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Document 52022IR4105

    Parere del Comitato europeo delle regioni — Una nuova agenda europea per l'innovazione

    COR 2022/04105

    GU C 79 del 2.3.2023, p. 51–58 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, GA, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    2.3.2023   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 79/51


    Parere del Comitato europeo delle regioni — Una nuova agenda europea per l'innovazione

    (2023/C 79/09)

    Relatore:

    Marku MARKKULA (FI/PPE), presidente della regione di Helsinki

    Testo di riferimento:

    Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Una nuova agenda europea per l'innovazione

    COM(2022) 332 final

    RACCOMANDAZIONI POLITICHE

    IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI (CdR),

    Perché è fondamentale? L'agenda per l'innovazione può essere determinante per accelerare la trasformazione

    1.

    accoglie con favore la nuova agenda europea per l'innovazione volta a incentivare il pensiero innovativo e a stimolare l'azione a favore dell'innovazione, con l'obiettivo che l'Europa assuma un ruolo guida per quanto riguarda la scienza, la base industriale, gli ecosistemi vivaci di start-up, le condizioni per l'innovazione e la base di talenti. Il CdR sottolinea che gli ambiziosi obiettivi della politica dell'UE in materia di innovazione possono essere raggiunti evitando la frammentazione e coordinando misure efficaci per mezzo di una proficua collaborazione tra l'industria, il mondo accademico, le iniziative sociali e le amministrazioni territoriali, a livello locale, regionale e transregionale, nel quadro della quale affrontare, per citare solo alcune questioni, le sfide sociali innescate dai cambiamenti climatici, la necessità di una maggiore resilienza alle minacce sanitarie o la trasformazione digitale;

    2.

    ritiene, tuttavia, che la comunicazione in esame avrebbe dovuto proporre nuovi settori per l'innovazione e un approccio più approfondito a questo ambito d'intervento nelle politiche europee. Nel contesto di una sfida su molteplici fronti (globalizzazione, ambiente, salute, invecchiamento della popolazione, spopolamento di ampie zone rurali e alternativa pace/guerra), la Commissione dovrebbe trarre insegnamento da queste crisi, pensare fuori dagli schemi e, tra l'altro, avviare un dibattito sul tipo di innovazione necessaria ad una società europea resiliente. Particolarmente significativa è la necessità di porre maggiormente l'accento sulle innovazioni a livello sociale e di società, sia su quelle direttamente connesse alle sfide summenzionate che su altre, come ad esempio l'occupazione, in particolare quella della popolazione più giovane;

    3.

    propone che la Commissione europea aggiunga senza indugio alla nuova agenda europea per l'innovazione misure complementari incentrate sulle questioni sociali, della società ed energetiche e integri tali misure per accelerare le trasformazioni sociali verso una crescita sostenibile;

    4.

    sottolinea che le misure politiche devono includere obiettivi chiari per colmare due divari in materia di innovazione: in diversi settori della politica dell'innovazione, l'Europa è molto indietro rispetto ai leader mondiali — gli Stati Uniti e l'Asia — e all'interno dell'UE in molte regioni non si riflette fino in fondo all'importanza cruciale della capacità di innovazione, mentre le regioni con i migliori risultati sono fino a nove volte più innovative di quelle con i risultati inferiori. Il CdR ricorda che non tutte le regioni dispongono delle stesse risorse tecniche, umane e finanziarie per migliorare le loro prestazioni in termini di innovazione;

    5.

    sottolinea che l'attuazione della nuova agenda per l'innovazione richiede misure più radicali di quelle che l'UE solitamente adotta nelle sue iniziative politiche a livello europeo, e che i processi di innovazione devono essere più sistemici e assumere rischi maggiori, con un obiettivo che dev'essere ben preciso, realista, ambizioso e misurabile per raddoppiare l'impatto e dimezzare i tempi di lavorazione;

    6.

    sottolinea che l'agenda per l'innovazione deve rappresentare per l'intera UE un segnale di allerta critica per mettere in campo azioni concrete ed efficaci — sia nell'immediato che nel lungo — volte a colmare i divari in materia di innovazione e a promuovere ecosistemi dell'innovazione basati sul territorio, a livello sia locale che regionale;

    7.

    concorda con la Commissione europea sul fatto che la nuova ondata di innovazioni — innovazione a elevatissimo contenuto tecnologico (deep tech) — è radicata nella scienza, nella tecnologia e nell'ingegneria all'avanguardia, che spesso combina progressi nel campo della fisica, della biologia e del digitale e ha il potenziale per fornire soluzioni trasformative volte ad affrontare le sfide globali. Il CdR sottolinea che l'obiettivo di questa nuova ondata deve essere quello di accelerare i processi multidisciplinari di co-creazione che faranno aumentare le innovazioni a livello di società (1) e a livello sociale (2) al fine di migliorare la prosperità e il benessere dei singoli e delle comunità, e che queste azioni terranno pienamente conto degli aspetti umani, affinché l'Europa ricavi maggiori benefici dallo sviluppo di una mentalità universale di leadership imprenditoriale;

