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Document 52021IP0115

    Risoluzione del Parlamento europeo del 25 marzo 2021 sulle relazioni 2019 e 2020 della Commissione sulla Serbia (2019/2175(INI))

    GU C 494 del 8.12.2021, p. 172–185 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    8.12.2021   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 494/172


    P9_TA(2021)0115

    Relazioni 2019 e 2020 sulla Serbia

    Risoluzione del Parlamento europeo del 25 marzo 2021 sulle relazioni 2019 e 2020 della Commissione sulla Serbia (2019/2175(INI))

    (2021/C 494/15)

    Il Parlamento europeo,

    visto l'accordo di stabilizzazione e di associazione (ASA) tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Serbia, dall'altra, entrato in vigore il 1o settembre 2013,

    vista la domanda di adesione all'Unione europea presentata dalla Serbia il 19 dicembre 2009,

    visti il parere della Commissione del 12 ottobre 2011 sulla domanda di adesione della Serbia all'Unione europea (COM(2011)0668), la decisione del Consiglio europeo del 1o marzo 2012 di concedere alla Serbia lo status di paese candidato e la decisione del Consiglio europeo del 27 e 28 giugno 2013 di avviare i negoziati di adesione all'Unione europea con la Serbia,

    viste le conclusioni della Presidenza in occasione della riunione del Consiglio europeo di Salonicco del 19 e 20 giugno 2003,

    visti la dichiarazione di Sofia del vertice UE-Balcani occidentali del 17 maggio 2018 e il programma delle priorità di Sofia ad essa allegato,

    visti la risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 10 giugno 1999, il parere consultivo della Corte internazionale di giustizia (CIG) del 22 luglio 2010 sulla conformità al diritto internazionale della dichiarazione unilaterale d'indipendenza del Kosovo, nonché la risoluzione 64/298 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, del 9 settembre 2010, in cui si prende atto del contenuto del parere della CIG e si plaude alla disponibilità dell'UE a favorire il dialogo tra Serbia e Kosovo,

    visti il primo accordo sui principi che disciplinano la normalizzazione delle relazioni tra i governi della Serbia e del Kosovo, del 19 aprile 2013, gli accordi del 25 agosto 2015 e il dialogo in corso facilitato dall'UE per la normalizzazione delle relazioni,

    visto il processo di Berlino avviato il 28 agosto 2014,

    vista la sua risoluzione del 29 novembre 2018 sulla relazione 2018 della Commissione sulla Serbia (1),

    viste la dichiarazione e le raccomandazioni adottate in occasione dell'undicesima riunione della commissione parlamentare di stabilizzazione e di associazione (SAPC) UE-Serbia del 30 e 31 ottobre 2019,

    vista la comunicazione della Commissione del 5 febbraio 2020, dal titolo «Rafforzare il processo di adesione — Una prospettiva europea credibile per i Balcani occidentali» (COM(2020)0057),

    viste le conclusioni del Consiglio del 5 giugno 2020 sul rafforzamento della cooperazione con i partner dei Balcani occidentali nel settore della migrazione e della sicurezza,

    vista la comunicazione della Commissione del 29 maggio 2019, dal titolo «Comunicazione 2019 sulla politica di allargamento dell'UE» (COM(2019)0260), accompagnata dal documento di lavoro dei servizi della Commissione intitolato «Serbia 2019 Report» (Relazione 2019 sulla Serbia) (SWD(2019)0219),

    vista la comunicazione della Commissione del 6 ottobre 2020, dal titolo «Comunicazione 2020 sulla politica di allargamento dell'UE» (COM(2020)0660), accompagnata dal documento di lavoro dei servizi della Commissione intitolato «Serbia 2020 Report» (Relazione 2020 sulla Serbia) (SWD(2020)0352),

    visti la comunicazione della Commissione del 6 ottobre 2020, dal titolo «Un piano economico e di investimenti per i Balcani occidentali» (COM(2020)0641) e il documento di lavoro dei servizi della Commissione intitolato «Guidelines for the Implementation of the Green Agenda for the Western Balkans» (Orientamenti per l'attuazione dell'agenda verde per i Balcani occidentali) (SWD(2020)0223),

    vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, dell'8 aprile 2020, dal titolo «Comunicazione sulla risposta globale dell'UE alla pandemia di COVID-19» (JOIN(2020)0011),

    viste la valutazione della Commissione, del 21 aprile 2020, sul programma di riforme economiche della Serbia 2020-2022 (SWD(2020)0064) e le conclusioni comuni del dialogo economico e finanziario tra l'UE e i Balcani occidentali e la Turchia, adottate dal Consiglio il 19 maggio 2020,

    vista la comunicazione della Commissione del 29 aprile 2020, dal titolo «Aiutare i Balcani occidentali ad affrontare la COVID-19 e sostenerne la ripresa nel periodo post-pandemia» (COM(2020)0315),

    vista l'undicesima riunione della conferenza di adesione con la Serbia a livello ministeriale, tenutasi il 10 dicembre 2019, in occasione della quale sono stati avviati i negoziati relativi al capitolo 4 («Libera circolazione dei capitali»),

    viste le conclusioni della prima fase del dialogo interpartitico sul miglioramento delle condizioni per lo svolgimento delle elezioni parlamentari, agevolato dal Parlamento europeo,

    vista la relazione finale sulla missione speciale di valutazione elettorale OSCE/ODIHR relativa alle elezioni parlamentari del 21 giugno 2020 in Serbia, pubblicata il 7 ottobre 2020,

    visto il comunicato stampa degli esperti dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, pubblicato l'11 novembre 2020, concernente preoccupazioni circa l'abuso della legge sulla prevenzione del riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo per prendere di mira e ostacolare il lavoro delle ONG,

    vista la seconda relazione di conformità sulla Serbia redatta dal gruppo di Stati contro la corruzione (GRECO) per quanto riguarda la prevenzione della corruzione dei deputati, dei giudici e dei pubblici ministeri, pubblicata il 26 novembre 2020 nell'ambito del quarto ciclo di valutazione,

    vista la relazione di valutazione di riferimento sulla Serbia a cura del gruppo di esperti sulla lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (GREVIO), del 22 gennaio 2020,

    viste le sue precedenti risoluzioni sul paese,

    vista la sua raccomandazione del 19 giugno 2020 al Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza concernente i Balcani occidentali, a seguito del vertice del 2020 (2),

    vista la dichiarazione congiunta resa al termine del vertice Parlamento europeo-presidenti dei parlamenti dei Balcani occidentali, del 28 gennaio 2020, organizzato dal Presidente del Parlamento europeo con i leader dei parlamenti dei Balcani occidentali,

    vista la dichiarazione di Zagabria concordata in occasione del vertice UE-Balcani occidentali tenutosi in videoconferenza il 6 maggio 2020,

    visto il vertice UE-Balcani occidentali nel quadro del processo di Berlino, del 10 novembre 2020,

    visto l'articolo 54 del suo regolamento,

    vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A9-0032/2021),

    A.

    considerando che la Serbia deve essere giudicata, come qualsiasi altro paese che aspiri a diventare uno Stato membro dell'UE, in base ai propri meriti in termini di adempimento, attuazione e rispetto dei criteri e dei valori comuni necessari per l'adesione e che la qualità delle riforme necessarie e l'impegno con cui sono perseguite determinano il calendario e la progressione dell'adesione;

    B.

    considerando che la democrazia, i diritti umani e lo Stato di diritto sono valori fondamentali su cui si basa l'UE e sono al centro dei processi di allargamento nonché di stabilizzazione e di associazione; che sono necessarie riforme sostenibili per affrontare le sfide significative che continuano a interessare questi settori;

    C.

    considerando che è necessario che la Serbia sviluppi una comprovata e irreversibile esperienza nell'osservare, sostenere e difendere valori quali il rispetto della dignità umana, la libertà, la democrazia, l'uguaglianza, lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze nazionali e di altro tipo, sia a livello nazionale e che nelle sue relazioni internazionali;

    D.

    considerando che dall'avvio dei negoziati con la Serbia sono stati aperti diciotto capitoli, due dei quali sono stati chiusi in via provvisoria; che la Serbia ha deciso di accettare la nuova metodologia di allargamento dell'UE;

    E.

