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Document 52021IE2473

Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Verso una strategia globale per lo sviluppo rurale e urbano sostenibile» (parere d'iniziativa)

EESC 2021/02473

GU C 105 del 4.3.2022, p. 49–55 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

4.3.2022   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 105/49


Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Verso una strategia globale per lo sviluppo rurale e urbano sostenibile»

(parere d'iniziativa)

(2022/C 105/08)

Relatore:

Josep PUXEU ROCAMORA

Correlatrice:

Piroska KÁLLAY

Decisione dell'Assemblea plenaria

25.3.2021

Base giuridica

Articolo 32, paragrafo 2, del Regolamento interno

 

Parere d'iniziativa

Sezione competente

Agricoltura, sviluppo rurale e ambiente

Adozione in sezione

4.10.2021

Adozione in sessione plenaria

21.10.2021

Sessione plenaria n.

564

Esito della votazione

(favorevoli/contrari/astensioni)

220/0/1

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1

Il CESE è convinto che il futuro dell'Europa dipenda da come gestiremo le zone rurali, e che sia necessaria una maggiore cooperazione con le zone urbane al fine di assicurare che nessun territorio o cittadino rimanga «indietro» nella transizione giusta verso un'Unione europea climaticamente neutra, sostenibile e prospera. Questo sarebbe in sintonia con gli obiettivi del Green e Social Deal europeo, lo strumento dell'UE per la ripresa (NextGenerationEU), l'Agenda territoriale 2030 e i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile.

1.2

Il CESE ritiene che l'UE debba ridurre le disparità tra i territori tramite la promozione di politiche che assicurino una transizione giusta e sostenibile in tutti i settori e garantiscano una buona qualità di vita nell'ambiente rurale.

1.3

A causa delle sfide legate ai cambiamenti climatici e alle pandemie, il CESE sottolinea l'urgenza di agire adesso e di attuare un cambiamento di paradigma per dimostrare il valore aggiunto della collaborazione e promuovere il rispetto e la comprensione reciproci, a vantaggio di tutti i cittadini.

1.4

Il CESE chiede pertanto ai responsabili politici di mettere a punto e attuare una strategia globale e onnicomprensiva dell'UE che favorisca uno sviluppo rurale e urbano equilibrato, coeso, equo e sostenibile, facendo leva sul ruolo delle comunità locali, stimolando le industrie tradizionali e creando nuove attività economiche e opportunità di lavoro nelle zone rurali, oltre a promuovere le sinergie con le zone urbane.

1.5

Al fine di rafforzare la parità di condizioni tra le comunità rurali e l'ambiente urbano, il CESE formula le seguenti raccomandazioni:

1.

è necessario dotare le politiche rurali delle risorse sufficienti, fornire comunicazioni tecnologiche e infrastrutture di trasporto (in particolare i trasporti pubblici, che sono assolutamente necessari per la vita quotidiana e l'occupazione), nonché assicurare sistemi efficienti e di qualità in materia di istruzione e di erogazione di servizi sanitari, che devono essere perfettamente allineati ai servizi urbani pertinenti («equità nella salute»);

2.

l'offerta di occupazione, formazione e alloggio deve tener conto delle risorse naturali dell'ambiente rurale e metterle a profitto, creando nel contempo opportunità commerciali innovative;

3.

i parlamenti rurali e lo sviluppo locale di tipo partecipativo (CLLD), in quanto modelli di democrazia partecipativa, devono essere appoggiati dai responsabili politici ed essere inclusivi, coinvolgendo tutti i cittadini delle zone rurali, comprese le parti sociali, le donne, le persone in età avanzata, le persone con disabilità, le minoranze e — soprattutto — i giovani;

4.

i beni del patrimonio culturale devono essere protetti e promossi (1).

1.6

Il CESE formula le seguenti raccomandazioni per lo sviluppo rurale/urbano:

1.

i governi devono operare in modo trasparente ed equo per quel che riguarda la prestazione di servizi ai cittadini in tutti i settori;

2.

le organizzazioni della società civile, comprese quelle coinvolte nell'iniziativa LEADER e i gruppi di azione locale, dovrebbero sviluppare partenariati rurali e urbani a livello locale allo scopo di creare opportunità economiche, sociali e ambientali e favorire una maggiore comprensione delle interdipendenze;

3.

il modello di governance dei consigli per la politica alimentare potrebbe servire da fonte d'ispirazione per una cooperazione efficace tra tutte le parti interessate a livello locale. Le possibilità di telelavoro, la necessità di abitazioni rurali e l'accesso all'uso del suolo hanno registrato dei cambiamenti per effetto dei nuovi impatti e delle nuove sfide a livello ambientale, oltre che a causa della pandemia;

4.

