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Document 52021IE2555

    Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Autonomia strategica, sicurezza e sostenibilità alimentare» (parere d’iniziativa)

    EESC 2021/02555

    GU C 105 del 4.3.2022, p. 56–62 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    4.3.2022   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 105/56


    Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Autonomia strategica, sicurezza e sostenibilità alimentare»

    (parere d’iniziativa)

    (2022/C 105/09)

    Relatore:

    Klaas Johan OSINGA

    Decisione dell’Assemblea plenaria

    25.3.2021

    Base giuridica

    Articolo 32, paragrafo 2, del Regolamento interno

     

    Parere d’iniziativa

    Sezione competente

    Agricoltura, sviluppo rurale, ambiente

    Adozione in sezione

    4.10.2021

    Adozione in sessione plenaria

    20.10.2021

    Sessione plenaria n.

    564

    Esito della votazione

    (favorevoli/contrari/astenuti)

    128/0/1

    1.   Conclusioni e raccomandazioni

    1.1.

    Il CESE propone una definizione di autonomia strategica aperta applicata ai sistemi alimentari, basata su produzione alimentare, forza lavoro e commercio equo, con l’obiettivo generale di garantire la sicurezza e la sostenibilità alimentare per tutti i cittadini dell’UE tramite un approvvigionamento alimentare equo, salutare, sostenibile e resiliente.

    1.2.

    In particolare, i sistemi alimentari nell’UE dovrebbero essere più diversificati; la forza lavoro in agricoltura dovrebbe essere rafforzata, specie attirando persone giovani e garantendo condizioni lavorative e una retribuzione dignitose; le politiche commerciali dovrebbero essere allineate con gli standard di sostenibilità alimentare dell’UE e la competitività (1).

    1.3.

    Il modo migliore per garantire l’autonomia strategica aperta e la sostenibilità dei sistemi alimentari è sviluppare una serie di strumenti che includano misure di gestione del rischio per aiutare le filiere alimentari ad affrontare situazioni estreme e le autorità nazionali e dell’UE ad agire in maniera immediata.

    1.4.

    I recenti avvenimenti causati dalla COVID-19, da fenomeni meteorologici estremi dovuti agli squilibri climatici e da attacchi informatici dimostrano la necessità di migliorare la resilienza e la sostenibilità dei sistemi alimentari. Nell’ambito della strategia «Dal produttore al consumatore» (F2F) la Commissione europea sta elaborando un piano di emergenza dell’UE per l’approvvigionamento e la sicurezza alimentare associato a un dispositivo UE per la risposta alle crisi alimentari (2). Tutto questo dovrebbe contribuire a sensibilizzare ai rischi esistenti ed includere l’individuazione, la valutazione, la mappatura e il monitoraggio dei rischi principali tramite test di resistenza allo stress dei sistemi critici a livello di UE e di Stati membri e contribuire all’introduzione di misure che risolveranno i problemi che si presentano.

    1.5.

    L’UE ha bisogno di un sistema per prevenire che eventi quali interruzioni di corrente e di rete o attacchi informatici sfuggano al controllo a causa delle situazioni di dipendenza. Per esempio: una città che deve restare in lockdown per diverse settimane, un’interruzione di corrente che dura diversi giorni, un’azienda o un rivenditore al dettaglio del settore alimentare che subisce un attacco informatico.

    1.6.

    Al fine di migliorare i meccanismi di risposta è necessario sviluppare i sistemi alimentari esistenti e al tempo stesso diversificare i sistemi alimentari, compresi i modelli commerciali per i punti di vendita diretta presso le aziende, l’agricoltura urbana, l’agricoltura verticale e l’approccio «produzione locale per il consumo locale» in generale. Ciò richiede una più ampia applicazione di ricerca e innovazione da parte di agricoltori e coltivatori e dovrebbe contribuire a ridurre al minimo i rischi di «deserti alimentari» e di specializzazione della produzione (3). Allo stesso tempo dovrebbero essere rafforzati i vantaggi del sistema di distribuzione efficiente dalle aziende agricole al settore della lavorazione e ai mercati.

    1.7.

