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Document 52021IR2688

    Parere del Comitato europeo delle regioni sul tema «Aggiornamento della nuova strategia industriale 2020: costruire un mercato unico più forte per la ripresa dell'Europa»

    COR 2021/02688

    GU C 97 del 28.2.2022, p. 43–49 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, GA, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    28.2.2022   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 97/43


    Parere del Comitato europeo delle regioni sul tema «Aggiornamento della nuova strategia industriale 2020: costruire un mercato unico più forte per la ripresa dell'Europa»

    (2022/C 97/09)

    Relatrice:

    Jeannette Baljeu (NL/Renew E.), consigliere provinciale dell'Olanda meridionale

    Testo di riferimento:

    COM(2021) 350 final

    RACCOMANDAZIONI POLITICHE

    IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI

    Introduzione

    1.

    accoglie con favore, da un punto di vista generale, l'aggiornamento della strategia industriale proposto dalla Commissione europea; raccomanda, tuttavia, alla Commissione di garantire un legame più stretto con il Green Deal europeo e con il suo obiettivo di neutralità climatica entro il 2050, attraverso la determinazione di obiettivi concreti a breve, medio e lungo termine che l'industria dell'UE dovrebbe conseguire al fine di contribuire a tale obiettivo generale. Sottolinea che alcuni aspetti richiedono ulteriori chiarimenti dal punto di vista degli enti locali e regionali e vengono pertanto affrontati nel presente parere;

    2.

    si compiace dell'attenzione prestata agli ecosistemi industriali e alla leadership in campo tecnologico e sottolinea l'importanza di rafforzare la dimensione basata sul territorio: gli ecosistemi industriali europei sono composti da ecosistemi dell'innovazione regionali interconnessi, con strategie dinamiche di specializzazione intelligente fondate su un approccio dal basso e volte a stimolare l'innovazione regionale e a contribuire alla crescita e alla prosperità aiutando le regioni e consentendo loro di concentrarsi efficacemente sui loro punti di forza. Le piattaforme e i partenariati di specializzazione intelligente facilitano già la cooperazione basata sul territorio tra questi sistemi regionali di innovazione e costituiranno il motore della crescita sostenibile e della ripresa in Europa grazie a una nuova cooperazione strategica rafforzata nell'ambito delle catene del valore. Questo contribuirà all'autonomia strategica dell'Europa e permetterà alle regioni e alle città di assumere finalmente la titolarità della transizione ecologica e digitale delle loro industrie;

    3.

    in questo contesto accoglie con particolare favore il Forum industriale, al quale il Comitato delle regioni apporta un contributo attivo;

    4.

    sottolinea la necessità di una strategia industriale inclusiva che crei valore in tutte le regioni europee e che tenga conto della realtà particolare di tutti i territori, tra cui le regioni ultraperiferiche; l'UE ha bisogno di un canale dell'innovazione industriale per tutto il suo territorio; inoltre, la strategia industriale deve essere adeguata alle attuali esigenze degli Stati membri, in funzione delle esigenze di sviluppo locale e regionale. Ciò richiede una maggiore sicurezza di approvvigionamento, resilienza e indipendenza attraverso la diversificazione delle catene di approvvigionamento;

    5.

    riconosce le crescenti preoccupazioni per la disomogeneità della ripresa dalla pandemia in diverse regioni europee. L'UE deve intensificare i propri sforzi intesi a colmare tale divario sostenendo le imprese, comprese quelle situate nelle zone rurali e nelle aree meno sviluppate, promuovendo la digitalizzazione e la sostenibilità dell'industria e introducendo un quadro normativo adattato all'era digitale e della sostenibilità, oltre ad applicare approcci non solo in funzione dell'ecosistema industriale, ma anche del territorio considerato, al fine di tener conto della diversità territoriale dell'UE;

    6.

