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Document 52019DC0541

    RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO Relazione della Commissione al Consiglio, ai sensi dell'articolo -11, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97, sulla missione di sorveglianza rafforzata effettuata in Romania il 14 e 15 marzo 2019

    COM/2019/541 final

    Bruxelles, 5.6.2019

    COM(2019) 541 final

    RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO

    Relazione della Commissione al Consiglio, ai sensi dell'articolo -11, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97, sulla missione di sorveglianza rafforzata effettuata in Romania il 14 e 15 marzo

    2019


    La presente relazione sulla missione di sorveglianza rafforzata effettuata in Romania è trasmessa al Consiglio ai sensi dell'articolo -11, paragrafo 4, del regolamento (CE) n. 1466/97 1 . Come previsto all'articolo -11, paragrafo 5, del regolamento (CE) n. 1466/97, le conclusioni provvisorie della missione sono già state trasmesse alle autorità rumene per consentire loro di formulare osservazioni.

    Romania – Procedura per deviazione significativa

    Missione di sorveglianza rafforzata, 14-15 marzo 2019

    Relazione

    1. Introduzione

    La Romania è oggetto di procedure per deviazione significativa dalla primavera 2017. La Romania è stata il primo Stato membro a essere oggetto di una procedura per deviazione significativa. La prima procedura è stata avviata nella primavera 2017 a seguito del rilevamento di una deviazione significativa della Romania dall'obiettivo di bilancio a medio termine nel 2016, quando il disavanzo strutturale è salito al 2,6 % del PIL dallo 0,6 % del 2015. Il 16 giugno 2017 il Consiglio ha emesso una raccomandazione con cui invitava la Romania a operare nel 2017 un aggiustamento strutturale dello 0,5 % del PIL, corrispondente al requisito basato sulla matrice del braccio preventivo del patto di stabilità e crescita in un "periodo normale". Nell'autunno 2017 il Consiglio ha concluso che la Romania non aveva dato seguito effettivo a tale raccomandazione di giugno e che gli sforzi del paese miravano esclusivamente a evitare di superare il valore di riferimento del 3 % del PIL fissato per il disavanzo nominale. Nel dicembre 2017 il Consiglio ha emesso una raccomandazione riveduta relativa alla procedura per deviazione significativa con cui chiedeva un aggiustamento strutturale dello 0,8 % del PIL nel 2018. Nella primavera 2018 il Consiglio ha nuovamente concluso che la Romania non vi aveva dato seguito effettivo. Il regolamento (CE) n. 1466/97 non prevede la possibilità di un'ulteriore raccomandazione riveduta nell'ambito di una singola procedura per deviazione significativa. Pertanto, nel giugno 2018 tale procedura per deviazione significativa è scaduta.

    Subito dopo, nel 2018 è stata avviata una nuova procedura in conseguenza della deviazione significativa nel 2017 dal percorso di avvicinamento all'obiettivo di bilancio a medio termine. Nella raccomandazione del 22 giugno 2018 il Consiglio ha invitato la Romania ad adottare le misure necessarie per assicurare che il tasso di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta non superi il 3,3 % nel 2018 e il 5,1 % nel 2019, corrispondente a un aggiustamento strutturale annuo dello 0,8 % del PIL sia nel 2018 che nel 2019. Il 4 dicembre 2018 il Consiglio ha tratto la conclusione che le autorità non intendevano dare seguito a tale raccomandazione e che gli sforzi miravano esclusivamente a evitare di superare il valore di riferimento del 3 % del PIL fissato per il disavanzo nominale. Su tale base il Consiglio ha emesso una raccomandazione riveduta con cui invitava la Romania ad adottare le misure necessarie per assicurare che il tasso di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta non superi il 4,5 % nel 2019, corrispondente a un aggiustamento strutturale dell'1,0 % del PIL nel 2019. La Romania è stata invitata a riferire entro il 15 aprile 2019 al Consiglio in merito all'azione intrapresa, eventualmente nell'ambito del suo programma di convergenza. La valutazione che la Commissione dà della relazione trasmessa dalla Romania è pubblicata nell’ambito del pacchetto del semestre europeo.

