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Document 52022IP0072

Risoluzione del Parlamento europeo del 10 marzo 2022 sull'integrazione della dimensione di genere al Parlamento europeo — relazione annuale 2020 (2021/2039(INI))

GU C 347 del 9.9.2022, p. 139–149 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)
GU C 347 del 9.9.2022, p. 128–138 (GA)

9.9.2022   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 347/139


P9_TA(2022)0072

Integrazione della dimensione di genere al Parlamento europeo — relazione annuale 2020

Risoluzione del Parlamento europeo del 10 marzo 2022 sull'integrazione della dimensione di genere al Parlamento europeo — relazione annuale 2020 (2021/2039(INI))

(2022/C 347/11)

Il Parlamento europeo,

visti gli articoli 2 e 3 del trattato sull'Unione europea e gli articoli 8, 10 e 19 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,

visti gli articoli 21 e 23 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,

vista la convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica (convenzione di Istanbul), entrata in vigore il 1o agosto 2014,

vista la comunicazione della Commissione del 5 marzo 2020 dal titolo «Un'Unione dell'uguaglianza: strategia per l'uguaglianza di genere 2020-2025» (COM(2020)0152),

vista la proposta della Commissione del 2 luglio 2008 per una direttiva del Consiglio recante applicazione del principio di parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla religione o le convinzioni personali, la disabilità, l'età o l'orientamento sessuale (COM(2008)0426 — la direttiva orizzontale antidiscriminazione),

vista la proposta della Commissione, del 14 novembre 2012, per una direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio riguardante il miglioramento dell'equilibrio di genere fra gli amministratori senza incarichi esecutivi delle società quotate in Borsa e relative misure (COM(2012)0614 — presenza delle donne nei consigli di amministrazione),

vista la direttiva (UE) 2019/1158 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 giugno 2019, relativa all'equilibrio tra attività professionale e vita familiare per i genitori e i prestatori di assistenza e che abroga la direttiva 2010/18/UE del Consiglio (1) («direttiva sull'equilibrio tra attività professionale e vita familiare»),

vista la relazione della Corte dei conti europea del 2021 dal titolo «Integrazione della dimensione di genere nel bilancio dell'UE: è tempo di tradurre le parole in azione» — Relazione speciale 10/2021,

vista la relazione del Mediatore europeo del 17 dicembre 2018 relativa alla dignità sul luogo di lavoro nelle istituzioni e nelle agenzie dell'UE,

visto lo studio del Servizio Ricerca del Parlamento europeo (EPRS) del 2021 dal titolo «Gender mainstreaming in the European Parliament: state of play» (L'integrazione della dimensione di genere in seno al Parlamento europeo: situazione attuale),

visto lo studio del 2021 commissionato dal dipartimento tematico Diritti dei cittadini e affari costituzionali del Parlamento europeo su richiesta della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere (FEMM) dal titolo «Gender equality: economic value of care from the perspective of the applicable EU funds» (Parità di genere: il valore economico dell'assistenza dal punto di vista dei fondi UE applicabili);

visto l'opuscolo dal titolo «Le donne al Parlamento europeo» del 2021,

visto il seminario del 16 marzo 2021, organizzato dalla commissione FEMM, dal titolo «Applying gender mainstreaming in the EU recovery package» (Applicare l'integrazione della dimensione di genere nel pacchetto per la ripresa dell'UE),

vista la sua risoluzione del 13 marzo 2003 sul mainstreaming (integrazione della dimensione di genere) al Parlamento europeo (2),

vista la sua risoluzione del 18 gennaio 2007 sull'integrazione della dimensione di genere nell'ambito dei lavori delle commissioni (3),

vista la sua risoluzione del 22 aprile 2009 sull'integrazione della dimensione di genere nell'ambito dei lavori delle commissioni e delle delegazioni (4),

vista la sua risoluzione del 7 maggio 2009 sull'integrazione della dimensione di genere nelle relazioni esterne dell'Unione europea nonché nel consolidamento della pace/dello Stato (5),

vista la sua risoluzione del 15 gennaio 2019 sull'integrazione della dimensione di genere al Parlamento europeo (6),

vista la sua risoluzione del 24 novembre 2016 sull'adesione dell'UE alla convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne (7),

vista la sua risoluzione del 28 novembre 2019 sull'adesione dell'UE alla convenzione di Istanbul e altre misure per combattere la violenza di genere (8),

vista la sua risoluzione del 26 ottobre 2017 sulla lotta alle molestie e agli abusi sessuali nell'UE (9),

vista la sua risoluzione dell'11 settembre 2018 sulle misure per prevenire e contrastare il mobbing e le molestie sessuali sul posto di lavoro, nei luoghi pubblici e nella vita politica nell'UE (10),

vista la sua risoluzione del 21 gennaio 2021 sulla strategia dell'UE per la parità di genere (11),

vista la sua risoluzione del 17 dicembre 2020 sulla necessità di una configurazione del Consiglio dedicata alla parità di genere (12),

vista la sua risoluzione del 26 novembre 2020 sul bilancio delle elezioni europee (13),

vista la sua risoluzione del 21 gennaio 2021 sulla prospettiva di genere nella crisi COVID-19 e nel periodo successivo alla crisi (14),

visto l'articolo 54 del suo regolamento,

vista la relazione della commissione per i diritti delle donne e l'uguaglianza di genere (A9-0021/2022),

A.

considerando che la parità di genere costituisce un principio cardine dell'UE; che l'integrazione della dimensione di genere è una strategia riconosciuta a livello globale per garantire l'integrazione di una prospettiva di genere in sede di elaborazione, attuazione e valutazione di tutte le politiche, i programmi e le misure, al fine di promuovere la parità di genere e contrastare la discriminazione; che le questioni di genere sono presenti ovunque, anche in settori che non sono stati al centro dell'attenzione, come la fiscalità, il commercio e la transizione verde; che la parità di genere deve essere conseguita adottando un approccio trasversale che integri tutti i settori di attività all'interno del Parlamento europeo;