    sottolinea che l'industria si troverà di fronte a diverse difficoltà nell'attuazione degli obiettivi del pacchetto «Pronti per il 55 %» e che gli enti locali e regionali dovrebbero essere coinvolti nei dibattiti su come garantire che le proposte in materia di infrastrutture per il trasporto rinnovabile, la guida autonoma e le eventuali misure di riqualificazione siano attuate efficacemente;

    7.

    sottolinea la necessità di rafforzare l'approccio di «ecosistema» regionale, in modo da coinvolgere efficacemente gli attori chiave a livello locale e regionale, quali i governi, i cluster e le organizzazioni di cluster, le parti sociali nonché gli istituti di conoscenza (comprese le università specializzate in scienze applicate con un forte legame con le PMI). Questo aspetto è fondamentale per migliorare la competitività industriale di molte industrie e per promuovere l'innovazione aperta. Il CdR invita inoltre a prestare maggiore attenzione alla collaborazione bilaterale tra cluster di imprese, alla creazione di nuove forme di partenariato pubblico-privato per approfondire la cooperazione tra il settore pubblico e quello privato e allo sviluppo di cluster dell'economia sociale;

    8.

    accoglie con favore il monitoraggio delle tendenze industriali e della competitività annunciato nella comunicazione, dal momento che l'Europa deve analizzare e affrontare congiuntamente le dipendenze tecnologiche e industriali strategiche;

    9.

    sottolinea la necessità di ottenere parametri più precisi in materia di innovazione, dal momento che, attualmente, essi sono incentrati sugli investimenti in R&S (e sui fattori di produzione) e sui brevetti (che forniscono un'indicazione parziale dell'adozione delle innovazioni). Manca una visione chiara del rinnovamento dell'economia e non sono disponibili dati pertinenti. Un primo passo consisterebbe nel monitorare il tipo di investimenti in ricerca e innovazione realizzati. L'accento dovrebbe essere posto in particolare su quelli connessi alle capacità tecnologiche, alle infrastrutture tecnologiche e alla competitività nel quadro della duplice transizione verso i mercati del futuro.

    Rafforzare la resilienza del mercato unico

    10.

    sostiene il perseguimento di un mercato unico che funzioni correttamente e gli sforzi incessanti per rimuovere le restrizioni e gli ostacoli. In questo contesto è necessario tenere conto in particolare delle realtà nelle regioni frontaliere e delle loro esigenze specifiche, specie per quanto riguarda la prestazione di servizi transfrontalieri, nonché della libera circolazione dei lavoratori;

    11.

    accoglie con favore l'intenzione della Commissione di pubblicare relazioni strategiche annuali e piani d'azione sul mercato unico; sottolinea l'importanza di mettere in luce le dipendenze nelle catene del valore prima dell'adozione di misure e restrizioni volte a proteggere il mercato unico;

    12.

    la task force per l'applicazione delle norme sul mercato unico (Single Market Enforcement Task Force — SMET) può svolgere un ruolo importante come «percorso» centrale verso l'autonomia strategica. Tuttavia, il CdR desidera altresì sottolineare che il successo della strategia industriale dovrebbe riflettere anche la diversità degli ecosistemi regionali e il fatto che i percorsi verso l'autonomia strategica avranno un'evoluzione differente nei diversi ecosistemi;

    13.

    segnala che un mercato interno ben funzionante è essenziale per la ripresa dopo la crisi della COVID-19 ed è cruciale evitare che gli Stati membri adottino restrizioni all'esportazione nonché impedire ulteriori chiusure delle frontiere all'interno dell'UE, come è avvenuto all'inizio della crisi. Il settore industriale dell'Unione è soggetto ai requisiti stabiliti dalla regolamentazione dell'UE e al contempo deve far fronte alla concorrenza esercitata da operatori di paesi terzi con una normativa per le attività d'impresa in parte diversa. Sottolinea l'importanza di stabilire la reciprocità dei requisiti per il settore dell'industria negli accordi commerciali con i paesi terzi, in modo che l'industria europea possa contare su condizioni di concorrenza eque sul mercato internazionale. La necessità di completare il mercato interno, anche per quanto riguarda i servizi, diventa ancora più urgente;

