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Document 52021IR2509

    Parere del Comitato europeo delle regioni — Parità di genere e cambiamenti climatici: verso l’integrazione della prospettiva di genere nel Green Deal europeo

    COR 2021/02509

    GU C 270 del 13.7.2022, p. 25–30 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, GA, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    13.7.2022   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 270/25


    Parere del Comitato europeo delle regioni — Parità di genere e cambiamenti climatici: verso l’integrazione della prospettiva di genere nel Green Deal europeo

    (2022/C 270/05)

    Relatrice:

    Kata TÜTTŐ (HU/PSE), consigliera metropolitana di Budapest

    RACCOMANDAZIONI POLITICHE

    IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI

    1.

    ribadisce che la parità di genere è non soltanto un valore europeo basilare, ma anche un principio fondamentale dell’Unione europea, sancito dai Trattati e riconosciuto dall’articolo 23 della Carta dei diritti fondamentali dell’UE. L’articolo 8 del TFUE stabilisce che l’Unione, in tutte le sue azioni, deve puntare a eliminare le diseguaglianze tra donne e uomini e a promuovere la parità;

    2.

    ricorda che la parità di genere, un’occupazione flessibile e sicura e l’equilibrio tra attività professionale e vita privata figurano rispettivamente al secondo, quinto e nono principio del pilastro europeo dei diritti sociali, proclamato dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione il 17 novembre 2017;

    3.

    riconosce che le politiche in materia di cambiamenti climatici hanno impatti differenziati per genere, e che la promozione della parità di genere e dell’emancipazione femminile è necessaria anche nell’interesse di un’azione efficace per il clima (1); e sottolinea, a tale proposito, l’importanza fondamentale di fare in modo che le donne siano coinvolte nell’elaborazione di strategie e azioni di risposta alle crisi a favore di un’Europa più democratica e inclusiva;

    Un approccio ai cambiamenti climatici che sia attento alla prospettiva di genere

    4.

    osserva che i pericoli dovuti ai cambiamenti climatici, al riscaldamento globale, alla perdita di biodiversità e al degrado ambientale hanno un impatto maggiore sulle fasce più povere e vulnerabili della popolazione dei paesi del Sud del mondo e dell’UE; fa notare che i cambiamenti climatici comportano rischi complessi, che acuiscono le disparità socioeconomiche di lunga data e gli squilibri esistenti, come quelli relativi alla mancanza di parità di genere; e sottolinea pertanto che politiche e misure in materia di clima che trascurino un’analisi e una prospettiva di genere aumenteranno probabilmente le disuguaglianze sociali;

    5.

    riconosce che, a livello mondiale, le donne e le ragazze sono più soggette alle conseguenze dei cambiamenti climatici e del degrado dell’ambiente naturale, ma al tempo stesso sono attrici potenti, in grado di svolgere un ruolo cruciale sia nel cammino verso la neutralità climatica che nell’adattamento ai cambiamenti del clima; sottolinea che gli uomini e le donne sono, data la specificità delle loro esperienze e prospettive, fonti di pensiero innovativo e idee creative in molti casi complementari, e che l’integrazione delle analisi di genere nella politica climatica e il riconoscimento delle diverse identità di genere ne ampliano l’applicazione alla società nel suo insieme; e, in quest’ottica, appoggia la dichiarazione congiunta rilasciata dal governo regionale scozzese e da UN Women in occasione della COP26, in cui si chiede di promuovere il ruolo delle donne e delle ragazze nella lotta ai cambiamenti climatici (2);

    6.

    reputa che le donne debbano avere maggiore titolarità e responsabilità nella lotta ai cambiamenti climatici, e che a tal fine occorra migliorarne il livello d’istruzione e consapevolezza in merito alle tecnologie, alle misure e alle azioni relative al clima, nonché promuoverne il ruolo nei processi decisionali in questi ambiti;

    7.

    evidenzia che esistono legami importanti tra genere, cambiamenti climatici e altre sfide ambientali; fa notare che, in molti casi, le donne e gli uomini risentono in maniera diversa degli effetti di tali cambiamenti (a seconda delle situazioni concrete in cui vivono e delle diverse capacità di attenuarli e/o adattarvisi a livello individuale), hanno percezioni e atteggiamenti diversi riguardo alle alternative a disposizione per mitigare tali cambiamenti, e subiscono in misura diversa le ripercussioni sociali ed economiche della politica in materia di clima; e reputa che le donne e le ragazze possano fungere da catalizzatrici del cambiamento dei comportamenti;