    considerando che deve ancora emergere un bilancio sostenibile per quanto riguarda il conseguimento di risultati in materia di sistema giudiziario e diritti fondamentali (capitolo 23) e di giustizia, libertà e sicurezza (capitolo 24); che il Consiglio ha deciso di non aprire ulteriori capitoli con la Serbia per il momento;

    F.

    considerando che il GRECO reputa la situazione in Serbia «nel complesso insoddisfacente» e che il paese non risulta conforme alle raccomandazioni del GRECO per quanto riguarda la prevenzione della corruzione dei deputati, dei giudici e dei pubblici ministeri;

    G.

    considerando che l'impegno dell'UE a promuovere lo Stato di diritto si estende alla Serbia, motivo per cui l'UE dovrebbe continuare la sua cooperazione con il Consiglio d'Europa, in modo da sostenere la Serbia nella realizzazione di riforme e formazioni essenziali concernenti la giustizia, la lotta alla corruzione, la promozione dei diritti umani e il ruolo dei media liberi e indipendenti e della società civile, nonché da monitorare i progressi conseguiti in tali settori, in linea con la metodologia di allargamento riveduta;

    H.

    considerando che la Serbia ha interesse a normalizzare le sue relazioni con il Kosovo;

    I.

    considerando che la Serbia continua a impegnarsi a favore della cooperazione regionale e di relazioni di buon vicinato;

    J.

    considerando che la Serbia continua a impegnarsi per creare un'economia di mercato funzionante e ad attuare gli obblighi dell'ASA, sebbene persista una serie di problemi di conformità; che la corruzione continua a ostacolare lo sviluppo economico;

    K.

    considerando che la Serbia ha ratificato tutte le convenzioni fondamentali dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL);

    L.

    considerando che la libertà di espressione e l'indipendenza dei media continuano a destare serie preoccupazioni che devono essere affrontate in via prioritaria;

    M.

    considerando che il dialogo interpartitico sul miglioramento delle condizioni per lo svolgimento delle elezioni parlamentari, agevolato dal Parlamento europeo, continua a rappresentare una piattaforma unica per raggiungere un consenso in merito agli impegni da assumere per migliorare le condizioni elettorali;

    N.

    considerando che l'UE ha concordato la riassegnazione di 374 milioni di EUR dallo strumento di assistenza preadesione per contribuire a mitigare l'impatto socioeconomico della COVID-19 nella regione;

    O.

    considerando che l'UE ha dimostrato il suo impegno a favore della prospettiva europea dei paesi dei Balcani occidentali e ha mobilitato 3,3 miliardi di EUR per affrontare l'immediata crisi sanitaria e mitigare le conseguenze economiche e sociali della pandemia di COVID-19;

    P.

    considerando che l'UE rappresenta il principale fornitore di assistenza e aiuto alla Serbia nel quadro degli sforzi volti ad attenuare le conseguenze economiche e sociali della pandemia di COVID-19; che la Serbia ha ricevuto 15 milioni di EUR di sostegno immediato al settore sanitario, 78,4 milioni di EUR a sostegno della ripresa sociale ed economica e 93,4 milioni di EUR sotto forma di fondi di assistenza;

    Q.

    considerando che la Serbia beneficia dell'assistenza dell'UE nel quadro dello strumento di assistenza preadesione, con una dotazione totale indicativa di 1 539,1 miliardi di EUR per il periodo 2014-2020;

    R.

    considerando che l'UE è la principale fonte di assistenza finanziaria della Serbia; che negli ultimi 18 anni l'Unione ha fornito alla Serbia oltre 3,6 miliardi di EUR di sovvenzioni destinate a tutti i settori, tra cui lo Stato di diritto, la riforma della pubblica amministrazione, lo sviluppo sociale, l'ambiente e l'agricoltura; che, dal 2007, la Serbia ha beneficiato del sostegno dell'UE nell'ambito dello strumento di assistenza preadesione per un valore totale di 2,79 miliardi di EUR;

    S.

    considerando che la Serbia ha beneficiato in misura sostanziale dell'integrazione commerciale ed economica con l'UE; che l'Unione è il principale partner commerciale della Serbia e nel 2018 ha rappresentato il 67 % delle esportazioni totali del paese e oltre il 60 % delle importazioni totali di beni; che, tra il 2010 e il 2018, gli investimenti dell'UE in Serbia hanno superato complessivamente i 13 miliardi di EUR;

    1.

    si compiace del fatto che l'adesione all'UE continui a essere un obiettivo strategico della Serbia e che rientri tra le priorità del nuovo governo; prende atto del fatto che tutti i partiti parlamentari sostengono il processo di integrazione della Serbia nell'UE; incoraggia le autorità serbe a comunicare più attivamente e senza ambiguità il loro impegno a favore dei valori europei nei dibattiti pubblici e si attende un impegno chiaro e inequivocabile da parte della Serbia, sia a parole che con i fatti, ad adempiere gli obblighi previsti per l'adesione all'UE in modo visibile e verificabile;

    2.

    evidenzia l'importanza di infondere un maggiore dinamismo nei negoziati di adesione con la Serbia e di attuare prontamente la metodologia di allargamento riveduta, basata sul raggruppamento tematico dei capitoli negoziali e sull'introduzione graduale di singoli programmi e politiche dell'UE, ponendo l'accento su incentivi chiari e tangibili che presentino un interesse diretto per i cittadini della Serbia;

    3.

    sottolinea che lo slancio conferito dal nuovo mandato a seguito delle elezioni del 21 giugno 2020 in Serbia rappresenta un'opportunità per compiere importanti progressi verso la prospettiva europea della Serbia; ritiene che si dovrebbero aprire nuovi capitoli negoziali solo una volta che la Serbia avrà assunto gli impegni necessari e avrà realizzato riforme che rispettino i parametri richiesti; rileva che l'apertura di nuovi capitoli è uno strumento essenziale per conseguire riforme sostenibili e un cambiamento europeista in Serbia;

    4.

    invita la Commissione e il Consiglio, se del caso coinvolgendo i partner serbi, ad adottare le misure necessarie per dare attuazione alle disposizioni della metodologia di allargamento riveduta, segnatamente quelle concernenti il raggruppamento tematico dei negoziati, nonché a sfruttare questa nuova metodologia come un'opportunità per accelerare il processo di allargamento ai Balcani occidentali e definire, di concerto con la Serbia, nuove tappe per il processo negoziale con il paese;

    5.

    accoglie con favore la cooperazione tra il governo serbo e l'Assemblea nazionale per quanto riguarda la Convenzione nazionale sull'Unione europea; invita il governo serbo a nominare quanto prima un nuovo capo della squadra negoziale per l'adesione della Serbia all'Unione europea; esorta inoltre la Serbia a migliorare le capacità amministrative del ministero per l'Integrazione europea, in modo da condurre più efficacemente i negoziati di adesione, e a fare quanto in suo potere per rendere il processo di integrazione europea il più inclusivo e aperto possibile;

    6.

    rileva che la Serbia continua e deve continuare a consolidare l'allineamento e l'attuazione della sua legislazione in conformità dell'acquis; deplora che il ritmo di tale allineamento sia stato notevolmente più lento di quanto inizialmente previsto dal governo; pone in evidenza i limitati progressi compiuti in relazione ai capitoli 23 (Sistema giudiziario e diritti fondamentali) e 24 (Giustizia, libertà e sicurezza); osserva che la normalizzazione delle relazioni con il Kosovo e l'effettivo rispetto dei diritti fondamentali continuano a essere essenziali e determineranno il ritmo dei negoziati di adesione;

    7.

    si rammarica per la mancanza di progressi in molti ambiti del programma di riforma della Serbia e per il fatto che si siano persino registrati passi indietro con riguardo a questioni fondamentali per l'adesione all'UE; invita la Commissione a modificare la sua metodologia di rendicontazione in modo da tenere conto delle inversioni di rotta significative e inviare un messaggio chiaro ai paesi candidati all'adesione, compresa la Serbia;

    8.

    evidenzia l'importanza di una comunicazione strategica in merito ai benefici dell'adesione all'UE da parte delle parti interessate serbe; sottolinea che il dibattito pubblico sull'adesione all'UE deve essere basato sui fatti e deve promuovere il pieno rispetto dei diritti fondamentali e dei valori democratici;

    9.

