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Document 52023BP1842

Risoluzione (UE) 2023/1842 del Parlamento europeo del 10 maggio 2023 recante le osservazioni che costituiscono parte integrante della decisione sul discarico per l’esecuzione del bilancio dell’ottavo, nono, decimo e undicesimo Fondo europeo di sviluppo per l’esercizio 2021

GU L 242 del 29.9.2023, p. 178–189 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, GA, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

ELI: http://data.europa.eu/eli/res/2023/1842/oj

29.9.2023   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

L 242/178


RISOLUZIONE (UE) 2023/1842 DEL PARLAMENTO EUROPEO

del 10 maggio 2023

recante le osservazioni che costituiscono parte integrante della decisione sul discarico per l’esecuzione del bilancio dell’ottavo, nono, decimo e undicesimo Fondo europeo di sviluppo per l’esercizio 2021

IL PARLAMENTO EUROPEO,

vista la sua decisione sul discarico per l’esecuzione del bilancio dell’ottavo, nono, decimo e undicesimo Fondo europeo di sviluppo per l’esercizio 2021,

visti l’articolo 99, l’articolo 100, terzo trattino, e l’allegato V del suo regolamento,

visto il parere della commissione per lo sviluppo,

vista la relazione della commissione per il controllo dei bilanci (A9-0114/2023),

A.

considerando che la cooperazione allo sviluppo dell’Unione, di cui agli articoli da 208 a 210 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), opera in un contesto globale, definito dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile («agenda 2030») e dai suoi obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS);

B.

considerando che l’Unione europea intrattiene rapporti di cooperazione con numerosi paesi in via di sviluppo, il cui obiettivo primario è promuovere lo sviluppo economico, sociale e ambientale, allo scopo principale di ridurre e debellare la povertà nel lungo periodo, fornendo ai paesi beneficiari aiuti allo sviluppo e assistenza tecnica;

C.

considerando che la cooperazione allo sviluppo dell’Unione è intesa ad affermare e promuovere i valori e gli interessi dell’Unione in tutto il mondo al fine di perseguire gli obiettivi e i principi della sua azione esterna, a norma dell’articolo 3, paragrafo 5, e degli articoli 8 e 21 del trattato sull’Unione europea;

D.

considerando che, dal 1959 e fino al 2020, i fondi europei di sviluppo (FES) hanno fornito aiuti nell’ambito della cooperazione allo sviluppo ai paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP) e ai paesi e territori d’oltremare (PTOM); che il quadro che disciplina le relazioni dell’Unione con i paesi ACP e i PTOM era un accordo di partenariato firmato a Cotonou («accordo di Cotonou») il 23 giugno 2000 per un periodo di 20 anni, successivamente prorogato fino al 30 giugno 2022;

E.

considerando che l’undicesimo FES ha raggiunto la sua fase finale con l’entrata in vigore della clausola di decadenza il 31 dicembre 2020 e che, a partire dal 2021, i programmi del FES sono stati inclusi nel quadro finanziario pluriennale (QFP) dell’Unione; che, tuttavia, saranno ancora conclusi contratti specifici per le convenzioni di finanziamento esistenti fino al 31 dicembre 2023;

F.

considerando che per il QFP 2021-2027, gli aiuti erogati nell’ambito della cooperazione allo sviluppo ai paesi ACP sono stati incorporati nello strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale (NDICI-Europa globale), mentre quelli erogati agli PTOM sono stati incorporati nella decisione sull’associazione d’oltremare, che include anche la Groenlandia (1);

G.

considerando che l’ottavo, nono, decimo e undicesimo FES non erano integrati nel bilancio generale dell’UE e continuano a essere attuati in maniera distinta e a costituire l’oggetto di relazioni separate fino alla loro chiusura;

H.

considerando che i FES sono gestiti quasi interamente dalla direzione generale per i Partenariati internazionali (DG INTPA) (2) della Commissione e che una piccola percentuale (0,25 %) della spesa del FES 2021 è stata gestita dalla direzione generale per la Protezione civile e le operazioni di aiuto umanitario europee;

I.

considerando che la cooperazione allo sviluppo si sta evolvendo da una concentrazione più tradizionale sui settori sociali a una maggiore enfasi sugli interessi reciproci, compresi gli investimenti, gli scambi e lo sviluppo di settori economici ad alto valore aggiunto, lo sviluppo sostenibile, l’istruzione e la parità di genere;

J.

considerando la necessità di cambiamenti strutturali nel settore agricolo dei paesi partner in via di sviluppo, in particolare attraverso l’emancipazione dei piccoli agricoltori locali, l’assistenza nell’uso delle nuove tecnologie agricole, l’utilizzo di metodi moderni di gestione delle risorse idriche e l’agevolazione del loro accesso al mercato;

K.

considerando che, grazie all’approccio Team Europa (3), l’Unione collabora con gli Stati membri sul campo, con i beneficiari locali e con gli altri donatori ai fini di un impatto tangibile e un cambiamento trasformativo nei paesi partner; ricordando la necessità che il sostegno al bilancio corrisponda alle esigenze dei paesi partner e alle principali politiche dell’UE; ricordando altresì la necessità di misurare la performance dei programmi e il loro impatto sui paesi partner e sulla popolazione civile;

L.

considerando che la cooperazione allo sviluppo è una competenza concorrente tra gli Stati membri e l’Unione e che l’articolo 208 TFUE stabilisce espressamente che «la politica di cooperazione allo sviluppo dell’Unione e quella degli Stati membri si completano e si rafforzano reciprocamente»;

M.

considerando che l’Unione e gli Stati membri possono intraprendere azioni congiunte e dovrebbero informarsi reciprocamente sulle iniziative avviate nel settore della cooperazione allo sviluppo;

N.

considerando che la sostenibilità è essenziale per conseguire gli obiettivi e i risultati stabiliti, in particolare l’effetto a lungo termine dell’aiuto allo sviluppo;

O.

considerando che tradizionalmente l’attuazione del FES e lo sviluppo in generale avvengono in contesti rischiosi, complessi e in rapida evoluzione, una situazione aggravata nel 2021 dalla pandemia di COVID-19 e dall’instabilità politica in cui versano alcuni dei paesi partner dell’UE, il che ha ostacolato l’attuazione del FES e le relative attività di audit;

P.

considerando il crescente divario tra i fondi necessari e quelli disponibili per rispondere all’aggravarsi delle crisi climatica, alimentare, debitoria, umanitaria e di altra natura, che sta generando una disparità più marcata tra le nazioni industrializzate e quelle meno avanzate e provocando la crescita della povertà per la prima volta da decenni;

Q.

considerando che, nonostante la precedente dichiarazione, promuovere la trasparenza, la rendicontabilità e il dovere di diligenza in materia di diritti umani come pure combattere la corruzione e la frode sono elementi indispensabili per la riuscita delle operazioni di sostegno al bilancio dell’Unione;

R.

considerando che gli aiuti umanitari e allo sviluppo sono espressione di una solidarietà globale di fatto, sancita dai trattati e al centro dei valori dell’UE;