    8.

    accoglie con favore il riconoscimento dell'azione pilota «Partenariati per l'innovazione regionale» (Partnerships for Regional Innovation — PRI) e, più specificamente, il riconoscimento del ruolo del PRI nella promozione delle valli regionali dell'innovazione deep tech interconnesse, collegate a livello interregionale, e degli investimenti interregionali nell'innovazione;

    9.

    si rammarica che la Commissione europea non abbia colto l'opportunità di sottolineare la necessità di un forte legame tra gli ecosistemi locali dell'innovazione e lo Spazio europeo della ricerca (SER) attraverso i poli del suddetto spazio (3);

    10.

    invita la Commissione europea e gli Stati membri dell'UE a intensificare la creazione di poli del SER nel quadro del piano d'azione per il SER, al fine di garantire che i partenariati e le azioni in materia di RSI siano elevati al rango di settori prioritari nell'agenda dei leader politici locali e regionali;

    Perché le innovazioni e la leadership dell'UE nel campo delle tecnologie avanzate sono più che mai essenziali?

    11.

    sottolinea le potenzialità dell'Europa per diventare un leader mondiale dell'innovazione per quanto riguarda i settori seguenti: energie rinnovabili, idrogeno a basse emissioni di carbonio, batterie, tecnologie digitali, droni e intelligenza artificiale (IA), calcolo ad alte prestazioni, progettazione e produzione di semiconduttori, conoscenze e capacità condivise tra industrie (Industry Commons), salute e alimentazione, appalti per l'innovazione e collaborazione tra industria e università attraverso i programmi dell'UE. Il CdR sottolinea altresì che le imprese dell'UE sono leader mondiali in materia sia di brevetti verdi di valore elevato sia di brevetti verdi nelle industrie ad alta intensità energetica. Inoltre, un quinto di tutte le pubblicazioni scientifiche mondiali di alta qualità è prodotto nell'UE. Tuttavia, per diventare un leader mondiale in materia di ricerca, sviluppo e innovazione, è necessario assicurare la piena attuazione di molti strumenti politici ambiziosi;

    12.

    evidenzia che il successo può essere conseguito solo attraverso un'azione interconnessa a livello locale/regionale. Il CdR sottolinea che l'Europa è ancora in ritardo rispetto agli Stati Uniti e alla Cina per quanto riguarda il finanziamento dell'intero processo dell'innovazione. Gli investimenti privati crescono più rapidamente che altrove ma, rispetto agli omologhi statunitensi e cinesi, i business angels europei sono ancora relativamente poco propensi al rischio quando si tratta di effettuare investimenti significativi;

    13.

    chiede che siano tratti gli opportuni insegnamenti dalle precedenti agende dell'UE a dodici degli ultimi decenni, che non hanno modificato in misura sufficiente il modello di innovazione per quanto riguarda:

    la transizione verso una creatività orientata in funzione degli obiettivi e una cultura dell'innovazione;

    il passaggio da cluster piuttosto compartimentati ad autentici ecosistemi aperti di innovazione;

    lo sviluppo di una mentalità di leadership imprenditoriale;

    la promozione di programmi specifici fin dall'istruzione scolastica, con un'attenzione particolare per le donne e le ragazze;

    un'attenzione maggiore e continuativa al settore delle start-up in cambio di una minore focalizzazione sulle aziende in espansione e in crescita;

    il miglioramento della gestione delle conoscenze, del coordinamento e delle sinergie tra i progetti;

    la collaborazione con gli ecosistemi tematici e territoriali dell'innovazione a livello locale/regionale;

    buone pratiche in materia di analisi e apprendimento comparativi (benchmarking e benchlearning) e concetti di trasformazione sistemica a livello globale;

    la condivisione delle sinergie e delle conoscenze tra i programmi dell'UE e altre iniziative volte a colmare i divari in materia di innovazione;

    la creazione di partenariati europei improntati alla governance multilivello e finalizzati a una trasformazione sistemica;

    14.