    Per assicurare una produzione sufficiente a lungo termine di alimenti sani, e condizioni di sussistenza adeguate, è importante che le risorse naturali siano utilizzate in maniera sostenibile, preservando il suolo e le risorse idriche, contrastando i cambiamenti climatici e le perdite di biodiversità e tutelando il benessere animale. L’UE dovrebbe nel contempo rafforzare la produzione locale e regionale, per combinare una produzione e una trasformazione alimentari ben equilibrate con un’impronta del carbonio limitata.

    1.8.

    La PAC svolge un ruolo economico, sociale e ambientale di vitale importanza. Essa dovrebbe stabilizzare i mercati durante le crisi e allo stesso tempo fornire agli agricoltori e alle imprese di trasformazione una rete di sicurezza a protezione dell’ambiente, del clima, della forza lavoro e del benessere animale. La PAC svolge un ruolo nel mantenimento della capacità di produzione strategica, della sicurezza degli alimenti e del loro approvvigionamento.

    1.9.

    Le aziende agricole, i terreni agricoli fertili e l’acqua rappresentano dei beni strategici e devono essere protetti fino ad un certo livello in tutta l’UE: essi costituiscono la spina dorsale della nostra autonomia alimentare strategica aperta.

    1.10.

    Il CESE ribadisce la propria raccomandazione di esplorare la possibilità di istituire un Consiglio europeo per la politica alimentare multipartecipativo e multilivello (4). Nel contesto di un’autonomia strategica aperta, detto Consiglio potrebbe svolgere, tra l’altro, un ruolo di monitoraggio e contribuire a valutare e anticipare i rischi all’interno della filiera alimentare.

    1.11.

    L’UE deve assicurare che le frontiere restino aperte in modo sicuro e che la forza lavoro e la logistica continuino a funzionare per la produzione e la distribuzione di prodotti alimentari («corsie verdi») sia all’interno dell’UE che verso paesi terzi. A tal fine è richiesto un meccanismo forte di coordinamento tra gli Stati membri, la Commissione e i paesi terzi.

    2.   Introduzione

    2.1.

    Il presente parere d’iniziativa è volto ad esaminare il concetto di «autonomia strategica aperta» per l’Europa in relazione alla sicurezza e alla sostenibilità alimentari future, apportando il punto di vista della società civile e le sue raccomandazioni strategiche per il futuro. In particolare, il parere offre spunti di riflessione su tematiche che emergono da eventi recenti quali la COVID-19, fenomeni meteorologici estremi, attacchi informatici e tensioni politiche/sociali.

    2.2.

    L’autonomia strategica aperta dovrebbe essere vista come un’opportunità per l’UE di garantire la sicurezza del suo approvvigionamento alimentare e fissare elevati standard di sostenibilità, in particolare nel contesto del Green Deal europeo e degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. La sfida europea della sostenibilità alimentare deve essere affrontata sia internamente che esternamente, e questo parere analizzerà anche i possibili modi per proteggere e migliorare la disponibilità di prodotti alimentari sostenibili per tutti i cittadini dell’UE, specialmente in tempi di crisi.

    2.3.

    Il parere si basa su una serie di proposte e idee concrete già avanzate dal CESE nel corso del suo lavoro precedente (5) e che possono essere sintetizzate come segue:

    promuovere una politica alimentare globale nell’UE, con l’obiettivo di fornire un’alimentazione sana a partire da sistemi alimentari sostenibili, di collegare l’agricoltura all’alimentazione e ai servizi ecosistemici, nonché di garantire catene di approvvigionamento che tutelino la salute pubblica per tutti i settori della società europea. Una tale politica, ora riflessa nella strategia F2F della Commissione, dovrebbe aumentare la coerenza tra gli ambiti di intervento legati all’alimentazione, ripristinare il valore degli alimenti e promuovere una transizione a lungo termine dal produttivismo e consumismo alimentare alla cittadinanza alimentare;

    rafforzare il potenziale delle filiere alimentari corte, dell’agroecologia e dei regimi di qualità dei prodotti;

    garantire prezzi equi e vietare le pratiche commerciali sleali;

    incorporare in tutti i futuri accordi commerciali dell’UE la strategia F2F e la strategia sulla biodiversità, proposte nel Green Deal, quali riferimenti globali per la sostenibilità;

    garantire il coinvolgimento e la partecipazione strutturati della società civile e di tutte le parti interessate lungo la filiera alimentare, anche tramite un Consiglio europeo per la politica alimentare.