    incoraggia le autorità serbe a comunicare più attivamente il loro impegno a favore dei valori europei nei dibattiti pubblici e ad aumentare la trasparenza delle loro comunicazioni, ivi incluso consentendo l'accesso del pubblico alle informazioni e ampliando la cooperazione tra le autorità pubbliche e la società civile; esprime preoccupazione per il fatto che alcuni media finanziati con denaro pubblico, che spesso citano detentori di cariche pubbliche, contribuiscono alla diffusione di una retorica antieuropeista in Serbia;

    10.

    invita la Serbia e gli Stati membri dell'UE a perseguire una politica di comunicazione più attiva ed efficace sulla prospettiva europea, che sia rivolta sia ai cittadini serbi che a quelli dell'UE, compresi coloro che appartengono a minoranze nazionali; sottolinea i legami storici di amicizia e di fratellanza che esistono tra i popoli dell'Unione europea e il popolo serbo;

    11.

    prende atto della visibilità sproporzionata accordata dalla Serbia ai paesi terzi; invita la Serbia, la Commissione e la delegazione dell'UE in Serbia a intensificare gli sforzi volti a promuovere il ruolo e i benefici dello stretto partenariato tra l'UE e la Serbia, anche mediante la promozione di progetti e riforme finanziati dall'UE; rileva l'urgente necessità di coinvolgere anche i cittadini serbi che non vivono nelle grandi città e invita l'UE a sostenere maggiormente la società civile di base;

    12.

    chiede nuove opportunità di dialogo politico e strategico ad alto livello con i paesi dei Balcani occidentali, al fine di garantire una guida più forte e un impegno ad alto livello, come auspicato anche dalla metodologia di allargamento riveduta; ritiene che la conferenza sul futuro dell'Europa dovrebbe coinvolgere attivamente e associare opportunamente i rappresentanti serbi, nonché quelli degli altri paesi dei Balcani occidentali, sia a livello governativo, sia a livello della società civile e delle organizzazioni giovanili;

    13.

    prende atto delle conclusioni della relazione finale della missione speciale di valutazione elettorale OSCE/ODIHR, secondo cui, nonostante le elezioni parlamentari del 21 giugno 2020 siano state gestite in modo efficiente, il ruolo predominante del partito al governo, anche nei media, è stato motivo di preoccupazione; deplora le tendenze di lungo periodo quali le pressioni sugli elettori, la parzialità dei media e la mancanza di linee di demarcazione tra le attività di tutti i funzionari statali e le campagne elettorali di parte; pone in evidenza, a tale riguardo, il ruolo delle campagne di disinformazione sponsorizzate dallo Stato allo scopo di influenzare l'opinione pubblica in vista delle elezioni;

    14.

    accoglie con favore l'istituzione del gruppo di lavoro per l'attuazione delle raccomandazioni dell'ODIHR; invita le autorità serbe a tenere pienamente conto di tutte le raccomandazioni dell'ODIHR con largo anticipo rispetto alle prossime elezioni; sottolinea che le organizzazioni della società civile con esperienza in materia di condizioni elettorali dovrebbero continuare a essere coinvolte in tale processo;

    15.

    osserva con preoccupazione che, solo poche settimane prima delle elezioni previste, sono state approvate in parlamento, senza alcun dibattito pubblico, modifiche di elementi importanti del sistema elettorale, tra cui l'abbassamento della soglia elettorale; rileva che, secondo la commissione di Venezia, gli elementi fondamentali della legge elettorale non dovrebbero essere modificati in misura significativa a meno di un anno da un'elezione;

    16.

    deplora la decisione di boicottare le elezioni adottata da alcune frange dell'opposizione e sottolinea che, alla luce dei risultati della missione speciale di valutazione elettorale OSCE/ODIHR, nella cui relazione si evidenziano la mancanza di un pluralismo effettivo e la frammentazione del panorama politico in Serbia, tutte le forze politiche, in particolare le autorità di governo, hanno la responsabilità di migliorare le condizioni elettorali; sottolinea che l'unico modo per garantire la rappresentanza politica e la capacità di influenzare il processo decisionale per i propri elettori è partecipare ai processi politici ed elettorali; invita l'opposizione a tornare al tavolo dei negoziati e a partecipare nuovamente alle attività politiche e parlamentari; osserva che, a causa del boicottaggio delle elezioni da parte di alcuni partiti dell'opposizione, il parlamento serbo neocostituito è caratterizzato da una maggioranza schiacciante della coalizione al governo e dall'assenza di un'opposizione effettiva — situazione, questa, che non contribuisce al raggiungimento del pluralismo politico nel paese;

    17.

    ricorda i principi elettorali definiti dalla commissione di Venezia e rileva con preoccupazione che il Presidente Aleksandar Vučić ha annunciato l'indizione di elezioni anticipate senza alcun fondamento costituzionale né necessità politica, comunicando nel contempo, in qualità di Presidente della Serbia e leader del più grande partito politico del paese, una data elettorale unica per le elezioni presidenziali, parlamentari e municipali di Belgrado nella primavera del 2022;

    18.

    accoglie con favore l'istituzione del dialogo interpartitico con l'Assemblea nazionale della Serbia, agevolato dal Parlamento europeo, e le misure iniziali adottate dalle autorità serbe e dalla maggioranza parlamentare per migliorare le condizioni elettorali; chiede l'ulteriore attuazione dei rimanenti impegni assunti nel quadro del dialogo interpartitico;

    19.

    accoglie con favore l'avvio della seconda fase del dialogo interpartitico con l'Assemblea nazionale della Serbia, agevolato dal Parlamento europeo, con il coinvolgimento di tutte le pertinenti parti interessate e di tutte le forze politiche europeiste della Serbia, al fine di migliorare il clima politico e la fiducia in tutto lo spettro politico e di raggiungere un consenso sulle questioni in sospeso relative al processo elettorale, in linea con le raccomandazioni delle missioni di osservazione internazionali; esorta a tenere il prima possibile nuovi cicli di un dialogo interpartitico più inclusivo e invita tutte le parti a definire obiettivi, criteri, parametri e interlocutori chiari; sottolinea che il dialogo interpartitico dovrebbe concludersi con largo anticipo rispetto alle prossime elezioni, in modo da lasciare il tempo sufficiente per realizzare le necessarie modifiche giuridiche e di altro tipo alle condizioni elettorali e metterle in pratica, così da creare condizioni di parità in vista delle elezioni; ricorda che il governo e gli organismi indipendenti devono garantire la piena e adeguata attuazione del quadro giuridico relativo agli impegni assunti nell'ambito del dialogo interpartitico;

    20.

    condanna gli attacchi verbali e gli episodi di incitamento all'odio inaccettabili nei confronti di deputati al Parlamento europeo, in particolare di coloro che rappresentano il Parlamento nelle sue relazioni con la Serbia, tra cui il presidente e i membri della delegazione SAPC nonché i facilitatori del dialogo interpartitico, in quanto si tratta di azioni che risultano in contrasto con lo spirito degli obblighi che incombono alla Serbia in virtù dell'ASA; invita il presidente dell'Assemblea nazionale e i presidenti dei gruppi politici ivi rappresentati a rispettare le norme del dibattito democratico;

    21.

    invita il nuovo governo a lavorare a riforme fondamentali efficaci e verificabili e ad affrontare le riforme e le carenze strutturali nei settori dello Stato di diritto, dei diritti fondamentali, della libertà dei media, della lotta alla corruzione e del funzionamento delle istituzioni democratiche e della pubblica amministrazione;

    22.

    rileva con preoccupazione che, nel complesso, la corruzione rimane un problema rispetto al quale sono stati compiuti progressi limitati; accoglie con favore le misure adottate per garantire l'indipendenza dell'agenzia anticorruzione e i risultati finora conseguiti nella risoluzione dei casi di corruzione; incoraggia il compimento di ulteriori progressi, in particolare riguardo al miglioramento dei risultati ottenuti nelle indagini, incriminazioni e condanne definitive nei casi di corruzione ad alto livello, e all'attuazione delle leggi sulla prevenzione della corruzione, in linea con l'acquis dell'UE e con le raccomandazioni del GRECO; accoglie con favore la pubblicazione della recente relazione del GRECO e incoraggia il ministero della Giustizia a lavorare all'attuazione delle raccomandazioni in essa contenute;

    23.

