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Document 52022IR4074

    Parere del Comitato europeo delle regioni — Transizione giusta e sostenibile nel contesto delle regioni carbonifere e ad alta intensità energetica

    COR 2022/04074

    GU C 498 del 30.12.2022, p. 36–38 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, GA, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    30.12.2022   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 498/36


    Parere del Comitato europeo delle regioni — Transizione giusta e sostenibile nel contesto delle regioni carbonifere e ad alta intensità energetica

    (2022/C 498/07)

    Relatrice generale:

    Sari RAUTIO (FI/PPE), presidente del consiglio direttivo del distretto sanitario di Häme

    Testo di riferimento:

    Lettera di consultazione della presidenza ceca del Consiglio dell’UE del 16 giugno 2022

    RACCOMANDAZIONI POLITICHE

    IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI (CdR)

    1.

    accoglie con favore l’obiettivo di pervenire a un’Unione europea a impatto climatico zero entro il 2050, obiettivo che richiederà una transizione digitale e verde nei comuni e nelle regioni d’Europa che influenzerà radicalmente il modo in cui le persone lavorano e vivono;

    2.

    osserva che l’offensiva bellica lanciata dalla Russia nel febbraio 2022 ha reso la transizione giusta più difficile e al tempo stesso più urgente, in quanto l’Europa deve ridurre la propria dipendenza dall’approvvigionamento energetico esterno in breve tempo. Sottolinea che la transizione verso una società a basse emissioni di carbonio deve essere realizzata tenendo conto delle esigenze dei cittadini più vulnerabili, creando nuovi posti di lavoro e pari opportunità nelle regioni rurali e dipendenti dal carbone;

    3.

    accoglie con favore il fatto che gli Stati membri abbiano presentato 74 piani, tutti basati sulle diverse caratteristiche delle rispettive regioni; sottolinea che l’evoluzione del panorama mondiale ha portato a una crisi energetica che ha costretto alcuni Stati membri a trovare temporaneamente soluzioni regionali flessibili per realizzare gli obiettivi del programma;

    4.

    pone in evidenza la complessità delle procedure di approvazione dei piani e sottolinea che alcune regioni incontrano problemi nella pianificazione e nell’esecuzione tempestive dei progetti a causa del fatto che la maggior parte dei finanziamenti totali disponibili, provenienti dal dispositivo per la ripresa e la resilienza, è stata programmata per il periodo 2021-2023, offrendo poche opportunità per un’attuazione sostenibile dei progetti verso la fine del periodo di programmazione; si rammarica del fatto che solo una parte dei programmi sia stata valutata e approvata dalla Commissione europea e invita quest’ultima a prendere in considerazione la possibilità di prorogare il termine di spesa per le risorse del Fondo per una transizione giusta (Just Transition Fund — JTF) che sono finanziate dal dispositivo per la ripresa e la resilienza;

    5.

    è dell’avviso che, partendo da tale premessa, il calendario per l’attuazione del fondo debba essere riveduto onde garantirne il buon risultato;

    6.

    sottolinea che il JTF dovrebbe essere integrato nella politica di coesione, in modo da poter sfruttare appieno le sinergie e gli effetti di ricaduta;

    7.

    osserva che la transizione giusta deve essere concentrata sulle regioni in cui le trasformazioni e i rischi che esse comportano sono maggiori, in quanto gli Stati membri e le regioni presentano situazioni di partenza molto diverse. Il buon esito del JTF dipende dai maggiori paesi beneficiari, Polonia e Germania, a cui va complessivamente quasi il 33 %, ovvero circa un terzo, della dotazione totale del fondo. Altri beneficiari importanti sono la Romania, la Cechia e la Bulgaria. A questi cinque Stati membri va complessivamente quasi il 60 % delle risorse del fondo. L’attuazione tempestiva dei piani di questi Stati membri (piani territoriali per una transizione giusta) sarà determinante per il successo dell’intero programma;

    8.

    sottolinea che, nel contesto del JTF, è essenziale tenere conto della crisi energetica generale che stiamo vivendo oggi e che rappresenta, almeno nel breve periodo, una grave minaccia anche per una transizione giusta e verde. In particolare, il settore dell’energia, le industrie ad alta intensità energetica, il settore manifatturiero e le PMI si trovano attualmente ad affrontare pressioni senza precedenti sui prezzi, che esercitano un’ulteriore pressione sulla transizione verde; sottolinea che l’obiettivo della neutralità in termini di emissioni di carbonio perseguito dall’industria dipende anche dalla disponibilità di elettricità verde per la produzione di idrogeno e di fonti energetiche alternative in grado di sostituire il gas naturale; accoglie con favore il fatto che il JTF possa svolgere un ruolo nel conseguimento di tale obiettivo;

