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Document 52019IR0239

Parere del Comitato europeo delle regioni — Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS): una base per la strategia UE di lungo termine per un’Europa sostenibile entro il 2030

COR 2019/00239

GU C 404 del 29.11.2019, p. 16–23 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

29.11.2019   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 404/16


Parere del Comitato europeo delle regioni — Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS): una base per la strategia UE di lungo termine per un’Europa sostenibile entro il 2030

(2019/C 404/04)

Relatore

:

Arnoldas ABRAMAVIČIUS (LT/PPE)

Consigliere del distretto municipale di Zarasai

Testi di riferimento

:

Comunicazione della Commissione - Documento di riflessione - Verso un’Europa sostenibile entro il 2030

COM(2019) 22 final

RACCOMANDAZIONI POLITICHE

IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI

1.

accoglie con favore il documento di riflessione dell’UE Verso un’Europa sostenibile entro il 2030 e invita la Commissione europea e il Consiglio europeo a riconoscere l’attuazione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e i suoi 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) come priorità per la loro agenda politica, e come obiettivo generale del prossimo piano strategico dell’UE per il periodo 2019-2024 e oltre. Conta inoltre sulla nuova Commissione europea per aprire la strada all’azione sotto forma di una strategia di sviluppo sostenibile a livello di UE e di un piano di attuazione, come già auspicato dalle conclusioni del Consiglio europeo del 18 ottobre 2018;

2.

concorda con la definizione generale degli OSS come quadro per l’azione politica volta ad affrontare le molteplici sfide - economiche, sociali, ambientali, di governance ed esterne - e insiste sul fatto che tutti gli attori devono avere una comprensione comune dello sviluppo sostenibile e degli OSS al fine di metterli pienamente in atto per il benessere delle persone e delle generazioni future. La prima finalità è quella di alleviare la povertà: ridurre le disuguaglianze, non lasciare indietro nessuno, avere un mondo pacifico, creare e condividere la prosperità, entro i limiti del nostro pianeta;

3.

insiste sul fatto che gli OSS sono universali e indivisibili e che la coerenza strategica tra le azioni intraprese per la loro attuazione costituisce un elemento fondamentale per il progresso.

Dalla riflessione all’azione

4.

è dell’avviso che, dei tre scenari proposti dalla Commissione europea per stimolare il dibattito sulle prossime tappe dell’UE per l’attuazione dell’Agenda 2030, lo scenario 1 rappresenti l’unica opzione che riguarda sia l’azione interna che quella esterna dell’UE e che abbraccia tutti i settori di intervento;

5.

ritiene che, data la natura complessa degli OSS e i risultati dell’indagine CdR-OCSE sull’azione locale e regionale relativa agli obiettivi stessi (1), sia urgente una strategia globale dell’UE che coordini l’attuazione tra tutti i livelli di governo con obiettivi con scadenze ben precise e risultati concreti per il 2030, unitamente a meccanismi di monitoraggio e revisione, favorendo lo scenario 1;

6.

sottolinea che i traguardi riguardanti l’attuazione degli OSS e le relative strategie politiche dovrebbero essere stabiliti mediante un approccio misto dal basso verso l’alto e dall’alto verso il basso, coinvolgendo tutti i livelli di governo e le parti interessate e generando una serie di obiettivi differenziati a livello nazionale e regionale. Questa strategia per un’Europa sostenibile 2030 dovrebbe sostituire l’attuale strategia Europa 2020;

7.

insiste sul fatto che le istituzioni dell’UE e gli Stati membri dovrebbero immediatamente accelerare le loro azioni relative agli OSS e integrare tutte le politiche elencate nello scenario 2;

8.

evidenzia la necessità dell’azione esterna presentata nello scenario 3, ma ritiene che concentrarsi esclusivamente sull’azione esterna non solo comprometterebbe la credibilità dell’UE a livello internazionale, ma significherebbe non riconoscere che l’UE e i suoi Stati membri sono ben lontani dal raggiungere tutti gli OSS e impedirebbe inoltre i progressi verso il loro conseguimento nell’UE;

9.

sottolinea che ai fini dell’attuazione degli OSS l’ambizione deve essere maggiore a tutti i livelli, e in particolare a livello europeo, nazionale, regionale e locale.

