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Document 52023DC0610

Raccomandazione di RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO relativa al programma nazionale di riforma 2023 della Francia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2023 della Francia

COM/2023/610 final

Bruxelles, 24.5.2023

COM(2023) 610 final

Raccomandazione di

RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

relativa al programma nazionale di riforma 2023 della Francia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2023 della Francia

{SWD(2023) 610 final}


Raccomandazione di

RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

relativa al programma nazionale di riforma 2023 della Francia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2023 della Francia

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche 1 , in particolare l'articolo 5, paragrafo 2,

visto il regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici 2 , in particolare l'articolo 6, paragrafo 1,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)Il regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio 3 che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza è entrato in vigore il 19 febbraio 2021. Il dispositivo per la ripresa e la resilienza fornisce sostegno finanziario agli Stati membri per l'attuazione di riforme e investimenti, producendo uno stimolo di bilancio finanziato dall'UE. In linea con le priorità del semestre europeo, contribuisce alla ripresa economica e sociale e all'attuazione di investimenti e riforme sostenibili, volti in particolare a promuovere la transizione verde e digitale e a rendere più resilienti le economie degli Stati membri. Contribuisce inoltre a consolidare le finanze pubbliche e a stimolare la crescita e la creazione di posti di lavoro nel medio e lungo periodo, a migliorare la coesione territoriale all'interno dell'UE e a continuare l'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali. Il contributo finanziario massimo per ciascuno Stato membro nell'ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza è stato aggiornato il 30 giugno 2022, a norma dell'articolo 11, paragrafo 2, del regolamento (UE) 2021/241.

(2)Il 22 novembre 2022 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita sostenibile 2023 4 , segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2023. Il 23 marzo 2023 il Consiglio europeo ha approvato le priorità dell'analisi in funzione delle quattro dimensioni della sostenibilità competitiva. Sempre il 22 novembre 2022 la Commissione ha adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011, la relazione sul meccanismo di allerta 2023, in cui annoverava la Francia tra gli Stati membri che possono presentare squilibri o correre il rischio di presentarli e che devono essere sottoposti a esame approfondito. Lo stesso giorno ha adottato anche un parere sul documento programmatico di bilancio 2023 della Francia. La Commissione ha inoltre adottato una raccomandazione di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro, che il Consiglio ha adottato il 16 maggio 2023, e la proposta di relazione comune sull'occupazione 2023, che analizza l'attuazione degli orientamenti in materia di occupazione e i principi del pilastro europeo dei diritti sociali, adottata dal Consiglio il 13 marzo 2023.

(3)Sebbene le economie dell'UE diano prova di notevole resilienza, il contesto geopolitico continua ad avere un impatto negativo. Nella sua agenda di politica economica e sociale l'UE, fermamente al fianco dell'Ucraina, mira, nel breve periodo, a ridurre gli effetti negativi degli shock energetici su famiglie e imprese vulnerabili e, nel medio periodo, a proseguire gli sforzi per realizzare la transizione verde e digitale, favorire una crescita sostenibile e inclusiva, salvaguardare la stabilità macroeconomica e accrescere la resilienza. L'agenda è fortemente incentrata anche sull'aumento della competitività e della produttività dell'UE.

(4)Il 1º febbraio 2023 la Commissione ha pubblicato la comunicazione "Un piano industriale del Green Deal per l'era a zero emissioni nette" 5 al fine di stimolare la competitività dell'industria dell'UE a zero emissioni nette e sostenere la transizione rapida verso la neutralità climatica. Il piano integra gli attuali sforzi nell'ambito del Green Deal europeo e di REPowerEU. Intende creare un contesto più favorevole che consenta di aumentare la capacità dell'UE di produrre le tecnologie e i prodotti a zero emissioni nette necessari per conseguire gli ambiziosi obiettivi climatici dell'Unione, nonché di garantire l'accesso alle materie prime critiche necessarie, in particolare diversificando l'approvvigionamento, sfruttando adeguatamente le risorse geologiche negli Stati membri e massimizzando il riciclaggio delle materie prime. Il piano si basa su quattro pilastri: un contesto normativo prevedibile e semplificato, un accesso più rapido ai finanziamenti, migliori competenze e un commercio aperto per catene di approvvigionamento resilienti. Il 16 marzo 2023 la Commissione ha inoltre pubblicato la comunicazione "Competitività a lungo termine dell'UE: prospettive oltre il 2030" 6 , articolata attorno a nove fattori sinergici, con l'obiettivo di adoperarsi in favore di un quadro normativo propizio alla crescita. La comunicazione definisce le priorità politiche per provvedere in modo attivo a miglioramenti strutturali, investimenti ben mirati e misure normative per la competitività a lungo termine dell'UE e degli Stati membri. Le raccomandazioni formulate di seguito contribuiscono a rispondere a tali priorità.

(5)Nel 2023 il semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche continua a evolvere in linea con l'attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza. La piena attuazione dei piani per la ripresa e la resilienza rimane fondamentale per realizzare le priorità politiche del semestre europeo; i piani infatti rispondono a tutte le raccomandazioni specifiche per paese formulate negli ultimi anni o a un insieme significativo di esse. Le raccomandazioni specifiche per paese 2019, 2020 e 2022 sono ugualmente pertinenti per i piani per la ripresa e la resilienza riveduti, aggiornati o modificati a norma degli articoli 14, 18 e 21 del regolamento (UE) 2021/241.

(6)Il regolamento REPowerEU 7 , adottato il 27 febbraio 2023, mira a una progressiva e rapida eliminazione della dipendenza dell'UE dalle importazioni di combustibili fossili russi. Ciò contribuirà alla sicurezza energetica e alla diversificazione dell'approvvigionamento di energia dell'UE, aumentando nel contempo la diffusione delle energie rinnovabili, le capacità di stoccaggio dell'energia e l'efficienza energetica. Il regolamento consente agli Stati membri di aggiungere ai rispettivi piani nazionali per la ripresa e la resilienza un nuovo capitolo dedicato al piano REPowerEU, onde finanziare riforme e investimenti chiave che contribuiranno al conseguimento degli obiettivi di REPowerEU. Tali riforme e investimenti contribuiranno inoltre a stimolare la competitività dell'industria dell'UE a zero emissioni nette, come indicato nel piano industriale del Green Deal per l'era a zero emissioni nette, e a dare seguito alle raccomandazioni specifiche per paese in materia di energia rivolte agli Stati membri nel 2022 e, se del caso, nel 2023. Il regolamento REPowerEU introduce una nuova categoria di sostegno finanziario non rimborsabile, messo a disposizione degli Stati membri per finanziare nuove riforme e nuovi investimenti connessi al settore dell'energia nell'ambito dei rispettivi piani per la ripresa e la resilienza.