Esecuzione del bilancio

1.

ricorda i due eventi che hanno segnato il 2021, ovvero il fatto che si è trattato del primo anno successivo alla clausola di decadenza per l’undicesimo FES (31 dicembre 2020), il che significa che nel 2021 non sono stati assunti ulteriori impegni globali per progetti nell’ambito dell’undicesimo FES, e che l’esecuzione finanziaria del decimo e undicesimo FES per i contratti (impegni specifici: 2,118 miliardi di EUR) e i pagamenti (3,393 miliardi di EUR) ha risentito del protrarsi della crisi della COVID-19 (4);

2.

osserva che, in termini di pagamenti nel 2021, il FES rappresenta il 46,1 % del portafoglio della DG INTPA, che ammontava a 3,435 miliardi di EUR (vale a dire il 91,27 % dell’obiettivo annuale); rileva che i pagamenti della Banca europea per gli investimenti (BEI) sono ammontati a 613 milioni di EUR; osserva che, poiché la clausola di decadenza dell’undicesimo FES è giunta a scadenza il 31 dicembre 2020, nel 2021 non sono stati assunti nuovi impegni, ad eccezione degli impegni dei fondi derivanti dai rientri nel quadro del Fondo investimenti ACP da operazioni nell’ambito del nono, decimo e undicesimo FES; rileva che i pagamenti della BEI inerenti il Fondo investimenti ACP sono ammontati a 179 milioni di EUR;

3.

si rammarica del fatto che, a causa del perdurare della crisi della COVID-19, il 50 % delle delegazioni nell’Africa subsahariana non abbia raggiunto il rispettivo obiettivo minimo di pagamenti previsto (90 %), sottolinea che ciò è risultato particolarmente evidente in Madagascar (che ha pressoché sigillato le frontiere nazionali, rendendo in tal modo assai arduo proseguire l’esecuzione come inizialmente previsto), il Ciad e il Gambia (per via della sospensione o dei ritardi dell’esecuzione), e l’Etiopia, la Repubblica di Guinea e il Mali (dove le crisi politiche hanno gravemente compromesso le operazioni, con gravi ricadute sui pagamenti previsti a titolo del sostegno al bilancio); constata inoltre che anche nella regione del Pacifico e dei Caraibi le restrizioni legate alla COVID-19 hanno inciso sull’esecuzione, e nelle isole Figi e ad Haiti gli effetti collaterali negativi imputabili al deterioramento della situazione economica, sociale e politica, hanno avuto un impatto devastante sui progetti infrastrutturali;

4.

accoglie con favore gli sforzi regolari della DG INTPA per ridurre i vecchi prefinanziamenti e i vecchi impegni inutilizzati, con un obiettivo del 35 %; osserva che la DG INTPA è andata oltre l’obiettivo riducendo del 46 % i vecchi prefinanziamenti a titolo dei FES (50 % per altri ambiti degli aiuti) e del 39 % i vecchi impegni inutilizzati a titolo dei FES e dell’intero ambito di sua competenza;

5.

rimarca che la DG INTPA ha raggiunto l’obiettivo di non avere più del 15 % dei vecchi contratti scaduti a titolo dei FES; rileva che ha ottenuto un risultato del 13 % per i FES e del 10 % per l’intero ambito di sua competenza; constata che per i FES si registra un costante miglioramento dal 2017;

Impatto delle attività sui rendiconti finanziari

6.

rileva che i prefinanziamenti hanno subito un taglio di 101 milioni di EUR, dovuto per lo più ai minori anticipi versati per via di un minor numero di contratti sottoscritti (3 670 milioni di EUR nel 2020 rispetto ai 2 118 milioni di EUR del 2021); osserva inoltre che tale calo è principalmente imputabile alle sfide poste dalla pandemia di COVID-19 e alle crisi geopolitiche in corso e che pertanto le disponibilità liquide e le risorse equivalenti sono cresciute di 266 milioni di EUR per effetto di questo calo ingente dei prefinanziamenti e degli altri pagamenti;

7.

rileva che il numero nettamente inferiore di contratti aperti alla fine del 2021, dovuto al ridimensionamento del FES e all’impatto negativo che hanno avuto la pandemia di COVID-19 e le crisi geopolitiche in corso sulla sottoscrizione di nuovi contratti, ha determinato una diminuzione sostanziale dei ratei passivi pari a 519 milioni di EUR;

8.

rimarca inoltre che la diminuzione complessiva di 1 743 milioni di EUR è il risultato combinato di più fattori: da un lato, le difficili condizioni legate alla pandemia di COVID-19 e l’instabile situazione geopolitica in diversi paesi hanno ostacolato l’esecuzione delle attività del FES nel 2021 e, dall’altro, la riduzione delle attività nell’ambito del decimo FES e di quelli precedenti è in linea con il ridimensionamento di tali FES, che ha determinato un minor numero di contratti aperti nell’ambito dei medesimi;

9.

osserva che un’attuazione efficace e finanziamenti adeguati sono i mezzi per garantire la legittimità e l’efficacia della cooperazione allo sviluppo dell’UE; è del parere che quanto più lunga è la durata dei contratti nell’ambito della politica di sviluppo, tanto maggiore sarà la loro sostenibilità:

10.

osserva che i finanziamenti di 600 milioni di EUR a titolo del FES destinati ad altre azioni nei paesi ACP, recentemente disimpegnati per decisione degli Stati membri, saranno ora utilizzati per misure volte a contribuire ad alleviare la crisi alimentare globale; ritiene che tali fondi debbano essere utilizzati per sostenere ulteriormente l’agricoltura locale su piccola scala nonché le pratiche agroecologiche e i metodi di pesca sostenibili, in quanto favoriscono l’autonomia alimentare delle comunità locali, rendendole meno dipendenti dalle fluttuazioni dei mercati alimentare e agricolo globali; invita gli Stati membri a rinunciare sistematicamente d’ora innanzi a ricevere il rimborso dei fondi disimpegnati del FES, visto il bisogno di risorse per far fronte alle necessità urgenti dei paesi ACP e tenendo presenti gli impegni dell’Unione e dai suoi Stati membri a favore dello sviluppo nonché degli obblighi stabiliti nel trattato in relazione alla coerenza delle politiche di sviluppo;

11.

sottolinea inoltre che, per affrontare le cause profonde della crisi alimentare, occorrono cambiamenti strutturali nel settore agricolo dei paesi partner in via di sviluppo, in particolare mediante l’emancipazione dei piccoli agricoltori locali che permetta loro di utilizzare nuove tecnologie agricole e di attuare metodi moderni di gestione delle risorse idriche, facilitandone l’accesso al mercato;

Affidabilità dei conti

12.

rileva che la dotazione finanziaria dell’ottavo FES (1995-2000) ammontava a 12,8 miliardi di EUR, quella del nono FES (2000-2007) a 13,8 miliardi di EUR, quella del decimo FES (2008-2013) a 22,7 miliardi di EUR e quella dell’undicesimo FES a 30,5 miliardi di EUR, di cui 29,1 miliardi di EUR sono stati destinati ai paesi ACP, 0,4 miliardi di EUR ai PTOM e 1,1 miliardi di EUR a copertura dei costi amministrativi;