è utile favorire e sostenere lo scambio di buone pratiche e di casistiche di rischio tra i territori;

5.

l'accesso a un'istruzione di alta qualità nelle zone rurali può essere uno dei fattori che contribuiscono allo sviluppo economico locale e può aiutare le comunità rurali ad adattarsi a un ambiente in rapida evoluzione.

1.7

Il CESE rivolge in particolare alla Commissione europea e ai governi nazionali e regionali le seguenti raccomandazioni:

1.

la visione a lungo termine adottata di recente dalla Commissione per le zone rurali (2) deve continuare ad essere sviluppata affinché si trasformi in un impegno rurale e urbano a favore di un approccio equo. È importante mostrare il valore aggiunto della collaborazione tra organizzazioni rurali e urbane, come per esempio l'iniziativa «dal produttore al consumatore» e un Green Deal socialmente inclusivo;

2.

la Commissione europea dovrebbe puntare sulla creazione di un gruppo di parti interessate rurali e urbane, sulla base dell'iniziativa «piccoli comuni intelligenti», al fine di sviluppare buone pratiche nei modelli di partenariato;

3.

per promuovere il coinvolgimento, bisognerebbe investire in progetti pilota a livello locale e prevedere incentivi/condizionalità, oltre che premi su scala paneuropea per accordi inclusivi esemplari.

1.8

Il CESE si impegna inoltre a collaborare con il Parlamento europeo e con il Comitato delle regioni commissionando indagini, consultando la società civile organizzata e promuovendo una Carta europea dei diritti e delle responsabilità rurali e urbane.

1.9

Il CESE offrirà una panoramica globale sulle politiche territoriali, urbane e rurali nei suoi futuri pareri; a titolo di esempio, il presente parere è stato discusso tra varie sezioni prima della sua adozione.

2.   Introduzione

2.1

Sulla scia delle raccomandazioni avanzate nel proprio parere sul tema Un approccio integrato per le zone rurali dell'UE, con particolare attenzione alle regioni vulnerabili (adottato nel settembre 2020) (3) e dell'audizione tenutasi il 18 giugno 2021 (4), il CESE intende ora definire una strategia globale dell'UE in materia di sviluppo rurale e urbano sostenibile, analizzando il quadro generale che lega la politica rurale a tutte le altre politiche pertinenti, individuando le sfide e gli ostacoli esistenti, nonché sottolineando il ruolo della società civile, delle imprese e delle comunità locali nelle definizione di approcci dal basso. Il CESE contribuirà attivamente ad assicurare che si tenga conto di questa strategia nella fase di elaborazione delle politiche dell'UE.

2.2

È essenziale gestire meglio la diversità esistente nelle zone rurali sulla base delle opportunità offerte da ciascuna di esse. Esistono zone rurali che, a causa della loro vicinanza alle zone urbane, possono beneficiare dell'effetto di «agglomerazione» attraverso l'interazione tra contesto rurale e contesto urbano, mentre altre, che sono più distanti, dipendono in misura maggiore da un unico settore (spesso, l'agricoltura, la silvicoltura, la pesca o l'attività mineraria) e la loro interazione con le città è meno visibile.

2.3

Sebbene le zone rurali e quelli urbane siano diverse, con le loro caratteristiche specifiche e uno sviluppo differenziato, la realtà dimostra che sono strettamente interconnesse. Queste interdipendenze sono inoltre sempre più complesse e dinamiche, e veicolano flussi strutturali e funzionali non solo di persone, ma anche di beni strumentali, informazioni, tecnologie e stili di vita. È pertanto essenziale trovare un equilibrio tra zone rurali e zone urbane, due poli che hanno bisogno l'uno dell'altro e che non possono esistere se uno dei due manca.

2.4

L'ideale dello stile di vita rurale quale situazione di benessere e di qualità di vita per i cittadini deve essere un obiettivo da raggiungere anche nelle zone remote o svantaggiate. La strategia deve trovare la formula per trovare il necessario equilibrio tra questi due aspetti e il modo per integrarli, al fine di conseguire in futuro la sostenibilità.