(7)L'8 marzo 2023 la Commissione ha adottato una comunicazione che fornisce orientamenti di politica di bilancio per il 2024. Essi mirano a sostenere la preparazione dei programmi di stabilità e convergenza degli Stati membri e a rafforzare in tal modo il coordinamento delle politiche 8 . La Commissione ha inoltre ricordato che la clausola di salvaguardia generale del patto di stabilità e crescita sarà disattivata alla fine del 2023. Per il periodo 2023-2024 ha sollecitato politiche di bilancio che garantiscano la sostenibilità del debito a medio termine e aumentino la crescita potenziale in modo sostenibile. Gli Stati membri sono stati invitati a precisare nei rispettivi programmi di stabilità e convergenza per il 2023 le modalità con cui i loro piani di bilancio garantiranno il rispetto del valore di riferimento del 3 % del PIL per il disavanzo unitamente alla riduzione plausibile e costante del debito, o in che modo intendano mantenere il debito a livelli prudenti a medio termine. La Commissione ha esortato gli Stati membri a eliminare gradualmente le misure di bilancio nazionali introdotte per proteggere le famiglie e le imprese dallo shock dei prezzi dell'energia, iniziando da quelle meno mirate. Ha precisato che, qualora fosse necessaria una proroga delle misure di sostegno a causa di nuove pressioni imputabili ai prezzi dell'energia, gli Stati membri dovrebbero far sì che dette misure siano mirate più che in passato alle famiglie e alle imprese vulnerabili. Nella comunicazione sugli orientamenti per una riforma del quadro di governance economica dell'UE 9 , la Commissione ha proposto che le raccomandazioni di bilancio siano quantificate e differenziate nonché formulate sulla base della spesa primaria netta. Ha raccomandato che tutti gli Stati membri continuino a tutelare gli investimenti finanziati a livello nazionale e a garantire l'uso efficace del dispositivo per la ripresa e la resilienza e di altri fondi dell'UE, soprattutto in considerazione degli obiettivi in materia di transizione verde e digitale e di resilienza. Ha inoltre indicato che proporrà al Consiglio di avviare, nella primavera del 2024, le procedure per i disavanzi eccessivi basate sul disavanzo in base ai dati di consuntivo per il 2023, in linea con le disposizioni giuridiche vigenti.

(8)Il 26 aprile 2023 la Commissione ha presentato proposte legislative per attuare una riforma globale delle regole della governance economica dell'UE. L'obiettivo centrale delle proposte è rafforzare la sostenibilità del debito pubblico e promuovere una crescita sostenibile e inclusiva in tutti gli Stati membri attraverso riforme e investimenti. Da un lato mirano a conferire agli Stati membri maggiore controllo sull'elaborazione dei rispettivi piani a medio termine, dall'altro introducono un regime di applicazione più rigoroso volto a garantire che gli Stati membri rispettino gli impegni assunti nei piani strutturali di bilancio a medio termine. L'obiettivo è concludere i lavori legislativi nel 2023.

(9)Il 28 aprile 2021 la Francia ha presentato alla Commissione il piano nazionale per la ripresa e la resilienza, conformemente all'articolo 18, paragrafo 1, del regolamento (UE) 2021/241. A norma dell'articolo 19 del medesimo regolamento, la Commissione ha valutato la pertinenza, l'efficacia, l'efficienza e la coerenza del piano, conformemente agli orientamenti per la valutazione di cui all'allegato V del regolamento. Il 13 luglio 2021 il Consiglio ha adottato la decisione relativa all'approvazione della valutazione del piano per la ripresa e la resilienza della Francia 10 . L'erogazione delle rate è subordinata a una decisione della Commissione adottata a norma dell'articolo 24, paragrafo 5, del regolamento (UE) 2021/241, che stabilisca che la Francia ha conseguito in misura soddisfacente i traguardi e gli obiettivi indicati nella decisione di esecuzione del Consiglio. Il conseguimento soddisfacente presuppone che non siano annullati i traguardi e gli obiettivi conseguiti in precedenza.

(10)L'11 maggio 2023 la Francia ha presentato il programma nazionale di riforma 2023 e il programma di stabilità 2023, in linea con l'articolo 4, paragrafo 1, del regolamento (CE) n. 1466/97. I due programmi sono stati valutati congiuntamente per tener conto delle correlazioni. In conformità dell'articolo 27 del regolamento (UE) 2021/241, il programma nazionale di riforma 2023 rispecchia anche la relazione semestrale della Francia in merito ai progressi compiuti nella realizzazione del piano per la ripresa e la resilienza.

(11)Il 24 maggio 2023 la Commissione ha pubblicato la relazione per paese 2023 relativa alla Francia 11 , nella quale valuta i progressi compiuti da quest'ultima nel dar seguito alle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio tra il 2019 e il 2022 e fa il punto dell'attuazione del piano per la ripresa e la resilienza. Sulla scorta di questa analisi la relazione per paese ha individuato lacune rispetto alle sfide non affrontate o solo parzialmente affrontate nel piano per la ripresa e la resilienza, e anche a sfide nuove ed emergenti. Ha valutato quindi i progressi compiuti dalla Francia nell'attuare il pilastro europeo dei diritti sociali, conseguire gli obiettivi principali dell'UE in materia di occupazione, competenze e riduzione della povertà e gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.

(12)La Commissione ha effettuato un esame approfondito a norma dell'articolo 5 del regolamento (UE) n. 1176/2011 per la Francia e ne ha pubblicato i risultati il 24 maggio 2023 12 . Ha concluso che la Francia presenta squilibri macroeconomici. In particolare, malgrado segnali di miglioramento, si riscontrano ancora vulnerabilità connesse all'elevato debito pubblico, alla competitività e alla bassa crescita della produttività, che hanno rilevanza transfrontaliera. Il debito pubblico, che era aumentato durante la pandemia, è in calo da quando il PIL ha ripreso a crescere nel 2021. Nel 2022 varie misure di bilancio hanno notevolmente attenuato l'impatto della crisi energetica, rallentando tuttavia la riduzione del debito. Secondo le previsioni, il debito continuerà a diminuire nell'anno in corso e durante il prossimo anno, ma in seguito tenderà nuovamente ad aumentare in assenza di un'azione strategica, mantenendosi elevato e al di sopra dei livelli precedenti la pandemia, così come rimangono elevate le sfide in materia di sostenibilità di bilancio a medio termine. Le misure strategiche adottate negli ultimi anni per rafforzare la crescita potenziale potrebbero contribuire a correggere l'aumento del debito pubblico previsto nel medio periodo. Sono state adottate diverse riforme per migliorare la competitività di costo. Si può già rilevare un lieve effetto positivo sulla competitività, e si prevede che l'impatto di tali misure si manifesterà pienamente nei prossimi anni. Analogamente, secondo le previsioni l'effettiva attuazione degli investimenti e delle riforme pianificati apporterà benefici in termini di produttività del lavoro. L'economia francese ha dimostrato resilienza nell'ultimo anno, dato che gli aumenti dei prezzi dell'energia hanno influito sulla competitività di costo in misura minore rispetto a quanto avvenuto nel resto della zona euro. Le esportazioni stanno migliorando grazie all'ulteriore ripresa del turismo transfrontaliero e dell'industria aeronautica, che erano stati duramente colpiti dalla pandemia. Benché l'indebitamento del settore privato sia cresciuto durante la fase peggiore della pandemia, l'aumento dei prestiti contratti dalle imprese è andato di pari passo con aumenti di capitale e l'accumulo di riserve di liquidità. L'aumento dei tassi di interesse può rendere più difficile la riduzione dell'indebitamento pubblico e privato. La risposta delle politiche si sta dimostrando favorevole, ma permangono sfide relative soprattutto alla gestione delle finanze pubbliche. Un'attuazione efficace delle riforme recentemente adottate rimane fondamentale per ridurre ulteriormente le vulnerabilità, in particolare la riforma della gestione delle finanze pubbliche e il nuovo meccanismo di valutazione annuale della spesa pubblica. Entrambe le azioni sono fondamentali per continuare a ridurre la spesa e mantenere il debito pubblico su un percorso di costante ribasso. Il governo ha inoltre adottato una riforma del sistema pensionistico pubblico che, secondo le previsioni, contribuirà alla sostenibilità del debito pubblico.

