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Document 52019DC0650

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, ALLA BANCA CENTRALE EUROPEA, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO, AL COMITATO DELLE REGIONI E ALLA BANCA EUROPEA PER GLI INVESTIMENTI Strategia annuale di crescita sostenibile 2020

COM/2019/650 final

Bruxelles, 17.12.2019

COM(2019) 650 final

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, ALLA BANCA CENTRALE EUROPEA, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO, AL COMITATO DELLE REGIONI E ALLA BANCA EUROPEA PER GLI INVESTIMENTI

Strategia annuale di crescita sostenibile 2020

{SWD(2019) 444 final}


"Voglio che l'Europa punti a traguardi più ambiziosi in termini di equità sociale

e prosperità. È la promessa su cui si fonda la nostra Unione."

Ursula von der Leyen, 16 luglio 2019

Introduzione

La crescita economica non è fine a se stessa. L'economia dev'essere al servizio dei cittadini e del pianeta. I problemi climatici e ambientali, il progresso tecnologico e il cambiamento demografico sono destinati a trasformare profondamente le nostre società. L'Unione europea e i suoi Stati membri devono ora rispondere a questi cambiamenti strutturali con un nuovo modello di crescita, che rispetti le limitazioni delle nostre risorse naturali e garantisca la creazione di posti di lavoro e una prosperità duratura per il futuro.

L'economia europea si è lasciata felicemente alle spalle gli anni in cui ha dovuto far fronte alla crisi finanziaria. Nonostante l'ormai settimo anno consecutivo di crescita, le prospettive esterne e geopolitiche si offuscano, regna grande incertezza e l'Europa sembra avviarsi verso un periodo di crescita contenuta e di inflazione modesta.

Per rimanere competitivi nel mondo di domani e per conseguire l'obiettivo della neutralità climatica dell'Europa dobbiamo ora affrontare i problemi a lungo termine dell'economia. L'insediamento di una nuova Commissione con un ambizioso Green Deal europeo, che punta prioritariamente a un'Europa al servizio dei cittadini e pronta per l'era digitale, rappresenta il momento giusto per un nuovo inizio verso la realizzazione di questo nuovo modello di crescita sostenibile.

Questo programma economico deve trasformare l'Unione in un'economia sostenibile, aiutando l'UE e i suoi Stati membri a conseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite per i quali si sono impegnati. Deve guidare e accompagnare un duplice processo: la transizione digitale e la transizione climatica, trasformando la nostra economia sociale di mercato al fine di garantire che l'Europa mantenga i sistemi di welfare più avanzati del mondo e svolga il ruolo di centro dinamico di innovazione e imprenditorialità competitiva.

Il Green Deal europeo, che fa della sostenibilità - in tutte le accezioni del termine - e del benessere dei cittadini il punto cardine della nostra azione, è la nostra nuova strategia di crescita. Il Green Deal è costituito dall'insieme di quattro assi portanti: ambiente, produttività, stabilità ed equità. 

La nostra strategia di crescita è caratterizzata da quattro aspetti complementari.

In primo luogo, i nostri sforzi dovrebbero puntare a guidare la transizione verso un continente rispettoso della natura e a impatto climatico zero entro il 2050, garantendo al tempo stesso che tutti possano cogliere le opportunità che questo offrirà.

In secondo luogo, grazie allo sviluppo di nuove tecnologie e di soluzioni sostenibili, l'Europa può essere in prima linea nella crescita economica futura e diventare un leader mondiale in un mondo sempre più digitalizzato, anche in ambiti cruciali per la sua sovranità tecnologica come la cibersicurezza, l'intelligenza artificiale e il 5G. Le tecnologie digitali sono un fattore chiave del Green Deal europeo.

In terzo luogo, l'Unione deve completare l'Unione economica e monetaria per fare in modo che tutti gli strumenti economici siano pronti e disponibili, qualora vi sia un grave shock economico. Il ruolo internazionale dell'euro deve essere rafforzato per accrescere il peso dell'Europa nel mondo e sui mercati mondiali e per contribuire a proteggere le imprese, i consumatori e i governi europei da sviluppi esterni sfavorevoli. Un'Unione economica e monetaria dinamica e resiliente, fondata sulle solide basi fornite dall'Unione bancaria e dall'Unione dei mercati dei capitali, è il mezzo migliore per aumentare la stabilità finanziaria in Europa e, di conseguenza, potenziare il ruolo internazionale dell'euro.

In quarto luogo, il nuovo programma economico deve garantire che la transizione verso la sostenibilità sia equa e inclusiva e metta i cittadini al primo posto. Deve prestare particolare attenzione alle regioni, alle industrie e ai lavoratori che saranno chiamati ad affrontare le maggiori transizioni.

Al centro di questo processo vi sarà una strategia industriale solidamente ancorata nel mercato unico, che consentirà alle nostre imprese di innovarsi e di sviluppare nuove tecnologie, potenziando la circolarità e creando al contempo nuovi mercati. Ciò significa che occorre riorientare la politica economica dell'Europa verso il lungo termine, con l'obiettivo di offrire alle generazioni più giovani di tutte le parti d'Europa un futuro che sia sostenibile e prospero. Dobbiamo passare da un approccio incrementale a uno sistemico in tutte le politiche, adottando un'impostazione onnicomprensiva che possa applicarsi a tutte le pubbliche amministrazioni. Dovrà essere un processo inclusivo da portare avanti con il Parlamento europeo, gli Stati membri, le parti sociali e i portatori di interessi. Gli obiettivi di sviluppo sostenibile saranno il nucleo della definizione delle politiche e dell'azione dell'UE. A tal fine, il semestre europeo fornisce un quadro consolidato per il coordinamento delle politiche economiche e occupazionali necessarie per guidare l'Unione e i suoi Stati membri attraverso tali trasformazioni, che hanno implicazioni per tutto il complesso dell'economia. Nella presente strategia annuale di crescita sostenibile la Commissione delinea le priorità dell'UE in materia di economia e occupazione. Nell'ambito di questo approccio si possono creare sinergie e trovare soluzioni di compromesso tra i quattro assi portanti del programma per la crescita e possono essere presentate soluzioni.

1.Le prospettive economiche dell'Europa

L'economia europea è ormai giunta al settimo anno consecutivo di crescita. Anche se le prospettive di crescita si sono ridotte, dovrebbe continuare ad espandersi nel 2020 e nel 2021. I mercati del lavoro rimangono forti e la disoccupazione continua a diminuire, anche se a un ritmo più lento ( 1 ). Le finanze pubbliche continuano a migliorare, il nostro sistema bancario è più forte e le fondamenta dell'Unione economica e monetaria sono più solide. Gli investimenti e la crescita potenziale rimangono tuttavia al di sotto dei livelli pre-crisi. Si prevede che i saldi di bilancio delle amministrazioni pubbliche subiscano tra il 2019 e il 2021 un lieve deterioramento dovuto all'impatto della minore crescita e a politiche di bilancio discrezionali leggermente meno restrittive in alcuni Stati membri, tra cui alcuni esempi di politiche di bilancio espansive.