2.5

Le sfide che si profilano per le zone rurali (cambiamento demografico, spopolamento, divario digitale, bassi livelli di reddito, accesso limitato a certi servizi, necessità di prospettive occupazionali migliori, oppure impatti specifici dei cambiamenti climatici) possono essere affrontate solo attraverso una prospettiva territoriale globale e rinnovata che punti a cercare una relazione reciproca di sviluppo.

2.6

Questo nuovo contesto, che va oltre il legame tradizionale tra zone rurali incentrate sull'agricoltura e separate dall'ambiente urbano, richiede che le misure di sviluppo rurale siano basate, in tutte le regioni, su un approccio multisettoriale integrato che metta a profitto le sinergie e inglobi non solo le zone rurali e quelle urbane, ma anche le aree intermedie.

3.   Sfide e proposte d'azione

3.1

La concezione tradizionale che opera una chiara distinzione tra zone rurali e urbane dev'essere integrata con nuovi concetti, nuove interpretazioni e nuovi approcci, e occorre tenere conto della realtà locale per definire il territorio considerato.

3.2

Lo sviluppo futuro dei territori europei deve basarsi sulla complementarità tra zone rurali e urbane, nonché sul coordinamento delle politiche indirizzate a tali zone, con il fine ultimo di conseguire la coesione sociale ed economica e la sostenibilità ambientale di tali territori.

3.3

Il CESE ritiene che negli approcci strategici per lo sviluppo rurale e urbano sia necessaria una maggiore coerenza per evitare sovrapposizioni e discrepanze tra le strategie (ad esempio strategia dei GAL, strategia di investimento territoriale integrato, strategia di sviluppo locale, strategia di sviluppo regionale) e per facilitarne l'attuazione da parte degli attori locali nei processi di sviluppo e negli investimenti.

3.4

Lo sviluppo rurale e urbano deve essere disciplinato secondo i principi enunciati nell'Agenda territoriale 2030 dell'UE, nella Carta di Lipsia, nell'agenda urbana delle Nazioni Unite, nell'agenda urbana dell'UE, nel patto di Amsterdam, nella dichiarazione di Cork 2.0 su una vita migliore nelle zone rurali e nei principi dell'OCSE sulla politica urbana e rurale, in cui sono presi in considerazione i partenariati tematici e la gestione condivisa tra zone urbane e rurali.

3.5

Le città di media grandezza svolgono un ruolo centrale nel collegare le aree metropolitane urbane con quelle rurali, e meritano pertanto un'attenzione particolare sia nella fase di pianificazione territoriale che in quella dell'assegnazione di risorse e servizi. Molte città europee (tra cui Tolosa in Francia, Manresa in Spagna, Torino in Italia e Aalborg in Danimarca) hanno già messo in atto approcci molto efficaci. Le reti di città come ICLEI (5), Eurotowns (6) ed Eurocities (7) sono attori di primo piano per lo scambio di esperienze e la promozione delle pratiche migliori.

3.6

L'interazione tra campagna e città deve figurare nell'agenda politica ed è necessario facilitarne la comprensione non solo tra chi ha la responsabilità delle politiche, ma anche tra chi ha il compito di prepararle, promuovendo altresì forme di coordinamento delle politiche a partire dal territorio.

3.7

La ricerca finanziata con fondi europei deve anch'essa continuare a indagare in che modo promuovere uno sviluppo rurale/urbano equo e sostenibile e come rilanciare lo sviluppo economico delle zone rurali. Progetti quali ROBUST (8), RUBIZMO (9) e LIVERUR (10) dovrebbero essere ulteriormente sviluppati e portare a cambiamenti concreti.

3.8

Per conseguire la sostenibilità (economica, sociale e ambientale) di questi territori, siano essi rurali o urbani, è necessaria una politica a vasto raggio che sia legata alla realtà socioeconomica, cultura ed etnografica, e che promuova non solo la cooperazione tra zone rurali e urbane, ma anche l'impegno tra i vari attori sociali ed economici, oltre a meccanismi adeguati di governance assieme alle amministrazioni locali.

3.9

Le zone rurali remote sono ancora più esposte alle sfide cui sono confrontate le altre zone rurali e richiedono pertanto politiche e trattamenti specifici. Il CESE ritiene che oltre a risolvere i problemi legati alla difficoltà di accesso ai servizi pubblici, tra cui la sanità e l'istruzione, occorra istituire programmi che rigenerino l'ecosistema economico locale, in cooperazione con gli insediamenti vicini.

