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Document 52020IR2355

Parere del Comitato europeo delle regioni — Relazione sugli ostacoli al mercato unico e piano d’azione per l’attuazione del mercato unico

COR 2020/02355

GU C 440 del 18.12.2020, p. 27–32 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

18.12.2020   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 440/27


Parere del Comitato europeo delle regioni — Relazione sugli ostacoli al mercato unico e piano d’azione per l’attuazione del mercato unico

(2020/C 440/06)

Relatore:

Tadeusz TRUSKOLASKI (PL/AE), sindaco di Białystok

Documenti di riferimento:

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Individuare e affrontare le barriere al mercato unico

COM(2020) 93 final

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Piano d’azione a lungo termine per una migliore attuazione e applicazione delle norme del mercato unico

COM(2020) 94 final

RACCOMANDAZIONI POLITICHE

IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI

Il contesto

1.

ritiene che il mercato unico europeo sia uno dei maggiori successi dell’Unione europea e costituisca un modello di integrazione unico al mondo, che garantisce la libera circolazione delle persone, delle merci, dei servizi e dei capitali in tutta l’UE nonché nei paesi e nelle regioni ad essa associati;

2.

sottolinea che la politica in materia di mercato unico europeo svolge un ruolo cruciale nell’attuazione della strategia volta a garantire una crescita sostenibile e ad accrescere la coesione economica, sociale e territoriale dell’Unione europea. La creazione di un mercato unico europeo stimola gli scambi commerciali e rende l’Europa più attraente per gli investimenti esteri;

3.

sottolinea con forza che il mercato unico europeo è al centro dell’integrazione economica e politica dell’UE, essendo composto da 450 milioni di consumatori e da 22,5 milioni di piccole e medie imprese (PMI), che costituiscono il 99 % delle imprese dell’UE;

4.

sottolinea che il mercato unico europeo fornisce 14 000 miliardi di EUR di prodotto interno lordo (PIL) annuo e rappresenta quindi per gli europei una garanzia di dinamismo economico e di sviluppo;

5.

pone l’accento sull’importanza del commercio dei beni nel mercato unico europeo, in quanto rappresenta un quarto dell’intero PIL dell’Unione europea e quasi un sesto del commercio mondiale di beni;

6.

concorda con la commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori (IMCO) del Parlamento europeo nel ritenere che il completamento del mercato unico europeo, e quindi la rimozione delle residue barriere, possa generare per gli Stati membri un valore aggiunto di almeno 183 miliardi di EUR all’anno, pari all’1,2 % del PIL dell’UE;

7.

apprezza gli sforzi compiuti dalla Commissione europea per individuare gli ostacoli rimanenti nel mercato unico europeo, e fa notare come, nella sua comunicazione del 10 marzo 2020, essa individui i problemi cruciali che questi ostacoli pongono agli imprenditori e che richiedono soluzioni immediate. Si rammarica tuttavia che le due comunicazioni della Commissione concentrino l’attenzione prevalentemente sugli ostacoli percepiti dalle imprese, non trattino delle questioni che sono oggetto di preoccupazione per altre parti sociali e affrontino solo marginalmente gli aspetti relativi ai consumatori;

8.

fa presente che l’edizione 2020 del quadro di valutazione del mercato unico, pubblicata il 3 luglio 2020, conclude che, malgrado il livello di recepimento della legislazione dell’UE sia migliorato, in particolare per quanto riguarda le normative a tutela dei consumatori (con una riduzione del 15 % del deficit di recepimento), il numero di procedure di infrazione non è in calo, e questo tuttora a causa di un recepimento «incompleto» o «scorretto». Esprime inoltre preoccupazione in quanto la maggior parte dei casi di infrazione relativi al mercato riguarda l’ambiente (28 %) [seguono le infrazioni nei settori dei trasporti (17 %) e della fiscalità (10 %)];

9.

riconosce che le norme e gli strumenti esistenti nel mercato unico sono, nella loro forma attuale, più adatti agli scambi di beni che alla prestazione di servizi, e sottolinea pertanto la necessità di introdurre strumenti flessibili che possano adattarsi rapidamente ai cambiamenti dei prodotti e servizi esistenti e ai nuovi prodotti e servizi che emergono;

10.

ritiene che la nuova strategia per il mercato unico europeo debba avere come priorità l’eliminazione effettiva degli ostacoli e un maggiore accesso alle informazioni.

