Choose the experimental features you want to try

This document is an excerpt from the EUR-Lex website

Document 52022IP0059

    Risoluzione del Parlamento europeo dell'8 marzo 2022 sul ruolo della politica di coesione nella promozione di una trasformazione innovativa e intelligente e della connettività regionale delle TIC (2021/2101(INI)

    GU C 347 del 9.9.2022, p. 37–47 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, GA, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    9.9.2022   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 347/37


    P9_TA(2022)0059

    Politica di coesione: promozione di una trasformazione innovativa e intelligente e della connettività regionale delle TIC

    Risoluzione del Parlamento europeo dell'8 marzo 2022 sul ruolo della politica di coesione nella promozione di una trasformazione innovativa e intelligente e della connettività regionale delle TIC (2021/2101(INI)

    (2022/C 347/04)

    Il Parlamento europeo,

    visto l'articolo 174 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea relativo al rafforzamento della coesione economica, sociale e territoriale dell'Unione,

    visto il regolamento (UE) 2021/1060 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 giugno 2021, recante le disposizioni comuni applicabili al Fondo europeo di sviluppo regionale, al Fondo sociale europeo Plus, al Fondo di coesione, al Fondo per una transizione giusta, al Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l'acquacoltura, e le regole finanziarie applicabili a tali fondi e al Fondo Asilo, migrazione e integrazione, al Fondo Sicurezza interna e allo Strumento di sostegno finanziario per la gestione delle frontiere e la politica dei visti (1) (il regolamento recante disposizioni comuni), in particolare il suo primo obiettivo strategico di cui all'articolo 5,

    visto il regolamento (UE) 2021/1058 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 giugno 2021, relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale e al Fondo di coesione (2),

    visto il regolamento (UE) 2021/1059 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 giugno 2021, recante disposizioni specifiche per l'obiettivo «Cooperazione territoriale europea» (Interreg) sostenuto dal Fondo europeo di sviluppo regionale e dagli strumenti di finanziamento esterno (3),

    visto il regolamento (UE) 2021/1057 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 giugno 2021, che istituisce il Fondo sociale europeo Plus (FSE+) e abroga il regolamento (UE) n. 1296/2013 (4),

    visto il regolamento (UE) 2020/2221 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 dicembre 2020, che modifica il regolamento (UE) n. 1303/2013 per quanto riguarda le risorse aggiuntive e le modalità di attuazione per fornire assistenza allo scopo di promuovere il superamento degli effetti della crisi nel contesto della pandemia di COVID-19 e delle sue conseguenze sociali e preparare una ripresa verde, digitale e resiliente dell'economia (REACT-EU) (5),

    visto il regolamento (UE) 2021/1056 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 giugno 2021, che istituisce il Fondo per una transizione giusta (6),

    visto il regolamento (UE) 2021/523 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 marzo 2021, che istituisce il programma InvestEU e che abroga il regolamento (UE) 2015/1017 (7),

    visto il regolamento (UE) 2021/694 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile 2021, che istituisce il programma Europa digitale (regolamento sul programma Europa digitale) (8), dedicato al sostegno della trasformazione digitale nell'UE,

    visto lo strumento per la ripresa Next Generation EU,

    vista la comunicazione della Commissione, del 19 febbraio 2020, dal titolo «Plasmare il futuro digitale dell'Europa» (COM(2020)0067),

    vista la comunicazione della Commissione del 9 marzo 2021 dal titolo «Bussola per il digitale 2030: il modello europeo per il decennio digitale» (COM(2021)0118),

    vista la comunicazione della Commissione del 10 marzo 2020 dal titolo «Una strategia per le PMI per un'Europa sostenibile e digitale» (COM(2020)0103),

    vista la comunicazione della Commissione dell'11 dicembre 2019 sul Green Deal europeo (COM(2019)0640),

    vista la comunicazione della Commissione del 1o luglio 2020 dal titolo «Un'agenda per le competenze per l'Europa per la competitività sostenibile, l'equità sociale e la resilienza» (COM(2020)0274),

    vista la comunicazione della Commissione del 30 settembre 2020 dal titolo «Piano d'azione per l'istruzione digitale 2021-2027 — Ripensare l'istruzione e la formazione per l'era digitale» (COM(2020)0624),

    vista la comunicazione della Commissione del 30 giugno 2021 dal titolo «Una visione a lungo termine per le zone rurali dell'UE: verso zone rurali più forti, connesse, resilienti e prospere entro il 2040» (COM(2021)0345),

    viste le relazioni della Commissione sull'indice di digitalizzazione dell'economia e della società del 2020,

    visto lo studio del suo dipartimento tematico per le politiche strutturali e di coesione, del 15 giugno 2018, dal titolo «Digital Agenda and Cohesion Policy» (Agenda digitale e politica di coesione),

    vista la dichiarazione di impegno sulle donne nel digitale del 9 aprile 2019, firmata da ministri e rappresentanti degli Stati membri e dell'UE nonché dalla Norvegia e dal Regno Unito,

    vista la dichiarazione di Berlino sulla società digitale e su un governo digitale fondato sui valori dell'8 dicembre 2020,

    vista la relazione dell'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere del 16 ottobre 2020 dal titolo «Gender Equality Index 2020: Digitalisation and the future of work» (Indice sull'uguaglianza di genere 2020: la digitalizzazione e il futuro del lavoro),

    vista la raccomandazione del Consiglio dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici (OCSE) sulla connettività a banda larga, modificata il 24 febbraio 2021,

    viste le conclusioni del Consiglio europeo del 2 ottobre 2020 sulla COVID-19, il mercato unico, la politica industriale, il digitale e le relazioni esterne, in particolare quelle sulla trasformazione digitale,

    visto il progetto di conclusioni del Consiglio dell'11 dicembre 2020 su una digitalizzazione a vantaggio dell'ambiente,

    visto il progetto di conclusioni del Consiglio del 7 aprile 2021 sul telelavoro nel contesto del lavoro a distanza,

    visto il piano combinato per il telelavoro e il clima della città di Bruxelles,

    visto lo studio del suo dipartimento tematico per le politiche economiche, scientifiche e della qualità di vita, del 30 aprile 2021, dal titolo «The impact of teleworking and digital work on workers and society: Special focus on surveillance and monitoring, as well as on mental health of workers» (L'impatto del telelavoro e del lavoro digitale sui lavoratori e sulla società: particolare attenzione alla sorveglianza e al monitoraggio, nonché alla salute mentale dei lavoratori),

