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Document 52019IR2041

    Parere del Comitato europeo delle regioni — Il contributo delle regioni e delle città a un nuovo quadro politico dell’UE per le PMI

    GU C 39 del 5.2.2020, p. 38–42 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    5.2.2020   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

    C 39/38


    Parere del Comitato europeo delle regioni — Il contributo delle regioni e delle città a un nuovo quadro politico dell’UE per le PMI

    (2020/C 39/08)

    RACCOMANDAZIONI POLITICHE

    IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI

    Introduzione

    1.

    prende atto che in taluni Stati membri la crescita è in fase di rallentamento. Questo problema si percepisce meglio a livello regionale e si riflette nel fatto che la produttività del lavoro e l’efficienza produttiva crescono più lentamente, il commercio sta perdendo slancio, gli investimenti pubblici e privati nelle infrastrutture di trasporto, energetiche e digitali si mantengono costantemente a un livello basso e le disparità economiche e sociali rimangono relativamente elevate: tutti aspetti che, associati alle tendenze globali quali la prossima rivoluzione industriale, la situazione demografica e la natura mutevole del lavoro, richiedono soluzioni innovative;

    2.

    rileva che la competitività delle economie europee dipende dal potenziale imprenditoriale e innovativo delle PMI; accoglie pertanto con favore le richieste della Commissione e del Consiglio di perfezionare la strategia economica globale dell’Unione tenendo conto del ruolo specifico di tale settore;

    3.

    sottolinea l’importanza dello «Small Business Act» per lo sviluppo delle PMI, a dieci anni dalla sua entrata in vigore, ma al contempo pone l’accento sulla necessità di adottare un approccio orizzontale nel sostegno alle PMI e di monitorare più efficacemente l’impatto di questo programma;

    4.

    richiama l’attenzione sulla necessità di creare, nell’ambito dei programmi della Commissione, strumenti specifici per il sostegno alle PMI che tengano conto dell’eterogeneità di tale settore, garantendo al contempo un approccio più flessibile orientato all’efficienza e consentendo alle imprese di compiere ulteriori passi in avanti nel loro sviluppo. Il Comitato si attende dalla Commissione europea misure conformi alle raccomandazioni formulate nel proprio studio dal titolo «Il quadro strategico dell’UE per le PMI: situazione attuale e sfide» (1), osservando che i nuovi strumenti dovrebbero rivolgersi in primo luogo alle piccole imprese che realizzino progetti rischiosi;

    5.

    pone l’accento sul ruolo e sulla responsabilità degli Stati membri e delle regioni nella creazione e nell’attuazione di strumenti per attuare la politica dell’Unione a favore delle PMI; sottolinea che tali strumenti dovrebbero in particolare sostenere lo sviluppo di competenze sia dei lavoratori delle PMI che delle PMI stesse, anche nel campo della digitalizzazione, che nel lungo periodo favorirà lo sviluppo di tali imprese;

    6.

    sottolinea l’urgente necessità di promuovere lo sviluppo delle PMI anche al di fuori delle zone di concentrazione urbana, in particolare nel quadro dei programmi operativi degli Stati membri dell’UE;

    7.

    riconosce l’importanza delle start-up all’interno delle PMI (2), poiché esse sono all’origine dell’introduzione di numerose innovazioni radicali; sottolinea, tuttavia, che occorre sostenere anche le imprese già avviate nella loro fase di espansione (scale-up) e nell’innovazione incrementale, a partire dall’ingresso nel mercato locale fino all’ingresso nel mercato mondiale; è dell’avviso che la politica dell’Unione in relazione al sostegno alle imprese dovrebbe adottare un approccio più ampio;

    8.

    ritiene che la politica dell’UE dovrebbe promuovere in tutte le regioni europee l’integrazione delle PMI nelle catene di valore internazionali; rileva che una internazionalizzazione dell’attività economica di determinate PMI al di fuori del territorio dell’UE può garantire la diffusione di buone pratiche, e ciò andrà a vantaggio delle PMI europee, perché ne aumenterà la produttività, soprattutto grazie al trasferimento di conoscenze e know-how;