    Integrazione della prospettiva di genere

    8.

    sottolinea che l’integrazione della dimensione di genere — intesa come l’integrazione di una prospettiva di genere nelle fasi di preparazione, concezione, attuazione, monitoraggio e valutazione di politiche, misure normative e programmi di spesa — è uno strumento prezioso per realizzare la parità di genere, e deplora il mancato ricorso a questo strumento;

    9.

    osserva che, sebbene la strategia per la parità di genere 2020-2025 (3) riconosca che le politiche e i programmi nell’ambito del Green Deal europeo «possono incidere in misura diversa sulle donne e sugli uomini», l’annunciata integrazione della prospettiva di genere in tutte le principali iniziative della Commissione non è esplicita (4); e si richiama alla risoluzione del Parlamento europeo sul Green Deal europeo, in cui si «pone in evidenza la necessità di una prospettiva di genere riguardo alle azioni e agli obiettivi del Green Deal, tra cui l’integrazione della dimensione di genere e azioni attente alle questioni di genere» (5);

    10.

    mette in evidenza che le valutazioni d’impatto disaggregate per genere, pur essendo un elemento chiave dello strumentario dell’UE per l’integrazione della dimensione di genere, non sono pienamente sviluppate, dal momento che la raccolta e l’uso di dati, statistiche e informazioni intersezionali e disaggregati per genere sono troppo spesso carenti; invita la Commissione ad applicare la guida alla valutazione dell’impatto di genere elaborata dall’EIGE (6); e sottolinea che i dati raccolti negli Stati membri dell’UE dovrebbero includere indicatori di genere più comprensivi, senza tuttavia fare aumentare gli oneri amministrativi per gli enti locali e regionali;

    11.

    accoglie con favore la creazione di un gruppo di lavoro per l’uguaglianza (7) al fine di assicurare l’integrazione del principio di uguaglianza — comprese la parità di genere e la diversità di genere — in tutte le politiche dell’UE, dalla fase di ideazione fino a quella di attuazione, e invita l’UE ad agevolare lo scambio di buone pratiche tra autorità nazionali e tra enti regionali e locali al fine di evitare un approccio dall’alto;

    12.

    afferma che la partecipazione delle donne al processo decisionale in materia di cambiamenti climatici è un altro fattore importante per politiche climatiche più attente alle problematiche di genere ed efficienti; chiede che la partecipazione delle donne sia rafforzata nelle azioni di tutte le istituzioni dell’UE, degli organismi governativi e in generale delle autorità pubbliche a tutti i livelli di governance; e invita il Consiglio a sbloccare la direttiva «Più donne alla guida delle imprese europee» (8);

    13.

    sottolinea che la ripresa dalla pandemia rappresenta un’opportunità per dare vita a una nuova normalità e riorientare le risorse verso una società climaticamente neutra ed equilibrata dal punto di vista del genere; e incoraggia l’impiego di strumenti per l’integrazione della dimensione di genere nell’attuazione dei piani per la ripresa e la resilienza, dal momento che tali piani dovrebbero gettare le basi non solo della ripresa, ma anche di una società sostenibile, equa ed egalitaria;

    14.

    chiede di potenziare la ricerca al fine di individuare gli ostacoli alla partecipazione al processo decisionale e di esaminare in che modo gli stereotipi di genere incidano sulle tendenze di consumo e gli stili di vita delle persone; e incoraggia l’impiego di modelli quali GAMMA (metodo di valutazione basato sul genere a fini di mitigazione e adattamento) allo scopo di ottenere dati migliori;

    15.

    ritiene che un approccio attento ad una prospettiva di genere possa (cor)rispondere meglio alle esigenze e alle capacità di tutti i cittadini; ricorda che gli enti locali e regionali sono nella posizione migliore per integrare considerazioni sociali nell’azione per il clima, in quanto sono il livello di governo più vicino ai cittadini e svolgono un ruolo cruciale nell’attuazione della legislazione; e sottolinea la necessità che la partecipazione delle donne sia promossa a tutti i livelli istituzionali, a partire da quello europeo;

    16.

    chiede che il patto europeo per il clima tenga conto di tale approccio basato sul genere per modellare le azioni e le politiche in materia di clima includendovi attività di divulgazione specifiche incentrate sulla sensibilizzazione, l’educazione e la condivisione del sapere in merito alle prospettive di genere;

    17.

    sottolinea l’importanza di perseguire una cooperazione trasversale tra le ONG e le altre organizzazioni della società civile impegnate a favore della parità di genere e quelle attive nella difesa dell’ambiente, nonché di realizzare campagne di sensibilizzazione e programmi di formazione comuni.