    incoraggia le città e le regioni ad adottare un approccio orientato alla realizzazione di compiti ben precisi per affrontare sfide sociali fondamentali e a fissare degli obiettivi da raggiungere, come le tabelle di marcia e i piani d'azione relativi al Green Deal a livello locale e alla digitalizzazione. Queste iniziative dovrebbero tener conto delle strategie regionali di specializzazione intelligente e utilizzare strumenti di finanziamento dell'UE, nazionali, regionali e locali, sia pubblici che privati. È imperativo aumentare le sinergie tra il FESR (Fondo europeo di sviluppo regionale), il programma Europa Digitale e il programma Orizzonte, in particolare per rafforzare la cooperazione tra le PMI, le università, i centri tecnologici e le organizzazioni di ricerca e innovazione. Il rafforzamento della rete dei poli europei dell'innovazione digitale aiuta a gestire gli ecosistemi regionali dell'innovazione e a istituire corridoi e reti europei per la leadership globale;

    15.

    fa riferimento alle iniziative e alle buone pratiche di successo delle città e delle regioni, comprese le campagne dell'UE condotte con la collaborazione del CdR (come i dialoghi con i cittadini, i laboratori per l'innovazione, le Regioni imprenditoriali europee e il progetto «La scienza incontra le regioni»), che hanno dimostrato come l'integrazione locale contribuisca ad avviare un dialogo incentrato sulle sfide con le reti locali di vari soggetti interessati, al fine di superare gli ostacoli istituzionali e legati alla forma mentis nell'affrontare le sfide sociali;

    16.

    ricorda che le innovazioni ad elevatissimo contenuto tecnologico sono tese al progresso della società e che occorre tenere conto del concetto di accettabilità e utilità sociali. Ciò richiede un aumento degli investimenti pubblici e privati in materia di RSI, che conducano alla neutralità tecnologica ed evitino una dipendenza tecnologica specifica. Il CdR sottolinea che l'innovazione a livello di società implica capacità di risoluzione dei problemi e aspetti imprenditoriali nell'affrontare le perturbazioni, per creare valore ed evitare battute d'arresto e costi negativi per la società. Pertanto, l'attuazione dell'agenda per l'innovazione deve tenere più in considerazione tutte le parti interessate in materia di RSI, compresi i cittadini e, più in generale, il rapporto tra scienza e società e i necessari processi di co-costruzione;

    17.

    sottolinea che le reti mondiali della conoscenza e l'apprendimento collaborativo sono essenziali e che pertanto gli attori locali che partecipano a reti internazionali — come scienziati, imprese e ONG collegati a livello mondiale — possono e dovrebbero apportare dall'esterno conoscenze pertinenti e soluzioni potenziali al contesto locale;

    18.

    sottolinea che le strategie di specializzazione intelligente svolgono un ruolo centrale nel rafforzamento degli ecosistemi regionali di innovazione al fine di stimolare in misura maggiore una crescita economica sostenibile e risolvere le sfide sociali secondo un approccio dal basso, collaborativo e legato al contesto per mezzo delle soluzioni cercate meglio. Accoglie con favore sforzi quali quelli compiuti dalla rete dell'iniziativa Vanguard per costruire catene del valore industriali europee basate sulle complementarità nelle strategie di specializzazione intelligente;

    19.

    sostiene che la governance dell'innovazione dovrebbe trarre beneficio dalla diversità dei modelli di leadership e di gestione per lo sviluppo di pratiche comportamentali e gestionali a sostegno della transizione verso una mentalità imprenditoriale e una società dell'apprendimento — funzionante a livello intergenerazionale e transfrontaliero — che dimostri la sua efficacia per quanto riguarda la co-progettazione, la collaborazione, la condivisione delle conoscenze e un processo decisionale basato su dati concreti;

    20.

    ritiene che, quando le soluzioni tecnologiche a una sfida per la società sono ampiamente sostenute e ben dimostrate (ad esempio, le questioni ecologiche associate a quelle digitali), il livello dell'UE abbia un ruolo fondamentale da svolgere nel creare le condizioni per l'accrescimento di scala, la condivisione e la definizione degli standard incentrati su finalità e impatto, evitando nel contempo una regolamentazione che porterebbe a lock-in tecnologici. Questo sostegno può essere sviluppato attraverso un maggiore coinvolgimento dei cittadini per mezzo di una gamma diversificata di strumenti di comunicazione;

    21.

    rileva che oggi all'interno delle regioni e dei settori industriali si registra una domanda crescente di co-creazione di politiche specifiche in materia di innovazione, il che richiede di accelerare i progressi nel campo delle tecnologie deep tech, del gemellaggio tra verde e digitale, nonché degli OSS;

    La natura dell'innovazione: basata sul territorio, strutturale, trasformativa e attenta all'impatto

    22.

