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Document 52020IR0830

    Parere del Comitato europeo delle regioni sul tema «Rafforzare la governance locale e la democrazia rappresentativa attraverso i nuovi strumenti tecnologici digitali»

    COR 2020/00830

    GU C 37 del 2.2.2021, p. 47–50 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    2.2.2021   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 37/47


    Parere del Comitato europeo delle regioni sul tema «Rafforzare la governance locale e la democrazia rappresentativa attraverso i nuovi strumenti tecnologici digitali»

    (2021/C 37/08)

    Relatore:

    Rait PIHELGAS (EE/Renew Europe), presidente del consiglio comunale di Järva

    RACCOMANDAZIONI POLITICHE

    IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI

    1.

    prende atto che i governi e le autorità pubbliche a tutti i livelli devono far fronte a sfide sempre più complesse e senza precedenti, che vanno dalla globalizzazione, dallo sviluppo economico, dall’impatto delle tecnologie, passando per i cambiamenti climatici e demografici, alla sicurezza, alla disinformazione, alle questioni sanitarie e alla radicalizzazione;

    2.

    accoglie con favore il fatto che la Commissione abbia indicato tra le sue priorità politiche la creazione di «un’Europa pronta per l’era digitale» e l’appello della presidente von der Leyen per una transizione verso un nuovo mondo digitale fondato sui punti di forza e i valori dell’Europa; sostiene la priorità politica «Un nuovo slancio per la democrazia europea» e l’impegno della presidente della Commissione ad adoperarsi per più partecipazione democratica e maggiore trasparenza nel processo decisionale dell’UE;

    3.

    accoglie con favore l’impegno della Commissione europea a sostenere le transizioni verde e digitale, rispecchiato nella sua nuova proposta per il quadro finanziario pluriennale 2021-2027, e dalla dotazione di 8,2 miliardi di euro per il programma Europa digitale (1);

    4.

    sostiene la proposta formulata dal Parlamento europeo nella sua posizione sulla Conferenza sul futuro dell’Europa, adottata il 15 gennaio 2020, di inserire la «trasformazione digitale» tra le priorità politiche della Conferenza; concorda con la posizione del Parlamento secondo cui la partecipazione dei cittadini al processo e alle consultazioni della Conferenza dovrebbe essere organizzata «avvalendosi delle piattaforme più efficienti, innovative e appropriate, tra cui strumenti online, onde garantire che ogni cittadino possa esprimersi durante i lavori della Conferenza»; sottolinea che la Conferenza dovrebbe costituire un banco di prova per sviluppare una forma di dialogo strutturato e permanente con i cittadini sulle questioni relative all’UE, che dovrà fare affidamento in misura sostanziale su mezzi digitali e processi innovativi, anche alla luce delle restrizioni imposte dalla pandemia di COVID-19;

    5.

    ribadisce le pertinenti posizioni espresse in questo contesto nei suoi precedenti pareri:

    parere sul tema «Promuovere l’innovazione nel settore pubblico mediante soluzioni digitali: la prospettiva locale e regionale», adottato nella sessione plenaria del Comitato europeo delle regioni (CdR) del 30 novembre 2017 (2). Il CdR ritiene che la digitalizzazione dell’amministrazione sia un mezzo per fornire servizi di migliore qualità ai cittadini e afferma il ruolo chiave che devono svolgere gli enti locali e regionali nella modernizzazione del settore pubblico. Esorta il settore pubblico a impegnarsi a favore di un’innovazione incentrata sulle esigenze degli utenti e a offrire un accesso senza discriminazioni ai servizi digitali a tutte le persone e a tutte le imprese, sottolineando inoltre la necessità della cooperazione e dello scambio di buone pratiche innovative tra le amministrazioni e attraverso le frontiere;