B.

considerando che, nonostante i progressi in materia di parità di genere in alcuni settori, le donne subiscono ancora discriminazioni fondate sul genere nella sfera pubblica e privata e che rimane molto margine di miglioramento, anche per quanto riguarda l'attuazione frammentaria dell'integrazione della dimensione di genere in tutti i settori politici e le istituzioni a livello dell'UE e nazionale;

C.

considerando che la discriminazione di genere si interseca spesso con altri tipi di discriminazione per altri motivi, il che porta a forme multiple e aggravanti di discriminazione nei confronti di gruppi specifici, che operano e interagiscono contemporaneamente e risultano inseparabili;

D.

considerando che le misure di integrazione della dimensione di genere comprendono, tra l'altro, quote, misure per l'equilibrio tra vita professionale e vita privata, politiche anti-molestie, procedure di assunzione che tengono conto della dimensione di genere, valutazioni d'impatto di genere, indicatori di genere, il bilancio di genere e valutazioni che tengono conto della dimensione di genere per l'adozione di una legislazione attenta alle prospettive di genere, l'uso di un linguaggio neutro dal punto di vista del genere e la comunicazione sensibile al genere;

E.

considerando che l'OCSE definisce l'equilibrio di genere come un'equa distribuzione delle opportunità e delle risorse della vita tra donne e uomini e/o una pari rappresentanza delle donne e degli uomini;

F.

considerando che l'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere (EIGE) definisce la segregazione orizzontale come la concentrazione di donne e uomini in diversi settori e occupazioni;

G.

considerando che i progressi compiuti nell'affrontare le molestie sessuali e la violenza sessuale dopo quattro anni dal movimento #MeToo non sono sufficienti e resta ancora molto da fare all'interno delle istituzioni dell'UE e non solo; che la ricerca mostra che le molestie sono più diffuse di quanto comunemente si creda e che molto spesso non vengono denunciate;

H.

considerando che l'integrazione della dimensione di genere deve essere applicata anche alla procedura di bilancio; che un bilancio sensibile alla dimensione di genere non è dato soltanto dal finanziamento di iniziative esplicite in materia di uguaglianza di genere, ma anche dalla comprensione dell'impatto delle decisioni politiche e di bilancio sulla parità di genere e dal conseguente adeguamento delle spese e delle entrate pubbliche; che le risorse di bilancio e la fornitura di servizi dovrebbero essere assegnate in base alle necessità identificate mediante dati, compresi i dati qualitativi sull'impatto di genere;

I.

considerando che la Corte dei conti europea ha sottolineato che l'esercizio di bilancio dell'UE non ha finora tenuto adeguatamente conto della parità di genere; che la Corte dei conti ha raccomandato alla Commissione di valutare e riferire se i piani per la ripresa e la resilienza degli Stati membri affrontino la parità di genere;

J.

considerando che tutte le istituzioni dell'UE sono guidate dai trattati e dalla strategia dell'UE per l'uguaglianza di genere 2020-2025; che il Parlamento dovrebbe fungere da guida per altri organi parlamentari nella promozione della parità di genere, trarre insegnamento dalle migliori prassi adottate da altri organi parlamentari in materia di integrazione della dimensione di genere nelle sue strutture e procedure e tenere conto dei buoni esempi di attuazione dell'integrazione della dimensione di genere nei settori pubblico e privato e nella società civile; che l'integrazione della dimensione di genere non è ancora completamente integrata nelle prassi e nelle norme del Parlamento (15); che nelle audizioni organizzate dalla maggior parte delle commissioni parlamentari dall'inizio dell'attuale legislatura e fino a novembre 2020 la percentuale di donne era inferiore al 50 % dei presenti; che per quanto riguarda la commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, la commissione per la pesca, la commissione per le petizioni e la commissione per l'occupazione e gli affari sociali, tra le altre, la percentuale era inferiore al 25 %;

K.

considerando che la pandemia di COVID-19 ha fortemente influito sull'equilibrio tra vita professionale e vita privata in seno al Parlamento e che, con l'ausilio degli strumenti digitali, ciò ha spesso comportato orari di lavoro più lunghi sia per i deputati che per il personale; che il lavoro da casa non costituisce un'alternativa alla custodia dei bambini; che il Parlamento, in quanto datore di lavoro e istituzione che funge da modello per la società nel suo complesso, può beneficiare di una forza lavoro motivata e di un ambiente sano e che i lavoratori dovrebbero poter conciliare vita professionale e vita privata durante tutto l'arco della loro carriera;

Osservazioni generali

1.

ribadisce il suo forte impegno a favore della parità di genere e sostiene l'integrazione della dimensione di genere quale uno dei suoi approcci politici ufficiali per garantire tale parità; si rammarica per l'attuazione frammentata dell'integrazione della dimensione di genere nei settori politici e nelle istituzioni a livello dell'UE; sottolinea che la parità di genere è una responsabilità comune, che richiede l'azione di tutte le istituzioni, degli Stati membri e delle agenzie dell'Unione, in collaborazione con la società civile e con le organizzazioni femminili, con le parti sociali e con il settore privato;

2.

sottolinea che le donne rappresentano la metà della popolazione e sono pertanto esposte diversamente a forme di discriminazione intersezionali; evidenzia che le misure volte a garantire la parità di genere devono includere un approccio intersettoriale finalizzato a non lasciare indietro nessuno e a eliminare tutte le forme di discriminazione, comprese le forme intersecanti; sottolinea la necessità di creare altresì processi partecipativi che coinvolgano tutti gli attori pertinenti e combinino approcci sia dall'alto che dal basso;

3.