    ribadisce che la politica europea in materia di innovazione deve garantire, unitamente alla politica europea per la ricerca, la disponibilità di una scienza di alta qualità volta a stimolare l'innovazione e ad aiutare la società e le imprese ad affrontare le crisi e le sfide cui tutte le città e regioni dell'UE sono poste oggi di fronte. Il CdR sottolinea che i finanziamenti regionali europei continuano a svolgere un ruolo importante attraverso il FESR e il Fondo per una transizione giusta. Il CdR esorta i governi degli Stati membri e gli enti locali e regionali a tenere conto della dichiarazione della Commissione europea (4) secondo cui il quadro normativo per il periodo 2021-2027 che disciplina i fondi della politica di coesione in regime di gestione concorrente e i fondi n regime di gestione diretta consente di rafforzare le sinergie tra il FESR e Orizzonte Europa;

    23.

    osserva che il piano d'azione congiunto Commissione/CdR nel settore della ricerca, dell'innovazione, dell'istruzione e delle politiche correlate, che punta ad aumentare i flussi di conoscenze a livello europeo e l'apprendimento collaborativo nell'elaborazione delle politiche, offre ai ricercatori, agli imprenditori e alla società civile l'opportunità sia di consolidare i rispettivi ecosistemi regionali di ricerca e innovazione che di diventare parte integrante di una rete paneuropea di eccellenza;

    24.

    sottolinea che i finanziamenti dell'UE a titolo del dispositivo per la ripresa e la resilienza (destinato soprattutto alla ripresa dalla COVID-19 e al rinnovamento economico) e del Fondo per una transizione giusta (destinato soprattutto a sostenere le regioni carbonifere e gli altri territori maggiormente colpiti dalla transizione verso la neutralità climatica) non possono ancora produrre appieno i loro effetti di stimolo all'innovazione, soprattutto perché le procedure connesse all'uso dei fondi sono molto lente e soggette alle rigorose norme dell'UE in materia di aiuti di Stato;

    25.

    mette in evidenza il ruolo degli enti locali e regionali e il proprio stesso ruolo, grazie ai quali i cittadini europei e i loro rappresentanti democraticamente eletti sono in grado di influenzare la direzione di marcia e le finalità dell'innovazione, oltre che di sviluppare soluzioni in qualità di utenti-innovatori. A tale riguardo, è importante responsabilizzare e sostenere in ogni modo gli enti locali e regionali, nonché assicurarsi che siano ben preparati per poter sostenere l'innovazione a livello locale;

    26.

    sottolinea la necessità di collegare meglio l'agenda per l'innovazione e l'agenda «Legiferare meglio» utilizzando i risultati a cui la rete RegHub del CdR è recentemente giunta in materia di appalti pubblici (5), rimuovendo gli ostacoli agli investimenti pubblici (6), nonché coinvolgendo gli attori dello sviluppo locale e regionale nella ricerca di soluzioni normative innovative che promuovano l'innovazione. In questo contesto l'approccio fondato su conoscenze e capacità condivise tra industrie (Industry Commons) e nella società (Social Commons) è essenziale per la reciproca integrazione delle due agende;

    27.

    per quanto riguarda la politica dell'UE in materia di ricerca, l'agenda politica del SER e il Forum del SER, chiede che il processo decisionale sia più aperto, con i cittadini nel ruolo di contributori e di soggetti attivi, tenendo pienamente conto del contributo del CdR e delle parti collegate a livello regionale. Ciò significa prestare maggiore attenzione al valore pubblico della scienza e dell'innovazione nella selezione delle sfide che l'UE deve affrontare, garantendo al contempo il sostegno pubblico necessario per l'ulteriore sviluppo e attuazione;

    Punti specifici in rapporto ai cinque settori faro

    Finanziare le scale-up ad elevatissimo contenuto tecnologico

    28.

    osserva che la maggior parte dei paesi europei dispone di un mercato finanziario funzionante basato su mercati nazionali di capitale di rischio e di private equity sostenuti dal governo e che il proposto fondo del Consiglio europeo per l'innovazione (CEI), che fornisce sovvenzioni pubbliche e investimenti di capitale «paziente», dovrebbe apportare un valore aggiunto al mercato senza turbare quello esistente;

    29.

    sottolinea che sono necessari finanziamenti per le iniziative che creano condizioni favorevoli affinché le nuove imprese a dominante tecnologica e innovative continuino a operare nel loro territorio tramite sinergie e lo sviluppo di ulteriori complementarità con altre parti interessate a livello locale, come organismi di ricerca e altre imprese;

    30.

    ritiene che collegamenti più forti tra ricerca e innovazione dovrebbero includere un'efficace diffusione dei risultati dei progetti realizzati nell'ambito del programma di ricerca Orizzonte, con un'attenzione specifica al loro valore per il miglioramento degli ecosistemi di innovazione regionali e del triangolo della conoscenza (ricerca, istruzione e innovazione), nonché per la vita quotidiana nelle città e nelle regioni e dei cittadini, in particolare per quanto riguarda l'occupazione e il benessere. Sottolinea la necessità di diffondere efficacemente i risultati dei progetti di ricerca nell'ambito del programma Orizzonte sui portali di dati aperti istituzionali;

