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Document 52021IE3554

Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Sviluppare l’intelligenza artificiale nelle micro, piccole e medie imprese (MPMI) europee» (parere d’iniziativa)

EESC 2021/03554

GU C 194 del 12.5.2022, p. 1–6 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, GA, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

12.5.2022   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 194/1


Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Sviluppare l’intelligenza artificiale nelle micro, piccole e medie imprese (MPMI) europee»

(parere d’iniziativa)

(2022/C 194/01)

Relatrice:

Marie-Françoise GONDARD-ARGENTI

Decisione dell’Assemblea plenaria

25.3.2021

Base giuridica

Articolo 32, paragrafo 2, del Regolamento interno

 

Parere d’iniziativa

Sezione competente

Mercato unico, produzione e consumo

Adozione in sezione

13.12.2021

Adozione in sessione plenaria

19.1.2022

Sessione plenaria n.

566

Esito della votazione

(favorevoli/contrari/astenuti)

238/0/3

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1.

Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) sottolinea che le micro, piccole e medie imprese (MPMI) adotteranno e utilizzeranno l’intelligenza artificiale (IA) nella misura in cui questa nuova tecnologia si dimostrerà affidabile, inclusiva e sostenibile, e se l’IA diventerà parte integrante di un sistema economico e sociale rispettoso dell’ambiente e capace di favorire lo sviluppo delle imprese e l’occupabilità, come pure una migliore qualità della vita e una migliore salute per tutti i lavoratori e, più in generale, i cittadini europei. Il rispetto dei diritti fondamentali e sociali, nonché il rafforzamento dei requisiti di trasparenza, promuoveranno la fiducia e la titolarità dell’IA da parte di tutti i cittadini e delle MPMI.

1.2.

Il CESE ricorda che i lavoratori autonomi, le microimprese e le piccole e medie imprese, di tutti i settori, rappresentano il 99 % delle imprese dell’UE, i due terzi dei posti di lavoro nel settore privato e oltre la metà del valore aggiunto totale creato dalle aziende dell’Unione. Esposte ad una concorrenza profondamente trasformata dal processo di digitalizzazione dell’economia, queste imprese hanno comunque un ruolo fondamentale da svolgere nell’ambito della duplice transizione digitale ed ecologica dell’UE al fine di raccogliere le sfide che ci attendono. Esse devono quindi poter beneficiare di una parità di accesso all’IA, in assenza della quale l’Europa dovrebbe fare a meno delle sue più preziose risorse economiche, sociali e umane.

1.3.

Il CESE ha precisato nel parere sulla revisione del piano coordinato della Commissione sull’IA (1) che l’adozione generalizzata dell’IA da parte delle MPMI è la chiave affinché l’industria dell’UE recuperi i propri ritardi. Nonostante la loro intrinseca agilità, le MPMI intenzionate a realizzare la trasformazione digitale si scontrano con notevoli difficoltà sia interne che esterne: costi, mancanza di infrastrutture a banda larga in alcune zone, accesso ai finanziamenti, risorse umane, informazione, formazione ecc.

1.4.

Il CESE chiede di dotare le MPMI di strumenti semplici e finanziamenti accessibili per aiutarle ad integrare questa nuova tecnologia dai costi elevati e tuttavia indispensabile per conservare, o anche per rafforzare, la loro competitività. Obiettivi prioritari sono l’accesso a dati di qualità e in quantità sufficiente, nonché la sperimentazione su scala reale.

1.5.

Il CESE ritiene che, per fornire un sostegno efficace alle MPMI nel loro processo di appropriazione dell’IA, siano necessari una volontà politica forte a tutti i livelli, una stretta collaborazione con l’insieme degli attori della società civile organizzata e un dialogo sociale di qualità negli Stati membri.

1.6.

La grande eterogeneità delle MPMI presenti nei differenti settori dell’economia richiede un sostegno adattato e mirato in materia di IA, come pure una legislazione intelligente e inclusiva, fattori essenziali per garantire certezza giuridica e fiducia.

1.7.