    2.4.

    Infine, il parere d’iniziativa è volto a fornire utili prospettive per il lavoro in corso sulla strategia F2F, proposta nel Green Deal, la PAC, il riesame della politica commerciale e l’agenda della previsione strategica, portando la sicurezza alimentare dell’UE e la sostenibilità al centro dell’analisi.

    2.5.

    Nel settembre 2021 le Nazioni Unite hanno tenuto un vertice sui sistemi alimentari, volto ad aiutare i paesi a raggiungere i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS), in particolare l’OSS 2 — Fame zero. Il CESE ha dato un contributo a questo dibattito (6).

    3.   Autonomia strategica aperta, gli elementi chiave per il sistema alimentare

    3.1.

    Secondo la Commissione europea, «l’autonomia strategica aperta» è la capacità dell’UE di compiere le proprie scelte e plasmare il mondo circostante attraverso la leadership e l’impegno, rispecchiando i propri interessi e valori strategici. Questa permette all’UE di essere più forte, a livello sia economico che geopolitico, essendo (7):

    aperta agli scambi commerciali e agli investimenti che aiutano l’economia dell’UE a riprendersi dalle crisi e a restare competitiva e legata al mondo;

    sostenibile e responsabile, assumendo un ruolo guida a livello internazionale per plasmare un mondo più verde ed equo, rafforzando le alleanze esistenti e impegnandosi con molti partner;

    decisa contro pratiche ingiuste e coercitive e pronta a far valere i propri diritti, sempre favorendo la cooperazione internazionale per risolvere i problemi globali.

    3.2.

    L’«autonomia strategica aperta» deve essere definita meglio quando si parla di sistemi alimentari. Il CESE vuole contribuire alla riflessione su come l’UE possa essere meglio preparata ad affrontare crisi future. Ciò dovrebbe essere parte del piano di ripresa dell’UE, per esempio tramite l’uso dei fondi Next Generation EU.

    3.3.

    Il CESE propone una definizione di autonomia strategica aperta basata su produzione alimentare, forza lavoro e commercio equo, con l’obiettivo generale di garantire la sicurezza e la sostenibilità alimentari per i cittadini dell’UE tramite un approvvigionamento alimentare equo, sostenibile e resiliente.

    3.4.   Produzione alimentare

    3.4.1.

    L’approccio alla sicurezza alimentare dovrebbe essere basato su prospettive internazionali, nazionali e locali. Il 55 % della popolazione mondiale vive in città, dove vengono prodotti pochi alimenti freschi: i cosiddetti deserti alimentari. Le Nazioni Unite stimano che tale percentuale aumenterà, raggiungendo il 68 % entro il 2050. Le stime mostrano che l’urbanizzazione, insieme alla crescita generale della popolazione mondiale, potrebbe causare un aumento della popolazione delle aree urbane pari a 2,5 miliardi di persone entro il 2050 (8). Si stima che il livello europeo di urbanizzazione aumenterà raggiungendo una percentuale pari a circa l’83,7 % nel 2050 (9).

    3.4.2.

    Nel mercato interno dell’Unione europea, gli alimenti vengono trasportati quotidianamente per lo più dalle zone rurali e dalle industrie di lavorazione ai supermercati nelle aree urbane. Tuttavia, i negozi locali, i punti di vendita diretta o online hanno visto aumentare la propria popolarità tra i consumatori durante i lockdown del 2020/2021.

    3.4.3.

    Lo sviluppo di filiere corte contribuisce alla resilienza dell’Europa. I canali locali dovrebbero essere coerenti con le necessità delle popolazioni e le specificità dei territori e delle condizioni climatiche. Le capacità di lavorazione dovrebbero essere più sviluppate a livello locale.

    3.4.4.

    Anche la diversificazione della produzione contribuirà ad aumentare la resilienza dell’UE. Un aumento della superficie agricola destinata all’agricoltura biologica è prevista nella strategia F2F, e gli orti urbani, l’agricoltura urbana e verticale (10), che acquistano sempre maggiore popolarità, sono opzioni valide per evitare che il cibo percorra molti chilometri. Queste iniziative dovrebbero essere collegate ad altre attività locali e regionali di produzione e trasformazione alimentare, dando così vita a una rete di sicurezza.