    31.

    ricorda che il CEI e il suo portafoglio non sono noti tra le industrie, le imprese in fase di avviamento (start-up), le imprese in fase di espansione (scale-up) e le PMI in tutta Europa. L'accesso ai suoi servizi dovrebbe essere più semplice e il suo utilizzo dovrebbe essere più facile;

    32.

    chiede che il ruolo del fondo CEI sia quello di catalizzatore, con un orizzonte temporale lungo ma limitato, e raccomanda di realizzare un'ammissione in borsa per uscire con successo dal fondo;

    33.

    propone che l'attenzione si concentri su nuove imprese e nuovi ecosistemi che richiedono investimenti molto ingenti con orizzonti temporali lunghi, come le batterie per auto elettriche, l'idrogeno e i semiconduttori, che tendenzialmente non sono in grado di attirare finanziamenti privati diretti con un sufficiente anticipo. Gli investimenti trasformativi richiedono finanziamenti pubblici «pazienti», diversi da quelli privati, che promuovono principalmente l'innovazione «di mercato»;

    34.

    sottolinea che la «tensione creativa» e la «distruzione creativa» sono mezzi efficaci per inventare qualcosa di notevolmente nuovo, creando insieme potenziali iniziative rivoluzionarie. Ciò richiede un uso parziale dei finanziamenti dell'UE per trattenere, attrarre e riorganizzare talenti e risorse provenienti da iniziative di economia di mercato di alta qualità che hanno affrontato sfide analoghe utilizzando partenariati di lunga durata orientati alle imprese e/o pubblico-privato;

    35.

    ricorda che l'Europa deve accelerare l'intero processo di innovazione a livello territoriale facendo una cernita delle idee creative, sperimentando, collaudando, realizzando prototipi, traendo insegnamento dalle comparazioni e aumentando progressivamente il raggio d'azione. La Commissione europea dovrebbe essere disposta a innovare creando nuove forme di finanziamento delle attività locali che mostrano un potenziale globale intrinseco sin dalla fase iniziale. Tali regimi di finanziamento dell'UE aiuterebbero a rendere fattibile un finanziamento a livello nazionale e regionale, anche per quanto riguarda l'uso diretto dei fondi di coesione;

    36.

    esorta la Commissione europea ad assumere un ruolo guida e ad affrontare il problema strutturale più significativo del mercato azionario, consentendo alle società quotate di emettere nuove azioni e di venderle sul mercato senza un oneroso processo di emissione azionaria;

    37.

    sottolinea che, benché il successo di qualsiasi agenda per l'innovazione dipenda dalla capacità permanente di sostituire prodotti e servizi obsoleti con altri di nuovo tipo, gli effetti dirompenti dell'innovazione dovrebbero essere affrontati attraverso la co-progettazione e la co-costruzione per garantire un'accettazione duratura, coinvolgendo anche gli attori locali e regionali.

    Favorire l'innovazione ad elevatissimo contenuto tecnologico attraverso spazi di sperimentazione e appalti pubblici

    38.

    sottolinea l'importanza del processo Open Discovery e fa riferimento a un insieme di ricerche e metodi comprovati per coordinare e gestire i processi di collaborazione e sperimentazione multilivello nel quadro di una trasformazione sistemica radicale. Il CdR riconosce la necessità di migliorare le capacità professionali e i luoghi di lavoro affinché diventino ambienti di apprendimento che generano idee realizzabili, creando condizioni propizie alla fiducia e alla sperimentazione in progetti comuni con una visione, obiettivi, strategie e piani d'azione approvati;

    39.

    evidenzia che, in un approccio basato sulla cooperazione multilivello, le soluzioni ai problemi locali dovrebbero — nella maggior parte dei casi — essere sviluppate congiuntamente con tutte le parti interessate della cosiddetta «quadrupla elica» in maniera connessa e in condizioni reali. Questo sviluppo porterà a un apprendimento rapido, a un accrescimento di scala e a correzioni rapide lungo il percorso di innovazione, mentre alcune parti del coordinamento e del monitoraggio prendono la forma di reti transregionali. L'obiettivo consiste nel riconoscere «ciò che è possibile», ampliando le aspettative al riguardo al fatto di rendere «possibile l'impossibile», poi confrontare le pratiche alternative per valutare e conoscere i percorsi di sperimentazione riusciti e quelli falliti, nonché incoraggiare la diffusione e l'adozione delle innovazioni al di fuori del loro contesto originario;

    40.