Le prospettive economiche a breve termine sono offuscate da un contesto economico e geopolitico molto meno favorevole e da un'elevata incertezza. Le prospettive di crescita dell'economia mondiale sono esili. Le tensioni commerciali nel settore manifatturiero e l'incertezza geopolitica stanno avendo un impatto negativo sulle decisioni di investimento. Una diminuzione dell'intensità degli scambi, associata alla scarsa crescita della produttività, potrebbe avere un impatto duraturo sulla posizione dell'Europa in un mondo sempre più definito dalle rivalità tra gli Stati Uniti e la Cina, con ripercussioni soprattutto sul settore manifatturiero, che sta anche vivendo cambiamenti strutturali. Di conseguenza, l'economia europea sembra avviarsi verso un periodo di crescita più contenuta e di inflazione modesta. Si prevede ora che il prodotto interno lordo (PIL) della zona euro crescerà dell'1,1 % nel 2019 e dell'1,2 % nel 2020 e nel 2021. Per l'UE nel suo complesso il PIL dovrebbe aumentare dell'1,4 % all'anno tra il 2019 e il 2021. 

L'invecchiamento della popolazione, la lenta crescita della produttività e il crescente impatto del degrado ambientale mettono a repentaglio le prospettive economiche a medio termine. Con l'invecchiamento della popolazione, si stima che entro il 2024 la forza lavoro in 11 Stati membri scenderà di oltre il 3 % rispetto ad oggi 2 . Entro il 2060 la forza lavoro dell'UE diminuirà del 12 %. Tale fattore, unito a una tendenza al declino della crescita della produttività che dura già da decenni, mette a dura prova il potenziale di crescita dell'economia e in futuro influirà negativamente sulle finanze pubbliche. Si prevede inoltre che l'impatto del degrado ambientale si ripercuota sempre di più sull'attività economica a causa di condizioni meteorologiche estreme più frequenti, di influssi negativi sulla salute umana e di un accesso meno affidabile alle risorse materiali e ai servizi ecosistemici.

Date le nubi che si profilano all'orizzonte, l'Europa deve sviluppare un nuovo paradigma di crescita che possa far fronte in modo efficace ai problemi a lungo termine che sono destinati a trasformare la società europea. Questo nuovo paradigma sarà anche un elemento chiave per la creazione di una leadership politica ed economica europea a livello mondiale e costituirà uno stimolo per la crescita potenziale, aiutando l'Europa a rimanere forte di fronte all'incertezza crescente a breve termine.

2.Un nuovo paradigma per far fronte a problemi fondamentali interconnessi

La sostenibilità competitiva è sempre stata uno dei pilastri dell'economia sociale di mercato europea e anche in futuro dovrebbe continuare a costituirne il principio guida. Il passaggio a un modello economico sostenibile, reso possibile da tecnologie digitali e pulite, può rendere l'Europa una pioniera del processo di trasformazione. La leadership in materia di protezione ambientale e una base industriale forte e innovativa devono essere considerate due facce della stessa medaglia che permettono all'UE di avvalersi dei vantaggi di chi compie la prima mossa. Dovrebbero completare il nostro quadro un'economia stabile, che consenta politiche mirate al lungo periodo, e una transizione equa per i soggetti più colpiti dalle trasformazioni, che sono un prerequisito per il successo.

La sostenibilità ambientale, gli incrementi di produttività, l'equità e la stabilità macroeconomica saranno i quattro pilastri della nostra politica economica negli anni a venire. Tali pilastri - che sono strettamente interconnessi e sinergici - dovrebbero guidare riforme strutturali, investimenti e politiche responsabili di bilancio in tutti gli Stati membri. 

I quattro pilastri saranno fondamentali per l'attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile. L'integrazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile nel semestre europeo, con una particolare attenzione rivolta all'aspetto economico e a quello dell'occupazione, costituisce un'opportunità unica per fare dei cittadini, della loro salute e del pianeta il nucleo centrale della politica economica. Nell'attuale contesto geopolitico ponendo gli obiettivi di sviluppo sostenibile al centro della definizione delle politiche e dell'azione dell'Unione s'invia anche un forte messaggio per quanto riguarda l'impegno dell'Europa a favore della sostenibilità.

Ai fini di una buona riuscita i costi e i benefici devono essere bilanciati nel breve e nel lungo periodo. I benefici dovrebbero essere distribuiti e i costi non devono essere sostenuti dalle fasce più vulnerabili dei cittadini. Sia i cambiamenti climatici stessi che le politiche di accompagnamento necessarie per risolvere i problemi da essi creati hanno conseguenze rilevanti dal punto di vista della distribuzione, soprattutto a breve termine. In sede di elaborazione di politiche e di formulazione di raccomandazioni di riforme strutturali occorre garantire sostegno a chi è maggiormente colpito da tali cambiamenti sociali. D'altro canto, la transizione verde creerà nuovi posti di lavoro e maggiore benessere, ad esempio sotto forma di ambienti di lavoro e di vita più sani. Anche in altri settori politici esistono compromessi a breve termine. Nella ricerca di una crescita più inclusiva, ad esempio, l'integrazione nel mercato del lavoro di un numero maggiore di lavoratori meno qualificati può ridurre la produttività media a breve termine. Tale circostanza però non inficia il vantaggio a lungo termine dell'integrazione nel mercato del lavoro, che contribuisce nel tempo a una società più equilibrata e prospera. Per massimizzare le sinergie tra i diversi obiettivi strategici individuati si renderanno necessari considerevoli investimenti pubblici e privati, ad esempio nell'ambito dell'istruzione, della riqualificazione e dell'innovazione.

3.Sostenibilità ambientale

Affrontare le sfide climatiche e ambientali è il compito che definisce l'attuale generazione. E continuerà ad esserlo negli anni a venire. La transizione verso la neutralità climatica richiede una profonda trasformazione dell'economia nel tempo di una generazione. I cambiamenti, oltre ad interessare i settori dell'energia, dell'edilizia e dei trasporti, riguardano anche l'industria, l'agricoltura e i servizi e offrono nel contempo un'opportunità unica per modernizzare lo stock di capitale obsoleto dell'economia dell'UE e rilanciare, in maniera sostenibile, la competitività, ponendo le persone al centro della transizione.