3.10

Molte sfide tra quelle che le zone rurali devono affrontare esulano dal campo e dai fondi della politica agricola comune (PAC), come sottolineato nella nostra recente relazione sull'impatto della PAC sullo sviluppo territoriale delle zone rurali (11), ed è pertanto necessario procedere verso un approccio integrato in materia di azione e di finanziamento nelle varie politiche che hanno un impatto sulle zone rurali. I finanziamenti erogati tramite politiche nazionali dovrebbero integrare i fondi della PAC per lo sviluppo rurale.

3.11

Le politiche agricole, alimentari e rurali devono essere in linea con le politiche in materia di clima e biodiversità, con le politiche finalizzate a ridurre la povertà, le politiche in materia di infrastrutture e trasporti, le politiche in materia di istruzione e formazione, le politiche relative alla prestazione di servizi basilari di interesse generale (sanità, alloggi, ecc.), nonché con quelle che promuovono lo sviluppo di nuove attività basate sull'economia circolare e la bioeconomia, la digitalizzazione o la lotta contro lo spopolamento.

3.12

Queste politiche devono inoltre essere allineate e complementari non solo a strategie europee quali il Green Deal (12) o «dal produttore al consumatore» (13) — e, in particolare alla nuova strategia industriale (14), nel cui quadro il settore agroalimentare è definito come uno degli ecosistemi strategici più importanti dell'UE — ma anche alle politiche che garantiscono la sicurezza alimentare. La sperimentazione di nuove forme di cooperazione urbano-rurale nel contesto del Green Deal europeo non è solo un presupposto, ma anche un'opportunità per una transizione giusta e uno sviluppo sostenibile equilibrato sul piano territoriale.

3.13

Occorre migliorare la governance e l'armonizzazione dei fondi europei, nazionali e infranazionali, al fine di affrontare meglio i temi dello sviluppo sostenibile attraverso un esame più approfondito delle questioni orizzontali, tenendo sempre conto delle richieste di ogni territorio.

3.14

Il CESE richiama l'attenzione sulla necessità di garantire l'accesso a finanziamenti sostenibili e lo sviluppo di strumenti finanziari su misura per lo sviluppo rurale e urbano, tenendo conto della struttura dei rischi e delle caratteristiche del mix economico. Inoltre, la tassonomia e l'approccio di bilancio per le zone rurali dovrebbero tenere conto delle esigenze di sviluppo e di investimento.

3.15

Questo approccio integrato richiede il coordinamento tra le varie amministrazioni e gli organi di gestione, comprese le numerose direzioni della Commissione europea che si occupano di politiche trasversali. Tale coordinamento orizzontale implica un approccio in base al quale i responsabili politici integrano le questioni rurali in tutte le politiche, al fine di assicurare che si tenga conto delle esigenze rurali.

3.16

Per la riuscita del coordinamento tra le amministrazioni bisogna prendere in considerazione i seguenti aspetti:

i)

individuare la scala di intervento corretta;

ii)

stabilire con chiarezza il ruolo guida nel coordinamento delle politiche;

iii)

rafforzare gli accordi di cooperazione tra regioni o comuni;

iv)

promuovere i partenariati tra le zone rurali e quelle urbane al fine di mettere a profitto i legami funzionali;

v)

migliorare il coordinamento verticale tra i livelli di governo.

3.17

È necessario mantenere un legame diretto con i territori rurali attraverso il ruolo attivo delle regioni dell'UE, che svolgono una funzione cruciale nella definizione e attuazione delle politiche di sviluppo rurale a livello locale. Il coinvolgimento di numerose parti interessate e un approccio dal basso sono fattori essenziali per assicurare la sostenibilità e la titolarità locale delle politiche rurali. Il CESE chiede che si tenga conto del ruolo che può essere svolto dai gruppi di azione locale e dal modello di sviluppo locale di tipo partecipativo.

3.18

Il CESE propone altresì di utilizzare il modello di governance dei consigli per la politica alimentare quale fonte d'ispirazione per una cooperazione efficace tra tutte le parti interessate a livello locale.