    parere sul tema «Piano d’azione per l’eGovernment 2016-2020», adottato nella sessione plenaria del CdR dell’11 ottobre 2016 (3). Il CdR approva il principio del «digitale» come opzione predefinita per la fornitura di servizi pubblici da parte delle pubbliche amministrazioni e sottolinea la necessità di un impegno di lungo periodo per aumentare l’inclusione digitale in modo da consentire a un maggior numero di persone di accedere alle infrastrutture e di acquisire le competenze necessarie a sfruttare le opportunità offerte dalla digitalizzazione. Il CdR concorda sul fatto che un’amministrazione trasparente che assicuri una gestione aperta e sicura di dati e servizi sia importante per migliorare la trasparenza e l’efficacia. Sottolinea al contempo che taluni tipi di informazioni e di dati personali necessitano di un elevato livello di protezione. Inoltre, il CdR sostiene il principio dell’offerta transfrontaliera di servizi pubblici digitali da parte delle pubbliche amministrazioni come opzione predefinita e sottolinea che gli enti locali e regionali nelle regioni transfrontaliere possono svolgere un ruolo cruciale nell’individuazione e nello sviluppo di servizi transfrontalieri pertinenti, efficaci e senza soluzione di continuità;

    parere sul tema «Una nuova agenda per le competenze per l’Europa», adottato nella sessione plenaria del CdR del 7 dicembre 2016 (4). Il CdR invita a investire nelle competenze digitali e nella formazione e ritiene che la digitalizzazione sia un’opportunità per far fronte ad alcune delle sfide che si prospettano nel campo dell’istruzione;

    6.

    sottolinea che ciò che deve motivare la trasformazione digitale non deve essere la tecnologia, ma il fatto che i cambiamenti devono basarsi sulle esigenze e sulle aspettative dei cittadini, in relazione alle quali è necessario sviluppare le risposte più trasparenti, inclusive, facili da usare, sicure ed economiche. Questo significa che le nuove sfide richiedono cambiamenti anche a livello locale e regionale, la cui attuazione dipende non da ultimo dalla capacità dei responsabili di riconoscere tali bisogni e dalla volontà di realizzare i cambiamenti più opportuni. In una democrazia moderna non basta che l’esercizio della democrazia rappresentativa avvenga periodicamente: il coinvolgimento dei membri della comunità, dei gruppi di interesse e delle organizzazioni deve essere costante. L’inclusione e la partecipazione portano a decisioni migliori e rafforzano la democrazia, il sentimento delle persone di far parte di una comunità e la loro volontà di fare la loro parte per lo sviluppo della regione;

    7.

    osserva che, mentre i vincoli tradizionali tra i cittadini e i politici stanno cambiando in modo significativo, è emersa una nuova arena politica digitale in cui i nuovi strumenti tecnologici digitali possono aiutare a trovare nuove soluzioni e risposte alle sfide, promuovere l’innovazione e la crescita economica, migliorare l’erogazione dei servizi pubblici, aumentare la partecipazione dei cittadini in modi nuovi e diversi, migliorare la governance locale e integrare e rafforzare la democrazia;

    8.

    ritiene opportuno che i processi democratici si evolvano e si adattino ai cambiamenti cogliendo le opportunità associate alle nuove tecnologie digitali e agli strumenti TIC, che sono potenzialmente in grado di migliorare la qualità del processo decisionale, di promuovere la partecipazione, la comunicazione e il dialogo, di favorire la cittadinanza attiva e il coinvolgimento nella vita politica, di aumentare la trasparenza e la rendicontabilità e di rafforzare la legittimità del nostro sistema democratico;

    9.

    ritiene che il passaggio al digitale negli enti locali e regionali rappresenti un’eccellente opportunità per fornire in modo efficiente servizi pubblici di elevata qualità ai cittadini. Già l’uso di moduli elettronici comporta un risparmio di tempo per i cittadini e le pubbliche amministrazioni, permettendo così ai dipendenti pubblici di dedicare più tempo e attenzione ad altri compiti amministrativi. Inoltre, le diverse applicazioni digitali consentono ai membri della comunità di partecipare ai processi decisionali e di seguire in tempo reale l’attività amministrativa del loro ente locale;

