profilo dei costi, ma potrebbero essere utilizzate per rendere più facili e meno costosi per le imprese il contatto con le autorità e la conformità alle norme giuridiche e amministrative. Iniziative come questa andrebbero diffuse su scala più ampia in tutte le città e regioni dell’UE;

    24.

    osserva che la trasformazione digitale all’interno del settore delle PMI e a loro sostegno richiede sistemi informatici che siano aggiornati, che infondano fiducia al settore e che presentino i massimi livelli di cibersicurezza.

    25.

    chiede che gli sforzi volti a semplificare e ridurre le norme nonché a promuovere la digitalizzazione si avvalgano dello sportello digitale unico dell’UE come strumento di lavoro.

    Investimenti e accesso ai finanziamenti

    26.

    osserva che la maggior parte delle PMI europee sta investendo nella transizione sostenibile, anche se in genere fatica ad accedere ai finanziamenti per questa finalità e a rispettare i relativi obblighi di rendicontazione;

    27.

    propone che la capacità delle banche di soddisfare le richieste di finanziamento delle PMI per la transizione sostenibile, oltre che per altri obiettivi il cui conseguimento è necessario per il successo di queste imprese, debba essere considerevolmente aumentata attraverso incentivi e una regolamentazione semplificata, ma senza perdere di vista l’obiettivo di lungo termine relativo all’autonomia finanziaria delle imprese, tenuto conto del ruolo significativo del finanziamento bancario, nonché dei limiti insiti nelle sovvenzioni esistenti e della scarsa rilevanza dei mercati finanziari per le PMI;

    28.

    è favorevole a ecosistemi regionali forti e saldamente collegati tra loro a livello europeo per mezzo di scambi internazionali di conoscenze tra le PMI e le amministrazioni regionali, specialmente attraverso investimenti interregionali in innovazione;

    29.

    appoggia i nuovi strumenti sviluppati nell’ambito della nuova agenda dell’UE per l’innovazione, ad esempio la creazione di distretti regionali dell’innovazione, e invita in particolare le regioni imprenditoriali europee (EER) a sfruttare le opportunità di finanziamento e collaborazione che ne derivano;

    30.

    chiede maggiori sinergie tra il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il programma Europa Digitale e il programma Orizzonte, in particolare per rafforzare la cooperazione tra PMI, università, centri tecnologici, poli europei dell’innovazione digitale e altri istituti di ricerca e innovazione;

    31.

    sottolinea che il sostegno alle PMI nell’ambito della politica di coesione rimane essenziale, soprattutto nell’attuale contesto caratterizzato da strozzature nelle catene di approvvigionamento, prezzi elevati dell’energia e inflazione. Poiché oltre 23 miliardi di EUR dei fondi a disposizione della politica di coesione devono essere spesi per aiutare le PMI a crescere e a migliorare la loro competitività, è della massima importanza attuare quanto prima i programmi operativi nelle regioni dell’UE ed evitare inutili storni di fondi ad altri programmi dell’UE;

    32.

    accoglie con favore gli sforzi della Commissione volti a rafforzare la competitività europea, anche attraverso la piattaforma per le tecnologie strategiche per l’Europa (STEP), tesa a razionalizzare gli investimenti nelle tecnologie strategiche essenziali per la competitività e l’autonomia strategica dell’Europa; ribadisce tuttavia la propria contrarietà, espressa nel recente parere sulla revisione del QFP per il periodo 2021-2027, a spostare i finanziamenti per la coesione al fine di sostenere non solo grandi imprese situate in regioni «in transizione», ma anche le regioni più sviluppate di Stati membri con un PIL pro capite inferiore alla media dell’UE, come previsto nella proposta STEP;

    33.

    sottolinea il ruolo promettente dei fondi di capitale di rischio e del finanziamento collettivo per rafforzare l’accesso delle PMI al credito; chiede che se ne prenda atto in misura maggiore e che sia assicurato più sostegno, in quanto si tratta di strumenti efficaci per stimolare la crescita economica e la competitività in Europa;

    34.

    accoglie con favore la possibilità di combinare diversi tipi di sostegno dell’UE per rafforzare i principali settori della STEP. È invece contrario a un aumento del cofinanziamento al 100 % per le priorità della STEP. Se non vi è alcun obbligo di contribuire con un proprio cofinanziamento, vi è il rischio che la natura a lungo termine dei progetti vada perduta;

