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Document 52022IP0236

    Risoluzione del Parlamento europeo dell'8 giugno 2022 sulla sicurezza nell'area del partenariato orientale e il ruolo della politica di sicurezza e di difesa comune (2021/2199(INI))

    GU C 493 del 27.12.2022, p. 70–95 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, GA, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    27.12.2022   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 493/70


    P9_TA(2022)0236

    Sicurezza nell'area del partenariato orientale e ruolo della politica di sicurezza e di difesa comune

    Risoluzione del Parlamento europeo dell'8 giugno 2022 sulla sicurezza nell'area del partenariato orientale e il ruolo della politica di sicurezza e di difesa comune (2021/2199(INI))

    (2022/C 493/06)

    Il Parlamento europeo,

    visto il preambolo del trattato sull'Unione europea (TUE), in particolare i paragrafi 3, 4 e 6,

    visto il titolo V TUE, in particolare il capo 2, sezione 2, recante disposizioni sulla politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC),

    visti l'accordo di associazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e l'Ucraina, dall'altra (1), l'accordo di associazione tra l'Unione europea e la Comunità europea dell'energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e la Georgia, dall'altra (2), l'accordo di associazione tra l'Unione europea e la Comunità europea dell'energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Moldova, dall'altra (3), l'accordo di partenariato globale e rafforzato tra l'Unione europea e la Comunità europea dell'energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e la Repubblica d'Armenia, dall'altra (4) e l'accordo di partenariato e cooperazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da un lato, e la Repubblica di Azerbaigian, dall'altro (5),

    visto il regolamento (UE) 2021/947 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 giugno 2021, che istituisce lo strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale — Europa globale, che modifica e abroga la decisione n. 466/2014/UE del Parlamento europeo e del Consiglio e abroga il regolamento (UE) 2017/1601 e il regolamento (CE, Euratom) n. 480/2009 del Consiglio (6),

    visto il regolamento (UE) 2021/887 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 maggio 2021, che istituisce il Centro europeo di competenza per la cibersicurezza nell'ambito industriale, tecnologico e della ricerca e la rete dei centri nazionali di coordinamento (7),

    visto il regolamento (UE) 2019/881 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 aprile 2019, relativo all'ENISA, l'Agenzia dell'Unione europea per la cibersicurezza, e alla certificazione della cibersicurezza per le tecnologie dell'informazione e della comunicazione, e che abroga il regolamento (UE) n. 526/2013 (regolamento sulla cibersicurezza) (8),

    vista la direttiva (UE) 2016/1148 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 6 luglio 2016, recante misure per un livello comune elevato di sicurezza delle reti e dei sistemi informativi nell'Unione (9),

    vista la decisione (PESC) 2021/1792 del Consiglio, dell'11 ottobre 2021, che modifica la decisione 2014/145/PESC concernente misure restrittive relative ad azioni che compromettono o minacciano l'integrità territoriale, la sovranità e l'indipendenza dell'Ucraina (10),

    vista la decisione (PESC) 2021/509 del Consiglio, del 22 marzo 2021, che istituisce uno strumento europeo per la pace (EPF), e abroga la decisione (PESC) 2015/528 (11),

    viste le decisioni (PESC) 2021/748 (12), 2021/749 (13) e 2021/750 (14) del Consiglio, del 6 maggio 2021, relative alla partecipazione del Canada, del Regno di Norvegia e degli Stati Uniti d'America al progetto PESCO Mobilità militare,

    vista la decisione (PESC) 2020/1537 del Consiglio, del 22 ottobre 2020, che modifica la decisione (PESC) 2019/797 concernente misure restrittive contro gli attacchi informatici che minacciano l'Unione o i suoi Stati membri (15),

    vista la decisione (PESC) 2020/1127 del Consiglio, del 30 luglio 2020, che modifica la decisione (PESC) 2019/797 concernente misure restrittive contro gli attacchi informatici che minacciano l'Unione o i suoi Stati membri (16),

    vista la decisione (PESC) 2019/797 del Consiglio, del 17 maggio 2019, concernente misure restrittive contro gli attacchi informatici che minacciano l'Unione o i suoi Stati membri (17),

    vista la decisione (PESC) 2017/2315 del Consiglio, dell'11 dicembre 2017, che istituisce la cooperazione strutturata permanente (PESCO) e fissa l'elenco degli Stati membri partecipanti (18),

    viste la decisione 2014/486/PESC del Consiglio, del 22 luglio 2014, relativa alla missione consultiva dell'Unione europea per la riforma del settore della sicurezza civile in Ucraina (EUAM Ucraina) (19) e la decisione (PESC) 2021/813 del Consiglio, del 20 maggio 2021, che modifica la decisione 2014/486/PESC relativa alla missione consultiva dell'Unione europea per la riforma del settore della sicurezza civile in Ucraina (EUAM Ucraina) (20),

    viste l'azione comune 2008/736/PESC del Consiglio, del 15 settembre 2008, sulla missione di vigilanza dell'Unione europea in Georgia, EUMM Georgia (21) e la decisione (PESC) 2020/1990 del Consiglio, del 3 dicembre 2020, che modifica la decisione 2010/452/PESC sulla missione di vigilanza dell'Unione europea in Georgia, EUMM Georgia (22),

    visto il programma di lavoro annuale del Fondo europeo per la difesa per il 2021, adottato dalla Commissione il 30 giugno 2021,

    vista la proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio, presentata dalla Commissione il 16 dicembre 2020, relativa a misure per un livello comune elevato di cibersicurezza nell'Unione, che abroga la direttiva (UE) 2016/1148 (COM(2020)0823),

    vista la proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio, presentata dalla Commissione il 16 dicembre 2020, sulla resilienza dei soggetti critici (COM(2020)0829),

    vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 16 dicembre 2020, dal titolo «La strategia dell'UE in materia di cibersicurezza per il decennio digitale» (JOIN(2020)0018),

    vista la comunicazione della Commissione del 24 luglio 2020 sulla strategia dell'UE sull'Unione della sicurezza (COM(2020)0605),

    vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell'alta rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 13 settembre 2017, dal titolo «Resilienza, deterrenza e difesa: verso una cibersicurezza forte per l'UE» (JOIN(2017)0450),

    vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell'alta rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 7 giugno 2017, dal titolo «Un approccio strategico alla resilienza nell'azione esterna dell'UE» (JOIN(2017)0021),

    visti la riunione informale del Consiglio europeo del 10 e 11 marzo 2022, la riunione formale del Consiglio europeo del 24 e 25 marzo 2022 e il vertice straordinario della NATO del 24 marzo 2022,

    vista la dichiarazione dei membri del Consiglio europeo del 26 febbraio 2021 sulla sicurezza e la difesa,

    vista la nuova agenda strategica 2019-2024 adottata dal Consiglio europeo il 20 giugno 2019,

    viste le conclusioni del Consiglio europeo del 20 dicembre 2013, del 26 giugno 2015, del 15 dicembre 2016, del 9 marzo 2017, del 22 giugno 2017, del 20 novembre 2017 e del 15 dicembre 2017,

    viste le conclusioni del Consiglio del 22 gennaio 2018 sull'approccio integrato alle crisi e ai conflitti esterni e del 24 gennaio 2022 sulla situazione della sicurezza europea,

    viste le conclusioni del Consiglio del 25 novembre 2013, del 18 novembre 2014, del 18 maggio 2015, del 27 giugno 2016, del 14 novembre 2016, del 18 maggio 2017, del 17 luglio 2017, del 25 giugno 2018, del 17 giugno 2019, del 10 dicembre 2019, del 17 giugno 2020, del 12 ottobre 2020, del 20 novembre 2020, del 7 dicembre 2020 e del 10 maggio 2021 sulla politica di sicurezza e di difesa comune,

    viste le conclusioni del Consiglio del 13 dicembre 2021 relative al patto sulla dimensione civile della PSDC,

    viste le conclusioni del Consiglio del 20 novembre 2020 sulla revisione strategica della PESCO 2020,

    viste le conclusioni del Consiglio del 16 giugno 2020 sull'azione esterna dell'UE per la prevenzione e la lotta contro il terrorismo e l'estremismo violento,

    viste le conclusioni del Consiglio del 10 dicembre 2019 sugli sforzi complementari per rafforzare la resilienza e contrastare le minacce ibride,

    viste le conclusioni del Consiglio sul tema «Donne, pace e sicurezza», del 10 dicembre 2018,

    viste le conclusioni del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio il 19 novembre 2018, relative all'istituzione di un patto sulla dimensione civile della PSDC,

    viste le conclusioni del Consiglio del 19 giugno 2017 su un quadro relativo ad una risposta diplomatica comune dell'UE alle attività informatiche dolose («pacchetto di strumenti della diplomazia informatica»),

    vista la relazione finale del primo ciclo della revisione coordinata annuale sulla difesa (CARD) presentata al Consiglio nel corso della riunione del 20 novembre 2020,

    vista la strategia globale dal titolo «Visione condivisa, azione comune: un'Europa più forte — Una strategia globale per la politica estera e di sicurezza dell'Unione europea», presentata dal vicepresidente della Commissione/alta rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR) il 28 giugno 2016,

    viste le dichiarazioni congiunte dei vertici del partenariato orientale (PO) tenutisi nel 2009 a Praga, nel 2011 a Varsavia, nel 2013 a Vilnius, nel 2015 a Riga, nel 2017 a Bruxelles e nel 2021 a Bruxelles,

    viste la dichiarazione congiunta adottata dalle commissioni parlamentari per gli affari esteri del Trio associato nonché quelle adottate dalla Polonia e dalla Lituania il 13 dicembre 2021 sul rafforzamento della cooperazione nell'ambito del monitoraggio dei diritti umani nei territori degli Stati del partenariato orientale occupati dalla Russia,

    visti il protocollo di Minsk del 5 settembre 2014, il memorandum di Minsk del 19 settembre 2014 e il pacchetto di misure per l'attuazione degli accordi di Minsk, adottato e firmato a Minsk il 12 febbraio 2015 e approvato nel suo complesso dalla risoluzione 2202 (2015) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 17 febbraio 2015,

    visti gli incontri trilaterali del 14 dicembre 2021 e del 6 aprile 2022 tra il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, il presidente della Repubblica di Azerbaigian Ilham Aliyev e il primo ministro della Repubblica d'Armenia Nikol Pashinyan,

    viste la dichiarazione congiunta sulla cooperazione UE-NATO del 10 luglio 2018 e la dichiarazione congiunta UE-NATO dell'8 luglio 2016,

    vista la sesta relazione sullo stato dei lavori relativi all'attuazione dell'insieme comune di proposte approvato dai Consigli dell'UE e della NATO il 6 dicembre 2016 e il 5 dicembre 2017, pubblicata il 17 maggio 2021,

    visto l'insieme comune di 74 proposte per l'attuazione della dichiarazione congiunta di Varsavia approvato dai Consigli dell'UE e della NATO il 6 dicembre 2016 e il 5 dicembre 2017,

    vista la dichiarazione congiunta dell'UE e delle Nazioni Unite, del 24 gennaio 2022, dal titolo «Rafforzare il partenariato strategico UE-ONU sulle operazioni di pace e la gestione delle crisi: priorità per il periodo 2022-2024»,

    visti la Carta delle Nazioni Unite, l'Atto finale di Helsinki del 1975 dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), la Carta di Parigi per una nuova Europa del 1990, il codice di condotta relativo agli aspetti politico-militari della sicurezza dell'OSCE del 3 dicembre 1994, il memorandum sulle garanzie di sicurezza in collegamento con l'adesione dell'Ucraina al trattato contro la proliferazione delle armi nucleari del 5 dicembre 1994 (il Memorandum di Budapest sulle garanzie di sicurezza) e il documento di Vienna dei negoziati sulle misure miranti a rafforzare la fiducia e la sicurezza del 30 novembre 2011,

    vista la sua risoluzione del 7 luglio 2021 sulla cooperazione UE-NATO nel contesto delle relazioni transatlantiche (23),

    vista la sua risoluzione del 20 maggio 2021 sui prigionieri di guerra all'indomani del più recente conflitto tra Armenia e Azerbaigian (24),

    vista la sua risoluzione del 25 marzo 2021 sull'attuazione della direttiva 2009/81/CE, relativa agli appalti nei settori della difesa e della sicurezza, e della direttiva 2009/43/CE, relativa ai trasferimenti di prodotti per la difesa (25),

    vista la sua risoluzione dell'11 febbraio 2021 sull'attuazione dell'accordo di associazione tra l'UE e l'Ucraina (26),

    vista la sua risoluzione del 20 gennaio 2021 sull'attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune — Relazione annuale 2020 (27),

    vista la sua risoluzione del 20 gennaio 2021 sull'attuazione della politica estera e di sicurezza comune — relazione annuale 2020 (28),

    vista la sua risoluzione del 20 ottobre 2020 sull'attuazione dell'accordo di associazione tra l'UE e la Repubblica di Moldova (29),

    vista la sua risoluzione del 16 settembre 2020 sull'attuazione dell'accordo di associazione tra l'UE e la Georgia (30),

    vista la sua raccomandazione del 19 giugno 2020 al Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza sul partenariato orientale, in vista del vertice di giugno 2020 (31)

    vista la sua risoluzione dell'11 dicembre 2018 sulla mobilità militare (32),

    vista la sua risoluzione del 13 giugno 2018 sulla ciberdifesa (33),

    viste le sue precedenti risoluzioni sulla Russia, segnatamente quelle relative alle azioni della Russia nei territori dei paesi del partenariato orientale, alla sua annessione illegale della Crimea, alle sue violazioni dei diritti dei tatari di Crimea, alla sua occupazione di parti del territorio dell'Ucraina, della Georgia e della Repubblica di Moldova e alle sue attività connesse di delimitazione delle frontiere, nonché alla sua propaganda ostile e alla disinformazione nei confronti dell'UE e dei paesi del PO,

    visto l'articolo 54 del regolamento,

    vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A9-0168/2022),

    A.

    considerando che il partenariato orientale fa parte della politica di vicinato dell'UE e che l'UE ha un approccio globale in materia di sicurezza e resilienza, anche contro le minacce ibride e informatiche, concepito specificamente per rafforzare le relazioni con i sei paesi del partenariato orientale: Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Repubblica di Moldova e Ucraina, per contribuire a promuovere la pace, la stabilità, la resilienza, la prosperità condivisa, lo sviluppo sostenibile, le riforme e la sicurezza umana nel vicinato orientale dell'UE, rafforzare la cooperazione economica, sostenere la riforma transettoriale e contribuire alla resilienza generale di tali paesi, in uno spirito di titolarità e responsabilità condivise;

    B.