Gli ostacoli al mercato unico: cause e conseguenze

11.

fa notare che le marcate differenze esistenti sul piano giuridico tra gli Stati membri sono una causa diretta del fatto che il processo di eliminazione degli ostacoli al mercato unico europeo richiede molto tempo;

12.

concorda con la Commissione europea nel ritenere che le differenze normative creino un onere regolamentare particolarmente rilevante per le imprese, e soprattutto per le PMI, comprese quelle in fase di avviamento (start-up) o di espansione (scale-up), e in generale per le imprese innovative e per quelle che promuovono nuovi modelli aziendali; esorta pertanto la Commissione e gli Stati membri ad intensificare gli sforzi per eliminare le normative inutili;

13.

sottolinea che soprattutto le piccole e medie imprese dispongono di risorse amministrative e umane limitate per far fronte alle complessità burocratiche; in particolare, un notevole ostacolo alla cooperazione transfrontaliera nel mercato unico è costituito dal fatto che, per ottenere il cosiddetto certificato A1 (per i lavoratori distaccati, anche solo per missioni di breve durata effettuate regolarmente in un paese vicino), è necessario adempiere lunghe formalità amministrative. Ostacoli di questo tipo potrebbero determinare una significativa riduzione delle attività transfrontaliere e avere quindi un impatto considerevole sul funzionamento del mercato unico. Esorta pertanto la Commissione ad essere proattiva e a lavorare insieme ai legislatori dell’UE per semplificare l’attuale procedura di certificazione A1 nelle regioni di frontiera;

14.

richiama l’attenzione sulla necessità di applicare in modo più efficace le disposizioni dei Trattati che vietano le restrizioni quantitative alle importazioni e alle esportazioni (articoli da 34 a 36 del TFUE) e di gestire le procedure di informazione nel settore delle regolamentazioni tecniche [direttiva (UE) 2015/1535 del Parlamento europeo e del Consiglio (1)] e le barriere tecniche agli scambi;

15.

auspica che la Commissione crei un nuovo strumento per l’osservazione delle disfunzioni del mercato che consenta, ad esempio, di monitorare un determinato «prodotto» e di valutare gli ostacoli da esso incontrati lungo l’intera catena di produzione, distribuzione e vendita, nonché nella fase del consumo e nella fase finale del suo ciclo di vita.

L’economia europea del futuro

16.

esprime apprezzamento per le priorità finora indicate per la strategia industriale europea, come l’allineamento agli obiettivi del Green Deal europeo e alla digitalizzazione e la contemporanea attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) dell’ONU, priorità che garantiranno una ripresa sostenibile dell’economia, in particolare nel periodo successivo alla pandemia di Covid-19;

17.

riconosce peraltro che rimangono ancora da affrontare sfide considerevoli, segnatamente nel campo dei megadati, delle reti 5G e dello sviluppo dell’innovazione (in particolare per quanto riguarda l’informatica, le realtà digitali e l’automazione), mantenendo al contempo l’attenzione sullo sviluppo e la difesa della sovranità dei dati industriali;

18.

esorta ad ampliare le competenze e la struttura dell’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO): un organismo di tutela dei diritti di proprietà intellettuale efficace, dotato di risorse finanziarie e umane sufficienti per operare in tutto il mondo, sarebbe una garanzia di crescita delle imprese europee;

19.