13.

osserva che, nel 2019, la Commissione ha chiuso le restanti operazioni in sospeso per i progetti relativi all’ottavo FES e tutte le rimanenze e gli importi disimpegnati sono stati trasferiti integralmente al nono FES; rileva inoltre che nel 2021 la Commissione ha annunciato la chiusura finanziaria e operativa dell’ottavo FES e che tutte le attività correlate sono state completate, l’insieme delle verifiche e dei controlli è stato realizzato e i contratti e le decisioni di finanziamento sono tutti chiusi nei conti del FES;

14.

si compiace del fatto che la Corte dei conti («Corte») constati nella sua relazione annuale sulle attività finanziate dall’ottavo, nono, decimo e undicesimo FES per l’esercizio 2021, che i conti per l’esercizio finanziario che si chiude il 31 dicembre 2021 presentano fedelmente, sotto tutti gli aspetti rilevanti, la posizione finanziaria dei FES, i risultati delle loro operazioni, i flussi di cassa e le variazioni dell’attivo netto per l’esercizio chiuso in tale data, conformemente alle disposizioni del regolamento (UE) 2018/1877 del Consiglio (5) (regolamento finanziario del FES) e alle norme contabili per il servizio pubblico;

15.

riconosce che, con l’inclusione dei programmi del FES nel QFP dell’Unione, l’audit della Corte dei conti sul FES sarà gradualmente eliminato man mano che diminuiscono i contributi del FES e crescono i pagamenti a titolo del bilancio dell’Unione; constata che, in seguito, la Corte dei conti sposterà progressivamente le risorse per l’audit di bilancio dell’UE; rileva, tuttavia, che resta l’approccio attuale (relazione separata sul FES) per l’esercizio della dichiarazione di affidabilità 2022;

Legittimità e regolarità delle operazioni che sono alla base dei conti

16.

si compiace del fatto che, a giudizio della Corte, le entrate alla base dei conti per l’esercizio conclusosi il 31 dicembre 2021 sono, sotto tutti gli aspetti rilevanti, legittime e regolari;

17.

ribadisce la propria preoccupazione per le molte possibili ragioni del susseguirsi di pareri negativi della Corte sulla legittimità e regolarità delle spese, dovuto al fatto che le spese accettate nei conti per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2021 sono inficiate da errori in misura rilevante;

18.

rileva che ai fini dell’audit della regolarità delle operazioni, la Corte ne ha esaminato un campione di 140 che rappresenta l’intera gamma di spese sostenute nell’ambito del FES; osserva, inoltre, che il campione comprendeva 26 operazioni relative al Fondo fiduciario di emergenza per l’Africa, 92 operazioni autorizzate da 17 delegazioni dell’UE (6) e 22 pagamenti approvati dai servizi centrali della Commissione (7);

19.

constata con preoccupazione che delle 140 operazioni esaminate, 54 (38,8 %) erano inficiate da errori, rispetto alle 36 (25,7 %) del 2020 per lo stesso numero di operazioni; sottolinea inoltre che la Corte ha quantificato 43 errori (31 nel 2020), sulla base dei quali ha stimato un tasso di errore per l’esercizio 2021 del 4,6 % (3,8 % nel 2020);

20.

osserva con preoccupazione che la tipologia degli errori individuati nell’esercizio finanziario 2021 segue l’andamento del 2020, vale a dire l’errore stimato relativo a spese non ammissibili (38,6 % nel 2021, 38,2 % nel 2020), grave inosservanza delle norme in materia di appalti pubblici (14,6 % nel 2021, 2,2 % nel 2020), assenza di documenti giustificativi fondamentali (23,3 % nel 2021, 38,3 % nel 2020) e spese non sostenute (18,1 % nel 2021, 14,9 % nel 2020);

21.

rileva con preoccupazione che il tasso di errore stimato supera sistematicamente la soglia di rilevanza (2 %), con il 4,6 % delle spese interessate per l’ottavo, nono, decimo e undicesimo FES per l’esercizio 2021 (rispetto al 3,8 % nel 2020, 3,5 % nel 2019, 5,2 % nel 2018, 4,5 % nel 2017, 3,3 % nel 2016, 3,8 % nel 2014 e 2015, 3,4 % nel 2013 e 3 % nel 2012); osserva che, rispetto all’esercizio finanziario 2020, l’aumento del tasso di errore stimato è pari allo 0,8 % (0,3 % nel 2020); ribadisce la fondamentale importanza di affrontare in maniera efficace le cause di tale incremento;

22.

riconosce che, per quanto riguarda il 2020, a causa della pandemia di COVID-19, la Corte non ha potuto effettuare visite in loco presso le delegazioni dell’UE (8), il che le ha pertanto impedito di svolgere determinate procedure di audit, in particolare la verifica dell’esecuzione dei contratti per le operazioni selezionate, e pertanto il lavoro di audit della Corte si è limitato principalmente a esami documentali di transazioni e progetti mediante il collegamento a distanza con le entità controllate; rileva tuttavia che, secondo le risposte della Commissione alle interrogazioni scritte e l’audizione svoltasi presso la commissione per il controllo dei bilanci del Parlamento, non è stato dimostrato che le mancate ispezioni in loco abbiano comportato un aumento dell’uso improprio dei fondi; rileva inoltre che la Commissione ritiene che l’approccio «Team Europa» abbia contribuito, a livello del paese beneficiario, a un coordinamento più stretto tra l’Unione e i suoi Stati membri, migliorando sia l’efficacia che la rendicontabilità;

Trasparenza ed efficacia dei sistemi di monitoraggio e di garanzia

23.

prende atto della conclusione della DG INTPA sul rapporto costi-benefici dei controlli di cui è responsabile (efficacia, efficienza ed economicità del suo sistema di controllo) (9); insiste tuttavia sull’opinione della Corte, secondo cui, come negli anni precedenti, la frequenza degli errori riscontrati, anche in alcune delle domande di pagamento finale che erano state oggetto, ex ante, di audit e verifiche della spesa esterni, denota carenze in tali controlli; chiede alla Commissione, dato l’elevato tasso di errore ogni anno, di rivedere la sua strategia di audit ex ante ed ex post e di generalizzare ulteriormente la digitalizzazione ai fini di controlli più sistematici, privilegiando i paesi partner in cui è stata riscontrata la maggior parte degli errori;

24.

rileva con preoccupazione che, come avvenuto nel 2020, la Commissione e i suoi partner attuatori hanno commesso più errori nelle operazioni relative alle sovvenzioni e agli accordi di contributo e di delega stipulati con i paesi beneficiari, le organizzazioni internazionali e le agenzie degli Stati membri che non in quelle relative ad altre forme di sostegno (riguardanti, ad esempio, gli appalti di opere, forniture e servizi); osserva, inoltre, che delle 92 operazioni di tale tipo esaminate dalla Corte, 39 contenevano errori quantificabili, pari all’81 % del tasso di errore stimato;

25.