accoglie con favore il crescente numero di donne che partecipano alla politica, ma sottolinea che siamo ben lontani dal raggiungere la parità di genere e che le donne con un profilo pubblico, come le donne in politica e le attiviste, sono spesso oggetto di molestie finalizzate a scoraggiarne la presenza nella vita pubblica e nella sfera decisionale; sottolinea che nessuna legislazione o politica femminista finalizzata a conseguire la parità di genere in tutti i settori può essere concepita senza la presenza delle donne nel processo decisionale; ricorda l'importanza di disporre di un ambiente di lavoro che tiene conto della dimensione di genere al fine di migliorare la rappresentanza delle donne a tutti i livelli del Parlamento, anche in seno ai gruppi politici e negli uffici dei deputati;

4.

prende atto della mancanza di dati quantitativi e qualitativi sull'integrazione della dimensione di genere all'interno delle istituzioni dell'UE che vadano oltre i dati sul numero di donne nelle varie posizioni; chiede pertanto la compilazione di statistiche di genere complete e si impegna a creare indicatori qualitativi sulla parità di genere onde raccogliere ulteriori dati disaggregati per genere, al fine di continuare a migliorare la parità di genere;

5.

accoglie con favore lo strumentario per i parlamenti sensibili al genere («Gender-sensitive parliaments toolkit») dell'EIGE, che si concentra su cinque settori chiave da affrontare: pari opportunità di essere eletti in parlamento, pari opportunità di influenzare le procedure di lavoro del parlamento, spazio adeguato nell'agenda parlamentare per gli interessi e le preoccupazioni delle donne, elaborazione di normative che tengano conto della dimensione di genere e adempimento della funzione simbolica del parlamento;

6.

accoglie con favore l'adozione di piani d'azione in materia di genere da parte di tutte le commissioni parlamentari; rileva, tuttavia, la mancanza di monitoraggio e attuazione di tali piani; invita, pertanto, le commissioni a monitorare i propri piani d'azione in materia di genere al fine di misurare i progressi e garantirne l'attuazione; evidenzia che la rete per l'integrazione della dimensione di genere del Parlamento è responsabile dell'integrazione di un approccio inclusivo di genere nell'ambiente e nelle attività delle commissioni e delle delegazioni;

7.

accoglie con favore la nuova disposizione del regolamento del Parlamento adottata nel 2019, che stabilisce l'obbligo di adottare un piano d'azione in materia di genere volto a integrare una prospettiva di genere in tutte le attività del Parlamento, a tutti i livelli e in tutte le fasi; accoglie con favore l'adozione di un piano d'azione sulla parità di genere nel luglio 2020 e di una tabella di marcia per la sua attuazione nell'aprile 2021; chiede l'elaborazione di relazioni di monitoraggio periodico dei progressi compiuti nell'attuazione del piano d'azione sulla parità di genere; deplora che il piano d'azione sulla parità di genere e la relativa tabella di marcia non siano di pubblico dominio e che la maggior parte delle misure previste siano formulate come principi senza obiettivi e obblighi chiari, il che indica una mancanza di impegno politico a favore della loro attuazione;

8.

chiede una cooperazione strutturata ancora più forte tra tutte le istituzioni dell'UE nell'applicazione dell'integrazione della dimensione di genere ai fini di un miglior conseguimento della parità di genere; ritiene che il Parlamento e i gruppi politici dovrebbero unire le forze per migliorare la parità di genere e combattere i movimenti anti-femministi e anti-genere, che sono sempre antidemocratici, sia in Europa che nel mondo;

Possibilità di entrare al Parlamento

9.

osserva che la percentuale di donne elette al Parlamento europeo è leggermente diminuita dalla fine della scorsa legislatura, passando da circa il 39,6 % al 39,1 %; accoglie tuttavia con favore la leadership del Parlamento in questo settore, compresi i progressi compiuti in materia di rappresentanza politica femminile, che è superiore alla media del 30,4 % riscontrata in tutti i parlamenti nazionali degli Stati membri ed è notevolmente superiore alla media mondiale del 25,2 % per i parlamenti nazionali; plaude al fatto che alcuni Stati membri e partiti politici abbiano introdotto norme per garantire l'equilibrio di genere nelle loro liste elettorali e insiste sulla necessità di garantire la parità di genere attraverso liste chiuse o altri metodi equivalenti nella prossima revisione della legge elettorale dell'UE (16), affinché i candidati donne e uomini abbiano pari opportunità di essere eletti;

10.

incoraggia gli Stati membri a tenere conto della necessità di parlamenti inclusivi in termini di genere in fase di revisione delle loro leggi elettorali; incoraggia inoltre i partiti politici nazionali a introdurre quote al momento di scegliere i candidati elettorali, anche se la legge non lo prevede; invita a tal fine a una condivisione tra i partiti politici dei meccanismi di sostegno e delle migliori prassi; sottolinea che, al fine di garantire la presenza di candidate donne, l'organizzazione e le procedure interne dei partiti devono essere sensibili alla dimensione di genere, includendo misure quali l'esplicito riferimento alla parità di genere nelle regole del partito, la fissazione di quote di genere per i ruoli decisionali e la garanzia dell'esistenza di forum ben funzionanti per le attività di lobbismo, promozione e discussione, tra cui le sezioni femminili e i comitati delle donne;

11.

deplora la mancanza di procedure di assunzione che tengano conto della dimensione di genere in seno al Parlamento e chiede ai servizi e gruppi politici del Parlamento di promuovere tali procedure onde evitare la discriminazione e aumentare la presenza delle donne in ambiti in cui queste ultime sono sottorappresentate, sia nell'amministrazione che nei gruppi politici; chiede l'adozione di misure concrete per colmare il divario;

Possibilità di influenzare le procedure di lavoro del Parlamento

12.