    Lavori «verdi»

    18.

    confida che una ripresa verde, digitale e inclusiva offrirà nuove opportunità di creare posti di lavoro e reintegrare nell’economia digitale donne da tempo disoccupate; ed è convinto che la transizione verso un’economia sostenibile e a basse emissioni di carbonio consentirà di tener conto della prospettiva di genere al fine di evitare il perpetuarsi delle disuguaglianze esistenti;

    19.

    sottolinea che il contributo delle donne alle attività economiche «verdi» è essenziale per conseguire uno sviluppo sostenibile equo, e deve pertanto divenire visibile ed essere valorizzato; e che anche le donne e le ragazze possono beneficiare delle opportunità offerte nel settore dell’imprenditoria rispettosa dell’ambiente e diventare datrici di lavoro — anziché lavoratrici subordinate — «verdi», purché ciò non comporti una precarizzazione delle lavoratrici dipendenti spinte verso il lavoro autonomo;

    20.

    riconosce che la tecnologia svolgerà un ruolo più rilevante nella vita di tutti, ed è cruciale che il settore tecnologico assomigli alla società di cui è al servizio; e chiede di istituire — e dotare di congrui mezzi finanziari — programmi di formazione specialistica in materie digitali e tecnologiche rivolti specificamente alle donne e alle ragazze, quale opportunità fondamentale per accelerare l’innovazione nel campo della transizione climatica ed energetica rafforzando le quote di genere in tali ambiti e garantendo parità di accesso alle opportunità professionali; (9);

    21.

    invita la Commissione e gli Stati membri a inglobare la parità di genere quale elemento importante della transizione digitale includendo la prospettiva di genere nello sviluppo delle politiche per l’istruzione digitale, promuovendo programmi di tutoraggio con modelli di riferimento femminili nelle TIC, eliminando dagli algoritmi i pregiudizi (consapevoli e non) discriminatori di genere, prevenendo la violenza online, utilizzando le attività e i programmi di Erasmus+, sviluppando il concetto di un approccio di apprendimento permanente nell’istruzione degli adulti, in particolare nelle zone remote, e prevenendo l’esclusione digitale;

    22.

    ritiene che il telelavoro abbia le potenzialità per portare a un migliore equilibrio tra vita privata e professionale, specialmente per le donne, a condizione che le famiglie abbiano accesso, durante l’intero orario di lavoro, a servizi di assistenza all’infanzia economicamente accessibili e di qualità, compreso il doposcuola per i bambini più grandi, e che si presti particolare attenzione al fatto che le donne sono maggiormente esposte alle violenze domestiche (10); sottolinea l’importanza di rendere accessibili, a prezzi contenuti, materiale informatico di ultima generazione e una connessione ad alta velocità per il telelavoro, nonché di estendere l’iniziativa WiFi4EU alle zone remote; ed esorta a procedere celermente a un’attuazione ambiziosa della direttiva del 2019 sull’equilibrio tra attività professionale e vita familiare.

    Trasporti pubblici sostenibili e mobilità

    23.

    chiede che, nel progettare e pianificare i sistemi di trasporto urbani, vi sia maggiore considerazione per gli effetti degli squilibri di genere, che fanno sì che le donne tendano a utilizzare più frequentemente i trasporti pubblici; sottolinea che la sicurezza e la percezione della stessa sono aspetti di primaria importanza, nei quali è necessario fare meglio; reputa che i modelli di mobilità (compresi gli orari di servizio) e le decisioni in merito agli itinerari più idonei debbano tener conto del fatto che l’uso dei mezzi di trasporto varia anche a seconda del genere degli utenti (maggiore pendolarismo per gli uomini e viaggi più brevi, con più fermate, per le donne), nonché della divisione dei compiti nel mercato del lavoro e nell’economia dell’assistenza; ed evidenzia che la capacità, l’affidabilità e la flessibilità dei servizi di trasporto pubblico nelle ore di minore affluenza devono venire più incontro alle abitudini di spostamento delle persone, quali che siano il loro genere e la loro età, tenendo però presente che ogni città e regione, così come ogni paese, dovrebbe organizzare i suoi servizi di trasporto pubblico in base alle diverse necessità e realtà, sia nelle zone urbane che in quelle rurali;