(13)Sulla base dei dati convalidati da Eurostat 13 , il disavanzo delle amministrazioni pubbliche della Francia è sceso dal 6,5 % del PIL nel 2021 al 4,7 % nel 2022, mentre il debito delle amministrazioni pubbliche è sceso dal 112,9 % del PIL alla fine del 2021 al 111,6 % alla fine del 2022. Il 24 maggio 2023 la Commissione ha pubblicato una relazione a norma dell'articolo 126, paragrafo 3, TFUE 14 ; la relazione ha esaminato la situazione di bilancio della Francia, in cui nel 2022 il disavanzo delle amministrazioni pubbliche superava il valore di riferimento del 3 % del PIL stabilito dal trattato e il debito delle amministrazioni pubbliche superava il valore di riferimento del 60 % del PIL previsto dal trattato, senza rispettare il parametro per la riduzione del debito. La relazione ha concluso che i criteri del disavanzo e del debito non sono soddisfatti. Inoltre, in linea con la sua comunicazione dell'8 marzo 2023 15 , la Commissione non ha proposto di avviare nuove procedure per i disavanzi eccessivi nella primavera del 2023; ha invece dichiarato che proporrà al Consiglio di avviare, nella primavera del 2024, procedure per i disavanzi eccessivi basate sul disavanzo in base ai dati di consuntivo per il 2023. La Francia dovrebbe tenerne conto nell'esecuzione del bilancio 2023 e nella preparazione del documento programmatico di bilancio 2024.

(14)Il saldo delle amministrazioni pubbliche ha subito gli effetti delle misure di politica di bilancio adottate per attenuare l'impatto economico e sociale dell'aumento dei prezzi dell'energia. Nel 2022 hanno determinato una diminuzione delle entrate provvedimenti come la riduzione dell'imposta nazionale sul consumo finale di energia elettrica (TICFE); a incrementare la spesa sono state invece misure quali le sovvenzioni dirette per compensare i fornitori di gas ed energia elettrica per il massimale applicato ai prezzi regolamentati del gas e dell'energia elettrica, le sovvenzioni volte a limitare l'aumento dei prezzi al dettaglio dei carburanti per il trasporto, le sovvenzioni alle imprese ad alta intensità energetica e i trasferimenti a favore delle famiglie a basso reddito. Il costo di queste misure è stato parzialmente compensato da nuove imposte sui proventi straordinari dei produttori e dei fornitori di energia, segnatamente un'imposta eccezionale di solidarietà gravante sulle imprese attive nel settore dei combustibili fossili e della raffinazione e un meccanismo per limitare i proventi inframarginali di mercato derivanti dalla produzione di energia elettrica, nonché dal gettito delle imposte indirette a carico dei produttori di energia rinnovabile e dalla riduzione delle sovvenzioni a loro favore, a fronte del divario positivo tra il mercato e i prezzi di riferimento dell'energia elettrica. La Commissione stima il costo di bilancio netto di queste misure allo 0,9 % del PIL nel 2022. Allo stesso tempo, il costo stimato delle misure temporanee di emergenza connesse alla COVID-19 è sceso dal 2,6 % del PIL nel 2021 allo 0,5 % del PIL nel 2022.

(15)Il 18 giugno 2021 il Consiglio ha raccomandato che nel 2022 la Francia 16 utilizzasse il dispositivo per la ripresa e la resilienza per finanziare ulteriori investimenti a sostegno della ripresa, perseguendo nel contempo una politica di bilancio prudente e preservando gli investimenti finanziati a livello nazionale.

(16)Secondo le stime della Commissione, nel 2022 l'orientamento della politica di bilancio 17 è stato favorevole, con il -2,0 % del PIL. Come raccomandato dal Consiglio, la Francia ha continuato a sostenere la ripresa avvalendosi del dispositivo per la ripresa e la resilienza per finanziare investimenti. La spesa finanziata mediante le sovvenzioni del dispositivo e altri fondi dell'UE è stata pari allo 0,6 % del PIL nel 2022 (0,7 % nel 2021). La diminuzione marginale della spesa finanziata mediante le sovvenzioni del dispositivo per la ripresa e la resilienza e altri fondi dell'UE nel 2022 è attribuibile all'attuazione anticipata del piano nei primi due anni. Gli investimenti finanziati a livello nazionale hanno apportato un contributo espansivo di 0,1 punti percentuali all'orientamento della politica di bilancio 18 . La Francia ha pertanto preservato gli investimenti finanziati a livello nazionale, come raccomandato dal Consiglio. Allo stesso tempo la crescita della spesa primaria corrente finanziata a livello nazionale (al netto delle nuove misure sul lato delle entrate) ha fornito un contributo espansivo di 1,7 punti percentuali all'orientamento della politica di bilancio. Questo significativo contributo espansivo comprendeva gli effetti supplementari delle misure di politica di bilancio volte ad attenuare l'impatto economico e sociale dell'aumento dei prezzi dell'energia (supplemento di costo di bilancio netto pari allo 0,8 % del PIL). Allo stesso tempo, anche l'indicizzazione delle pensioni, delle prestazioni sociali e delle retribuzioni pubbliche ha contribuito (0,4 % del PIL) all'aumento della spesa primaria corrente netta. La Francia non ha pertanto limitato in misura sufficiente l'aumento della spesa corrente finanziata a livello nazionale. Il significativo contributo espansivo della spesa corrente finanziata a livello nazionale è attribuibile solo in parte alle misure volte ad affrontare l'impatto economico e sociale dell'aumento dei prezzi dell'energia e ai costi per offrire protezione temporanea agli sfollati provenienti dall'Ucraina.

(17)Lo scenario macroeconomico su cui si fondano le proiezioni di bilancio del programma di stabilità è favorevole nel 2023 e negli anni successivi. Il governo prevede una crescita del PIL reale dell'1,0 % nel 2023 e dell'1,6 % nel 2024. A titolo di confronto, le previsioni di primavera 2023 della Commissione prospettano una crescita inferiore del PIL reale, pari allo 0,7 % nel 2023 e all'1,4 % nel 2024, principalmente a causa dei minori contributi alla crescita della domanda interna nel 2023, derivanti dagli investimenti fissi lordi e dalle scorte, e della domanda esterna nel 2024.