riconosce che la politica ambientale deve svolgere un ruolo guida ai fini dello sviluppo industriale; e sottolinea pertanto che tale obiettivo esige che si presti un’attenzione particolare all’attività, anche scientifica, volta a creare i presupposti per una società e un’imprenditoria rispettose dell’ambiente;

20.

rileva la necessità di assicurare un sostegno totale alla modernizzazione e alla decarbonizzazione delle industrie ad alta intensità energetica, ma avverte che non lo si può fare trasferendo la produzione in altri paesi o ricorrendo a subappaltatori di paesi terzi che non rispettano le normative europee;

21.

sottolinea la necessità di promuovere i settori (finanziari e informatici) sostenibili e intelligenti in termini di efficienza energetica, mobilità e impiego di modelli volti a limitare le emissioni inquinanti;

22.

comprende l’esigenza di diversificare la produzione e ridurre i costi, ma richiama l’attenzione sulla necessità di ridurre la dipendenza delle imprese europee dai fattori di produzione provenienti da altre parti del mondo; l’attuale pandemia di COVID-19 mostra che è opportuno rafforzare l’economia locale in determinati comparti industriali: in particolare nel comparto dei dispositivi medici, sarebbe importante incrementare la produzione europea e quindi rendersi indipendenti da mercati come quelli asiatici;

I servizi nel mercato unico

23.

sottolinea l’importanza degli scambi di servizi nel mercato unico europeo, in quanto rappresentano circa il 70 % di tutte le attività economiche nell’UE e impiegano una percentuale analoga degli occupati dell’Unione;

24.

ritiene che, per garantire un’attuazione più efficace della direttiva sui servizi, la Commissione debba investire maggiori risorse nell’obiettivo di accrescere l’entità degli scambi di servizi;

25.

chiede che, nel prosieguo dei lavori sulla strategia in oggetto, ci si avvalga delle capacità e delle conoscenze degli enti locali e regionali, i quali sono in contatto costante con i rappresentanti delle micro e piccole imprese;

26.

chiede alla Commissione di agire con maggiore fermezza nei confronti dei monopoli, e in particolare di quelli sul mercato dei servizi digitali, nel quale operatori stranieri provenienti da paesi terzi detengono una posizione predominante;

27.

accoglie con favore l’annuncio di una nuova legge sui servizi digitali, che sostituirebbe, tra l’altro, la direttiva sul commercio elettronico, risalente ormai a venti anni fa (2); insiste tuttavia sulla necessità che la nuova normativa prevista non limiti il suo campo di applicazione alla conformità dei prodotti venduti sulle piattaforme online, ma affronti anche il tema del rischio di elusione delle norme in materia sociale, di lavoro, di protezione dei consumatori, di fiscalità e di dazi e, di conseguenza, la questione della concorrenza sleale con le imprese del settore offline. Un motivo di particolare preoccupazione è dato dalle condizioni precarie di lavoro dei lavoratori delle piattaforme digitali;

28.

richiama l’attenzione sulla necessità di concentrarsi sull’innovazione, gli investimenti e le competenze, in modo che il nuovo «pacchetto sulle competenze» rispecchi le esigenze reali del mercato del lavoro e che lo sviluppo delle competenze e la riconversione professionale siano in linea con gli orientamenti europei, anche quando tali attività sono svolte nel quadro di progetti finanziati dal bilancio dell’UE.

La valutazione dell’attività svolta dalla Commissione europea

29.

plaude all’istituzione di una task force per l’applicazione delle norme sul mercato unico (Single Market Enforcement task force — SMET), ma deplora che, fino ad oggi, possano farne parte unicamente rappresentanti degli Stati membri;

30.

riconosce l’elevato valore dell’esperienza acquisita con l’attività della piattaforma REFIT (programma di controllo dell’adeguatezza e dell’efficacia della regolamentazione);

31.

apprezza gli sforzi della Commissione volti a fare di SOLVIT (rete per la soluzione dei problemi nel mercato interno) uno strumento alternativo predefinito di risoluzione delle controversie;