    3.4.5.

    La mappatura delle vulnerabilità dovrebbe essere in cima all’agenda dell’UE. Gli Stati membri e la Commissione dovrebbero cooperare nel mettere in evidenza le lacune, ridurre gli sprechi alimentari, sviluppare scenari e coordinare attività mirate di formazione e comunicazione.

    3.4.6.

    Una gestione intelligente delle scorte alimentari dovrebbe essere parte della strategia UE per l’autonomia strategica aperta in questo campo, che dovrebbe includere una regolare rotazione delle scorte strategiche evitando nel contempo manovre speculative da parte dei commercianti, compreso l’acquisto di materie prime e di alimenti sottocosto (11), e forti reazioni del mercato, la cui trasparenza dovrà essere garantita.

    3.5.   La forza lavoro

    3.5.1.

    Non ci sono abbastanza giovani formati in campo agricolo e disposti a dedicarsi all’agricoltura. Nel 2016, per ogni agricoltore UE di età inferiore a 35 anni, ce n’erano più di sei di età superiore a 65 anni (12).

    3.5.2.

    In più, gli agricoltori continuano a subire una quota sproporzionata del danno e delle perdite causate dai disastri. La sempre maggiore frequenza e intensità di tali disastri, insieme alla natura sistemica del rischio, causano sconvolgimento nelle vite delle persone, devastando mezzi di sussistenza e mettendo in pericolo il nostro intero sistema alimentare.

    3.5.3.

    È essenziale aumentare la forza lavoro agricola in Europa, proteggere l’attività agricola e i terreni agricoli fertili e fornire sistemi adeguati di conoscenza e innovazione in campo agricolo (AKIS). I giovani e le donne devono essere incoraggiati ad intraprendere attività agricole e a lavorare per anni nelle aziende agricole.

    3.5.4.

    Garantire condizioni di lavoro dignitose per i lavoratori del settore agricolo e di quello alimentare all’interno e all’esterno dell’UE a tutti i livelli della catena di approvvigionamento è un requisito essenziale per poter implementare un sistema alimentare sostenibile e resiliente. Devono essere garantiti finanziamenti adeguati, redditi equi e più alti, prezzi equi, sussidi di adattamento ai cambiamenti climatici e i diritti dei lavoratori stagionali.

    3.5.5.

    Secondo il CESE, una politica alimentare a vasto raggio dell’UE dovrebbe produrre sostenibilità economica, ambientale e socioculturale. È quindi tassativo garantire che la strategia F2F riformi in profondità la dinamica delle catene di approvvigionamento e produca miglioramenti duraturi del reddito e dei mezzi di sussistenza degli agricoltori (13). C’è da chiedersi se questo necessario cambiamento fondamentale si verificherà in assenza dei giusti incentivi politici ed economici.

    3.6.   Commercio

    3.6.1.

    Nel 2020 il valore delle esportazioni agroalimentari dell’UE a 27 ha raggiunto 184,3 miliardi di EUR, un aumento dell’1,4 % rispetto al 2019, mentre le importazioni, per un valore pari a 122,2 miliardi di EUR, sono aumentate dello 0,5 % rispetto all’anno precedente. Il surplus derivante dal commercio agroalimentare nel 2020 è stato di 62 miliardi di EUR, con un aumento del 3 % rispetto al 2019 (14). Secondo il Centro comune di ricerca (JRC), esportazioni agroalimentari per un valore di un miliardo di EUR creano in media 20 000 posti di lavoro, di cui 13 700 nel settore primario. Allo stesso tempo, nel 2016 l’agricoltura rappresentava circa il 4,2 % dell’occupazione totale nell’UE (15).

    3.6.2.

    Il Regno Unito, gli Stati Uniti, la Cina, la Svizzera e il Giappone sono stati i più grandi mercati agroalimentari dell’UE, ricevendo più del 52 % di tutte le esportazioni. Tra i principali esportatori di prodotti agroalimentari verso l’UE nel 2020 figuravano il Regno Unito, il Brasile, gli Stati Uniti, l’Ucraina e la Cina.