    vista l'azione dell'UE per i piccoli comuni intelligenti, portata avanti dalla Commissione,

    visto lo studio del suo dipartimento tematico Politica strutturale e di coesione, del 30 settembre 2020, dal titolo «EU Lagging Regions: state of play and future challenges» (Regioni dell'UE in ritardo di sviluppo: situazione attuale e sfide future),

    vista la dichiarazione di Cork 2.0 del 5 e 6 settembre 2016 dal titolo «Una vita migliore nelle zone rurali»,

    visto lo studio congiunto del Comitato delle regioni e della Commissione del 18 gennaio 2018 dal titolo «Innovation camp methodology handbook: realising the potential of the entrepreneurial discovery process for territorial innovation and development» (9) (Manuale di metodologia degli Innovation Camp: concretizzare le potenzialità del processo di scoperta imprenditoriale per l'innovazione e lo sviluppo a livello territoriale),

    viste la politica di sviluppo rurale dell'Irlanda per il periodo 2021-2025 dal titolo «Il nostro futuro rurale» e la sua attenzione al telelavoro nelle zone rurali,

    vista la relazione della Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro del 28 settembre 2020 dal titolo «Vita, lavoro e COVID-19»,

    visto lo studio della Commissione dell'agosto 2019 dal titolo «The changing nature of work and skills in the digital age» (10) (L'evoluzione della natura del lavoro e delle competenze nell'era digitale),

    visto il documento di lavoro della Commissione del dicembre 2018 dal titolo «The Geography of EU Discontent» (11) (La geografia del malcontento nell'UE),

    vista la sua risoluzione del 20 maggio 2021 sul tema «Plasmare il futuro digitale dell'Europa: eliminare gli ostacoli al funzionamento del mercato unico digitale e migliorare l'uso dell'IA per i consumatori europei» (12),

    vista la sua risoluzione del 15 gennaio 2020 sul Green Deal europeo (13),

    vista la sua risoluzione del 25 marzo 2021 sulla politica di coesione e le strategie ambientali regionali nella lotta contro i cambiamenti climatici (14),

    vista la sua risoluzione del 20 maggio 2021 sul tema «Invertire l'evoluzione demografica nelle regioni dell'Unione europea utilizzando gli strumenti della politica di coesione» (15),

    visto l'articolo 54 del suo regolamento,

    vista la lettera della commissione per l'occupazione e gli affari sociali,

    vista la relazione della commissione per lo sviluppo regionale (A9-0010/2022),

    A.

    considerando che l'ambizione dell'UE è perseguire politiche digitali efficaci che mettano tutti i cittadini e tutte le imprese in condizione di conseguire un futuro digitale sostenibile e prospero in tutte le regioni;

    B.

    considerando che la trasformazione digitale deve essere equa e inclusiva, generare opportunità e promuovere l'uguaglianza, la qualità della vita, la competitività regionale e la modernizzazione dell'economia;

    C.

    considerando che la transizione digitale deve andare di pari passo con la transizione verde in corso, insieme denominate «la duplice transizione»; che la dimensione sociale di tale processo non deve essere trascurata;

    D.

    considerando che un'economia moderna comporta l'introduzione di nuovi modelli imprenditoriali in linea con le tendenze che rappresentano la quarta rivoluzione industriale, che risponderanno alle moderne sfide delle trasformazioni digitale e verde;

    E.

    considerando che le regioni europee con la maggiore necessità di una transizione sostenibile sono, in generale, quelle che registrano livelli elevati di povertà ed esclusione; che sono necessari misure e investimenti decisivi per una rapida ripresa, che dovrebbe concentrarsi sulla mitigazione degli effetti economici e sociali della pandemia, il rilancio dell'attività economica, la promozione dello sviluppo sostenibile, della transizione verde e della trasformazione digitale nonché l'attuazione dei principi del pilastro europeo dei diritti sociali al fine di migliorare la competitività dell'Europa;

    F.

    considerando che il quadro finanziario pluriennale, associato a Next Generation EU, costituisce ad oggi il maggior pacchetto di stimoli all'economia nell'UE e contribuirà alla ricostruzione di un'Unione più verde, più digitale e più resiliente nell'era post-COVID-19; che allo stesso tempo la nuova politica di coesione rappresenta per gli Stati membri un'opportunità senza precedenti per promuovere la digitalizzazione, in quanto impone loro di destinare un importo minimo alla transizione digitale e di garantire il rispetto di determinate condizioni per ricevere tali finanziamenti, come indicato nel quadro di investimento della politica di coesione 2021-2027;

    G.

    considerando che nell'UE persiste un divario digitale in termini di geografia, età, genere, livello di istruzione, status socioeconomico e reddito, che impedisce ad alcune persone e imprese di cogliere i benefici della trasformazione digitale; che tale divario digitale può isolare ulteriormente le regioni in declino demografico, alimentando gli squilibri territoriali dell'UE;

    H.

    considerando che il livello di copertura della banda larga in Europa dimostra che vi è ancora bisogno di investimenti significativi, in particolare nelle zone rurali, dove il 10 % delle famiglie non è raggiunto dalla copertura di alcuna rete fissa e il 41 % non dispone di una tecnologia a banda larga veloce di nessun tipo e solo il 59 % ha un accesso alla banda larga di prossima generazione (almeno 30 Mbps), rispetto all'87 % delle famiglie nel resto dell'UE (16); che, oltre alla scarsa connettività delle TIC, le zone rurali e periferiche devono spesso far fronte ad altre sfide strutturali, quali la carenza di infrastrutture e servizi, i bassi redditi o la mancanza di strutture per l'istruzione e beni culturali, il che induce le persone altamente qualificate a trasferirsi in zone più promettenti (fuga dei cervelli) (17); che i finanziamenti dell'UE dovrebbero facilitare la fornitura di infrastrutture essenziali per rispondere alle sfide demografiche;

    I.