plaude all'Ufficio di presidenza del Parlamento, completamente equilibrato sotto il profilo del genere, con otto vicepresidenti donne su 14 e due questori donne su cinque; osserva, tuttavia, che solo tre dei sette gruppi politici del Parlamento hanno donne come presidenti o copresidenti, 8 delle 25 commissioni sono attualmente presiedute da donne e 15 dei 43 presidenti di delegazione sono donne; chiede un miglioramento dell'equilibrio di genere nella dirigenza delle commissioni, delle delegazioni e dei gruppi politici; accoglie con favore la modifica all'articolo 213, paragrafo 1, del regolamento del Parlamento, che prevede che l'ufficio di presidenza di ciascuna commissione sia equilibrato sotto il profilo del genere; deplora, tuttavia, che tale modifica entrerà in vigore solo all'apertura della prima tornata successiva alle prossime elezioni del Parlamento, che si terranno nel 2024;

13.

chiede che venga garantito l'equilibrio di genere a tutti i livelli del lavoro della plenaria, delle commissioni e delle delegazioni, anche nella nomina dei coordinatori, dei relatori e dei relatori ombra e nella distribuzione del tempo di parola;

14.

chiede che siano messe in atto misure volte a contrastare la segregazione orizzontale per garantire l'equilibrio di genere in seno alle diverse commissioni e per porre fine alla concentrazione di genere dei portafogli, che porta all'attribuzione di un valore inferiore a settori caratterizzati da una maggiore percentuale di donne;

15.

invita i gruppi politici e le loro segreterie a stabilire norme interne e altre misure pertinenti, quali codici di condotta e strumenti di integrazione della dimensione di genere, formazioni e monitoraggio per garantire la parità di genere nel loro funzionamento interno, in particolare per quanto riguarda le nomine e la ripartizione dei ruoli e delle responsabilità; chiede che siano messe a disposizione dei gruppi politici guide e consulenze sulle migliori prassi, tra cui formazioni per il personale e i deputati sull'integrazione della dimensione di genere, affinché possano comprendere e attuare meglio il concetto di integrazione della dimensione di genere nel loro funzionamento interno;

16.

invita le direzioni generali competenti a garantire che la selezione degli autori degli studi sia equilibrata sotto il profilo del genere;

17.

osserva che, nonostante tutti i progressi e gli sforzi compiuti, la parità di genere a tutti i livelli direttivi dell'amministrazione del Parlamento non è ancora stata raggiunta; si compiace del fatto che, a livello di direttori, sia stata raggiunta la parità, ma deplora che le donne rappresentino solo il 23,1 % dei direttori generali e il 39,3 % dei capi unità; elogia, al riguardo, l'obiettivo dell'amministrazione del Parlamento di far sì che le donne occupino il 50 % delle posizioni dirigenziali di grado intermedio e superiore e il 40 % delle posizioni di massimo livello nell'amministrazione entro il 2024; chiede che sia data priorità all'assunzione di donne ove queste siano sottorappresentate e i rispettivi meriti dei candidati siano uguali; sottolinea la necessità di sviluppare e rafforzare le competenze in materia di genere a livello dirigenziale; chiede che vengano attuati programmi di tutoraggio;

18.

chiede la raccolta di dati sulla rappresentanza verticale e orizzontale del personale dei gruppi politici e di dati anonimizzati sui divari retributivi per gli assistenti dei deputati, il personale dei gruppi e il personale amministrativo, al fine di garantire la trasparenza retributiva;

19.

chiede che siano raccolti regolarmente dati disaggregati per genere sulla percentuale di personale parlamentare che lavora a tempo parziale; chiede che sia intrapresa un'azione sulla base dei dati esistenti (17) per far fronte agli squilibri significativi e valutare in che modo il Parlamento possa fornire ulteriore sostegno qualora il personale desideri tornare al lavoro a tempo pieno;

20.

sottolinea che le molestie sul luogo di lavoro costituiscono un grave attacco alla salute psicologica e fisica di una persona e possono farla sentire insicura sul lavoro e, in alcuni casi, impedirle di svolgere il proprio lavoro; osserva che le donne hanno molte più probabilità di essere esposte a molestie sessuali rispetto agli uomini; ritiene che, nonostante gli sforzi finora compiuti per garantire una politica anti-molestie, sussistano ancora casi di molestie sessuali in seno al Parlamento e che sarebbe opportuno intensificare gli sforzi tesi a prevenire le molestie sessuali; ribadisce pertanto il suo invito ad attuare le seguenti misure al fine di migliorare le politiche anti-molestie:

a)

pubblicare la valutazione esterna effettuata sul Comitato consultivo competente per le denunce di molestie morali riguardanti i deputati;

b)

svolgere, ad opera di revisori esterni scelti in modo trasparente, una valutazione indipendente dell'attuale comitato antimolestie del Parlamento che si occupa delle denunce di molestie sessuali tra il personale per quanto riguarda la sua efficacia e, se necessario, proporre eventuali modifiche quanto prima e prima della fine della presente legislatura, al fine di garantire l'indipendenza da influenze politiche e l'equilibrio di genere ed evitare conflitti di interesse nelle strutture esistenti;

c)

garantire un'analisi più completa e olistica delle denunce e dei mezzi di ricorso e modificare la composizione del comitato consultivo e del comitato antimolestie, al fine di garantire che gli esperti indipendenti con comprovata esperienza nell'affrontare le questioni relative alle molestie sul luogo di lavoro, compresi medici, terapeuti ed esperti giuridici, siano membri formali con pieno diritto di voto;

d)

introdurre una formazione obbligatoria sulla lotta alle molestie per tutti i deputati e renderla facilmente accessibile, anche mettendo a disposizione tale formazione in tutte le lingue ufficiali o con interpretazione e rivolgendo le attività di sensibilizzazione alle singole delegazioni e ai singoli gruppi politici;

e)

introdurre una formazione obbligatoria sulla politica anti-molestie del Parlamento per tutte le persone che lavorano regolarmente nei locali del Parlamento, che fornisca loro gli strumenti per riconoscere e segnalare tutte le forme di molestie, tra cui, in particolare, le molestie sessuali, nonché informazioni mirate sulle strutture di sostegno disponibili, che renderanno tali strutture di sostegno maggiormente note e facilmente accessibili;