    14.

    sottolinea che il mercato unico dovrebbe inoltre diversificare i partner, i prodotti e i servizi, in modo che l'UE sia in grado di fornire i servizi e i prodotti dei quali i suoi abitanti non possono fare a meno, rafforzando nel contempo la propria resilienza; la crisi della COVID-19 ha dimostrato che, in particolare nel comparto dei dispositivi medici, sarebbe estremamente importante incrementare la produzione europea e quindi rendersi indipendenti dai mercati esteri;

    15.

    ritiene che siano necessarie norme in materia di aiuti di Stato concepite con cura a livello nazionale, regionale e locale; sottolinea l'importanza di una concorrenza leale all'interno dell'UE, anche al fine di evitare la delocalizzazione di imprese all'interno dell'Unione grazie agli aiuti di Stato; reputa che gli IPCEI (importanti progetti di comune interesse europeo) possano essere uno strumento importante per le catene del valore in cui il mercato da solo non è in grado di realizzare innovazioni radicali. Gli IPCEI forniranno maggiore sostegno alla creazione di nuove forme agili di partenariato pubblico-privato. A tale riguardo il CdR sottolinea l'importanza della partecipazione degli Stati membri, delle PMI e degli enti locali e regionali a tali iniziative;

    16.

    ritiene estremamente importante esaminare i vantaggi di una proposta legislativa volta a regolamentare i servizi essenziali alle imprese con l'ausilio di norme armonizzate, in quanto la duplice transizione comporta anche nuovi modelli imprenditoriali nonché una transizione da un modello basato sulla proprietà dei prodotti a un modello incentrato sulla prestazione dei servizi;

    17.

    manifesta il suo interesse per la proposta di regolamento volta ad affrontare gli effetti distorsivi delle sovvenzioni estere, in base alla quale le sovvenzioni distorsive concesse dai governi di paesi terzi a imprese che desiderano acquisire un'impresa dell'UE o partecipare a gare per l'aggiudicazione di appalti pubblici devono essere verificate e affrontate in modo adeguato;

    18.

    sottolinea l'importanza di esaminare i modi per affrontare gli effetti distorsivi sui cluster causati dalle acquisizioni, da parte di investitori sostenuti dallo Stato, di imprese innovative (non quotate in borsa) essenziali per tali cluster;

    19.

    incoraggia la Commissione europea ad avvalersi del principio di reciprocità negli accordi commerciali. Alle imprese dei paesi che non aderiscono all'accordo sugli appalti pubblici non sarà consentito partecipare agli appalti pubblici europei;

    20.

    afferma la necessità e i vantaggi di una collaborazione transregionale intorno a questi cluster;

    21.

    sottolinea che gli enti locali e regionali sono importanti per la creazione di una collaborazione industriale su vasta scala tra cluster, volta a rafforzare le catene di valore europee;

    22.

    sottolinea il ruolo previsto per gli enti locali e regionali nella governance e nell'applicazione del mercato unico in generale, in quanto il loro contributo è fondamentale per attuare efficacemente le norme del mercato unico;

    23.

    si pronuncia contro la concorrenza sleale tra i cluster europei attraverso gli aiuti di Stato concessi dagli Stati membri o dagli enti locali e regionali, ed esorta a ridurre al minimo le differenze tra gli importi degli aiuti di Stato che gli enti locali e regionali possono offrire, creando condizioni di parità nell'ambito degli orientamenti in materia di aiuti di Stato a finalità regionale;

    24.

    si compiace del fatto che le norme siano viste come uno degli strumenti centrali per l'attuazione della strategia, ma sottolinea che tutte le parti interessate dovrebbero essere coinvolte nella consultazione per creare tali strumenti;

    25.

    sottolinea l'importanza di una concorrenza leale all'interno dell'UE, anche al fine di evitare la delocalizzazione di imprese all'interno dell'Unione grazie agli aiuti di Stato. La concorrenza leale implica in particolare che le imprese possano fornire i loro prodotti in tutto il mercato europeo solo se rispettano le norme ambientali e di sicurezza in vigore.