    24.

    ritiene che iniziative semplici, efficaci sotto il profilo dei costi e replicabili — come la possibilità di fermate a richiesta per gli autobus notturni o la disponibilità di percorsi pedonali e piste ciclabili ben illuminati e nettamente separati dal traffico motorizzato — potrebbero contribuire a una mobilità più sostenibile, sicura ed inclusiva;

    25.

    reputa che iniziative quali «Le donne e i trasporti — Piattaforma per il cambiamento» possano contribuire a rafforzare l’occupazione femminile nel settore dei trasporti, oltre a rappresentare un forum idoneo per lo scambio di buone pratiche, e chiede che venga assicurato un seguito attraverso gli ambasciatori e le ambasciatrici della diversità nel settore dei trasporti;

    26.

    esorta la Commissione a pianificare i modi di collegare le città alle zone remote e di garantire l’accessibilità e la connettività, oltre ad assicurare un maggiore utilizzo di veicoli puliti, di treni e di autobus elettrici ibridi per le lunghe distanze; è convinto della bontà delle soluzioni digitali per l’emissione di biglietti su applicazioni diverse; e dà atto degli sforzi compiuti nel quadro della nuova agenda urbana per l’UE.

    Povertà energetica

    27.

    esprime profonda preoccupazione per l’impennata dei prezzi dell’elettricità e del gas, giunti in tutti gli Stati membri al massimo storico degli ultimi decenni, che spinge un gran numero di donne e uomini verso condizioni di povertà energetica e mobilità insufficiente; e invita l’UE ad adottare contromisure a lungo termine, compresa un’attenta disamina dei motivi alla base dell’aumento dei prezzi dell’energia;

    28.

    riconosce che la povertà energetica colpisce in modo sproporzionato le donne a causa delle disuguaglianze strutturali nella distribuzione dei redditi, delle differenze di status socioeconomico e del divario di genere nell’assistenza;

    29.

    richiama l’attenzione sulla risoluzione del Parlamento europeo (11) che esorta l’UE a includere una dimensione di genere in tutte le sue politiche e in tutti i suoi programmi in materia di energia, tenendo conto specialmente delle donne e delle ragazze in condizioni di povertà, esclusione sociale e/o emarginazione;

    30.

    incoraggia il polo di consulenza sulla povertà energetica (EPAH) dell’UE ad applicare una prospettiva di genere nei suoi indicatori, oltre che nell’impiego e nella raccolta dei dati;

    31.

    ribadisce che la povertà energetica costituisce per la società una grande sfida, con implicazioni sociali, economiche e ambientali che devono essere affrontate con urgenza a tutti i livelli di governance; e sottolinea pertanto che, nella lotta contro tale povertà, occorre impiegare una combinazione di strumenti di politiche pubbliche che consideri sia l’aspetto dell’efficienza energetica che la questione della protezione sociale;

    32.

    accoglie con favore non solo iniziative quali la Piattaforma per il cambiamento e il premio Women in Energy, in quanto strumenti per promuovere la parità di genere, ma anche la proposta relativa al Fondo sociale per il clima — che mira a compensare le asimmetrie nelle ripercussioni sociali ed economiche dell’estensione del sistema ETS ai trasporti e all’edilizia e che ammette espressamente la necessità di tener conto delle prospettive delle donne; sottolinea che l’attuazione del Fondo sociale per il clima e del Fondo per una transizione giusta deve necessariamente essere guidata da un approccio sensibile all’uguaglianza di genere; e accoglie con favore l’imminente lancio, da parte della DG Energia della Commissione, della Piattaforma per la parità nel settore energetico.