Grazie a una maggiore attenzione alle politiche climatiche e ambientali, il semestre europeo risulta rafforzato quale strumento globale per le politiche in materia di economia e occupazione. Le opportunità di crescita derivanti dalla maggiore attenzione rivolta alla sostenibilità ambientale sono essenziali per l'agenda economica dell'Europa. Il semestre può fornire agli Stati membri orientamenti specifici sulle aree che più necessitano di riforme strutturali e di investimenti in vista di un modello economico più sostenibile e competitivo. Può altresì contribuire affinché gli Stati membri possano individuare e affrontare scelte di compromesso fondamentali, contrastando ad esempio l'impatto sociale dell'aumento dei prezzi dell'energia tramite politiche sociali e di bilancio adeguate. L'Europa deve agire con risolutezza in materia di economia circolare, energia rinnovabile, edifici efficienti sul piano energetico e trasporti a basse emissioni. L'industria dell'UE è già una delle più efficienti del mondo dal punto di vista energetico: l'Europa deve trarre vantaggio da questa situazione e fornire incentivi supplementari alle imprese e agli investitori per consentire agli Stati membri di conseguire obiettivi ambiziosi in materia di clima. Occorre integrare nelle riforme il sostegno da destinare alle popolazioni, ai settori e alle regioni su cui la trasformazione ha un impatto maggiore. Un contributo alla strategia sarà garantito da una maggiore enfasi da conferire agli investimenti verdi e digitali nell'ambito della politica di coesione.

L'Europa deve investire cifre record nell'innovazione e nella ricerca di avanguardia, sfruttando al massimo la flessibilità del prossimo bilancio dell'UE per concentrarsi sui settori che racchiudono il maggiore potenziale. Occorre orientare gli investimenti verso le risorse pulite che risultano più produttive in termini di mitigazione dei cambiamenti climatici e verso attività di innovazione dirompente a livello sia dell'UE sia nazionale. Raggiungere gli obiettivi climatici ed energetici fissati per il 2030 richiederà 260 miliardi di EUR di investimenti annui supplementari nel sistema energetico nel decennio 2021-2030. L'aspetto che richiederà lo sforzo più ingente a livello di investimenti sarà il miglioramento dell'efficienza energetica nei settori residenziale e terziario. Investimenti significativi saranno inoltre necessari nella produzione di energia elettrica e nell'infrastruttura di rete. La rapida diffusione dell'infrastruttura per i combustibili alternativi entro i prossimi due anni sarà essenziale per consentire all'industria automobilistica di conseguire gli obiettivi in materia di emissioni per le autovetture nuove.

In tale contesto sono necessarie modifiche dei regimi fiscali/di sovvenzione al fine sia di garantire che gli incentivi siano rispettosi dell'ambiente e del clima sia di raccogliere i finanziamenti necessari per investire. I soli finanziamenti pubblici non saranno tuttavia sufficienti: dobbiamo sfruttare gli investimenti privati ponendo la finanza verde e sostenibile al centro della catena d'investimento e del sistema finanziario europei.

L'Unione europea può svolgere un ruolo di catalizzatore per gli investimenti verdi privati e pubblici grazie al piano di investimenti per un'Europa sostenibile, che unirà finanziamenti specifici a sostegno degli investimenti sostenibili a proposte di miglioramento del quadro normativo, mobilitando investimenti sostenibili in tutta l'UE. L'obiettivo sarà realizzato destinando al clima una quota quanto mai elevata delle spese dell'UE, attirando finanziamenti privati mediante garanzie, creando un quadro favorevole e aiutando i promotori a strutturare progetti verdi finanziabili. Sarà in tale contesto importante il contributo del programma InvestEU. Inoltre, il Gruppo Banca europea per gli investimenti (BEI) diventerà la banca europea per il clima, raddoppiando il proprio obiettivo climatico e portandolo al 50 %. La Commissione sta altresì collaborando con il Gruppo BEI nell'ambito del meccanismo per una transizione giusta, di prossima istituzione, per mobilitare investimenti significativi da destinare alle regioni che avranno bisogno di particolare assistenza ai fini della transizione ambientale e climatica nel periodo del prossimo quadro finanziario pluriennale.

L'incremento delle entrate del sistema di scambio di quote di emissione dell'UE (ETS) fornisce una fonte supplementare di finanziamento dell'azione per il clima e della modernizzazione dell'economia. I ricavi delle aste ETS ammontavano nel 2018 a circa 14 miliardi di EUR; un loro ulteriore incremento è previsto nel 2019 e le entrate annue rimarranno significative anche negli anni a venire. Occorre utilizzare tali risorse finanziarie per contribuire al conseguimento degli obiettivi 2030 in materia di clima ed energia e per investire nella transizione verso la neutralità climatica.

4.Crescita della produttività

In un contesto caratterizzato dall'invecchiamento della popolazione e dai vincoli sempre più rigorosi in materia di risorse, la futura crescita dei redditi e dell'occupazione in Europa dipenderà necessariamente da un incremento della produttività e dell'innovazione. La crescita della produttività nell'UE resta sensibilmente inferiore a quella di altri attori globali. La convergenza tra gli Stati membri e gli Stati Uniti ha avuto fine negli anni '80 del secolo scorso. La situazione globale delle aziende europee non è molto diversa: delle 100 società più grandi quotate in borsa, solo 23 sono oggi europee, rispetto alle 40 che si registravano dieci anni orsono. Sono al contempo cresciute le disparità all'interno dell'UE, dove, tra le regioni, il 10 % più performante risulta sei volte più produttivo del 10 % meno performante. L'istituzione dei comitati nazionali per la produttività potrebbe favorire i dibattiti a livello nazionale sulle modalità di rilancio della produttività, fornendo analisi indipendenti e di alta qualità e rafforzando la titolarità nazionale delle riforme strutturali.

Una strategia rigorosa e lungimirante in materia di ricerca e innovazione è indispensabile per incrementare la produttività. Il divario in termini di produttività tra le imprese più performanti e quelle che presentano i ritardi maggiori è aumentato nella maggior parte degli Stati membri. Le riforme strutturali volte a promuovere la diffusione dell'innovazione e a migliorare l'accesso ai finanziamenti potrebbero consentire a un insieme molto più ampio di imprese di trarre vantaggio dalle innovazioni, stimolando così la crescita della produttività. Sarà opportuno sostenere gli investimenti pubblici e privati nelle tecnologie innovative, comprese le tecnologie digitali avanzate, per promuovere la creazione di nuovi beni, servizi e modelli imprenditoriali. Abbiamo bisogno di innovatori giovani e dinamici in grado di sviluppare tecnologie di punta come hanno fatto, solo dieci anni fa, i giganti tecnologici della generazione attuale.