    3.6.3.

    L’UE svolge un ruolo centrale nel commercio globale di prodotti agroalimentari ed è essenziale che le sue politiche commerciali siano in linea con i suoi obiettivi di sostenibilità. In un parere precedente (16), il CESE ha proposto di incorporare in tutti i futuri accordi commerciali dell’UE le strategie F2F e sulla biodiversità, proposte nel Green Deal, quali riferimenti globali per la sostenibilità. Ha riconosciuto l’importanza e il valore di un commercio fondato su norme precise, operante in condizioni di parità, nonché l’importante contributo che esso apporterà alla ripresa economica dopo la crisi della COVID-19.

    3.6.4.

    Per ridurre la dipendenza dai fattori di produzione agricoli l’UE dovrebbe sostenere pratiche a basso utilizzo di fattori di produzione, specialmente per quanto riguarda i combustibili fossili e i pesticidi, e sostenere la capacità di produzione dei fattori di produzione agricoli in Europa.

    3.6.5.

    Sono necessari sistemi innovativi per proteggere e intensificare la base naturale di risorse, promuovendo al contempo la produzione efficiente (17). Tecnologie, robot e vaccini di nuova concezione sono importanti risorse da sviluppare.

    4.   Gestione del rischio e scenario di test di resistenza allo stress

    4.1.

    Secondo la FAO, l’umanità e la nostra sicurezza alimentare si trovano di fronte a una serie di minacce nuove e senza precedenti, quali eventi meteorologici estremi dovuti agli squilibri climatici, malattie e pandemie. L’agricoltura deve affrontare una serie di rischi, che interagiscono in un mondo iperconnesso (18).

    4.2.

    La FAO riferisce che nel periodo 2020/21 i prezzi degli alimenti sono aumentati, raggiungendo il livello più alto dal 2011 (19). Spesso viene riportato che la volatilità dei prezzi è causata in parte dalla speculazione. L’ONU e l’OCSE riferiscono che, nel 2020, tra 720 e 811 milioni di persone hanno sofferto la fame. Nel 2020 quasi una persona su tre al mondo (2,37 miliardi) non ha avuto accesso ad alimenti a sufficienza, vale a dire un aumento di 320 milioni in un anno (20).

    4.3.

    La pandemia di COVID-19 dimostra che non si deve dare per scontata la sicurezza alimentare, nemmeno in Europa. Tutti gli attori e le attività lungo la filiera alimentare sono iperconnessi. Durante la pandemia, i paesi hanno introdotto restrizioni commerciali. Anche all’interno dell’UE, gli Stati membri hanno adottato misure unilaterali chiudendo i confini, minacciando il trasporto di alimenti e la circolazione dei lavoratori stagionali. Grazie ai rapidi adattamenti da parte di agricoltori e partner della filiera alimentare, la produzione, la trasformazione e la distribuzione hanno continuato a funzionare. Anche la Commissione ha agito per fare in modo che il mercato interno continuasse a funzionare. Tuttavia, molti imprenditori sono stati colpiti economicamente dalla crisi quando si sono fermati i viaggi, il turismo e i servizi alimentari.

    4.4.

    Gli attacchi informatici, come gli attacchi ransomware, hanno causato crisi concrete, perché gran parte della vita di oggi si svolge online («Internet delle cose»). L’agenzia di stampa AP ha riferito che il pagamento medio ai criminali informatici è aumentato del 311 % nel 2020, arrivando a 310 000 USD. In media le vittime hanno riottenuto accesso ai propri dati dopo 21 giorni (21).

    4.5.

    Nell’aprile del 2021, la principale catena neerlandese di supermercati (Albert Heijn) è rimasta sprovvista di alcuni prodotti caseari per diversi giorni a causa di un attacco informatico subito da un grande distributore (22). Recentemente è stato attaccato JBS, il maggior grossista mondiale di carni. Ciò ha intensificato negli Stati Uniti le preoccupazioni relative alla sicurezza della filiera alimentare nazionale (23). Sembra che molti attacchi informatici non vengano segnalati dalle aziende per evitare reazioni di mercato quali l’accaparramento e l’aumento spropositato dei prezzi. Talune aziende hanno subito impatti significativi a causa di attacchi informatici pur non essendone l’obiettivo diretto, come è avvenuto per la chiusura a luglio 2021 di diverse centinaia di negozi del gruppo Cooperative in Svezia, in seguito ad un attacco ransomware ai danni del fornitore di software statunitense Kaseya (24).