    ribadisce che un monitoraggio e un seguito corretti dell'innovazione sono essenziali per un'attuazione efficace delle politiche. Ricorda (7) l'uso e l'ulteriore sviluppo del quadro di valutazione dell'innovazione regionale rispetto alle politiche regionali basate sul territorio. Ricorda altresì che si tratta di uno strumento essenziale per mettere a confrontare l'evoluzione dei risultati delle politiche regionali in materia di innovazione e per organizzare processi di apprendimento comparativo tra le regioni, migliorando così gli ecosistemi regionali dell'innovazione e la specializzazione intelligente;

    41.

    sottolinea che la sperimentazione su vasta scala richiede partenariati europei nel quadro del programma Orizzonte Europa, l'utilizzo di appalti pubblici innovativi e il sostegno del Consiglio europeo per l'innovazione (CEI) durante l'intero ciclo di vita dell'innovazione: dalle prime fasi della ricerca alla prova di fattibilità, per passare al trasferimento di tecnologia, al finanziamento e allo sviluppo su vasta scala della sperimentazione, delle imprese e delle start-up per conseguire il successo, quale fonte di ispirazione, in importanti progetti di comune interesse europeo (IPCEI) e nelle valli dell'idrogeno;

    Accelerare e rafforzare l'innovazione negli ecosistemi europei dell'innovazione in tutta l'UE e affrontare il divario in termini di innovazione

    42.

    propone che le valli regionali dell'innovazione, insieme ai principali istituti di istruzione superiore (IIS), diventino catalizzatori essenziali delle trasformazioni sociali e industriali e permettano alle regioni con settori di specializzazione simili di collaborare e portare avanti progetti d'innovazione congiunti. In tale contesto sarà necessario un sistema globale, coordinato e decentrato per il monitoraggio e la valutazione dei programmi;

    43.

    osserva che, per raggiungere gli obiettivi fissati, il programma Orizzonte Europa (100 milioni di EUR) e gli investimenti interregionali in materia di innovazione (I3) (70 milioni di EUR) nel quadro del FESR forniranno risorse sufficienti solo per il quadro iniziale, che deve essere sostenuto da sforzi radicalmente più ampi e da ulteriori finanziamenti. Il CdR esorta la Commissione europea a sviluppare sinergie efficaci tra questi flussi di finanziamento basandosi su iniziative quali i partenariati per l'innovazione regionale e la rete dei poli europei dell'innovazione digitale;

    44.

    accoglie con favore le misure efficaci adottate dalla Commissione europea per promuovere la dimensione regionale nelle politiche dell'UE e gli ecosistemi regionali dell'innovazione quali elementi chiave per rafforzare la competitività dell'Europa e conseguire l'autonomia strategica dell'UE per una crescita intelligente e sostenibile. Sottolinea che gli istituti di istruzione terziaria sono al centro degli ecosistemi regionali dell'innovazione con una forte cultura dell'iniziativa imprenditoriale e commerciale. Tutti gli IIS, in particolare le università specializzate in scienze applicate e altri IIS simili che lavorano allo sviluppo di prassi reali, devono rafforzare il loro ruolo di motori attivi dell'innovazione nelle regioni, garantire la formazione di professionisti altamente richiesti, attrarre nuovi talenti sul territorio e consentire il trasferimento di importanti innovazioni tecnologiche all'economia locale;

    45.

    sottolinea l'importante ruolo dell'istruzione professionale — incentrata sulla formazione dei tecnici e di altri professionisti orientati alla pratica — nell'attuazione dell'agenda per l'innovazione;

    46.

    pone l'accento sulla sfida fondamentale dell'agenda europea per le innovazioni deep tech, che non dispone di incentivi, esperienze e risorse all'altezza per coinvolgere le parti interessate in una transizione sistemica. C'è inoltre bisogno di incentivi affinché i principali IIS abbandonino l'approccio «pubblicare o soccombere» per passare a un'attenzione maggiore sui modi per affrontare le sfide sociali più urgenti e sostenere non solo l'innovazione deep tech ma anche il trasferimento globale di tecnologia in collaborazione con l'industria;

    47.

    propone che gli IIS, unitamente agli altri attori della «quadrupla elica», si assumano i ruoli e le responsabilità di coordinatori professionali di ecosistemi locali nel cui quadro ricercatori, studenti e imprese sperimentino e collaudino insieme nuove tecnologie in una nuova cultura imprenditoriale e dell'innovazione;

    48.

    insiste sull'importanza di orientare e finanziare le iniziative volte a colmare i due divari in materia di innovazione al fine di facilitare partenariati di eccellenza che coinvolgono una pluralità di attori a livello mondiale e che siano ad accesso libero anche per partner provenienti da paesi e regioni con risultati di livello inferiore. Tali partenariati sono essenziali per creare nell'UE un ecosistema dell'innovazione più solido e coeso;