    considerando che il partenariato orientale cerca di promuovere stabilità, prosperità e cooperazione reciproca e di aumentare l'impegno per le riforme necessarie; che vi è un'urgente necessità di rafforzare la risoluzione pacifica dei conflitti nel partenariato orientale in particolare mediante approcci multilaterali e fori come l'OSCE; che vi è la necessità di elaborare una strategia sulle modalità per affrontare meglio gli aspetti legati alla sicurezza della politica del partenariato europeo, prendendo come punto di partenza le esigenze di sicurezza dei paesi partner pertinenti, in quanto la destabilizzazione della regione del partenariato orientale costituisce una minaccia globale significativa nonché una minaccia per la pace, la stabilità e la sicurezza dei paesi del partenariato orientale e del continente europeo;

    C.

    considerando che negli ultimi anni il partenariato orientale ha affrontato violazioni gravi del diritto internazionale, minacce alla sicurezza e conflitti, che hanno portato all'attuale guerra di aggressione russa contro l'Ucraina; che la sicurezza e la pace nel vicinato orientale presuppongono il rispetto e la difesa del diritto internazionale, l'integrità territoriale, le libertà e i diritti fondamentali; che l'UE dovrebbe adoperarsi al massimo per aiutare i paesi associati del partenariato orientale a riconquistare la sovranità e il controllo totale dei rispettivi territori; che l'impegno esplicito per la prospettiva europea dei paesi associati del partenariato europeo, è essenziale per le riforme pro-democratiche e la sicurezza, la stabilità e la prosperità delle società;

    D.

    considerando che l'UE e i partner del PO hanno deciso congiuntamente di approfondire la loro collaborazione in quest'area di sicurezza, incluso il rafforzamento della capacità dei paesi del partenariato orientale di far fronte alle minacce ibride e informatiche; che deve essere inoltre preservata l'attenzione alle minacce tradizionali, tenendo presenti i recenti sviluppi che hanno interessato i paesi del partenariato orientale e l'Asia centrale;

    E.

    considerando che gli obiettivi essenziali del partenariato orientale offrono vantaggi per tutto il vicinato, compresa la Russia, in quanto contribuiscono a rendere la regione più stabile attraverso misure che preservano il diritto internazionale, il rispetto dell'integrità territoriale nonché i trattati che disciplinano le relazioni tra gli Stati e che rafforzano la buona governance, la democrazia, lo Stato di diritto, il rispetto dei diritti umani e le relazioni di buon vicinato promuovendo la pace, la stabilità, la prosperità condivisa e prospettive future per i popoli di tutti i paesi del partenariato orientale; che la destabilizzazione della regione del partenariato orientale costituisce una minaccia significativa per la pace, la stabilità e la sicurezza nell'UE e a livello globale;

    F.

    considerando che il vertice del partenariato orientale tenutosi il 15 dicembre 2021 ha riaffermato il diritto sovrano di ciascun partner di scegliere il livello di ambizione e gli obiettivi da perseguire nelle sue relazioni con l'UE;

    G.

    considerando che il vertice del partenariato orientale 2021 si è tradotto in maggiori sforzi volti a rafforzare la resilienza, a consolidare la comunicazione strategica e la lotta contro la disinformazione, a promuovere la sicurezza, il ciber dialogo e la cooperazione nei settori della PSDC;

    H.

    considerando che ogni paese nel partenariato orientale, ad eccezione della Bielorussia, ha un conflitto territoriale sul proprio suolo, orchestrato da o che coinvolge la Russia;

    I.

    considerando che il 22 febbraio 2022 entrambe le camere del parlamento russo, il consiglio della Federazione e la Duma di Stato, hanno approvato all'unanimità il riconoscimento delle regioni separatiste dell'Ucraina di Donetsk e Luhansk come Stati indipendenti;

    J.

    considerando che il 23 febbraio 2022 il parlamento russo ha votato per consentire al presidente Putin di ricorrere all'esercito russo al di fuori dal paese per «sostenere i separatisti in Ucraina»;

    K.

    considerando che il 24 febbraio 2022 il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato nel corso di una trasmissione televisiva preregistrata di aver ordinato «un'operazione militare speciale» nell'Ucraina orientale; che pochi minuti dopo si sono verificati attacchi missilistici in decine di città in tutto il paese, compresa la capitale ucraina; che all'alba truppe e veicoli blindati sono entrati nell'Ucraina orientale dal confine russo, nonché dalla Bielorussia a nord e dalla Crimea, annessa illegalmente dalla Russia, a sud;

    L.

    considerando che il 27 febbraio 2022 il presidente Putin ha deciso di portare le forze nucleari e missilistiche russe al massimo grado di operatività;

    M.

    considerando che il 24 febbraio 2022, dopo aver radunato oltre 200 000 soldati in una formazione offensiva al confine ucraino e intensificato nel contempo le sue tattiche di guerra ibrida e informatica contro le autorità ucraine elette, la Russia ha lanciato un'invasione su vasta scala dell'Ucraina attraverso i confini settentrionali, orientali e meridionali e il Mar Nero, bombardando pesantemente le zone civili sfruttando la superiorità delle sue forze aeree e navali e degli armamenti; che si tratta nel complesso del più esteso conflitto militare in Europa dalla Seconda guerra mondiale;

    N.

    considerando che, nonostante i contraccolpi iniziali dovuti agli intensi sforzi di resistenza ucraina, le forze russe hanno condotto operazioni offensive e attacchi aerei e di artiglieria/missilistici contro posizioni e infrastrutture civili, compresi noti corridoi di evacuazione;

    O.

    considerando che il 13 marzo 2022 la Russia ha intensificato la sua guerra di aggressione in Ucraina mediante attacchi contro un'importante base militare a meno di 16 km dal confine polacco, uccidendo almeno 35 persone e ferendone altre 134, intensificando ulteriormente le tensioni nella regione;

    P.

    considerando che la Russia del presidente Putin persiste nell'intraprendere un'aggressione e una guerra ibrida contro taluni paesi del partenariato orientale, ricorrendo alla costante minaccia della forza in tutta la regione, all'aggressione armata e all'occupazione illegale, per destabilizzare e indebolire gli Stati dal punto di vista politico e mantenerli all'interno dell'autodichiarata sfera di influenza di Mosca, ignorando di fatto il diritto sovrano all'integrità territoriale dei paesi del PO, di compiere le proprie scelte di politica estera e di decidere le proprie alleanze in violazione dei relativi principi OSCE sanciti nell'Atto finale di Helsinki del 1975, nella Carta di Parigi del 1990 nonché nel documento di Istanbul (1999) e nella dichiarazione di Astana (2010); che le azioni aggressive della Russia e i suoi tentativi di indebolire l'ordine e la sicurezza europei provocano instabilità sia all'interno della regione che altrove e mirano altresì a indebolire e degradare il ruolo dell'UE nella regione;

    Q.

    considerando che l'aggressione militare diretta contro la Georgia nel 2008 e la conseguente occupazione del 20 % dei suoi territori e l'invasione, l'occupazione temporanea e l'annessione illegale della Crimea del 2014 e il suo sostegno ai separatisti a Donetsk e Luhansk hanno destabilizzato la regione e costituito un precedente che ha portato alla guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina e a palesi violazioni della sovranità, dell'indipendenza, dell'unità e dell'integrità territoriale della Georgia e dell'Ucraina; che l'UE ha condannato fermamente queste azioni e ha sostenuto con fermezza la volontà di non riconoscere le regioni occupate e annesse illegalmente alla Russia, che quest'ultima ha impiegato per aggredire alcuni paesi del partenariato orientale, inducendo gli Stati membri e l'UE ad adottare una serie di misure restrittive; che le azioni della Russia hanno dimostrato che la Russia respinge le aspirazioni dei paesi associati del partenariato orientale di adesione all'UE o alla NATO ed è determinata a contrastare qualsiasi tentativo di sostenere lo sviluppo democratico in una regione che considera il suo «estero vicino»; che il suo «estero vicino» continua a essere percepito dal Cremlino come sfera d'influenza della Russia;

    R.

    considerando che la guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina mette in luce gravi vulnerabilità nella sicurezza degli Stati membri e dei paesi che aspirano ad aderire all'Unione, in particolare gli Stati delle regioni baltiche e del Mar Nero;

    S.

    considerando che la Bielorussia ha aiutato e favorito la guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina, in quanto ha consentito alle forze armate russe di svolgere esercitazioni militari per una settimana sul territorio bielorusso, consentendo che il proprio territorio divenisse il trampolino di lancio per l'invasione dell'Ucraina;

    T.

    considerando che l'esercitazione militare congiunta ZAPAD, condotta nel settembre 2021 dalla Russia, dalla Bielorussia e diversi paesi dell'Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva (OTCS) sotto la guida russa, comprendeva ben 200 000 soldati addestrati per antisommossa, guerra urbana e attacchi informatici con un dispiegamento di forza non trasparente; che la Russia e la Bielorussia conducono regolarmente esercitazioni militari congiunte e hanno concordato una dottrina militare congiunta; che le imminenti esercitazioni militari «Allied Resolve 2022» congiunte tra Russia e Bielorussia hanno dimostrato che la Russia sta rapidamente colmando il suo divario in termini di capacità militari, e che il suo obiettivo di approfondire le sue relazioni politiche e militari con i paesi dell'OTCS è sempre più vicino; che queste esercitazioni militari si sono rivelate un addestramento in vista dell'eventuale invasione e guerra di aggressione contro l'Ucraina; che le forze militari russe in Bielorussia costituiscono una minaccia per l'Ucraina, la Polonia, la Lituania e l'Europa intera e potrebbero essere parte del piano finale di sottomettere e occupare la Bielorussia;

    U.

    considerando che, nel tentativo di mantenere il potere, il regime illegittimo di Aliaksandr Lukashenka ha intensificato le relazioni con la Russia di Putin, ha accettato di approfondire l'integrazione dello Stato dell'Unione e di ospitare i soldati russi lungo il confine bielorusso-ucraino e sta fornendo supporto logistico e militare alle truppe russe che combattono nella guerra di aggressione contro l'Ucraina;

    V.

    considerando che la Bielorussia è colpevole della guerra di aggressione contro l'Ucraina, in quanto ha consentito e sostenuto l'invasione della Russia dall'interno del territorio bielorusso, dando in tal modo una chiara dimostrazione della propria fedeltà politica e provocando un regime di sanzioni dell'UE forte e rafforzato contro la Bielorussia;

    W.

    considerando che nessuna cooperazione nel settore della sicurezza e della difesa dovrebbe includere il regime illegittimo di Aliaksandr Lukashenka, in quanto qualsiasi potenziale attività potrebbe essere usata contro gli Stati membri dell'UE o per opprimere il popolo bielorusso;

    X.

    considerando che, a seguito delle dimostrazioni di massa contro i grandi brogli elettorali, il regime bielorusso ha ulteriormente incrementato le repressioni interne e violente nei confronti di un'ampia percentuale di cittadini bielorussi che aspirano a una società democratica e ha abbandonato il suo obiettivo di promuovere relazioni migliori con l'UE; che la Bielorussia ha invertito la tendenza verso la democratizzazione e ha iniziato a strumentalizzare i migranti sullo sfondo di una crisi ai confini tra l'UE e la Bielorussia, e che continua a sopprimere le aspirazioni interne a favore della liberalizzazione e a destabilizzare e dividere gli Stati membri dell'UE al fine di ottenere l'abolizione delle sanzioni mirate dell'UE nei confronti delle persone e delle entità responsabili dell'oppressione brutale; che il regime di Lukashenka minaccia la stabilità regionale portando avanti una guerra ibrida e ha dirottato l'atterraggio di un aereo Ryanair a Minsk, a discapito della sicurezza aerea, portando l'UE all'applicazione di sanzioni;

    Y.

    considerando che il 27 febbraio 2022 la Bielorussia ha approvato una nuova costituzione mediante cui abbandona lo status di paese non nucleare;

    Z.

    considerando che in seguito alla decisione della Russia di riconoscere ufficialmente le repubbliche popolari di Luhansk e Donetsk il 21 febbraio 2022, il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato che gli accordi di Minsk «non esistevano più» e che l'Ucraina era responsabile del loro fallimento; che il quartetto Normandia e gli accordi di Minsk I e II si sono finora dimostrati inefficaci e non sono riusciti a porre fine alle ostilità tra l'Ucraina e le forze e le formazioni armate illegali sostenute dalla Russia in alcune aree delle regioni di Donetsk e Luhansk; che il futuro del quartetto Normandia e degli accordi di Minsk I e II è fortemente incerto, poiché il conflitto armato internazionale in Ucraina ha provocato migliaia di morti, circa 10 milioni di sfollati e oltre 4 milioni di rifugiati; che i bombardamenti e i conflitti a fuoco continuano a ferire e uccidere quotidianamente le persone;

    AA.

    considerando che le minacce poste al vicinato orientale non riguardano solo il comportamento e le azioni della Russia, ma comprendono anche un'ampia gamma di minacce, tra cui l'influenza di altri regimi autoritari, il terrorismo, la criminalità organizzata, la tratta di esseri umani, la corruzione, la strumentalizzazione della migrazione irregolare di massa, la disinformazione, i cambiamenti climatici, gli attacchi informatici, la proliferazione delle armi di distruzione di massa, l'inquinamento ambientale derivante dai conflitti militari, la strumentalizzazione delle fonti di energia, le azioni ibride e una serie di altre minacce alla coesione delle società nel vicinato;

    AB.

    considerando che le minacce ibride comportano la combinazione sistematica di guerra dell'informazione, manovre di forza agili, guerra informatica di massa e il maggior ricorso alle tecnologie emergenti e di rottura dai fondali marini allo spazio, incluso il dispiegamento di sistemi di attacco e sorveglianza basati sullo spazio e ad aspirazione d'aria, tutti abilitati con intelligenza artificiale (IA) avanzata, calcolo quantistico, tecnologie con sciami di droni sempre più «intelligenti», capacità informatiche offensive, sistemi di missili ipersonici, e guerre biologiche e con nanotecnologie;

    AC.

    considerando che non si può ignorare la potenziale intensificazione da parte della Russia dell'uso di armi chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari; che l'UE era stata allarmata dal disgregarsi dell'architettura mondiale del disarmo, della non proliferazione e del controllo degli armamenti;

    AD.

    considerando che le forze russe hanno sferrato attacchi militari contro le centrali nucleari di Chernobyl e Zaporizhzhia, ne hanno preso il controllo e hanno tenuto in ostaggio il personale per diverse settimane, mentre all'Agenzia internazionale per l'energia atomica è stato impedito di accedere ai dati trasmessi da suddetti impianti e di monitorare il materiale nucleare; che altre centrali nucleari in Ucraina potrebbero essere prese di mira laddove le ostilità non cessino;

    AE.

    considerando che Mosca ha lanciato una campagna di disinformazione secondo cui gli Stati Uniti starebbero sviluppando armi biologiche in Ucraina; che il ministero degli Esteri cinese ha sostenuto le dichiarazioni della Russia;

    AF.