21.

si impegna a garantire un buon equilibrio tra vita professionale e vita privata per i deputati, il personale dei gruppi, gli assistenti parlamentari accreditati e il personale amministrativo, ad esempio adottando orari di lavoro favorevoli all'equilibrio tra vita professionale e vita privata e impegnandosi con la Commissione e il Consiglio a definire una soluzione comune per le riunioni che coinvolgono le tre istituzioni; chiede una revisione delle misure relative all'equilibrio tra attività professionale e vita familiare al fine di migliorare e rafforzare il quadro attuale, tenendo conto, tra l'altro, degli effetti del telelavoro all'indomani della pandemia di Covid-19 e bilanciando le strutture di lavoro flessibili con i requisiti di un Parlamento ben funzionante e forte;

22.

chiede un aumento del congedo di maternità e di paternità non trasferibile per il personale del Parlamento che accoglie un figlio, per un totale di sei mesi per ciascun genitore da prendere durante il primo anno; sottolinea che i sei mesi di congedo parentale dovrebbero essere disponibili entro i primi tre anni di vita del bambino; deplora il fatto che, usufruendo del congedo parentale, il personale delle istituzioni dell'UE riceva soltanto un'indennità fissa anziché il 100 % dello stipendio, il che costituisce un forte disincentivo ad avvalersi di tale congedo; chiede che il congedo parentale sia pienamente retribuito; accoglie con favore le indennità messe a disposizione delle famiglie dei dipendenti del Parlamento;

23.

chiede, in particolare, che la maternità, la paternità e il congedo parentale siano riconosciuti ai deputati al Parlamento attraverso una modifica allo statuto dei deputati al Parlamento europeo; chiede, inoltre, l'attuazione di soluzioni che garantiscano ai deputati la possibilità di continuare a lavorare durante il congedo di maternità, paternità o parentale, come il mantenimento della possibilità di votare a distanza durante il congedo o l'esame della possibilità di una sostituzione temporanea, in modo da garantire che gli elettori non siano non rappresentati mentre il loro deputato è in congedo e che i deputati non siano sottoposti a pressioni affinché tornino immediatamente al lavoro; sottolinea che la decisione di ricorrere a un sostituto temporaneo spetta al deputato interessato;

24.

chiede che i servizi del Parlamento esaminino l'impatto che la menopausa ha sulla vita lavorativa delle dipendenti del Parlamento; sottolinea che tale esame dovrebbe basarsi su dati comprovati e includere orientamenti sulla gestione dei sintomi della mezza età e della menopausa sul piano medico e nella vita quotidiana, utilizzando linee guida nazionali e internazionali; chiede che si tenga conto della menopausa nelle politiche di gestione delle malattie e delle presenze;

Importanza della prospettiva di genere nelle attività parlamentari

25.

accoglie con favore il lavoro svolto dalla commissione FEMM, dal gruppo di alto livello sull'uguaglianza di genere e la diversità e dalla rete per l'integrazione della dimensione di genere quali organi principali per garantire l'integrazione della dimensione di genere in seno al Parlamento; chiede, tuttavia, una cooperazione e un coordinamento più stretti e strutturati tra tali organi, in particolare in circostanze eccezionali come la crisi della Covid-19 e le sue conseguenze, attraverso riunioni periodiche per condividere informazioni ed elaborare relazioni tematiche congiunte;

26.

accoglie con favore una nuova iniziativa della Conferenza dei presidenti di delegazione volta a invitare tutte le delegazioni a nominare membri incaricati dell'integrazione della dimensione di genere ed elogia la cooperazione tra la rete per l'integrazione della dimensione di genere e i membri responsabili in materia di genere e diversità nelle delegazioni;

27.

chiede l'inclusione della rete per l'integrazione della dimensione di genere nel regolamento per riflettere il suo ruolo volto a promuovere l'integrazione della dimensione di genere nelle attività delle commissioni e delegazioni parlamentari; chiede che siano messe in atto le risorse necessarie per svolgere le sue funzioni e formulare raccomandazioni pertinenti; chiede l'inclusione di un tema di discussione permanente all'ordine del giorno delle riunioni di commissione;

28.

plaude alla sessione di formazione dell'EIGE per i deputati sulle valutazioni dell'impatto di genere e sul bilancio di genere, che è stata creata su misura per il Parlamento; incoraggia una collaborazione più stretta con l'EIGE mediante l'offerta di formazioni regolari sull'integrazione della dimensione di genere ai deputati, al personale dei gruppi, agli assistenti parlamentari, ai servizi parlamentari e al personale delle segreterie di commissione; ricorda l'importanza di offrire programmi adeguati alle esigenze e alle conoscenze concrete a livello sia politico che amministrativo;

29.

sottolinea che la FEMM, in quanto commissione a tutti gli effetti responsabile dei diritti delle donne e della parità di genere, lavora su molte questioni orizzontali che spesso riguardano il lavoro di altre commissioni; osserva che l'inclusione dei suggerimenti della commissione FEMM sotto forma di pareri o di emendamenti varia tra le altre commissioni; plaude all'impegno contenuto nella tabella di marcia di raccogliere, attraverso i servizi e gli organismi competenti, indicatori chiari per misurare se il contributo della commissione FEMM venga incorporato nel lavoro di altre commissioni e nella posizione finale del Parlamento; chiede un monitoraggio sistematico, trasparente e responsabile dell'integrazione delle proposte presentate dalla commissione FEMM che è essenziale per garantire che i principi dell'uguaglianza di genere e dell'integrazione della dimensione di genere siano attuati in modo corretto;