(18)Nel programma di stabilità 2023 il governo prevede che il rapporto tra il disavanzo delle amministrazioni pubbliche e il PIL salga al 4,9 % nel 2023. L'aumento nel 2023 riflette principalmente il rallentamento dell'attività economica e il previsto calo delle entrate. Secondo il programma, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe diminuire passando dal 111,6 % alla fine del 2022 al 109,6 % alla fine del 2023. Le previsioni di primavera 2023 della Commissione prospettano un disavanzo pubblico del 4,7 % del PIL per il 2023. Tale disavanzo è inferiore a quello prospettato nel programma di stabilità, principalmente a motivo della maggiore elasticità fiscale prevista dalla Commissione, che comporterà un aumento delle entrate. Le previsioni di primavera 2023 della Commissione prospettano un rapporto debito pubblico/PIL simile, pari al 109,6 % alla fine del 2023.

(19)Stando alle previsioni, il saldo delle amministrazioni pubbliche nel 2023 continuerà a risentire delle misure di politica di bilancio adottate per attenuare l'impatto economico e sociale dell'aumento dei prezzi dell'energia. Si tratta di misure prorogate dal 2022, in particolare la riduzione della TICFE e le sovvenzioni dirette per compensare i fornitori di gas ed energia elettrica per il massimale applicato ai prezzi regolamentati del gas e dell'energia elettrica, e di nuove misure quali l'erogazione, soggetta a particolari condizioni di reddito, di un buono per l'acquisto di carburanti per il trasporto ("chèque carburant") destinato alle famiglie a basso reddito, in sostituzione della correzione generalizzata dei prezzi applicata nel 2022, e l'assegnazione di sovvenzioni alle microimprese e alle piccole e medie imprese che non beneficiano di tariffe regolamentate per l'energia elettrica, volte a compensare l'aumento della spesa per l'energia fino alla fine del 2023. Il costo di queste misure continua a essere parzialmente compensato da imposte sui proventi straordinari dei produttori e dei fornitori di energia, segnatamente un meccanismo per limitare i proventi inframarginali di mercato derivanti dalla produzione di energia elettrica, nonché dal gettito delle imposte indirette a carico dei produttori di energia rinnovabile e dalla riduzione delle sovvenzioni a loro favore, a fronte del divario positivo tra il mercato e i prezzi di riferimento dell'energia elettrica. Tenendo conto di queste entrate, nelle previsioni di primavera 2023 la Commissione stima il costo di bilancio netto delle misure di sostegno all'1,0 % del PIL nel 2023 19 . La maggior parte delle misure del 2023 non sembra mirata al sostegno delle famiglie o delle imprese più vulnerabili, né preserva appieno il segnale di prezzo necessario per ridurre la domanda di energia e accrescere l'efficienza energetica. Di conseguenza nelle previsioni di primavera 2023 la Commissione stima allo 0,2 % del PIL nel 2023 (rispetto allo 0,1 % del PIL nel 2022) l'importo delle misure di sostegno mirate di cui tenere conto nella valutazione della conformità alla raccomandazione in materia di bilancio per il 2023. Infine si prevede che il saldo delle amministrazioni pubbliche 2023 trarrà beneficio dall'eliminazione graduale delle misure temporanee di emergenza connesse alla COVID-19, corrispondenti allo 0,5 % del PIL.

(20)Il 12 luglio 2022 il Consiglio ha raccomandato 20 alla Francia di assicurare nel 2023 una politica di bilancio prudente, in particolare limitando la crescita della spesa primaria corrente finanziata a livello nazionale al di sotto della crescita del prodotto potenziale a medio termine 21 , tenendo conto del perdurare del sostegno temporaneo e mirato alle famiglie e alle imprese più vulnerabili agli aumenti dei prezzi dell'energia e alle persone in fuga dall'Ucraina. Allo stesso tempo la Francia dovrebbe essere pronta ad adeguare la spesa corrente all'evoluzione della situazione. Al paese è stato anche raccomandato di aumentare gli investimenti pubblici per la transizione verde e digitale e per la sicurezza energetica tenendo conto dell'iniziativa REPowerEU, anche avvalendosi del dispositivo per la ripresa e la resilienza e di altri fondi dell'Unione.

(21)Le previsioni di primavera 2023 della Commissione prospettano per il 2023 un orientamento restrittivo della politica di bilancio (+0,5 % del PIL), in un contesto di inflazione elevata, a fronte di un orientamento espansivo nel 2022 (-2,0 % del PIL). Si prevede inoltre che nel 2023 la crescita della spesa primaria corrente finanziata a livello nazionale (al netto delle misure discrezionali sul lato delle entrate) apporterà all'orientamento della politica di bilancio un contributo restrittivo dello 0,6 % del PIL. Tale contributo comprende l'aumento dello 0,1 % del PIL del costo delle misure di sostegno mirate alle famiglie e alle imprese più vulnerabili agli aumenti dei prezzi dell'energia. Nel complesso, la crescita prospettata della spesa primaria corrente finanziata a livello nazionale è in linea con la raccomandazione del Consiglio. La spesa finanziata con le sovvenzioni del dispositivo per la ripresa e la resilienza e altri fondi dell'UE è stata pari allo 0,4 % del PIL nel 2023, mentre gli investimenti finanziati a livello nazionale hanno apportato all'orientamento della politica di bilancio un contributo neutro 22 . Pertanto la Francia prevede di finanziare ulteriori investimenti attraverso il dispositivo per la ripresa e la resilienza e altri fondi dell'UE e di preservare gli investimenti finanziati a livello nazionale. Il paese prevede di finanziare investimenti pubblici per la transizione verde e digitale e per la sicurezza energetica, quali ad esempio investimenti nell'ambito del piano France 2030 al fine di promuovere investimenti in attività di ricerca e sviluppo all'avanguardia e nei settori digitali, nonché investimenti nell'impiego di energia rinnovabile nei sistemi di riscaldamento e nella ristrutturazione degli edifici pubblici e privati, misure a sostegno della decarbonizzazione dell'industria e investimenti nei trasporti sostenibili, nella sanità e nell'istruzione, che sono in parte finanziati dal dispositivo per la ripresa e la resilienza e altri fondi dell'UE.

(22)Secondo il programma di stabilità, il disavanzo delle amministrazioni pubbliche scenderà al 4,4 % del PIL nel 2024. Il calo nel 2024 è attribuibile principalmente alla revoca della maggior parte delle misure di sostegno connesse all'energia, unitamente a una maggiore elasticità fiscale. Il programma prevede che il rapporto debito pubblico/PIL rimanga sostanzialmente stabile al 109,5 % alla fine del 2024. Sulla base delle misure politiche note alla data limite delle previsioni, le previsioni di primavera 2023 della Commissione prospettano un disavanzo pubblico del 4,3 % del PIL per il 2024. Tale disavanzo è inferiore a quello prospettato nel programma, principalmente a motivo di un effetto base derivante dal fatto che la Commissione aveva prospettato un disavanzo inferiore già per il 2023. Le previsioni di primavera 2023 della Commissione prospettano un rapporto debito pubblico/PIL simile, pari al 109,5 % alla fine del 2024.

(23)Il programma di stabilità prevede l'eliminazione graduale della maggior parte delle misure di sostegno connesse all'energia nel 2024. La Commissione ipotizza attualmente che nel 2024 il costo netto di dette misure sarà pari allo 0,2 % del PIL. Tali stime si basano sul presupposto che non vi saranno nuovi aumenti dei prezzi dell'energia. Le misure di sostegno connesse all'energia che il paese prevede di mantenere in vigore nel 2024 non sembrano mirate al sostegno di famiglie o imprese vulnerabili, né preservano appieno il segnale di prezzo necessario per ridurre la domanda di energia e accrescere l'efficienza energetica.