    considerando che le piccole e medie imprese (PMI) costituiscono la spina dorsale dell'economia europea, poiché rappresentano il 99 % di tutte le imprese dell'UE e danno lavoro a circa 100 milioni di persone; che le PMI generano più della metà del PIL europeo e sono fondamentali non soltanto per realizzare la duplice transizione dell'Unione verso un'economia sostenibile e digitale, ma anche per creare valore aggiunto in tutti i settori dell'economia; che tuttavia soltanto il 17 % delle PMI ha efficacemente integrato le tecnologie digitali nelle proprie attività, rispetto al 54 % delle grandi imprese; che talune industrie e settori tradizionali, quali i settori edile, agroalimentare, tessile e siderurgico, sono in ritardo nella loro trasformazione digitale (18);

    J.

    considerando che, sebbene la pandemia di COVID-19 abbia portato a una massiccia espansione del telelavoro e del lavoro mobile basato sulle TIC (19), il che offre grandi potenzialità di collegare ulteriormente i luoghi di lavoro dai centri urbani alle città più piccole, alle periferie e alle zone rurali, vi sono notevoli differenze nella capacità di telelavoro tra lavoratori ad alta e bassa retribuzione, tra impiegati e operai nonché tra uomini e donne (20); che il lavoro mobile basato sulle TIC e la digitalizzazione dei servizi, a determinate condizioni, possono facilitare una distribuzione geografica più equilibrata dell'occupazione e della popolazione;

    K.

    considerando che per contribuire all'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali, il FSE+ dovrebbe favorire gli investimenti nelle persone e nei sistemi nei settori dell'occupazione, dell'istruzione e dell'inclusione sociale, sostenendo anche nel contempo il miglioramento dei sistemi di istruzione e formazione in termini di qualità, inclusione, efficacia e pertinenza per il mercato del lavoro, compresa la promozione dell'apprendimento digitale e dello sviluppo professionale del personale docente; che ciò sosterrebbe la coesione economica, territoriale e sociale conformemente all'articolo 174 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea;

    L.

    considerando che le esperienze della pandemia di COVID-19 hanno dimostrato quanto sia importante lo sviluppo di infrastrutture digitali per il funzionamento delle economie e delle società, compresi i servizi sanitari, l'istruzione pubblica e la pubblica amministrazione; che la pandemia ha anche acuito molti dei problemi esistenti nelle zone rurali e ha messo in luce la vulnerabilità di tali regioni, in particolare in termini di capacità digitale, qualità ed erogazione dei servizi sanitari, istruzione, accesso alla banda larga, resilienza delle catene del valore e competenze digitali;

    M.

    considerando che, sebbene l'agenda europea per le competenze abbia fissato l'obiettivo che il 70 % della popolazione adulta dell'UE possieda almeno le competenze digitali di base entro il 2025, secondo la Commissione il 42 % della popolazione dell'UE non dispone ancora di competenze digitali di base e il 37 % dei lavoratori non dispone ancora di competenze digitali sufficienti; che vi sono ancora gravi disparità geografiche nelle competenze in materia di TIC; che le donne sono sproporzionatamente sottorappresentate nel settore delle TIC nell'UE, in quanto occupano solo il 17 % dei ruoli specialistici nel settore delle TIC (21) e hanno meno probabilità di possedere competenze digitali specialistiche e di lavorare in settori connessi alle TIC; che nel 2019 meno del 25 % delle imprese nell'UE-27 ha offerto formazioni in materia di TIC al proprio personale, con differenze significative tra Stati membri (22); che il divario di genere è tuttora persistente in particolare per le start-up, e che il 91 % del capitale totale investito nella tecnologia europea nel 2020 è stato destinato a gruppi fondatori composti da soli uomini (23);

    N.

    considerando che lo sviluppo del settore delle TIC e le misure per promuovere l'innovazione sono altresì necessarie per sostenere la digitalizzazione economica e sociale in generale e la digitalizzazione nei settori industriali in particolare;

    O.

    considerando che la digitalizzazione dei servizi pubblici deve andare di pari passo con il diritto alla riservatezza e il diritto alla protezione dei dati personali, conformemente al regolamento generale sulla protezione dei dati (24);

    La politica di coesione per il periodo 2021-2027 e le sfide della duplice transizione

    1.

    accoglie con favore il pacchetto sulla politica di coesione per il periodo 2021-2027 e il suo primo obiettivo strategico (OS 1) incentrato sullo sviluppo di «un'Europa più competitiva e più intelligente attraverso la promozione di una trasformazione economica innovativa e intelligente e della connettività regionale alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC)» (25);

    2.

    sottolinea il ruolo che la nuova politica di coesione può svolgere nel portare avanti la duplice transizione digitale e verde; sottolinea che le componenti della nuova politica di coesione relative al digitale e all'innovazione saranno fondamentali per consentire una trasformazione sostenibile e inclusiva della società verso un'economia più sociale e competitiva e per conseguire gli obiettivi del Green Deal europeo e gli obiettivi del decennio digitale europeo fissati per il 2030; sottolinea la necessità di infrastrutture digitali di qualità ed economicamente accessibili nonché di misure per sviluppare le competenze digitali di tutti i gruppi di utenti, obiettivo che dovrebbe essere perseguito anche attraverso l'uso flessibile e complementare di diverse misure di sostegno e di finanziamento;

    3.

    ricorda che il sostegno a titolo del Fondo europeo di sviluppo regionale e del Fondo di coesione (FESR-FC) nell'ambito dell'OS 1 è a disposizione degli Stati membri per effettuare investimenti a favore dell'innovazione in linea con il concetto di specializzazione intelligente; invita le autorità nazionali e regionali a migliorare il loro approccio alla specializzazione intelligente concentrandosi sui settori e sui progetti più promettenti in termini di opportunità di innovazione e sviluppo sostenibile;

    4.

    pone l'accento sull'importanza del concetto di «piccoli comuni intelligenti» nel far fronte alle sfide climatiche e digitali dell'UE e si compiace dell'integrazione di tale concetto nella politica agricola comune (PAC), nella politica di coesione e nella politica regionale future; insiste affinché gli Stati membri includano l'approccio dei piccoli comuni intelligenti nei loro programmi della politica di coesione a livello nazionale e regionale;

    5.