L’impegno delle regioni e delle città

10.

sottolinea che l’obiettivo di non lasciare indietro nessuno richiede che tutti i livelli di governo garantiscano l’integrazione trasversale e la concezione di politiche (territoriali) di sostegno e di coesione atte a sostenersi reciprocamente. Raccomanda l’istituzione di un meccanismo per esaminare i progressi e individuare le principali sfide dell’attuazione sul campo degli OSS, al fine di garantire che le risorse siano utilizzate in modo efficace;

11.

osserva che il 65 % dei 169 sotto-obiettivi dei 17 OSS richiede il saldo coinvolgimento delle regioni e delle città nell’attuazione e nel monitoraggio di tali obiettivi (2). Le città e le regioni localizzano gli OSS sul campo, non come meri esecutori bensì come responsabili politici più vicini ai cittadini, alle imprese e alle comunità locali. I risultati dell’indagine CdR-OCSE confermano ulteriormente la mobilitazione delle città e delle regioni, con il 59 % degli intervistati impegnato ad attuare gli OSS. Molte regioni e città europee (3) sono state all’avanguardia in questo processo di localizzazione degli OSS e hanno dimostrato che le regioni e le città sono essenziali per l’attuazione efficace e rapida degli OSS;

12.

mette in risalto il ruolo delle promettenti iniziative dei precursori, come le «città e regioni dell’OCSE per gli obiettivi di sviluppo sostenibile» e la piattaforma ONU delle città leader «25 + 5», nell’aiutare le regioni e le città volontarie a localizzare gli OSS, per queste ultime 5 anni prima del 2030;

13.

sulla base del suo studio sull’approccio territoriale agli OSS (4), sottolinea l’importanza di sviluppare le capacità delle regioni e delle città di localizzare gli OSS e di rafforzare la visibilità delle iniziative attuali, nonché di promuovere l’utilizzo da parte delle regioni e delle città del servizio di sostegno per le riforme strutturali dell’UE (SRSS) (5), i cui obiettivi dovrebbero essere allineati agli OSS;

14.

si impegna a sostenere il processo di «localizzazione e territorializzazione degli OSS» e a evitare la duplicazione del lavoro promuovendo i partenariati con associazioni internazionali (6) ed europee (7);

15.

sottolinea il ruolo fondamentale della Commissione europea e del Comitato delle regioni, assieme ad altre organizzazioni europee, per stimolare la revisione tra pari, gli scambi, la collaborazione e l’apprendimento reciproco tra regioni e città in tutta l’UE;

16.

invita a riconoscere pienamente il ruolo delle regioni nel localizzare gli OSS nell’UE. Gli enti locali e regionali svolgono un ruolo essenziale nella costruzione dei valori e nello sviluppo delle relazioni sociali. È quindi evidente che è necessario coinvolgerli nei lavori volti a perseguire lo sviluppo sostenibile in tutta l’UE;

17.

richiama l’attenzione sul fatto che il territorio dell’UE è molto diversificato in termini di sviluppo, demografia, struttura produttiva e stato di saturazione dell’industria, il che rende necessario un approccio flessibile e basato sul territorio, riguardo alle regioni meno sviluppate, periferiche o insulari, nonché riguardo alle regioni in transizione energetica;

18.

sostiene la creazione di una comunità di pratiche delle regioni europee per gli OSS, guidata da nrg4sd;

19.

sottolinea il divario economico, sociale e territoriale esistente a livello mondiale, nonché all’interno degli Stati membri dell’UE e tra gli stessi. Se gli OSS raccolgono la sfida dell’urbanizzazione con l’obiettivo 11, dobbiamo garantire uno sviluppo regionale equilibrato nell’UE per garantire che nessuno e nessun territorio sia lasciato indietro;

20.

sottolinea l’importanza di un’efficace sinergia e integrazione dei fondi locali, regionali, nazionali e dell’UE, sia pubblici che privati, nonché di una collaborazione tra settore pubblico e privato con lo sviluppo strategico e gli investimenti per conseguire gli OSS entro il 2030;

21.

sottolinea che la coesione è il principale strumento di investimento dell’UE che consente alle regioni e alle città di attuare gli OSS e di garantire il loro sviluppo economico, sociale e territoriale; chiede pertanto che il prossimo finanziamento dell’UE per la coesione nel periodo 2021-2027 rimanga accessibile a tutte le regioni e promuova la partecipazione di tutti i cittadini, sulla base di un codice di condotta europeo giuridicamente vincolante in materia di partenariati. Gli obiettivi della prossima politica di coesione dell’UE dovrebbero essere meglio allineati con gli OSS, in modo da garantire una migliore attuazione e coerenza delle azioni;