    Rafforzare la dimensione delle PMI nella strategia industriale

    26.

    accoglie con favore la relazione annuale della Commissione sulle PMI europee 2020/2021, e concorda sul fatto che la mancanza sia delle competenze richieste che dell'accesso ai finanziamenti costituisca per le PMI il principale ostacolo alla digitalizzazione delle loro attività;

    27.

    si compiace per il riconoscimento del ruolo delle PMI europee e per l'intenzione della Commissione di aiutarle a espandersi e ad attirare una forza lavoro qualificata. Ciò richiede a sua volta un ambiente favorevole alle imprese e i necessari investimenti nelle competenze e nella formazione dei lavoratori (ad esempio, conoscenze interne in materia di TIC o di gestione) nonché condizioni di lavoro dignitose. Il CdR chiede che si offra sostegno alle PMI per aiutarle a elaborare una strategia o un piano d'azione digitali che affrontino i loro rischi di solvibilità, utilizzando gli strumenti finanziari di InvestEU;

    28.

    osserva che la digitalizzazione delle PMI può variare notevolmente da uno Stato membro all'altro e anche all'interno di uno stesso Stato, oltre che su base locale e regionale. Per colmare questo divario digitale, il sostegno offerto alle PMI deve essere adattabile, adeguatamente concepito e mirato alle loro esigenze, basato sullo sviluppo sostenibile a livello locale e regionale e dotato di aiuti specifici per le PMI situate nelle zone rurali e meno sviluppate.

    29.

    sottolinea la necessità di investire nelle infrastrutture di sperimentazione e convalida, quali i centri di prova, gli stabilimenti pilota e i poli dell'innovazione digitale previsti da Industria 4.0. Questo può aiutare le imprese, in particolare le PMI, a trasformare più rapidamente le innovazioni in prodotti pronti per il mercato;

    30.

    propone di intensificare la collaborazione tra il Comitato europeo delle regioni e la Commissione europea, in particolare mediante la rete delle regioni imprenditoriali europee, per sostenere l'imprenditorialità e la transizione industriale a livello locale e regionale. Un altro ambito di interesse potrebbe riguardare il miglioramento della regolamentazione e una migliore attuazione delle politiche dell'UE, nel quadro della piattaforma Fit4Future, con l'obiettivo di rendere l'ambiente ancora più favorevole alle imprese, preparandole nel contempo alle sfide future;

    31.

    si compiace dell'istituzione di consulenti in materia di sostenibilità incaricati di fornire consulenza specifica alle PMI;

    32.

    accoglie con favore l'esame dei vantaggi di una proposta legislativa volta a regolamentare i servizi essenziali alle imprese con l'ausilio di norme armonizzate. In particolare, attende con interesse le norme sui servizi annunciate e sottolinea che esse potrebbero contribuire a superare le difficoltà nella fornitura di servizi transfrontalieri. Gli enti locali e regionali risentono del numero insufficiente di notifiche (come indicato nella relazione annuale sul mercato unico che accompagna la comunicazione) e dell'incertezza giuridica derivante dalla sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea del 2018 sui piani zonali;

    33.

    si rammarica del fatto che l'obiettivo di investire il 3 % del PIL nelle attività di ricerca, sviluppo e innovazione sia ancora lontano dall'essere realizzato. Mentre alcuni Stati membri raggiungono tale livello, altri sono al di sotto dell'1 %. Queste differenze ostacolano l'UE nella sua capacità globale di agire come un blocco, facendola rimanere indietro rispetto agli Stati Uniti, al Giappone e alla Cina;