Le tecnologie digitali, quali l'intelligenza artificiale o l'Internet delle cose, e l'accesso ai dati sono fondamentali per un'economia più produttiva e verde e stanno modificando il nostro modo di comunicare, il nostro stile di vita e i nostri metodi di lavoro. Le dinamiche mutevoli instaurate dalla trasformazione digitale richiedono maggiore ambizione a livello sia dell'UE sia nazionale in termini di maggiori investimenti, normativa favorevole all'innovazione, riforme efficaci e approccio antropocentrico basato sui valori europei. Una solida base industriale, fondata su una strategia comune e su risorse condivise, è indispensabile affinché l'Europa sia in grado di produrre al suo interno le tecnologie necessarie per restare all'avanguardia della concorrenza mondiale. L'Europa deve altresì mantenere la sovranità tecnologica investendo in tecnologie innovative quali blockchain, calcolo ad alte prestazioni e quantistico, algoritmi e strumenti per consentire la condivisione dei dati e il loro utilizzo. I dati e l'intelligenza artificiale sono fattori di innovazione importanti che faciliteranno la ricerca di soluzioni alle sfide che si pongono in diversi settori della società, dalla sanità all'agricoltura e alla produzione alimentare, dalla sicurezza all'industria manifatturiera.

A fronte di tensioni crescenti a livello mondiale, il mercato unico dell'UE offre agli Stati membri molteplici opportunità per espandere il commercio, creare posti di lavoro e stimolare la crescita. Il mercato unico è una fonte di resilienza importante per l'economia dell'UE. I concorrenti dell'Europa sono economie a dimensione continentale ed è pertanto necessario che l'UE disponga di un autentico mercato unico a dimensione continentale. I vantaggi sono chiari: l'evoluzione tecnologica si diffonde con maggiore rapidità in un mercato unificato. Mercati dei prodotti e dei servizi ben funzionanti sono un motore essenziale per la crescita della produttività, poiché consentono un'allocazione più efficiente delle risorse. L'integrazione del mercato non procede tuttavia in modo omogeneo ed un nuovo impulso è necessario anche, e soprattutto, per il mercato unico digitale, le reti europee e l'Unione dei mercati dei capitali.

Al centro del mercato unico, la normazione svolge un ruolo fondamentale per promuovere l'agenda dell'UE per lo sviluppo sostenibile. Le norme standardizzate sono essenziali per orientare le imprese verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile, poiché assolvono una funzione di collegamento tra disposizioni giuridiche e prassi tecniche. Esse contribuiscono inoltre alla competitività, riducendo i costi di produzione e aumentando le dimensioni del mercato. Per tali ragioni la normazione può favorire lo sviluppo di prodotti innovativi e processi di produzione che, basandosi sulla recente evoluzione tecnologica, contribuiscono all'efficienza energetica, al rafforzamento del riciclaggio e alla produzione sostenibile. Gli esempi più evidenti del ruolo da essa svolto nella promozione dell'agenda per lo sviluppo sostenibile sono costituiti dal quadro politico relativo alla progettazione ecocompatibile e all'etichettatura energetica 3 . Le norme standardizzate contribuiscono infine a una concorrenza equa a livello mondiale.

Riquadro 1 - Contributo del mercato unico e relazione sulla performance del mercato unico 4

Il mercato unico è una delle principali risorse dell'UE. L'integrazione senza precedenti degli ultimi 25 anni ha comportato legami più stretti a livello economico e sociale tra cittadini e imprese di tutti gli Stati membri. Il mercato unico ha il potenziale per offrire ulteriori vantaggi ai cittadini e alle imprese.

Il mercato unico deve essere completato e attuato in quei settori in cui i risultati degli sforzi compiuti sono ancora inferiori alle attese e deve essere costantemente aggiornato per far fronte alle nuove sfide, al pari degli atti giuridici di recente adozione che incidono sul settore digitale dell'economia. La crisi finanziaria ha messo in evidenza l'importanza della stabilità e dell'integrazione nei mercati dei capitali e finanziari, nei quali la frammentazione continua ad essere un ostacolo per la crescita delle imprese e gli investimenti. Benché l'energia sia divenuta un elemento chiave di integrazione per l'Unione, i mercati dell'energia sono tuttora in larga misura frammentati a livello nazionale. Gli obiettivi in materia di ambiente, clima e infrastrutture sono altresì essenziali per garantire un funzionamento del mercato unico che risponda alle aspettative sociali. Il mercato unico sta subendo una profonda trasformazione, volta a consentire alle imprese e ai cittadini dell'UE di sfruttare appieno le opportunità offerte dalle nuove tecnologie, quali la digitalizzazione.

Il mercato unico è fondamentale per il semestre europeo e viceversa. Molti degli ostacoli che strutturalmente impediscono la piena erogazione dei vantaggi del mercato unico sono di fatto dovuti a regolamenti o prassi amministrative a livello nazionale, regionale o locale che danneggiano il contesto imprenditoriale e scoraggiano le aziende dall'operare a livello transfrontaliero. La carenza di capacità amministrativa o di personale professionalmente qualificato compromette l'efficacia dei mercati degli appalti pubblici in alcuni Stati membri.

Tali risultati sono riscontrabili nella relazione sulla performance del mercato unico, una delle novità del ciclo del semestre europeo 2020, che è pubblicata parallelamente alla presente strategia annuale di crescita sostenibile.

Obiettivo della relazione è valutare la performance di mercato dell'economia reale nel mercato unico. Mentre in passato le attività di monitoraggio erano principalmente incentrate sul contesto giuridico del mercato unico per verificarne la debita attuazione, la relazione verte soprattutto sui risultati e le conquiste del mercato unico.

La relazione prende in esame in primo luogo gli ostacoli che impediscono l'erogazione dei vantaggi del mercato unico ai cittadini e alle imprese. In secondo luogo, valuta i risultati raggiunti grazie al mercato unico: scelta più ampia per consumatori e imprese, prezzi più bassi e standard elevati di sicurezza dei consumatori e difesa dell'ambiente. La relazione analizza infine un'ampia gamma di attività che incidono sull'efficacia del mercato unico, comprese la prestazione ambientale e la digitalizzazione. In tale contesto la relazione sulla performance del mercato unico è volta a sottolineare l'importanza delle riforme strutturali a livello degli Stati membri ai fini dell'efficacia del mercato unico.

Una maggiore attenzione alle questioni relative al mercato unico costituirà altresì un sostegno per l'integrazione. I vantaggi delle riforme strutturali in un mercato unico ad alta integrazione garantiranno benefici per i consumatori nel paese in cui sono realizzate tali riforme, ma avranno ricadute positive anche sui consumatori negli altri Stati membri.