(24)Il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio richiede un miglioramento annuo del saldo strutturale di bilancio per conseguire l'obiettivo a medio termine, avendo lo 0,5 % del PIL come parametro di riferimento 23 . Alla luce delle considerazioni relative alla sostenibilità di bilancio 24 e della necessità di ridurre il disavanzo al di sotto del valore di riferimento del 3 % del PIL, sarebbe opportuno migliorare il saldo strutturale almeno dello 0,7 % del PIL per il 2024. A tal fine la crescita della spesa primaria netta finanziata a livello nazionale 25 nel 2024 non dovrebbe superare il 2,3 %, come indicato nella presente raccomandazione. Allo stesso tempo è opportuno eliminare gradualmente le restanti misure di sostegno connesse all'energia (attualmente stimate dalla Commissione all'1,0 % del PIL nel 2023), in funzione degli sviluppi del mercato dell'energia e partendo da quelle meno mirate, e usare i relativi risparmi per ridurre il disavanzo pubblico. Secondo le stime della Commissione, ciò determinerebbe una crescita della spesa primaria netta inferiore al tasso massimo di crescita raccomandato per il 2024.

(25)Nell'ipotesi di politiche invariate, le previsioni di primavera 2023 della Commissione prospettano una crescita della spesa primaria netta finanziata a livello nazionale pari al 3,1 % nel 2024, ossia al di sopra del tasso di crescita raccomandato. L'aggiustamento prospettato nelle previsioni della Commissione è inferiore ai risparmi derivanti dalla completa eliminazione delle misure di sostegno connesse all'energia. Ciò è attribuibile all'aumento degli investimenti nell'ambito del programma France 2030 e alla soppressione totale dell'imposta di fabbricazione sul valore aggiunto delle imprese.

(26)Il programma prevede che tra il 2023 e il 2024 gli investimenti pubblici rimarranno stabili al 3,8 % del PIL. Il programma fa riferimento a riforme e investimenti da cui si attende un contributo alla sostenibilità di bilancio e a una crescita sostenibile e inclusiva. Sono compresi in questo contesto una riforma della governance delle finanze pubbliche e un nuovo meccanismo di revisione della spesa, riforme del sistema pensionistico e delle indennità di disoccupazione, nonché investimenti volti a promuovere la transizione verde e digitale, che rientrano anche nel piano per la ripresa e la resilienza. Il programma di stabilità delinea un percorso di bilancio a medio termine fino al 2027. Secondo il programma, il disavanzo delle amministrazioni pubbliche scenderà gradualmente al 3,7 % del PIL nel 2025, al 3,2 % nel 2026 e al 2,7 % entro il 2027. Di conseguenza le previsioni lo situano al di sotto del 3 % del PIL nel 2027. Sempre in base al programma, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe diminuire passando dal 109,5 % alla fine del 2024 al 108,3 % entro la fine del 2027.

(27)Conformemente all'articolo 19, paragrafo 3, lettera b), e all'allegato V, criterio 2.2, del regolamento (UE) 2021/241, il piano per la ripresa e la resilienza comprende un'ampia gamma di riforme e investimenti che si rafforzano reciprocamente, da attuare entro il 2026. L'attuazione del piano per la ripresa e la resilienza della Francia è in corso. La Francia ha presentato una richiesta di pagamento, corrispondente a 38 traguardi e obiettivi del piano, per un'erogazione complessiva di 7 400 000 EUR. I traguardi riflettono i progressi compiuti nell'attuazione delle riforme nei settori delle finanze pubbliche, delle abitazioni, della mobilità, dell'occupazione, delle competenze e della sanità. Diversi obiettivi riflettono importanti investimenti nei settori della ristrutturazione energetica degli edifici, della decarbonizzazione dell'industria, dei veicoli puliti, della ricerca, dell'occupazione giovanile e dell'istruzione. Nell'aprile 2023 la Francia ha presentato una revisione del suo piano, includendovi un capitolo dedicato a REPowerEU. La richiesta della Francia di modificare il suo piano si basa sulla necessità di tenere conto dell'elevata inflazione registrata nel 2022, delle perturbazioni delle catene di approvvigionamento e della revisione al ribasso della dotazione massima assegnata al paese nell'ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza. L'inclusione del nuovo capitolo dedicato a REPowerEU nel piano per la ripresa e la resilienza consentirà di finanziare ulteriori riforme e investimenti a sostegno degli obiettivi strategici della Francia in materia di energia e transizione verde. Il coinvolgimento sistematico ed efficace delle autorità locali e regionali, delle parti sociali e di altri portatori di interessi pertinenti rimane importante per l'attuazione efficace del piano per la ripresa e la resilienza e di altre politiche economiche e occupazionali che vanno al di là del piano, e per assicurare un'ampia titolarità dell'agenda politica generale.

(28)La Commissione ha approvato la maggior parte dei documenti di programmazione della politica di coesione della Francia nel 2022, ad eccezione del programma per Saint-Martin, adottato il 20 marzo 2023. Procedere alla rapida attuazione dei programmi della politica di coesione in complementarità e sinergia con il piano per la ripresa e la resilienza, compreso il capitolo dedicato a REPowerEU, è fondamentale per realizzare la transizione verde e digitale, accrescere la resilienza economica e sociale e conseguire uno sviluppo territoriale equilibrato in Francia.

(29)Oltre alle sfide economiche e sociali affrontate dal piano per la ripresa e la resilienza, la Francia si trova di fronte a una serie di ulteriori sfide connesse alla carenza di competenze e alle disuguaglianze nel sistema di istruzione, nonché alla politica energetica e alla transizione verde. Affrontare tali sfide potrebbe contribuire a rafforzare le competenze dei lavoratori, aumentare la produttività del lavoro, rendere le imprese francesi più efficienti sotto il profilo energetico e di conseguenza rendere l'economia francese complessivamente più competitiva.

(30)La carenza di manodopera continua ad aggravarsi. Secondo l'indagine del 2023 sul fabbisogno di manodopera ("Pôle Emploi"), il 61 % dei datori di lavoro prevede ulteriori difficoltà di assunzione nel 2023, in particolare per quanto riguarda la manodopera qualificata nell'edilizia e nell'industria, due settori fortemente interessati dalla transizione verde e digitale. Negli ultimi anni la Francia ha stimolato gli investimenti nel miglioramento delle competenze e nella riqualificazione professionale dei lavoratori, investimenti che sono in parte sostenuti dal dispositivo per la ripresa e la resilienza. Dalle valutazioni emerge tuttavia che persistono molteplici ostacoli al miglioramento delle competenze delle persone scarsamente qualificate, che compromettono l'efficacia di programmi mirati come il piano di investimenti nelle competenze. Benché sia in aumento, la partecipazione dei lavoratori scarsamente qualificati alla formazione rimane molto inferiore a quella degli altri lavoratori e la formazione di cui essi fruiscono tende a portare in misura minore al conseguimento di una qualifica. Ciò suggerisce che l'ulteriore aumento del numero di giovani che entrano nel mercato del lavoro con sufficienti competenze e qualifiche di base dovrebbe rimanere una priorità del sistema di istruzione.