22.

sottolinea che, sebbene gli OSS includano un obiettivo urbano, il n. 11, non vi è alcun obiettivo regionale specifico, e si fa riferimento allo sviluppo regionale indirettamente, nell’ambito del titolo relativo all’uso del suolo. Uno stretto allineamento della politica di coesione con gli OSS comporta pertanto che la programmazione dei nuovi finanziamenti della politica di coesione dell’UE tenga conto di tutti gli OSS con riferimento al territorio e non solo dell’OSS n. 11;

23.

mette in rilievo il modello dell’agenda urbana europea per promuovere il dialogo sullo sviluppo urbano sostenibile tra tutti i livelli di governo. Questo processo potrebbe stimolare la definizione della governance della futura agenda strategica dell’UE per il periodo 2019-2024, in modo che l’Unione possa affrontare più efficacemente le sfide connesse al raggiungimento degli OSS;

24.

sottolinea il potenziale della proposta del CdR (8) secondo cui la futura politica di coesione post 2020 dovrebbe sostenere le regioni e le città nella «localizzazione degli OSS» e allineare l’attuazione delle strategie di sviluppo urbano sostenibile alle loro realtà locali;

25.

sottolinea l’importanza degli strumenti di finanziamento dell’UE per l’agricoltura, la ricerca e l’innovazione e il FEIS, e del loro impiego sinergico con i fondi di coesione al fine di conseguire pienamente gli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Coinvolgere tutti i soggetti interessati

26.

sottolinea che, data la natura trasformativa degli OSS, tutti i livelli della società e dell’economia devono detenerne la titolarità; evidenzia l’importanza del settore privato e delle motivazioni economiche nell’attuare e conseguire gli OSS entro il 2030;

27.

ricorda che le persone sono al centro degli OSS e che il partenariato, la partecipazione e la responsabilizzazione sono valori fondamentali dello sviluppo sostenibile. La partecipazione dei cittadini di tutte le età, della società civile nella sua diversità, nonché del mondo accademico, degli organismi pubblici e del settore privato ai dialoghi multilaterali con il settore pubblico è necessaria al fine di identificare e creare insieme soluzioni tese a conseguire gli OSS trovando nel contempo gli equilibri giusti negli inevitabili compromessi;

28.

sottolinea il ruolo cruciale dei movimenti dal basso verso l’alto, delle condizioni favorevoli e dello spirito imprenditoriale nelle città e nelle regioni per il conseguimento degli OSS e per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva;

29.

incoraggia ad adottare misure di informazione multilaterali sui benefici dello sviluppo sostenibile per far sì che, in ogni classe di età e a lungo termine, si sviluppino atteggiamenti sociali appropriati.

Una governance dell’UE per gli OSS

30.

chiede che la nuova Commissione europea assuma un ruolo guida nella creazione di una governance multilivello multilaterale e intersettoriale, nell’ambito dello scenario 1, che consenta di integrare tutte le dimensioni degli OSS in tutte le politiche dell’UE, garantendo nel contempo la coerenza delle politiche tra i diversi settori e coinvolgendo tutti i livelli di governo e le parti interessate, compresi i cittadini, in tutte le fasi del processo di elaborazione delle politiche;

31.

mette in risalto l’importanza fondamentale dell’apprendimento, in quanto la leadership politica è della massima importanza, e osserva che sia i politici che le amministrazioni devono essere formati e impegnarsi riguardo agli OSS e che ciascuna istituzione dell’UE deve integrare gli OSS nella propria governance;

32.

raccomanda al prossimo presidente della Commissione europea di nominare un gruppo ad hoc nell’ambito del suo gabinetto, incaricato di lavorare con tutti i commissari ed esaminare tutte le proposte politiche relative agli OSS. Tale gruppo dovrebbe servire a individuare i potenziali conflitti e i necessari compromessi, e sarà responsabile dell’integrazione degli OSS in tutte le politiche dell’UE. Ciò comporterà un forte coordinamento tra le diverse direzioni generali;

33.

esorta il prossimo presidente della Commissione a riferire annualmente in merito all’attuazione degli OSS al Parlamento europeo nel suo discorso sullo stato dell’Unione, nonché al Consiglio Affari generali;