30.

sottolinea l'importanza degli emendamenti presentati dalla commissione FEMM nei suoi pareri per garantire l'integrazione della dimensione di genere; chiede, nel contesto delle relazioni d'iniziativa, il miglioramento della cooperazione tra commissioni nella definizione della tempistica per garantire un tempo sufficiente tra il momento in cui il progetto di relazione della commissione competente è disponibile e il voto in commissione per consentire alla commissione FEMM di esprimere la propria posizione sotto forma di emendamenti al progetto di relazione; sottolinea che i membri della rete per l'integrazione della dimensione di genere sono responsabili dell'inclusione di misure di integrazione della dimensione di genere nelle loro commissioni; deplora che questo lavoro sia stato finora molto ad hoc e ritiene che dovrebbe essere attuato in maniera più strutturata;

31.

chiede che tutte le missioni delle commissioni e delle delegazioni siano equilibrate dal punto di vista del genere e che siano esaminate le dimensioni dell'uguaglianza di genere e dei diritti delle donne; chiede, inoltre, di includere incontri con le organizzazioni che promuovono la parità di genere nei programmi delle missioni;

32.

accoglie con favore l'impegno, contenuto nel piano d'azione sulla parità di genere e nella relativa tabella di marcia, a garantire che tutte le commissioni e gli altri organi che organizzano audizioni, seminari e conferenze comprendano gruppi di esperti e consulenti equilibrati sotto il profilo del genere con le qualifiche per esaminare le dimensioni della parità di genere e dei diritti delle donne nell'area di interesse specifico; chiede la definizione di obiettivi chiari per attuare tale disposizione;

33.

elogia la settimana della parità di genere, che ha avuto luogo per la prima volta nel 2020 in Parlamento, in cui tutte le commissioni e delegazioni parlamentari sono state invitate a tenere eventi sulla parità di genere nei loro settori di competenza; accoglie con favore il proseguimento di questa iniziativa di successo e il fatto che 16 commissioni e 6 delegazioni abbiano partecipato e che siano stati organizzati 21 eventi per l'edizione 2021; invita tutti gli organi del Parlamento, comprese le commissioni e le delegazioni che non l'abbiano ancora fatto, ad aderire e a contribuire a tale iniziativa, che sensibilizza e rafforza la cooperazione su base regolare;

34.

chiede alla rete per l'integrazione della dimensione di genere, al gruppo di alto livello sull'uguaglianza di genere e la diversità e FEMM e alle commissioni per i bilanci e il controllo dei bilanci di elaborare e adottare orientamenti specifici per attuare l'integrazione della dimensione di genere e il bilancio di genere;

35.

accoglie con favore lo studio dell'EPRS sull'integrazione della dimensione di genere in seno al Parlamento; osserva, tuttavia, che l'EPRS deve ripetere tale studio regolarmente e sulla base di statistiche di genere quantitative e qualitative e di dati disaggregati per genere, che dovrebbero essere raccolti sistematicamente e resi disponibili dai servizi del Parlamento nell'ambito del suo piano d'azione e della sua tabella di marcia sulla parità di genere;

36.

accoglie con favore la traduzione degli orientamenti su un linguaggio neutro dal punto di vista del genere in tutte le lingue ufficiali dell'UE; deplora la mancanza di attuazione di tali orientamenti e chiede ulteriori azioni di sensibilizzazione e corsi di formazione specifici per i giuristi-linguisti del Parlamento; chiede una revisione periodica degli orientamenti e delle loro traduzioni, al fine di garantire che riflettano gli sviluppi di ciascuna lingua e rimangano accurati;

37.

si impegna a garantire un'allocazione sufficiente di fondi e di risorse umane per l'integrazione della dimensione di genere e a migliorare la cooperazione e il coordinamento tra i vari organi che si occupano di parità di genere e di diversità in Parlamento;

Elaborare una legislazione con una prospettiva di genere

38.

sottolinea l'importanza delle valutazioni dell'impatto di genere per l'elaborazione di proposte legislative e di valutazioni delle iniziative legislative che tengano conto della dimensione di genere; deplora che gli impatti di genere siano raramente affrontati nell'ambito delle valutazioni d'impatto della Commissione e che gli orientamenti della Commissione in materia di valutazione d'impatto per il quadro finanziario pluriennale QFP 2021-2027 raccomandino che la parità di genere venga presa in considerazione nel processo decisionale solo quando è «proporzionato» farlo; invita la Commissione a modificare il suo approccio, ad effettuare e a pubblicare una valutazione di impatto di genere per ogni proposta legislativa e a includere obiettivi e indicatori di rendimento esplicitamente legati al genere nella sua proposta; si impegna ad effettuare una valutazione dell'impatto di genere per ciascuna relazione d'iniziativa legislativa con l'obiettivo di includere la prospettiva di genere; si impegna a ricercare nuovi metodi e strumenti per migliorare l'integrazione della dimensione di genere nel processo legislativo;

39.

deplora il fatto che, nel complesso, l'integrazione della dimensione di genere non sia stata ancora applicata in tutto il bilancio dell'UE e che il contributo del bilancio al conseguimento della parità di genere non sia stato adeguatamente monitorato; chiede un'attuazione sistematica dell'integrazione della dimensione di genere nel bilancio dell'UE; pone in evidenza che una prospettiva di genere deve essere integrata a tutti i livelli della procedura di bilancio, al fine di utilizzare le entrate e le spese per conseguire gli obiettivi in materia di parità di genere; accoglie con favore le azioni previste nel piano d'azione sulla parità di genere e nella relativa tabella di marcia del Parlamento in materia di bilancio di genere e chiede di attuarle quanto prima;

40.