    Bilancio di genere

    33.

    ricorda che, per «bilancio di genere», si intende l’integrazione della dimensione di genere nell’intero processo di bilancio, al fine di inserire una prospettiva sulla parità di genere in tutte le decisioni in materia di entrate e spese;

    34.

    prende atto con preoccupazione delle conclusioni di due recenti studi, condotti dal Parlamento europeo nel 2015 e nel 2017, che evidenziano come, nella pratica, il bilancio di genere sia applicato in misura insufficiente e come tra il 2015 e il 2017 non si sono registrati progressi in questo campo (12);

    35.

    esprime preoccupazione per il fatto che l’integrazione della dimensione di genere non figuri tra gli 11 criteri di valutazione stabiliti nel regolamento sul dispositivo per la ripresa e la resilienza; e, su un piano più generale, fa notare che, secondo la Corte dei conti europea (13) il bilancio dell’UE non tiene conto della prospettiva di genere, essendo perlopiù scevro di elementi cruciali come l’analisi di genere, gli obiettivi e gli indicatori legati al genere e l’assunzione di responsabilità tramite la rendicontazione;

    36.

    deplora che la recente comunicazione sulla «Strategia per il finanziamento della transizione verso un’economia sostenibile» (14) non includa una prospettiva di genere, soprattutto se si tiene conto che l’inclusività è uno dei quattro ambiti principali in cui più si è rilevata la necessità di azioni supplementari affinché il sistema finanziario sostenga pienamente la transizione dell’economia verso la sostenibilità;

    37.

    invita la Commissione e il Consiglio a impegnarsi a favore dell’integrazione della dimensione di genere nel bilancio, nonché ad assicurarsi che tale integrazione riguardi l’intero bilancio dell’UE e che le raccomandazioni della Corte dei conti europea siano pienamente attuate, anche nel quadro della revisione intermedia dell’attuale quadro finanziario pluriennale (QFP) e dell’attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza;

    38.

    si riallaccia al parere già adottato in merito alla comunicazione «Un’Unione dell’uguaglianza: la strategia per la parità di genere 2020-2025» (15), in cui invocava un collegamento più chiaro tra questa strategia e le massime priorità politiche — nonché le altre strategie — dell’UE, in particolare per quanto riguarda le transizioni verso un’economia climaticamente neutra; e richiama con forza un altro suo parere, quello sul tema «La dimensione di genere dei fondi strutturali e di coesione 2021-2027, con un’attenzione specifica alla preparazione dei programmi operativi» (16), in cui sottolineava la necessità di considerare la parità di genere come un criterio trasversale per l’elaborazione dei programmi della politica di coesione, come un obiettivo che tali programmi devono perseguire e come un potente fattore che concorre al raggiungimento degli obiettivi della politica di coesione per uno sviluppo sostenibile ed equilibrato.

    Livello internazionale

    39.

    accoglie favorevolmente la decisione del gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC) di adottare una politica di genere (17) e un piano di attuazione volto a integrare la dimensione di genere nei suoi lavori;

    40.

    accoglie con favore la creazione di un’agenda specifica nel quadro dei lavori dell’UNFCCC — ossia il programma di lavoro di Lima rafforzato sulla parità di genere (LWPG) e il relativo piano d’azione (GAP) — non solo per affrontare il problema della mancata attuazione di politiche in materia di clima che siano attente alle problematiche di genere e sensibili alle specificità di genere, ma anche per assicurarsi che i punti di vista delle donne siano presi in considerazione nelle discussioni a livello mondiale e nei negoziati internazionali sui cambiamenti climatici; e in particolare esprime compiacimento per la nomina dei punti di contatto nazionali in materia di parità di genere e cambiamenti climatici (NGCCFP) per ciascuna parte contraente;

    41.

    prende atto del riconoscimento, nelle convenzioni di Rio (18), degli importanti legami tra le questioni relative al genere; e fa notare come la fonte di orientamento e ispirazione più completa per conseguire la parità di genere sia costituita dalla dichiarazione di Pechino e dalla relativa piattaforma d’azione, e in particolare dalla sezione K (19) di quest’ultima, che evidenzia come la fragilizzazione degli ecosistemi e il degrado del mondo naturale — aggravati dagli effetti dei cambiamenti climatici antropogenici — pongano rischi maggiori proprio per le donne e le ragazze;