Il CESE raccomanda di far conoscere e diffondere rapidamente tra tutte le parti interessate, e in via prioritaria tra gli imprenditori, il materiale didattico costituito dallo «strumentario» presentato nello studio pubblicato dal CESE sull’argomento (2), che descrive le differenti fasi dell’adozione e utilizzo dell’IA da parte delle MPMI. Questo materiale di supporto può contribuire a dissipare i possibili timori suscitati da questa nuova tecnologia e a modificare l’immagine o la rappresentazione che ne viene data.

2.   Osservazioni generali

2.1.

Lo studio già citato dal titolo Boosting the use of artificial intelligence in Europe’s micro, small and medium-sized enterprises (Promuovere l’impiego dell’intelligenza artificiale nelle microimprese e nelle piccole e medie imprese europee), pubblicato dal CESE, prende in esame cinque settori (agricoltura, edilizia, assistenza sanitaria, servizi giuridici e contabilità) in cinque Stati membri: Italia, Francia, Irlanda, Romania e Svezia. Le raccomandazioni raccolte in uno «strumentario» in questo studio sono a disposizione dei decisori politici e delle MPMI.

2.2.

La relazione sulle PMI del 2021, pubblicata a luglio dalla Commissione europea (3), delinea un quadro piuttosto chiaro dello stato di avanzamento del processo di digitalizzazione delle MPMI nei 27 paesi dell’UE sulla base di due sondaggi, condotti rispettivamente nella prima fase della pandemia e nell’ultimo trimestre del 2020.

2.3.

I 25 milioni di MPMI europee — che costituiscono i pilastri dell’economia dell’UE con circa 100 milioni di posti di lavoro e quasi il 57 % del PIL europeo — svolgono un ruolo chiave nella creazione di valore in tutti i settori economici (da quello dei lavoratori autonomi occupati nell’artigianato tradizionale all’economia sociale, vale a dire 2,8 milioni di aziende/stabilimenti, start-up nel campo delle tecnologie avanzate ecc.) e necessitano di un sostegno adattato e mirato nonché di una legislazione intelligente e inclusiva, che siano garanzia di certezza giuridica, di fiducia e di qualità della vita per i lavoratori.

2.4.

Il CESE auspica che le misure adottate dalla Commissione e dagli Stati membri continuino ad essere realizzate concretamente sul campo. Lo «strumentario» presentato nello studio citato dovrebbe incoraggiare le autorità pubbliche a sperimentare, in collaborazione con la società civile e le imprese interessate, l’attuazione di iniziative idonee.

2.5.

L’IA, tecnologia capace di trasformare le industrie, rimane spesso inaccessibile per le MPMI, la cui agilità intrinseca è di fatto ostacolata da difficoltà sia interne (risorse umane, costi, accesso a dati di qualità ecc.) che esterne (accesso alle infrastrutture a banda larga, ai finanziamenti, alle informazioni, alla formazione ecc.)

2.6.

L’adozione generalizzata dell’IA da parte delle MPMI è la chiave affinché l’industria dell’UE recuperi i propri ritardi (4), dato che occorre riservare un’attenzione particolare ai soggetti più vulnerabili, ai lavoratori autonomi, alle microimprese, alle strutture a conduzione familiare o situate lontano dai centri urbani, come pure alle imprese dell’economia sociale, al fine di evitare discriminazioni che avrebbero conseguenze economiche e sociali disastrose per l’intera UE.

2.7.

Creare un clima di fiducia rappresenta la priorità assoluta per poter inserire le MPMI nella strategia dell’UE che punta all’eccellenza e alla leadership. Un tale obiettivo presuppone che l’insieme degli attori istituzionali, dalla Commissione europea ai governi nazionali e alle strutture regionali e locali, si mobilitino per fornire strumenti e aiuti mirati in funzione delle dimensioni dell’azienda, e per assicurare un sostegno e garanzie per gli investimenti. È fondamentale ridurre il divario digitale e integrare le reti al fine di colmare la distanza tra le MPMI e le grandi aziende in materia di IA.

2.8.