3.19

Bisogna compiere passi avanti nei contratti territoriali (sostenuti da politiche che favoriscono l'impegno) che richiedono la definizione di obiettivi, l'unione delle forze, l'incentivazione degli impegni pubblici e privati con un orientamento territoriale, lo sviluppo di meccanismi di cooperazione interistituzionale e intersettoriale, la creazione di una nuova struttura istituzionale, la promozione dello sviluppo sostenibile, il riconoscimento della diversità delle zone rurali e la promozione dei legami urbano-rurali. A questo proposito, le imprese e le organizzazioni del settore agroalimentare hanno ora la possibilità di firmare il codice di condotta sulle pratiche aziendali e commerciali responsabili nel settore alimentare (15), un'iniziativa che era stata lanciata dalla Commissione nel quadro della strategia «dal produttore al consumatore».

3.20

I contratti territoriali devono essere basati sull'equità e sul rispetto. In Inghilterra, Galles e Scozia esistono dei codici di comportamento in ambiente rurale che hanno la finalità di aiutare i cittadini a capire come rispettare le zone rurali. Un codice di questo tipo potrebbe assurgere al rango di carta dei diritti e delle responsabilità su scala europea (16) per relazioni urbano-rurali improntate all'equità e alla sostenibilità. Tale Carta dovrebbe far parte dell'educazione civica rivolta a tutti.

3.21

Il CESE riconosce che non esistono formule uniformi applicabili ai diversi territori e che ogni unità territoriale deve definire le proprie priorità e specializzarsi, nel rispetto della peculiarità, diversità e multifunzionalità degli usi locali e con l'adozione di soluzioni basate sulle proprie potenzialità, esigenze, capacità e aspettative. L'utilizzo delle infrastrutture esistenti e la riflessione sullo sviluppo di nuove infrastrutture vanno considerati secondo una prospettiva globale, analizzando nel contempo le tendenze, al fine di investire nei luoghi giusti.

3.22

La necessità di migliorare le opportunità di lavoro:

i)

La pandemia di COVID-19 ha accelerato i processi di digitalizzazione e inverdimento, che richiedono sforzi per continuare nel tempo.

ii)

È necessario creare nuove opportunità di lavoro nelle zone rurali e mantenerle vive, comprese le opportunità connesse alla prestazione di servizi rurali, al telelavoro, alle nuove tecnologie o alle energie rinnovabili.

iii)

Il rafforzamento degli aspetti multifunzionali dell'agricoltura, la promozione delle attività non agricole, la creazione di imprese nel settore dei servizi energetici puliti e l'insediamento di attività industriali nelle zone rurali possono creare molte opportunità di lavoro.

iv)

Favorire l'imprenditorialità, assicurare il rispetto delle norme sulla concorrenza leale a tutela delle PMI e prestare attenzione alle necessità delle generazioni più giovani (ad esempio, il lavoro a distanza).

v)

Mantenere l'occupazione e le attività commerciali vicino alle persone. La visione rurale-urbana offre opportunità per lo sviluppo di un'economia circolare.

vi)

Promuovere il lavoro dignitoso e migliorare le condizioni di lavoro nelle zone rurali, garantendo nel contempo che tutte le persone che hanno delle responsabilità abbiano voce in capitolo nel processo di miglioramento.

vii)

Creare un collegamento tra la domanda dei consumatori e i mercati regionali e rurali, attraverso la commercializzazione di prodotti locali e di marchi di qualità.

viii)

Andrebbe ampiamente favorito lo sviluppo di opportunità culturali nelle zone rurali, comprese la promozione di manifestazioni culturali e la protezione di edifici storici e di luoghi di culto (castelli, chiese, ecc.).

ix)

Con i processi di digitalizzazione si dischiudono nuove opportunità che potrebbero creare attese nei cittadini — specialmente nei giovani — e fungere da richiamo, e potrebbero quindi invertire le tendenze allo spopolamento e modificare la qualità di vita nelle zone rurali. A tal fine, l'ambiente rurale ha bisogno di disporre di un'infrastruttura adeguata che garantisca la connettività. Le strategie per la connettività e le piattaforme digitali offrono soluzioni in questo ambito, mentre una legge per la digitalizzazione delle zone rurali agevolerebbe lo sviluppo di tecnologie digitali nell'agricoltura e nei contesti rurali;

x)

Bisogna aiutare l'agricoltura e l'acquacoltura (17) sostenibili nelle zone rurali e in quelle periurbane, insieme all'eco-turismo, alle attività ricreative e a quelle educative in materia di sostenibilità, e tali attività devono essere compatibili con la protezione della biodiversità, al fine di garantire la qualità di vita delle persone;

xi)

Un'istruzione rurale accessibile e di qualità, a partire dai primi anni di vita dei bambini, può contribuire a migliorare i rendimenti scolastici, mentre l'accesso a servizi pubblici, come l'assistenza all'infanzia e le strutture scolastiche, rappresenta un fattore territoriale che influisce sull'attrattiva delle zone rurali, anche per i lavoratori altamente qualificati.