    49.

    ribadisce che i poli del SER che collegano i responsabili decisionali e gli attori del settore della RSI sono uno strumento ideale per riconoscere pienamente i vantaggi di un approccio basato sul territorio in materia di scienza e innovazione nella co-creazione di nuove soluzioni volte ad affrontare le crisi attuali in un approccio regionale dal basso;

    50.

    raccomanda di agire attraverso la rete Enterprise Europe per il trasferimento tecnologico internazionale e la cooperazione tecnologica nella RSI;

    Promuovere, attirare e trattenere i talenti deep tech

    51.

    sollecita la creazione di un piano d'azione specifico con incentivi e finanziamenti adeguati per incoraggiare gli istituti di istruzione superiore a svolgere un ruolo attivo al fine di risolvere le sfide sociali principali, promuovere l'innovazione deep tech, la collaborazione e l'integrazione industriale a livello europeo, nonché formare i talenti necessari in Europa;

    52.

    sottolinea il ruolo degli istituti di istruzione superiore e in particolare dei loro studenti quali trait d'union tra start-up, mentalità scientifica e partenariati tra il mondo universitario e quello industriale, al fine di sostenere l'innovazione deep tech e il trasferimento di tecnologie. Gli IIS dovrebbero diventare i motori del cambiamento strutturale necessario per accelerare l'innovazione deep tech al fine di forgiare, mantenere e trattenere talenti in Europa. A tale riguardo, i poli tecnologici possono svolgere un ruolo importante in qualità di mediatori e facilitatori;

    53.

    propone che, come negli Stati Uniti, i migliori IIS diano l'esempio ad altri istituti d'istruzione superiore per il cambiamento di mentalità verso una società che valorizzi l'imprenditorialità, le start-up e le imprese in crescita, la collaborazione tra l'università e l'industria, e la deep tech, oltre ad affrontare le sfide sociali;

    54.

    ribadisce che l'Istituto europeo di innovazione e tecnologia (EIT), le sue comunità della conoscenza e dell'innovazione (CCI) e i loro portafogli di attività sono ancora poco noti tra le città, le regioni, gli studenti e i cittadini in generale, nonché le università, di tutta Europa;

    Migliorare gli strumenti di elaborazione delle politiche

    55.

    raccomanda di approfondire la comprensione della natura mutevole dell'innovazione al momento di elaborare politiche locali e regionali attraverso l'iniziativa Partenariati per l'innovazione regionale (PRI) e la collaborazione tra il JRC, la DG RTD, la DG GROW, la DG REGIO e il Comitato stesso. Per farlo si dovrebbe agire in cooperazione con i territori coinvolti nell'azione pilota in materia di PRI avviata dal JRC assieme al Comitato stesso e con reti già collaudate incentrate sull'innovazione e attive su scala europea, come ad esempio EARTO (Associazione europea delle organizzazioni di ricerca e tecnologia), ERRIN (Rete delle regioni europee per la ricerca e l'innovazione) ed ENoLL (Rete europea dei laboratori viventi);

    56.

    osserva che questa iniziativa faro comprende punti d'azione di grande pertinenza per le regioni e le città. Il CdR concorda con le dichiarazioni della Commissione europea sul sostegno alle regioni in rapporto all'elaborazione e all'attuazione di politiche migliori in materia di innovazione, e propone di negoziare un piano di attuazione congiunta che tenga conto dei diversi elementi dell'agenda per l'innovazione e del presente parere;

    57.

    ricorda (a tutte le regioni) che questa nuova agenda per l'innovazione rappresenta uno sforzo fondamentale a largo raggio volto alla co-creazione di nuovi strumenti per affrontare le spinose sfide sociali che richiedono una collaborazione a livello europeo, e raccomanda alla Commissione europea di utilizzare i PRI e altri strumenti al fine di offrire sostegno alle città e alle regioni per preparare le rispettive agende per l'innovazione e accelerare le misure di innovazione con le parti interessate;

    58.

    concorda con la necessità di definire e utilizzare la terminologia chiave, gli opportuni indicatori, una tassonomia dei dati e serie di dati comparabili per sostenere un processo di elaborazione delle politiche basato su elementi concreti, che saranno pubblicati su portali di dati aperti istituzionali per favorirne l'accesso, l'utilizzo e la consultazione;

    Prossime fasi

    59.

    propone che il JRC crei uno spazio europeo di collaborazione virtuale per la condivisione, la sperimentazione e il collaudo di metodi, strumenti e pratiche nell'ambito delle politiche e misure in materia di RSI che gli Stati membri, le regioni e le città possano utilizzare al momento di definire e attuare le rispettive politiche in materia di innovazione;