    sottolinea che, secondo l'ultima relazione del GRECO, la Serbia ha attuato solo in parte le raccomandazioni formulate nel 2015 e che la situazione nel paese è «nel complesso insoddisfacente»; pone in rilievo l'importanza di perseguire una lotta efficace contro la corruzione e invita le autorità serbe a conformarsi a tali raccomandazioni quanto prima; esprime preoccupazione per le recenti modifiche apportate alla legge sulla prevenzione della corruzione per quanto concerne la definizione di «funzionari pubblici», adottate in maniera affrettata e non trasparente e che limitano in misura considerevole il numero di persone cui si applica la legge, indebolendo così ulteriormente i meccanismi di lotta alla corruzione e aprendo nuove possibilità di uso improprio delle risorse statali prima considerate illegali;

    24.

    esorta la Serbia a ottenere risultati convincenti, compreso un bilancio sostenibile con indagini efficaci in settori critici quali il sistema giudiziario, la libertà di espressione e la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata, in particolare nei casi caratterizzati da un elevato livello di interesse pubblico, inclusi quelli di Krušik, Jovanjica e Telekom Srbija, e la invita a migliorare il proprio operato per quanto riguarda le indagini, l'incriminazione e la condanna nei casi di corruzione ad alto livello, anche attraverso il sequestro e la confisca dei proventi di reato; ribadisce il suo appello del 2018 affinché sia fatta giustizia in relazione alla demolizione illegale di proprietà privata nel quartiere Savamala di Belgrado; prende atto che la nuova legge sulla prevenzione della corruzione è in vigore dal 1o settembre 2020;

    25.

    ricorda alla Serbia di intensificare gli sforzi volti a contrastare efficacemente la corruzione, concentrandosi sulla prevenzione e la repressione della stessa, in particolare attraverso l'adozione di una nuova strategia anticorruzione, sostenuta da un piano d'azione credibile e realistico nonché da un meccanismo di coordinamento efficace;

    26.

    invita la Serbia a migliorare la lotta contro la criminalità organizzata e a passare da un approccio basato sui singoli casi a una strategia rivolta contro le organizzazioni criminali, in modo da smantellare le grandi organizzazioni internazionali; rileva che tale strategia dovrebbe prevedere indagini, incriminazioni e condanne definitive effettive nei casi gravi e di criminalità organizzata, tra cui indagini finanziarie, un monitoraggio sistematico dei flussi di denaro, un robusto meccanismo di controllo per evitare abusi e una maggiore capacità finanziaria e in termini di risorse umane per l'ufficio della procura specializzato in criminalità organizzata, che dovrebbe essere esente da qualsiasi influenza politica indebita;

    27.

    manifesta preoccupazione per le crescenti violenze a opera di gruppi estremisti e della criminalità organizzata e invita le autorità a garantire che i casi scoperti da giornalisti investigativi o informatori siano debitamente sottoposti a indagine e che tutti i funzionari pubblici coinvolti siano chiamati a rispondere delle proprie azioni;

    28.

    prende atto con preoccupazione della continua influenza politica esercitata sul sistema giudiziario e rileva la necessità di rafforzare le garanzie a tutela dell'assunzione di responsabilità, della professionalità, dell'indipendenza e dell'efficienza complessiva del sistema giudiziario, anche rivedendo, se del caso, l'attuale sistema di reclutamento e gestione delle risorse umane; osserva che il governo ha redatto una proposta di riforme costituzionali, valutata positivamente dalla commissione di Venezia, e l'ha trasmessa alla commissione competente dell'Assemblea nazionale;

    29.

    sottolinea l'importanza di un ampio processo di consultazione nell'ambito della riforma costituzionale; si rammarica del fatto che la precedente legislatura serba non abbia approvato riforme costituzionali volte a rafforzare l'indipendenza del sistema giudiziario; raccomanda di adottare il prima possibile riforme costituzionali in consultazione con associazioni di giudici e procuratori e altri attori politici pertinenti, inclusa l'opposizione non parlamentare;

    30.

    ribadisce l'importanza di un'adozione tempestiva della legge sul finanziamento della provincia autonoma della Voivodina;

    31.

    esprime preoccupazione in merito all'effettivo funzionamento del nuovo parlamento, in cui è assente un'opposizione parlamentare, la cui legittimità è contestata dai partiti di opposizione, il cui mandato, come già dichiarato dal Presidente serbo, sarà abbreviato, e che adotta modifiche costituzionali di vasta portata senza un dibattito pubblico aperto, inclusivo e democratico, in particolare nel settore giudiziario;

    32.

    accoglie con favore i cambiamenti apportati al funzionamento dell'Assemblea nazionale a favore del ripristino di talune pratiche e procedure e del rispetto del regolamento interno; si rammarica del fatto che il controllo parlamentare generale dell'esecutivo continui a essere piuttosto formale; sottolinea che sono necessarie ulteriori riforme sostanziali a livello di procedure e prassi al fine di migliorare la qualità del processo legislativo, garantire un controllo parlamentare efficace e porre fine alle lacune sistemiche dell'Assemblea nazionale, in particolare per quanto riguarda la riduzione dell'ostruzionismo, del numero di procedure urgenti e del raggruppamento di argomenti non correlati sotto lo stesso punto all'ordine del giorno;

    33.

    evidenzia che la qualità del processo legislativo deve ancora essere migliorata aumentando la trasparenza e il dialogo sociale e politico e garantendo che gli organismi di regolamentazione indipendenti abbiano la facoltà di esercitare efficacemente i loro ruoli di supervisione; osserva che durante la plenaria dell'Assemblea nazionale sono state discusse le relazioni annuali di organismi indipendenti ed è stata adottata una serie di conclusioni;

    34.

    invita il parlamento neoeletto a intensificare i propri sforzi onde garantire la trasparenza, l'inclusività e la qualità del processo legislativo, come pure un controllo parlamentare effettivo; chiede inoltre misure aggiuntive volte ad assicurare un dialogo interpartitico e un ruolo rafforzato per la società civile, che rimane un elemento essenziale di una democrazia ben funzionante; rileva con preoccupazione la mancanza di trasparenza in merito al processo di rinomina del commissario per la tutela dell'uguaglianza;

    35.

    sollecita una cooperazione efficace con gli organismi di regolamentazione indipendenti e un maggiore impegno da parte dell'Assemblea nazionale nella supervisione e nel controllo del governo e dell'amministrazione; chiede che l'Assemblea nazionale si impegni in misura sostanziale nel processo dei negoziati di adesione della Serbia all'UE, in linea con la sua risoluzione del 16 dicembre 2013 sul ruolo dell'Assemblea nazionale e i principi da rispettare nei negoziati di adesione della Serbia all'UE;

    36.

    sottolinea che deve essere pienamente riconosciuto e sostenuto il ruolo degli organismi di regolamentazione indipendenti, tra cui il difensore civico serbo, l'agenzia anticorruzione, l'autorità nazionale di audit e il commissario per le informazioni di importanza pubblica e la protezione dei dati personali; invita l'Assemblea nazionale serba ad adoperarsi ai fini dell'attuazione delle conclusioni e delle raccomandazioni degli organismi di regolamentazione indipendenti, in particolare quelle del difensore civico;

    37.

    ricorda che il dialogo sociale è uno dei pilastri del modello sociale europeo e che una consultazione regolare tra governo e parti sociali è fondamentale per prevenire le tensioni sociali e i conflitti; evidenzia che è essenziale che il dialogo sociale non si limiti allo scambio di informazioni e che le parti interessate dovrebbero essere consultate in merito alle leggi importanti prima dell'avvio della procedura parlamentare;

    38.

    rileva con preoccupazione che l'Assemblea nazionale serba si è riunita solo 44 giorni dopo la dichiarazione dello stato di emergenza nel marzo 2020, il che ne ha minato la posizione di istituzione fondamentale della democrazia parlamentare quale sancita dalla Costituzione della Serbia; osserva preoccupato che l'Assemblea nazionale non ha dato pienamente inizio alla propria attività per un lungo periodo dopo la dichiarazione dei risultati definitivi delle elezioni, il 5 luglio 2020, nonostante una chiara maggioranza parlamentare; invita l'Assemblea nazionale a evitare un linguaggio provocatorio e a contrastare l'incitamento all'odio durante i dibattiti parlamentari; pone in evidenza l'importanza dell'attività dell'opposizione all'interno di una democrazia;

    39.