    ricorda che, a norma del regolamento relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale e al Fondo di coesione, gli Stati membri sono tenuti a destinare almeno l'8 % delle loro risorse nell'ambito dell'obiettivo «Investimenti a favore dell'occupazione e della crescita» allo sviluppo urbano sostenibile; deplora che non sia stato ancora possibile stabilire un'assegnazione analoga per le zone rurali; osserva, a tale proposito, che il regolamento stabilisce che si presti particolare attenzione alla lotta ai cambiamenti ambientali e climatici e allo sfruttamento del potenziale delle tecnologie digitali a fini di innovazione, consentendo alle autorità regionali di concentrare i finanziamenti nel settore dello sviluppo urbano sostenibile;

    6.

    ricorda che il regolamento che istituisce il programma Europa digitale stabilisce che l'azione comune tra tale strumento e il FESR-FC deve contribuire allo sviluppo e al rafforzamento degli ecosistemi regionali e locali dell'innovazione, alla trasformazione industriale e alla trasformazione digitale della società e delle pubbliche amministrazioni;

    7.

    esorta il Consiglio e la Commissione a fissare obiettivi più ambiziosi per lo sviluppo digitale di tutte le regioni dell'UE e chiede un piano d'azione europeo per il digitale per tutte le regioni che fissi obiettivi e misure intermedi per il 2025 e raccomandazioni specifiche per l'UE e gli Stati membri al fine di conseguire risultati tangibili entro il 2030;

    8.

    sottolinea la necessità di garantire che i processi di digitalizzazione tengano in debito conto le specificità e le esigenze particolari delle regioni; ricorda che un approccio unico valido per tutti può rischiare di accentuare il divario esistente tra regioni e territori con livelli diversi di sviluppo;

    9.

    pone l'accento sull'importanza di garantire la coerenza tra i numerosi programmi e iniziative dell'UE che promuovono la digitalizzazione e di creare conseguentemente sinergie con gli strumenti della politica di coesione, in modo da massimizzare le opportunità in tale ambito; esorta gli Stati membri a tenere conto della necessità che gli investimenti nella digitalizzazione includano un obiettivo di crescita che sia in linea con le strategie di sviluppo economico sostenibile, evitando nel contempo duplicazioni;

    10.

    osserva che un sistema di mobilità efficiente è una delle condizioni dello sviluppo economico regionale, della coesione territoriale e dello sviluppo delle potenzialità regionali; sottolinea pertanto la necessità di fornire i finanziamenti necessari per la realizzazione e la manutenzione dei collegamenti di trasporto sostenibili dal punto di vista ambientale e accessibili economicamente, che potrebbero incoraggiare le generazioni più anziane a rimanere più a lungo nel settore agricolo e indurre i giovani dei centri regionali a lavorare nelle zone rurali;

    11.

    sottolinea che le regioni meno sviluppate dell'UE si trovano ad affrontare sfide specifiche; invita la Commissione a offrire a tali regioni un'assistenza su misura volta a rafforzare la capacità amministrativa, le conoscenze e le competenze tecnologiche al fine di garantire una riuscita transizione delle loro economie e società verso un futuro sempre più digitalizzato;

    12.

    si compiace della posizione del Consiglio che sostiene il riconoscimento, da parte della Commissione, della «duplice sfida» della transizione verde e della trasformazione digitale; sottolinea il potenziale della duplice transizione per la creazione di nuovi posti di lavoro verdi e digitali necessari per la ripresa economica dopo la pandemia di COVID-19 ed è convinto che la componente digitale sarà fondamentale per realizzare le ambizioni del Green Deal europeo e gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, come stabilito nella strategia digitale dell'UE «Plasmare il futuro digitale dell'Europa»;

    13.

    sottolinea la necessità di sostenere lo sviluppo di soluzioni digitali non solo per la prevenzione climatica, come la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra attraverso l'efficienza delle risorse digitali e l'innovazione intelligente, ma anche per l'adattamento ai cambiamenti climatici; sottolinea la necessità di sviluppare strumenti e applicazioni digitali di allarme per ridurre gli effetti negativi delle catastrofi naturali, quali inondazioni, frane, ondate di calore e incendi boschivi;

    Colmare le lacune digitali

    14.

    invita la Commissione a garantire che il futuro osservatorio rurale raccolga dati esaustivi e aggiornati sul divario digitale al fine di sostenere gli Stati membri nell'individuare le esigenze delle loro regioni e città; ritiene fondamentale disporre di informazioni aggiornate sui progressi della digitalizzazione in tutte le regioni europee e invita la Commissione a fornire i dati dell'indice di digitalizzazione dell'economia e della società al livello NUTS 2;

    15.

    sottolinea che vi sono due facce della medaglia nel divario digitale: quella delle infrastrutture e quella delle capacità, che hanno origini distinte, e che ad esse devono essere applicate politiche diverse adattate alle loro rispettive caratteristiche;

    16.

    prende atto con preoccupazione del divario digitale che permane all'interno degli Stati membri e tra gli stessi; esprime particolare preoccupazione per il divario digitale tra le zone urbane e quelle rurali in termini di qualità e accessibilità economica delle reti a banda larga (26); ricorda, in particolare, che i futuri investimenti a titolo del FESR-FC dovrebbero contribuire ulteriormente allo sviluppo di reti di infrastrutture digitali ad alta velocità; sottolinea a tale riguardo la necessità di dare priorità alle zone rurali;

    17.

    esorta la Commissione e gli Stati membri a fornire sostegno e assistenza alle piattaforme e ai progetti esistenti nel campo della digitalizzazione inclusiva ed equa quali strumenti per portare nel XXI secolo tutte le regioni dell'UE, comprese le zone remote e rurali;

    18.

    osserva che esiste un divario critico in termini di competenze digitali tra gli adulti nelle zone rurali e quelli che vivono nelle città, che interessa in particolare coloro con una bassa retribuzione, le donne e gli anziani; osserva che tale divario è particolarmente marcato in alcuni Stati membri e aggrava le attuali difficoltà di trovare un lavoro nelle zone rurali; invita gli Stati membri a investire a favore di misure mirate in materia di valorizzazione delle competenze e istruzione al fine di colmare le lacune digitali e sottolinea che tali lacune sono connesse, tra altre cause, alla mancanza di accesso alle reti ad alta capacità;

    19.

    prende atto con grande interesse della bussola digitale della Commissione che cercherà di tradurre le ambizioni digitali dell'Unione per il 2030 in obiettivi concreti nell'ambito di quattro settori principali: competenze, infrastrutture digitali sicure e sostenibili, trasformazione digitale delle imprese e digitalizzazione dei servizi pubblici: chiede alla Commissione di riferire periodicamente in merito ai progressi compiuti in questi quattro settori;

    20.