    9.

    sottolinea che il JTF è stato concepito come strumento di portata più limitata rispetto ai fondi strutturali tradizionali, ma alcuni dei suoi obiettivi si sovrappongono; invita le regioni a sfruttare le sinergie tra i programmi della politica di coesione;

    10.

    chiede l’attuazione di una componente sociale più forte nel JTF quale strumento basato sul territorio, che preveda un forte coinvolgimento delle parti sociali, e raccomanda di mantenere l’approccio dal basso verso l’alto come elemento principale del fondo, in quanto ciascuna regione rappresenta un ecosistema socioeconomico unico;

    11.

    osserva che la base e gli obiettivi del JTF sono buoni e che il fondo svolge un ruolo importante per le regioni, ma anche per le industrie in transizione; è pertanto necessario rendere il meccanismo il più flessibile possibile per quanto riguarda le operazioni ammissibili, al fine di conseguire la diversificazione economica dei territori. Ricorda che il regolamento adottato sostiene le grandi imprese e le imprese nell’ambito del sistema ETS, incluse come potenziali beneficiari nel regolamento JTF, quale elemento differenziale rispetto ai fondi strutturali; sottolinea che il futuro JTF dovrebbe essere pienamente integrato nel regolamento recante disposizioni comuni, in conformità con il principio di partenariato, e che la sua dotazione di bilancio dovrebbe essere aggiuntiva rispetto all’attuale finanziamento della coesione;

    12.

    sottolinea che, a causa dei diversi processi regionali di transizione verso la neutralità in termini di emissioni di carbonio, tali modifiche del fondo dovrebbero includere una metodologia per l’assegnazione regionale delle risorse, coerente con un ambito di applicazione più ampio e con criteri di ripartizione geografica delle sue risorse più adeguati alla diversità territoriale dell’UE;

    13.

    chiede un chiaro impegno a favore della creazione di un JTF 2.0 che sostenga un ventaglio più ampio di regioni che si trovano ad affrontare la sfida di una trasformazione verde dell’industria e del settore manifatturiero, ed esorta a un’ampia discussione sulla portata e le dimensioni dello strumento nel contesto dell’elaborazione del prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP);

    14.

    sottolinea che la combinazione delle risorse di bilancio dell’UE provenienti dal QFP con le entrate del dispositivo per la ripresa e la resilienza (dal 2021 al 2023) ha comportato notevoli difficoltà per le regioni sia in termini di pianificazione che di esecuzione dei progetti, a causa del fatto che la maggior parte dei finanziamenti totali disponibili, provenienti dal suddetto dispositivo, è stata programmata per il periodo 2021-2023, offrendo poche opportunità per l’attuazione sostenibile dei progetti verso la fine del periodo di programmazione;

    15.

    evidenzia l’importanza di coinvolgere attivamente tutte le regioni dell’UE nella realizzazione degli obiettivi climatici per il 2030 e il 2050, senza lasciare indietro nessuno; invita il settore privato ad aggiornare i suoi piani, in modo da tenere conto del fabbisogno energetico e dello sviluppo sostenibile a lungo termine;

    16.

    stima che, oltre alla produzione di energia rispettosa del clima, l’attuale crisi energetica e l’incertezza della situazione politica mondiale sollevino un problema crescente di sicurezza dell’approvvigionamento energetico. Questo aspetto riguarda in particolare le industrie ad alta intensità energetica, ma in ultima analisi determina anche i consumi di energia da parte delle famiglie;

    17.

    raccomanda che l’UE sostenga, in particolare, le regioni più dipendenti dai combustibili fossili, al fine di evitare una divergenza ancora maggiore negli investimenti futuri; sottolinea che i fondi dell’UE disponibili per le regioni devono essere mirati in modo da realizzare al meglio i loro obiettivi;

    18.

    osserva che occorre prestare un’attenzione supplementare alle circostanze particolari delle isole e delle regioni ultraperiferiche che si trovano ad affrontare gravi sfide socioeconomiche, con particolare riferimento alle regioni isolate e fortemente dipendenti dai combustibili fossili;

    19.

    ricorda, a tale proposito, le necessità specifiche delle regioni ultraperiferiche che, a causa delle loro dimensioni ridotte, della loro lontananza e del loro isolamento, dipendono fortemente dai combustibili fossili e non possono collegarsi alla rete continentale; tuttavia, nel JTF non è stata inserita nessuna disposizione relativa a queste regioni;

    20.