    considerando che la Russia ha chiesto una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per discutere le accuse sull'uso di armi biologiche;

    AG.

    considerando che la campagna di disinformazione ufficiale russa potrebbe porre le basi per il dispiegamento di armi biologiche; che la disinformazione sulle armi biologiche può essere usata come pretesto per il loro eventuale utilizzo;

    AH.

    considerando che le campagne di disinformazione sponsorizzate dalla Russia e l'interferenza ibrida minacciano lo sviluppo delle istituzioni democratiche, dello Stato di diritto e la prospettiva europea nei paesi del partenariato europeo; che la disinformazione inganna la popolazione nei paesi del partenariato europeo, diffonde la sfiducia nei processi democratici e nei mass media tradizionali, polarizza le società, compromette i diritti umani e aggrava le condizioni delle minoranze e dei gruppi vulnerabili, e in generale ha conseguenze deterioranti sulla sicurezza interna dei paesi del partenariato europeo;

    AI.

    considerando che la Russia cerca di smantellare e di rinegoziare l'architettura della sicurezza europea e di estorcere promesse alla comunità transatlantica affinché non accetti l'Ucraina e la Georgia nella NATO, oltre a chiedere il ritiro delle truppe NATO da alcuni Stati membri dell'UE, violando così i principi fondamentali della sicurezza europea concordati tra i paesi europei, Russia inclusa; che l'invasione dell'Ucraina da parte delle truppe russe attraverso il territorio bielorusso, a sostegno della guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina, dimostra le azioni che la Russia esige dai suoi alleati, continuando in tal modo a rappresentare una grave minaccia per la Polonia, gli Stati baltici, gli altri paesi del partenariato orientale e l'intera Europa;

    AJ.

    considerando che l'UE, la NATO e i loro Stati membri sostengono una soluzione diplomatica pacifica che porti la Russia a cessare immediatamente tutte le attività militari in Ucraina e a ritirare incondizionatamente tutte le forze e le attrezzature militari dall'intero territorio ucraino riconosciuto a livello internazionale, e gli Stati membri a lavorare per rafforzare la resilienza e la capacità di difendersi dell'Ucraina; che la Russia ha deliberatamente e volontariamente ignorato l'Unione europea nel dialogo e nelle negoziazioni sulla situazione in Ucraina, mentre la sicurezza dell'UE è in pericolo; che non è possibile discutere sulla sicurezza europea senza i paesi europei; che l'OSCE è l'unica organizzazione che raggruppa tutti i paesi europei compresa la Russia, l'Asia centrale e i partner transatlantici; che l'OSCE resta un contesto adatto per discutere le modalità di rafforzamento dell'architettura di sicurezza comune europea nell'interesse di tutti; che sono profusi sforzi considerevoli per sostenere la cooperazione intensa tra l'Unione europea, i suoi Stati membri e gli Stati Uniti relativamente alla guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina; che le intense trattative bilaterali in corso sulla guerra di aggressione russa contro l'Ucraina non sono riuscite a operare una svolta verso una soluzione sostenibile per questa crisi;

    AK.

    considerando che il Consiglio Affari esteri insieme ai ministri degli Affari esteri e ai ministri della Difesa si è riunito più volte al fine di discutere della guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina e decidere sulla strategia dell'UE per gestirla; che l'UE ha contrastato l'aggressione militare della Federazione russa contro l'Ucraina utilizzando sanzioni via via maggiori; che si sono svolti scambi di opinioni tra i membri del Parlamento europeo e il VP/AR sull'architettura di sicurezza dell'Europa alla luce della guerra della Russia contro l'Ucraina; che la commissione per gli affari esteri e la sottocommissione per la sicurezza e la difesa del Parlamento hanno organizzato una missione ad hoc in Ucraina tra il 30 gennaio e il 2 febbraio 2022;

    AL.

    considerando che l'OSCE resta un contesto adatto per discutere le modalità di rafforzamento dell'architettura di sicurezza comune europea nell'interesse di tutti;

    AM.

    considerando che, in risposta diretta all'aggressione della Russia contro l'Ucraina, gli Stati membri dell'UE, in particolare la Germania, hanno notevolmente potenziato i propri bilanci per la difesa;

    AN.

    considerando che diversi Stati membri stanno fornendo aiuti militari bilaterali all'Ucraina per assistere le forze armate ucraine nella difesa della sovranità e dell'integrità territoriale del paese;

    AO.

    considerando che alcuni Stati membri dell'UE hanno deciso di rispondere positivamente alle richieste ucraine di attrezzature militari; che diversi Stati membri dell'UE, a cominciare dagli Stati baltici e dalla Polonia, hanno inviato armamenti all'Ucraina per assistere le forze armate ucraine con armi sofisticate e resistere alle forze d'invasione russe; che la brigata lituano-polacco-ucraina è la principale e più ampia struttura di addestramento e manovra tra le forze armate europee e ucraine;

    AP.

    considerando che l'UE ha adottato due misure di assistenza nell'ambito dello strumento europeo per la pace che contribuiranno a rafforzare le capacità e la resilienza delle forze armate ucraine e a proteggere la popolazione civile dall'aggressione militare in corso; che le misure di assistenza, per un valore totale di 1,5 miliardi di EUR, finanzieranno l'invio di attrezzature e forniture alle forze armate ucraine, comprese, per la prima volta, attrezzature letali;

    AQ.

    considerando che nel novembre 2021 il Consiglio ha annunciato un pacchetto di 14 nuovi progetti PESCO per la sicurezza terrestre, marittima, aerea, informatica e spaziale; che il 22 febbraio 2022 il gruppo di risposta rapida agli incidenti informatici, finanziato dalla PESCO, ha annunciato l'invio di esperti di sicurezza informatica per aiutare a combattere gli attacchi informatici russi contro entità ucraine;

    AR.

    considerando che la bussola strategica di recente adozione deve fornire alla PSDC l'ambizione politica e strategica, le capacità e le risorse necessarie per dare vita a cambiamenti positivi, in particolare in tutto il suo vicinato strategico; che la volontà politica negli Stati membri è essenziale per implementare la bussola strategica; che l'obiettivo della bussola strategica è produrre un impatto positivo sulla rapidità e solidità di una risposta comune alle sfide globali e geopolitiche, dando la priorità a una vera e propria difesa europea in un ambiente caratterizzato da minacce emergenti;

    AS.

    considerando che la Commissione ha adottato un nuovo pacchetto da 1,2 miliardi di EUR per l'assistenza macro-finanziaria dell'emergenza in Ucraina al fine di aiutare il paese ad affrontare le attuali sfide economiche e geopolitiche e far fronte alle sue esigenze finanziarie legate alle azioni aggressive della Russia; che la Commissione stanzierà inoltre 120 milioni di EUR aggiuntivi all'Ucraina, aumentando in modo significativo quest'anno la sua assistenza bilaterale al paese in forma di sovvenzioni; che l'UE continuerà a investire nel futuro dell'Ucraina attraverso il piano economico e di investimento, che mira a mobilitare fino a 6,5 miliardi di EUR di investimenti nei prossimi anni;

    AT.

    considerando che l'UE e i suoi alleati hanno adottato pacchetti di sanzioni e misure di ampia portata e senza precedenti in risposta agli atti di aggressione della Russia all'integrità territoriale dell'Ucraina, riducendo l'accesso della Russia ai mercati dei capitali occidentali, congelando i beni e vietando le transazioni su tre banche russe, nonché escludendo importanti banche dal sistema SWIFT;

    AU.

    considerando che le sanzioni nel settore energetico rendono più difficile e costoso per la Russia potenziare le proprie raffinerie di petrolio; che l'UE ha vietato l'esportazione, la vendita o la fornitura di aeromobili e relative attrezzature alle compagnie aeree russe, nonché tutti i relativi servizi di riparazione e manutenzione o finanziari; che lo spazio aereo per tutti gli aerei di proprietà russa, immatricolati dalla Russia o controllati dalla Russia, è stato chiuso dall'Occidente; che tali aeromobili non potranno più atterrare, decollare o sorvolare il territorio dell'UE e dei suoi alleati; che l'Occidente sta estendendo la portata dei controlli sulle esportazioni di beni a duplice uso per limitare l'accesso della Russia a tecnologie fondamentali, come semiconduttori o software di ultima generazione; che l'UE ha vietato l'accesso ai diplomatici russi, ai relativi gruppi e agli uomini d'affari, nonché ai media russi di proprietà statale Russia Today e Sputnik e alle loro filiali; che il quinto pacchetto di sanzioni dell'UE comprende altre 217 persone e 18 entità e aggiunge un embargo sul carbone all'elenco delle sanzioni;

    AV.

    considerando che le sanzioni imposte alla Russia e alla Bielorussia rappresentano una dimostrazione di unità senza precedenti da parte degli Stati membri dell'UE e hanno arrecato danni economici significativi a pilastri fondamentali dell'economia russa e bielorussa, che finora si sono tradotti nel crollo temporaneo del rublo e nell'aumento del rischio di insolvenza delle obbligazioni, nella chiusura temporanea della borsa di Mosca, in enormi tagli al commercio di petrolio russo e all'esclusione della Russia da un'ampia serie di organizzazioni internazionali;

    AW.

    considerando che le sanzioni contro la Russia stanno arrecando danni reali e potrebbero innescare una recessione; che il rublo è temporaneamente crollato, il rischio di insolvenza delle obbligazioni è aumentato, la borsa di Mosca ha chiuso e il commercio di petrolio russo è sempre più scontato;

    AX.

    considerando che l'Ucraina ha presentato domanda formale di adesione all'UE il 28 febbraio 2022, rapidamente seguita dalle domande di adesione all'UE della Repubblica di Moldova e della Georgia il 3 marzo 2022;

    AY.

    considerando che, alla luce dell'aggressione della Russia contro l'Ucraina, gli Stati membri devono far fronte a un numero senza precedenti di sfollati, in quanto gli ucraini fuggono per mettersi in salvo; che l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati prevede un numero di rifugiati compreso tra i 6 e gli 8 milioni; che la maggior parte dei rifugiati è fuggita nei vicini Stati membri dell'UE, in particolare Polonia, Romania, Ungheria e Slovacchia, nonché nel già di per sé fragile vicino dell'Ucraina, la Repubblica di Moldova, con conseguenti enormi pressioni in termini di reinsediamento e assistenza; che la Commissione ha attivato il meccanismo di protezione civile dell'Unione europea per sostenere l'Ucraina e i paesi confinanti; che ha approvato una proposta legislativa dal titolo «Azione di coesione a favore dei rifugiati in Europa (CARE)»; che ha presentato importanti strumenti finanziari, tra cui 500 milioni di EUR dal bilancio dell'UE, la proposta di proroga del periodo di attuazione per i fondi a disposizione degli Stati membri nell'ambito dei fondi per gli affari interni del 2014-2020 e l'utilizzo dei fondi per gli affari interni per il periodo 2021-2027;

    AZ.

    considerando che, poco dopo l'inizio dell'invasione russa, il Consiglio europeo ha deciso all'unanimità di attivare la direttiva sulla protezione temporanea (34) per la prima volta, che ha concesso immediatamente lo stato di persone protette nonché l'accesso alla salute, all'istruzione, al lavoro e al soggiorno dell'UE a tutti i cittadini ucraini, ai rifugiati e ai residenti di lungo periodo in fuga dall'Ucraina;

    BA.

    considerando che l'iniziativa «tre mari» (3SI), che coinvolge dodici paesi sul fianco orientale e meridionale dell'UE e circa 112 milioni di cittadini che cooperano per sviluppare infrastrutture, energia, trasporto e reti digitali, è uno sviluppo fondamentale che può essere esteso per includere i paesi del partenariato europeo in uno sforzo per potenziare ulteriormente i legami con l'UE;

    BB.

    considerando che il Parlamento europeo sostiene fermamente la piattaforma internazionale per la Crimea, lanciata nell'agosto 2021 a Kiev dall'Ucraina, dagli Stati membri dell'UE e da altri partner internazionali per sviluppare l'iniziativa portata avanti dal presidente dell'Ucraina; che la piattaforma rappresenta un importante formato di consultazione e coordinamento volto ad aumentare l'efficacia della risposta internazionale all'attuale occupazione temporanea della Crimea, a riaffermare il mancato riconoscimento della sua annessione e a conseguire la cessazione dell'occupazione illegale della Crimea e il suo ritorno pacifico sotto il controllo dell'Ucraina; che la piattaforma sta rispondendo alla guerra di aggressione della Russia aumentando la pressione internazionale sul Cremlino, impedendo ulteriori violazioni dei diritti e proteggendo le vittime del regime d'occupazione;

    BC.

    considerando che la Russia continua a «fornire passaporti» illegali ai cittadini ucraini nei territori temporaneamente occupati delle province Donetsk e Luhansk dell'Ucraina;

    BD.

    considerando che il 26 febbraio 2022 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha redatto un testo di condanna dell'invasione russa dell'Ucraina, su cui la Russia ha posto il veto e su cui si sono astenuti la Cina e gli Emirati Arabi Uniti;

    BE.

    considerando che il 2 marzo 2022 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione non vincolante che chiede l'immediata cessazione della guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina; che il voto è stato approvato con una maggioranza schiacciante di 140 paesi favorevoli, 5 voti contrari e 38 astenuti;

    BF.

    considerando che il 16 marzo 2022 il procuratore della Corte penale internazionale Karim Khan, di ritorno da una visita in Ucraina, ha dichiarato che «se gli attacchi sono intenzionalmente diretti contro la popolazione civile: si tratta di un reato che il mio ufficio può indagare e perseguire»;

    BG.

    considerando che il 7 aprile 2022 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha votato la sospensione della Russia dal Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani;

    BH.

    considerando che, in risposta all'invasione non provocata e ingiustificata dell'Ucraina da parte della Russia nel febbraio 2022, la NATO ha dispiegato migliaia di forze difensive terrestri, aeree e marittime supplementari nella parte orientale dell'Alleanza; che l'Alleanza ha attivato la Forza di reazione della NATO;

    BI.

    considerando che la NATO contribuisce a coordinare le richieste di assistenza dell'Ucraina e sostiene i propri alleati nella fornitura di aiuti umanitari e non letali;

    BJ.

    considerando che la NATO ha riconfermato la sua politica di apertura; che gli alleati della NATO stanno mettendo in allerta le forze e inviando navi e aerei da combattimento agli schieramenti della NATO in Europa orientale, rafforzando la deterrenza e la difesa alleata;

    BK.

    considerando che una serie di velivoli senza pilota russi sono entrati nello spazio aereo di diversi membri della NATO prima di schiantarsi sui loro territori, in palese violazione dello spazio aereo dei paesi membri della NATO;

    BL.

    considerando che l'8 marzo 2022 il presidente ucraino Zelensky ha annunciato che non perseguirà più l'adesione alla NATO e che l'Ucraina è disposta a scendere a compromessi sullo status delle regioni separatiste dell'Ucraina di Luhansk e Donetsk controllate dalla Russia;