    60.

    sottolinea che l'agenda per l'innovazione richiede una valutazione periodica dei progressi, nonché aggiustamenti con le parti interessate;

    61.

    sottolinea l'importanza cruciale di aumentare le sinergie e rafforzare la collaborazione tra le principali iniziative dell'UE e di illustrare come questo avvenga concretamente in contesti reali nell'attuazione della nuova agenda europea per l'innovazione a livello locale e regionale. Per farlo l'UE e i governi degli Stati membri dovrebbero incrementare l'uso sinergico di diverse fonti di finanziamento sia europee che nazionali, con l'obiettivo specifico di rafforzare la base di innovazione delle città e delle regioni;

    62.

    sottolinea che, per intensificare lo sviluppo delle imprese europee in fase di espansione, è necessario che i leader politici a tutti i livelli si impegnino a finanziare la RSI molto più di quanto fatto finora, affinché con questo aiuto finanziario possano radicarsi in tutta Europa nuove piattaforme di crescita ed autorevoli ecosistemi di innovazione aperta basati sul territorio. Questa fase di apripista può essere realizzata facendo leva sulle regioni e città pilota che partecipano ai PRI;

    63.

    raccomanda di approfondire lo sviluppo metodologico per portare avanti, a tutti i livelli di governance, i processi di trasformazione sistemica, incentrati soprattutto sulle innovazioni trasformative necessarie per far fronte a sfide globali. Uno degli obiettivi consiste nell'incrementare l'uso di conoscenze scientifiche di punta nell'ambito di questi processi di trasformazione. L'altro obiettivo è quello di co-creare pratiche a livello locale per una leadership europea nei punti di forza esistenti, come il Green Deal, l'approccio basato sulla duplice transizione e il rafforzamento della resilienza strategica;

    64.

    esorta ad affrontare la concorrenza a livello mondiale per il talento e la leadership nel campo della scienza, delle tecnologie, dell'ingegneria, della matematica e della capacità di innovazione, prendendo come riferimento due iniziative statunitensi: la nuova iniziativa di finanziamento della National Science Foundation — NSF (Fondazione nazionale delle scienze), denominata Regional Innovation Engines (motori dell'innovazione regionale), un programma che catalizza e incoraggia gli ecosistemi dell'innovazione su tutto il territorio degli Stati Uniti; e il Regional Entrepreneurship Acceleration Program — REAP (programma di accelerazione dell'imprenditorialità a livello regionale) del MIT, un'iniziativa globale che aiuta le regioni ad accelerare la crescita economica e a promuovere il progresso sociale attraverso un'imprenditorialità orientata all'innovazione (Innovation-Driven Entrepreneurship — IDE);

    65.

    evidenzia che tale agenda avrà successo solo se si eviterà la frammentazione e se le misure saranno attuate in modo efficace. L'Europa diventerà il leader mondiale per quanto riguarda la scienza, la base industriale, gli ecosistemi vivaci di start-up, le condizioni per l'innovazione e la base di talenti, e questo risultato genererà a sua volta condizioni favorevoli per il Green Deal europeo e il conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.

    Bruxelles,1o dicembre 2022

    Il presidente del Comitato europeo delle regioni

    Vasco ALVES CORDEIRO


    (1)  Secondo il protocollo operativo (playbook) dei partenariati per l'innovazione regionale (PRI): necessità di trasformazioni a livello di società e utilizzo dell'innovazione sociale come uno degli strumenti.

    (2)  Cfr. la definizione di «innovazione sociale» dell'OCSE (https://www.oecd.org/regional/leed/social-innovation.htm).

    (3)  Andrebbe ricordato che nel novembre 2021 il Consiglio europeo ha indicato 20 azioni prioritarie, una delle quali («Costruire ecosistemi regionali e nazionali di R&I per migliorare l'eccellenza e la competitività a livello regionale/nazionale») ha evidenziato la necessità di definire e sperimentare i poli del SER per consentire l'emergere di ecosistemi di R&I competitivi in tutta l'UE, colmare i divari territoriali e garantire un flusso più agevole di talenti e investimenti.

    (4)  Bruxelles, 5.7.2022 C(2022) 4747 final, allegato alla comunicazione relativa all'approvazione del contenuto di un progetto di comunicazione della Commissione sulle sinergie tra i programmi del FESR e Orizzonte Europa.

    (5)  https://cor.europa.eu/en/engage/Documents/RegHub/report-consultation-01-public-procurement.pdf

    (6)  https://cor.europa.eu/en/engage/Documents/RegHub/RegHub%20report%20on%2021%20century%20rules.pdf

    (7)  CdR-517-2020.


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