    34.

    ritiene che la futura attuazione dello Spazio europeo della ricerca offra l'opportunità di creare maggiori sinergie a tutti i livelli di governo per sostenere la transizione industriale attraverso maggiori investimenti nella ricerca e politiche di innovazione basate sul territorio;

    35.

    sottolinea che la duplice transizione impone all'industria e alla sua forza lavoro di adattarsi e trasformarsi in funzione di una nuova realtà; chiede pertanto alla Commissione di integrare nella sua Agenda per le competenze per l'Europa un approccio basato sul territorio per i settori interessati da tali transizioni, che includa la definizione di incentivi per stimolare l'aumento della produttività della forza lavoro mediante il ricorso a tecnologie di supporto (come la realtà aumentata e la realtà virtuale) e il miglioramento delle competenze della forza lavoro delle industrie duramente colpite dalle trasformazioni tecnologiche, come l'industria automobilistica.

    Aggiungere una dimensione territoriale agli ecosistemi industriali

    36.

    accoglie con favore la valutazione specifica delle esigenze dei 14 ecosistemi industriali europei, che evidenzia le carenze di investimenti e le opzioni per il sostegno strategico, nonché lo studio di un caso sulla sfida della decarbonizzazione per il settore siderurgico (1); propone che tale analisi sia integrata da una valutazione dell'andamento del mercato del lavoro e delle corrispondenti esigenze in termini di competenze;

    37.

    ribadisce l'invito a rafforzare la dimensione basata sul territorio nella strategia industriale aggiornata, affinché città e regioni, nella loro qualità di amministrazioni più vicine ai cittadini e agli ecosistemi, assumano la titolarità della duplice transizione, verde e digitale, della propria industria, anche in considerazione delle necessità di formazione continua e di aggiornamento delle competenze, delle quali avranno bisogno i lavoratori, a rischio o meno di esclusione a seguito della transizione (2). È essenziale promuovere una politica industriale basata sul territorio, in particolare nella fase di ripresa, in quanto l'industria e lo sviluppo regionale sono strettamente correlati;

    38.

    ribadisce che gli enti regionali e locali dispongono di importanti competenze in settori di intervento che incidono sullo sviluppo industriale e possono mobilitare una vasta gamma di strumenti per attuare una strategia di politica industriale dell'UE globale e ambiziosa, tesa ad assicurare la resilienza economica in un periodo di mutamenti strutturali; chiede che la Commissione inserisca il livello locale e regionale nel futuro processo di definizione della nuova strategia industriale dell'UE (3);

    39.

    sottolinea la necessità di un solido pilastro sociale nelle trasformazioni industriali, al fine di affrontare adeguatamente le conseguenze sociali dei cambiamenti strutturali e consentire alle regioni particolarmente colpite dalla pandemia di riprendersi sul piano economico e sociale;

    40.

    sottolinea che il modo migliore per rafforzare la dimensione regionale consiste nell'utilizzare le strategie regionali di specializzazione intelligente come modello per la cooperazione interregionale; accoglie con favore l'idea di continuare a sviluppare il concetto di specializzazione intelligente aggiungendo gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) delle Nazioni Unite come quarto elemento (S4);

    41.

    ravvisa un grande potenziale nella cooperazione interregionale e nel suo nuovo strumento per gli investimenti interregionali in materia di innovazione (I3), anche ai fini di collegare le regioni con le maggiori sfide derivanti dalla duplice transizione ad altre regioni, contribuendo in tal modo alle catene del valore interregionali e alla coesione. Un maggiore ricorso a questo strumento, nonché ad eventuali strumenti aggiuntivi, può contribuire alla collaborazione interregionale intesa a rafforzare le catene del valore europee. Le reti europee, come l'iniziativa Vanguard, possono contribuire a sostenere questo processo. Il CdR ritiene che sia estremamente importante che le strategie di specializzazione intelligente siano considerate il quadro e lo strumento per la modernizzazione industriale e il concetto di innovazione aperta. Il CdR sottolinea la necessità di allineare le strategie di innovazione regionali per una specializzazione intelligente (RIS3) allo sviluppo di percorsi di transizione, dal momento che le strategie S3 sono anche volte a sostenere l'accelerazione della duplice transizione;