La costruzione della fiducia dipende da una forte volontà politica di collaborare strettamente a tutti i livelli: la società civile organizzata, le parti sociali, le associazioni, le camere di commercio, le associazioni di categoria, i raggruppamenti e altri attori i quali sono noti e riconosciuti sul campo sia dai datori di lavoro che dai dipendenti delle MPMI, e sono inoltre nella posizione più idonea per informare lavoratori e datori di lavoro sui rischi e le sfide legati a questa nuova tecnologia, a seconda del settore di attività. Questi soggetti dispongono di tutte le competenze per ispirare le decisioni prese dai responsabili politici a tutti i livelli, affinché tali decisioni rispondano alle esigenze delle MPMI in materia di IA. Il CESE ritiene che sarebbe nell’interesse degli Stati membri promuovere un dialogo sociale e sulla contrattazione collettiva di qualità al fine di massimizzare l’impatto delle politiche destinate alle MPMI.

2.9.

È inoltre del tutto evidente l’importanza che riveste un orientamento effettivamente mirato alle MPMI (5) dei programmi europei, quali Europa digitale e Orizzonte Europa. Tutti gli strumenti devono essere mobilitati in una forma di facile uso.

2.10.

Il ricorso ad algoritmi sempre più sofisticati — nella misura in cui ha un’incidenza sulla qualità e la protezione dei dati, e persino sulla sicurezza e la trasparenza — suscita numerose preoccupazioni di ordine etico (discriminazioni, aumento delle disuguaglianze sociali, messa in discussione dell’autonomia delle decisioni umane ecc.). Queste sfide, che impongono la massima vigilanza a tutte le parti in causa, incluse le MPMI, non devono determinare dei ritardi nell’adozione dell’IA da parte di questa categoria di imprese.

2.11.

Buona parte delle raccomandazioni formulate dal CESE è corroborata dai risultati dello studio citato sopra:

l’adozione dell’IA da parte delle MPMI dipende soprattutto dalla padronanza o meno di questa nuova tecnologia da parte dei dirigenti e dei dipendenti dell’azienda, anche in relazione ai rischi associati, preliminarmente al ricorso all’IA;

solo finanziamenti adeguati consentiranno di recuperare lo svantaggio che, per dimensioni e maturità di queste particolari imprese, ostacola di fatto lo sviluppo dell’IA nelle MPMI. A questo proposito, il CESE si compiace che la Commissione europea abbia annunciato una dotazione finanziaria di 1,98 miliardi di EUR per il programma Europa digitale (6). I poli dell’innovazione offrono il migliore accesso possibile alle capacità digitali più recenti e alla formazione dei soggetti interessati;

le MPMI hanno bisogno di banche dati esterne di qualità. Il CESE ha già sottolineato quanto sia importante garantire a tutti gli utenti l’accesso ai megadati (big data) generati dal settore pubblico e creare solide interfacce di programmazione delle applicazioni (Application Programming Interfaces, API) o anche piattaforme europee per la condivisione sicura dei dati (7) come, ad esempio, GAIA-X. Ha inoltre proposto un approccio di tipo mutualistico per la gestione e lo scambio di dati e posto l’accento sull’importanza di mettere a disposizione dati a fini altruistici (8);

in materia di offerta di tecnologie dell’IA, accesso ai dati, standardizzazione e accesso ai finanziamenti, le MPMI devono poter disporre di norme chiare e uniformi all’interno del mercato europeo, poiché l’esistenza di tali norme è la condizione necessaria per una sana concorrenza, che a sua volta genera crescita e occupazione. Inoltre, le MPMI devono partecipare in prima persona e ad uno stadio quanto più possibile precoce all’elaborazione delle norme e regolamentazioni a livello europeo. Disporre di soluzioni chiare e trasparenti alle questioni che si pongono nel campo dell’etica e della responsabilità permetterà di ottenere la fiducia dei consumatori e dei cittadini in generale, incoraggiando le MPMI ad adottare l’IA.

2.12.