3.23

La crescita economica e la creazione di posti di lavoro sono importanti, ma devono essere integrate con un'offerta sufficiente in termini di servizi, alloggi, energia, svaghi, istruzione e formazione, apprendimento permanente e sistemi sanitari di buona qualità, in modo da assicurare non solo la sostenibilità delle zone rurali, ma anche la loro attrattiva come luogo in cui vivere. L'UE deve sviluppare con urgenza le basi di un'economia del benessere sostenibile e inclusiva che operi a favore di tutti (18).

3.24

In particolare, il continuo sviluppo di trasporti pubblici a prezzi accessibili dovrebbe essere una priorità per lo sviluppo delle zone rurali e quindi per la connettività con le aree urbane. La disponibilità di trasporti pubblici a prezzi accessibili è assolutamente necessaria per la vita quotidiana e l'occupazione, in relazione all'accessibilità di servizi pubblici essenziali quali scuole, strutture per l'infanzia, medici o farmacie, e per gli spostamenti regolari da e verso il luogo di lavoro.

3.25

A tal fine sono necessarie nuove forme di fornitura dei servizi rurali:

i)

fornitura di servizi integrati (co-working di più servizi in un unico spazio; collaborazione tra fornitori di servizi; cooperazione tra gruppi di professionisti; produzione congiunta tra organizzazioni pubbliche, private e delle comunità locali);

ii)

approccio alla fornitura di servizi alternativi e più flessibili (servizi mobili che portino il servizio al cittadino; modelli di sistemi a stella, in cui i servizi sono forniti regolarmente da una sede centrale; servizi più adeguati alle esigenze locali);

iii)

soluzioni tecnologiche e digitali, anche nei settori dell'istruzione e della salute.

3.26

Una strategia globale volta a raggiungere le opportune soglie di servizio in territori diversi e ad assicurare lo scambio di servizi tra le diverse parti dei territori rappresenta un elemento cruciale per la progettazione di zone urbane e rurali sostenibili.

3.27

È necessario mettere a punto una strategia che, tramite il miglioramento dei servizi rurali e l'offerta di nuove opportunità di lavoro, permetta alla popolazione di insediarsi nel territorio, assicurando quindi il necessario ricambio generazionale.

Bruxelles, 21 ottobre 2021

La presidente del Comitato economico e sociale europeo

Christa SCHWENG


(1)  Parere del CESE sul tema «Il contributo delle zone rurali d'Europa all'Anno europeo del patrimonio culturale 2018 a garanzia della sostenibilità e della coesione urbana/rurale», GU C 440 del 6.12.2018, pag. 22.

(2)  COM(2021) 345 final.

(3)  GU C 429 dell'11.12.2020, pag. 60.

(4)  Verso una strategia globale per uno sviluppo rurale ed urbano sostenibile ed equo, Comitato economico e sociale europeo.

(5)  https://www.iclei.org

(6)  https://www.eurotowns.org/

(7)  https://eurocities.eu

(8)  https://rural-urban/eu

(9)  https://rubizmo.eu

(10)  https://liverur.eu/

(11)  https://www.eesc.europa.eu/it/our-work/opinions-information-reports/information-reports/evaluation-caps-impact-territorial-development-rural-areas-information-report

(12)  Un Green Deal europeo | Commissione europea.

(13)  Strategia Dal produttore al consumatore.

(14)  Aggiornamento della nuova strategia industriale 2020: costruire un mercato unico più forte per la ripresa dell'Europa.

(15)  Codice di condotta (europa.eu).

(16)  The Countryside Code: advice for countryside visitors («Il codice di comportamento in campagna: consigli per i visitatori»), GOV.UK.

(17)  Cfr. il parere sul tema Orientamenti strategici per lo sviluppo sostenibile dell'acquacoltura nell'UE (GU C 517 del 22.12.2021, pag. 103) e il parere sul tema Un nuovo approccio per un'economia blu sostenibile nell'UE (GU C 517 del 22.12.2021, pag. 108).

(18)  Parere del CESE sul tema L'economia sostenibile di cui abbiamo bisogno (GU C 106, del 31.3.2020, pag. 1).


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