    sottolinea che il linguaggio offensivo, le intimidazioni e le campagne diffamatorie posti in atto da parlamentari, durante la plenaria dell'Assemblea nazionale, nei confronti di oppositori politici e rappresentanti dei media rappresentano una violazione delle prassi democratiche e dei valori democratici fondamentali e dovrebbero essere fermamente condannati e sanzionati a norma del regolamento; è costernato dai recenti attacchi sferrati da diversi deputati e tabloid filogovernativi nei confronti di giornalisti investigativi e membri della società civile, in particolare quelli appartenenti alla rete di media indipendenti KRIK e a ONG come CRTA e Open Parliament, che li ritraggono come membri di gruppi della criminalità organizzata e ideatori di colpi di Stato, in flagrante violazione del codice di condotta per i deputati recentemente adottato;

    40.

    accoglie favorevolmente l'adozione del nuovo piano d'azione per la strategia sui media e il fatto che è stato creato un gruppo di lavoro per monitorare l'attuazione di tale strategia e del piano d'azione;

    41.

    esprime preoccupazione per le accuse mosse da giornalisti investigativi in merito alla manipolazione da parte del governo delle statistiche relative alla COVID-19 a fini politici ed elettorali; deplora la campagna di disinformazione condotta da funzionari governativi in merito all'assistenza prestata dall'UE durante la pandemia; sottolinea che la fiducia e la trasparenza rivestono un'importanza particolare negli sforzi del governo nella lotta contro la COVID-19 ed esorta, pertanto, il governo serbo a fornire ai cittadini tutte le informazioni pertinenti sulla pandemia, anche riguardo ai vaccini;

    42.

    ritiene che l'acquisizione, nel dicembre 2018, di due canali televisivi a copertura nazionale da parte di un soggetto collegato al partito al potere abbia rappresentato un passo verso la monopolizzazione del panorama mediatico del paese da parte del suddetto partito; esorta le autorità ad assicurare e mantenere le necessarie condizioni di concorrenza leale e trasparenza in riferimento a tutte le future operazioni di proprietà nel settore dei media; invita le redazioni di tutti i canali televisivi a copertura nazionale in Serbia a rispettare le più rigorose norme professionali e a consentire la regolare espressione di opinioni divergenti;

    43.

    deplora il deterioramento della libertà dei media e l'aumento del linguaggio offensivo, dell'intimidazione e persino dell'incitamento all'odio nei confronti di membri dell'opposizione parlamentare, intellettuali indipendenti, ONG, giornalisti e personalità di spicco, anche da parte di membri dei partiti al governo, la cui responsabilità di mostrare rispetto nei confronti di tutti i rappresentanti dei media è della massima importanza; esorta le autorità serbe ad adottare misure immediate per garantire la libertà di espressione e l'indipendenza dei media e per assicurare lo svolgimento di indagini adeguate in merito agli episodi di cui sopra;

    44.

    deplora il fatto che gli impegni assunti in sede di dialogo interpartitico in relazione al Consiglio di regolamentazione dei mezzi elettronici e all'emittente di servizio pubblico (RTS) non siano stati rispettati, o lo siano stati solo in parte, dalle autorità serbe; ricorda che media liberi e indipendenti svolgono un ruolo fondamentale nella democrazia; si rammarica del fatto che, dopo la conclusione della prima fase del dialogo interpartitico, i lavori del Consiglio di regolamentazione dei mezzi elettronici e dell'RTS non siano riusciti a ristabilire la loro credibilità presso il pubblico e i partiti di opposizione; prende atto che il governo ha istituito un gruppo di lavoro per la sicurezza dei giornalisti, ma che tutte le associazioni di giornalisti e media indipendenti di Serbia si sono già ritirate dal gruppo, dato che questo non ha reagito agli attacchi sferrati da tabloid filogovernativi nei confronti di giornalisti appartenenti al portale web investigativo della rete per le indagini sulla criminalità e la corruzione (KRIK);

    45.

    prende atto con preoccupazione che il lavoro delle organizzazioni della società civile si svolge in un ambiente che non è aperto alle critiche; esorta l'Amministrazione serba per la prevenzione del riciclaggio di denaro del ministero delle Finanze serbo a far luce in modo completo sulla situazione delle indagini nei confronti di organizzazioni della società civile e giornalisti in relazione ad accuse di riciclaggio di denaro ed esorta le autorità ad astenersi dall'attaccare arbitrariamente tali organizzazioni e persone; invita le autorità serbe a contrastare la riduzione dello spazio concesso alla società civile e ai media indipendenti e a garantire che tali organizzazioni possano lavorare libere da ogni restrizione, comprese l'intimidazione o la criminalizzazione; esorta le autorità a favorire quanto prima un'atmosfera propizia al lavoro di tutte le organizzazioni della società civile;

    46.

    invita la Commissione e il SEAE a rafforzare la cooperazione con la società civile, le ONG e i media indipendenti sul campo, nonché il sostegno nei loro confronti; ribadisce il suo sostegno al lavoro svolto dalle fondazioni politiche europee democratiche nel rafforzare i processi democratici della Serbia e nel promuovere una nuova generazione di leader politici;

    47.

    rileva, nel condannare fermamente tutti gli atti di violenza, che gli episodi di uso sproporzionato della forza da parte della polizia durante le proteste del luglio 2020 meritano una particolare attenzione da parte delle autorità, anche per quanto riguarda la conseguente mancanza di cooperazione da parte dei funzionari di polizia con il sistema giudiziario e con il pubblico ministero; esorta le autorità serbe a indagare adeguatamente su tutti gli episodi in cui la polizia ha abusato della propria autorità, per prevenire l'impunità e rafforzare la fiducia dell'opinione pubblica nella polizia, nonché per rendere più facile la presentazione di denunce e l'ottenimento di un risarcimento per le persone che dichiarano di aver subito abusi da parte della polizia, come pure per dimostrare una tolleranza zero nei confronti dei funzionari delle autorità di contrasto che violano l'etica professionale o infrangono il diritto penale;

    48.

    rileva che il quadro giuridico e istituzionale per la difesa dei diritti umani è ampiamente in vigore da un punto di vista formale, ma è sprovvisto di meccanismi efficaci volti a garantire il rispetto di tali diritti fondamentali; chiede che tutte le future modifiche della legislazione vigente in materia di rispetto dei diritti umani, inclusa la legge sul libero accesso alle informazioni di importanza pubblica, siano elaborate in maniera trasparente, coinvolgendo tutte le pertinenti parti interessate; chiede una sua più efficace attuazione, con particolare riguardo ai gruppi più vulnerabili della società, tra cui le minoranze nazionali nell'ambito dell'istruzione; invita la Serbia a offrire e a tutelare un uso non discriminatorio nelle lingue minoritarie nell'istruzione e negli spazi dedicati all'interno dei media statali e locali, nonché a garantire le pari opportunità e un'adeguata rappresentanza nella vita politica, nella pubblica amministrazione e nel sistema giudiziario;

    49.

    si compiace dei maggiori sforzi profusi dalla Serbia, in collaborazione con l'UE, in materia di inclusione dei rom, con particolare riferimento al miglioramento delle loro condizioni abitative; invita le autorità serbe ad affrontare la discriminazione strutturale cui devono far fronte i rom per quanto riguarda il loro status di cittadinanza, nonché l'assistenza sanitaria, l'istruzione e l'occupazione; esorta la Serbia a migliorare e snellire la struttura istituzionale che si occupa dell'integrazione dei rom, anche attraverso una chiara distribuzione dei compiti, il coordinamento tra le autorità nazionali e locali, nonché un bilancio sensibile alle esigenze delle comunità rom;

    50.

    accoglie con favore il completamento della traduzione in bulgaro dei libri di testo della scuola primaria, a lungo rinviata, che consentirà alla minoranza nazionale bulgara di ricevere un'istruzione nella propria madrelingua; rileva con preoccupazione che non tutti i libri di testo per l'istruzione secondaria sono stati ancora tradotti; incoraggia le autorità serbe a garantire la sostenibilità di tale processo, mettendo a disposizione un numero sufficiente di insegnanti, libri di testo e materiali supplementari (diari e libretti scolastici, ecc.) per rispondere adeguatamente alle esigenze degli alunni appartenenti alla minoranza in questione;

    51.

    esprime preoccupazione per l'incapacità delle autorità serbe di promuovere nella pratica l'utilizzo delle lingue regionali o minoritarie;

    52.

    invita la Serbia a rafforzare le istituzioni che tutelano i diritti umani, a garantirne l'indipendenza, a dotarle delle necessarie risorse finanziarie e umane e ad assicurare un tempestivo seguito alle loro raccomandazioni, nonché ad adottare e attuare una nuova strategia contro le discriminazioni;