    è convinto che la digitalizzazione rappresenti un'opportunità per migliorare la qualità della vita e promuovere le opportunità di istruzione, la creazione di posti di lavoro, l'innovazione e una migliore accessibilità ai servizi pubblici nelle regioni rurali e in ritardo di sviluppo, contribuendo in tal modo a invertire le tendenze allo spopolamento e a combattere la fuga dei cervelli;

    21.

    accoglie con favore l'obiettivo del programma relativo alla politica digitale per il 2030 atto a garantire che tutte le zone popolate dell'UE siano coperte dal 5G entro la fine del decennio; invita la Commissione a promuovere, nelle normative in preparazione, misure che agevolino la diffusione delle reti 5G nelle zone rurali, in particolare riducendo o eliminando le procedure amministrative onerose;

    22.

    pone l'accento sulla necessità di colmare il persistente divario digitale tra zone rurali e urbane e di sfruttare il potenziale della connettività e della digitalizzazione nelle zone rurali attraverso la messa a punto di una strategia orizzontale; invita gli Stati membri a utilizzare le risorse della politica di coesione, della PAC e di NextGenerationEU per introdurre e sviluppare un concetto di piccoli comuni intelligenti dopo il 2020 che contribuirà alla digitalizzazione, al rafforzamento del potenziale economico, all'innovazione e all'inclusione sociale nelle zone rurali e all'emancipazione delle comunità rurali attraverso progetti mirati volti a migliorare la connettività e le infrastrutture a banda larga; ricorda, tuttavia, che le strategie di digitalizzazione dovrebbero essere adattate al contesto rurale e attuate con il coinvolgimento e la partecipazione attiva delle stesse comunità rurali e l'applicazione delle tecnologie digitali e della robotica in agricoltura; sottolinea che l'obiettivo per il 2030 della transizione verso un'agricoltura sostenibile può essere realizzato attraverso la promozione di nuove tecnologie, di ricerca e di innovazione e attraverso il continuo trasferimento di conoscenze verso le zone rurali;

    23.

    esorta gli Stati membri a utilizzare nella massima misura possibile e con la massima efficienza le risorse finanziarie a loro disposizione attraverso i fondi strutturali e d'investimento europei e NextGenerationEU al fine di fornire alle regioni il sostegno mirato di cui hanno bisogno per recuperare terreno e superare il divario digitale nelle zone rurali e tra generazioni; invita inoltre gli Stati membri a sostenere l'installazione di reti ad altissima capacità tramite adeguati regimi di finanziamento pubblico nelle zone non servite dal mercato e offrire soluzioni intersettoriali e globali, quali, ad esempio, i piccoli comuni intelligenti e i poli d'innovazione rurale; sostiene gli sforzi per promuovere la digitalizzazione tramite il rafforzamento della concentrazione tematica nella politica di coesione, promuovendo la cooperazione con la Banca europea degli investimenti o con altre banche di sviluppo; richiama l'attenzione sul rischio di accentuare le disparità se non si riuscirà a sostenere adeguatamente le zone più vulnerabili, che spesso hanno una minore capacità di organizzare e utilizzare efficacemente i fondi, pur avendone maggiore bisogno;

    24.

    chiede inoltre la piena attuazione del meccanismo per collegare l'Europa, il cui nuovo strumento di finanziamento per il settore digitale svolgerà un ruolo essenziale, assieme a una maggiore connettività digitale transfrontaliera, nel colmare i divari a livello economico, sociale e territoriale, offrendo una moltitudine di nuove opportunità alle regioni europee e alle zone rurali;

    Digitalizzazione inclusiva ed equa

    25.

    sottolinea la necessità di un processo di digitalizzazione sostenibile e inclusivo che sia socialmente ed economicamente equo e non lasci indietro nessuno; ribadisce che il sostegno nell'ambito dei fondi strutturali e di investimento europei dovrebbe contribuire allo sviluppo delle potenzialità digitali e dell'innovazione nel settore delle PMI per migliorare le capacità e le competenze digitali della popolazione e dovrebbe sostenere l'inclusione nella società digitale e promuovere la coesione economica, sociale e territoriale in tutte le regioni dell'UE, con particolare attenzione alle regioni meno sviluppate;

    26.

    invita gli Stati membri a garantire che la digitalizzazione dei servizi pubblici vada di pari passo con misure che agevolino le capacità di accesso delle persone a Internet senza discriminazioni, restrizioni o ingerenze; ricorda che la premessa di un'efficace transizione digitale è una connessione Internet ad alta capacità stabile ed economicamente accessibile;

    27.

    pone l'accento sulle sfide con cui devono misurarsi le regioni periferiche d'Europa, comprese le sue isole, in termini di connettività digitale; ritiene che la connettività digitale sia uno dei pilastri essenziali di tutte le strategie per le isole europee; chiede ulteriori azioni per rendere inclusiva la transizione digitale per tutte le comunità locali;

    28.

    osserva con preoccupazione che il maggiore ricorso a soluzioni digitali e al telelavoro e al lavoro mobile basato sulle TIC a seguito della pandemia di COVID-19 ha acuito le disuguaglianze esistenti causate dai divari digitali tra i gruppi di popolazione; sottolinea, tuttavia, che a determinate condizioni la digitalizzazione può anche apportare vantaggi sotto il profilo sociale ed economico ai gruppi vulnerabili ed emarginati; richiama l'attenzione sul fatto che le persone escluse dal digitale subiscono una duplice esclusione, poiché possono incontrare difficoltà anche nell'accesso all'istruzione, al mercato del lavoro o ai servizi pubblici essenziali; fa presente che i piccoli comuni intelligenti, in particolare, potrebbero fungere da soluzione pratica nell'aumentare i servizi offerti nelle zone rurali riducendo in tal modo le attuali disuguaglianze;

    29.