elogia i negoziatori del Parlamento per l'inclusione dell'integrazione della dimensione di genere come principio orizzontale nel QFP 2021-2027; plaude, in particolare, all'impegno della Commissione di mettere in atto una metodologia per misurare la spesa pertinente di programmi finanziati attraverso il QFP 2021-2027 al più tardi entro la fine del 2022; invita la Commissione a migliorare la responsabilità e la trasparenza di bilancio, ad applicare la nuova metodologia a tutti i programmi di finanziamento dell'UE e ad attuare il bilancio di genere nella revisione intermedia dell'attuale QFP; esorta la Commissione ad agire in base alle raccomandazioni della Corte dei conti europea al riguardo;

41.

accoglie con favore il fatto che l'obiettivo generale di attenuare l'impatto sociale ed economico della crisi Covid-19, in particolare sulle donne, e l'obbligo di includere una spiegazione del modo in cui le misure dei piani nazionali di ripresa e resilienza dovrebbero contribuire alla parità di genere siano stati inclusi nel regolamento sul dispositivo per la ripresa e la resilienza (18); deplora, tuttavia, che l'invito della FEMM a includere un capitolo specifico sulla parità di genere nei piani nazionali non sia stato incluso; sottolinea che una comunicazione che tenga conto della dimensione di genere e misure relative all'integrazione della dimensione di genere non possono essere sostituite solo dal monitoraggio sociale e dagli investimenti sociali; ritiene che la parità di genere meriti una propria metodologia di integrazione come parte del dispositivo per la ripresa e la resilienza e ricorda che l'EIGE ha elaborato una metodologia adatta;

42.

invita la Commissione a monitorare attentamente l'attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza, in particolare per quanto riguarda le disposizioni esistenti in materia di parità di genere, e a includere indicatori pertinenti nel quadro di valutazione della ripresa e della resilienza per monitorare l'impatto dei piani nazionali sulla parità di genere e l'importo dei fondi stanziati e spesi a sostegno di tale obiettivo; sottolinea la necessità di integrare la parità di genere nell'architettura della governance economica dell'UE e del semestre europeo;

43.

deplora che diversi programmi di finanziamento dell'UE potenzialmente in grado di contribuire all'uguaglianza di genere, come i Fondi strutturali e d'investimento europei, la politica agricola comune e Erasmus, non abbiano tenuto efficacemente conto della parità di genere;

44.

sottolinea che il dialogo sociale è uno strumento chiave per tutte le parti coinvolte nei processi decisionali ed è, quindi, essenziale per migliorare la parità di genere in tutte le istituzioni dell'UE;

45.

invita la Commissione a rafforzare il quadro istituzionale per sostenere l'integrazione della dimensione di genere e a tradurre il suo impegno a favore dell'integrazione di genere in azioni specifiche; chiede alla Commissione di adottare un piano di attuazione per l'integrazione della dimensione di genere in ciascun settore politico;

46.

deplora che la Commissione non disponga di una strategia completa per la formazione in materia di integrazione della dimensione di genere e offra solo un unico corso introduttivo non obbligatorio al proprio personale; esorta la Commissione a sviluppare una strategia di formazione sull'integrazione della dimensione di genere, a garantire che la formazione sia disponibile per tutto il personale e a fare pieno uso degli strumenti e delle competenze dell'EIGE in materia di integrazione della dimensione di genere;

47.

invita la Commissione a disaggregare sistematicamente i dati per genere al momento della raccolta e a tenere conto della dimensione di genere in sede di valutazione e comunicazione dei programmi dell'UE; invita la Commissione a includere nelle prossime proposte legislative l'obbligo di raccogliere sistematicamente dati disaggregati per genere e indicatori di uguaglianza di genere pertinenti per tutti i programmi e a includere obblighi di monitoraggio e di valutazione che tengano conto della dimensione di genere; sottolinea l'importanza del monitoraggio e della valutazione che tengano conto della dimensione di genere al fine di conseguire meglio gli obiettivi dell'integrazione della dimensione di genere;

48.

deplora la mancanza di impegno del Consiglio a elaborare normative con una prospettiva di genere e ribadisce le sue richieste di sbloccare la ratifica, da parte dell'UE, della convenzione di Istanbul, la direttiva orizzontale antidiscriminazione, che garantirà che sia presa in considerazione la dimensione intersettoriale nella lotta alla discriminazione di genere, e la direttiva sulla presenza delle donne nei consigli di amministrazione;

49.

esorta gli Stati membri a recepire e attuare integralmente la direttiva sull'equilibrio tra attività professionale e vita familiare e invita la Commissione a monitorarla efficacemente;

50.

ribadisce il suo invito al Consiglio e al Consiglio europeo ad istituire una configurazione del Consiglio sulla parità di genere, dal momento che l'UE necessita di una piattaforma per lo scambio intergovernativo sull'uguaglianza di genere e di un forum formale dei ministri responsabili delle questioni dell'uguaglianza di genere, al fine di rafforzare l'integrazione della dimensione di genere in tutte le politiche e le normative dell'UE, sviluppare il dialogo e la cooperazione tra gli Stati membri, scambiare le migliori prassi e le normative, sbloccare i negoziati sui principali fascicoli relativi alla parità di genere, dare risposte comuni ai problemi a livello dell'UE e garantire che le questioni relative alla parità di genere siano discusse al più alto livello politico;

51.

chiede che l'integrazione della dimensione di genere sia attuata in modo migliore e più efficiente nella Conferenza sul futuro dell'Europa, attraverso un maggior coordinamento tra i pertinenti organi parlamentari per rafforzare la dimensione di genere dei contributi dei gruppi di lavoro e delle discussioni e delle proposte della plenaria della conferenza;

52.