    35.

    prende atto della proposta legislativa attesa da tempo per combattere i ritardi di pagamento, proposta che è in linea con il proprio parere elaborato nel 2020 sulla strategia per le PMI; riconosce che esiste una giustificazione logica per imporre norme di pagamento rigorose e uniformi per tutte le imprese nell’intera l’UE, ma ritiene che le disposizioni proposte non distinguano tra ritardi di pagamento e termini di pagamento lunghi;

    36.

    ritiene che ciò ostacolerà la libertà contrattuale delle PMI — in particolare perché si stabilisce un unico periodo massimo di pagamento di 30 giorni nelle relazioni tra imprese — e ne comprometterebbe la libertà — in quanto imprese economiche private — di accettare condizioni di pagamento diverse, anche in considerazione del fatto che tra le grandi imprese e quelle piccole o medie esistono gradi diversi di accesso al credito e al settore finanziario;

    37.

    prende atto inoltre delle preoccupazioni diffuse in alcuni settori e tra alcuni tipi di PMI, che ritengono che ciò potrebbe avere un impatto negativo in particolare sul settore del commercio al dettaglio, che è predominante nelle zone più rurali; propone che tali norme entrino inizialmente in vigore in modo graduale;

    38.

    è dell’avviso che la raccolta di dati quantitativi e il monitoraggio della correttezza nei pagamenti da parte dell’Osservatorio europeo sui ritardi di pagamento forniranno elementi utili per orientare le politiche future;

    39.

    invita le autorità pubbliche a ogni livello degli Stati membri dell’UE a dare l’esempio promuovendo una mentalità favorevole ai pagamenti tempestivi negli appalti pubblici e allineando in tal senso le pratiche di pagamento a diversi livelli della pubblica amministrazione. Questo significa anche garantire, per quanto possibile, che i pagamenti per progetti più complessi (riguardanti, ad esempio, lavori di costruzione, i trasporti, i servizi informatici ecc.) realizzati da appaltatori pubblici e dai loro subappaltatori siano eseguiti in modo tempestivo, pur riconoscendo che talvolta la situazione sfugge al controllo dell’amministrazione aggiudicatrice.

    Competenze per la duplice transizione verde e digitale

    40.

    richiama l’attenzione su una recente indagine Eurobarometro (2), secondo cui le PMI ravvisano nella mancanza di personale qualificato e nelle sue conseguenze il problema di gran lunga più grave. Spesso non dispongono di risorse pari a quelle delle grandi imprese per competere nell’assunzione dei lavoratori e investire nella loro formazione. Per questo motivo occorre prestare la massima attenzione allo sviluppo delle competenze e alla riqualificazione professionale dei lavoratori delle PMI, all’attrazione dei talenti e al riconoscimento delle qualifiche, tenuto conto in particolare che il 2023 è l’Anno europeo delle competenze;

    41.

    riconosce che, in questo Anno europeo delle competenze, le PMI si affidano a una gamma diversificata di competenze e talenti per promuovere uno spirito imprenditoriale volto a stimolare l’innovazione, la competitività e la crescita. Gli enti locali e regionali sono nella posizione ideale per sostenere le regioni, in particolare quelle remote e rurali, al fine di creare le condizioni economiche e sociali giuste per indurre i giovani a rimanere nel loro territorio;

    42.

    pone in evidenza che le competenze chiave per la duplice transizione verde e digitale dell’industria europea sono acquisite in modo ottimale dalle PMI tramite partenariati, reti e cluster regionali; prende atto dell’importante contributo dei partenariati nell’ambito del patto per le competenze, nel cui quadro sono messe in mostra molte azioni di successo a livello territoriale finalizzate allo sviluppo delle competenze;

    43.

    sottolinea la necessità di coinvolgere gli enti locali e regionali nella creazione dei distretti a zero emissioni e delle alleanze industriali previste;

    44.

    accoglie con favore, a tale proposito, la creazione di un bacino di talenti dell’UE ed esorta la Commissione e gli Stati membri a creare un partenariato interistituzionale con gli enti locali e regionali e il CdR, al fine di garantire che le persone con le giuste competenze possano essere abbinate ai giusti posti di lavoro;

    45.