    BM.

    considerando che l'UE dovrebbe rispondere alle minacce del Cremlino non solo con gli strumenti di sicurezza militare, come la fornitura di armi all'Ucraina per aiutarla a difendersi, ma anche con il potere di persuasione degli strumenti europei, come la concessione dello status di candidato all'adesione;

    BN.

    considerando che la PSDC deve basarsi su un coordinamento e una cooperazione addirittura più stretti con la posizione di difesa e deterrenza e la politica di apertura della NATO, nel pieno rispetto delle disposizioni in materia di sicurezza degli Stati membri dell'UE, in aggiunta allo stretto coordinamento UE-NATO necessario per garantire la coerenza tra la bussola strategica dell'UE e il prossimo concetto strategico della NATO; che alcuni dei paesi del partenariato orientale aspirano a far parte della NATO;

    BO.

    considerando che tra il 2014 e l'inizio della guerra, gli Stati Uniti hanno fornito all'Ucraina oltre 2,9 miliardi di USD in assistenza in materia di sicurezza, con una dotazione annuale di 393 milioni di USD a partire dal 2021, il che fa dell'Ucraina il principale beneficiario di aiuti militari esteri in Europa, e che al contempo gli Stati Uniti formano ogni anno quattro brigate delle forze armate ucraine; che gli Stati Uniti hanno fornito attrezzature letali all'Ucraina e hanno annunciato, più recentemente, un pacchetto di assistenza da 800 milioni di USD che comprende armi pesanti, artiglieria, droni e munizioni, portando l'importo totale dell'assistenza statunitense alla sicurezza dell'Ucraina a oltre 4 miliardi di USD, in aumento dall'inizio della guerra;

    BP.

    considerando che il 27 gennaio 2022 il parlamento del Regno Unito e la Verkhovna Rada ucraina hanno firmato un accordo per gli acquisti di materiali militari per fornire all'Ucraina progetti di investimento nel periodo 2022-2023; che il valore di tale accordo è pari complessivamente a 1,7 miliardi di GBP e mira a espandere le capacità navali ucraine;

    BQ.

    considerando che dal 9 febbraio 2022 gli aiuti d'emergenza del Regno Unito all'Ucraina hanno raggiunto i 400 milioni di GBP e che un migliaio di truppe del Regno Unito sono pronte a intervenire nell'Europa orientale al fine di fornire sicurezza ai rifugiati ucraini;

    BR.

    considerando che il Regno Unito ha fornito sviluppo di capacità e formazione non letale a oltre 20 000 membri del personale delle forze armate ucraine e ha fornito sistemi di difesa; che il Regno Unito ha inoltre fornito all'Ucraina attrezzature per armi letali;

    BS.

    considerando che il Canada ha lanciato l'operazione UNIFIER, il programma di addestramento e cooperazione militare e il progetto di assistenza alla formazione della polizia, formando complessivamente oltre 30 000 membri delle forze di sicurezza e dei servizi di polizia ucraini e fornendo attrezzature tattiche e armi; che tra gennaio e aprile 2022 il Canada ha impegnato oltre 118 milioni di CAD in attrezzature militari per sostenere l'Ucraina e ha stanziato 500 milioni di CAD in aiuti militari aggiuntivi all'Ucraina per l'anno fiscale 2022-2023;

    BT.

    considerando che la Norvegia ha donato armi anticarro e sistemi di difesa aerea insieme a un pacchetto completo di aiuti militari non letali, come giubbotti antiproiettile, elmetti, razioni da campo e altre forniture essenziali, stanziando inoltre oltre 40 milioni di EUR a sostegno dell'Ucraina;

    BU.

    considerando che il Giappone ha fornito aiuti militari non letali, tra cui giubbotti antiproiettile, elmetti, generatori di corrente e cibo, oltre a un prestito di 100 milioni di USD all'Ucraina;

    BV.

    considerando che il comitato consultivo per la riforma della difesa, composto da esperti di alto livello provenienti da Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Polonia, Germania e Lituania, è l'organo consultivo internazionale di livello più elevato in Ucraina;

    BW.

    considerando che il ruolo sempre più attivo della Cina nel competere nella regione per l'influenza politica, sociale ed economica è in crescita nei paesi del partenariato orientale, dove gli investimenti cinesi, anche mediante l'iniziativa Belt and Road, combinano prestiti a basso costo che aumentano il rapporto debito/PIL con il risultato previsto di un default in tali paesi, con conseguenti risarcimenti aggressivi, sovente sotto forma di proprietà di infrastrutture strategiche e allineamento delle politiche;

    BX.

    considerando che l'influenza dei paesi terzi, in particolare l'Iran, nei paesi del partenariato orientale, è in gran parte concentrata nel Caucaso meridionale, dove la sua influenza di lunga data in campo culturale, religioso, politico ed economico continua a crescere, il che rischia di minare la sicurezza e la stabilità di alcuni paesi del partenariato orientale a causa di tentativi di omicidio legati ad agenti iraniani del Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche in Georgia e Azerbaigian, creando ulteriore preoccupazione per gli sforzi dell'UE volti a promuovere la sicurezza, la stabilità e il buon vicinato tra i paesi del partenariato orientale;

    BY.

    considerando che 44 giorni di conflitto innescati dall'Azerbaigian hanno modificato radicalmente lo status quo politico, strategico e operativo del Caucaso meridionale, hanno provocato migliaia di vittime, decine di migliaia di sfollati e hanno portato allo spiegamento, da parte della Russia, di circa 2 000 cosiddette truppe di mantenimento della pace nel corridoio di Lachin e nell'area interna e circostante il Nagorno-Karabakh come parte di un accordo di cessate il fuoco del 10 novembre 2020; che le schermaglie tra l'Azerbaigian e l'Armenia continuano e che il conflitto del Nagorno-Karabakh non è risolto; che la Russia non sarà in grado di risolvere da sola un conflitto nato sulle ceneri dell'Unione sovietica; che l'assenza di iniziative diplomatiche e di lungimiranza strategica da parte dell'UE ha consentito alla Russia, alla Turchia, all'Iran e ad altri attori di potenziare la propria influenza nel Caucaso meridionale;

    BZ.

    considerando che l'8 marzo 2022 il principale gasdotto per la fornitura di gas al Nagorno-Karabakh è stato danneggiato, lasciando il territorio conteso privo di accesso alle forniture energetiche a causa degli scontri militari in corso tra le forze armene e azere nel Nagorno-Karabakh;

    CA.

    considerando che, all'inizio di gennaio del 2022, le forze dell'OTCS (capeggiate dai militari russi e comprendenti anche, tra le altre, truppe provenienti dalla Bielorussia e dall'Armenia) sono intervenute in Kazakhstan, su richiesta del governo del paese, per aiutare a reprimere i disordini civili al fine di garantire la continuazione dell'attuale regime al potere e di utilizzare l'organizzazione a sostegno dei propri interessi;

    CB.

    considerando che la Federazione russa sta continuando a rafforzare ulteriormente la sua presenza militare illegale nei territori occupati della Georgia dell'Abkhazia e dell'Ossezia meridionale, a potenziare il suo arsenale e le sue esercitazioni militari, a fornire passaporti illegali, e ad aumentare la «frontierizzazione» mediante l'installazione di recinzioni di filo spinato e altre barriere lungo la linea di confine amministrativo, destabilizzando gravemente la situazione della sicurezza in loco e mettendo in pericolo la sopravvivenza della popolazione nelle aree colpite dal conflitto;

    CC.

    considerando che il successo di qualsiasi missione PSDC dipende dalla solidità del mandato e dal livello di volontà politica e di coesione degli Stati membri dell'UE e dei paesi partner, nonché dalla disponibilità degli Stati membri a investire competenze, mezzi, personale e risorse;

    CD.

    considerando che la capacità civile di pianificazione e condotta (CPCC) dell'UE dovrà valutare come proteggere le missioni guidate dall'UE e il personale civile dell'UE dispiegato da tali crescenti minacce;

    CE.

    considerando che le missioni PSDC servono per ottenere gli obiettivi della missione stessa, il loro mandato dovrebbe includere attività di consulenza e formazione per far fronte alle tecnologie emergenti e di rottura che stanno rapidamente entrando nell'ambiente del «conflitto congelato»; che le missioni PSDC nei paesi associati del partenariato europeo devono essere mantenute fino a quando ritenute necessarie dai paesi beneficiari e dagli Stati membri per garantire il conseguimento degli obiettivi della missione;

    CF.

    considerando che il Consiglio sta attualmente valutando opzioni per aumentare la presenza della PSDC in Ucraina;

    CG.

    considerando che la missione consultiva dell'UE per la riforma del settore della sicurezza civile in Ucraina (EUAM) è una missione civile lanciata nel 2014, quando il governo ucraino ha chiesto all'UE di sostenere la riforma delle istituzioni di contrasto e dello Stato di diritto, ristabilendo così la fiducia dei cittadini ucraini dopo gli eventi violenti connessi alla rivoluzione ucraina;

    CH.

    considerando che l'EUAM ha individuato cinque settori prioritari, inclusi la sicurezza statale e nazionale, la criminalità organizzata e transfrontaliera, la giustizia penale, la gestione della politica e della sicurezza e la trasformazione e l'innovazione digitale, a sostegno della riforma del settore della sicurezza civile in Ucraina, con un bilancio annuale di 29,5 milioni di EUR e un organico autorizzato di 371 persone, compresi i cittadini ucraini e il personale di altri paesi terzi, e un mandato da rinnovare nel 2024;

    CI.

    considerando che l'EUAM copre tre aree di operazioni: la consulenza strategica per l'elaborazione di documenti strategici e di atti legislativi; il sostegno all'attuazione delle riforme mediante consigli pratici, formazione e attrezzature; la promozione della cooperazione e del coordinamento per garantire la coerenza e gli sforzi di riforma tra l'Ucraina e gli attori internazionali;

    CJ.

    considerando che l'EUAM sta conducendo le sue attività nel partenariato con il Consiglio per la sicurezza nazionale e il Servizio di intelligence esterno dell'Ucraina; che l'EUAM collabora con il sistema giudiziario ucraino per mezzo dei suoi procuratori allo scopo di garantire l'indipendenza e l'efficienza delle azioni legali; che l'EUAM addestra ed equipaggia le forze di polizia ucraine attraverso i suoi uffici regionali e la collaborazione con le province del vicinato; che l'EUAM concentra le sue iniziative di addestramento della polizia fornendo consigli strategici e un «dialogo per la sicurezza dell'Unione europea» e addestra la polizia locale in aree chiave;

    CK.

    considerando che l'EUAM collabora con la valutazione Europol della minaccia rappresentata dalla criminalità organizzata e dalle forme gravi di criminalità (SOCTA — Serious and Organised Crime Threat Assessment) nell'assistere le autorità ucraine nelle misure di rafforzamento delle capacità e nella gestione integrata delle frontiere;

    CL.

    considerando che il lavoro svolto dall'EUAM nell'assistenza alla riforma del servizio di sicurezza dell'Ucraina (SSU) rimane la priorità e deve concentrare il proprio sostegno sull'attuazione della riforma per garantire che l'SSU elimini gradualmente i poteri in materia di indagini preliminari, smilitarizzi il servizio, abbia una chiara divisione delle competenze con altre agenzie di sicurezza, un controllo efficace, e che si ridimensioni; che, se correttamente attuato, il progetto di legge 3196 prevede che l'SSU concentri i propri sforzi sul controspionaggio, sulla lotta alle minacce alla sicurezza dello Stato, sull'antiterrorismo, sulla cibersicurezza, sulla protezione della statualità nazionale e dell'integrità territoriale e sulla protezione dei segreti di Stato; che le riforme necessarie per garantire lo sviluppo democratico richiedono che l'SSU sia sottoposto: a una chiara separazione delle funzioni, alla rimozione dalle indagini sui reati economici e di corruzione (tranne in casi eccezionali, ove autorizzato dal procuratore generale), all'indipendenza politica, alla smilitarizzazione e all'ulteriore ottimizzazione, a una maggiore trasparenza e responsabilità e a una maggiore attenzione alla protezione delle infrastrutture critiche;

    CM.

    considerando che l'assistenza dell'EUAM nella creazione dell'ufficio per la sicurezza economica (BES), volto a contrastare la criminalità finanziaria in tutta l'Ucraina, costituisce un importante tentativo di riforma; che la trasparenza nella selezione del personale del BES e lo scioglimento del servizio fiscale statale sono essenziali per la riduzione graduale dell'influenza degli oligarchi sull'economia ucraina; che il BES è destinato a ereditare dall'SSU i poteri in materia di indagini preliminari nel campo della sicurezza economica e deve sostenere gli sforzi dell'Ucraina per resistere alle pressioni delle istituzioni di contrasto;

    CN.

    considerando che nel 2020 l'EUAM ha istituito il suo quarto ufficio sul campo a Mariupol per sostenere a livello regionale e locale l'attuazione di riforme a guida centrale, quali la formazione e la consulenza per le autorità di contrasto locali, riflettendo il ruolo crescente dell'EUAM nel rafforzare la resilienza dell'Ucraina in tutto il paese e il suo desiderio di allinearsi agli obiettivi della PSDC; che l'ufficio di Mariupol è stato evacuato e poi distrutto a seguito dell'assalto militare russo;

    CO.

    considerando che a seguito dell'invasione russa dell'Ucraina, tutto il personale internazionale è stato costretto a evacuare dal paese in sicurezza; che la missione continua a mantenere i contatti con le controparti ucraine e resta in attesa di ulteriori istruzioni dal quartiere generale dell'UE;

    CP.

    considerando che, a seguito della guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina, tutto il personale degli Stati membri dell'EUAM della PSDC in Ucraina è stato evacuato;

    CQ.

    considerando che la missione dell'UE di assistenza alle frontiere per i valichi tra la Repubblica di Moldova e l'Ucraina (EUBAM) è una missione civile avviata nel 2005; che essa ha un mandato non esecutivo per rafforzare le capacità di gestione delle frontiere delle guardie di frontiera, delle autorità doganali e delle autorità di contrasto in Ucraina e Repubblica di Moldova, con un bilancio annuale di 12 milioni di EUR e un organico di oltre 200 persone, e un mandato da rinnovare nel novembre 2023;

    CR.

    considerando che l'EUBAM assiste la Repubblica di Moldova e l'Ucraina nell'adempimento degli obblighi della zona di libero scambio globale e approfondita (DCFTA) nell'ambito dei loro accordi di associazione con l'UE, ed è destinata a rafforzare le capacità doganali e di frontiera di Moldova e Ucraina; che ha il compito di: contrastare la frode doganale, il traffico di stupefacenti, la migrazione irregolare e la tratta di esseri umani; sostenere l'agevolazione degli scambi e la gestione integrata delle frontiere; e favorire una soluzione pacifica del conflitto transnistriano attraverso il processo «5+2»;