    4.6.

    Altrettanto preoccupante è stato il blocco del canale di Suez da parte di una nave portacontainer da 200 000 tonnellate, all’inizio di aprile 2021. Simili incidenti mostrano la vulnerabilità delle catene globali di approvvigionamento. Se le catene di approvvigionamento vengono interrotte per qualche giorno, ci vuole molto tempo per recuperare e ciò può causare un aumento dei prezzi per i consumatori e le aziende.

    4.7.

    A settembre, la Commissione ha pubblicato la sua relazione di previsione strategica 2021, incentrata sull’autonomia strategica aperta (25). La Commissione ritiene che «garantire sistemi alimentari sostenibili e resilienti» sia uno dei settori strategici chiave per rafforzare la leadership dell’UE nel mondo. A questo proposito, si menziona la necessità di investire nell’innovazione per salvaguardare sistemi alimentari resilienti e sostenibili (26).

    4.8.

    In aggiunta a quanto sopra, un documento tecnico pubblicato di recente dal JRC fornisce le basi per i quadri operativi della resilienza presentati nella relazione 2020 della Commissione in materia di previsione strategica (27). In esso figurano gli indicatori della vulnerabilità legati all’accesso ai servizi locali e alla dipendenza dalle importazioni alimentari, e si dimostra l’importanza geopolitica del cibo. Un quadro operativo aiuta a tracciare una mappa della vulnerabilità e a sviluppare un test mirato di resistenza allo stress. Si tratta tuttavia di un approccio generale, in quanto non esiste un indicatore unico e i quadri operativi della resilienza sono attualmente in fase di revisione.

    4.9.

    È necessario che le catene di approvvigionamento passino da «just in time», appena in tempo, a «just in case», in caso di necessità. La dipendenza da un monopolio di fornitori per determinati beni può comportare l’esposizione all’interferenza di governi ostili. Va tenuta a mente anche la questione dell’approvvigionamento di fattori di produzione agli agricoltori e alle imprese trasformatrici di prodotti agricoli. Per tale motivo, il CESE chiede che la disponibilità alimentare nell’UE venga sottoposta a una valutazione della sicurezza, da compiere tramite studi di scenari.

    4.10.

    Devono essere usati dei test di resistenza allo stress per mettere in evidenza le vulnerabilità. Per esempio: quali sono le possibili conseguenze di interruzioni di reti energetiche e di telecomunicazione a livello locale/regionale/nazionale della durata di diversi giorni? Ciò è ampiamente riconosciuto come uno dei rischi più difficili da gestire per l’infrastruttura critica di qualsiasi nazione, compreso l’approvvigionamento alimentare. Gli impatti diretti sull’approvvigionamento alimentare includono: riduzioni dell’approvvigionamento di elettricità, acqua e gas; perdita di capacità di refrigerazione e congelamento; indisponibilità di strutture per cucinare, preparare prodotti da forno e per la lavorazione/trasformazione; riduzioni del riscaldamento e dell’illuminazione; impossibilità di assicurare l’igiene alimentare di base; indisponibilità di carburante per i veicoli destinati alla distribuzione o ad altri utilizzi nella catena di approvvigionamento. Tuttavia, anche le ripercussioni indirette dovute agli impatti su altre infrastrutture critiche potrebbero avere conseguenze significative. Un’assenza prolungata di telecomunicazioni e trasmissione di dati comporterebbe delle minacce serie e immediate per la capacità delle aziende di comunicare internamente e con agenzie pubbliche, fornitori, clienti e consumatori per facilitare la diffusione di informazioni fondamentali, per eseguire nuove ordinazioni e per operare pagamenti, compresi quelli effettuati tramite sistemi di collegamento alle banche.

    4.11.

    Il CESE raccomanda un ulteriore esame di questo scenario.

    5.   Raccomandazioni sulla via da seguire

    5.1.