è consapevole, come affermato dalla Commissione nelle sue risposte (10) alla relazione annuale della Corte, che la Commissione opera in paesi terzi in contesti politici e tecnici complessi, collaborando con numerosi partner quali paesi partner, organizzazioni internazionali o agenzie degli Stati membri; rileva inoltre che, sebbene i piani d’azione siano sistematicamente gestiti in modo da mantenere i tassi di errore al livello più basso possibile, la Commissione ritiene improbabile uno scenario di errore zero in questo contesto;

26.

chiede ancora una volta alla Commissione, facendo eco alle osservazioni della Corte, di ripensare l’approccio del rapporto costi-benefici utilizzato nelle verifiche ex post, in quanto potrebbe non essere efficace e potrebbe comportare esattamente le carenze evidenziate sia dalla Corte che dal Parlamento;

27.

osserva con preoccupazione che, in base alla relazione della Corte, in 15 casi di errori quantificabili e in otto casi di errori non quantificabili la Commissione disponeva di informazioni sufficienti per prevenire o individuare e rettificare l’errore prima di accettare la spesa; osserva inoltre che, secondo la valutazione della Corte, se la Commissione avesse utilizzato correttamente tutte le informazioni a sua disposizione, il tasso di errore stimato sarebbe stato inferiore di 2,4 punti percentuali rispetto agli 1,19 punti percentuali nel 2020;

28.

rileva che, in base alla relazione della Corte, 25 operazioni inficiate da errori quantificabili, che hanno contribuito per 1,9 punti percentuali al tasso di errore stimato, sono state sottoposte ad audit o a una verifica delle spese; rileva inoltre che il sistema di controllo della DG INTPA si basa su controlli ex ante e che le informazioni fornite nelle relazioni di audit/verifica che descrivono il lavoro effettivamente svolto non hanno consentito alla Corte di valutare se gli errori avrebbero potuto essere individuati e corretti durante tali controlli ex ante, in quanto le relazioni non coprono il 100 % della spesa dichiarata, né forniscono dettagli sufficienti per confermare se le voci in cui la Corte ha individuato errori siano state oggetto dei controlli ex ante;

29.

accoglie con favore la revisione da parte della Commissione del capitolato d’oneri per le verifiche di spesa nel settembre 2021 e nel maggio 2022; rileva che la Commissione prevede di approfondire ulteriormente le analisi e di trattare ulteriori aspetti quali il campionamento, nonché di integrare gli insegnamenti tratti e le risposte a un’indagine condotta nel febbraio 2022 tra gli utenti del contratto quadro di audit;

30.

sottolinea che la Corte ha individuato due settori di spesa in cui le operazioni sono meno soggette a errori in ragione di specifiche condizioni di pagamento: a) sostegno al bilancio e b) progetti finanziati da più donatori realizzati da organizzazioni internazionali e soggetti all’«approccio nozionale» (11); rileva che nel 2021, la Corte ha controllato quattro operazioni di sostegno al bilancio e otto progetti gestiti da organizzazioni internazionali, ai quali è stato applicato l’approccio nozionale;

31.

ritiene inaccettabile che, come negli anni precedenti, alcune organizzazioni internazionali abbiano fornito solo un accesso limitato ai documenti (ad esempio in formato di sola lettura), impedendo alla Corte di fare copie dei documenti, ostacolando così la pianificazione e l’esecuzione dell’audit, nonché comportando ritardi e quindi impedendo alla Corte di ottemperare alla sua prerogativa fondamentale come garantita dal TFUE, come già menzionato nelle relative osservazioni delle relazioni annuali 2018 e 2020 della Corte; riconosce gli sforzi della Commissione per affrontare il problema mediante la collaborazione attiva con le organizzazioni internazionali interessate le cui operazioni hanno contribuito al tasso di errore, sia attraverso l’individuazione di soluzioni pratiche che attraverso un dialogo ad alto livello; accoglie con favore alcuni risultati positivi di tali sforzi: la cooperazione con la Banca mondiale è migliorata per l’audit della Corte del 2021 rispetto al 2020; insiste, tuttavia, sulla necessità di fare di più e invita la Commissione a proseguire gli sforzi e a rafforzare la cooperazione con le organizzazioni internazionali per garantire che la Corte disponga di un accesso completo, illimitato e tempestivo a tutte le informazioni necessarie, consentendo alla Corte di verificare la legittimità e la regolarità delle spese di bilancio dell’Unione;

32.

osserva che il decimo studio sul tasso di errore residuo (TER) della DG INTPA, condotto da un contraente esterno per suo conto nel 2021, ha stimato che il tasso di errore residuo complessivo fosse inferiore alla soglia di rilevanza del 2 % fissata dalla Commissione per il sesto anno consecutivo: 1,14 % (0,95 % nel 2020);

33.

sottolinea che, secondo la valutazione della Corte, lo studio sul TER non costituisce un incarico di assurance o un audit ed è basato sulla metodologia e sul manuale per la stima del TER fornito dalla DG INTPA; sottolinea, inoltre, che la Corte ha descritto nelle relazioni annuali 2017-2020 sul FES le limitazioni negli studi che potrebbero aver contribuito alla sottostima sistematica del TER;

34.

prende atto del parere della Corte che considera il grado di affidamento riposto sul lavoro di altri revisori un aspetto critico dello studio sul TER, spiegando che sono possibili tre scenari: a) nessun affidamento sul lavoro di audit svolto da altri e piene verifiche di convalida; b) parziale affidamento sul lavoro svolto da altri e verifiche di convalida ridotte; c) pieno affidamento sul lavoro di audit svolto da altri e nessuna ulteriore verifica di convalida; osserva che la percentuale di operazioni di quest’ultimo tipo è aumentata, passando dal 15 % nel 2020 al 34 % nel 2021; condivide, pertanto, il parere della Corte secondo cui un tale eccessivo affidamento sul lavoro di audit svolto da altri sia contrario alle finalità dello studio sul TER che dovrebbe stimare il tasso degli errori che sono sfuggiti a tutte le verifiche di gestione condotte dalla DG INTPA al fine di prevenire, individuare e correggere tali errori;

35.

rileva che, a partire dal 2018, la DG INTPA ha notevolmente ridotto la portata estensione delle riserve (ovvero la parte della spesa interessata) nelle relazioni annuali di attività (RAA) e che, analogamente, la relazione annuale di attività 2021 non esprime alcuna riserva;

36.

condivide il parere della Corte secondo cui la mancanza di riserve nella relazione annuale di attività 2021 è ingiustificata e ritiene che ciò sia in parte riconducibile alle limitazioni dello studio sul TER, considerato che le constatazioni della Corte su tale studio riguardano anche le stime degli importi a rischio che ne discendono; rileva che la DG INTPA stima che l’importo globale a rischio ammonti, al momento del pagamento, a 79,65 milioni di EUR (ossia all’1,41 % della spesa 2021) e, al momento della chiusura, a 66,03 milioni di EUR; osserva, inoltre, che la DG INTPA stima che, dell’importo a rischio al momento del pagamento, 13,62 milioni di EUR (24 %) saranno rettificati grazie ai suoi controlli negli anni successivi (questo importo è noto come «capacità correttiva») (12);