    CS.

    considerando che il contrabbando di tabacco, comprendente i prodotti contraffatti, ha causato una perdita stimata di 10 miliardi di EUR all'anno per i bilanci statali della Repubblica di Moldova, dell'Ucraina e degli Stati membri che, a partire dal 2020-2021, l'EUBAM ha sventato numerose operazioni di contrabbando, sequestrando abbondanti quantità di munizioni, tabacco, alcol, etanolo ed eroina;

    CT.

    considerando che l'EUBAM assiste i servizi frontalieri della Repubblica di Moldova e dell'Ucraina nello sviluppo di indicatori comuni generali utilizzati per l'identificazione delle vittime della tratta;

    CU.

    considerando che la task force sugli stupefacenti dell'EUBAM tenta di coinvolgere i servizi partner della missione con altre autorità di contrasto alla droga nella regione; che l'EUBAM collabora con numerose organizzazioni internazionali, tra cui Europol, FRONTEX e OSCE, tramite il suo gruppo di lavoro sulle armi, le operazioni congiunte ORION II e le iniziative «EU 4 Border Security»;

    CV.

    considerando che l'EUBAM è stata un costante sostenitore della riapertura dei corridoi di trasporto internazionali che attraversano la Transnistria, e sviluppa e agisce come sostenitore di misure tecniche volte a rafforzare la fiducia tra Chisinau e Tiraspol su questioni inerenti ai trasporti, alle dogane, veterinarie e fitosanitarie, nonché all'applicazione della legge;

    CW.

    considerando che l'EUBAM contribuisce alla risoluzione pacifica del conflitto della Transnistria attraverso misure volte a rafforzare la fiducia e come presenza di monitoraggio al segmento transnistriano della frontiera tra Moldova e Ucraina;

    CX.

    considerando che la Federazione russa mantiene in Transnistria una cosiddetta missione di pace di circa 500 soldati e il gruppo operativo delle truppe russe (OGRT) di circa 1 500 soldati, che esercita il controllo sui gruppi armati separatisti della Transnistria e ogni anno ospita oltre 100 esercitazioni militari congiunte con la Transnistria; che è preoccupato per i tentativi dei separatisti di Tiraspol di ottenere il riconoscimento dell'indipendenza della Transnistria il 4 marzo 2022;

    CY.

    considerando che, a seguito della guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina, la sicurezza e l'incolumità dell'EUBAM della PSDC in Moldova sono seriamente compromesse e potrebbero comportarne l'eventuale evacuazione dal paese;

    CZ.

    considerando che la missione di vigilanza dell'Unione europea in Georgia (EUMM) è una missione civile avviata nel 2008, in seguito all'accordo in sei punti mediato dall'UE che ha posto fine alla guerra tra Georgia e Russia; che, nei suoi 13 anni di esistenza, l'EUMM ha rappresentato il forte impegno politico dell'UE nella regione, contribuendo al rafforzamento della fiducia e alla normalizzazione e fornendo stabilità nel territorio tra le parti coinvolte nel conflitto e nella regione nel suo complesso;

    DA.

    considerando che l'EUMM ospita attualmente 325 membri della missione, tra cui oltre 200 osservatori civili con una dotazione di bilancio di 44,8 milioni di EUR e un mandato da rinnovare nel dicembre 2022;

    DB.

    considerando che il mandato originario del 2008 rimane invariato per quanto riguarda il monitoraggio dell'attuazione dell'accordo di cessate il fuoco del 12 agosto 2008 tra Georgia e Russia mediato dall'UE, che prevede: il non ricorso all'uso della violenza, la cessazione delle ostilità, la concessione dell'accesso agli aiuti umanitari, il ritorno delle forze armate georgiane nelle loro postazioni abituali, il ritiro delle forze armate russe nelle posizioni precedenti il conflitto e l'apertura di un dibattito internazionale sulla sicurezza e la stabilità dell'Ossezia meridionale e dell'Abkhazia;

    DC.

    considerando che la Russia non rispetta l'accordo di cessate il fuoco del 12 agosto 2008 tra Georgia e Russia mediato dall'UE, in quanto mantiene illegalmente la presenza di forze armate e agenti del Servizio federale di sicurezza (FSB) e di guardie di frontiera della Federazione russa nelle regioni separatiste dell'Abkhazia e dell'Ossezia meridionale; che non consente l'istituzione di meccanismi di sicurezza internazionale in loco, impedendo altresì all'EUMM di entrare nei territori occupati dalla Russia, un ostacolo critico al conseguimento degli obiettivi della missione; che il mandato dell'EUMM è valido in tutta la Georgia; che l'EUMM deve affrontare la «frontierizzazione» russa, che implica lo spostamento delle linee del confine amministrativo all'interno del territorio georgiano e l'ulteriore espansione dell'occupazione territoriale della Georgia;

    DD.

    considerando che le palesi violazioni dell'accordo di cessate il fuoco del 12 agosto 2008 mediato dall'UE e del cessate il fuoco da parte della Federazione russa proseguono e vanno sovente incontro a risposte limitate o inviti ad agire da parte degli Stati membri, o a nessun tipo di risposta, il che rischia di indurre la Federazione russa a compiere più azioni su questa falsariga; che ci sono stati arresti illegali attraverso le linee del confine amministrativo e attività illegali di «frontierizzazione»;

    DE.

    considerando che l'EUMM non è una tipica missione civile a causa del suo mandato e della sua focalizzazione sulle attività di monitoraggio e sullo sviluppo delle competenze civili, e per il fatto che conduce attività di rafforzamento della fiducia attraverso piccole sovvenzioni e progetti mirati tra le due parti; che il mandato le consente di concentrarsi sulle minacce ibride, sui diritti umani, sulle minoranze e sugli aspetti ambientali della sicurezza; che l'EUMM ha creato un comitato consultivo sulla guerra ibrida e intrattiene contatti regolari con l'Ufficio di collegamento della NATO e con la squadra che attua il consistente pacchetto NATO-Georgia;

    DF.

    considerando che l'EUMM facilita le riunioni del meccanismo di prevenzione e di risposta agli incidenti a Ergneti e garantisce la regolarità di tali riunioni che affrontano la situazione della sicurezza nel territorio, e che vedono la partecipazione del governo della Georgia, delle regioni separatiste e della Federazione russa; che purtroppo un meccanismo analogo a Gali, in Abkhazia, è stato sospeso;

    DG.

    considerando che l'EUMM ha la costante necessità di ampliare l'oggetto della sua analisi e le sue capacità analitiche per far fronte alle persistenti minacce ibride e che ciò necessita pertanto di uno stanziamento e di risorse sufficienti;

    DH.

    considerando che l'EUMM è un bersaglio di attività di disinformazione, in particolare da parte dei media e dei canali dei social media con sede in regioni occupate sostenute dalla Russia, il che costringe l'EUMM a organizzare le sue risorse interne per fornire la cooperazione necessaria ed esplorare modalità per contrastare la disinformazione;

    DI.

    considerando che l'EUMM gestisce la «linea diretta», un meccanismo volto a rafforzare la fiducia che funge da canale di comunicazione 24/7 tra il governo della Georgia e le autorità de facto dell'Abkhazia e dell'Ossezia meridionale, comprese le guardie di frontiera della Federazione russa dispiegate in entrambe le regioni, per gli incidenti urgenti sul territorio; che tale linea diretta è stata attivata più di 2 100 volte nel 2021; che l'EUMM sostiene i formati di negoziazione e i canali di comunicazione partecipando alle discussioni internazionali di Ginevra (GID) e copresiedendo alle riunioni del meccanismo di prevenzione e di risposta agli incidenti (IPRM) a Ergneti;

    DJ.

    considerando che il 24 ottobre 2019, per la prima volta da oltre 10 anni, le guardie dell'FSB hanno attraversato la linea del confine amministrativo, trattenendo gli osservatori dell'EUMM e costringendo l'UE a negoziare il loro rilascio;

    DK.

    considerando che il ruolo dell'EUMM nel rispondere ai bisogni umanitari e di sicurezza della popolazione locale nelle zone colpite dal conflitto e nel facilitare scambi effettivi di informazioni, ad esempio in relazione ad attraversamenti medici o al rilascio di persone e degli osservatori dell'EUMM detenuti presso le linee del confine amministrativo (ABL), nonché nel facilitare le discussioni di persona nelle riunioni dell'IPRM a Ergneti, aggiunge un enorme valore all'importante ruolo svolto dall'EUMM sia nel contribuire alla sicurezza, nella gestione dei conflitti e nel rafforzamento della fiducia;

    DL.

    considerando che la Georgia è uno dei maggiori contribuenti pro capite alle missioni PSDC in Africa;

    DM.

    considerando che i paesi del partenariato orientale rimangono altamente vulnerabili all'insicurezza energetica, in particolare la Repubblica di Moldova e l'Ucraina, che soffrono ripetutamente di ricatti energetici da parte della Russia;

    DN.

    considerando che le misure dell'UE volte a mitigare l'insicurezza energetica attraverso la diversificazione delle fonti di energia rafforzeranno anche la sicurezza e la stabilità nella regione orientale;

    DO.

    considerando che la Commissione aveva già intrapreso azioni per ridurre la dipendenza dell'Europa da un unico fornitore, diversificando i fornitori di gas; che, in risposta agli effetti innescati dalle sanzioni imposte alla Russia, al fine di porre fine alla dipendenza dalle importazioni energetiche russe, la Commissione ha elaborato un nuovo piano per sostituire, entro la fine del 2022, 100 miliardi di metri cubi di gas importati dalla Russia attraverso un aumento delle importazioni di gas naturale liquefatto e gasdotti da fornitori non russi, oltre che maggiori volumi di produzione e importazioni di biometano e idrogeno rinnovabile; che il piano mira a ridurre l'uso di combustibili fossili nelle abitazioni, negli edifici, nelle industrie e nei sistemi energetici, nonché a migliorare l'efficienza energetica, aumentare le energie rinnovabili e l'elettrificazione e affrontare le interruzioni dell'infrastruttura;

    1.

    ribadisce l'impegno dell'UE e sottolinea il suo incontrovertibile sostegno a favore della sovranità, dell'integrità territoriale e dell'indipendenza politica dei paesi del partenariato orientale all'interno dei loro confini riconosciuti a livello internazionale, e sostiene gli sforzi di tali paesi per la piena applicazione di tali principi; pone in evidenza l'importanza dell'unità e della solidarietà degli Stati membri a tale riguardo;

    2.

    condanna con la massima fermezza la guerra di aggressione all'Ucraina da parte della Russia, non provocata e ingiustificabile, e le azioni correlate nelle zone non controllate dal governo delle regioni ucraine di Donetsk e Luhansk, nella Crimea annessa illegalmente e in Bielorussia; sottolinea che la continua aggressione e l'espansione delle attività militari in Ucraina da parte della Russia hanno un impatto negativo sulla sicurezza europea e globale; ribadisce la sua posizione secondo cui partner e alleati dovrebbero intensificare il rispettivo sostegno militare all'Ucraina e la loro fornitura di armi, in linea con l'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, che consente l'autodifesa individuale e collettiva;

    3.

    sottolinea che la pace sostenibile e la sicurezza delle persone nella regione del partenariato orientale sono essenziali per l'UE; condanna con la massima fermezza la guerra di aggressione lanciata dalla Federazione russa e il suo coinvolgimento nella guerra sia militare che cibernetica nella regione del partenariato orientale; chiede la cessazione immediata della guerra di aggressione contro l'Ucraina e l'immediato ritiro delle truppe russe da tutti i territori occupati dalla Russia nei paesi del partenariato orientale e la cessazione delle ostilità militari contro l'Ucraina, che sta costando la vita a civili e soldati e causando lo sfollamento di milioni di persone, ostacolando al tempo stesso lo sviluppo socioeconomico; condanna con la massima fermezza l'attacco e l'occupazione da parte delle forze russe degli impianti nucleari ucraini e ritiene che i tentativi della Russia di rafforzare la propria influenza maligna nella regione del partenariato orientale mediante la forza e la coercizione debbano fallire; pone in evidenza l'importanza dell'unità, della solidarietà e della coerenza degli Stati membri; chiede di intensificare la cooperazione con alleati democratici affini per mitigare e contrastare l'influenza negativa delle potenze terze nella regione del partenariato orientale;

    4.

    accoglie con favore le conclusioni del vertice del partenariato orientale del 2021 e l'ulteriore cooperazione tra l'UE e i paesi del partenariato orientale; propone, tenendo conto delle sfide nel campo della sicurezza cui devono far fronte i paesi del partenariato orientale, in particolare la guerra di aggressione in corso della Russia contro l'Ucraina, i conflitti prolungati, le azioni militari palesi, le minacce ibride e le interferenze nei processi democratici, di aumentare la cooperazione con i paesi del PO nel settore della sicurezza e della difesa e di aumentare gli investimenti e l'assistenza nella cooperazione nei settori della sicurezza, militare, dell'intelligence e informatico con i paesi associati del partenariato orientale;

    5.

    sostiene un coordinamento e una cooperazione più stretti in materia di difesa e sicurezza con alcuni paesi del partenariato orientale al fine di promuovere gli obiettivi strategici della sicurezza delle persone e della pace sostenibile in tutta la regione del partenariato orientale e oltre, e incoraggiando a tal fine l'adozione di un approccio integrato attraverso la realizzazione del pieno potenziale della PSDC in relazione con strumenti politici pertinenti; sostiene fermamente le missioni della PSDC in corso nei paesi associati del partenariato orientale; sostiene fermamente il rafforzamento della dimensione di sicurezza della politica del partenariato orientale dell'UE, lo sviluppo di partenariati strategici in materia di sicurezza con alcuni paesi del partenariato orientale, il rafforzamento del dialogo e della cooperazione in materia di politica estera e di sicurezza e lo sviluppo di un ruolo più attivo per l'UE nell'allentamento delle tensioni in corso, la prevenzione di conflitti futuri, misure di mediazione e di rafforzamento della fiducia, nonché la risoluzione dei conflitti contrastando minacce ibride, disinformazione e propaganda, l'assistenza e la cooperazione alla difesa civile e il sostegno a una revisione globale del settore della sicurezza nei paesi del partenariato orientale, che identifichi le aree della difesa e della sicurezza che devono essere migliorate e che consenta all'UE e agli Stati membri di coordinare il loro sostegno; ritiene che l'ulteriore promozione dell’allineamento e la convergenza graduale della politica estera e di sicurezza dell’UE e dei paesi del partenariato orientale, in linea con gli impegni assunti dai partner nei confronti dell’UE, siano necessarie; invita i paesi del partenariato orientale ad allinearsi alla politica di sanzioni dell'UE contro la Russia per la sua guerra contro l'Ucraina;

    6.