    53.

    invita la Serbia a migliorare la propria capacità di fornire statistiche e a effettuare tempestivamente un censimento, nel rispetto delle più rigorose norme internazionali e con la partecipazione di osservatori indipendenti; ribadisce la sua richiesta di migliorare il coordinamento e l'inclusione dei portatori di interessi, nonché di provvedere all'attuazione e a un riesame periodico del piano d'azione per la realizzazione dei diritti delle minoranze nazionali;

    54.

    esprime profonda preoccupazione per le accuse secondo cui le autorità serbe starebbero violando la legge sulla residenza dei cittadini e la «passivizzazione» degli indirizzi residenziali dei cittadini di etnia albanese che vivono nel sud della Serbia in modo sistematico e discriminatorio; chiede indagini indipendenti e approfondite riguardo a tali accuse e invita le autorità serbe a porre fine a tutte le pratiche e le azioni mirate discriminatorie;

    55.

    rileva con preoccupazione la percentuale elevata di donne e minori che sono vittima di violenza e di violenza domestica; prende atto degli sforzi profusi dalla Serbia per combattere la violenza contro le donne e i minori e la violenza domestica; segnala, tuttavia, la necessità di una maggiore e più efficace attuazione, come pure di miglioramenti concreti, in particolare nel contesto dell'attuale pandemia, per migliorare l'accesso a servizi di qualità in tale ambito;

    56.

    accoglie con favore la relazione GREVIO sulla Serbia, che sottolinea la mancanza di un approccio politico coerente all'attuazione della Convenzione di Istanbul, la necessità di misure preventive, le lacune nella prestazione di servizi alle vittime, i bassi livelli di consapevolezza, sensibilizzazione e sviluppo delle capacità, nonché gli ostacoli particolari che un'ampia gamma di donne deve affrontare a causa di fattori intersezionali quali l'origine etnica, la povertà, l'estrazione sociale e la disabilità;

    57.

    è preoccupato per il grave ritardo nell'iter di una nuova legge sulla parità di genere, per la persistente mancanza di un coordinamento e di un quadro istituzionale efficiente, dotato di risorse adeguate, in tale ambito, nonché per il fatto che la condizione socioeconomica delle donne continui a essere notevolmente peggiore di quella degli uomini, come pure per la netta prevalenza di atteggiamenti patriarcali e di stereotipi di genere nella società e nel dibattito pubblico e per la mancanza di conoscenze in materia da parte della magistratura, dei pubblici ministeri e degli avvocati;

    58.

    invita la Serbia a intensificare gli sforzi rivolti alla parità di genere e ai diritti delle donne, prestando una particolare attenzione all'integrazione della dimensione di genere e a una maggiore cooperazione con la società civile, in particolare con le organizzazioni femminili; sottolinea l'importanza di includere una prospettiva di genere nei programmi economici;

    59.

    elogia la forte rappresentanza femminile in seno al nuovo parlamento e al governo, nella speranza che ciò porterà a promuovere in modo sostanziale i diritti umani e le libertà politiche delle donne, come pure dei gruppi vulnerabili; si compiace della significativa rappresentanza delle minoranze nazionali in seno al parlamento;

    60.

    sottolinea la necessità di continuare a proteggere i diritti delle persone LGBTI; chiede alle autorità risposte più adeguate ed efficaci da contrapporre all'incitamento all'odio e ai crimini motivati dall'odio; si compiace del fatto che due manifestazioni Pride si siano svolte pacificamente nel 2019; sottolinea l'importanza del sostegno da parte di tutte le istituzioni alla preparazione dell'«EuroPride 2022» e di garantire la sicurezza di tutti i partecipanti;

    61.

    accoglie con favore l'iniziativa del governo di portare avanti la legge sulle unioni tra persone dello stesso sesso nonché i cambi di nome e di genere delle persone transgender, conformemente alla pertinente giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo, ed esorta il governo a creare un ambiente sicuro per le persone LGBTI e a promuovere una cultura della tolleranza nei loro confronti;

    62.

    esorta la Serbia a migliorare l'accesso ai servizi sanitari per le persone con disabilità, le persone affette da HIV, i minori e gli adulti che fanno uso di droghe, i detenuti, i lavoratori del sesso, le persone LGBTI, gli sfollati interni e i rom, soprattutto nel contesto della pandemia in corso e dei problemi del settore sanitario;

    63.

    si compiace dell'impegno della Serbia a favore di iniziative di cooperazione regionale; incoraggia la Serbia a intensificare i suoi sforzi a tutti i livelli a favore della riconciliazione e del rafforzamento delle relazioni di buon vicinato; invita la Serbia ad attuare appieno gli accordi bilaterali e ad adoperarsi per la risoluzione di tutte le rimanenti dispute frontaliere con i paesi vicini in modo costruttivo e tempestivo, anche con riferimento alle questioni relative alla riconciliazione rispetto al passato della Jugoslavia; osserva che occorre compiere ulteriori sforzi per lo sviluppo socioeconomico delle regioni frontaliere; accoglie favorevolmente l'iniziativa dell'integrazione regionale attraverso lo sviluppo economico;

    64.

    si compiace del ruolo costruttivo del Consiglio di cooperazione regionale e della partecipazione attiva della Serbia al suo interno; sottolinea l'importanza della cooperazione regionale nel contesto della crisi della COVID-19 e sottolinea che la cooperazione regionale e le relazioni di buon vicinato sono collegate all'obiettivo di una valida prospettiva europea perseguito dalla Serbia;

    65.

    sottolinea che la normalizzazione delle relazioni tra Serbia e Kosovo rappresenta una priorità e un presupposto per l'adesione all'UE di entrambi i paesi, oltre a costituire un fattore essenziale per garantire la stabilità e la prosperità di tutta la regione; riconosce il maggiore impegno di entrambe le parti nel dialogo facilitato dall'UE e chiede un impegno attivo e costruttivo nell'ambito di tale dialogo sotto la guida del rappresentante speciale dell'Unione, nell'ottica di pervenire a un accordo globale, sostenibile e giuridicamente vincolante in conformità del diritto internazionale;

    66.

    ribadisce il suo invito a compiere progressi nella piena attuazione, in buona fede e in maniera tempestiva, di tutti gli accordi già raggiunti, compresa la creazione dell'associazione/comunità dei comuni a maggioranza serba, senza ulteriori indugi; invita il SEAE a istituire un meccanismo per monitorare e verificare l'attuazione di tutti gli accordi finora raggiunti e a riferire regolarmente al Parlamento europeo in merito allo stato di avanzamento del progetto; ribadisce, a tale riguardo, il suo pieno sostegno al rappresentante speciale dell'UE per il dialogo tra Belgrado e Pristina, Miroslav Lajčák;

    67.

    esorta i governi serbo e kosovaro a evitare qualsiasi atto che possa minare la fiducia tra le parti e costituire un rischio per la prosecuzione costruttiva del dialogo; ribadisce l'importanza della natura multietnica sia della Serbia che del Kosovo e sottolinea che l'obiettivo nella regione non dovrebbe essere quello di avere Stati etnicamente omogenei;

    68.

    invita le autorità serbe e kosovare a promuovere i contatti interpersonali tra le comunità locali al fine di rafforzare il dialogo, anche a livello non governativo; ribadisce il suo invito alle autorità ad astenersi dall'uso di un linguaggio provocatorio nei confronti di altri gruppi etnici; deplora il fatto che il ponte di Mitrovica non sia ancora stato aperto completamente al traffico, sebbene i lavori di rinnovamento siano stati ultimati;

    69.

    si compiace della partecipazione attiva e costruttiva della Serbia al dialogo con Pristina e dell'adempimento degli obblighi stabiliti nel quadro dell'accordo di Bruxelles;

    70.

    elogia la buona cooperazione regionale tra Serbia e Kosovo nella lotta contro la diffusione della pandemia di COVID-19, compresa la cooperazione tra i sindaci di Mitrovica e la comunicazione tra i ministri della Salute;

    71.