Il settore finanziario in Europa deve garantire maggiore sostegno all'innovazione e agli investimenti nell'economia. L'Europa deve continuare a sviluppare i propri mercati finanziari affinché tutte le imprese economicamente sostenibili, comprese le imprese innovative del futuro, possano ottenere finanziamenti da investire nella creazione di posti di lavoro e nella crescita. Ulteriori misure atte a completare l'Unione dei mercati dei capitali garantiranno che le imprese abbiano accesso ai finanziamenti di cui hanno bisogno per crescere, innovare ed espandersi. Le imprese, in particolare le PMI, devono trarre pieno vantaggio dall'integrazione nelle catene di valore transfrontaliere e dalla fusione senza soluzione di continuità tra industria e servizi che caratterizza l'era digitale. Anche il bilancio dell'UE darà a tal fine il proprio contributo, mobilitando investimenti privati in tali settori.

Sarà impossibile conseguire maggiore produttività e innovazione senza un investimento di ampia portata nell'istruzione e nello sviluppo di competenze. È di fondamentale importanza sostenere i lavoratori adulti, in particolare i 60 milioni scarsamente qualificati, affinché sviluppino un insieme di competenze più ampio e di livello più elevato. Sono del pari necessarie riforme nell'ambito dell'istruzione e della formazione iniziali per invertire la tendenza che evidenzia una crescita della percentuale di alunni che ottengono risultati insoddisfacenti, a oggi superiore al 20 % per quanto riguarda la lettura, la matematica e le scienze. Occorre colmare il divario di competenze digitali e concentrare le strategie globali in materia di competenze sulle esigenze individuali di riqualificazione e miglioramento delle competenze – responsabilità condivisa tra cittadini, imprese e governi – tenendo in considerazione le necessità delle persone più vulnerabili.

È necessario che la crescita e la produttività siano sostenute da mercati competitivi ed efficienti e da riforme strutturali volte a rimuovere gli ostacoli nel contesto imprenditoriale. Buongoverno, istituzioni efficaci, sistemi giudiziari indipendenti ed efficienti, amministrazioni pubbliche di qualità, solidi quadri anticorruzione, realizzazione efficiente degli appalti pubblici, discipline efficaci in materia di insolvenza e sistemi fiscali efficienti sono fattori determinanti del contesto imprenditoriale di uno Stato membro. Tutti i suddetti aspetti, compresi quelli relativi allo Stato di diritto, possono incidere sulle decisioni d'investimento e sono pertanto importanti ai fini dell'incremento della produttività e della competitività, a maggior ragione in un contesto globalizzato e digitalizzato, caratterizzato da una grande mobilità dei capitali. Informazioni sulle prestazioni istituzionali e amministrative degli Stati membri, raccolte mediante altri processi di governance, saranno integrate nel semestre europeo ai fini della valutazione macroeconomica.

5.Equità

Se vuole consolidare i propri risultati economici e sociali, l'UE deve dare piena attuazione al pilastro europeo dei diritti sociali. La ripresa economica ha contribuito al miglioramento dei risultati sociali e occupazionali in tutta Europa, ma servono interventi che garantiscano il godimento dei diritti sociali e scongiurino i rischi legati al crescente divario sociale.

Tutti i lavoratori in Europa meritano condizioni di lavoro eque. La povertà lavorativa è ancora al di sopra dei livelli precedenti alla crisi nella maggior parte degli Stati membri e in Europa minaccia quasi 1 lavoratore su 10. Il lavoro a tempo parziale non volontario, seppur in calo, resta una realtà diffusa in molti Stati membri e il dilagare di forme di lavoro atipiche accentua la segmentazione del mercato del lavoro. In questo contesto garantire una retribuzione equa a tutti i lavoratori, promuovere la transizione verso contratti a tempo pieno e indeterminato e investire nelle persone e nelle loro competenze costituiscono importanti obiettivi politici. Sarebbe opportuno promuovere un coinvolgimento più attivo delle parti sociali e fornire maggiore sostegno allo sviluppo delle loro capacità nei paesi in cui il dialogo sociale è carente. Un regime europeo di riassicurazione delle indennità di disoccupazione (SURE) potrebbe integrare le iniziative nazionali per garantire continuità al sostegno ai lavoratori anche in caso di gravi shock economici. Inoltre l'UE dovrebbe intensificare gli sforzi volti a contrastare tutte le forme di lavoro irregolare che concorrono al dumping sociale e allo sfruttamento dei lavoratori.

Le donne occupano ancora una posizione svantaggiata sul mercato del lavoro. Nonostante risultati scolastici generalmente migliori, il divario occupazionale e retributivo che le separa dagli uomini è rimasto sostanzialmente invariato negli ultimi anni: colmarlo avrebbe ripercussioni positive per l'economia e la società. Per aumentare i tassi di occupazione femminile e contribuire alla lotta contro la povertà infantile è fondamentale adottare politiche efficaci in materia di equilibrio tra vita professionale e vita privata, garantire l'accesso a servizi di qualità per l'infanzia ed eliminare i disincentivi fiscali e previdenziali al lavoro.

Per promuovere l'equità occorre investire nelle competenze, dotarsi di sistemi di protezione sociale adeguati e sostenibili e lottare contro l'esclusione. Il miglioramento dell'inclusività e della qualità dei sistemi di istruzione e formazione è cruciale per favorire l'inclusione di tutti nelle società di domani. Occorre ridurre il tasso di abbandono scolastico e lavorare sulla qualità e l'attrattiva dell'istruzione e formazione professionale. Gli investimenti a favore delle competenze, tuttavia, sono ben lungi dall'essere sufficienti. I sistemi di protezione sociale devono essere adattati in modo da proteggere tutti coloro che ne hanno bisogno, a prescindere dalla loro situazione lavorativa. L'Europa deve anche rimediare con maggior efficienza alle disuguaglianze che gravano sui gruppi a rischio di esclusione – comprese le persone con disabilità, i rom e i migranti – affinché possano realizzare appieno il loro potenziale e contribuire all'economia, ai sistemi di protezione sociale e alla società. L'invecchiamento della popolazione rende sempre più rilevanti gli investimenti nell'assistenza sanitaria e a lungo termine e la salvaguardia della sostenibilità del sistema di protezione sociale, nell'interesse dell'equità intergenerazionale.

Le sfide collegate alla coesione, tanto tra Stati membri quanto al loro interno, si fanno sempre maggiori. Dopo la crisi economica e finanziaria gli Stati membri hanno visto aumentare le disuguaglianze in termini di reddito e accesso ai servizi di base. Le disparità regionali in Europa continuano a rappresentare un problema in quanto incidono negativamente sulla crescita: sebbene le regioni più povere siano diventate più prospere dal 2010, il divario economico con le regioni più ricche si è ampliato anche a causa del declino degli investimenti. In alcuni casi l'evoluzione tecnologica e la transizione energetica potrebbero accentuarlo ulteriormente, a meno che siano adottate misure adeguate per dare impulso alla competitività regionale.