    rileva che la soluzione pacifica, basata sul diritto internazionale, dei conflitti in corso o irrisolti nella regione e le relazioni di buon vicinato sono fondamentali per costruire e rafforzare democrazie resilienti e sostenibili nel partenariato orientale; ricorda che la pace e la sicurezza richiedono istituzioni forti e pubblicamente responsabili, buon governo e rispetto dello Stato di diritto; incoraggia vivamente i partner del PO a impegnarsi ulteriormente nelle riforme pertinenti, in quanto solo la resilienza interna basata su istituzioni forti e democratiche consentirà di raggiungere la necessaria resilienza verso le minacce esterne;

    7.

    sottolinea la necessità per l'UE di continuare a promuovere un contesto favorevole alla risoluzione dei conflitti e a sostenere attività che promuovano la fiducia e i contatti interpersonali tra le comunità divise dai conflitti, di conferire priorità agli interventi e ampliare i finanziamenti destinati alla costruzione preventiva della pace, tra cui la diplomazia preventiva, nonché i meccanismi di allarme e intervento rapidi;

    8.

    invita gli Stati del partenariato orientale a portare avanti la cooperazione con i paesi vicini, in quanto ciò garantirebbe un incremento della già fruttuosa cooperazione ed eviterebbe inutili attriti che potrebbero sorgere da questioni bilaterali irrisolte;

    9.

    chiede una maggiore attenzione alla riconciliazione e alla ricostruzione dei legami comunitari alla luce delle divisioni presenti nella regione del partenariato orientale; incoraggia a questo proposito un impegno attivo con gli attori della società civile, nonché con le comunità religiose, in settori quali l'analisi dei conflitti locali, la mediazione, la riconciliazione e il rafforzamento della coesione sociale;

    10.

    chiede un più stretto coordinamento con l'OSCE al fine di affrontare le sfide della sicurezza nella regione del partenariato orientale, in particolare in aree quali la tratta di esseri umani, il controllo degli armamenti, la migrazione strumentalizzata, il rafforzamento della fiducia e la facilitazione del dialogo tra tutte le parti coinvolte nella crisi;

    11.

    rimane preoccupato per le continue violazioni delle acque territoriali e dello spazio aereo dei paesi del Mar Baltico, delle regioni del Mar Nero e del Mare d'Azov da parte del regime russo; invita gli Stati membri dell'area del Mar Nero, nel contesto di una guerra di aggressione in corso contro l'Ucraina, a rafforzare la cooperazione militare con i partner orientali del Mar Nero (Ucraina, Georgia e Repubblica di Moldova) sia a livello bilaterale sia all'interno della NATO; sottolinea l'importanza di un impegno dell'UE e della NATO con i paesi del partenariato orientale nella regione del Mar Nero, al fine di garantire una regione del Mar Nero sicura e stabile;

    12.

    invita la Commissione e il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) e altresì incoraggia gli Stati membri a contribuire alla cooperazione nell'ambito della piattaforma internazionale per la Crimea al fine di affrontare le minacce ibride alla sicurezza dell'intera regione del Mar Nero, poste dall'occupazione e annessione illegale della Crimea da parte della Russia e dalla militarizzazione del Mar Nero e del Mare d'Azov, o ad esse connesse;

    13.

    ritiene che l'iniziativa «tre mari» (3SI) possa rappresentare un formato per utilizzare gli investimenti che promuovono la sicurezza reciproca e la stabilità nelle infrastrutture critiche e sostiene che essa dovrebbe essere pronta a includere i paesi del partenariato orientale nell'ambito delle politiche e dei programmi europei esistenti, in particolare il partenariato orientale; sottolinea che la 3SI dovrebbe lavorare a stretto contatto con l'UE per evitare una duplicazione degli sforzi e delle iniziative e approcci contrastanti; sostiene l'idea che l'UE debba assumere la leadership della 3SI;

    14.

    invita le istituzioni dell'UE a fornire un'agenda più ambiziosa per l'integrazione dell'Ucraina, che potrebbe includere le misure concrete per raggiungere la prima fase intermedia dell'integrazione graduale dell'Ucraina nel mercato unico dell'UE; invita la Commissione a valutare attentamente, sulla base del merito, le domande per lo status di candidati di Georgia, Ucraina e Repubblica di Moldova;

    15.

    dichiara la necessità che i membri della commissione per gli affari esteri e della sottocommissione per i diritti umani del Parlamento europeo monitorino costantemente la situazione;

    Realizzare appieno il potenziale della PSDC nel partenariato orientale

    16.

    accoglie con favore che la bussola strategica adottata dedichi un'adeguata attenzione ai paesi del partenariato orientale, compreso il sostegno all'Ucraina di fronte all'aggressione russa e un'ulteriore resilienza di fronte alle provocazioni e alle minacce russe; sottolinea la necessità di garantire che sia strettamente coordinata e coerente con il prossimo concetto strategico 2022 della NATO, in particolare nei settori del contrasto all'aggressione russa, della ciberdifesa e del contrasto alla guerra ibrida, della disinformazione e della manipolazione e interferenza straniera, dato che la sicurezza e la resilienza europee non possono essere conseguite senza la sicurezza e la resilienza a lungo termine di tutti i vicini dell'UE; rileva che l'approccio dell'UE deve essere olistico e includere il sostegno alle riforme democratiche ed economiche, il rafforzamento della resilienza istituzionale e sociale e il potenziamento delle capacità di sicurezza e difesa;

    17.

    incoraggia gli Stati membri facenti parte sia dell'UE che della NATO e che guidano diverse iniziative di sviluppo delle capacità della NATO con i paesi del partenariato orientale a garantire che gli sforzi di formazione e il trasferimento delle migliori pratiche siano coordinati con la capacità militare di pianificazione e condotta (MPCC) e la CPCC dell'UE; invita gli Stati membri a garantire che le missioni PSDC nei paesi associati del partenariato orientale prevedano uno stretto coordinamento con la strategia e le azioni della NATO nella regione;

    18.

    incoraggia gli Stati membri che partecipano alla PESCO ad adeguare i progetti PESCO alle esigenze delle missioni e delle operazioni PSDC dell'UE, ad esempio sviluppando sistemi di comunicazione civile sicuri altamente criptati e, conformemente alle condizioni generali per la partecipazione di Stati terzi ai progetti PESCO, a considerare di invitare i paesi del partenariato orientale che soddisfano tali condizioni generali a prenderne parte; rileva che l'inclusione di partner strategici quali i paesi del partenariato orientale nei singoli progetti PESCO può essere di interesse strategico per l'UE e rivelarsi reciprocamente vantaggiosa, poiché i paesi del PO potrebbero ottenere capacità e competenze tecniche uniche, in particolare per affrontare le minacce ibride e la cibersicurezza; accoglie con favore, a tale proposito, l'invio in Ucraina degli esperti del gruppo di risposta rapida agli incidenti informatici finanziato dalla PESCO;

    19.

    incoraggia l'UE e i suoi Stati membri ad ampliare i meccanismi di sostegno per l'ulteriore partecipazione dei paesi del partenariato orientale alle missioni e alle operazioni civili e militari della PSDC, ove necessario, anche attraverso viaggi di studio/visite sul campo, workshop, formazione e corsi sulla PSDC ecc., che contribuirebbe ad aumentare l'interoperabilità dei partner, a sviluppare procedure comuni e azioni congiunte; li incoraggia inoltre a cooperare con la maggior parte dei partner del partenariato orientale in materia di cibersicurezza, tra cui la condivisione reciproca di intelligence e l'assistenza nelle infrastrutture critiche;

    20.

    valuta la consultazione di alcuni partner del partenariato orientale nelle fasi iniziali della pianificazione delle missioni e/o delle operazioni della PSDC, in particolare di quelle missioni e/o operazioni che i partner del PO ospitano o ospiteranno;

    21.

    sottolinea l'importanza di un coinvolgimento attivo e di un rafforzamento del ruolo consultivo del Parlamento europeo nel processo decisionale per quanto riguarda la PSDC attuata nella regione dei paesi del PO;

    22.

    accoglie con favore l'accordo raggiunto in sede di Consiglio il 13 aprile 2022 relativo a una terza tranche di sostegno militare nell'ambito dello strumento europeo per la pace, per un totale di 1,5 miliardi di EUR per la fornitura di materiale militare letale, carburante e dispositivi di protezione e ne chiede l'immediata consegna; sottolinea l'importanza per l'UE, considerata la guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina e il contesto di sicurezza sempre più complicato, che pregiudica la stabilità e la governance dei nostri partner orientali, di rafforzare la nostra cooperazione in materia di sicurezza e difesa; accoglie con favore la decisione del Consiglio europeo del 2 dicembre 2021 di utilizzare lo strumento europeo per la pace (EPF) per fornire all'Ucraina un pacchetto di 31 milioni di EUR, alla Georgia un pacchetto da 12,75 milioni di EUR e alla Repubblica di Moldova un pacchetto da 7 milioni di EUR per assisterle nel rafforzamento della resilienza e delle capacità di difesa, in particolare la cibersicurezza, le capacità mediche, ingegneristiche, mobili e logistiche, e la lotta contro la disinformazione; incoraggia un ulteriore utilizzo dell'EPF per aumentare la capacità dei paesi associati del partenariato orientale, in particolare di quelli che affrontano aggressioni armate e che ospitano missioni PSDC, per rispondere ulteriormente alle loro esigenze di sicurezza in settori chiave quali le attrezzature necessarie per scambiare informazioni di intelligence attraverso linee di comunicazione sicure e gli strumenti tecnici necessari per contrastare le aggressioni armate e le minacce ibride; sottolinea la necessità che l'UE migliori il sostegno materiale e monetario che fornisce ai paesi del partenariato orientale e si concentri anche sul rafforzamento delle capacità al fine di migliorare la resilienza di ciascun paese di tale partenariato, in particolare nella lotta alle campagne di disinformazione, nonché nella difesa nazionale; sottolinea che l'UE deve sviluppare un approccio integrato per poter aiutare i paesi del partenariato orientale ad affrontare il panorama di minacce reciproche e interconnesse;

    23.

    sottolinea l'importanza della solidarietà dell'Unione e degli Stati membri con l'Ucraina di fronte alla sempre più precaria situazione della sicurezza in alcuni paesi del partenariato orientale; incoraggia gli Stati membri a garantire che qualsiasi fornitura di attrezzature di supporto ai paesi del partenariato orientale attraverso l'EPF avvenga rigorosamente in conformità del diritto internazionale pertinente in materia di fornitura di attrezzature alle forze armate, in linea con le esigenze degli obiettivi dell'UE di sostegno al paese del partenariato orientale e sia effettuata, ove pertinente, in cooperazione con le rispettive iniziative di sviluppo delle capacità per i paesi partner e con la pianificazione strategica della NATO al fine di evitare inutili duplicazioni e aumentare l'efficienza; incoraggia gli Stati membri a sviluppare strumenti di aiuto militare che consentano ad alcuni paesi del partenariato orientale di acquistare attrezzature dai produttori dell'UE; invita gli Stati membri ad alleggerire le procedure amministrative per non bloccare le decisioni già adottate in merito alla fornitura di attrezzature ai paesi del partenariato orientale;

    24.

    invita gli Stati membri ad aumentare lo stanziamento per l'EPF in modo tale da consentire all'UE di rafforzare le capacità di resilienza e di difesa dei paesi del partenariato orientale, ad esempio nel contrastare le minacce ibride;

    25.

    incoraggia gli Stati membri a rafforzare ulteriormente la resilienza militare dell'Ucraina attraverso la fornitura di armi, comprese le armi antinave, antiaereo e anticarro; accoglie con favore la decisione di tutti gli Stati membri che hanno rifornito l'Ucraina con attrezzature di difesa letali al fine di potenziare la capacità dell'Ucraina di difendere la propria sovranità e integrità territoriale;

    26.

    accoglie con favore l'istituzione di una «centrale di coordinamento» dello Stato maggiore dell'UE; riconosce che la Polonia è diventata un polo logistico responsabile di garantire che tutte le forniture materiali e finanziarie raggiungano le forze armate ucraine; incoraggia gli Stati membri ad agire con urgenza per aumentare e riposizionare il personale e le forniture negli Stati membri orientali dell'UE, in particolare attrezzature di comunicazione sicure, forniture mediche e armi sofisticate;

    27.

    incoraggia la Commissione, nell'ambito di una risposta finanziaria innovativa alla guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina, a valutare quando sarebbe opportuna una revisione del quadro finanziario pluriennale e a rivedere, tra le altre politiche, una maggiore spesa per la difesa, il disinvestimento dagli idrocarburi russi, l'alleviamento delle conseguenze socioeconomiche della guerra per i cittadini dell'UE e la cancellazione del debito, oltre alla continua fornitura di aiuti militari ai paesi del partenariato orientale attraverso l'EPF;

    28.

    accoglie con favore l'approvazione da parte della Commissione di un nuovo programma di assistenza macrofinanziaria (AMF) d'emergenza per l'Ucraina, del valore massimo di 1,2 miliardi di EUR, che contribuirà a rafforzare la stabilità macroeconomica e la resilienza generale dell'Ucraina nel contesto creato dalla guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina e dal suo impatto sulla situazione economica; rileva che dal 2014 l'UE e le istituzioni finanziarie europee hanno stanziato più di 17 miliardi di EUR per sovvenzioni e prestiti al paese;

    29.

    invita la Commissione a rafforzare il controllo dei regimi sanzionatori per garantire il rispetto dei regimi sanzionatori esistenti;

    Rafforzare la collaborazione con le istituzioni e gli strumenti

    30.

    invita l'UE e gli alleati della NATO a sfruttare ogni mezzo possibile per sostenere il rafforzamento della cooperazione nel campo militare e della sicurezza con i paesi del partenariato orientale, poiché altrimenti la sicurezza e la stabilità della regione non possono essere garantite; accoglie con favore la politica di apertura della NATO che mantiene strette relazioni politiche e operative con i paesi interessati che aspirano ad aderirvi, vale a dire l'Ucraina e la Georgia;

    31.

    sottolinea l'importanza di ampie consultazioni e di una cooperazione rafforzata tra l'UE e la NATO per quanto riguarda l'escalation di situazioni quali l'attuale guerra di aggressione russa contro l'Ucraina; sottolinea che tale cooperazione dovrebbe rispettare gli accordi di sicurezza di tutti gli Stati membri e basarsi sull'unità e la solidarietà tra gli Stati membri e sull'adesione ai principi connessi all'architettura europea di sicurezza e al diritto internazionale esistenti, compresa la sovranità e l'integrità territoriale dei paesi limitrofi; chiede che la comunità transatlantica sfrutti e ampli gli impegni attuali e futuri per contrastare le attività e gli atti di aggressione diretti e indiretti della Russia contro Ucraina, Georgia e Repubblica di Moldova;

    32.