34.

esorta il Consiglio a incoraggiare l’attuazione degli OSS e a promuovere l’apprendimento reciproco a livello nazionale attraverso la discussione sulle revisioni nazionali volontarie (RNV) in seno al Consiglio degli affari generali, prima delle presentazioni programmate durante i forum politici di alto livello delle Nazioni Unite;

35.

esorta il Parlamento europeo, in veste di colegislatore, a integrare gli OSS in tutti i suoi fascicoli politici pertinenti e a impegnare tutte le commissioni a trattare l’attuazione degli OSS; invita inoltre il Parlamento a nominare relatori permanenti sugli OSS nelle sue varie commissioni;

36.

si impegna a lavorare in modo integrato e coerente sugli OSS e a integrarli in tutte le commissioni e in tutti i pareri del CdR;

37.

propone una collaborazione con la Commissione e altri partner sul monitoraggio dell’attuazione degli OSS a livello locale/regionale; si rallegra del lavoro svolto dalla piattaforma multilaterale sugli OSS, organizzata dalla Commissione europea come governance aperta e partecipativa; sostiene fermamente il suo proseguimento al fine di coinvolgere le regioni, le città, la società civile, il mondo accademico e le imprese in un dialogo inclusivo in materia di sostenibilità e di creare titolarità degli OSS;

38.

si compiace del fatto che la Commissione europea abbia inserito le raccomandazioni della piattaforma nel documento di riflessione;

39.

prevede che la piattaforma costituirà un organo consultivo permanente per la consultazione da parte dei responsabili delle decisioni dell’UE - la Commissione, il Consiglio e il Parlamento europeo - su una strategia globale per un’Europa sostenibile 2030, e servirà a informare i nuovi commissari europei e i nuovi eurodeputati in merito agli OSS;

40.

auspica la partecipazione periodica delle piattaforme europee, nazionali e subnazionali ai lavori della piattaforma multilaterale dell’UE, al fine di rafforzarne l’opera e la rappresentatività;

41.

invita tutte le istituzioni dell’UE, ivi compresi la Commissione, il Consiglio, il Parlamento europeo, il Comitato europeo delle regioni e il Comitato economico e sociale europeo, ad impegnarsi in un dialogo interistituzionale regolare sugli OSS al fine di garantire la coerenza delle politiche, nello spirito dell’OSS n. 17.

Integrare gli OSS nelle politiche dell’UE

42.

incoraggia la Commissione europea a utilizzare gli orientamenti per legiferare meglio come strumento per aiutare a elaborare la normativa tenendo conto di tutte le dimensioni degli OSS. Detti orientamenti dovrebbero indicare chiaramente tutte le variabili da tenere in considerazione se si vuole adottare un approccio sostenibile;

43.

sostiene che saranno inevitabili compromessi tra le diverse dimensioni degli OSS e chiede valutazioni d’impatto ex ante sistematiche per individuare possibili sinergie e conflitti, nonché per valutare i compromessi in modo trasparente, tenendo conto dell’impatto immediato e a lungo termine. Le valutazioni d’impatto territoriale e i dibattiti partecipativi con i cittadini e le parti interessate a livello locale e regionale saranno determinanti per garantire l’accettazione delle decisioni e una buona elaborazione delle politiche;

44.

si impegna a organizzare - fungendo così da esempio per altre istituzioni e organizzazioni - convegni annuali nei quali siano presentate esperienze e buone pratiche locali e regionali;

45.

invita tutte le istituzioni dell’UE e gli Stati membri ad allineare il semestre europeo agli OSS e a una successiva strategia dell’UE per un’Europa sostenibile 2030. Gli orientamenti pluriennali dovrebbero garantire che il semestre europeo attui la strategia dell’UE e diventi uno strumento di coordinamento e attuazione per gli OSS e che l’analisi annuale della crescita diventi pertanto «analisi annuale sullo sviluppo sostenibile»;

46.

chiede l’elaborazione di un’indagine pluriennale dell’UE sullo sviluppo sostenibile, che lanci un ciclo nazionale pluriennale di revisione e di rendicontazione delle raccomandazioni. L’indagine dovrebbe fare un bilancio dell’attuazione della strategia dell’UE e dei piani d’azione per lo sviluppo sostenibile degli Stati membri, costituendo la base per le RVN nel contesto delle Nazioni Unite;

47.