    9.

    riconosce l’importanza della rete dei rappresentanti nazionali delle PMI, che dovrebbe svolgere un ruolo importante nell’individuare i problemi e le opportunità per gli imprenditori europei;

    10.

    sottolinea la necessità di promuovere e attuare procedure amministrative che consentano di risparmiare tempo e di ridurre gli oneri amministrativi a tutti i livelli europei e nazionali, il che ha un impatto rilevante sul funzionamento delle PMI, in particolare sugli aspetti finanziari delle loro attività;

    11.

    richiama l’attenzione sulla necessità di sostenere il processo di ricerca di nuove fonti di finanziamento per le PMI e di agevolare l’accesso ai metodi di finanziamento tradizionali per il maggior numero possibile di PMI operanti nelle diverse regioni dell’UE;

    12.

    sostiene la richiesta di rivedere la definizione di «PMI» attualmente in vigore a livello UE per tenere conto del fatto che le imprese di medie dimensioni (le cosiddette «mid-cap», con un massimo di 500 dipendenti) sono perfettamente paragonabili, in termini di strutture, alle PMI (meno di 250 dipendenti e un fatturato annuo non superiore a 50 milioni di EUR o un bilancio complessivo non superiore a 43 milioni di EUR), ma non godono di alcun trattamento preferenziale rispetto alle grandi società;

    13.

    sottolinea l’importanza del concetto di «sportello unico» per il sostegno alle PMI e pone l’accento sulla necessità di consolidare a tal fine le reti di sostegno alle PMI a livello europeo; propone di fare ricorso all’esistente rete Enterprise Europe (EEN); fa presente che grazie all’interazione tra le diverse forme di sostegno alle PMI all’interno di un’unica rete, come pure attraverso la collaborazione tra questa rete e la rete dei rappresentanti delle PMI, si potrebbero realizzare le sinergie auspicate dalle PMI e dalla Commissione.

    Ulteriore sviluppo delle PMI — Rischi e sfide

    14.

    osserva che nell’Unione europea le PMI si confrontano con sfide che sono connesse, tra l’altro, ad aspetti quali l’aumento della concorrenza mondiale, l’emergere di nuovi modelli imprenditoriali, la digitalizzazione e l’uso di nuove tecnologie sia nell’industria che nei servizi, lo sviluppo dell’economia circolare e dell’economia collaborativa e la garanzia di uno sviluppo sostenibile;

    15.

    sottolinea l’importanza di sostenere la cooperazione tra gruppi di piccole e medie imprese specializzate (cluster). Chiede che siano costantemente sviluppati gli strumenti UE già esistenti in questo settore, come il portale europeo dei cluster, l’osservatorio europeo dei cluster e l’iniziativa per l’eccellenza dei cluster europei;

    16.

    riafferma la crescente importanza della responsabilità sociale delle imprese per la società e per l’ambiente;

    17.

    prende atto delle differenze esistenti tra le PMI e le imprese più grandi in termini di ritmo e intensità della crescita; tali differenze, a causa delle specificità delle regioni meno sviluppate, determinano una polarizzazione economica delle regioni dell’Unione;

    18.

    sottolinea che l’aumento del numero delle disposizioni amministrative e la loro maggiore complessità compromettono il potenziale di crescita delle PMI e in special modo delle microimprese, che non dispongono di una capacità amministrativa e finanziaria sufficiente per superare tali ostacoli, e chiede pertanto di ridurre la complessità amministrativa per le imprese dell’UE, in particolare per le operazioni transfrontaliere;

    19.

    constata che il numero crescente di soluzioni innovative presenti sul mercato e il fatto che, per motivi finanziari, le PMI abbiano un accesso limitato a tali soluzioni, rendono necessario un nuovo approccio, che consiste nel promuovere la creazione e l’ulteriore sviluppo delle cosiddette innovazioni aperte;

    20.