    invita l'UE a rafforzare la cooperazione con la NATO, anche attraverso la prossima dichiarazione congiunta sulla cooperazione UE-NATO, nel sostenere il potenziamento della capacità di difesa e sicurezza dei nostri partner nel vicinato orientale; accoglie con favore la cooperazione rafforzata tra gli Stati Uniti, l'UE e i suoi Stati membri e le intense discussioni in corso in seno alla NATO riguardanti la sicurezza dell'Europa;

    33.

    invita il SEAE a coordinare le relazioni di valutazione, le valutazioni delle minacce e i messaggi politici con le ambasciate degli Stati membri e gli uffici di collegamento della NATO nei paesi associati del partenariato orientale;

    34.

    esprime preoccupazione poiché un membro della NATO sta ritardando l'accesso dell'Ucraina all'Agenzia di supporto e approvvigionamento della NATO nonostante le necessità urgenti e per ragioni non legate alla situazione attuale;

    35.

    esprime preoccupazione poiché un membro della NATO sta bloccando le discussioni tra la NATO e l'Ucraina a livello ministeriale, impedendo così lo sviluppo di tale partenariato;

    36.

    incoraggia il VP/AR a prestare particolare attenzione alla sicurezza dell'area del partenariato orientale nel prossimo dialogo UE-USA in materia di sicurezza e difesa, nel dialogo UE-USA sulla Russia e nel dialogo UE-USA sulla Cina; osserva che il dialogo UE-USA in materia di sicurezza costituisce un'opportunità importante di massimizzare il valore aggiunto delle relazioni transatlantiche in materia di sicurezza e difesa e dovrebbe dedicare tempo e risorse sufficienti al fine di migliorare l'ambiente della sicurezza nella regione del partenariato europeo; rileva che un partenariato orientale democratico, stabile e filoeuropeo è considerato una minaccia per il regime del Cremlino ed è pertanto sottoposto a pressioni politiche e militari, in particolare in Ucraina; ricorda che l'assetto della sicurezza europea non può essere discusso senza i paesi europei; sottolinea che la stabilità della regione del partenariato orientale è essenziale per la sicurezza dell'intero continente europeo;

    37.

    invita l'UE a sostenere i media e i giornalisti indipendenti di alta qualità nei paesi del partenariato orientale per rafforzare il pluralismo, la libertà dei mezzi di comunicazione e lo Stato di diritto, per contrastare la disinformazione e aumentare la resilienza generale delle società democratiche in tali paesi;

    38.

    è preoccupato per la crescente manipolazione dell'informazione, per la disinformazione e le minacce ibride provenienti in particolare dalla Russia, ma anche da altri attori, che colpiscono direttamente diversi teatri e missioni PSDC e destabilizzano intere regioni;

    39.

    deplora gli sforzi delle autorità russe per mantenere la totale segretezza nei confronti della propria popolazione sulla guerra di aggressione in corso contro l'Ucraina, in particolare definendo la guerra di aggressione contro l'Ucraina un'«operazione speciale» e ponendo fine alla libertà di stampa e imponendo dure sanzioni legali nei confronti di individui e media indipendenti;

    40.

    sottolinea la necessità per l'UE e i suoi Stati membri di rafforzare la cooperazione con i paesi del partenariato orientale, in particolare nei settori della comunicazione strategica e della lotta alla disinformazione e alla manipolazione delle informazioni, nonché a qualsiasi interferenza straniera maligna, al fine di rafforzare la resilienza dello Stato e della società e contrastare l'indebolimento e la frammentazione delle società e delle istituzioni;

    41.

    invita l'UE a favorire progetti per i governi, le società civili, le ONG e altri attori dei paesi associati del partenariato orientale, che li aiutino a combattere la disinformazione e le minacce ibride, anche attraverso l'importante lavoro della divisione StratCom del SEAE, con le sue task force, il Centro UE di situazione e di intelligence (EU INTCEN) e la cellula dell'UE per l'analisi delle minacce ibride, il sistema di allarme rapido, la cooperazione stabilita a livello amministrativo tra il SEAE, la Commissione e il Parlamento, la rete contro la disinformazione guidata dalla Commissione e la task force amministrativa del Parlamento contro la disinformazione; incoraggia gli Stati membri a estendere la partecipazione dei paesi associati del partenariato orientale per includere il Centro europeo di eccellenza per la lotta contro le minacce ibride (Hybrid COE);

    42.

    sottolinea la necessità cruciale di rafforzare la cooperazione tra l'UE e i partner del PO nei settori della comunicazione strategica, della lotta contro la disinformazione e la manipolazione dell'informazione, nonché contro eventuali interferenze esterne maligne;

    43.

    invita il SEAE a intensificare la capacità delle delegazioni dell'UE nei paesi del partenariato orientale di smascherare le campagne di disinformazione che minacciano i principi democratici, coordinate da soggetti di Stati esteri, in particolare della Russia; invita a strutturare con urgenza la risposta delle missioni della PSDC in considerazione di tali minacce ibride, poiché si tratta di un tentativo di delegittimarle;

    44.

    invita il Consiglio, la Commissione e il SEAE a valutare opzioni per promuovere lo sviluppo delle capacità informatiche dei nostri partner, come l'adeguamento dei mandati consultivi per includere una formazione specializzata nella lotta contro le attività di guerra ibrida e le campagne di disinformazione, la guerra informatica e l'analisi OSINT, per garantire che i paesi del partenariato orientale rafforzino le infrastrutture tecniche necessarie ai fini della resilienza informatica; incoraggia l'avvio di missioni informatiche civili; prende atto dell'importante lavoro di formazione svolto dall'Accademia europea per la sicurezza e la difesa nel settore della ciberdifesa (AESD) e accoglie con favore gli eventi mirati di formazione e istruzione organizzati dall'AESD per i partner del PO;

    45.

    incoraggia l'UE a rafforzare le sue politiche di sicurezza informatica, poiché la guerra di aggressione in Ucraina rappresenta un potenziale allarmante per un'escalation senza precedenti, anche da parte di terzi;

    46.

    riconosce il ruolo della società civile nella formulazione delle politiche e nella supervisione della riforma nel settore della sicurezza e ne chiede il continuo sostegno e finanziamento e, laddove le circostanze lo consentano, la sua inclusione in progetti importanti per favorire una maggiore responsabilità e trasparenza nel settore della difesa e della sicurezza;

    47.

    invita la Commissione, il SEAE e gli Stati membri ad aumentare la visibilità delle missioni PSDC nel partenariato orientale rafforzando la sua comunicazione strategica, contrastando proattivamente la disinformazione contro di esse e includendole, in particolare le delegazioni dell'UE, nei loro messaggi politici, nei documenti accessibili al pubblico e negli impegni con la stampa internazionale;

    48.

    pone in evidenza la necessità che l'UE rafforzi le proprie capacità istituzionali per la prevenzione del conflitto, la mediazione, il dialogo e l'allentamento della tensione nella regione del partenariato orientale; sottolinea che l'UE potrebbe svolgere un ruolo più incisivo nel definire le misure di rafforzamento della fiducia e potrebbe prendere ulteriormente parte agli sforzi di riconciliazione; chiede agli Stati membri e al SEAE di lavorare anche per consolidare la formazione e lo sviluppo delle capacità dei nostri partner del PO nel campo del controllo degli armamenti, del disarmo e della non proliferazione; elogia a tale riguardo l'iniziativa di Tbilisi dei centri di eccellenza per l'attenuazione dei rischi chimici, biologici, radiologici e nucleari dell'UE; invita la Commissione a incrementare lo sviluppo della capacità dei partner del PO di aumentare la resilienza dei loro soggetti critici, attraverso attività di formazione comuni e la condivisione delle migliori pratiche;

    49.

    accoglie con favore il Concetto sul patrimonio culturale nei conflitti e nelle crisi dell'UE; ritiene che la PSDC possa contribuire ad affrontare le sfide relative alla sicurezza connesse alla conservazione e alla tutela del patrimonio culturale, e accoglie con favore le possibilità di esplorazione per incrementare tali sforzi nella regione del partenariato orientale; rileva che l'inclusione dell'aspetto della protezione del patrimonio culturale e del dialogo interculturale nel mandato della missione sarebbe utile per il processo di risoluzione del conflitto e per la conclusione di accordi sostenibili;

    50.

    incoraggia gli Stati membri a garantire che la transizione digitale intrapresa nei paesi del partenariato orientale sia salvaguardata da attività maligne e incoraggia, pertanto, l'ulteriore utilizzo delle iniziative faro dell'UE per lo sviluppo delle capacità informatiche esistenti nella regione, CyberEast e EU4Digital, al fine di prevedere l'istituzione di strutture giuridiche e amministrative per la certificazione di software e hardware, e di coordinare le squadre CERT nazionali e gli organi investigativi e di polizia scientifica per i reati informatici a livello europeo; invita il Centro europeo di competenza per la cibersicurezza nell'ambito industriale, tecnologico e della ricerca a lavorare a stretto contatto con i partner orientali dell'UE per migliorare la cibersicurezza nella regione; invita il Consiglio a collaborare con l'Ucraina per rafforzare la nostra reciproca cibersicurezza e resilienza alle minacce informatiche e agli attacchi ibridi;

    51.

    incoraggia ciascuno Stato membro a dimostrare una maggiore volontà politica e solidarietà schierando una quantità sufficiente di personale ben addestrato e qualificato nelle missioni PSDC nei paesi associati del partenariato orientale per garantire che un gran numero di Stati membri sia rappresentato nelle missioni in tutta la regione e a incentivare una maggiore partecipazione dei paesi terzi a tali missioni, in particolare dei paesi che hanno ospitato missioni PSDC completate con successo e che comprendono meglio il contesto locale; accoglie con favore la partecipazione della maggior parte dei paesi partner del partenariato orientale alle missioni e operazioni PSDC in paesi terzi, in linea con gli interessi e i valori europei; sostiene la cooperazione di un maggior numero di Stati membri con i partner del PO in materia di sicurezza, come la brigata lituano-polacca-ucraina;

    52.

    accoglie con favore l'introduzione di consulenti militari per le missioni e le delegazioni dell'UE e incoraggia gli sforzi volti a rafforzare ulteriormente le competenze in materia di sicurezza e difesa all'interno di tali delegazioni;

    53.

    considera la guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina un segnale d'allarme per la difesa europea al fine di garantire che le future missioni PSDC nella regione del partenariato orientale ricevano maggiori mezzi, un maggiore livello di ambizione e mandati rivisti per affrontare le difficoltà, nel tentativo di conseguire gli obiettivi della missione;

    54.

    incoraggia gli Stati membri ad attuare capacità di condivisione di intelligence più efficienti all'interno delle missioni PSDC e tra di esse, e a porre l'accento in particolare su un aumento della collaborazione e del distacco di personale dall'Europol e dall'Interpol presso le sedi delle missioni PSDC per facilitare una condivisione continua di intelligence;

    55.

    invita i quartieri generali del SEAE, dell'MPCC, della CPCC e della PSDC a promuovere una nuova cultura di intesa tra partner civili e militari, basata su relazioni istituzionali rafforzate e su una consapevolezza e una valutazione condivise, nel tentativo di sviluppare un quadro e una cultura di pianificazione globali;

    56.

    incentiva i comandi delle missioni PSDC a chiedere sinergie più strette con i centri nazionali comuni di formazione e valutazione nei paesi del partenariato orientale;

    57.

    invita la CPCC, l'MPCC, il comitato militare dell'UE (EUMC) e il personale militare dell'UE (EUMS) a sviluppare un modello per la generazione e la condivisione delle migliori pratiche e del know-how per quanto riguarda i concetti di pianificazione delle campagne o delle missioni, in particolare relativamente alla valutazione delle minacce e dei rischi, all'allarme rapido e alla previsione strategica, il prima possibile, con partner vitali per il successo delle campagne;

    58.

    esorta la Commissione, il SEAE, in particolare la CPCC, e l'EUMC ad adattarsi meglio alla creazione di gruppi di lavoro interagenzie mediante esercizi e formazione; ritiene che l'accesso alla pianificazione, alle risorse e alla logistica offra alla PSDC la possibilità di essere utilizzata come centro per la pratica della resilienza e della ripresa sociale di fronte alle catastrofi naturali e provocate dall'uomo;

    59.

    invita la CPCC e l'MPCC a sottolineare l'importanza dell'istruzione professionale civile-militare per tutto il personale delle missioni PSDC; esorta l'UE e gli Stati membri a fornire al personale delle missioni PSDC attrezzature e una formazione adeguate, affinché divenga più vigile e più resistente in condizioni meno favorevoli; incoraggia la Commissione a estendere il programma Erasmus militare agli ufficiali del partenariato orientale affinché finanzi i loro studi nelle accademie militari dell'UE; invita l'UE a valutare la possibilità di ampliare il ruolo dell'AESD al fine di facilitare l'addestramento degli ufficiali delle forze armate e della difesa nazionale; incoraggia una partecipazione più costante e strutturata del personale pertinente ai corsi dell'AESD e a cooperare con meccanismi come il programma di sviluppo professionale (PDP);

    60.

    incoraggia ad ampliare il programma Erasmus militare accettando ufficiali dei paesi del partenariato orientale, nonché a finanziare i loro studi nelle accademie militari dell'UE;

    61.

    incentiva i comandi delle missioni PSDC a chiedere sinergie più strette con i centri nazionali comuni di formazione e valutazione nei paesi associati del partenariato orientale, quali posti di comando ed esercitazioni del personale congiunti su possibili scenari che coinvolgono leader civili e militari degli Stati membri dell'UE, il personale della missione PSDC e i paesi associati del partenariato orientale;

    62.

    invita la Commissione, il SEAE, la CPCC e l'MPCC a rafforzare le sinergie con altri settori politici e con le parti interessate, al fine di intensificare gli sforzi per il consolidamento preventivo della pace, la diplomazia preventiva, l'allarme rapido, il rafforzamento della fiducia e di migliorare la resilienza dei cittadini nei confronti della disinformazione; incoraggia gli Stati membri a valutare l'esecuzione di esercitazioni congiunte con i paesi del partenariato orientale in settori quali le esercitazioni marittime, le operazioni comuni di supporto aereo e il sostegno alla pace;

    63.

    esprime preoccupazione ed esorta ad affrontare la diffusa politicizzazione e le influenze politiche cui sono soggette le forze di difesa in alcuni paesi del partenariato orientale, che portano alla rimozione o al declassamento per motivi politici di ufficiali istruiti e addestrati nei programmi sostenuti dall'UE, dagli Stati membri e da altri paesi partner;

    64.

    sottolinea l'importanza che l'UE promuova il ruolo delle donne e dei giovani nel processo di pace nella regione del partenariato orientale e porti avanti le agende «Donne, pace e sicurezza» e «Giovani, pace e sicurezza» in tale regione; sottolinea la necessità di condividere le migliori pratiche sulla parità di genere e sugli aspetti connessi al genere delle operazioni militari e delle missioni civili (progettazione, pianificazione, analisi, equilibrio di genere del personale ecc.), utilizzando la formazione obbligatoria dell’UE per il personale delle missioni e delle operazioni PSDC e istituendo consulenti di genere dedicati per ciascuna missione e operazione PSDC;