    10.

    ritiene che le amministrazioni locali e regionali costituiscano il livello più idoneo per applicare la «trasformazione digitale»; ribadisce che l’uso dei nuovi strumenti delle tecnologie digitali offre l’opportunità per creare un nuovo ambiente favorevole alla consultazione e alla partecipazione, fornire informazioni di alta qualità, analizzare la risposta pubblica, estendere gli interventi alle aree periferiche, raggiungere i cittadini più svantaggiati, integrare le competenze, conoscenze ed esperienze dei cittadini e collaborare con essi per elaborare politiche che tengano conto delle loro esigenze ed aspettative;

    11.

    incoraggia gli enti locali e regionali a «passare al digitale» e a cogliere pienamente i vantaggi offerti dalla tecnologia digitale per agevolare ulteriormente la partecipazione dei cittadini alle politiche e al processo decisionale. A tal fine, si dovrebbero usare nuove tecnologie digitali per accrescere la trasparenza, l’inclusività e la reattività dei processi decisionali e si dovrebbero sviluppare il dialogo e la fiducia, che sono essenziali per la buona governance; è essenziale che ciò sia accompagnato dall’insegnamento delle competenze digitali;

    12.

    ribadisce l’importanza di integrare i contributi dei cittadini nel processo decisionale e di garantire che vi si dia seguito; sottolinea che la mancanza di reattività da parte dei responsabili politici provoca delusione e sfiducia; e rileva che, per una democrazia funzionante, la fiducia dei cittadini nelle autorità pubbliche è fondamentale;

    13.

    sottolinea che la partecipazione dei cittadini dovrebbe essere fondata su un accesso effettivo e non discriminatorio alle informazioni e alle conoscenze; sottolinea la necessità di ridurre il divario digitale emancipando i cittadini attraverso l’istruzione e la formazione (anche in materia di competenze digitali e alfabetizzazione mediatica), dando priorità ai programmi di formazione digitale per tutti i gruppi demografici, con un’attenzione particolare alle persone anziane e ad altri gruppi vulnerabili o emarginati, ed estendendo la formazione e l’istruzione alle aree rurali e periferiche;

    14.

    sottolinea la necessità di coinvolgere i giovani nella vita pubblica; osserva che la nuova generazione di nativi digitali possiede le competenze in termini di tecnologia e alfabetizzazione mediatica; ritiene che l’utilizzo di nuovi approcci di tecnologia digitale ai processi politici e decisionali possa costituire uno strumento efficace per rafforzare il loro impegno e la loro partecipazione;

    15.

    osserva che la trasformazione digitale è un processo dispendioso in termini di risorse; invita tutti i livelli di governo a destinare risorse finanziarie, umane e di formazione adeguate a tali obiettivi e a garantire infrastrutture digitali ad alta velocità e a prezzi accessibili, in particolare nelle regioni periferiche e nelle zone rurali ed economicamente meno sviluppate, e ad assicurare che tali infrastrutture siano accessibili a tutti, anche alle persone anziane e con disabilità. In quest’ottica ribadisce che l’espressione «coesione digitale» costituisce «un’importante dimensione aggiuntiva del tradizionale concetto di coesione economica, sociale e territoriale, sancito dal trattato UE» (5);

    16.

    sottolinea che l’uso della tecnologia digitale si fonda sull’utilizzo dei dati, che è a sua volta reso possibile dalla raccolta e dalla generazione di dati; invita, a tal fine, a rispettare il diritto alla vita privata e alla protezione dei dati, a chiedere e utilizzare i dati personali minimi pertinenti e necessari per conseguire gli obiettivi stabiliti, a promuovere un ambiente Internet e servizi digitali sicuri e a fornire ai cittadini informazioni adeguate circa l’utilizzo dei loro dati e le relative misure di sicurezza nonché strumenti di ricorso efficaci in caso di violazione di tali diritti, tra cui un quadro giuridico europeo solido, al fine di evitare la loro diffidenza e insoddisfazione. Sottolinea in quest’ottica la necessità di valorizzare l’intelligenza artificiale in maniera che rimanga incentrata sulla persona e che sia utilizzata in modo da promuovere la cittadinanza intelligente e il governo aperto, rafforzando così la democrazia;