    Questa relazione presenta i risultati della missione di sorveglianza rafforzata in Romania del 14 e 15 marzo 2019. La missione è stata condotta sulla base dell'articolo -11, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97. Il gruppo incaricato della missione ha incontrato il ministro delle Finanze Eugen Teodorovici, il governatore della Banca nazionale di Romania Mugur Isărescu e il presidente del Consiglio di bilancio della Romania Ionuţ Dumitru, accompagnati dai rispettivi funzionari. Come in analoghe missioni precedenti, lo scopo era di discutere le misure di bilancio previste dalle autorità, sottolineare l'esistenza di rischi di bilancio e incoraggiare il rispetto della raccomandazione relativa alla procedura per deviazione significativa. La presente relazione si basa sulle informazioni acquisite prima e durante la missione.

    2. Risultati della missione

    Il disavanzo nominale del 2018 è risultato grossomodo del 3 % del PIL, e quindi non è stato rispettato il requisito del risanamento di bilancio del 2018. Nel 2018 il disavanzo pubblico è stato pari al 2,9 % del PIL in termini di cassa, con un lieve aumento dal 2,8 % del PIL nel 2017. Il disavanzo in termini SEC (competenza), che rappresenta il dato pertinente nell'ambito del patto di stabilità e crescita, sarebbe stato disponibile il 23 aprile 2019. Alcune voci di entrata, quali i superdividendi di imprese statali o i rimborsi (a fine 2018) di fondi dell'Unione per progetti eseguiti prima del 2018, hanno migliorato le entrate di cassa del 2018 ma molto probabilmente non rientreranno nei dati per competenza relativi al 2018. D'altro canto, nel gennaio 2019 i rimborsi dell'IVA sono stati atipicamente bassi, con un impatto positivo sulle entrate del 2018 in termini di competenza (grazie al metodo di adeguamento di un mese dei dati di cassa), ma con un impatto negativo per il 2019. Inoltre, la differenza tra le attrezzature militari pagate e quelle consegnate dovrebbe ridurre le spese 2018 in termini di competenza. Il ministero delle Finanze si è dichiarato convinto che il disavanzo 2018 in termini di competenza sarà appena inferiore al 3 % del PIL, mentre il Consiglio di bilancio ha sottolineato il rischio che il disavanzo 2018 superi leggermente tale soglia.

    Le autorità si prefiggono un aggiustamento strutturale marginale nel 2019 e non intendono quindi dare seguito alla raccomandazione relativa alla procedura per deviazione significativa. Il ministro delle Finanze ha confermato che il governo non ha intenzione di conformarsi alla raccomandazione del Consiglio del 4 dicembre 2018. Le autorità continuano a concentrarsi sul mantenimento del disavanzo nominale al di sotto della soglia del 3 % del PIL prevista dal trattato, prefiggendosi così di evitare il braccio correttivo del patto di stabilità e crescita. Il parlamento ha approvato il bilancio 2019 e la strategia di bilancio pluriennale con notevole ritardo, il 14 marzo 2019. Il bilancio fissa un disavanzo di cassa del 2,76 % del PIL, al di sopra dell'obiettivo inizialmente proposto dal governo del 2,55 % a causa di una decisione del parlamento di aumentare la spesa sociale (assegno per figli) non accompagnata da misure compensative. Il corrispondente obiettivo di disavanzo per competenza è prossimo al 2,8 % del PIL. Sulla base delle stime interne del governo al momento della missione, tale valore fissato per il disavanzo nominale comporterebbe un aggiustamento strutturale dello 0,1 % circa rispetto al 2018, decisamente al di sotto dell'ultima raccomandazione del Consiglio (aggiustamento strutturale dell'1 % del PIL).