37.

osserva che, a seguito delle raccomandazioni della Corte nelle sue relazioni annuali per gli esercizi finanziari 2019 e 2020, la DG INTPA ha esaminato il modo migliore per incorporare le raccomandazioni della Corte, apportando modifiche al manuale e alla metodologia relativi al TER, tenendo pienamente conto dei costi e dei benefici previsti; osserva che la DG INTPA ha aggiornato il manuale e la metodologia relativi al TER nel gennaio 2022;

38.

rileva che la DG INTPA si sta adoperando per migliorare la qualità dei suoi dati per il calcolo della capacità correttiva e che, nel 2021, ha proseguito le sue attività di formazione e sensibilizzazione relative a recuperi e qualità dei dati contabili; osserva che, come negli anni precedenti, la DG INTPA ha svolto verifiche mirate sugli ordini di riscossione per correggere le discrepanze individuate; osserva che la Corte ha riesaminato il calcolo della capacità correttiva per il 2021 e che, avendo verificato il 35 % (in valore) della popolazione totale dei recuperi, la Corte non ha rilevato errori nel campione;

39.

apprezza la creazione di una scheda di valutazione finanziaria (financial scorecard), comprendente sei indicatori (13), che risponde allo sforzo di rendere la rendicontazione finanziaria più uniforme nelle direzioni generali della Commissione; rileva che nel 2021 sono stati aggiunti altri quattro indicatori (14); prende atto che sei di questi dieci indicatori erano applicabili al FES e ai fondi fiduciari nel 2021; osserva che in relazione all’«assorbimento globale degli impegni» la DG INTPA ha ottenuto un risultato del 99 % per il bilancio dell’UE e del 97 % per il FES nel 2021, a fronte del 95 % e del 94 % rispettivamente nel 2020, e che in relazione alla «puntualità dei pagamenti» la DG INTPA ha ottenuto un risultato del 97 % per il bilancio dell’Unione e del 95 % per il FES nel 2021, a fronte, rispettivamente, del 98 % e del 97 % nel 2020;

Prevenzione, individuazione e correzione delle frodi

40.

rileva che, dal 2014, la DG INTPA ha sviluppato e attuato la propria strategia antifrode dal 2014, sulla base della metodologia fornita dall’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) e che, dalla sua entrata in vigore, sono stati apportati tre aggiornamenti, l’ultimo dei quali è stato adottato nel 2021; osserva che l’attuazione della strategia viene monitorata e la dirigenza riceve relazioni semestrali sulle indagini in corso dell’OLAF e sul seguito dato alle raccomandazioni della stessa organizzazione; rileva inoltre che il nuovo piano d’azione della DG INTPA adottato nel 2021 contiene 16 azioni interne, di cui l’80 % è stato attuato entro il termine indicato o secondo la ricorrenza prevista e il restante 20 % delle azioni è in corso o con un termine di attuazione fissato nel 2022; il loro completamento è previsto per il 2022 (15);

41.

osserva che anche la DG INTPA ha contribuito alla strategia antifrode della Commissione e ha attuato tempestivamente l’azione 33 del piano d’azione antifrode della Commissione (SWD(2021)0262) (16); si rammarica che la DG INTPA abbia dato seguito solo al 33 % delle raccomandazioni finanziarie dell’OLAF e che, complessivamente, il 20 % delle raccomandazioni finanziarie (emesse nel periodo 2017-2021) sia stato pienamente attuato, il 20 % sia stato parzialmente attuato e per il 60 % sia in corso il processo di attuazione o sia ancora in fase di analisi; insiste per migliorare il tasso di esecuzione delle raccomandazioni dell’OLAF, anche se le difficoltà ricorrenti nell’ottemperare alle stesse sono dovute, tra l’altro, a specificità e vincoli giuridici, quali ad esempio lunghe azioni legali, scadenza dei termini di prescrizione e fallimento;

42.

osserva che, alla fine del 2021, la DG INTPA era a conoscenza di 23 indagini in corso (17 nel 2020, 19 nel 2019) e che l’OLAF ha concluso tre indagini con raccomandazioni finanziarie, amministrative e/o giudiziarie e due indagini senza raccomandazioni;

43.

apprezza la nuova formazione online sulla prevenzione delle frodi nelle relazioni esterne dell’Unione, il lancio di una campagna informativa dedicata ai partner esterni della DG INTPA, la continua centralizzazione e diffusione di informazioni da parte del corrispondente antifrode della DG in stretta collaborazione con la rete antifrode dell’INTPA e l’OLAF, gli aggiornamenti di pagine web e manuali, la campagna informativa annuale per tutto il personale sugli strumenti antifrode e le relative sanzioni;

44.

invita la Commissione a migliorare ulteriormente i controlli in modo da ridurre il numero di errori operativi e attuare appieno le raccomandazioni della Corte;

45.

evidenzia che la legittimità e l’efficacia della cooperazione allo sviluppo dell’Unione si fondano sulla corretta attuazione delle attività e sul loro finanziamento adeguato; invita la Commissione a migliorare ulteriormente i controlli in modo da ridurre il numero di errori operativi e attuare appieno le raccomandazioni della Corte;

Potenziale impatto sui conti FES 2021 del recesso del Regno Unito dall’Unione europea

46.

osserva che a seguito della conclusione, tra le due parti, dell’accordo sul recesso del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord dall’Unione europea e dalla Comunità europea dell’energia atomica («accordo sul recesso»), il Regno Unito si è impegnato a continuare a far parte dei FES fino alla chiusura dell’undicesimo FES e di tutti i FES precedenti non ancora chiusi; rileva, inoltre, che il Regno Unito assumerà i medesimi obblighi che incombono agli Stati membri in virtù dell’accordo interno con cui è stato istituito l’undicesimo FES, oltre agli obblighi derivanti dai FES precedenti fino alla chiusura degli stessi;

47.

osserva che l’accordo di recesso stabilisce inoltre che, qualora gli importi provenienti da progetti nell’ambito del decimo FES o di FES precedenti non siano stati impegnati o siano stati disimpegnati alla data di entrata in vigore del presente accordo, la quota del Regno Unito di tali importi non sarà riutilizzata e che lo stesso vale per la quota di fondi del Regno Unito non impegnati o disimpegnati nell’ambito dell’undicesimo FES dopo il 31 dicembre 2021;

48.

apprezza la conclusione della Corte secondo cui non vi è alcun impatto finanziario da segnalare sui conti FES 2021 e che i conti FES al 31 dicembre 2021 riflettono correttamente lo stato del processo di recesso a tale data;

Il sostegno dell’Unione al bilancio

49.