    42.

    sottolinea l'importanza di coordinare la moltitudine di nuove iniziative dell'UE lanciate da diversi servizi della Commissione a sostegno della trasformazione industriale. Gli obiettivi fissati nella strategia «Pronti per il 55 %» a favore di una maggiore sostenibilità sono ambiziosi e devono essere sostenuti dall'industria mediante azioni concrete per conseguire il traguardo della neutralità climatica entro il 2050. Il CdR propone di avviare un dialogo strategico, guidato dalla Commissione europea, sul collegamento tra gli ecosistemi industriali e gli ecosistemi regionali dell'innovazione, con l'obiettivo di promuovere la governance multilivello e di garantire un migliore coordinamento. Sarebbe essenziale integrare le diverse iniziative dell'UE in tutti i diversi livelli di governo.

    Gestire le dipendenze: l'autonomia strategica aperta nella pratica

    43.

    accoglie con favore gli sforzi compiuti dalla Commissione europea per analizzare ulteriormente le dipendenze e le capacità strategiche dell'UE mediante un esame approfondito di una serie di settori strategici tecnologici e industriali; si compiace degli sforzi volti a individuare misure atte a rafforzare la posizione dell'UE nelle catene globali del valore; osserva che gli «ecosistemi naturali» comprendono diversi settori, in particolare su scala regionale, e sono integrati in una rete più ampia. Esistono anche «canali» europei sotto forma di catene di produzione e di valore interregionali, che necessitano del sostegno della Commissione europea;

    44.

    accoglie con favore la particolare attenzione prestata all'autonomia strategica, ma sottolinea che, come stabilito nel documento informale presentato dalla Spagna e dai Paesi Bassi, l'autonomia strategica non implica l'isolazionismo o il protezionismo economico, bensì una maggiore resilienza e interdipendenza attraverso azioni razionali e specifiche connesse alle dipendenze asimmetriche. Il CdR sottolinea che, all'interno di alcune catene del valore strategiche, l'Europa deve intensificare i propri sforzi per aprire e agevolare i flussi di importazione;

    45.

    sostiene la revisione delle dipendenze strategiche, in particolare di quelle che hanno un impatto particolare sulle PMI. Sostiene inoltre le azioni rafforzate volte ad aiutare le PMI ad affrontare le perturbazioni e le vulnerabilità, o a diversificarsi collegandole a nuovi partner locali e transfrontalieri;

    46.

    accoglie con entusiasmo lo sviluppo di una guida o di uno strumento che individui le dipendenze strategiche e le affronti attraverso gli appalti pubblici.

    Accelerare la duplice transizione

    47.

    sottolinea l'importanza di nuovi modelli imprenditoriali che contribuiscono ad accelerare la duplice transizione e, pertanto, la rilevanza di concetti come la rete per la soluzione dei problemi nel mercato interno SOLVIT, che aiutano le imprese fornendo soluzioni pragmatiche per gli scambi transfrontalieri e assicurano loro un accesso più agevole ai finanziamenti;

    48.

    chiede con insistenza alla Commissione europea di proporre un meccanismo di valutazione e prevenzione delle acquisizioni di imprese in settori che rivestono un ruolo vitale o strategico per l'economia europea, con particolare attenzione alle imprese più piccole, spesso non quotate, che sono essenziali per gli ecosistemi regionali dell'innovazione e dell'imprenditorialità;

    49.