chiede che la governance del semestre europeo sostenibile in seno alla Commissione coinvolga tutti i servizi competenti della Commissione stessa ed eviti le iniziative «a compartimenti stagni»;

48.

rilancia la sua richiesta che la governance del semestre europeo si basi sui principi di partenariato e di governance multilivello, coinvolgendo le regioni e le città dell’UE come partner a pieno titolo sin dall’inizio del ciclo annuale, sulla base di un codice di condotta (9) (10);

49.

invita le istituzioni dell’UE a utilizzare il bilancio dell’UE per integrare gli OSS in tutte le politiche, in particolare ponendo fine alle sovvenzioni per i combustibili fossili e rafforzando i criteri di sostenibilità negli appalti pubblici;

50.

richiama la necessità di monitorare l’attuazione degli OSS e chiede di disaggregare i dati, almeno a livello di NUTS 2, e se necessario fino a quello locale, per consentire una migliore definizione delle politiche quando la media nazionale sia fuorviante;

51.

riafferma (11) la necessità di andare al di là del PIL e di utilizzare indicatori aggiuntivi che non siano di natura puramente economica, ma rispecchino il carattere trasformativo degli OSS, e che dovrebbero essere misurati a livello NUTS2 almeno attraverso dati disaggregati relativi al conseguimento degli OSS stessi;

52.

sottolinea che le regioni e le città all’avanguardia elaborano i propri indicatori e raccolgono i propri dati in partenariato con gli attori locali, ivi compreso il settore privato. Lo sviluppo di indicatori locali rappresenta una buona opportunità per promuovere la partecipazione e la titolarità. Tuttavia il 40 % dei partecipanti dell’indagine CdR-OCSE afferma di non utilizzare alcun indicatore. Gli indicatori dell’UE non possono essere utilizzati in quanto la mancanza di dati disponibili a livello NUTS2 impedisce di utilizzarli a livello locale;

53.

propone che il Centro comune di ricerca dell’UE istituisca una piattaforma di dati urbani sugli OSS per elaborare un manuale europeo delle città volontarie che li attuano; prende atto, inoltre, del lavoro del World Council on City Data («Consiglio mondiale per i dati relativi alle città») che ha istituito norme ISO riguardanti gli indicatori per le città intelligenti e resilienti, nonché del lavoro dell’OCSE, che sta elaborando uno strumento di visualizzazione che combina gli indicatori ufficiali e quelli modellizzati a livello regionale e locale per tenere conto delle disparità regionali;

54.

invita Eurostat a includere questi lavori e i progressi misurati nella sua relazione annuale di monitoraggio, lasciando spazio anche ai dati qualitativi. Il CdR è pronto a collaborare e a promuovere la cooperazione con questi partner per monitorare l’attuazione degli OSS a livello locale/regionale;

55.

ribadisce che molte regioni e città si stanno impegnando in quanto pionieri di questo processo di transizione con iniziative dal basso verso l’alto, come il Patto dei sindaci per il clima e l’energia e gli ambasciatori del CdR che operano in tal senso. Questi movimenti dal basso verso l’alto possono imprimere un nuovo slancio e costituire un importante passo avanti nell’attuazione degli OSS.

La dimensione esterna degli OSS

56.

insiste affinché l’UE, nella loro attuazione, tenga conto della dimensione esterna degli OSS, compreso l’impatto esterno delle sue politiche interne, ad esempio la PAC o la politica commerciale. Le dimensioni interna ed esterna non sono mondi separati, e la ricerca della coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile è essenziale;

57.

chiede un partenariato tra i livelli UE, nazionale, regionale e locale per contribuire all’attuazione degli OSS attraverso la cooperazione allo sviluppo;

58.

chiede un migliore controllo del ruolo delle catene di approvvigionamento globali per garantire il rispetto dello Stato di diritto e dei diritti umani, l’attuazione di pratiche in materia di economia circolare e la prevenzione dell’uso eccessivo delle risorse;

59.

insiste sul ruolo chiave della cooperazione decentrata e delle iniziative del CdR, come il Forum Città e regioni per la cooperazione allo sviluppo (CdR-Commissione europea) sul tema dei partenariati urbani sostenibili, che nel febbraio 2019 ha riunito oltre 500 partecipanti provenienti da oltre 80 paesi e ha elaborato raccomandazioni politiche concrete sulla promozione dello sviluppo sostenibile attraverso partenariati regionali e locali, o l’iniziativa di Nicosia a sostegno dei comuni libici. Queste iniziative del CdR dimostrano che il sostegno dell’UE non dovrebbe concentrarsi esclusivamente sui progetti di partenariato su vasta scala tra grandi città, ma essere ugualmente accessibile alle iniziative di cooperazione decentrata di diverse dimensioni e con la partecipazione di diversi tipi di enti territoriali;