32.

reputa necessario che si prendano decisioni coraggiose nei confronti degli Stati membri che violano le disposizioni in vigore, sì da garantire la tempestività dell’avvio, dello svolgimento e dell’esecuzione delle necessarie procedure;

33.

chiede che venga meglio applicato il principio del reciproco riconoscimento della libera circolazione delle merci, poiché di fatto non vi si è mai fatto pienamente ricorso, e di applicare quanto più possibile tale principio al settore dei servizi; e al riguardo invoca la piena applicazione delle disposizioni del regolamento (UE) 2019/515 del Parlamento europeo e del Consiglio (3);

34.

si aspetta che la Commissione assuma una posizione chiara e risoluta riguardo alle pratiche commerciali sleali, compresa la promozione, da parte di paesi terzi, delle industrie orientate all’esportazione;

35.

attende con vivo interesse la pubblicazione del Libro bianco sulle norme antitrust e le ulteriori consultazioni in materia, che dovrebbero evidenziare l’entità del problema;

36.

chiede di accelerare i tempi per il coordinamento dei quadri giuridici europei in materia di mercato unico, in modo che i flussi dei beni essenziali — alimenti, medicinali ecc. — non siano in alcun modo intralciati;

37.

si attende che i controlli alle frontiere siano effettuati in base ai principi di necessità e proporzionalità;

38.

chiede di intensificare gli sforzi per informare in merito alle opportunità di impiego degli strumenti offerti dalle moderne tecnologie informatiche e di comunicazione. L’industria moderna e lo sviluppo del commercio transfrontaliero richiedono soluzioni atte a ridurre l’impatto della distanza geografica, in particolare nelle regioni transfrontaliere;

39.

si attende che venga elaborata una vera e propria strategia per il mercato unico, una strategia che non si limiti alla parte analitica, individuando ostacoli e formulando orientamenti, ma indichi una tabella di marcia ambiziosa e al tempo stesso realistica per realizzare le proposte volte a eliminare gli ostacoli residui.

40.

mette in discussione la finalità e l’utilità del principio «one-in, one-out», secondo il quale, per ogni nuovo atto adottato dall’UE, ne va abrogato un altro. In fatto di legislazione, seguire un simile approccio quantitativo rischierebbe di avere un impatto negativo su vasti ambiti di interesse sociale, come quelli dell’occupazione, dell’ambiente e della protezione dei consumatori, e potrebbe inoltre essere in contrasto con l’articolo 3, paragrafo 3, TUE; il principio guida nell’adottare qualsiasi nuovo atto legislativo dovrebbe invece rimanere quello della qualità della legislazione, intesa come capacità di quest’ultima di adeguarsi agli sviluppi tecnologici e alle esigenze della società;

41.

richiama l’attenzione sulla necessità di istituire un sistema integrato per la sicurezza farmaceutica che, in situazioni di crisi, consenta di incanalare le risorse in funzione della domanda critica.

L’attività dell’amministrazione centrale e delle amministrazioni regionali e locali

42.

fa presente che gli enti locali e regionali appoggiano pienamente gli sforzi della Commissione volti a rimuovere gli ostacoli nel mercato unico europeo;

43.

richiama l’attenzione sulla necessità di informare in merito alle opportunità offerte nell’ambito del mercato unico europeo, e soprattutto di informarne i servizi delle amministrazioni regionali e locali, che sono a diretto contatto con gli imprenditori e i consumatori europei;

44.

appoggia l’idea di istituire un punto centrale d’informazione sulle norme relative al mercato unico per i funzionari degli Stati membri, con l’obiettivo di massimizzare il flusso di informazioni tra il livello europeo e quello locale;

45.