    chiede che le regioni e le città continuino a sostenere le alleanze industriali in ambiti strategici, che dovrebbero includere le start-up e le PMI, nonché la proposta di lanciare nuove alleanze industriali. Tali alleanze opererebbero nei settori dei lanciatori spaziali, dell'aviazione a emissioni zero, delle tecnologie cloud, dei processori e dei semiconduttori. Il CdR segnala due fattori che determinano il successo delle alleanze: 1) la governance e la necessità di un impegno di tutte le parti interessate, e soprattutto 2) la partecipazione dei governi nazionali, regionali e locali, indispensabile per il buon funzionamento delle alleanze;

    50.

    accoglie con favore il fatto che la Commissione, congiuntamente all'industria, alle autorità pubbliche, alle parti sociali e ad altre parti interessate, abbia creato percorsi di transizione, a cominciare dal turismo e dalle industrie ad alta intensità energetica, al fine di comprendere meglio la portata, i costi e le condizioni delle misure necessarie per accompagnare la duplice transizione dei principali ecosistemi, misure che portano alla realizzazione di un piano d'azione per la competitività sostenibile;

    51.

    ribadisce l'importanza della transizione verso un'economia circolare per un'industria sostenibile e competitiva. La circolarità non è solo essenziale per raggiungere gli obiettivi climatici e gli obiettivi di sviluppo sostenibile, ma aiuta anche l'industria a competere a livello mondiale e potrebbe costituire un importante elemento di autonomia strategica. Un uso circolare e attento delle materie prime e dei prodotti con una scarsa disponibilità (e strategici) permette di limitare le dipendenze asimmetriche e di rafforzare l'autonomia (4). Dato che l'economia circolare fornisce l'impulso a catene di approvvigionamento geograficamente più corte e ha un impatto su quasi tutti i tipi di cluster e di industria, la dimensione territoriale e regionale degli ecosistemi industriali è un elemento essenziale per il successo di una strategia industriale finalizzata all'autonomia strategica. La Commissione può contribuire a stimolare il passaggio all'economia circolare, poiché molte PMI, nonostante gli sforzi in atto per la trasformazione dei modelli economici e industriali tradizionali, non sono pronte a tale passaggio. Questo potrebbe realizzarsi, ad esempio, mediante un mercato unico dei rifiuti e fornendo sostegno a un cambio delle attività imprenditoriali di quella maggioranza di PMI che non è all'avanguardia nell'innovazione;

    52.

    sottolinea la necessità di concentrarsi sui settori e sugli ambiti in cui è possibile dare il maggior contributo al conseguimento degli obiettivi in materia di clima. Si tratterebbe in particolare dell'industria ad alta intensità energetica, dei grandi distretti industriali e delle catene di produzione di cui fanno parte. L'accento posto sulle catene di produzione andrà anche a vantaggio delle PMI del settore, dato che spesso fanno parte della catena di produzione che circonda le imprese più grandi. Ciò consentirà di massimizzare l'impatto sulle ambizioni in materia di clima. L'industria è estremamente importante come base dei mercati del lavoro regionali nelle regioni industriali. Questo significa che la transizione dell'industria verso un modello imprenditoriale sostenibile è fondamentale, anche in termini di occupazione e di transizione inclusiva verso un'economia sostenibile e digitale;

    53.

    sottolinea che è indispensabile che il nuovo modello industriale cerchi soluzioni a protezione dell'occupazione, specialmente nei settori più interessati dalla transizione verde, come il settore automobilistico, che è uno dei principali settori trainanti dell'economia europea. Per non danneggiare l'occupazione, la transizione verde richiesta ai prodotti automobilistici deve avvenire in modo flessibile e lasciare il tempo sufficiente, rispettare il principio della neutralità tecnologica, assicurare il sostegno finanziario dell'UE alle regioni interessate — tenendo conto dell'adattamento delle fabbriche, dei fornitori e dei siti di produzione esistenti — nonché garantire la competitività dei siti di produzione in funzione e permettere l'adattamento dei posti di lavoro;