    sottolinea l'importanza della cooperazione regionale per quanto concerne i crimini di guerra e le indagini sui casi delle persone scomparse, compreso il potenziamento degli sforzi di riconoscimento ed esecuzione delle sentenze per crimini di guerra, la ricerca delle fosse comuni, il rifiuto dell'incitamento all'odio e dell'esaltazione dei criminali di guerra nonché il sostegno ai procuratori nazionali affinché i responsabili siano assicurati alla giustizia; invita le autorità serbe a proseguire gli sforzi nell'affrontare le questioni summenzionate e a condannare tutte le forme di incitamento all'odio, campagne intimidatorie, approvazione pubblica o negazione di genocidi, crimini contro l'umanità e crimini di guerra; deplora il fatto che alcune autorità serbe e alcuni politici serbi continuino a negare il genocidio di Srebrenica; plaude al lavoro delle organizzazioni della società civile in materia di riconciliazione, giustizia di transizione e risarcimento adeguato;

    72.

    valuta favorevolmente la costante cooperazione della Serbia nell'ambito del processo avviato dalla dichiarazione di Sarajevo e ricorda l'obbligo, che incombe alla Serbia in virtù dell'ASA, della piena cooperazione con il Tribunale penale internazionale per la ex Jugoslavia (ICTY) e con il Meccanismo residuale dei tribunali penali internazionali delle Nazioni Unite, ed esorta la Serbia a contrastare tutti gli sforzi volti a minare i risultati finora conseguiti e la falsificazione dei fatti accertati dall'ICTY;

    73.

    ribadisce il suo sostegno all'iniziativa volta a istituire la Commissione regionale per l'accertamento dei fatti relativi ai crimini di guerra e ad altre gravi violazioni dei diritti umani nel territorio della ex Jugoslavia (RECOM); sottolinea l'importanza dell'Ufficio regionale per la cooperazione giovanile (RYCO) e del lavoro da esso svolto; rileva che, in ragione della pandemia di COVID-19, la Commissione europea ha suggerito di posticipare dal 2021 al 2022 l'anno in cui Novi Sad sarà Capitale europea della cultura;

    74.

    si compiace del fatto che nel 2019 sia stato concesso alla Serbia lo status di paese aderente al programma Erasmus+;

    75.

    si compiace dei progressi compiuti dalla Serbia nello sviluppo di un'economia di mercato funzionale; invita la Serbia a continuare ad adoperarsi per promuovere la competitività e una crescita sostenibile, inclusiva e a lungo termine attraverso riforme strutturali, in particolare nel settore energetico e nel mercato del lavoro, nonché per migliorare la trasparenza e la prevedibilità nel contesto normativo; sottolinea l'importanza di sviluppare le competenze imprenditoriali tra i giovani e invita il governo serbo ad affrontare direttamente il problema della corruzione, che soffoca lo sviluppo di un'economia di mercato funzionale, nonché ad affrontare le preoccupazioni sollevate dal GRECO nel 2020;

    76.

    rileva che il sistema sanitario serbo continua a patire una mancanza di risorse e un esodo della forza lavoro professionale, fattori che sono alla base della carenza di attrezzature mediche, competenze mediche e capacità di analisi di laboratorio emersa durante la pandemia di COVID-19; incoraggia la Serbia ad attuare riforme volte a rafforzare il settore della sanità pubblica, migliorare la protezione sociale e offrire sostegno al settore privato, al fine di mitigare le conseguenze economiche della crisi della COVID-19;

    77.

    si compiace dei validi progressi compiuti dalla Serbia in ambiti economici e finanziari quali il diritto societario, il diritto della proprietà intellettuale, la concorrenza e i servizi finanziari, la responsabilità manageriale e l'audit; rileva tuttavia che sono necessari ulteriori progressi nel settore degli appalti pubblici;

    78.

    esprime preoccupazione per la crescente influenza della Cina in Serbia e in tutti i Balcani occidentali e per la mancanza di trasparenza e di valutazione dell'impatto ambientale e sociale degli investimenti e dei prestiti cinesi; invita la Serbia a rafforzare le sue norme in materia di adempimenti giuridici per quanto riguarda le attività commerciali cinesi;

    79.

    invita la Serbia ad aumentare la sostenibilità del suo settore energetico diversificando le sue fonti energetiche, avviando una transizione energetica a basse emissioni di carbonio e passando alle energie rinnovabili e ai combustibili meno inquinanti, ed eliminando nel contempo tutte le sovvenzioni non conformi a favore del carbone; incoraggia la Serbia ad adottare le misure necessarie per preservare e proteggere le aree sensibili dal punto di vista ambientale, nonché a intensificare il monitoraggio dell'attuazione del piano nazionale di riduzione delle emissioni;

    80.

    saluta con favore l'inaugurazione del più grande parco eolico, Čibuk 1, e i progressi compiuti nell'interconnettore di gas tra la Serbia e la Bulgaria; prende atto con preoccupazione della sistematica mancanza di rispetto e della conseguente violazione del trattato della Comunità dell'energia; ribadisce il suo invito a mettere i paesi dei Balcani occidentali al centro della strategia dell'UE in materia di connessione;

    81.

    plaude alla partecipazione attiva della Serbia alla Comunità dei trasporti e ai progetti della rete transeuropea, compresa la costruzione dell'autostrada Niš-Merdare-Pristina;

    82.

    si compiace dell'entrata in vigore del nuovo accordo sul roaming regionale firmato nell'aprile 2019;

    83.

    esorta le autorità a garantire l'allineamento con le norme e gli obiettivi politici dell'UE in materia di protezione del clima e ambiente, nonché di efficienza energetica — in particolare alla luce della dichiarazione di Sofia sull'agenda verde per i Balcani occidentali — che includono, a titolo non esaustivo, l'introduzione della tariffazione delle emissioni di carbonio, l'aggiornamento della normativa sull'efficienza energetica e lo sviluppo e l'adozione di un piano nazionale integrato in materia di energia e clima, in modo da facilitare la transizione verso un'economia circolare, nonché l'adozione delle misure necessarie a preservare e proteggere le aree sensibili sotto il profilo ambientale;

    84.

    incoraggia la Serbia a completare le riforme dei settori nazionali dell'elettricità e del gas, assicurando in particolare la disaggregazione degli operatori dei sistemi, e ad adoperarsi per la connettività regionale e il completamento del mercato regionale dell'energia, in linea con l'accordo di Parigi e con gli obblighi internazionali derivanti dal trattato della Comunità dell'energia;

    85.

    è preoccupato per i livelli elevati di inquinamento atmosferico in Serbia ed esorta le autorità ad adottare rapidamente misure per migliorare la qualità dell'aria, in particolare nelle grandi città e nelle zone industriali come Smederevo, Bor e Kolubara; sottolinea l'importanza di trovare soluzioni sostenibili e di limitare l'uso della lignite e di altri tipi di carbone a basso potere calorico per la produzione di energia, come pure per il riscaldamento;

    86.

    deplora la mancanza di azione in merito all'inquinamento del fiume Dragovishtitsa a causa delle miniere attive nella regione;

    87.

    plaude al costante sostegno della Serbia alla strategia globale per la politica estera e di sicurezza dell'UE;

    88.

    ribadisce l'importanza dell'allineamento con la politica estera e di sicurezza comune dell'UE (PESC), che deve diventare progressivamente una parte integrante della politica estera della Serbia, quale prerequisito per il processo di adesione; esprime preoccupazione per il tasso di allineamento della Serbia, il più basso della regione; rileva che alcuni politici e funzionari governativi continuano a rilasciare occasionalmente dichiarazioni che mettono in discussione l'orientamento della politica estera della Serbia; è preoccupato per il reiterato sostegno della Serbia alla Russia in seno all'Assemblea generale delle Nazioni Unite in merito all'annessione della Crimea;

    89.

    si compiace del fatto che la Serbia si sia allineata con la posizione dell'UE in merito alle elezioni presidenziali in Bielorussia; rimane preoccupato, tuttavia, per il fatto che la Serbia non si sia allineata alle sanzioni contro i funzionari bielorussi e alla posizione dell'UE in merito alla nuova legge sulla sicurezza in Cina; invita la Serbia ad aumentare il proprio livello di allineamento con le dichiarazioni rilasciate a nome dell'UE dall'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e con le decisioni del Consiglio, in particolare quelle concernenti sanzioni;

    90.