    pur sottolineando che il programma Orizzonte e COSME acquisiranno maggiore importanza per le PMI, accoglie con favore il fatto che il FESR rimarrà la principale fonte di finanziamento per le politiche locali e regionali a sostegno delle PMI nel nuovo periodo di programmazione 2021-2027, in particolare per quanto riguarda l’accesso ai finanziamenti, il sostegno alla R&S e all’innovazione, lo sviluppo delle competenze nonché l’accesso ai mercati e l’internazionalizzazione. Ribadisce, tuttavia, l’obiezione già formulata alla proposta che la concentrazione tematica del FESR sia incentrata a livello nazionale, in quanto un meccanismo centralizzato di assegnazione sarebbe contrario a un approccio basato sul territorio e al principio della governance multilivello, che sono fondamentali per un sostegno efficiente ed efficace delle PMI;

    21.

    richiama l’attenzione sulle divergenze tra le politiche settoriali dell’UE, con particolare riferimento a quelle in materia di appalti pubblici, diritto fallimentare e protezione dell’ambiente, e sulle differenze nel sostegno ai cluster e in relazione ai principi della competitività; evidenzia come tutto ciò abbia un impatto rilevante sulle PMI e sul loro ulteriore sviluppo;

    22.

    osserva che il mercato unico, pur essendo un traguardo importante per l’UE, ha bisogno di ulteriori azioni per poter essere conseguito, ad esempio l’eliminazione degli ostacoli esistenti alla libera circolazione di beni e servizi, una delle difficoltà incontrate dalle PMI per espandere la loro attività economica e trarre vantaggio dall’internazionalizzazione;

    23.

    richiama l’attenzione sulle trasformazioni economiche determinate dalla digitalizzazione, che per le PMI si accompagna a un aumento degli oneri finanziari per l’acquisizione e/o lo sviluppo di tecnologie e know-how;

    24.

    esorta la Commissione a predisporre strumenti a sostegno della digitalizzazione delle PMI nelle regioni dell’UE, ispirandosi ai buoni risultati ottenuti dalle iniziative esistenti, tra cui la Digital Cities Challenge;

    25.

    è convinto che la digitalizzazione offra alle PMI l’opportunità di portare i loro prodotti e servizi in un mercato paneuropeo ed extraeuropeo più ampio e di promuovere gli scambi transfrontalieri;

    26.

    sottolinea che la sfida per l’UE consiste nel garantire un’ulteriore crescita della produttività e della competitività (compresa l’efficienza in termini di costi) nelle catene del valore industriali, continuando al contempo a perseguire obiettivi ambiziosi a livello ambientale.

    Aspettative delle PMI in relazione alle future politiche in materia di crescita e sviluppo

    27.

    pone l’accento sui potenziali vantaggi per le PMI e gli imprenditori derivanti dagli investimenti dell’UE a favore dell’integrazione degli ecosistemi imprenditoriali regionali, esortando al contempo la Commissione a portare avanti il progetto, attualmente in fase di attuazione in collaborazione con le regioni imprenditoriali europee (EER), che collega tra loro le «Silicon Valley» europee;

    28.

    richiama l’attenzione sulle difficoltà che molte PMI incontrano nell’assumere e trattenere lavoratori qualificati. Per aggiudicarsi i lavoratori di talento, le PMI devono far fronte a una concorrenza agguerrita da parte delle grandi imprese, che dispongono di maggiori risorse e sono in grado di offrire retribuzioni più elevate, nonostante il fatto che le PMI siano la spina dorsale dell’economia europea e rappresentino il 99 % di tutte le imprese dell’UE;

    29.

    fa presente che i rappresentanti delle piccole e medie imprese, compresi i soggetti e le associazioni di sostegno alle PMI, dovrebbero essere in grado di partecipare più attivamente quando si tratta di definire e coordinare l’attuazione delle politiche dell’Unione che interessano direttamente questo tipo di imprese;

    30.

    si aspetta che i rappresentanti regionali siano coinvolti nella gestione della politica dell’Unione a sostegno delle PMI, in più stretta collaborazione con i rappresentanti di queste imprese;

    31.

    sostiene che la politica industriale dell’Unione dovrebbe essere incentrata sulle innovazioni nel senso più ampio del termine, sulle tecnologie abilitanti fondamentali, sugli importanti progetti di comune interesse europeo (IPCEI), sulla digitalizzazione e sulle PMI;