sostiene le azioni volte a migliorare la conoscenza e la consapevolezza, compreso lo sportello digitale unico, che consentirà di accedere a informazioni complete sulle norme e sulle procedure amministrative del mercato unico e indirizzerà gli utenti verso i servizi di sostegno e i punti di contatto più appropriati;

46.

prevede di utilizzare meglio gli strumenti informatici esistenti riguardanti il mercato unico europeo, come il sistema di informazione del mercato interno (Internal Market Information System — IMI), e concorda sulla necessità di istituire una piattaforma online unificata per l’applicazione delle norme;

47.

invita la Commissione a prendere in considerazione la possibilità di utilizzare il potenziale degli enti locali e regionali nel quadro della valutazione ex ante dell’applicazione delle norme proposte, considerato che in molti casi, una volta adottate, esse dovranno essere attuate da tali enti territoriali. Gli enti locali e regionali si trovano altresì nelle condizioni adatte per testare le soluzioni applicate, e inoltre dispongono di informazioni di prima mano riguardo al modo in cui assicurare la conformità;

48.

suggerisce di accelerare i tempi per l’armonizzazione delle norme tecniche e la libera prestazione dei servizi nel mercato unico europeo, in modo da completare tale processo entro la fine del 2023.

Le sfide del commercio globale

49.

richiama con forza l’attenzione sugli squilibri esistenti nel mercato globale per quanto riguarda il livello e la portata dell’assistenza (giuridica e finanziaria) offerta dai singoli Stati agli operatori economici privati e pubblici che forniscono servizi e distribuiscono prodotti all’Unione europea;

50.

fa presente la necessità di promuovere con maggior decisione i valori europei nel mondo, anche in relazione agli scambi di beni e servizi. L’UE e le sue istituzioni devono sostenere e difendere un sistema degli scambi commerciali globale e aperto, basato su norme internazionali;

51.

esorta ad avvalersi delle possibilità offerte dalla digitalizzazione e dall’accesso quasi immediato alle informazioni al fine di combattere il dumping sui prezzi;

52.

sottolinea l’importanza di un sistema del commercio internazionale basato sulle regole, con un’OMC forte, e si oppone al protezionismo e all’isolamento. L’obiettivo dell’UE deve essere quello di rilanciare e rafforzare l’OMC, ad esempio rendendo più moderno il suo modo di operare in settori di importanza cruciale e colmando le lacune nel suo quadro normativo, in modo che tale organizzazione possa rispondere in modo adeguato alle sfide attuali nel campo della politica commerciale;

53.

suggerisce di sviluppare ed attuare una politica di riorganizzazione europea delle catene di approvvigionamento, in modo che in futuro le imprese europee non risentano della contrazione del commercio mondiale e della scarsa disponibilità di fattori produttivi e i cittadini dell’UE non vedano ridursi la loro possibilità di accedere ad alcuni prodotti;

54.

richiama l’attenzione sulla necessità di sviluppare i rapporti commerciali tra l’UE e il resto del mondo sulla base degli interessi strategici europei (tra cui quello a che in tutti i paesi vigano norme ambientali ugualmente ambiziose), con l’obiettivo di accrescere la competitività globale dell’UE ed il suo ruolo sulla scena mondiale.

Osservazioni conclusive — Conclusioni e raccomandazioni

55.

sottolinea la necessità che tutti gli Stati membri dell’UE cooperino tra loro e agiscano in maniera uniforme, in particolare nel campo degli affari internazionali che incidono sulla loro sicurezza e sulla loro stabilità (ad esempio al fine di garantire l’indipendenza dell’Europa dalle materie prime provenienti da paesi terzi);

56.

considera imperativo rimuovere, a lungo termine, qualsiasi squilibrio ancor oggi esistente tra gli Stati membri dell’UE per quanto attiene alle norme operative (ad esempio in materia di contributi al bilancio dell’UE, uso della moneta unica europea ecc.);

57.