L'UE deve rimanere un catalizzatore della coesione. Al fine di rettificare le disparità regionali e sociali occorre creare opportunità per chi non beneficia direttamente delle aperture di mercato e dell'evoluzione tecnologica. Ciò significa aggiornare le competenze attraverso un'istruzione e una formazione migliori e garantire un'adeguata convergenza regionale su questioni quali l'accesso all'assistenza sanitaria e l'istruzione di qualità. Gli Stati membri devono proseguire le riforme in tal senso, avvalendosi appieno del supporto di tutti gli strumenti di bilancio dell'UE. La connettività delle regioni e l'accesso alla mobilità sono imprescindibili sia per la coesione che per la produttività e devono essere sostenuti da investimenti adeguati.

Il punto di partenza non è lo stesso per tutti gli Stati membri, le regioni e le città impegnati nell'elaborazione e nell'attuazione delle politiche in materia di clima e di ambiente. Le politiche climatiche devono quindi continuare a essere inquadrate in un approccio coesivo per non ostacolare la convergenza. Per quanto la transizione verso un modello economico sostenibile abbia il potenziale di stimolare la crescita e l'occupazione a medio termine in tutta l'UE, sono necessarie misure politiche per attenuare le conseguenze negative a breve termine su determinati settori e regioni. Alcuni settori saranno chiamati a reinventarsi e molti altri dovranno adottare misure per preservare la competitività: è probabile che l'impatto di questi cambiamenti non sia percepito nella stessa misura in tutta Europa. Il nuovo meccanismo per una transizione giusta fornirà sostegno su misura ai cittadini e alle regioni più colpite affinché nessuno sia lasciato indietro, con particolare attenzione per la riconversione delle aree che risentono maggiormente del progressivo abbandono dei combustibili fossili.

L'evasione e l'elusione fiscale, insieme a una corsa al ribasso in termini di imposizione, compromettono la capacità dei paesi di definire politiche tributarie in grado di rispondere alle necessità dell'economia e della popolazione. I regimi fiscali e previdenziali nazionali dovrebbero essere ottimizzati per incentivare maggiormente la partecipazione al mercato del lavoro, migliorare l'equità e la trasparenza e garantire la sostenibilità finanziaria e l'adeguatezza dei sistemi di protezione sociale in un mondo del lavoro in costante evoluzione. I regimi fiscali dovrebbero anche fornire un gettito sufficiente per gli investimenti pubblici, l'istruzione, l'assistenza sanitaria e la protezione sociale, assicurare un'equa ripartizione degli oneri ed evitare distorsioni della concorrenza tra le imprese. In quest'ottica sono fondamentali la lotta contro le pratiche di pianificazione fiscale aggressiva e una tassazione equa delle imprese globalizzate. I regimi di imposta sulle società in vigore nell'UE devono essere riformati urgentemente, perché non sono consoni alle realtà dell'economia globale moderna e non tengono conto dei nuovi modelli di business del mondo digitale. Dove sono generati profitti, anche le tasse e le imposte devono contribuire ai nostri sistemi previdenziali, all'istruzione, alla sanità e alle nostre infrastrutture.

6.Stabilità macroeconomica

L'Unione europea deve stabilizzare ulteriormente l'economia superando le fragilità tuttora esistenti a livello nazionale e dell'UE: si tratta di un presupposto indispensabile per garantire la resilienza agli shock futuri e agevolare la trasformazione. A livello nazionale servono politiche di breve periodo improntate alla responsabilità in ambito economico, di bilancio e finanziario e un'adeguata pianificazione strategica nel più lungo periodo, mentre a livello di UE occorre intervenire per completare le riforme fondamentali volte a rafforzare la zona euro.

Il coordinamento delle politiche nazionali di bilancio, nel pieno rispetto del patto di stabilità e crescita, è fondamentale per sostenere il corretto funzionamento dell'Unione economica e monetaria. Affinché possa adempiere a tutte le sue funzioni la politica di bilancio deve essere responsabile, reattiva e in grado di assicurare finanze pubbliche sane e sostenibili. Si prevede che nel 2020 e nel 2021 l'orientamento della politica di bilancio della zona euro sarà sostanzialmente neutro o lievemente espansivo. La differenziazione delle politiche di bilancio nazionali risulta peraltro ancora insufficiente alla luce del margine di bilancio a disposizione degli Stati membri: in quelli che presentano livelli elevati di debito pubblico, politiche di bilancio prudenti consentirebbero di riportarlo su una traiettoria discendente, ridurrebbero la vulnerabilità agli shock e garantirebbero il pieno funzionamento degli stabilizzatori automatici in caso di recessione economica; negli Stati membri che godono di una situazione di bilancio favorevole, invece, incentivare ulteriormente gli investimenti e altre spese produttive sosterrebbe la crescita a breve e medio termine, contribuendo anche a riequilibrare l'economia della zona euro. Una risposta efficace a un eventuale peggioramento delle prospettive richiederebbe un orientamento di bilancio globalmente improntato al sostegno, fermo restando il perseguimento di politiche pienamente in linea con il patto di stabilità e crescita, tenuto conto delle circostanze specifiche di ciascun paese ed evitando nella misura del possibile la prociclicità.

Per garantire la stabilità occorre affrontare le possibili cause di squilibri interni ed esterni, tutelando al contempo gli investimenti a favore della sostenibilità e della produttività future. Gli squilibri, sia interni che esterni, devono essere tenuti sotto controllo mediante un adeguato monitoraggio e riforme strutturali. Gli Stati membri con esigenze di riduzione dell'indebitamento dovrebbero approfittare dei bassi tassi di interesse per diminuire il debito senza compromettere gli investimenti. Gli attuali livelli elevati del debito pubblico costituiscono una fonte di vulnerabilità per alcuni Stati membri e un vincolo per i governi che vogliono offrire stabilizzazione macroeconomica quando serve. La riduzione del debito permetterà anche di offrire agli Stati membri un certo margine di manovra a livello di bilancio per far fronte alle sfide future e liberare fondi per gli investimenti, soprattutto in considerazione dei vincoli che gravano sui bilanci delle banche e dell'indebitamento del settore privato. Ai fini della riduzione delle vulnerabilità è importante continuare a correggere i grandi squilibri degli stock esterni e far scendere il debito delle imprese e delle famiglie.