    17.

    avverte che le piattaforme dei social media facilitano la diffusione della disinformazione, dell’informazione distorta e di discorsi di incitamento all’odio, che possono minare la democrazia e la fiducia nelle istituzioni pubbliche; chiede un maggiore impegno a favore dell’insegnamento delle competenze digitali e incoraggia i responsabili politici a livello locale a utilizzare gli strumenti digitali esistenti, le piattaforme e i media online per comunicare e coinvolgere positivamente i cittadini e le altre parti interessate;

    18.

    ritiene importante che gli enti locali e regionali utilizzino loro canali digitali adeguati per comunicare con i cittadini in maniera più interattiva e più rapida, al fine di garantire che le informazioni rese disponibili siano affidabili e pertinenti per le esigenze locali e regionali;

    19.

    ritiene che, al di là dei profondi effetti della digitalizzazione sulla vita sociale dei cittadini e sul mondo del lavoro, sull’istruzione o sulla cultura, per citare solo alcuni esempi, la crisi provocata dalla pandemia di COVID-19 abbia messo in luce l’importanza di disporre di informazioni aggiornate e basate sui fatti nonché l’importanza dei canali di comunicazione che le diffondono. Inoltre, appare chiaro che gli enti locali e regionali e i cittadini devono avere la possibilità di interagire tra loro e che devono essere disponibili strumenti digitali adeguati per contrastare la disinformazione e l’informazione distorta. Tali strumenti devono sempre rispettare la capacità delle persone di esercitare pienamente la loro libertà di espressione;

    20.

    desidera richiamare l’attenzione sull’accesso equo e senza impedimenti ai servizi digitali;

    21.

    osserva che la generazione dei giovani «nativi digitali» costituisce uno dei gruppi maggiormente esposti alla disinformazione e all’incitamento all’odio; ritiene che il suo uso particolarmente intenso dei social media, la mancanza di un’alfabetizzazione mediatica critica soprattutto tra le persone con bassi livelli di istruzione, unitamente alla creazione di bolle di opinione omogenee (camere dell’eco) generate dai social media possano rendere i giovani ancora più vulnerabili alle manipolazioni politiche; sottolinea la necessità di utilizzare strumenti tecnologici digitali non solo di facile utilizzo ma anche comprensibili e interessanti, in termini sia di contenuto che di progettazione, e in linea con le competenze sociali e digitali dei giovani, al fine di rafforzare la loro consapevolezza critica dei rischi e delle opportunità delle nuove tecnologie digitali e dei nuovi media;

    22.

    ritiene che la crisi provocata dalla pandemia di COVID-19 abbia chiaramente mostrato l’importanza che può assumere il telelavoro; incoraggia gli enti locali e regionali a riflettere sulle possibilità di estendere le proprie regolamentazioni in materia di telelavoro;

    23.

    ribadisce la richiesta di un’intensa cooperazione e condivisione delle buone pratiche tra tutti i livelli di governo, per permettere di utilizzare meglio e di potenziare ulteriormente la trasformazione digitale delle città e delle comunità; riconosce che molti casi nazionali, regionali e locali possono essere considerati dei validi esempi di come gli strumenti tecnologici digitali possano essere utilizzati a beneficio della democrazia partecipativa;

    24.

    osserva che l’introduzione di nuove soluzioni tecnologiche è ulteriormente ostacolata dalla mancanza delle conoscenze e competenze necessarie a livello delle autorità pubbliche, che potrebbero trarre beneficio dall’utilizzo di strumenti digitali. È quindi utile fare dapprima un bilancio delle competenze digitali disponibili negli enti locali e regionali e poi individuare le lacune tecnologiche all’interno degli enti locali e regionali e nelle loro relazioni, e definire le relative esigenze operando una distinzione tra il processo e la soluzione tecnica. È inoltre necessario garantire la compatibilità (interoperabilità) tra le diverse serie di dati e le diverse banche dati;