    Il conseguimento dell'obiettivo di bilancio 2019 è a rischio. Il ministro delle Finanze ha dichiarato che l'amministrazione fiscale (ANAF) avrebbe presto annunciato le misure alla base delle proiezioni relative al gettito fiscale del bilancio 2019. Secondo il ministro delle Finanze il governo sta lavorando a misure riguardanti, sul fronte delle entrate, il controllo doganale e i prezzi di trasferimento e, sul fronte della spesa, un maggiore controllo delle spese mensili da parte degli enti pubblici. Il gruppo incaricato della missione ha rammentato al ministro che la relazione sull'azione intrapresa, da presentare entro il 15 aprile 2019, avrebbe dovuto illustrare in dettaglio i provvedimenti programmati e quantificare l'impatto atteso sul bilancio di ogni singola misura, comprese quelle volte a migliorare l'adempimento degli obblighi fiscali. Secondo il Consiglio di bilancio le ipotesi macroeconomiche relative al mercato del lavoro (numero di dipendenti e dinamica salariale lorda del settore privato) appaiono molto ottimistiche, e pertanto determinano una possibile sopravvalutazione delle entrate provenienti dai contributi sociali. Inoltre, il bilancio presuppone un significativo miglioramento del rispetto della normativa IVA senza prevedere misure specifiche a sostegno di tale miglioramento. Il Consiglio di bilancio ha aggiunto che, sul fronte della spesa, le pensioni e il contributo all'UE risultano sottovalutati. D'altro canto, il bilancio non include le entrate provenienti dalla nuova imposta sugli attivi bancari, né il trasferimento dei contributi sociali dal secondo pilastro pensionistico. Il Consiglio di bilancio ha sostenuto che, nell'ipotesi di politiche fiscali e di bilancio invariate, la bilancia del rischio pende nettamente verso disavanzi molto maggiori di quelli prospettati dal governo e considerevolmente al di sopra del valore di riferimento del 3 % del PIL stabilito dal trattato.

    La nuova legge sulle pensioni comporta un significativo rischio al rialzo per il disavanzo di bilancio a partire dal 2020. Il ministro delle Finanze ha dichiarato che il governo ha in programma un aggiustamento di bilancio nel 2020 e negli anni successivi. La strategia di bilancio pluriennale che accompagna gli obiettivi 2019 mira a un disavanzo nominale del 2,3 % del PIL nel 2020 e del 2,0 % del PIL nel 2021. Tuttavia, il Consiglio di bilancio ha espresso preoccupazioni per l'impatto sul bilancio che avrà la legge sulle pensioni adottata a fine 2018. Tale legge prevede l'aumento del punto di pensione (il parametro principale utilizzato per l'indicizzazione delle pensioni) nella misura del 15 % nel settembre 2019 e del 40 % nel settembre 2020 e rivede al rialzo gli altri parametri pensionistici a partire dal 2021. Pertanto, secondo le proiezioni del Consiglio di bilancio il disavanzo nominale salirebbe al 4 % del PIL nel 2020 e supererebbe il 5 % del PIL nel 2021, tendenzialmente in linea con la proiezione della Commissione e in contrasto con gli obiettivi del ministero delle Finanze di aggiustamento di bilancio negli stessi anni.