    32.

    appoggia il progetto della Commissione di semplificare le procedure amministrative necessarie per ottenere i finanziamenti e assolvere gli obblighi di comunicazione, che sono particolarmente onerose per le microimprese e le piccole imprese con risorse umane limitate; sottolinea che proposte come quelle delle opzioni di costo semplificate (contributi unificati, importi forfettari e costi unitari) faciliteranno la preparazione e la liquidazione delle dotazioni finanziarie dei progetti, determinando un aumento della percentuale di PMI beneficiarie del sostegno;

    33.

    privilegia un approccio che sia innanzitutto locale e regionale, e solo successivamente nazionale e internazionale; sottolinea che la sperimentazione delle idee su scala ridotta e la promozione delle innovazioni incrementali consentono di mettere a punto più rapidamente soluzioni tecnologicamente nuove e di attuarle all’interno di un quadro finanziario accessibile alle PMI;

    34.

    sottolinea che il quadro proposto per le norme comuni in relazione ai fondi strutturali e di investimento europei deve essere flessibile, in modo che i programmi operativi possano essere orientati alle PMI e alle microimprese nelle regioni che lo richiedano;

    35.

    esorta a istituire programmi volti a promuovere le potenzialità delle PMI, ad esempio per quanto riguarda l’uso di strumenti finanziari innovativi, la sensibilizzazione all’importanza dello scambio di informazioni e della cooperazione o la possibilità e la necessità di creare strategie e piani di crescita a lungo termine;

    36.

    richiama l’attenzione sulla crescente importanza attribuita all’integrazione dei cluster, in particolare le piattaforme di specializzazione intelligente, nel cui ambito gli enti locali svolgono un ruolo centrale per la creazione di catene del valore integrate a livello europeo, sostenendo le PMI nella loro crescita internazionale;

    37.

    si aspetta che venga mantenuta la forte dimensione regionale e locale degli organi dell’EEN, che in futuro potrebbero assumere nuovi compiti;

    38.

    pone l’accento sulla necessità di ampliare i servizi offerti dalla rete EEN, tra l’altro in relazione all’espansione delle attività delle PMI, all’informazione sulle normative nazionali ed europee, alle opportunità di finanziamento nei singoli Stati membri dell’UE, alla creazione di partenariati con altri attori del settore e/o con attori del processo di produzione, e così via;

    39.

    fa rilevare la necessità di rafforzare le rappresentanze regionali delle PMI, che, ad esempio, potrebbero partecipare regolarmente ai dibattiti sulle modifiche legislative proposte e al processo di monitoraggio, controllo e valutazione dell’impatto di tali modifiche sulle PMI, attraverso piattaforme simili alla piattaforma REFIT;

    40.

    sottolinea l’importanza di diversificare le fonti di finanziamento per le PMI; rileva che tra le priorità dovrebbe figurare quella di colmare il deficit di finanziamento esistente per determinati settori o tipi di imprese;

    41.

    si compiace degli accordi raggiunti sull’Unione dei mercati dei capitali per agevolare l’accesso delle PMI ai mercati del settore pubblico e introdurre misure di semplificazione e di riduzione dei costi e degli oneri normativi;

    42.

    accoglie con favore le iniziative intraprese da alcuni Stati membri per rafforzare la partecipazione delle PMI alle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici;

    43.

    richiama l’attenzione sull’aspetto dell’accesso delle PMI agli appalti pubblici, compiacendosi nel contempo del fatto che si è tenuto conto di questa categoria di imprese nella revisione della direttiva sugli appalti pubblici; esorta ad adottare ulteriori misure di sostegno alle PMI;

    44.

    sottolinea che i ritardi nei pagamenti, la scarsa conoscenza da parte delle PMI di importanti aspetti degli appalti pubblici e gli elevati costi potenziali per intraprendere azioni legali continuano a figurare tra i principali ostacoli al rafforzamento delle PMI e alla loro capacità di cogliere le opportunità di espansione.