Il miglioramento della qualità delle finanze pubbliche è essenziale per stimolare la crescita potenziale e sostenere la trasformazione economica legata alle sfide in materia di clima e digitalizzazione. Gli sforzi dovrebbero interessare tanto il versante delle entrate quanto quello della spesa. Per quanto riguarda la spesa è opportuno procedere a revisioni periodiche, utilizzare strumenti di bilancio "verdi" e privilegiare la spesa che promuove la crescita a lungo termine, in particolare nei settori dell'istruzione, dell'occupazione e degli investimenti. Sul piano delle entrate le imposte dovrebbero sostenere la transizione a un'economia verde, diventare più eque e spostarsi verso fonti meno penalizzanti per la crescita.

Bisogna rafforzare ulteriormente il settore finanziario attraverso il completamento l'Unione bancaria e dell'Unione dei mercati dei capitali. Questo obiettivo dovrebbe essere perseguito, tra le altre cose, mediante l'istituzione di un sistema europeo di assicurazione dei depositi, la riduzione dei crediti deteriorati, il superamento del legame banche-emittente sovrano, il miglioramento della normativa in materia di insolvenza delle banche e l'adozione di misure che approfondiscano l'integrazione finanziaria. In parallelo occorre monitorare da vicino l'aumento del costo del lavoro per unità di prodotto e le impennate dei prezzi immobiliari in diversi paesi, e ove necessario adattare i quadri macroprudenziali e prendere i provvedimenti del caso per evitare l'accumulo di nuovi squilibri. È necessario portare avanti il lavoro sull'Unione dei mercati dei capitali per diversificare le fonti di finanziamento per le imprese e le opportunità di investimento per i risparmiatori, migliorando così la ripartizione dei rischi sul mercato privato nella zona euro. Bisogna inoltre rafforzare la resilienza del sistema finanziario alle minacce informatiche e climatiche.

L'Europa ha bisogno di investimenti mirati che agevolino il passaggio a un'economia climaticamente neutra e pienamente digitale. La flessibilità consentita dal patto di stabilità e crescita dovrebbe essere sfruttata al massimo per consentire gli investimenti necessari senza mettere a repentaglio la sostenibilità di bilancio. Questo ci aiuterà ad adottare nella zona euro un orientamento di bilancio più favorevole alla crescita, preservando nel contempo la responsabilità di bilancio. L'adozione in tempi brevi del nuovo quadro finanziario pluriennale è fondamentale per garantire la pronta disponibilità di investimenti aggiuntivi a sostegno della trasformazione digitale e climatica (cfr. riquadro 2).

Tutti gli elementi citati sopra costituiscono una conditio sine qua non per consolidare il ruolo internazionale dell'euro, il che è a sua volta essenziale per accrescere l'influenza esercitata dall'Europa sui mercati globali. Ciò aiuterà le imprese, i consumatori e i governi europei a far fronte agli sviluppi esterni sfavorevoli e ad affermare il ruolo dell'economia della zona euro sulla scena mondiale. La necessità di agire è sempre più impellente nel contesto attuale, in cui rivalità globali e minacce al multilateralismo sfociano in nuovi conflitti economici di natura commerciale e monetaria che potrebbero inficiare molti effetti positivi della globalizzazione.

Riquadro 2 - Contributo del bilancio dell'UE: necessità di adottare rapidamente il nuovo quadro finanziario pluriennale

Il bilancio dell'Unione europea è la chiave per concretizzare le nostre ambizioni politiche. 

Facendo leva su meccanismi esistenti e nuovi, il piano di investimenti per un'Europa sostenibile garantirà la realizzazione degli investimenti necessari a tener fede agli impegni del Green Deal europeo. Un meccanismo per una transizione giusta si occuperà delle regioni più colpite e farà in modo che nessuno sia lasciato indietro.

Le previsioni indicano che il programma InvestEU mobiliterà oltre 650 miliardi di EUR di investimenti aggiuntivi entro il 2027 grazie a una garanzia dell'UE: si tratta di uno strumento essenziale per attrarre risorse finanziarie private atte a promuovere gli obiettivi dell'UE.

I fondi della politica di coesione (Fondo europeo di sviluppo regionale, Fondo sociale europeo Plus, Fondo di coesione) svolgono un ruolo cruciale nel sostenere la coesione sociale e territoriale negli Stati membri, nelle regioni e nelle zone rurali, consentendo loro di restare al passo con la trasformazione digitale e la transizione verde. Nella proposta relativa al prossimo quadro finanziario pluriennale la Commissione ha assegnato alla politica di coesione una dotazione complessiva per il periodo 2021-2027 pari a 374 miliardi di EUR a prezzi correnti.

Il programma di sostegno alle riforme amplierà la gamma degli strumenti disponibili a livello dell'UE per agevolare l'attuazione delle riforme strutturali in tutti gli Stati membri, offrendo assistenza sia tecnica che finanziaria. In questo contesto lo strumento di bilancio per la convergenza e la competitività si prefigge di sostenere le riforme e gli investimenti negli Stati membri della zona euro.

Il prossimo bilancio dell'UE investirà cifre record nell'innovazione e nella ricerca di avanguardia, sfruttando al massimo la flessibilità di cui dispone per concentrarsi sui settori che racchiudono il maggiore potenziale. Orizzonte Europa stanzierà 98 miliardi di EUR a favore degli investimenti nell'innovazione nell'UE.

Il bilancio dell'UE catalizzerà investimenti sostenibili pubblici e privati e indirizzerà il sostegno offerto dall'UE alla transizione verso l'energia pulita là dove è più necessario. Già nell'attuale bilancio a lungo termine per il periodo 2014-2020 l'UE ha attribuito un peso maggiore alla dimensione climatica e ambientale dei suoi programmi di spesa. L'adattamento ai cambiamenti climatici e la mitigazione dei loro effetti sono stati integrati in tutti i principali settori di spesa unionali. Nella proposta di bilancio dell'Unione per il periodo 2021-2027, che si situa nell'ordine di oltre 1 000 miliardi di EUR ( 5 ), la Commissione europea ha rivisto al rialzo l'ambizione di spesa per le attività connesse al clima e l'ha portata al 25 %, vale a dire 320 miliardi di EUR. Una nuova "architettura verde" nella futura politica agricola comune (PAC) contribuirà in modo più incisivo alla difesa dell'ambiente e del clima mediante azioni che, secondo le previsioni, destineranno agli obiettivi climatici il 40 % della dotazione finanziaria complessiva della PAC.