    Le autorità stanno lavorando a modifiche della nuova imposta sugli attivi bancari. A fine dicembre 2018 il governo ha adottato un decreto d'urgenza (GEO 114/2018) contenente varie misure di bilancio, tra cui un'imposta sugli attivi bancari, modifiche sostanziali del secondo pilastro pensionistico e imposte per le società del settore dell'energia e delle telecomunicazioni. La nuova imposta sugli attivi bancari (denominata dal governo "imposta sull'avidità") è prelevata sulle attività totali ed è collegata al livello del tasso d'interesse interbancario (ROBOR). Nell'ambito della missione è stato espresso il timore che l'imposta possa ripercuotersi sulla stabilità finanziaria, abbassare l'intermediazione del settore bancario e indirettamente limitare la normale regolare conduzione della politica monetaria. Il ministro delle Finanze ha comunicato al gruppo incaricato della missione che, in esito al dibattito con i portatori di interessi, l'imposta sugli attivi bancari verrà modificata entro fine marzo. La Banca nazionale di Romania ha condiviso le preoccupazioni della Commissione in merito all'imposta sugli attivi bancari e confermato che l'imposta potrebbe essere oggetto di modifiche volte ad attenuarne gli effetti negativi.

    Il governo potrebbe modificare misure recenti che indeboliscono il secondo pilastro pensionistico. Sulla base di una riforma sistemica del 2008, una quota degli oneri sociali è destinata a conti individuali finanziati (un regime a contribuzione definita) nei fondi pensione gestiti da privati (secondo pilastro pensionistico). I contributi al secondo pilastro, che secondo la riforma originaria dovevano essere progressivamente aumentati al 6 % delle retribuzioni lorde entro il 2016, avevano raggiunto appena il 5,1 % nel 2017 e sono stati ridotti al 3,75 % nel 2018. Il decreto 114/2018 ha introdotto ulteriori modifiche di ampio impatto: ha reso facoltativo il secondo pilastro, dando ai dipendenti la possibilità dopo cinque anni di contribuzione di smettere di versare contributi al secondo pilastro e di trasferire i contributi futuri al primo pilastro; le imprese del settore delle costruzioni possono esentare del tutto i loro dipendenti dal secondo pilastro pensionistico; il decreto ha inoltre aumentato considerevolmente i requisiti patrimoniali minimi applicabili alle società di gestione dei fondi pensione, portandoli ben al di sopra di quelli vigenti negli altri Stati membri, e ha ridotto la commissione amministrativa applicata ai contributi lordi. Tali modifiche rendono estremamente imprevedibile l'ambiente in cui operano le società di gestione dei fondi pensione e incidono negativamente sui loro risultati finanziari. Tutte e sette le società di gestione operanti in Romania hanno comunicato a un certo punto che stanno valutando se uscire dal mercato. Nel corso della missione il ministro delle Finanze ha dichiarato che il governo sta discutendo con i portatori di interessi e che le nuove commissioni e i nuovi requisiti patrimoniali potrebbero essere modificati. La missione ha sottolineato l'importanza della prevedibilità nella definizione delle politiche.

    Il governo sta portando avanti il suo piano di creazione di un Fondo sovrano per lo sviluppo e gli investimenti. L'8 marzo 2019 il governo ha adottato una decisione che istituisce il Fondo sovrano per lo sviluppo e gli investimenti. Il capitale sociale del fondo è costituito da un contributo in denaro e da un apporto di azioni in alcune delle imprese statali più redditizie della Romania, con l'obiettivo dichiarato di generare reddito per contribuire a finanziare gli investimenti interni. La missione ha ribadito le preoccupazioni della Commissione in merito al Fondo, relativamente ai seguenti aspetti: i) la misura in cui le norme sul governo societario saranno applicate al Fondo stesso e alle imprese statali del suo portafoglio; ii) la mancanza di una chiara strategia di investimento e iii) i rischi per il bilancio dello Stato. La missione ha rammentato che, se il Fondo viene classificato al di fuori del settore delle amministrazioni pubbliche, il saldo delle pubbliche amministrazioni diminuirà a causa del mancato gettito dei dividendi delle imprese statali trasferiti al Fondo (pari a circa lo 0,4 - 0,5 % del PIL l'anno). Il ministro ha chiarito che il Fondo non verrà istituito prima della metà del 2019 e che pertanto il mancato gettito dei dividendi non si ripercuoterà integralmente sul disavanzo del 2019.

    (1)

    Regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio, nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1).

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