    42.

    chiede di assicurarsi che i contributi determinati a livello nazionale (NDC) e a livello regionale e locale (RLDC) tengano conto dei fattori sociali e della prospettiva di genere;

    43.

    esprime apprezzamento per il preambolo dell’accordo di Parigi, in cui si chiede che venga realizzata la parità di genere e sia sostenuta l’emancipazione femminile per contribuire a limitare il riscaldamento globale; e sottoscrive il riconoscimento, sancito dal testo di tale accordo, della necessità che tanto l’azione di adattamento (articolo 7, paragrafo 5) quanto il rafforzamento delle capacità (articolo 11, paragrafo 2) si basino su un approccio sensibile all’uguaglianza di genere, ma deplora l’inerzia a tale riguardo e la mancanza di un piano per l’ulteriore attuazione.

    Bruxelles, 27 gennaio 2022

    Il presidente del Comitato europeo delle regioni

    Apostolos TZITZIKOSTAS


    (1)  Conclusioni del Consiglio — Preparativi in vista delle riunioni della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) (Glasgow, 31 ottobre — 12 novembre 2021).

    (2)  https://www.gov.scot/publications/glasgow-womens-leadership-statement-gender-equality-climate-change/

    (3)  https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:52020DC0152&from=IT.

    (4)  Le comunicazioni «Il Green Deal europeo» [COM(2019) 640 final], «Un traguardo climatico 2030» [COM(2020) 562 final], «Quadro per le politiche dell’energia e del clima» [COM(2014) 15 final] e «Un pianeta pulito per tutti» [COM(2018) 773 final] non menzionano la questione della parità di genere, mentre il programma di azione per l’ambiente (1386/2014/UE) fa riferimento una sola volta alle donne in stato di gravidanza in quanto gruppo vulnerabile. Tale assenza o quasi di riferimenti è in chiara contraddizione con il fatto che l’integrazione di genere è un obbligo stabilito dai Trattati, che la strategia per la parità di genere [COM(2020) 152 final] stabilisce un quadro di riferimento per la politica dell’UE sulla parità di genere e l’integrazione della dimensione di genere, e che l’UE è impegnata a favore degli obiettivi di sviluppo sostenibile (2015) e del piano d’azione dell’UNFCCC sulla parità di genere (2019); https://onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1111/jcms.13082.

    (5)  GU C 270 del 7.7.2021, pag. 2.

    (6)  https://eige.europa.eu/gender-mainstreaming/toolkits/gender-impact-assessment/guide-gender-impact-assessment

    (7)  Union of equality: the first year of actions and achievements | European Commission (europa.eu).

    (8)  Tale direttiva garantirebbe l’assegnazione alle donne di almeno il 40 % dei posti senza incarichi esecutivi all’interno dei consigli di amministrazione delle società.

    (9)  Tra gli esempi più riusciti, merita ricordare almeno il «Women and Girls in STEM Forum», l’iniziativa «Girls Go Circular» (eit-girlsgocircular.eu) e la creazione del quadro di valutazione «Donne nel digitale» quale parte integrante dell’indice di digitalizzazione dell’economia e della società (DESI).

    (10)  https://www.unwomen.org/en/news/in-focus/in-focus-gender-equality-in-covid-19-response/violence-against-women-during-covid-19

    (11)  GU C 76 del 28.2.2018, pag. 93.

    (12)  https://www.europarl.europa.eu/RegData/etudes/BRIE/2020/660058/IPOL_BRI(2020)660058_EN.pdf.

    (13)  https://www.eca.europa.eu/Lists/ECADocuments/SR21_10/SR_Gender_mainstreaming_IT.pdf

    (14)  https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/HTML/?uri=CELEX:52021DC0390&qid=1635262292392&from=IT

    (15)  CDR 2016/2020.

    (16)  CDR 2503/2021.

    (17)  https://www.ipcc.ch/site/assets/uploads/2020/05/IPCC_Gender_Policy_and_Implementation_Plan.pdf

    (18)  Vale a dire la Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica (CBD), la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) e la Convenzione delle Nazioni Unite contro la desertificazione (UNCCD).

    (19)  https://beijing20.unwomen.org/sites/default/files/Headquarters/Attachments/Sections/CSW/PFA_E_Final_WEB.pdf


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