    Dotare la PSDC nell'area del partenariato orientale di capacità politiche e strategiche supplementari

    65.

    invita la Commissione, il SEAE e soprattutto la CPCC a garantire che l'EUAM mantenga come priorità la riforma del servizio di sicurezza dell'Ucraina e ad ampliare l'ambito della cooperazione con l'SSU in materia di cibersicurezza e di lotta al terrorismo e alle minacce ibride dopo la revoca dello stato di emergenza;

    66.

    incoraggia gli Stati membri e l'UE ad estendere la cooperazione EUAM a tutte le strutture anticorruzione coinvolte nella riforma del settore della sicurezza civile e a includere, sotto forma di formazione e istruzione o sulla base della condivisione delle migliori pratiche e della definizione congiunta delle priorità future, sia l'apparato anticorruzione dello Stato ucraino, l'Agenzia nazionale per la prevenzione della corruzione che la Suprema Corte anticorruzione; incoraggia gli Stati membri a raccomandare di includere nei corsi di formazione continua per i rappresentanti dei servizi e dell'amministrazione ucraina lo studio di casi di corruzione e le analisi dei motivi del fallimento delle indagini e della mancata attribuzione della responsabilità ai colpevoli, al fine di aiutare il personale con ruoli anticorruzione a non ripetere errori del passato; accoglie con favore l'adattabilità delle missioni PSDC in risposta alla guerra di aggressione della Russia;

    67.

    invita la Commissione, il SEAE e la CPCC a garantire che l'EUAM mantenga prioritaria la riforma dell'SSU dell'Ucraina dopo lo stato di emergenza per garantire maggiore supervisione, meno poteri in materia di indagini preliminari e meno centri di detenzione, nonché il ridimensionamento e la smilitarizzazione dell'SSU con una valutazione trimestrale sull'attuazione;

    68.

    incentiva gli Stati membri e l'UE ad ampliare il loro sostegno agli sforzi di digitalizzazione dell'EUAM relativi alla riforma del settore della sicurezza civile dell'Ucraina attraverso la formazione e la fornitura di tecnologie a sostegno del registro dei dati, della gestione delle risorse umane e delle procedure di deposito degli atti giudiziari per contribuire alla trasparenza, al rafforzamento della fiducia delle comunità e alla lotta alla corruzione; accoglie con favore l'impegno dell'EUAM a rafforzare il ruolo delle donne nelle forze dell'ordine;

    69.

    ricorda che i mandati estesi devono essere accompagnati da risorse adeguate; esprime preoccupazione per il rischio di dispersione qualora l'EUAM abbracciasse ampi settori senza disporre di mezzi adeguati per adempiere alla sua missione; incoraggia gli Stati membri a rafforzare la componente professionale dell'EUAM tramite rappresentanti dei servizi speciali al fine di attuare efficacemente le riforme e fornire consulenza pratica;

    70.

    chiede l'estensione del mandato dell'EUAM in materia di lotta contro le minacce ibride, comunicazione strategica, tecnologia digitale e cibersicurezza al fine di rafforzare la capacità delle istituzioni governative ucraine di contrastare le minacce all'informazione, quali l'uso delle comunicazioni per minare la fiducia nelle istituzioni pubbliche, la diffusione di cattiva informazione e propaganda ostile, la polarizzazione della società e la formazione di percezioni negative dell'Ucraina nel mondo;

    71.

    incoraggia gli Stati membri a potenziare il loro sostegno all'Ucraina nei suoi sforzi di resistenza all'aggressione russa e di ulteriore trasformazione del settore della difesa, sottoposto a riforme radicali che avranno conseguenze a lungo termine per le forze armate ucraine, la loro capacità di garantire la sicurezza dell'Ucraina e la fiducia dei cittadini; invita gli Stati membri ad adottare la decisione con urgenza a seguito di un accordo politico tra Ucraina e Russia di avviare una missione PSDC di consulenza e formazione militare per assistere l'Ucraina nell'operare in aree urbane densamente popolate, guerre asimmetriche e cibernetiche e per riformare il sistema di istruzione militare professionale ucraino, che è il settore più importante per facilitare il cambiamento e garantire la sostenibilità della trasformazione del sistema di difesa;

    72.

    invita l'UE e gli Stati membri a rafforzare le loro reazioni pubbliche alle provocazioni nei confronti dell'EUMM, in particolare le violazioni del cessate il fuoco; ricorda che l'EUMM ha il mandato di coprire l'intero territorio dei confini internazionalmente riconosciuti della Georgia e insiste sul libero accesso alle regioni georgiane dell'Abkhazia e dell'Ossezia meridionale;

    73.

    invita la Commissione e il SEAE a garantire che siano fornite risorse adeguate alla sede centrale dell'EUMM, in particolare canali di informazione e comunicazione sicuri, attrezzature per la visione notturna, immagini di migliore qualità e capacità potenziate di raccolta e analisi di intelligence da fonte aperta (OSINT);

    74.

    invita il Consiglio a mantenere attivi l'EUAM, l'EUMM e l'EUBAM per tutto il tempo necessario, sulla base di valutazioni regolari della loro attuazione e delle esigenze alla luce delle priorità della PSDC, e sostenere le loro strutture dotate di mandato rinnovabile per garantire un più agevole adattamento a qualsiasi modifica delle condizioni sul campo; chiede una valutazione regolare delle esigenze di altre missioni o di missioni complementari alla luce delle priorità della PSDC;

    75.

    ribadisce il sostegno dell'UE alla sovranità e all'integrità territoriale della Repubblica di Moldova e agli sforzi profusi nel quadro del processo negoziale 5 + 2 per giungere a una soluzione politica pacifica, duratura e globale del conflitto transnistriano, basata sul rispetto della sovranità e dell'integrità territoriale della Repubblica di Moldova entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale, con uno status speciale per la Transnistria, che garantirebbe la tutela dei diritti umani anche nei territori attualmente non controllati dalle autorità costituzionali; ricorda che il 22 giugno 2018 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione che esorta la Federazione russa a ritirare incondizionatamente le sue truppe e i suoi armamenti dal territorio della Repubblica di Moldova e ribadisce il sostegno all'attuazione immediata di tale risoluzione;

    76.

    esprime preoccupazione per i recenti sviluppi nel territorio della regione della Transnistria e li condanna come pericolose provocazioni in un contesto di sicurezza alquanto instabile; chiede di mantenere la calma al fine di preservare la sicurezza e il benessere delle persone che vivono su entrambe le sponde del fiume Dnestr e nei paesi vicini;

    77.

    esprime profonda preoccupazione per il persistere delle tensioni al confine tra Armenia e Azerbaigian dopo il violento conflitto dell'autunno 2020; invita il Consiglio e il SEAE a continuare a rafforzare la fiducia, allentare le tensioni e lavorare per una soluzione pacifica tra Armenia e Azerbaigian; sottolinea l'importanza del pieno scambio e del rilascio dei detenuti, di occuparsi della sorte delle persone scomparse, di facilitare lo sminamento umanitario, di garantire la libera e sicura circolazione dei civili nel Nagorno-Karabakh, di assistere le popolazioni colpite dal conflitto, delle misure di rafforzamento della fiducia, dei contatti interpersonali, di sostenere gli sforzi di ricostruzione e sottolinea che la conservazione del patrimonio culturale e il dialogo interculturale sarebbero utili per il processo di risoluzione del conflitto; è del parere che le conseguenze di tali ostilità e la presenza delle cosiddette forze di pace russe non dovrebbero avere un impatto sugli sviluppi politici in Armenia e sull'agenda delle riforme future del paese;

    78.

    accoglie con favore l'esito della riunione di alto livello tra il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, il presidente della Repubblica dell'Azerbaigian Ilham Aliyev e il primo ministro della Repubblica d'Armenia Nikol Pashinyan il 14 dicembre 2021, nella quale entrambi i leader hanno ribadito la propria disponibilità a lavorare su questioni bilaterali aperte e ad avviare negoziati sulla demarcazione dei confini, per cui l'UE è pronta a fornire assistenza tecnica; invita la Commissione, il SEAE e gli Stati membri a promuovere l'avvio di negoziati riguardanti la delimitazione e la demarcazione dei confini di Stato e un accordo sostenibile che conduca alla coesistenza pacifica;

    79.

    invita l'UE e gli Stati membri a non lasciare che il conflitto tra Azerbaigian e Armenia diventi incontrollabile;

    80.

    invita la Commissione a prevenire l'impiego o il finanziamento da parte dell'UE di tecnologie di sorveglianza illegali, e invita l'UE e gli Stati membri a impegnarsi con il governo dell'Azerbaigian per porre fine all'impiego di tali tecnologie di sorveglianza illegali e della cibersicurezza repressiva;

    81.

    esprime profonda preoccupazione per le azioni destabilizzanti e terroristiche da parte di alcuni paesi, in particolare l'Iran, nel Caucaso meridionale; condanna fermamente qualsiasi atto di terrorismo; accoglie con favore la cooperazione in materia di sicurezza tra l'UE, i suoi Stati membri e i paesi del partenariato orientale e sostiene pienamente l'ulteriore approfondimento della cooperazione antiterrorismo; invita il SEAE ad avviare al più presto con l'Armenia un dialogo sulla sicurezza, analogo a quello già avviato con l'Azerbaigian; invita l'UE e gli Stati membri a non lasciare impantanare il conflitto tra Azerbaigian e Armenia;

    82.

    evidenzia il ruolo crescente svolto dalla Cina nella regione del partenariato orientale, ad esempio mediante la conclusione di un accordo di libero scambio con la Georgia; sottolinea la necessità che l'UE effettui una valutazione strategica del modo in cui tale ruolo crescente può incidere sull'influenza dell'UE nei paesi del partenariato orientale e sulla cooperazione con essi;

    83.

    invita il SEAE a monitorare la crescente presenza della Cina nei paesi del partenariato orientale, ivi comprese le conseguenze (anche potenziali) per la sicurezza interna di tali paesi, nonché per la situazione geopolitica più in generale;

    84.

    riconosce che Pechino si è opposta alle sanzioni economiche contro la Russia nei confronti dell'Ucraina, ritenendole unilaterali e non autorizzate dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite; sottolinea che la Cina deve ancora condannare le azioni della Russia in Ucraina o riconoscere l'invasione russa dell'Ucraina; osserva che in Cina le reti televisive statali ignorano ampiamente la guerra di aggressione in Ucraina e sostengono che l'invasione sia attribuibile agli Stati Uniti e alla NATO;

    85.

    chiede un embargo immediato sulle importazioni russe di petrolio, carbone, combustibile nucleare e gas e il completo abbandono del Nord Stream I e II; sottolinea che il Nord Stream II ha rappresentato per la Russia uno strumento importante per aumentare la propria influenza politica ed economica sugli Stati membri e sui paesi del partenariato orientale; rileva che esiste un elevato potenziale per l'uso dei biocarburanti nei paesi del partenariato orientale, che possono utilizzare meglio varie risorse di energia rinnovabile come mezzo per ridurre la dipendenza energetica;

    86.

    accoglie con favore la volontà espressa al più recente vertice del partenariato orientale del dicembre 2021 di esplorare una cooperazione settoriale rafforzata nel campo della sicurezza energetica con i partner associati al PO interessati; indica la sicurezza climatica come un settore di possibile ulteriore cooperazione tra l'UE e il partenariato orientale;

    87.

    incoraggia gli Stati membri a valutare l'istituzione di un fondo per il partenariato orientale specifico per il clima, che includerebbe la cooperazione transfrontaliera e regionale, la protezione della biodiversità, l'uso sostenibile delle risorse naturali, la ricerca e la formazione, nonché un'attenzione particolare allo sviluppo delle capacità nel settore delle tecnologie verdi sulla base delle migliori pratiche degli Stati membri;

    o

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    88.

    incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio europeo, al Consiglio dell'Unione europea, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, alle agenzie dell'UE operanti nel campo della difesa e della cibersicurezza, al Segretario generale della NATO nonché ai parlamenti nazionali degli Stati membri.

    (1)  GU L 161 del 29.5.2014, pag. 3.

    (2)  GU L 261 del 30.8.2014, pag. 4.

    (3)  GU L 260 del 30.8.2014, pag. 4.

    (4)  GU L 23 del 26.1.2018, pag. 4.

    (5)  GU L 246 del 17.9.1999, pag. 3.

    (6)  GU L 209 del 14.6.2021, pag. 1.

    (7)  GU L 202 dell'8.6.2021, pag. 1.

    (8)  GU L 151 del 7.6.2019, pag. 15.

    (9)  GU L 194 del 19.7.2016, pag. 1.

    (10)  GU L 359 I dell'11.10.2021, pag. 6.

    (11)  GU L 102 del 24.3.2021, pag. 14.

    (12)  GU L 160 del 7.5.2021, pag. 106.

    (13)  GU L 160 del 7.5.2021, pag. 109.

    (14)  GU L 160 del 7.5.2021, pag. 112.

    (15)  GU L 351 I del 22.10.2020, pag. 5.

    (16)  GU L 246 del 30.7.2020, pag. 12.

    (17)  GU L 129 I del 17.5.2019, pag. 13.

    (18)  GU L 331 del 14.12.2017, pag. 57.

    (19)  GU L 217 del 23.7.2014, pag. 42.

    (20)  GU L 180 del 21.5.2021, pag. 149.

    (21)  GU L 248 del 17.9.2008, pag. 26.

    (22)  GU L 411 del 7.12.2020, pag. 1.

    (23)  GU C 99 dell'1.3.2022, pag. 105.

    (24)  GU C 15 del 12.1.2022, pag. 156.

    (25)  GU C 494 dell'8.12.2021, pag. 54.

    (26)  GU C 465 del 17.11.2021, pag. 87.

    (27)  GU C 456 del 10.11.2021, pag. 78.

    (28)  GU C 456 del 10.11.2021, pag. 64.

    (29)  GU C 404 del 6.10.2021, pag. 136.

    (30)  GU C 385 del 22.9.2021, pag. 40.

    (31)  GU C 362 dell'8.9.2021, pag. 114.

    (32)  GU C 388 del 13.11.2020, pag. 22.

    (33)  GU C 28 del 27.1.2020, pag. 57.

    (34)  Direttiva 2001/55/CE del Consiglio, del 20 luglio 2001, sulle norme minime per la concessione della protezione temporanea in caso di afflusso massiccio di sfollati e sulla promozione dell'equilibrio degli sforzi tra gli Stati membri che ricevono gli sfollati e subiscono le conseguenze dell'accoglienza degli stessi (GU L 212 del 7.8.2001, pag. 12).


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