osserva, dalle risposte consolidate al questionario per la Commissione, che i pagamenti per il sostegno al bilancio a titolo del FES ammontavano a 340 milioni di EUR nel 2021: 25 paesi ACP e 10 paesi e territori d’oltremare hanno beneficiato del sostegno al bilancio nell’ambito del FES nel 2021;

50.

rileva che, negli ultimi due anni, il sostegno dell’Unione al bilancio ha aiutato paesi a sostenere le riforme in diversi settori e a prevenire ulteriori battute d’arresto economiche e sociali con pagamenti complessivi di 4,2 miliardi di EUR (3 miliardi di EUR nel 2020 e 1,2 miliardi di EUR nel 2021); osserva, inoltre, che gli sforzi tesi ad anticipare le risorse nel 2020 potrebbero non essere completamente compensati nel 2021, poiché il nuovo NDICI-Europa globale è entrato in vigore durante l’anno e lo strumento di preadesione solo alla fine del 2021; osserva che, inoltre, gli stalli politici e le crisi interne hanno ostacolato l’attuazione dei programmi in corso in diversi paesi;

51.

rileva che l’Africa subsahariana rimane il principale beneficiario del sostegno dell’Unione al bilancio (35 %), seguita dai paesi del vicinato europeo (31 %), dall’Asia (16 %), dall’America latina (6 %), dai Balcani occidentali (4 %), dai Caraibi (3 %), dai paesi/territori d’oltremare (3 %) e dalla regione del Pacifico (2 %); rileva inoltre che, per tipologia di contratto, i contratti intesi a valutare l’andamento delle riforme settoriali superano i contratti di potenziamento istituzionale e di resilienza e i contratti di obiettivi di sviluppo sostenibile, con il 79 % del valore del portafoglio, rispetto, rispettivamente, al 19 % e al 2 %;

52.

sottolinea che il sostegno dell’Unione al bilancio è un mezzo per fornire un’assistenza efficace, anche in situazioni di crisi e aiuta a rafforzare i sistemi nazionali e le procedure di bilancio per l’attuazione di politiche pubbliche e il raggiungimento di risultati sostenibili; ricorda l’importanza di mantenere lo strumento di accesso globale ai vaccini contro la COVID-19 (COVAX) per massimizzare le possibilità per le persone dei paesi partecipanti di accedere ai vaccini contro la COVID-19 o ad altri vaccini nel caso di una nuova situazione di crisi nel modo più rapido, equo e sicuro possibile; sottolinea inoltre che ciò è stato determinante durante la pandemia di COVID-19, offrendo ulteriore margini di bilancio per affrontare l’impatto negativo della pandemia; riconosce che tali sforzi dovrebbero continuare nel prossimo futuro in considerazione dei devastanti effetti globali della guerra di aggressione russa nei confronti dell’Ucraina;

53.

richiama l’attenzione sul fatto che l’eliminazione della povertà, la promozione dei valori democratici e il degrado ambientale rimangono tra le maggiori sfide che dobbiamo affrontare oggi; ricorda che un mondo in cui 1,2 miliardi di persone in 111 paesi in via di sviluppo (17) vivono in una situazione di estrema povertà multidimensionale è sia iniquo che insostenibile dal punto di vista ecologico; chiede finanziamenti adeguati per arrestare il progressivo allontanamento dagli obiettivi di sviluppo sostenibile;

54.

sottolinea che l’eliminazione della povertà non è un’opera di carità, ma un atto di giustizia e la chiave per sbloccare un enorme potenziale umano; sottolinea inoltre che, senza interventi esterni, il ciclo della povertà tende a perpetuarsi su più fronti poiché le famiglie con risorse limitate o nulle restano intrappolate nella povertà e si trovano alle prese con una mancanza cronica di cibo, cattive condizioni di salute, shock per i cambiamenti indotti dal clima e stigmatizzazione sociale; sottolinea che le famiglie che vivono in zone remote restano isolate da molti servizi di base come l’acqua potabile e i servizi igienico-sanitari, l’assistenza sanitaria e i sistemi di mercato, tutti elementi che non fanno che mantenere, se non peggiorare, il loro status socioeconomico;

55.

richiama l’attenzione sul fatto che le persone, e in particolare i giovani, dovrebbero poter vivere, studiare e lavorare nel loro paese e nella loro regione; sottolinea che, senza un’efficace lotta alla povertà, un sostegno efficiente al microfinanziamento e allo sviluppo dei piccoli imprenditori, i movimenti migratori motivati da ragioni economiche continueranno a crescere, in particolare la fuga di cervelli, con conseguenti molteplici sfide sia per i paesi di destinazione che per quelli di origine;

56.

è fermamente convinto che un approccio multidimensionale e olistico alla povertà estrema sia l’approccio migliore e ribadisce che l’istruzione (e la formazione) è sia un diritto umano che il più potente strumento per combattere la povertà, l’esclusione sociale e le disuguaglianze;

57.

sottolinea che si stima che 64 milioni di minori in paesi in via di sviluppo non frequentino la scuola primaria; sottolinea che soprattutto le ragazze sono state particolarmente colpite, poiché i loro diritti a un’istruzione di qualità hanno continuato a essere ulteriormente compromessi a causa della chiusura delle scuole, della mancanza di accesso all’apprendimento a distanza, anche mediante strumenti digitali, e della riduzione dei bilanci nazionali destinati all’istruzione derivante dalle sollecitazioni subite dalle economie nazionali; sottolinea, inoltre, che una delle ragioni principali è rappresentata dalla violenza nelle zone nel mondo in cui sono in corso i conflitti, mentre l’altro grande ostacolo, spesso strettamente connesso ai conflitti, è la povertà; ricorda l’importanza di porre le pari opportunità al centro dello sviluppo; sottolinea che l’accesso a un’istruzione adeguata nei paesi in via di sviluppo, in particolare per le ragazze e le donne, è un passo importante nella lotta contro la povertà; sottolinea inoltre che l’accessibilità delle giovani donne ai progetti, alla formazione imprenditoriale e ai fondi europei deve essere incoraggiata nei paesi partner, in quanto le donne svolgono un ruolo importante nello sviluppo dell’economia locale e regionale in diversi paesi in via di sviluppo;

58.

osserva che l’UE sostiene l’istruzione in circa 100 paesi e attraverso partenariati come il partenariato globale per l’istruzione (18) e «L’istruzione non può aspettare» (19) e continua a promuovere la parità di genere in partenariato con i governi e con le parti interessate non governative;

59.

plaude alla priorità della Commissione di andare oltre l’obiettivo fissato del 10 % e di raggiungere il 13 % del portafoglio totale della DG INTPA da destinare all’istruzione;

60.