60.

si rammarica che la proposta della Commissione europea per il nuovo strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale (NDICI) non includa una linea di finanziamento tematica destinata a sostenere gli enti locali;

61.

invita la Commissione europea a sostenere l’integrazione economica e sociale dei giovani, delle donne e delle popolazioni sradicate nei paesi in via di sviluppo. La logica di partenariato della cooperazione decentrata può contribuire a trasformare la percezione della migrazione da una minaccia a un’opportunità, soprattutto in considerazione del ruolo chiave svolto dalle regioni e dalle città nell’integrazione dei migranti nelle società di accoglienza.

Politiche dell’UE

62.

concorda con la diagnosi avanzata dal documento di riflessione e con la proposta di lavorare ulteriormente su quattro cluster di politiche e quattro attivatori trasversali in via prioritaria, formulando tuttavia le seguenti osservazioni aggiuntive:

63.

ribadisce che al di là della proposta limitata di aumentare l’obiettivo d’integrazione dei cambiamenti climatici, il nuovo QFP dovrebbe allocare risorse finanziarie rilevanti allo sviluppo sostenibile, nonché garantire che in nessun caso l’attuazione degli OSS sia compromessa per motivi finanziari;

64.

sottolinea l’urgenza di adottare le strategie e di definire le azioni a favore di un’economia circolare efficiente sotto il profilo delle risorse, attuando senza ulteriori indugi l’accordo di Parigi;

65.

sottolinea che il CdR sta valutando più approfonditamente, in un parere a parte (12), i collegamenti tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, la transizione ecologica e l’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. Tale parere illustrerà la visione strategica delle città e delle regioni dell’UE per conseguire la transizione verso un’economia efficiente in termini di risorse, a basse emissioni di carbonio, neutrale dal punto di vista climatico e improntata alla biodiversità;

66.

insiste sul fatto che il consumo e la produzione sostenibili comportano anche una riduzione dell’utilizzo di risorse non rinnovabili in termini assoluti per progredire verso la sufficienza delle risorse e non solo l’efficienza delle risorse;

67.

sottolinea il particolare potenziale della bioeconomia in termini di promozione dell’indipendenza dai combustibili fossili e di lotta ai cambiamenti climatici attraverso la neutralità in termini di emissioni di carbonio. Massimizzare l’uso di prodotti bio nella gamma più ampia possibile di settori industriali permette inoltre di mantenere e di creare posti di lavoro in nuovi mercati sostenibili, anche nelle regioni finora meno industrializzate;

68.

afferma che grazie alle regioni è possibile raggiungere l’obiettivo di incrementare in misura significativa la percentuale delle bioindustrie innovative nel prodotto interno lordo per i prossimi dieci anni;

69.

chiede che sia dato seguito al Piano d’azione della Commissione per il finanziamento della crescita sostenibile, dal momento che il finanziamento deve essere utilizzato per stimolare il cambiamento che garantisca rendimenti in termini di la sostenibilità e non solo rendimenti finanziari (13);

70.

chiede che l’impegno delle imprese e dei settori industriali europei in materia di sostenibilità sia parte integrante della strategia industriale europea per il 2030, al fine di aiutare le imprese e i settori industriali ad accelerare l’introduzione di pratiche più sostenibili. Tale proposta, già inclusa tra le raccomandazioni della piattaforma multilaterale dell’UE sugli OSS, dovrebbe essere ulteriormente discussa dalla tavola rotonda industriale ad alto livello «Industria 2030» e includere una discussione sulla bioeconomia integrata con gli OSS;

71.

sottolinea che, al fine di mantenere la coerenza delle politiche UE per lo sviluppo (CPS), la PAC dovrebbe promuovere lo sviluppo dell’agricoltura nei paesi in via di sviluppo, che favorisca il mantenimento della loro popolazione rurale e garantisca la loro sicurezza alimentare. A tal fine è opportuno che le esportazioni agricole e alimentari dell’Unione non possano avvenire a prezzi inferiori ai costi di produzione europei;