    chiede un riconoscimento più rapido ed efficiente delle qualifiche professionali dei cittadini di paesi terzi, anche attraverso partenariati tra — da un lato — gli Stati membri e la Commissione europea e — dall’altro — i paesi terzi, al fine di migliorare le assunzioni e l’incontro tra domanda e offerta di lavoro;

    46.

    chiede un sostegno rapido e mirato, da attuare in partenariato con gli enti locali e regionali, per le PMI attive nei settori che devono fare fronte alle carenze di manodopera più pressanti, come i settori dell’ospitalità e del commercio al dettaglio, al fine di assicurare ai lavoratori migranti e ai rifugiati una formazione globale che comprenda programmi di sensibilizzazione linguistica e culturale;

    47.

    rileva l’importanza di sostenere le iniziative di formazione professionale che favoriscono l’apprendimento di nuove competenze e riconoscono il ruolo degli enti locali e regionali nella creazione di partenariati a livello locale attraverso i rapporti instaurati con organizzazioni imprenditoriali, e a tale riguardo osserva che molte regioni attuano iniziative riuscite;

    48.

    esorta gli Stati membri e la Commissione europea a riconoscere l’importanza fondamentale del tutoraggio, quale aspetto cruciale dell’arduo compito di colmare il divario tra formazione e occupazione, migliorando le competenze, la fiducia in se stessi e la motivazione delle persone, anche — se non soprattutto — nel contesto delle PMI.

    Fiscalità

    49.

    ritiene che la proposta relativa a un quadro per l’imposizione dei redditi delle imprese in Europa (la proposta BEFIT) sia complessa e dettagliata, con implicazioni significative sia per i governi che per le aziende. Pone in evidenza che attualmente nell’UE è data priorità all’attuazione della direttiva del Consiglio intesa a garantire un livello di imposizione fiscale minimo globale per i gruppi multinazionali nell’Unione (direttiva sul secondo pilastro). Riconosce che i governi e altri portatori di interessi avranno bisogno di tempo per valutare l’impatto di detta direttiva, e che le sue potenziali interazioni con la proposta BEFIT richiedono di essere considerate e analizzate con attenzione;

    50.

    sottolinea che la direttiva sui prezzi di trasferimento, se vuole conseguire il suo obiettivo di ridurre le controversie in materia di prezzi di trasferimento e i costi di conformità delle imprese, dovrà garantire di essere attuata nel rispetto del principio di libera concorrenza e di non incorrere nel rischio di generare divergenze e un aumento delle controversie con i paesi terzi;

    51.

    ritiene che il fattore che assicurerà il successo del sistema fiscale basato sulle norme della sede centrale sarà la capacità di indurre le imprese ad assoggettarsi a tale sistema fiscale; perché questo avvenga, il regime fiscale proposto deve assicurare una reale semplificazione normativa e una riduzione dei costi di adempimento fiscale;

    52.

    ritiene che specialmente le PMI più piccole che operano sul proprio mercato nazionale possano trarre notevoli vantaggi dalle nuove norme fiscali contenute nella proposta di direttiva che istituisce un sistema fiscale basato sulle norme della sede centrale; tali norme potrebbero infatti incoraggiare queste imprese a crescere ed espandersi all’interno del mercato unico dell’UE senza essere ostacolate da inutili oneri di adempimento fiscale. Sottolinea che i benefici potenziali per le PMI devono essere proporzionati agli oneri amministrativi e ai costi di attuazione a carico delle amministrazioni fiscali dell’UE.

    Bruxelles, 31 gennaio 2024

    Il presidente del Comitato europeo delle regioni

    Vasco ALVES CORDEIRO


    (1)  https://www.smeunited.eu/news/smes-require-rules-that-reach-objectives-not-add-red-tape

    https://www.eurochambres.eu/wp-content/uploads/2022/11/EES-2023-Euochambres-Economic-Survey-Report.pdf

    https://www.businesseurope.eu/policies/smes-and-entrepreneurship/reducing-regulatory-burdens-smes

    (2)  Indagine Eurobarometro, SMEs and skills shortages [PMI e carenze di competenze], novembre 2023, https://europa.eu/eurobarometer/surveys/detail/2961.


    ELI: http://data.europa.eu/eli/C/2024/1980/oj

    ISSN 1977-0944 (electronic edition)


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