osserva che nel 2021 l’Unione ha erogato 85 milioni di EUR dal FES a sostegno dell’istruzione nei paesi partner, contribuendo all’iscrizione di oltre 32 milioni di studenti all’istruzione primaria e di quasi 3 milioni di studenti agli studi secondari nel periodo 2018-2020; osserva che degli 85 milioni di EUR, 6 milioni di EUR sono stati utilizzati per sostenere progetti di mobilità Erasmus e sviluppo delle capacità per i paesi ACP, 31 milioni di EUR sono stati erogati per l’istruzione e la formazione professionale — di questo importo, 5 milioni di EUR sono stati versati nell’ambito dei programmi di sostegno al bilancio, 1,2 milioni di EUR per lavori e forniture, 0,8 milioni di EUR per servizi e i restanti 24 milioni di EUR sotto forma di sovvenzioni;

61.

osserva che lo scorso anno la Commissione ha impegnato 700 milioni di EUR per il partenariato globale per l’istruzione, al fine di aiutare a fornire a 140 milioni di bambini insegnanti qualificati e per permettere ad altri 88 milioni di bambini di andare a scuola e avere accesso all’apprendimento;

62.

ribadisce che i programmi di imprenditorialità svolgono un ruolo essenziale nella lotta alla povertà e nello sviluppo della crescita economica; sottolinea il fatto che l’offerta di formazione aziendale può aiutare i piccoli imprenditori a creare imprese e migliorare le pratiche commerciali, consentendo alle famiglie indigenti di trovare la propria strada verso mezzi di sussistenza sostenibili e la resilienza socio-economica; osserva, tuttavia, che, al fine di migliorare l’efficacia di tali programmi, la formazione dovrebbe essere integrata con un supporto personalizzato e servizi di follow-up; rammenta che occorre incoraggiare, nei paesi partner, l’accessibilità dei progetti, della formazione aziendale e dei fondi europei per le giovani donne;

63.

accoglie con favore l’entrata in vigore, nel 2021, di un nuovo quadro di gestione dei rischi per paese (RMF+); rileva che questo nuovo strumento si basa sul precedente quadro di gestione del rischio, istituito nel 2013; rileva inoltre che l’RMF+ è adattato al contesto mutevole dei partenariati internazionali, al panorama geopolitico in evoluzione e al nuovo NDICI-Europa globale e che si applica ai paesi con i quali l’Unione ha accordi di cooperazione bilaterale, compreso un numero significativo di paesi in cui non viene fornito il sostegno al bilancio;

64.

osserva che le delegazioni dell’UE e i servizi centrali della Commissione fanno ricorso alle conclusioni dell’RMF+ e danno seguito all’attuazione delle misure di attenuazione dei rischi e ai progressi compiuti in materia di priorità di un dialogo politico, in sinergia con altri strumenti analitici e di rendicontazione esistenti;

65.

ritiene che il FES, al pari di altri programmi dell’Unione, risenta della mancanza di visibilità, comprensione e pubblicità presso le popolazioni locali che beneficiano dei finanziamenti dell’Unione, non essendo a conoscenza del sostegno e della solidarietà dell’Unione; è inoltre del parere che il FES debba essere spiegato meglio al pubblico;

66.

accoglie con favore, a tale proposito, l’introduzione da parte della Commissione di un sistema uniforme e vincolante di regole minime aziendali per la comunicazione e la visibilità dell'Unione in tutti i programmi di finanziamento e le modalità di gestione dell’UE nel periodo di finanziamento 2021-2027 (20); ritiene tuttavia che ciascun paese beneficiario dovrebbe essere in parte responsabile della programmazione delle azioni di comunicazione (sotto la supervisione dei servizi dell’Unione) al fine di sensibilizzare la popolazione ai progetti e alle attività finanziate dall’Unione; chiede alla Commissione di esaminare questa possibilità;

67.

ritiene che ciascun paese beneficiario dovrebbe presentare un piano a lungo termine, indicando i propri progetti e obiettivi nel calendario del QFP; ritiene che tale architettura potrebbe aumentare la trasparenza e la prevedibilità dell’assistenza europea allo sviluppo, consentendo la definizione di obiettivi a lungo termine stabiliti dalla Commissione, in particolare nelle aree che richiedono una pianificazione anticipata quali energia, salute, approvvigionamento idrico, transizione digitale e verde; osserva che tale piano dovrebbe essere presentato dal governo beneficiario, che farebbe affidamento sulla partecipazione delle parti interessate locali, il cui contributo dovrebbe essere incentivato; ritiene inoltre che ciò incoraggerebbe la partecipazione dei paesi di destinazione all’elaborazione della politica di sviluppo dell’Unione, attraverso la partecipazione delle istituzioni e delle parti interessate;

68.

invita la Commissione a valutare la possibilità di istituire una piattaforma online in cui pubblicizzare tutti i progetti del FES e dell’NDICI-Europa globale, al fine di aumentare la trasparenza e l’accesso ai dati;

69.

rileva con soddisfazione che, nel settore dell’azione esterna, la DG INTPA, insieme ad altre DG e servizi interessati, ha adottato un nuovo approccio di comunicazione a livello nazionale, regionale e globale; osserva che questo nuovo approccio passa da una comunicazione frammentata e specifica per progetto a uno sforzo più mirato e strategico; apprezza la pubblicazione degli orientamenti aggiornati sulla comunicazione e l’aumento della visibilità dell’UE nelle azioni esterne (21), che illustrano ciò che ci si aspetta dai partner che attuano le azioni esterne dell’UE;

70.

deplora che, a seguito della scadenza dell’accordo di partenariato di Cotonou tra l’Unione e i paesi ACP nel febbraio 2020 e della sigla di un nuovo accordo di partenariato nell’aprile 2021, il Consiglio non abbia ancora autorizzato la firma del nuovo accordo di partenariato, imponendo una proroga annuale del vecchio accordo e ponendo l’intera comunità ACP e quella dell’Unione in una condizione di incertezza giuridica per quanto riguarda il proseguimento del dialogo politico e delle politiche di sviluppo; esorta il Consiglio a superare il veto di un singolo Stato membro e ad autorizzare la firma del nuovo accordo di partenariato;

71.

ritiene che i risultati dell’aiuto allo sviluppo dell’Unione potrebbero essere amplificati mediante un coordinamento forte e mirato tra le azioni di finanziamento del FES e dell’NDICI-Europa globale, in particolare attraverso progetti transfrontalieri, al fine di creare sinergie e aumentare il valore aggiunto del finanziamento del FES e dell’NDICI-Europa globale;

72.

sottolinea il valore aggiunto degli strumenti di «finanziamento misto», che combinano sovvenzioni pubbliche con prestiti privati; invita la Commissione a dare priorità e a incentivare l’utilizzo di tali strumenti; invita la Commissione a coinvolgere il settore privato, in particolare attraverso le piccole e medie imprese e gli imprenditori locali;

73.

prende atto delle osservazioni della Commissione sulle valutazioni che ha effettuato, tra l’altro, sul FES; ribadisce tuttavia la sua richiesta di una valutazione completa dei progetti finanziati dal FES, affinché il Parlamento possa stimare con precisione l’impatto dei fondi FES e accertare l’effettivo rispetto dell’obiettivo ultimo degli aiuti allo sviluppo, ossia ridurre e in ultima analisi eliminare la povertà;

74.