    L’autonomia strategica aperta come concetto offre opportunità, ma presenta anche dei rischi. La prosperità dell’UE dipende anche dal commercio mondiale e quindi da regole chiare per il commercio e da misure ben stabilite.

    5.2.

    Quando gli alimenti scarseggiano, almeno apparentemente, potrebbero verificarsi corse agli acquisti dettate dal panico, e potrebbe venire meno la propensione dei consumatori a pensare al clima, alla biodiversità o al benessere degli animali. Quindi l’Europa può diventare più verde solo se diventa più resiliente.

    5.3.

    La COVID-19 ha mostrato che quando le catene di fornitura vengono interrotte per un periodo di tempo più lungo si verificano effetti a catena in tutta l’economia. Potrebbero volerci diversi anni per tornare alla normalità.

    5.4.

    L’autonomia strategica aperta in campo alimentare non può esistere senza una politica commerciale aperta ed equa. L’UE non può tornare a praticare politiche protezionistiche perché si creerebbero così nuove vulnerabilità e si potrebbero provocare gravi danni (28). Per esempio, si pensi alle forniture UE di cereali verso il Nord Africa e il Medio Oriente. Spesso le catene di approvvigionamento internazionali sono più efficienti e diversificate, e quindi più capaci di adattarsi rapidamente a nuovi shock rispetto a quelle locali.

    5.5.

    L’UE dovrebbe valutare in quali casi e per quali prodotti l’autonomia rappresenta un valido approccio. Si dovrebbe aumentare la consapevolezza presso i consumatori e il pubblico in generale su come operano le catene di approvvigionamento.

    5.6.

    L’UE, con le Nazioni Unite e i suoi partner commerciali, deve affrontare le cause profonde dell’insicurezza alimentare e contribuire alla tanto necessaria trasformazione del sistema alimentare, rendendo l’agricoltura più resiliente agli shock. I governi hanno un ruolo da svolgere nel contribuire a rendere le catene di fornitura più sostenibili, robuste e sicure.

    5.7.

    In un recente documento informale congiunto, Francia e Paesi Bassi hanno chiesto condizioni commerciali UE più rigide, compreso un piano UE di condotta responsabile d’impresa (RBC). Si dovrebbe così assicurare una politica coerente e armonizzata, permettendo allo stesso tempo di mantenere condizioni di parità per il mercato interno UE. Un piano d’azione dell’UE in materia di condotta responsabile d’impresa dovrebbe essere la strategia principale per l’approccio dell’UE alla promozione del commercio equo e della produzione responsabile, e alla gestione delle catene di approvvigionamento.

    5.8.

    La Spagna e i Paesi Bassi hanno elaborato di recente un documento informale congiunto su come ricercare l’autonomia strategica preservando un’economia aperta. Uno dei punti sollevati in tale documento è stato che «l’autonomia strategica aperta» dovrebbe essere una delle questioni di cui discutere durante la Conferenza sul futuro dell’Europa.

    5.9.

    In tale contesto sono rilevanti anche la discussione dell’UE sulla dovuta diligenza (29) e sul codice di condotta nell’ambito della strategia F2F (30). A tale riguardo, le imprese e le organizzazioni del settore agroalimentare hanno ora l’opportunità di sottoscrivere il codice di condotta per pratiche commerciali e di marketing responsabili lanciato dalla Commissione nel quadro della strategia F2F (31).

    Bruxelles, 20 ottobre 2021

    La presidente del Comitato economico e sociale europeo

    Christa SCHWENG


    (1)  Perché una politica europea alimentare globale sia veramente rilevante per i consumatori europei, è essenziale che gli alimenti prodotti in modo sostenibile nell’UE siano competitivi. Ciò presuppone che il settore agroalimentare europeo sia in grado di fornire ai consumatori prodotti alimentari a prezzi in cui sono incorporati i costi aggiuntivi relativi a criteri quali la sostenibilità, il benessere degli animali, la sicurezza alimentare e la nutrizione, ma anche un giusto compenso per gli agricoltori e, al tempo stesso, mantenga la sua posizione come opzione preferita dalla vasta maggioranza dei consumatori (GU C 129 dell'11.4.2018, pag. 18 e GU C 429 dell'11.12.2020, pag. 268).

    (2)  Piano di emergenza, Commissione europea.