(31)Nonostante un livello complessivo di spesa pubblica superiore alla media dell'OCSE e i buoni risultati conseguiti, il sistema di istruzione francese è connotato da una quota significativa di studenti con risultati insufficienti e il contesto socioeconomico di provenienza rimane un fattore determinante per prevedere i risultati dei discenti. I risultati insufficienti e le disuguaglianze nelle competenze acquisite in matematica continuano a destare particolare preoccupazione. Secondo le indagini nazionali e internazionali, i risultati medi ottenuti in matematica hanno subito un deterioramento costante negli ultimi 30 anni in Francia. Sono state adottate alcune misure per rafforzare l'acquisizione delle competenze di base, anche potenziando la formazione continua degli insegnanti di matematica e francese, che ha avuto avvio nel 2019, e aggiungendo un modulo di sostegno di un'ora in matematica e francese al primo anno della scuola secondaria a partire dall'anno scolastico 2023/24. Il piano di dimezzare le dimensioni delle classi prime e seconde nelle scuole materne ed elementari pubbliche svantaggiate è stato quasi ultimato e l'impatto a lungo termine sui risultati dell'apprendimento dei 300 000 alunni interessati è in fase di valutazione. Tuttavia una percentuale considerevole di alunni svantaggiati che vivono al di fuori delle zone prioritarie non beneficia di tali cambiamenti. Nonostante gli investimenti e i progressi compiuti, persistono criticità anche per quanto riguarda l'accesso degli alunni e degli studenti con disabilità al sistema di istruzione ordinaria.

(32)Nel 2022 la Francia ha continuato a investire nel sistema di apprendistato e in ulteriori possibilità di apprendimento basato sul lavoro, ad esempio nella riforma della formazione professionale nelle scuole secondarie. Benché tali misure possano avere esiti positivi, i loro effetti devono ancora manifestarsi e sarebbe necessario coinvolgere maggiormente professionisti e insegnanti nell'elaborazione dei programmi. Nonostante le misure volte a migliorare le condizioni di insegnamento, compreso un aumento delle retribuzioni degli insegnanti, permangono preoccupazioni circa l'attrattiva della professione di insegnante e l'elevata percentuale di personale a contratto, che spesso presenta un livello di qualifiche ed esperienza inferiore a quello del personale strutturato e gode di un accesso insufficiente alle opportunità di formazione. Nel complesso, il rapporto insegnanti/studenti rimane tra i più elevati dell'UE.

(33)Benché la Francia dipenda dai combustibili fossili in misura minore rispetto ad altri paesi dell'UE, il mix energetico del paese continua a dipendere dai combustibili fossili importati. Nel periodo compreso tra l'agosto 2022 e il marzo 2023 il consumo di gas naturale della Francia è diminuito del 16 % rispetto al consumo medio di gas registrato per lo stesso periodo nei cinque anni precedenti, superando l'obiettivo di riduzione del 15 %. Il paese potrebbe continuare ad adoperarsi per ridurre temporaneamente la domanda di gas fino al 31 marzo 2024 26 . L'attuale situazione geopolitica e i prezzi elevati dell'energia stanno anche facendo crescere l'urgenza per la Francia di intensificare ulteriormente gli sforzi per conseguire gli obiettivi di energia rinnovabile stabiliti nel piano nazionale per l'energia e il clima. Con un consumo finale lordo di energia da fonti rinnovabili pari al 19,1 %, la Francia non ha raggiunto il suo obiettivo di ottenere il 23 % della propria energia da fonti rinnovabili nel 2020. Non è inoltre sulla buona strada per raggiungere il suo obiettivo per il 2030 in materia di energie rinnovabili ed è in ritardo nella diffusione di queste ultime, in particolare per quanto riguarda la produzione di energia elettrica e il riscaldamento. La rapida diffusione di fonti rinnovabili come l'energia solare ed eolica contribuirebbe alla sicurezza energetica e alla diversificazione dell'approvvigionamento della Francia riducendo l'uso di combustibili fossili. Il basso tasso di diffusione delle energie rinnovabili è attribuibile alla lentezza e alla complessità delle procedure amministrative relative alle autorizzazioni. I ritardi nel rilascio delle autorizzazioni per tutte le tecnologie (eolico onshore e offshore e solare) sono legati alla mancanza di un sostegno politico a favore dei progetti, a una pianificazione inadeguata e a procedure di autorizzazione lunghe e complesse. Sussistono inoltre sfide di natura giuridica e legate all'accettazione da parte dell'opinione pubblica, che sono causa di incertezza per gli investitori e gli sviluppatori. Il processo di autorizzazione potrebbe essere accelerato assegnandovi più personale e maggiori risorse finanziarie in seno all'amministrazione centrale a livello regionale, nonché in seno alle autorità competenti e ai gestori delle reti. Anche il miglioramento delle procedure di pianificazione territoriale e uno svolgimento più rapido delle procedure di appalto sono fondamentali per garantire la realizzazione di progetti in materia di energie rinnovabili. Nel 2023 la Francia ha adottato una legge sull'accelerazione della produzione di energia rinnovabile, che riconosce la necessità di sviluppare in misura considerevole i settori del calore e del gas rinnovabili e di aumentare la quota di energia elettrica ottenuta da fonti rinnovabili per soddisfare il fabbisogno crescente di elettrificazione degli usi. Se attuata correttamente, la legge potrebbe favorire una più rapida diffusione dei progetti in materia di energie rinnovabili, mettendo la Francia sulla giusta strada per il conseguimento degli obiettivi per il 2030.

(34)Affinché il livello di interconnessione raggiunga l'obiettivo del 10 % per il 2020, un ulteriore sostegno alle interconnessioni elettriche transfrontaliere (in fase di sviluppo o pianificate) rimane di importanza cruciale per l'integrazione di ingenti quote di fonti rinnovabili. L'anticipazione degli investimenti nelle infrastrutture energetiche, a livello sia nazionale che transfrontaliero, contribuirà a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, in particolare dal gas russo. Si raccomanda di fare in modo che gli investimenti in nuove infrastrutture e reti siano, ove possibile, adeguati alle esigenze future, al fine di agevolarne la sostenibilità sul lungo periodo mediante futuri processi di riconversione verso combustibili sostenibili. Le interconnessioni sono fondamentali per un funzionamento efficiente del mercato interno dell'energia tramite la messa in comune delle risorse per garantire la sicurezza generale dell'approvvigionamento.