    Osservazioni conclusive

    45.

    rileva che le PMI, grazie alla loro elevata flessibilità strutturale e al loro profilo produttivo, sono in grado di reagire rapidamente ai cambiamenti dinamici in seno alla società e all’economia; sottolinea, tuttavia, che le risorse finanziarie necessarie a realizzare tali adeguamenti rappresentano un ostacolo e che pertanto occorre adattare alle esigenze delle PMI le ulteriori proposte riguardanti le misure di sostegno al settore;

    46.

    sottolinea che le PMI, data la loro influenza sul mercato del lavoro, ma anche sui consumatori, figurano tra i principali portatori di interessi e condividono la responsabilità dell’attuazione dell’economia circolare; evidenzia che ciò dovrebbe riflettersi nelle agevolazioni fiscali o nell’accesso ai fondi europei;

    47.

    è del parere che la Commissione dovrebbe mettere a frutto le esperienze acquisite con lo Small Business Act e con il piano d’azione per l’imprenditorialità 2020; pone l’accento sul fatto che l’obiettivo è quello di ottimizzare e semplificare, non di apportare cambiamenti radicali o di abbandonare le conquiste finora realizzate alla ricerca di soluzioni completamente nuove;

    48.

    sottolinea che il numero di iniziative volte ad approfondire la cooperazione interregionale e transfrontaliera continua a essere insufficiente;

    49.

    rinnova la richiesta di una nuova strategia orizzontale che dovrebbe dare particolare priorità all’innovazione radicale, ma anche incrementale, e promuovere le tecnologie abilitanti fondamentali e gli importanti progetti di comune interesse europeo (anche in relazione alla digitalizzazione e alle PMI);

    50.

    esorta la Commissione a cercare soluzioni che agevolino la partecipazione delle PMI agli appalti pubblici, ad esempio riconoscendo loro un «bonus» per la loro origine locale/regionale, in quanto le novità finora introdotte sono insufficienti;

    51.

    fa presente che, nonostante l’apprezzabile scelta della Commissione di proporre misure globali e diversificate, il sostegno alle PMI non avrà alcun effetto nell’UE nel suo insieme se alcuni Stati membri tenderanno ad adottare norme nazionali eccessivamente complesse;

    52.

    sottolinea che gli enti locali e regionali svolgono un ruolo importante nella creazione di un ambiente favorevole alle imprese e dovrebbero disporre di strumenti che consentano di adattare le misure alle mutevoli esigenze delle PMI; ritiene che gli enti locali e regionali dovrebbero essere maggiormente coinvolti nel processo di definizione della futura politica industriale dell’UE, ivi incluse le misure a sostegno delle PMI;

    53.

    concorda con il Parlamento europeo che chiede di aumentare la dotazione finanziaria complessiva del programma dell’UE per il mercato unico 2021-2027, al fine di rafforzare la competitività delle PMI a livello internazionale, aprire i mercati al di fuori dell’UE e sfruttare l’innovazione;

    54.

    è convinto che l’integrazione nel programma InvestEU di tutti gli strumenti finanziari a disposizione delle PMI, annunciata per il nuovo quadro finanziario pluriennale, porterà alla prevista semplificazione delle procedure;

    55.

    invita le istituzioni dell’UE e gli Stati membri a intensificare gli sforzi per migliorare il funzionamento del mercato unico al fine di dispiegarne l’intero potenziale;

    56.

    chiede alla Commissione europea e al Parlamento europeo di sviluppare strumenti e meccanismi che garantiscano condizioni di parità alle PMI europee nell’ambito della concorrenza a livello europeo e mondiale, anche per quanto riguarda le tecnologie di importanza strategica per l’Europa.

    Bruxelles, 8 ottobre 2019

    Il presidente

    del Comitato europeo delle regioni

    Karl-Heinz LAMBERTZ


    (1)  https://cor.europa.eu/en/engage/studies/Documents/EU-SMEs/EU-policy-SMEs.pdf

    (2)  Comitato europeo delle regioni, Stimolare le start-up e le scale-up in Europa: il punto di vista regionale e locale, ECON-VI/021, relatore: Tadeusz Truskolaski, COR-2017-00032-00-01, luglio 2017.


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