    sottolinea che la pandemia di COVID-19 ha messo in luce l'importanza delle soluzioni digitali, segnatamente del telelavoro; esorta la Commissione a presentare una direttiva relativa a norme e condizioni minime riguardanti il telelavoro equo per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori e garantire condizioni di lavoro dignitose, in particolare per quanto riguarda la sua natura volontaria, il rispetto dell'orario di lavoro, i congedi, l'equilibrio tra vita professionale e vita privata e altri diritti digitali sul luogo di lavoro, quali il diritto alla disconnessione, la protezione della vita privata dei lavoratori, anche vietando il monitoraggio a distanza o qualsiasi altra forma di tracciamento e l'uso dell'intelligenza artificiale nei processi di assunzione, tenendo conto al contempo dell'accordo quadro europeo delle parti sociali sulla digitalizzazione;

    30.

    chiede alla Commissione e agli Stati membri di elaborare una strategia globale che integri una prospettiva olistica a tutti i livelli al fine di affrontare le disuguaglianze sociali e le discriminazioni associate alla digitalizzazione e al telelavoro o al lavoro ibrido, per rafforzarne gli effetti positivi;

    31.

    ritiene che la responsabilizzazione dei cittadini, la consultazione dei pertinenti portatori di interessi e il coinvolgimento degli enti locali siano fondamentali per la corretta pianificazione e l'efficace attuazione delle strategie digitali regionali;

    Digitalizzazione delle piccole e medie imprese e dei servizi pubblici

    32.

    chiede che sia dato seguito al piano d'azione per l'e-government con due principali obiettivi trasversali: garantire un'efficiente trasformazione digitale e una riduzione della burocrazia, migliorando la qualità della vita dei cittadini, attraverso misure che migliorano l'accesso dei cittadini e i servizi pubblici in tutti gli Stati membri e rafforzano la trasparenza; e introdurre misure volte ad aumentare le competenze digitali per i lavoratori del settore pubblico; sottolinea che tale seguito dovrebbe integrare i molti insegnamenti maturati nel corso della pandemia di COVID-19 durante la quale si è assistito al trasferimento online di quasi tutti i servizi della pubblica amministrazione;

    33.

    osserva che la pandemia di COVID-19 ha dimostrato che l'aumento del telelavoro e del lavoro mobile basato sulle TIC, sia nel settore privato che in quello pubblico, ha reso la nostra società più vulnerabile agli attacchi informatici; ricorda che l'accesso remoto alle reti del settore privato o pubblico richiede nuove soluzioni in materia di sicurezza informatica;

    34.

    esorta la Commissione e gli Stati membri a compiere progressi più rapidi in materia di digitalizzazione dei servizi pubblici, tra cui scuole, università, istituti di ricerca, trasporti pubblici, e-government ed efficienza amministrativa;

    35.

    osserva che la pandemia di COVID-19 ha accelerato la diffusione dei servizi pubblici elettronici e l'aumento delle soluzioni di sanità elettronica; pone l'accento sulla necessità di affrontare il divario in materia di competenze digitali tra gli operatori sanitari e dare ai pazienti, soprattutto agli anziani e ai cittadini socialmente svantaggiati, gli strumenti per utilizzare i servizi sanitari digitali; mette in guardia contro il fatto che alcune persone potrebbero essere lasciate indietro, come gli anziani o le persone socialmente svantaggiate, che potrebbero essere meno in grado di utilizzare o permettersi le tecnologie necessarie; pone l'accento sulla necessità di investimenti pubblici, tra l'altro a favore delle risorse umane, delle offerte digitali pubbliche e degli interventi di sostegno proattivi, per garantire a tutti un accesso non discriminatorio, rapido e di qualità ai servizi pubblici digitali, compresi i servizi sanitari; sottolinea, in tale contesto, la necessità di evidenziare l'importanza di promuovere e rafforzare le azioni in materia di istruzione e di sviluppo delle competenze digitali, in particolare nelle zone rurali; sottolinea la necessità di sbloccare il pieno potenziale di nuovi strumenti, tecnologie e soluzioni digitali per una società sana;

    36.

    riconosce che è quanto mai importante garantire un lavoro equo e socialmente sostenibile e una reale partecipazione dei lavoratori alla definizione delle condizioni di lavoro, nelle piattaforme digitali e in qualsiasi altro settore, e che i lavoratori devono poter esercitare un'influenza democratica sulla governance del lavoro; sottolinea che i vantaggi della digitalizzazione devono essere condivisi in modo ampio ed equo e che i lavoratori del settore digitale devono godere degli stessi diritti e delle stesse condizioni di lavoro di quelli degli altri settori; invita la Commissione a proporre una direttiva su condizioni di lavoro dignitose e sui diritti nell'economia digitale;

    37.

    sottolinea il ruolo cruciale degli imprenditori, delle microimprese e delle PMI nella creazione di posti di lavoro dignitosi, nella crescita sostenibile e nello sviluppo rurale e ritiene che gli investimenti pubblici attraverso la politica di coesione e altri strumenti contribuiranno a migliorare la coesione sociale, economica e territoriale in tutte le regioni dell'UE; sottolinea che l'accesso ai finanziamenti è una delle questioni più urgenti per molte microimprese e piccole imprese e che i diversi tipi di PMI richiedono tipi personalizzati di sostegno e incentivi a livello dell'UE, nazionale, regionale e locale, a seconda delle circostanze e del livello delle tecnologie; esorta le regioni a definire strategie di innovazione orientate alle PMI che siano allineate con le loro strategie di specializzazione intelligente in materia di ricerca e innovazione;

    38.

    si rammarica del fatto che la stragrande maggioranza delle PMI dell'UE non abbia ancora pienamente accettato la trasformazione digitale; invita la Commissione a provvedere affinché gli Stati membri utilizzino i loro programmi operativi per rivolgersi alle PMI situate in zone a basso sviluppo digitale;

    39.

    rileva che il commercio elettronico ha un grande potenziale per le PMI rurali e i produttori locali, in quanto aumenta il loro raggio d'azione e riduce gli ostacoli che gravano sulle regioni alle prese con sfide geografiche o demografiche gravi e permanenti; invita le regioni e gli Stati membri dell'UE ad avviare progetti pilota e strategie di digitalizzazione al fine di integrare il commercio elettronico nei modelli di impresa delle PMI rurali;

    40.

    riconosce il potenziale della digitalizzazione per collegare le imprese, in particolare le PMI, e sottolinea l'impatto positivo della digitalizzazione nella fornitura di servizi sociali, quali le soluzioni di trasporto intelligente, la sanità elettronica, i servizi bancari online e le soluzioni di apprendimento personalizzate per gli studenti vulnerabili; ricorda l'importanza di offrire simultaneamente la formazione sulle competenze digitali per garantire che nessuno resti indietro;