richiama l’attenzione sul costante peggioramento del contesto in cui sono condotte le politiche di sviluppo e di aiuto umanitario dell’Unione, caratterizzato in particolare dalla pandemia di COVID-19, dall’incessante aggravamento degli effetti dei cambiamenti climatici, dalla perdita di biodiversità, dalla crescente insicurezza alimentare e dalle crescenti ripercussioni della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina; prende atto del crescente divario tra i fondi necessari e quelli disponibili per rispondere all’aggravarsi delle crisi climatica, alimentare, del debito, umanitaria e di altre crisi, che generano crescenti disuguaglianze e aumentano i livelli di povertà per la prima volta da decenni; chiede finanziamenti adeguati per arrestare il progressivo allontanamento dagli obiettivi di sviluppo sostenibile e favorire un ravvicinamento a questi ultimi; sottolinea che, nonostante le numerose sfide che l’Unione si trova ad affrontare in relazione alla pandemia di COVID-19 e la guerra di aggressione russa in Ucraina e i suoi effetti geopolitici ed economici, è necessario aumentare la spesa per l’assistenza allo sviluppo;

75.

deplora che il passaggio del finanziamento dello sviluppo «dall’ordine di grandezza dei miliardi a quello delle migliaia di miliardi», riconosciuto come necessario al momento dell’adozione degli OSS nel 2015, non si sia ancora verificato; rileva che è urgente mobilitare molte più risorse di quelle detenute dai privati nel mondo, attraverso la promozione degli investimenti e una tassazione più efficace, garantendo nel contempo che le azioni siano in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 e con la coerenza delle politiche per lo sviluppo, ma anche aumentare i finanziamenti pubblici per lo sviluppo, conformemente agli impegni internazionali assunti, a livelli da cui l’Unione è ancora lontana;

Seguito dato al discarico per l’esercizio 2020

76.

osserva che la Commissione ha fornito una sintesi delle azioni intraprese in risposta alle principali priorità politiche espresse dal Parlamento europeo e dal Consiglio nella procedura di discarico per l’esercizio 2020 attraverso la relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sul seguito dato al discarico per l’esercizio 2020 (22), facente parte delle relazioni integrate in materia finanziaria e di responsabilità;

77.

osserva che, in risposta alla richiesta del Parlamento, la Commissione ha fornito un aggiornamento al Parlamento sull’attuazione dell’ottavo e del nono FES;

78.

accoglie con favore l’attuazione della propria raccomandazione sul sostegno all’amministrazione dei PTOM, così da garantire un’equa distribuzione dei fondi; sottolinea tuttavia la necessità di una maggiore coerenza dell’azione dell’Unione nella regione ACP, assicurando che siano privilegiati gli obiettivi di sviluppo e che le politiche inerenti ai PTOM siano collegate allo sviluppo delle rispettive regioni geografiche e allineate alle priorità dell’Unione;

79.

rileva inoltre che le osservazioni del Parlamento sono state prese in considerazione nella valutazione del piano d’azione 2021 della DG INTPA volto ad affrontare le carenze nei controlli e i rischi elevati individuati.

(1)  Decisione (UE) 2021/1764 del Consiglio, del 5 ottobre 2021, relativa all’associazione dei paesi e territori d’oltremare all’Unione europea, comprese le relazioni tra l’Unione europea, da un lato, e la Groenlandia e il Regno di Danimarca, dall’altro (Decisione sull’associazione d’oltremare, compresa la Groenlandia) (GU L 355 del 7.10.2021, pag. 6).

(2)  La DG DEVCO è diventata DG INTPA nel gennaio 2021.

(3)  Uno strumento per aiutare le delegazioni dell’UE a collaborare meglio con gli Stati membri e le parti interessate a livello nazionale, tramite programmazione e attuazione congiunte, https://europa.eu/capacity4dev/wbt-team-europe

(4)  Conti annuali del Fondo europeo di sviluppo 2021, https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:52022DC0321

(5)  Regolamento (UE) 2018/1877 del Consiglio, del 26 novembre 2018, recante il regolamento finanziario per l’undicesimo Fondo europeo di sviluppo e che abroga il regolamento (UE) 2015/323 (GU L 307 del 3.12.2018, pag. 1).

(6)  Botswana, Burkina Faso, Gibuti, Timor Leste, Etiopia, Ghana, Guinea-Bissau, Haiti, Giamaica, Liberia, Malawi, Mali, Niger, Nigeria, Tanzania, Uganda e Zambia.

(7)  Tutti i 140 pagamenti sono stati effettuati tramite la DG INTPA.

(8)  Botswana, Burkina Faso, Etiopia, Ghana, Guinea-Bissau, Haiti, Liberia, Malawi, Niger, Nigeria, Tanzania, Uganda e Zambia.

(9)  DG INTPA, relazione annuale di attività 2021, pag. 51.

(10)  https://www.eca.europa.eu/Lists/ECADocuments/annualreports-2021/annualreports-2021_IT.pdf (pag. 383).

(11)  Nell’ambito dell’«approccio nozionale», quando i contributi della Commissione ai progetti finanziati da più donatori vanno ad aggiungersi a quelli degli altri donatori e non vengono destinati a voci di spesa specifiche e identificabili, la Commissione presuppone che le norme dell’Unione in materia di ammissibilità siano rispettate fintanto che l’importo aggregato comprende spese ammissibili sufficienti a coprire il contribuito dell’Unione, https://www.eca.europa.eu/Lists/ECADocuments/annualreports-2021/annualreports-2021_IT.pdf

(12)  Relazione annuale di attività 2021 della DG INTPA, pag. 34.

(13)  Gli indicatori sono: 1) esecuzione degli stanziamenti d’impegno, 2) esecuzione degli stanziamenti d’impegno rispetto alle previsioni, 3) esecuzione degli stanziamenti di pagamento, 4) esecuzione degli stanziamenti di pagamento rispetto alle previsioni, 5) assorbimento globale degli impegni, 6) puntualità dei pagamenti.

(14)  Gli altri quattro indicatori sono: 7) puntualità dei disimpegni, 8) tempo di registrazione delle fatture, 9) qualità dei dati contabili, 10) qualità dei dati di gestione.

(15)  Relazione annuale di attività 2021 della DG INTPA (pag. 43).

(16)  Se del caso, includere specifiche misure antifrode tra le «condizionalità» per il sostegno al bilancio. Per il sostegno al bilancio e l’assistenza macrofinanziaria, ove opportuno, migliorare le strategie di controllo e rafforzare i meccanismi di verifica, https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/HTML/?uri=CELEX:52021SC0262

(17)  Indice di povertà multidimensionale globale (MPI) 2022.

(18)  https://www.globalpartnership.org/

(19)  https://www.educationcannotwait.org/

(20)  https://commission.europa.eu/funding-tenders/managing-your-project/communicating-and-raising-eu-visibility_en

(21)  https://international-partnerships.ec.europa.eu/knowledge-hub/communicating-and-raising-eu-visibility-guidance-external-actions_en

(22)  COM(2022), 331 https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:52022DC0331


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