7.Riorientamento del semestre europeo

La nuova strategia di crescita incentrata sulla sostenibilità competitiva ci aiuterà a realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS). Le sfide economiche, sociali e ambientali incidono sull'economia nel suo insieme e per uscirne vincitori dovremo compiere sforzi notevoli in tutti i settori politici, a livello nazionale e dell'UE. Per la riuscita sarà cruciale la capacità delle autorità pubbliche di orientare le politiche economiche, sociali e di bilancio verso il conseguimento degli OSS. Il contributo dei diversi livelli di governance all'interno dell'UE risulta complesso a causa della divisione delle competenze tra Stati membri e istituzioni dell'UE. Sebbene la trasformazione rappresenti una sfida condivisa, il punto di partenza non è lo stesso per tutti: alcuni Stati membri sono maggiormente esposti ai rischi economici, sociali e ambientali o devono affrontare un percorso più lungo per raggiungere gli OSS. Servono quindi politiche differenziate ma strettamente coordinate tra gli Stati membri. Nell'ultimo decennio il semestre europeo si è dimostrato uno strumento imprescindibile per il coordinamento delle politiche nazionali in materia di economia e occupazione. Può quindi contribuire a guidarle verso il conseguimento degli OSS, monitorando i progressi, garantendo un più stretto coordinamento degli sforzi nazionali in questi settori e focalizzandosi sulle questioni che hanno ripercussioni su tutti i comparti economici.

Il riorientamento del semestre europeo ha già avuto inizio con la prospettiva economica più ampia esposta nella presente strategia annuale di crescita sostenibile. Continuerà con le relazioni per paese 2020 – in cui la Commissione analizza la situazione sociale ed economica degli Stati membri – che includeranno come primo passo un'analisi e un monitoraggio più approfonditi degli OSS. Nelle relazioni 2020 figurerà per la prima volta, a corredo dell'analisi delle sfide economiche e sociali, una sezione dedicata alla sostenibilità ambientale. Lo scopo è appoggiare le iniziative degli Stati membri individuando sinergie e possibili compromessi tra le politiche ambientali, sociali ed economiche a livello nazionale. L'analisi delle relazioni sarà utile anche ai fini dell'utilizzo dei fondi UE per investimenti sostenibili nell'Unione europea. Ogni relazione per paese sarà inoltre accompagnata da un nuovo allegato che illustra la performance dello Stato membro in questione in relazione agli OSS e ne monitora i progressi in base all'apposita serie di indicatori messi a punto da Eurostat. La Commissione ha anche invitato gli Stati membri a fare il punto dei progressi compiuti su quest'aspetto nei rispettivi programmi nazionali di riforma, esercizio che integrerà sul piano qualitativo il monitoraggio basato su indicatori effettuato dalla Commissione nell'ambito del semestre e che consentirà di cogliere gli aspetti trasversali all'economia delle politiche connesse agli OSS. L'intenzione non è imporre altri oneri amministrativi alle amministrazioni nazionali, bensì sfruttare gli strumenti di monitoraggio nazionale esistenti – ad esempio le revisioni nazionali volontarie previste dalle Nazioni Unite – per permettere orientamenti più efficaci e un miglior coordinamento a livello dell'UE. Prendendo le mosse dalle relazioni per paese, le proposte di raccomandazioni specifiche per paese della Commissione per il 2020, la cui adozione è prevista a maggio, porranno l'accento sul contributo delle riforme nazionali al conseguimento di determinati OSS laddove ciò sia funzionale al coordinamento delle politiche economiche e occupazionali che rispondono a sfide economiche condivise.

Il nuovo approccio adottato nell'attuale ciclo del semestre e destinato a essere sviluppato negli anni a venire sosterrà direttamente l'Unione europea e i suoi Stati membri nel perseguimento degli OSS in tutte le politiche economiche e occupazionali, contribuendo a un'economia al servizio di tutti e garantendo la sostenibilità della crescita.

Conclusioni e prossime tappe

Rendere operativa la strategia di crescita sostenibile richiede uno sforzo comune. Saranno necessari un'azione combinata e l'impegno di tutti gli attori europei. Il Consiglio europeo è invitato ad approvare la strategia. Gli Stati membri dovrebbero tenere conto delle priorità definite dalla Commissione nella presente comunicazione al momento di elaborare le politiche e le strategie nazionali che confluiranno nei rispettivi programmi di stabilità o di convergenza e nei programmi nazionali di riforma. Su tali basi la Commissione proporrà raccomandazioni specifiche per paese che saranno poi adottate dagli Stati membri in sede di Consiglio. In ultima analisi il loro contenuto e la loro attuazione sono quindi responsabilità degli Stati membri.

Gli Stati membri dovrebbero avvalersi pienamente degli strumenti politici e di finanziamento che l'UE mette a loro disposizione. La Commissione è pronta a sostenere gli sforzi di riforma di tutti gli Stati membri fornendo assistenza tecnica, in particolare attraverso il programma di sostegno alle riforme proposto. In quest'ottica è previsto che lo strumento di bilancio per la convergenza e la competitività fornisca agli Stati membri della zona euro incentivi e sostegno su misura a favore delle riforme e degli investimenti. Infine, i fondi della politica di coesione ricoprono un ruolo fondamentale nel sostenere la coesione sociale e territoriale.

La governance economica e la responsabilità democratica devono procedere di pari passo. Il Parlamento europeo dovrebbe avere più voce in capitolo nella governance economica dell'Unione. In questo spirito la Commissione avvierà con il Parlamento un dialogo su come tradurre questo principio in realtà. Come primo passo i membri della Commissione responsabili delle questioni economiche compariranno dinanzi al Parlamento europeo prima di ciascuna tappa fondamentale del ciclo del semestre europeo. Una maggiore responsabilità democratica nell'ambito del semestre europeo dovrebbe contribuire a rafforzare la titolarità e, di conseguenza, migliorare l'attuazione delle riforme. Più in generale la Commissione è intenzionata a proseguire il dialogo con gli Stati membri e li invita a coinvolgere i parlamenti nazionali, le parti sociali e tutti i portatori d'interessi pertinenti.

(1)    La relazione comune della Commissione e del Consiglio sull'occupazione (COM(2019) 653), adottata contestualmente alla strategia annuale di crescita sostenibile, illustra nei particolari la situazione del mercato del lavoro e l'evoluzione della politica sociale, ricorrendo fra l'altro al quadro di valutazione della situazione sociale.
(2)    Relazione 2018 sull'invecchiamento demografico https://ec.europa.eu/info/sites/info/files/economy-finance/ip079_en.pdf
(3)

   Dal 2009, la progettazione ecocompatibile garantisce notevoli risparmi energetici, permettendo così di evitare emissioni di CO2, nonché risparmi sempre crescenti in termini di efficienza dei materiali.

(4)    Single Market Performance Report (relazione sulla performance del mercato interno) [SWD(2019) 443].
(5)

   Proposta della Commissione di regolamento del Consiglio che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027 (COM(2018) 322).

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