    41.

    ricorda che il regolamento che istituisce il programma Europa digitale stabilisce che le sinergie tra detto programma e il FESR-FC dovrebbe contribuire allo sviluppo e al rafforzamento degli ecosistemi regionali e locali dell'innovazione, alla trasformazione industriale e alla trasformazione digitale della società e delle pubbliche amministrazioni;

    42.

    sottolinea il parere della Corte dei conti (27) sul FESR-FC, secondo cui le PMI offrono soluzioni innovative a sfide quali i cambiamenti climatici, l'efficienza delle risorse e la coesione sociale e contribuiscono a diffondere tali innovazioni in tutte le regioni d'Europa, il che le rende essenziali per la transizione dell'UE verso un'economia sostenibile e digitale;

    43.

    osserva con preoccupazione che sia le start-up che le PMI consolidate devono far fronte a una carenza di lavoratori qualificati e sottolinea che tale carenza è particolarmente acuta per le competenze relative alla digitalizzazione e alle nuove tecnologie, dal momento che il 35 % della forza lavoro (28) ha competenze digitali scarse o nulle; ritiene che dovrebbero essere avviate iniziative per sostenere le PMI che si trovano ad affrontare sfide specifiche nonché per sviluppare competenze e abilità nella forza lavoro che sono essenziali per l'economia moderna, e in termini di attrazione e trattenimento di talenti digitali, promuovendo nel contempo opportunità flessibili di aggiornamento e riqualificazione in materia di competenze digitali per tutti, a prescindere dalla situazione occupazionale, dall'età, dal livello di istruzione o dalla professione;

    44.

    sottolinea l'importanza di aumentare il numero di imprese innovatrici garantendo l'accesso alle nuove tecnologie, allineandosi agli standard dell'Industria 4.0 e dell'economia sostenibile, mobilitando il capitale privato, sviluppando le risorse umane e sostenendo le iniziative sulle città intelligenti;

    Promozione delle competenze per l'era digitale

    45.

    sottolinea la necessità di colmare le lacune in termini di competenze digitali in tutta l'UE, in modo che tutti i cittadini e le imprese possano trarre il massimo vantaggio dalla trasformazione digitale; chiede la progressiva attuazione del piano d'azione della Commissione per l'istruzione digitale 2021-2027 per promuovere migliori competenze in materia di digitalizzazione, il che garantirebbe opportunità di istruzione, formazione e lavoro per tutti, anche in termini di imprenditorialità; pone l'accento sul ruolo fondamentale degli Stati membri e dei governi regionali nel sostenere le autorità rurali nei loro sforzi per definire e garantire l'inclusione digitale, proteggendo i dati dei cittadini e responsabilizzando le persone e le imprese locali tramite l'accesso ai dati; sottolinea che l'alfabetizzazione digitale e mediatica deve essere promossa per tutta la vita e fin dalla più giovane età; invita la Commissione a introdurre incentivi per sostenere programmi e iniziative di alfabetizzazione digitale e mediatica nelle scuole, negli istituti di formazione professionale e nelle università; ricorda, a tale proposito, l'importanza del FSE+ per il finanziamento di progetti che aiutino i lavoratori o i disoccupati ad acquisire nuove competenze, in considerazione dei suoi obiettivi che consistono nel fornire loro nuove competenze per migliorare la propria posizione lavorativa (miglioramento del livello delle competenze) o competenze in grado di aiutarli a trovare altri posti di lavoro (riqualificazione); ritiene importante introdurre modelli di apprendimento ibridi per rendere accessibile la valorizzazione delle competenze a coloro che dispongono di competenze digitali di base o nulle;

    46.

    si compiace della raccomandazione contenuta nella garanzia per i giovani rafforzata di sottoporre le persone inoccupate e al di fuori di qualsiasi ciclo di istruzione o formazione a una valutazione delle competenze digitali e, laddove siano individuate delle lacune, di impartire loro una formazione volta al miglioramento delle competenze digitali;

    47.

    prende atto del divario critico in termini di competenze digitali tra le persone residenti nelle zone rurali e quelle che vivono nelle città, così come tra generazioni; rileva, inoltre, la prevalenza sproporzionata di TICTM tra i dipendenti del settore dei servizi residenti nelle città, istruiti e dotati di solide competenze digitali; prende atto della mancanza di opportunità di acquisire competenze digitali nelle zone rurali; esorta gli Stati membri e la Commissione a utilizzare il FES+ e il FESR per adottare misure atte a compensare tale squilibrio e a offrire opportunità di lavoro nelle regioni a rischio di spopolamento; rileva che i piccoli comuni intelligenti potrebbero fungere da soluzione pratica, dal momento che integrano strumenti di apprendimento digitale nell'approccio digitale dal basso verso l'alto da essi applicato;

    48.

    sottolinea che la promozione e lo sviluppo delle competenze informatiche svolge un ruolo essenziale nella costruzione di una maggiore capacità del mercato del lavoro, promuove l'inclusione sociale, sostiene la diversificazione tecnologica e crea opportunità di lavoro, in particolare nelle zone rurali e nelle regioni meno sviluppate; esorta la Commissione a intensificare gli sforzi per far fronte alle lacune in termini di competenze digitali rivolgendosi a tutti i portatori di interessi tramite la coalizione per le competenze e le professioni digitali;

    49.

    rileva che il FSE+, di cui all'obiettivo strategico quattro (OS4) del regolamento recante disposizioni comuni, prevede un obiettivo specifico riguardante le competenze digitali, l'inclusività e i sistemi di formazione, anche attraverso la convalida dell'apprendimento non formale e informale;

    50.

    sottolinea che l'agenda europea per le competenze richiede investimenti in infrastrutture ad alto impatto sociale, comprese le infrastrutture digitali, attraverso il FESR-FC e il programma InvestEU; ribadisce la necessità di investire nelle infrastrutture digitali attraverso il FESR-FC e il programma InvestEU che si basa su iniziative volte a promuovere le competenze digitali, come il piano d'azione per l'istruzione digitale 2021-2027;

    51.