    è consapevole del fatto che il JTF non risolverà da solo i problemi climatici che ci troviamo ad affrontare, ma può svolgere un ruolo importante in tale contesto; sottolinea che esso dovrebbe essere utilizzato nella maniera più efficiente possibile e in misura adeguata per gli investimenti nelle diverse regioni dell’UE, in modo da esplicare la sua piena efficacia; rileva che per i decisori a livello locale e regionale e per gli esperti che predispongono, per esempio, la programmazione del JFT è spesso difficile stabilire un collegamento o una cooperazione con gli investimenti più ampi effettuati dal governo centrale di un determinato Stato membro;

    21.

    osserva che la produzione e la fornitura di energia ai clienti (industria e consumatori) sono spesso nelle mani di grandi imprese o addirittura di società multinazionali, il che rende difficile la cooperazione dal punto di vista degli enti regionali e locali;

    22.

    sottolinea che, nonostante l’attuale sviluppo intensivo di prodotti e la sperimentazione di nuove tecnologie, la transizione verde nel settore energetico decollerà realmente non prima degli anni 2030;

    23.

    sottolinea inoltre che la guerra di aggressione russa in Ucraina, che è probabilmente destinata a essere di lunga durata, ha accresciuto l’importanza della sicurezza dell’approvvigionamento energetico in tutta Europa. Nei prossimi anni, tale importanza deve essere tenuta in considerazione in tutte le soluzioni di politica energetica, al fine di realizzare l’obiettivo a lungo termine, certamente positivo, di un’energia pulita, accessibile e sicura stabilito nel Green Deal europeo;

    24.

    sottolinea che gli obiettivi del JTF contribuiscono anche agli obiettivi del piano REPowerEU, che è stato adottato successivamente. Gli obiettivi di tale piano dovrebbero essere tenuti in considerazione anche nell’attuazione del JFT da parte degli Stati membri e delle regioni;

    25.

    ritiene che, per realizzare la migliore transizione giusta possibile, occorra sviluppare gli strumenti e le procedure finanziari dell’UE già esistenti, adattandoli alle diverse situazioni, in modo da trovare sinergie tra i diversi programmi;

    26.

    sottolinea che i programmi della politica di coesione sono sottoposti a una valutazione costante; invita gli enti regionali e locali a garantire che tali programmi contribuiscano anche alla realizzazione di una transizione giusta;

    27.

    insiste sulla necessità di orientamenti chiari sulle possibili sinergie con l’FSE+ e altri finanziamenti a valere sui fondi SIE; chiede alla Commissione europea di fornire ulteriore assistenza di esperti alle regioni interessate al fine di conseguire gli obiettivi del JTF;

    28.

    osserva che tra gli strumenti della politica di coesione, il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e il Fondo sociale europeo (FSE) sono adatti a ridurre le disparità regionali e che dovrebbero essere utilizzate sinergie per ottenere i migliori risultati con i finanziamenti del JTF;

    29.

    rileva che la politica di coesione dell’UE è finalizzata al raggiungimento di un migliore equilibrio economico, sociale e territoriale in Europa. Essa deve essere utilizzata per gettare le basi di uno sviluppo territoriale a lungo termine che aiuti a superare le crisi improvvise e a favorire la ripresa economica; sottolinea che, ai fini di rafforzare la resilienza alle crisi, le misure adottate a livello locale e regionale sono particolarmente importanti; osserva che gli obiettivi a lungo termine della politica di coesione non dovrebbero essere messi da parte quando si verifica una crisi;

    30.

    sottolinea che la programmazione del JTF dovrebbe essere accelerata in modo che le risorse siano mobilitate con tempestività. Mentre i finanziamenti a titolo del dispositivo per la ripresa e la resilienza sono stati resi disponibili nel giro di un anno, sono ormai quasi tre anni che la Commissione europea e gli Stati membri lavorano al JTF. Se il relativo programma non dovesse partire nel 2022, vi è il rischio che un’intera quota annuale, pari al 25 % della dotazione complessiva, vada perduta;

    31.

    sottolinea che la Commissione europea dovrebbe presentare in tempo utile le proposte necessarie per la continuità della programmazione del JTF in linea con gli obiettivi climatici a lungo termine; esorta il colegislatore a coinvolgere adeguatamente le regioni nel futuro programma del JTF e chiede elementi maggiormente partecipativi nell’attuazione dei piani territoriali per una transizione giusta, in modo da evitare decisioni gestite a livello centrale senza tenere conto delle reali esigenze delle regioni;

    32.

    ritiene infine che sia essenziale integrare gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) nell’attuazione di tutti gli strumenti. La ricerca dei mezzi più appropriati ed efficaci a livello regionale può avere successo soltanto se le regioni e le città sono coinvolte in tutte le fasi della pianificazione e dell’attuazione.

    Bruxelles, 12 ottobre 2022

    Il presidente del Comitato europeo delle regioni

    Vasco ALVES CORDEIRO


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