(35)Il piano francese per la ripresa e la resilienza prevede grandi progetti di ristrutturazione degli edifici per abitazioni popolari e individuali, nonché degli edifici pubblici e delle piccole imprese. Per quanto riguarda la ristrutturazione degli edifici residenziali, la maggior parte dei progetti si è concentrata su lavori in un'unica fase, comportando ristrutturazioni limitate. Nel primo semestre del 2022 solo il 27 % dei lavori prevedeva almeno due fasi di ristrutturazione, mentre solo il 5 % riguardava ristrutturazioni totali. Le ristrutturazioni profonde potrebbero avere un notevole impatto sulla riduzione del consumo di energia nell'edilizia. Inoltre il compimento di maggiori sforzi per indirizzare investimenti pubblici e privati verso il sostegno alle famiglie a basso reddito volto alla ristrutturazione degli edifici e verso la ristrutturazione del parco immobiliare con le prestazioni energetiche peggiori potrebbe contribuire a eliminare i 5,2 milioni di abitazioni maggiormente inefficienti sotto il profilo energetico (abitazioni con indice di efficienza energetica F e G) entro il 2030. La legge del 2021 sul clima e la resilienza ha introdotto diverse misure per incentivare la ristrutturazione profonda degli edifici, come il divieto di affittare abitazioni con indice di efficienza energetica G a partire dal 2025, con indice di efficienza energetica F a partire dal 2028 e con indice di efficienza energetica E a partire dal 2034. Per promuovere interventi più significativi di miglioramento dell'efficienza energetica si potrebbe migliorare il quadro strategico, onde incentivare le ristrutturazioni profonde e aiutare la Francia ad aumentare ulteriormente l'efficienza energetica del suo parco immobiliare prestando particolare attenzione alle famiglie a basso reddito.

(36)Quasi l'11 % degli investimenti totali di capitale di rischio dell'UE a favore delle start-up e scale-up nel settore delle tecnologie climatiche proviene dalla Francia. Tuttavia, nonostante l'ampio sostegno pubblico, solo il 29 % delle piccole imprese francesi ha investito più dell'1 % del proprio fatturato per rendersi efficiente sotto il profilo delle risorse (40 % in media nell'UE). I promotori di progetti di produzione di tecnologie pulite sono soggetti a oneri amministrativi gravosi, lunghe procedure e rischi di contenzioso. Per ottenere una licenza edilizia, ricevere un'autorizzazione ambientale e svolgere il processo di indagine pubblica per un progetto industriale occorrono in media 17 mesi. La procedura prevede momenti di arresto in cui il titolare del progetto deve attendere le risposte di diversi organi (tribunale amministrativo, parere dell'autorità ambientale, relazione del responsabile dell'indagine pubblica). Per i grandi progetti industriali è altresì necessaria una consultazione pubblica. Il processo può durare almeno sei mesi, che si aggiungono al tempo necessario per ottenere la licenza edilizia, ricevere l'autorizzazione ambientale e svolgere l'indagine pubblica. I progetti di investimento possono inoltre essere oggetto di contenziosi, che possono durare diversi anni e spesso determinano l'abbandono del progetto. Pur essendo necessarie per salvaguardare interessi pubblici e privati rilevanti, le procedure di autorizzazione relative a progetti di produzione di tecnologie pulite dovrebbero essere semplificate e accelerate. Anche l'avvio di procedure amministrative in parallelo e la proposta di siti industriali pronti all'uso potrebbero contribuire a un risparmio di tempo.

(37)La carenza di manodopera e di competenze nei settori e nelle professioni fondamentali per la transizione verde, compresi la produzione, la diffusione e il mantenimento delle tecnologie a zero emissioni nette, sta creando strozzature nella transizione a un'economia a zero emissioni nette. Sistemi di istruzione e formazione di qualità elevata che rispondano alle mutevoli esigenze del mercato del lavoro e misure mirate per la riqualificazione e il miglioramento delle competenze sono cruciali per ridurre le carenze di competenze e promuovere l'inclusione lavorativa e la riallocazione della forza lavoro. Per sbloccare il potenziale inutilizzato dell'offerta di lavoro, tali misure devono essere accessibili, in particolare per le persone e nei settori e nelle regioni maggiormente interessati dalla transizione verde. Nel 2022 in Francia sono state segnalate carenze di manodopera in relazione a diverse professioni che richiedevano competenze o conoscenze specifiche per la transizione verde, tra cui tecnici dell'ingegneria civile, gestori di impianti di produzione di energia elettrica e professionisti dell'ingegneria.

(38)Alla luce della valutazione della Commissione, il Consiglio ha esaminato il programma di stabilità 2022 e il suo parere 27 trova riscontro nella raccomandazione di cui al punto 1.

(39)Date le strette correlazioni tra le economie degli Stati membri della zona euro e il loro contributo collettivo al funzionamento dell'Unione economica e monetaria, il Consiglio ha raccomandato a tali Stati membri di prendere provvedimenti, anche tramite i piani per la ripresa e la resilienza, al fine di i) preservare la sostenibilità del debito e astenersi da un sostegno generalizzato alla domanda aggregata nel 2023, orientare in modo più mirato le misure di bilancio adottate per attenuare l'impatto degli elevati prezzi dell'energia e riflettere su modalità adeguate per eliminare gradualmente il sostegno con il diminuire delle pressioni causate dai prezzi dell'energia; ii) mantenere ingenti investimenti pubblici e promuovere investimenti privati a sostegno della transizione verde e digitale; iii) sostenere dinamiche salariali che attenuino la perdita di potere d'acquisto limitando nel contempo gli effetti di secondo impatto sull'inflazione, migliorare ulteriormente le politiche attive del mercato del lavoro e colmare le carenze di competenze; iv) migliorare il contesto imprenditoriale e garantire che il sostegno per l'energia destinato alle imprese sia efficace sotto il profilo dei costi, temporaneo, mirato alle imprese economicamente sostenibili e che siano mantenuti incentivi per la transizione verde; e v) preservare la stabilità macrofinanziaria e monitorare i rischi, continuando nel contempo a lavorare al completamento dell'Unione bancaria. Per la Francia le raccomandazioni di cui ai punti 1, 2, 3 e 4 contribuiscono all'attuazione della prima, della seconda, della terza e della quarta raccomandazione per la zona euro.

(40)Alla luce dell'esame approfondito della Commissione e della valutazione ivi contenuta, il Consiglio ha esaminato il programma nazionale di riforma 2023 e il programma di stabilità 2023. Le sue raccomandazioni a norma dell'articolo 6 del regolamento (UE) n. 1176/2011 trovano riscontro nella raccomandazione di cui al punto 1. Le politiche menzionate nella raccomandazione di cui al punto 1 contribuiscono ad affrontare le vulnerabilità connesse all'elevato debito pubblico, alla scarsa competitività e alla bassa crescita della produttività. Le raccomandazioni di cui ai punti 2 e 3 contribuiscono a dare seguito alla raccomandazione di cui al punto 1. Le politiche menzionate nella raccomandazione di cui al punto 1 contribuiscono tanto a correggere gli squilibri quanto ad attuare le raccomandazioni per la zona euro, in linea con il considerando 39,

RACCOMANDA alla Francia di prendere provvedimenti nel 2023 e nel 2024 al fine di:

1.eliminare gradualmente entro la fine del 2023 le vigenti misure di sostegno connesse all'energia, usando i relativi risparmi per ridurre il disavanzo pubblico; qualora nuovi aumenti dei prezzi dell'energia dovessero richiedere misure di sostegno, provvedere a che queste mirino a tutelare le famiglie e le imprese vulnerabili, siano sostenibili per il bilancio e preservino gli incentivi al risparmio energetico;

assicurare una politica di bilancio prudente, in particolare limitando a non più del 2,3 % l'aumento nominale della spesa primaria netta finanziata a livello nazionale nel 2024;

preservare gli investimenti pubblici finanziati a livello nazionale e provvedere all'assorbimento efficace delle sovvenzioni del dispositivo per la ripresa e la resilienza e di altri fondi dell'UE, in particolare per promuovere la transizione verde e digitale;

per il periodo successivo al 2024, continuare a perseguire una strategia di bilancio a medio termine di risanamento graduale e sostenibile, combinata con investimenti e riforme atti ad aumentare la crescita sostenibile, al fine di conseguire una posizione di bilancio prudente a medio termine;

migliorare ulteriormente le condizioni quadro per agevolare gli investimenti e l'innovazione;

2.procedere con l'attuazione costante del piano per la ripresa e la resilienza e perfezionare celermente l'addendum, compreso il capitolo dedicato a REPowerEU, al fine di avviarne rapidamente l'attuazione; procedere alla rapida attuazione dei programmi della politica di coesione in stretta complementarità e sinergia con il piano per la ripresa e la resilienza;

3.far fronte alla carenza di competenze, in particolare offrendo ulteriori possibilità di apprendimento basato sul lavoro e aumentando la quota di persone con competenze di base; adattare le risorse e i metodi alle esigenze degli studenti e delle scuole svantaggiati, così da rendere il sistema di istruzione e formazione più equo e inclusivo; migliorare le condizioni di lavoro e la formazione iniziale e continua degli insegnanti;

4.ridurre la dipendenza complessiva dai combustibili fossili; accelerare la diffusione delle energie rinnovabili, concentrandosi in particolare sulle fonti eoliche, solari e geotermiche e sul biogas, anche attraverso la produzione di energia rinnovabile su piccola scala e la promozione dell'autoconsumo collettivo, e favorire le relative tecnologie di stoccaggio attraverso maggiori investimenti pubblici, agevolando gli investimenti privati e facendo fronte alle strozzature del processo di autorizzazione; potenziare ulteriormente le reti di trasmissione e distribuzione dell'energia elettrica e aumentare le interconnessioni elettriche transfrontaliere; migliorare ulteriormente il quadro strategico per incentivare la ristrutturazione profonda degli edifici e la decarbonizzazione dei sistemi di riscaldamento, prestando particolare attenzione alle famiglie a basso reddito e al parco immobiliare con le prestazioni energetiche peggiori; creare un contesto normativo favorevole per aumentare gli investimenti nella produzione di tecnologie pulite, anche semplificando e accelerando il processo di autorizzazione; intensificare le iniziative a livello politico volte all'offerta e all'acquisizione delle competenze necessarie per la transizione verde.

Fatto a Bruxelles, il

   Per il Consiglio

   Il presidente

(1)    GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.
(2)    GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25.
(3)    Regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 febbraio 2021, che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza (GU L 57 del 18.2.2021, pag. 17).
(4)    COM(2022) 780 final.
(5)    COM(2023) 62 final.
(6)    COM(2023) 168 final.
(7)    Regolamento (UE) 2023/435 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 febbraio 2023, che modifica il regolamento (UE) 2021/241 per quanto riguarda l'inserimento di capitoli dedicati al piano REPowerEU nei piani per la ripresa e la resilienza e che modifica i regolamenti (UE) n. 1303/2013, (UE) 2021/1060 e (UE) 2021/1755, e la direttiva 2003/87/CE (GU L 63 del 28.2.2023, pag. 1).
(8)    COM(2023) 141 final.
(9)    COM(2022) 583 final.
(10)    Decisione di esecuzione del Consiglio, del 13 luglio 2021, relativa all'approvazione della valutazione del piano per la ripresa e la resilienza della Francia (ST 10162/21; ST 10162/21 ADD 1).
(11)    SWD(2023) 610 final.
(12)    SWD(2023) 633 final.
(13)    Eurostat, Euroindicatori 47/2023 del 21.4.2023.
(14)    COM(2023) 633 final del 24.5.2023.
(15)    COM(2023) 141 final dell'8.3.2023.
(16)    Raccomandazione del Consiglio, del 18 giugno 2021, che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2021 della Francia (GU C 304 del 29.7.2021, pag. 43).
(17)    L'orientamento di bilancio è misurato come la variazione, rispetto alla crescita potenziale a medio termine, della spesa primaria (al netto delle misure discrezionali sul lato delle entrate), escluse le misure temporanee di emergenza connesse alla crisi della COVID-19, ma compresa la spesa finanziata dal sostegno non rimborsabile (sovvenzioni) del dispositivo per la ripresa e la resilienza e altri fondi dell'UE. Per maggiori dettagli cfr. il riquadro 1 nelle tabelle statistiche di bilancio.
(18)    L'altra spesa in conto capitale finanziata a livello nazionale apporterà, secondo le proiezioni, un contributo espansivo di 0,3 punti percentuali di PIL, attribuibile principalmente all'impatto dei trasferimenti in conto capitale erogati nell'ambito del piano per la ripresa della Francia, France Relance, non finanziati da sovvenzioni del dispositivo per la ripresa e la resilienza.
(19)    La cifra rappresenta il livello del costo annuale di bilancio delle misure, comprese le entrate e le spese correnti e, se del caso, le misure di spesa in conto capitale.
(20)    Raccomandazione del Consiglio, del 12 luglio 2022, sul programma nazionale di riforma della Francia (GU C 334 dell'1.9.2022, pag. 79).
(21)    Stando alle previsioni di primavera 2023 della Commissione, la crescita del prodotto potenziale a medio termine (media su 10 anni) della Francia è stimata al 6,3 % in termini nominali.
(22)    L'altra spesa in conto capitale finanziata a livello nazionale apporterà, secondo le proiezioni, un contributo espansivo di 0,3 punti percentuali di PIL, attribuibile principalmente all'impatto dei trasferimenti in conto capitale erogati nell'ambito del piano per la ripresa della Francia, France Relance, non finanziati da sovvenzioni del dispositivo per la ripresa e la resilienza, e del piano di investimenti France 2030.
(23)    Cfr. l'articolo 5 del regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, che impone anche un aggiustamento superiore allo 0,5 % del PIL per gli Stati membri con un debito pubblico superiore al 60 % del PIL o che presentano rischi più considerevoli in termini di sostenibilità del debito.
(24)    Secondo le stime della Commissione, per conseguire una riduzione plausibile del debito la Francia avrà bisogno di un aumento medio annuo del saldo primario strutturale in percentuale del PIL di 0,7 punti percentuali. Tale stima si basava sulle previsioni d'autunno 2022 della Commissione. Il punto di partenza era la previsione del disavanzo e del debito pubblico per il 2024, che ipotizzava nello stesso anno la revoca delle misure di sostegno connesse all'energia.
(25)    La spesa primaria netta è definita come la spesa finanziata a livello nazionale al netto delle misure discrezionali sul lato delle entrate ed escluse la spesa per interessi e la spesa ciclica derivante dalla disoccupazione.
(26)    Regolamenti (UE) 2022/1369 e (UE) 2023/706 del Consiglio.
(27)    A norma dell'articolo 5, paragrafo 2, e dell'articolo 9, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio.
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