sottolinea l’importanza di integrare gli organismi privati e pubblici al servizio delle imprese e dei consumatori, in particolare a livello sovranazionale, in modo da individuare molto più rapidamente i problemi derivanti dalle divergenze normative o dal moltiplicarsi delle deroghe alle norme adottate a livello UE;

58.

sottolinea che la digitalizzazione delle imprese e delle pubbliche amministrazioni europee, anche per quanto concerne le soluzioni tecniche per il mercato unico, costituisce una priorità per l’Unione europea. Urgono nuove soluzioni e miglioramenti in ambiti come la cibersicurezza, la protezione dei dati personali e la raccolta e il trattamento delle informazioni nel cloud;

59.

raccomanda:

a)

una rigorosa armonizzazione normativa e uno stretto coordinamento delle autorità di regolamentazione nei settori con un forte impatto sul funzionamento dell’economia, come ad esempio le telecomunicazioni e l’energia;

b)

una valutazione dei costi e dei benefici di una piena armonizzazione normativa nel breve periodo (alcuni anni) in altri settori, e una valutazione della fattibilità giuridica e tecnica di determinate soluzioni in economie con livelli diversi di sviluppo socioeconomico;

c)

un impegno più deciso da parte della Commissione europea all’abbattimento delle barriere non tariffarie all’interno dell’Unione, comprese le limitazioni imposte applicando norme tecniche nazionali ingiustificate e requisiti, normativi e non, riguardanti i prodotti, i fornitori di servizi e le condizioni per la prestazione di questi ultimi;

d)

una maggiore cooperazione con i rappresentanti locali delle imprese, per far sì che le nuove normative comincino ad essere elaborate «dal basso»;

e)

l’inclusione, nei futuri documenti degli enti regionali e locali, di un principio che sancisca con chiarezza la responsabilità e il margine di manovra di tali livelli di governo per quanto attiene allo sviluppo e all’ottimizzazione del mercato unico europeo;

f)

la promozione di una cultura del consumo dei prodotti «made in Europe» in quanto sinonimi di qualità e di innovazione;

60.

incoraggia la definizione di orientamenti comuni per la realizzazione (almeno a livello regionale — NUTS-2) di portali pubblici che consentano agli imprenditori di diversi Stati membri di reperire facilmente le informazioni di cui hanno bisogno;

61.

richiama l’attenzione sulla necessità di approfondire l’integrazione europea sulla base dei valori della democrazia, dello Stato di diritto e della difesa di elevati standard ambientali, sanitari e di protezione del clima, così da rendere tangibile la sinergia tra la coesione dei paesi dell’UE ed i suoi effetti economici. Le imperfezioni del mercato unico sono avvertite a livello locale e regionale;

62.

sottolinea l’importanza dell’autonomia industriale del mercato unico europeo, da cui discende la necessità di elaborare una strategia atta a garantire l’approvvigionamento delle materie prime essenziali;

63.

esorta ad avere il coraggio di attuare nuove soluzioni, specie al fine di conseguire la neutralità climatica dell’economia europea o direttamente di accrescere l’uniformità del mercato unico.

Bruxelles, 14 ottobre 2020

Il presidente del Comitato europeo delle regioni

Apostolos TZITZIKOSTAS


(1)  Direttiva (UE) 2015/1535 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 settembre 2015, che prevede una procedura d'informazione nel settore delle regolamentazioni tecniche e delle regole relative ai servizi della società dell'informazione (GU L 241 del 17.9.2015, pag. 1).

(2)  Direttiva 2000/31/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’8 giugno 2000, relativa a taluni aspetti giuridici dei servizi della società dell’informazione, in particolare il commercio elettronico, nel mercato interno (GU L 178 del 17.7.2000, pag. 1).

(3)  Regolamento (UE) 2019/515 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 marzo 2019, relativo al reciproco riconoscimento delle merci legalmente commercializzate in un altro Stato membro e che abroga il regolamento (CE) n. 764/2008 (GU L 91 del 29.3.2019, pag. 1).


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