    (3)  COVID-19 and the food phenomena (L’epidemia di COVID-19 e i fenomeni alimentari), FAO.

    (4)  GU C 129 dell'11.4.2018, pag. 18 e GU C 429 dell'11.12.2020, pag. 268.

    (5)  Tra queste figurano: GU C 129 dell'11.4.2018, pag. 18, GU C 190 del 5.6.2019, pag. 9, GU C 429 dell'11.12.2020, pag. 268, GU C 429 dell'11.12.2020, pag. 66, GU C 440 del 6.12.2018, pag. 165, parere CESE «Verso una filiera alimentare equa», NAT/823 (GU C 517 del 22.12.2021, pag. 38).

    (6)  Contributo al vertice ONU 2021 sui sistemi alimentari, CESE.

    (7)  Riesame della politica commerciale, Commissione europea.

    (8)  68 % of the world population projected to live in urban areas by 2050 (Secondo le previsioni, entro il 2050 il 68 % della popolazione mondiale vivrà in zone urbane), Nazioni Unite.

    (9)  Urbanisation in Europe (L’urbanizzazione in Europa), Commissione europea; UN World urbanisation Prospects 2018.

    (10)  Vertical farming (Agricoltura verticale), WUR.

    (11)  Parere del CESE «Verso una filiera alimentare equa», NAT/823 (GU C 517 del 22.12.2021, pag. 38).

    (12)  PAC — Structural change and generational renewal (PAC — Cambiamenti strutturali e ricambio generazionale), Commissione europea.

    (13)  GU C 429 dell'11.12.2020, pag. 268.

    (14)  2020 a year of stability for EU agri-food trade (2020, un anno di stabilità per il commercio agroalimentare dell’UE), Commissione europea.

    (15)  Farmers and the agricultural labour force — statistics (Gli agricoltori e la forza lavoro agricola — Statistiche), Eurostat.

    (16)  GU C 429 dell'11.12.2020, pag. 66.

    (17)  The future of food and agriculture (Il futuro degli alimenti e dell’agricoltura), FAO.

    (18)  The impact of disasters and crises on agriculture and food security: 2021 (L’impatto delle catastrofi e delle crisi sull’agricoltura e la sicurezza alimentare: 2021), FAO.

    (19)  FAO Food Price Index (Indice FAO dei prezzi alimentari), FAO.

    (20)  2021 State of Food Security and Nutrition in the World (Stato della sicurezza alimentare e dell’alimentazione nel mondo 2021), WFP.

    (21)  Cyber attack on US pipeline is linked to criminal gang (Attacco informatico a oleodotto USA legato a un gruppo criminale), AP News.

    (22)  Kaasschaarste bij Albert Heijn na hack leverancier, de Volkskrant.

    (23)  Hacking American beef: the relentless rise of ransomware (Hacking della carne di manzo americana: l’inarrestabile ascesa del ransomware), Financial Times.

    (24)  NCSC statement on Kaseya incident (Dichiarazione dell’NCSC sull’incidente Kaseya), NCSC.

    (25)  Relazione di previsione strategica 2021, Commissione europea.

    (26)  Shaping and securing the EU's Open Strategic autonomy by 2040 and beyond (Definire e garantire l’autonomia strategica aperta dell’UE entro il 2040 e oltre), JRC.

    (27)  Quadri operativi della resilienza, Commissione europea.

    (28)  In tutti i futuri accordi commerciali dell’UE dovrebbero figurare le strategie F2F e sulla biodiversità, proposte nel Green Deal, quali riferimenti globali per la sostenibilità (GU C 429 dell'11.12.2020, pag. 66).

    (29)  Towards a mandatory EU system of due diligence for supply chains (Verso un sistema obbligatorio dell’UE di dovuta diligenza per le catene di approvvigionamento), Euractiv.

    (30)  Code of Conduct for Responsible Business and Marketing Practices (Codice di condotta per pratiche commerciali e di marketing responsabili), Commissione europea.

    (31)  Parere del CESE «Allineare le strategie e le operazioni del settore alimentare agli obiettivi di sviluppo sostenibile per una ripresa sostenibile post COVID-19» (non ancora pubblicato nella Gazzetta ufficiale).


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