Il CESE sostiene le raccomandazioni contenute nello studio citato, sottolineando che per attuarle occorre una volontà politica particolarmente attiva e costante; si tratta quindi di:

promuovere, attraverso l’istruzione e la formazione professionale, una buona padronanza generale dell’IA da parte dei cittadini, in modo che tutte le componenti della società civile, incluse le MPMI, si approprino senza remore di questa nuova tecnologia e operino con competenza e responsabilità in tale ambito. È indispensabile completare la formazione accademica con meccanismi pratici e introdurre delle formazioni continue adeguate ed economicamente accessibili per i lavoratori autonomi, i dirigenti delle MPMI e i loro dipendenti (9). Nel caso dei dirigenti d’azienda, è necessario facilitarne l’accesso a specifiche competenze esterne mediante partenariati B2B, un’IA accessibile a tutti e l’offerta di una «AI-as-a-service» (IA come servizio);

fare in modo che le MPMI fruiscano di un accesso agevole a finanziamenti sia pubblici che privati e attivare delle sinergie tra i finanziamenti europei destinati a queste imprese;

garantire le infrastrutture e i collegamenti necessari in tutte le zone, comprese quelle rurali, in modo tale da scongiurare il divario digitale e consentire l’accesso a dati pertinenti e interoperabili, utilizzati in notevoli quantità soprattutto dal settore dell’agricoltura;

assicurare un coordinamento efficace tra tutti gli attori e tutti i livelli;

promuovere una maggiore consapevolezza generale delle sfide nel campo della cibersicurezza (10), nonché dei danni economici e sociali causati da dati distorti e di altri potenziali rischi emergenti. La diversità umana nella progettazione degli strumenti di IA è un mezzo fondamentale per migliorare la qualità dei dati;

diffondere ampiamente le buone pratiche attuate e le storie di successo sul campo, favorire la condivisione dei riscontri sulle esperienze fatte per innescare lo slancio necessario ad un’adozione generalizzata dell’IA da parte delle MPMI.

2.13.

Il CESE desidera richiamare l’attenzione delle istituzioni dell’UE sui seguenti principi d’azione in materia di IA:

iniziare su piccola scala per ispirare politiche adeguate e proporzionate a questa dimensione, per poi eventualmente adattarle alle grandi imprese in una fase successiva;

migliorare la certezza giuridica e promuovere una buona comprensione delle regole per favorirne la titolarità da parte delle imprese e sostenere investimenti da parte delle aziende idonei a sviluppare l’innovazione e l’IA;

facilitare la comprensione universale dell’IA grazie a un migliore coordinamento e a maggiori sinergie tra gli strumenti e le iniziative politiche, grazie a una piattaforma ad hoc per le MPMI;

promuovere, a monte, la sperimentazione su scala reale attraverso, tra l’altro, protocolli di impegno operativi. Il CESE ribadisce l’importanza di disporre di «siti di prova e spazi di “sperimentazione” normativa che consentano di sperimentare nuove idee e di testarle» (11), e insiste inoltre sulla necessità di valutare tali dispositivi per adattarli quanto meglio possibile (12). I poli dell’innovazione digitale, la rete Enterprise Europe (Enterprise Europe Network, EEN) e le piattaforme su richiesta devono lavorare in stretto coordinamento per sostenere gli sforzi di attuazione delle PMI;

promuovere un approccio paneuropeo realizzando il completamento del mercato unico europeo e adeguando le politiche UE alle esigenze degli Stati membri, dalla fase di sviluppo fino a quella di adozione dell’IA;

consentire un accesso di tipo «open data» (dati aperti) nel rispetto della protezione e della proprietà dei dati, come pure l’aumento dei flussi di dati per alimentare i sistemi basati sull’IA;

garantire un mercato unico europeo trasparente al fine di ridurre i rischi e di aumentare la trasferibilità delle soluzioni basate sull’IA alle MPMI. Una condizione fondamentale per raggiungere questo obiettivo è l’interoperabilità delle infrastrutture digitali essenziali.

3.   Osservazioni particolari (13)

3.1.   Agricoltura

3.1.1.

Il settore agricolo, serbatoio di MPMI a conduzione familiare (che rappresentavano il 96 % delle aziende agricole nel 2016), deve affrontare una serie di sfide: l’andamento demografico, il clima, l’attrattiva e la competitività del settore.