    ribadisce che affrontare il cambiamento demografico costituisce una sfida fondamentale per l'UE e deve costituire una priorità in sede di elaborazione e attuazione dei programmi; ricorda, a tale proposito, che uno dei principali obiettivi stabiliti nel regolamento relativo al FESR-FC per il 2021-2027 è quello di sostenere le zone urbane e rurali che presentano svantaggi geografici o demografici e che, a tal fine, gli Stati membri devono destinare il sostegno finanziario dell'UE a progetti che promuovano lo sviluppo digitale nelle regioni interessate e la connettività delle TIC; rammenta, in tal senso, che è opportuno offrire un sostegno particolare alle zone di livello NUTS 3 o ai cluster di unità amministrative locali con una densità di popolazione inferiore a 12,5 abitanti per chilometro quadrato o con una diminuzione annuale media della popolazione di oltre l'1 % tra il 2007 e il 2017, che dovrebbero essere oggetto di valutazioni regionali e nazionali specifiche;

    52.

    si compiace del fondo per una transizione giusta e dell'attenzione che presta alla formazione e alle competenze; apprezza il fatto che preveda investimenti in infrastrutture sociali, come i centri di formazione, per opportunità di lavoro migliori e occupazione di qualità in tutte le regioni in transizione verso la neutralità climatica entro il 2050 e sottolinea nel contempo la necessità di prestare particolare attenzione alle competenze digitali; chiede alla Commissione di valutare la necessità e la fattibilità di un fondo per una transizione giusta rivisto per far fronte alle attuali sfide;

    53.

    invita gli Stati membri e le loro autorità di gestione ad agevolare e semplificare l'accesso delle zone rurali ai fondi NextGenerationEU e ai fondi strutturali e d'investimento europei; ritiene che sia necessario provvedere affinché tutti i pertinenti attori istituzionali siano attentamente monitorati riguardo all'uso dei fondi NextGenerationEU e dei fondi strutturali e d'investimento europei a livello territoriale, onde garantire che i finanziamenti siano equamente distribuiti tra le regioni;

    54.

    esprime preoccupazione per il fatto che molti appalti pubblici per i programmi digitali saranno assegnati tramite un invito a presentare proposte, il che potrebbe compromettere la capacità delle zone rurali di accedere ai fondi NextGenerationEU e ai fondi strutturali e d'investimento europei, dal momento che tradizionalmente sono meno efficienti in termini di sviluppo delle capacità e assistenza tecnica nella programmazione e nell'utilizzo dei fondi dell'Unione;

    55.

    invita la Commissione e il Consiglio ad attuare rapidamente le conclusioni del Consiglio intitolate diritti umani, partecipazione e benessere degli anziani nell'era della digitalizzazione, compresa la creazione di una piattaforma per la partecipazione e il volontariato dopo la vita lavorativa e la promozione degli scambi e dei legami intergenerazionali;

    o

    o o

    56.

    incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché al Comitato delle regioni e agli Stati membri.

    (1)  GU L 231 del 30.6.2021, pag. 159.

    (2)  GU L 231 del 30.6.2021, pag. 60.

    (3)  GU L 231 del 30.6.2021, pag. 94.

    (4)  GU L 231 del 30.6.2021, pag. 21.

    (5)  GU L 437 del 28.12.2020, pag. 30.

    (6)  GU L 231 del 30.6.2021, pag. 1.

    (7)  GU L 107 del 26.3.2021, pag. 30.

    (8)  GU L 166 dell'11.5.2021, pag. 1.

    (9)  Rissola, G., Kune, H., Martinez, P., Innovation camp methodology handbook: realising the potential of the entrepreneurial discovery process for territorial innovation and development, Ufficio delle pubblicazioni dell'Unione europea, Lussemburgo.

    (10)  Arregui Pabollet, E et al., The Changing nature of work and skills in the digital age, Ufficio delle pubblicazioni dell'Unione europea, Lussemburgo.

    (11)  Dijkstra, L., Poelman, H., Rodríguez-Pose, A., The Geography of EU Discontent, Ufficio delle pubblicazioni dell'Unione europea, Lussemburgo.

    (12)  GU C 15 del 12.1.2022, pag. 204.

    (13)  GU C 270 del 7.7.2021, pag. 2.

    (14)  GU C 494 dell'8.12.2021, pag. 26.

    (15)  GU C 15 del 12.1.2022, pag. 125.

    (16)  Documento di lavoro dei servizi della Commissione dell'11 giugno 2020 dal titolo «Digital Economy and Society Index (DESI) 2020» (Indice di digitalizzazione dell'economia e della società (DESI) 2020) (SWD(2020)0111).

    (17)  SWD(2020)0111.

    (18)  Negreiro, M., Madiega, T., Servizio Ricerca del Parlamento europeo, Digital Transformation, giugno 2019.

    (19)  Progetto di conclusioni del Consiglio sul telelavoro nel contesto del lavoro a distanza, paragrafo 17.

    (20)  Documento di lavoro della Commissione del maggio 2020 dal titolo «Teleworkability and the COVID-19 crisis: a new digital divide?» (Teleoperabilità e crisi COVID-19: un nuovo divario digitale?).

    (21)  Istituto europeo per l'uguaglianza di genere, Work-life balance in the ICT sector — Women in the ICT sector (L'equilibrio tra attività professionale e vita familiare nel settore delle TIC — Le donne nel settore delle TIC).

    (22)  Centro comune di ricerca della Commissione, documento programmatico, Telework in the EU before and after the COVID-19: where we were, where we head to (Telelavoro nell'UE prima e dopo la COVID-19: stato attuale e prospettive), 2020.

    (23)  Relazione sullo stato delle tecnologie europee del 2020.

    (24)  GU L 119 del 4.5.2016, pag. 1.

    (25)  Articolo 5, paragrafo 1, lettera a), del regolamento (UE) 2021/1060.

    (26)  Negreiro, M., Servizio Ricerca del Parlamento europeo, The rise of digital health technologies during the pandemic (L'ascesa delle tecnologie sanitarie digitali durante la pandemia), aprile 2021.

    (27)  Comunicato stampa della Corte dei conti europea, «European funding for boosting SME competitiveness being probed by EU auditors» (I finanziamenti europei per dare impulso alla competitività delle PMI sotto la lente dei revisori dell'UE), 14 ottobre 2020.

    (28)  Corte dei conti europea, Gli interventi dell’UE per ovviare al problema delle scarse competenze digitali, febbraio 2021.


    Top