72.

si rammarica che per quanto riguarda la mobilità il documento di riflessione non faccia riferimento all’importanza della disponibilità dei trasporti pubblici per la costruzione di sistemi di trasporto urbano e regionale sostenibili, né al ruolo cruciale degli enti locali e regionali in tale ambito;

73.

osserva che un nuovo impulso all’agenda sostenibile dell’UE a livello internazionale dovrebbe comprendere iniziative volte a ridurre le emissioni di gas a effetto serra in seno all’IMO (trasporto marittimo) e all’ICAO (trasporto aereo), in particolare attraverso la richiesta di introdurre un’imposta globale sul cherosene e che, qualora non si raggiunga un accordo in merito in sede ICAO, si potrebbe valutare l’opzione di intraprendere azioni unilaterali quali l’abolizione dell’esenzione fiscale sul carburante per i voli interni dell’UE o l’imposizione di un’imposta sul carburante per il trasporto aereo di merci;

74.

osserva che l’industria europea della mobilità deve rafforzare la propria competitività attraverso l’innovazione. Il piano di introduzione per i combustibili alternativi e le infrastrutture stradali digitali deve essere attuato dagli enti locali e regionali in collaborazione con il settore privato e con il sostegno del bilancio dell’UE;

75.

alla luce delle enormi disuguaglianze sociali delineate nel documento di riflessione, come ad esempio il fatto che oltre il 22 % dei cittadini dell’UE è a rischio di povertà, rilancia il suo invito a dare piena attuazione al pilastro europeo dei diritti sociali e a dedicare ai fattori di sostenibilità sociale la stessa attenzione attribuita alla sostenibilità ambientale al fine di dimostrare che l’UE punta a non lasciare indietro nessuna persona e nessun territorio. I dati dimostrano infatti che i territori socialmente fragili sono spesso i più esposti all’impatto negativo della mancanza di sviluppo sostenibile;

76.

chiede un monitoraggio più regionalizzato del pilastro europeo dei diritti sociali. Il CdR sta attualmente elaborando un quadro di valutazione sociale regionale, che potrebbe essere utilizzato a tal fine;

77.

rileva che va riservata un’attenzione particolare alla promozione dell’invecchiamento attivo e in buona salute degli europei, passando da un approccio di tipo istituzionale a un approccio a livello di comunità locale;

78.

rilancia il suo invito ad attuare un’agenda europea dell’edilizia abitativa (14) che, facendo seguito al partenariato sull’edilizia abitativa dell’agenda urbana per l’UE, contribuirebbe in modo significativo all’attuazione degli OSS 11 (città e comunità sostenibili), ma anche 1 (nessuna povertà), 7 (energia a prezzi accessibili) e 10 (riduzione delle disuguaglianze);

79.

sottolinea che, con il contributo delle regioni e delle città dell’UE, lo sviluppo delle tecnologie digitali può trasformare il cambiamento demografico in un triplice vantaggio per l’Europa: migliorare la qualità della vita della popolazione nonostante l’invecchiamento, progredire verso sistemi sanitari e di assistenza più sostenibili e creare crescita economica e occupazione sostenibili nel settore dell’economia d’argento;

80.

segnala che gli enti locali e regionali hanno un ruolo fondamentale da svolgere per quanto riguarda l’equilibrio di genere, ma riconosce che le donne sono notevolmente sottorappresentate in tutta l’UE, nella quale rappresentano solo il 15 % dei sindaci eletti, il 32 % dei consiglieri comunali e il 33 % dei deputati dei parlamenti o delle assemblee regionali (15);

81.

sostiene il riconoscimento e la promozione dell’apprendimento non formale e informale nell’animazione socioeducativa. Le organizzazioni giovanili e sportive che offrono programmi di istruzione non formale e informale per la cittadinanza attiva al di fuori della scuola sono particolarmente importanti per migliorare le capacità e le competenze dei giovani;

82.

mette in rilievo il potenziale della metodologia UE di specializzazione intelligente quale elemento essenziale della strategia per un’Europa sostenibile entro il 2030. La piattaforma di specializzazione intelligente del CCR aiuta le regioni a utilizzare i fondi strutturali per integrare le loro strategie regionali di innovazione con gli OSS, anche attraverso gli eventi organizzati dal CdR e dal CCR nel quadro del progetto «La scienza incontra le regioni». La complementarità tra la specializzazione intelligente e l’attuazione degli OSS a livello regionale apporta un valore aggiunto essenziale per la crescita sostenibile;