3.1.2.

Dati i comprovati benefici dell’impiego dell’IA e della robotica in agricoltura, è auspicabile che venga offerto un sostegno costante ai proprietari di aziende agricole e ai loro dipendenti per l’adattamento a questi cambiamenti, come pure che vengano sviluppate una formazione in materia e una pedagogia adeguata per quanto riguarda la condivisione e l’aggregazione dei dati (14), esplorando nel contempo nuove modalità di mutualizzazione dei costi, quali le soluzioni cooperative.

3.2.   Edilizia

3.2.1.

Questo settore ad alta intensità di manodopera potrebbe ricavare maggiori benefici dalla digitalizzazione: solo il 36 % delle imprese edili, infatti, ha adottato almeno una tecnologia di IA, a fronte di una percentuale del 42 % per l’insieme dei settori.

3.2.2.

La modellizzazione delle informazioni di costruzione (o Building Information Modelling, BIM), uno strumento sempre più importante per il settore e utilizzato dal 29 % delle imprese edili nel 2016, richiede ingenti investimenti nella formazione e la garanzia di un accesso aperto e non discriminatorio ai software di pianificazione elettronica attraverso interfacce aperte e standardizzate («open BIM») al fine di non compromettere l’accesso al mercato per le MPMI.

3.2.3.

Le caratteristiche e le potenzialità dell’edilizia potrebbero trasformarla nel settore «modello» di un’Europa verde e digitalizzata, purché siano garantite le condizioni preliminari indispensabili per assicurare l’accesso al mercato in termini di tecnologia e di diritto degli appalti pubblici.

3.3.   Sanità

3.3.1.

Nel settore della sanità, ancor più che in altri settori, l’innovazione deve soddisfare requisiti etici e di sicurezza, a partire dalla fase di progettazione fino a quella di utilizzo. Per lo sviluppo di una filiera dell’IA nel settore sanitario è necessario avere accesso a dati sufficienti e di qualità. Per aiutare le MPMI su questo specifico aspetto sarebbero ben accetti degli esperimenti territoriali sul modello degli «spazi di sperimentazione».

3.3.2.

Le MPMI sono attive in particolare nel campo delle attrezzature mediche (il 95 % delle 32 000 aziende del settore) e dei servizi, oltre ad essere all’avanguardia in materia di innovazione e di produttività (il 47 % di queste imprese ha già adottato una tecnologia dell’IA).

3.3.3.

Queste micro, piccole e medie imprese devono tuttavia far fronte ai costi elevati di R&S e ai lunghi cicli dell’innovazione, nonché a procedure complesse per l’autorizzazione all’immissione in commercio e al quadro vincolante del regolamento generale sulla protezione dei dati.

3.3.4.

La creazione di uno spazio europeo di dati sanitari affidabili e l’assunzione di personale «ibrido» (che riunisca competenze professionali e padronanza delle tecniche digitali) aiuterebbero a far emergere, anche nel settore delle MPMI, delle soluzioni innovative che consentirebbero di tagliare i costi, rendendo così i sistemi di assistenza sanitaria più sostenibili e resilienti (15).

3.4.   Libere professioni (16)

3.4.1.

Dal momento che i dati detenuti dai liberi professionisti sono di natura estremamente sensibile, le sfide in termini di rispetto della privacy, riservatezza, trasparenza e non discriminazione sono particolarmente ardue in questo campo.

3.4.2.

L’impiego dell’IA per automatizzare le mansioni più noiose e ripetitive dovrebbe permettere ai liberi professionisti di tornare a concentrarsi sulle loro attività primarie, così da soddisfare ancora meglio le esigenze dei loro clienti/pazienti.

3.4.3.

Come viene sottolineato nel parere del CESE (17) sul tema Libere professioni 4.0, l’IA solleva degli interrogativi circa il particolare rapporto di fiducia tra il libero professionista e il suo cliente, nonché in merito ai concetti di indipendenza e di responsabilità professionale. Ciò implica in particolare la necessità di rivedere le regole deontologiche, integrandovi gli aspetti tecnici ed etici relativi all’IA e stabilendo nuovi requisiti in termini di formazione e di competenze su questi temi (sicurezza e qualità dei dati, protezione dei dati personali, cibersicurezza ecc.).