    54.

    sottolinea che l'accesso a fonti di energia elettrica affidabili e a prezzi accessibili è essenziale per la competitività dell'industria europea. A tal fine occorre sviluppare capacità di produzione basate su fonti completamente rinnovabili. Nel calcolo della sostenibilità economica delle fonti energetiche si deve sempre tener conto dei costi totali, vale a dire dei costi totali livellati della produzione di energia che coprono l'intero ciclo di vita della produzione di energia, i costi di sistema e i costi esterni;

    55.

    chiede una concezione ampia e inclusiva della crescita economica, anche in termini di sesso, razza, genere, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali, poiché abbiamo bisogno di tutti i talenti che l'Europa può offrire. Sottolinea che le donne sono tuttora fortemente sottorappresentate nei posti apicali delle aziende e invita le imprese a fare della parità di genere, a tutti i livelli dirigenziali, una parte integrante del loro principio imprenditoriale di base. Le imprese diversificate hanno un maggiore successo rispetto alle imprese che non sono rappresentative della (loro) società;

    56.

    richiama l'attenzione sulla necessità di riesaminare in modo approfondito il quadro normativo in materia di aiuti di Stato dell'Unione europea al fine di valutare come esso possa meglio sostenere la graduale conversione delle industrie dei prodotti di base ad alta intensità energetica e dipendenti dal commercio con l'estero verso processi a basse emissioni o neutri in termini di emissioni di CO2. I programmi di finanziamento europei e nazionali devono inoltre disporre di risorse sufficienti e poter essere combinati tra di loro;

    57.

    sottolinea la necessità di trovare un equilibrio tra la dinamica del cambiamento necessaria per la duplice transizione, da un lato, e la prevedibilità del quadro normativo (in particolare per le PMI e i lavoratori), dall'altro. Il CdR sottolinea inoltre che una transizione inclusiva richiede l'impiego di fondi per la (ri)qualificazione della forza lavoro su scala regionale e intersettoriale. Questa (ri)qualificazione permetterebbe ai lavoratori di evitare sia di rimanere «bloccati» nei settori in cui sono attivi, sia di doversi trasferire in altre regioni alla ricerca di un posto di lavoro;

    58.

    segnala che questo significa anche che la duplice transizione deve essere sostenuta da una transizione verso un'economia che tenga conto dell'invecchiamento della popolazione e delle innovazioni necessarie per includere tutti i cittadini nella duplice transizione;

    59.

    accoglie con favore l'elaborazione di indicatori e desidera sottolineare che la competitività a lungo termine, come pure la resilienza, deriva da transizioni più rapide. Pertanto gli indicatori dovrebbero misurare la velocità e gli ostacoli alla duplice transizione, e non la competitività in generale;

    60.

    richiama l'attenzione della Commissione europea sull'importante ruolo che gli enti locali e regionali e le agenzie per lo sviluppo regionale possono rivestire nell'accelerare la duplice transizione mediante il sostegno delle PMI digitali e verdi; esorta la Commissione ad adottare il principio «pensare in piccolo e agire a livello regionale».

    Bruxelles, 2 dicembre 2021

    Il presidente del Comitato europeo delle regioni

    Apostolos TZITZIKOSTAS


    (1)  Parere del CdR sul tema «Acciaio: mantenere occupazione sostenibile e crescita in Europa» (COR-2016-01726-00-01).

    (2)  Parere del CdR sul tema «Una nuova strategia industriale per l'Europa» (COR-2020-01374-00-00), punto 4.

    (3)  Parere del CdR sul tema «Una nuova strategia industriale per l'Europa» (COR-2020-01374-00-00), punto 6.

    (4)  Parere del CdR sul tema «Piano d'azione sulle materie prime critiche» (COR-2021-04292-00-01).


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