83.

sottolinea che il sistema di scambio delle quote di emissione dovrebbe essere tra le prossime tappe fondamentali per l’attuazione del documento di riflessione;

84.

si rammarica del fatto che, in materia di commercio, durante l’ultimo discorso sullo stato dell’Unione non sia stato annunciato alcun riferimento all’«accordo generale di libero scambio intercontinentale tra l’UE e l’Africa». Tale accordo dovrebbe essere improntato agli OSS e tenere conto dell’enorme ruolo che gli scambi possono svolgere nel contribuire al loro conseguimento;

85.

chiede un dialogo sociale rinnovato nel governo societario per promuovere gli OSS e nuovi modelli di impresa per rafforzare la democrazia economica ai fini della crescita sostenibile;

86.

insiste sul ruolo positivo dell’economia sociale nella lotta alla disoccupazione e nella promozione di una crescita inclusiva e sostenibile. Ciò è particolarmente importante nelle regioni caratterizzate dall’emigrazione, dal rapido invecchiamento della popolazione, dalla mancanza di dinamismo economico e da un basso livello di imprenditorialità. In tali regioni, le organizzazioni dell’economia sociale rappresentano uno dei modi in cui le buone intenzioni promuoveranno l’imprenditorialità e consentiranno la piena valorizzazione delle risorse endogene.

Bruxelles, 26 giugno 2019

Il presidente

del Comitato europeo delle regioni

Karl-Heinz LAMBERTZ


(1)  L’indagine ha ricevuto più di 400 risposte. I risultati e altre informazioni sono disponibili al seguente indirizzo: https://cor.europa.eu/en/news/Pages/SDGs_survey.aspx

(2)  Rete ONU di soluzioni per lo sviluppo sostenibile (2016), Getting Started with the SDGs in Cities: A Guide for Stakeholders («Come iniziare con il raggiungimento degli OSS nelle città: guida per le parti interessate»), http://unsdsn.org/wp-content/uploads/2016/07/9.1.8.-Cities-SDG-Guide.pdf.

(3)  Come i Paesi Baschi, le isole Aland, Espoo, Gand, Utrecht e la Renania settentrionale-Vestfalia.

(4)  Studio commissionato dal CdR: Un approccio territoriale per l’attuazione degli OSS nell’UE - Il ruolo del Comitato europeo delle regioni (2019).

(5)  del Comitato europeo delle regioni su: Il programma di sostegno alle riforme e la funzione europea di stabilizzazione degli investimenti [2018/3764, punto 12, relatrice: Olga Zrihen (BE/PSE)].

(6)  Organizzazioni quali l’OCSE, l’ICLEI, l’iniziativa UNDP-ART e UN-Habitat, nonché le associazioni come nrg4sd, CGLU o la Task Force globale.

(7)  Come il CCRE, Eurocities, la CRPM, l’ESDN, la rete EEAC.

(8)  Parere del Comitato europeo delle regioni sul futuro Fondo europeo di sviluppo regionale e sul Fondo di coesione dopo il 2020.

(9)  Parere del Comitato europeo delle regioni sul tema Migliorare la governance del semestre europeo: un codice di condotta per il coinvolgimento degli enti locali e regionali (COR 2016/5386).

(10)  Parere del Comitato europeo delle regioni sul tema Il semestre europeo e la politica di coesione: allineare le riforme strutturali con gli investimenti a lungo termine (COR 2018/5504).

(11)  Parere del Comitato europeo delle regioni sul tema: Indicatori dello sviluppo territoriale - non solo PIL, adottato l’11 febbraio 2016.

(12)  Un’Europa sostenibile per il 2030: seguito riservato agli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, alla transizione ecologica e all’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, elaborato da Sirpa Hertell (FI/PPE).

(13)  Parere del Comitato europeo delle regioni sul tema: Piano d’azione per finanziare la crescita sostenibile (COR 2018/2182), adottato il 6 dicembre 2018.

(14)  Parere del Comitato europeo delle regioni: Verso un’agenda europea dell’edilizia abitativa (CdR 1529/2017), adottato il 1o dicembre 2017.

(15)  Istituto europeo per l’uguaglianza di genere, banca dati delle statistiche di genere, 2017.


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