    25.

    sottolinea l’importanza degli strumenti online per agevolare i partenariati tra gli enti locali e regionali dell’UE, nonché tra questi ultimi e i paesi partner; ritiene che un portale europeo online rinnovato per la cooperazione decentrata presenterebbe un notevole valore aggiunto in quanto favorirebbe i contatti tra le parti interessate e lo scambio di buone pratiche; afferma la propria disponibilità a collaborare con la Commissione europea per lo sviluppo di uno strumento digitale di questo genere;

    26.

    auspica che l’introduzione di diverse soluzioni digitali da parte degli enti locali e regionali, che potrebbe creare un fabbisogno d’investimenti significativo e concentrato, sia parte delle considerazioni generali del nuovo bilancio dell’UE nel quadro della trasformazione digitale;

    27.

    rimanda al documento di sintesi elaborato dall’Associazione Civic Tech Europe (ACTE) nel marzo 2020, in cui si afferma che la diversità dei modelli aziendali delle tecnologie civiche costituisce la chiave per fornire soluzioni rapide, incentrate sui cittadini e su scala adeguata, condividendo la preoccupazione per il fatto che gli enti locali e regionali di tutta l’Unione europea non sempre hanno facile accesso a tali strumenti, dal momento che spesso si tratta di piattaforme sviluppate come Software as a service — SaaS (software come servizio) (6), accessibili mediante abbonamento;

    28.

    propone di elaborare nel suo seno misure intese a motivare gli enti locali e regionali e a riconoscerne il lavoro, al fine di rafforzare il loro impegno a favore dei principi di una governance aperta e inclusiva. In futuro questo potrebbe permettere di definire un nuovo criterio di qualità per misurare il grado di democrazia nelle comunità locali e procedere allo scambio delle buone pratiche;

    29.

    chiede che in tutta Europa siano resi disponibili finanziamenti per migliorare l’alfabetizzazione digitale e mediatica dei cittadini attraverso programmi di istruzione e formazione per le scuole di ogni ordine e grado, nonché per il personale e i titolari di mandati degli enti locali e regionali, al fine di migliorare le loro competenze e conoscenze riguardo alle possibilità di utilizzare e applicare soluzioni digitali aggiornate;

    30.

    raccomanda che gli enti locali e regionali diano priorità all’introduzione di strumenti digitali in tutti i fondi e programmi;

    31.

    chiede finanziamenti per strumenti e attrezzature digitali a scopo didattico, al fine di garantire la parità di accesso, su scala UE, all’apprendimento e all’insegnamento di qualità in ambito digitale;

    32.

    raccomanda, se necessario, di rivedere i criteri di ammissibilità affinché gli enti locali e regionali possano introdurre nuove soluzioni e piattaforme digitali in modo più semplice e meno costoso, uno dei quali è rappresentato dall’accesso ai finanziamenti dell’UE per le piattaforme SaaS.

    Bruxelles, 10 dicembre 2020.

    Il presidente del Comitato europeo delle regioni

    Apostolos TZITZIKOSTAS


    (1)  Il bilancio dell’UE come motore del piano per la ripresa europea [COM(2020) 442 final].

    (2)  COR-2017-03529-00-00-AC-TRA (GU C 164 dell'8.5.2018, pag. 34).

    (3)  COR-2016-02882-00-01-AC-TRA (GU C 88 del 21.3.2017, pag. 54).

    (4)  COR-2016-04094-00-01-AC-TRA (GU C 185 del 9.6.2017, pag. 29).

    (5)  Parere del CdR sul tema «L’Europa digitale per tutti: soluzioni intelligenti e inclusive sul terreno» (COR-2019-03332) (GU C 39 del 5.2.2020, pag. 83).

    (6)  Documento di sintesi, Association Civic Tech Europe (ACTE), marzo 2020.


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