    prende atto della firma di accordi di normalizzazione economica tra la Serbia e il Kosovo, avvenuta il 4 settembre 2020 a Washington; si rammarica, tuttavia, delle disposizioni del testo che impongono al Kosovo di cessare di chiedere l'adesione a organizzazioni internazionali; plaude al rinnovato impegno degli Stati Uniti e sottolinea la necessità che l'UE e gli Stati Uniti rafforzino il loro partenariato e il loro coordinamento nei Balcani occidentali; sottolinea che la cooperazione transatlantica costituisce un importante fattore di stabilità per la regione ed evidenzia il ruolo guida dell'UE come mediatore nel processo di normalizzazione delle relazioni tra la Serbia e il Kosovo;

    91.

    ricorda che il trasferimento dell'ambasciata di Serbia in Israele da Tel Aviv a Gerusalemme sarebbe contrario alla posizione dell'Unione europea sulla soluzione del conflitto tra Israele e Palestina fondata sulla coesistenza di due Stati;

    92.

    chiede il rafforzamento della cooperazione europea con la Serbia per affrontare la disinformazione manipolatoria e le minacce informatiche e ibride che mirano a creare spaccature nella società, screditare l'UE e compromettere la prospettiva europea della regione; incoraggia l'adozione di misure concrete per rafforzare la resilienza e la sicurezza informatica e invita la Serbia, la Commissione e il SEAE a sostenere misure volte a rafforzare il pluralismo dei media e il giornalismo di qualità; sottolinea la necessità di migliorare il coordinamento europeo al fine di contrastare le campagne regionali di disinformazione che spesso hanno origine in Serbia, ad esempio attraverso l'eventuale creazione di un Centro di eccellenza sulla disinformazione incentrato sui Balcani;

    93.

    è particolarmente preoccupato per le narrazioni di disinformazione provenienti dal Cremlino e diffuse attraverso Sputnik Serbia e altri attori nazionali; invita le autorità serbe a rivedere le disposizioni che consentono tali operazioni, al fine di ridurre la disinformazione sia all'interno che all'esterno del paese, nonché a intensificare gli sforzi nella lotta contro le campagne di disinformazione, che sono aumentate dall'inizio della pandemia di COVID-19;

    94.

    saluta con favore la conclusione dell'accordo di cooperazione per la gestione delle frontiere tra la Serbia e l'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex) che consentirà a Frontex di assistere la Serbia nella gestione delle frontiere e di effettuare operazioni congiunte; osserva che la Serbia ha svolto un ruolo attivo, cooperativo e costruttivo nella gestione delle frontiere esterne dell'UE;

    95.

    ribadisce che l'UE è per la Serbia il principale partner commerciale, investitore e donatore di aiuti; prende atto della decisione della Serbia di sottoscrivere, nell'ottobre 2019, un accordo di libero scambio con l'Unione economica eurasiatica; si attende, tuttavia, che la Serbia si allinei alla politica commerciale dell'UE; ricorda l'impegno dell'Unione a difendere i propri interessi mitigando l'effetto negativo degli accordi di libero scambio con l'Unione economica eurasiatica sottoscritti da paesi candidati all'adesione all'Unione europea che hanno firmato un ASA, come la Serbia; esprime rammarico per il fatto che la Serbia non sia ancora membro dell'Organizzazione mondiale del commercio;

    96.

    invita la Serbia a migliorare l'allineamento con il diritto del lavoro dell'UE, ad adottare una nuova legge sul diritto di sciopero, a contrastare il lavoro sommerso e a modificare la legge sul controllo delle ispezioni per conformarsi alle pertinenti convenzioni dell'OIL che sono state ratificate dalla Serbia;

    97.

    incoraggia la Serbia a garantire risorse finanziarie e istituzionali sufficienti a favore delle politiche sociali e occupazionali;

    98.

    saluta con favore la continua partecipazione della Serbia alle missioni e alle operazioni di gestione delle crisi nel quadro della politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC); incoraggia la Serbia a onorare i suoi attuali impegni a fornire personale a quattro missioni e operazioni della PSDC, nonché a cercare ulteriori occasioni di partecipazione in futuro; si compiace degli accordi in materia di lotta al terrorismo sottoscritti dall'UE e dalla Serbia; plaude, a tale riguardo, ai miglioramenti registrati nella cooperazione regionale e internazionale nella lotta contro il terrorismo e l'estremismo violento;

    99.

    esprime preoccupazione per la crescente dipendenza della Serbia da attrezzature e tecnologie di difesa e di sicurezza della Repubblica popolare cinese, tra cui un sistema di sorveglianza di massa a Belgrado e la raccolta di dati personali su vasta scala senza le salvaguardie appropriate, nonché per la trasparenza insufficiente delle procedure relative agli appalti pubblici del settore della sicurezza; continua a essere preoccupato per la stretta cooperazione politica e militare della Serbia con la Russia, che comprende la continua presenza di basi aeree russe a Niš; invita la Serbia ad allinearsi alla PSDC e ai suoi strumenti;

    100.

    ribadisce il suo invito alle autorità serbe a proseguire gli sforzi volti a eliminare il retaggio degli ex servizi segreti comunisti, rendendo accessibili al pubblico i loro fascicoli, quale passo verso la democratizzazione della Serbia; invita la Serbia a intensificare il processo di successione e attuazione degli obblighi relativi alla divisione dell'archivio comune della ex Jugoslavia; ribadisce, a tal proposito, che il pieno accesso a tutti i materiali d'archivio, in particolare a quelli degli ex servizi segreti jugoslavi e del servizio segreto dell'esercito jugoslavo, riveste un'importanza fondamentale; chiede ancora una volta alle autorità di facilitare l'accesso ai suddetti archivi che riguardano le ex repubbliche jugoslave e di restituirli ai rispettivi governi, qualora questi lo richiedano;

    101.

    ricorda che l'UE è la principale fonte di assistenza finanziaria della Serbia; plaude agli sforzi della Commissione per investire in modo più strategico nei Balcani occidentali attraverso un piano economico e di investimenti per i Balcani occidentali; riconosce l'importanza di tale piano nel sostenere la connettività sostenibile, il capitale umano, la competitività e la crescita inclusiva, nonché nel rafforzare la cooperazione regionale e transfrontaliera con l'obiettivo di offrire alle amministrazioni locali e regionali migliori opportunità di cogliere i benefici di tali investimenti; sottolinea che qualsiasi investimento deve essere in linea con l'accordo di Parigi e con il Green Deal europeo;

    102.

    sottolinea che il piano economico e di investimenti dovrebbe incoraggiare le necessarie riforme strutturali nei settori delle infrastrutture, dell'energia, dell'ambiente e dell'istruzione ed essere attuato quanto più rapidamente ed efficacemente possibile, al fine di migliorare la visibilità dei progetti finanziati dall'UE e di accrescere la fiducia dei cittadini serbi nell'Unione europea e nelle sue istituzioni;

    103.

    invita i colegislatori a perfezionare sia gli incentivi che la condizionalità nell'ambito del futuro strumento di assistenza preadesione (IPA III) e ad avvalersi di meccanismi di sospensione in caso di gravi involuzioni; ritiene essenziale che l'IPA III sostenga un ulteriore rafforzamento dei valori fondamentali e della buona governance; ritiene che il principio della reversibilità del processo di adesione («più progressi, più aiuti» e «meno progressi, meno aiuti») nel quadro della metodologia rinnovata dovrebbe riflettersi chiaramente anche nel finanziamento preadesione; ribadisce che l'entità dell'assistenza finanziaria dovrebbe corrispondere al tasso effettivo di attuazione delle riforme;

    104.

    invita le autorità serbe a utilizzare al meglio la riassegnazione dell'IPA da parte dell'UE per contribuire alla mitigazione dell'impatto socioeconomico della pandemia di COVID-19; sottolinea l'importanza di rivolgere una particolare attenzione ai gruppi vulnerabili;

    105.

    ribadisce che l'UE ha mobilitato rapidamente un sostegno immediato a favore dei Balcani occidentali per far fronte all'emergenza sanitaria causata dalla pandemia di COVID-19 e per agevolare la ripresa socioeconomica della regione;

    106.

    invita la Commissione e gli Stati membri ad assegnare una quantità sufficiente di vaccini contro la COVID-19 ai cittadini di tutti i paesi dei Balcani occidentali;

    107.

    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Presidente del Consiglio europeo, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione / alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri nonché al Presidente, al governo e al parlamento della Serbia.

    (1)  GU C 363 del 28.10.2020, pag. 119.

    (2)  Testi approvati, P9_TA(2020)0168.


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