3.5.   Consulenza legale

3.5.1.

Nonostante una crescita sostenuta e indipendente dai cicli economici (il 2,6 % annuo tra il 2014 e il 2018), i progressi in questo settore sono rallentati dai problemi di trasparenza e di distorsione, caratteristici dell’IA fin dagli esordi di questa nuova tecnologia, in un ambito in cui la fiducia si basa sul contatto personale diretto.

3.6.   Contabilità/controllo di gestione

3.6.1.

Questo settore, che nel 2018 contava 640 000 imprese attive in Europa, è dominato dalle MPMI. Poiché il 50 % dei compiti di contabilità è automatizzabile, l’IA offre un’opportunità in termini di valore aggiunto e consentirebbe ai professionisti di riportare la consulenza ai clienti/utenti al centro delle proprie attività.

3.6.2.

In questi due settori, e in particolare nel secondo al fine di prevenire i rischi di accesso non autorizzato ai dati (hackeraggio), è fortemente auspicabile la formazione di profili ibridi, che riuniscano competenze in materia sia di diritto o di contabilità che di informatica.

Bruxelles, 19 gennaio 2022

Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

Christa SCHWENG


(1)  GU C 517 del 22.12.2021, pag. 56.

(2)  Bando di gara del CESE n. CES/FSA/02/2020; autore: Space Tec Partners.

(3)  Relazione annuale sulle PMI europee per il periodo 2020-2021, Commissione europea, luglio 2021.

(4)  Parere del CESE sulla revisione del piano coordinato della Commissione sull’intelligenza artificiale (GU C 517 del 22.12.2021, pag. 56).

(5)  Parere del CESE sul tema Una strategia per le PMI per un’Europa sostenibile e digitale (GU C 429 dell'11.12.2020, pag. 210).

(6)  Annuncio del commissario europeo Thierry Breton in data 10 novembre 2021.

(7)  Cfr. GU C 240 del 16.7.2019, pag. 51.

(8)  Secondo la definizione di cui al considerando 36 della proposta della Commissione relativa alla governance europea dei dati (Atto sulla governance dei dati), https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX:52020PC0767.

(9)  Cfr. parere del CESE sul tema Il mercato unico digitale — Tendenze e prospettive per le PMI (GU C 429 dell'11.12.2020, pag. 1).

(10)  Cfr. i punti 4.7 e 4.8 del parere INT/823 sul tema Il mercato unico digitale — Tendenze e prospettive per le PMI (GU C 429 dell'11.12.2020, pag. 1).

(11)  Cfr. GU C 240 del 16.7.2019, pag. 51.

(12)  Cfr. GU C 240 del 16.7.2019, pag. 51.

(13)  Le osservazioni specifiche si riferiscono ai diversi settori di attività presi in esame nello studio pubblicato dal CESE già citato sopra.

(14)  In base alla relazione del 2021 Intelligence artificielle — État de l’art et perspectives pour la France (Intelligenza artificiale — Quadro attuale e prospettive per la Francia), gli agricoltori, pur facendo un uso intensivo di dati satellitari e dell’automazione, sono restii a condividere i loro propri dati.

(15)  Cfr. in particolare il parere del CESE sul tema Piano europeo di lotta contro il cancro (GU C 341 del 24.8.2021, pag. 76), e il parere sul tema IA — Piano coordinato (GU C 517 del 22.12.2021, pag. 56), ma anche la Relazione di previsione strategica 2021 della Commissione europea.

(16)  Così definite dalla CGUE: le libere professioni sono «attività che, tra l’altro, presentano un pronunciato carattere intellettuale, richiedono una qualificazione di livello elevato e sono normalmente assoggettate ad una precisa e rigorosa disciplina professionale» (sentenza C-267/99, I-7467, 2001).

(17)  GU C 286 del 16.7.2021, pag. 8.


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