chiede, inoltre, misure che garantiscano l'integrazione della dimensione di genere e misure mirate specifiche per conseguire la parità di genere, quali la legislazione, le raccomandazioni e le politiche relative alla violenza di genere, alla trasparenza retributiva e all'assistenza;

Parità di genere e diversità nella funzione simbolica del Parlamento

53.

sottolinea che, affinché il Parlamento sensibile alla dimensione di genere, esso dovrebbe essere consapevole dei significati simbolici veicolati all'interno dell'istituzione e dalla stessa attraverso la sua strategia di comunicazione e la progettazione di spazi fisici e prestarvi attenzione; chiede che i suoi sforzi in questi settori siano intensificati;

54.

chiede che siano adottati obiettivi concreti per garantire l'equilibrio di genere nella denominazione e nella ridenominazione degli edifici, delle stanze e degli altri spazi fisici del Parlamento;

55.

accoglie con favore l'impegno contenuto nella tabella di marcia di effettuare un'analisi degli spazi dedicati all'assistenza all'infanzia nei locali del Parlamento, compresi gli spazi per l'allattamento, e chiede l'impegno a ridisegnarli, ove opportuno, una volta prodotta l'analisi preventiva concordata del loro stato attuale;

56.

chiede che sia effettuata un'analisi della distribuzione e della progettazione dei servizi igienici del Parlamento per valutare la necessità di adattarli alle esigenze di tutti i generi, anche attraverso misure quali l'introduzione di servizi igienici neutri rispetto al genere e l'aumento del numero di servizi igienici con cestini della spazzatura e lavandini individuali per facilitare l'uso delle coppette mestruali e di altri prodotti sanitari;

57.

chiede che la strategia di comunicazione del Parlamento sia rivista, anche attraverso misure quali la creazione di un protocollo per commemorare le vittime di femminicidio e la revisione del sito web del Parlamento, al fine di includere una sezione specifica sulla parità di genere nel menu principale, informazioni pertinenti sui dossier chiave, come il processo di ratifica della convenzione di Istanbul da parte dell'UE e un aggiornamento delle informazioni sulla storia e sulla composizione del Parlamento per tenere conto del genere;

Conclusioni

58.

ribadisce la sua richiesta di effettuare un audit (19) per tracciare una mappa della situazione attuale in termini di parità di genere e integrazione della dimensione di genere e formulare raccomandazioni sugli aspetti sia politici che amministrativi delle attività del Parlamento; suggerisce che tale audit riguardi tutti i settori e gli indicatori elaborati nell'ambito dello strumentario per i parlamenti sensibili al genere («Gender-sensitive parliaments toolkit») dell'EIGE e individui le norme che agevolano o impediscono la parità di genere in ogni aspetto analizzato, affinché il piano d'azione del Parlamento sulla parità di genere e la relativa tabella di marcia siano aggiornati; chiede l'inclusione in tale audit di una valutazione dell'impatto di genere sull'attuazione di un requisito fisso in materia di equilibrio di genere in tutte le strutture parlamentari, comprese le commissioni, le delegazioni e le missioni;

59.

sottolinea che alcuni settori contemplati dal piano d'azione sulla parità di genere e dalla tabella di marcia sono intrinsecamente legati all'organizzazione politica dei gruppi e richiedono, pertanto, una riflessione politica che coinvolga tutti i gruppi; chiede l'istituzione di un gruppo di lavoro temporaneo nel quadro della Conferenza dei presidenti, composto da rappresentanti di ciascun gruppo politico e presieduto dai relatori permanenti del Parlamento per l'integrazione della dimensione di genere al fine di orientare i lavori in tale ambito, attuare la presente risoluzione e coordinarsi con il gruppo di alto livello sull'uguaglianza di genere e la diversità, l'Ufficio di presidenza del Parlamento europeo, la commissione FEMM, la rete per l'integrazione della dimensione di genere, se del caso; incoraggia i gruppi politici a istituire tale gruppo di lavoro entro la metà del 2022;

o

o o

60.

incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.

(1)  GU L 188 del 12.7.2019, pag. 79.

(2)  GU C 61 E del 10.3.2004, pag. 384.

(3)  GU C 244 E del 18.10.2007, pag. 225.

(4)  GU C 184 E dell'8.7.2010, pag. 18.

(5)  GU C 212 E del 5.8.2010, pag. 32.

(6)  GU C 411 del 27.11.2020, pag. 13.

(7)  GU C 224 del 27.6.2018, pag. 96.

(8)  GU C 232 del 16.6.2021, pag. 48.

(9)  GU C 346 del 27.9.2018, pag. 192.

(10)  GU C 433 del 23.12.2019, pag. 31.

(11)  GU C 456 del 10.11.2021, pag. 208.

(12)  GU C 445 del 29.10.2021, pag. 150.

(13)  GU C 425 del 20.10.2021, pag. 98.

(14)  GU C 456 del 10.11.2021, pag. 191.

(15)  Ahrens, P., «Working against the tide? Institutionalizing Gender Mainstreaming in the European Parliament» (Lavorare contro corrente? Istituzionalizzare l'integrazione della dimensione di genere nel Parlamento europeo), in Gendering the European Parliament: Structures, Policies, and Practices (Genere nel Parlamento europeo: strutture, politiche e prassi), a cura di P. Ahrens e A. L. Rolandsen, Rowman & Littlefield International, 2019, pagg. 85-101.

(16)  Conformemente all'articolo 223 TFUE e alla legge elettorale dell'UE quale stabilita nell'Atto elettorale relativo all'elezione dei rappresentanti del Parlamento europeo a suffragio universale diretto del 1976, modificato nel 2002 (GU L 278 dell'8.10.1976, pag. 5).

(17)  Figuranti nell'opuscolo dal titolo «Le donne al Parlamento europeo» del 2021,

(18)  GU L 57 del 18.2.2021, pag. 17.

(19)  GU C 323 dell'11.8.2021, pag. 33.


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