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Document 52018IP0498

    Risoluzione del Parlamento europeo dell'11 dicembre 2018 sulla mobilità militare (2018/2156(INI))

    GU C 388 del 13.11.2020, p. 22–29 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    13.11.2020   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 388/22


    P8_TA(2018)0498

    Mobilità militare

    Risoluzione del Parlamento europeo dell'11 dicembre 2018 sulla mobilità militare (2018/2156(INI))

    (2020/C 388/04)

    Il Parlamento europeo,

    visti il trattato sull'Unione europea (TUE) e il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,

    visto il documento dal titolo «Visione condivisa, azione comune: un'Europa più forte — Una strategia globale per la politica estera e di sicurezza dell'Unione europea», presentato dal vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR) il 28 giugno 2016,

    viste le conclusioni del Consiglio europeo del 20 dicembre 2013, del 26 giugno 2015, del 15 dicembre 2016, del 9 marzo 2017, del 22 giugno 2017, del 20 novembre 2017, del 14 dicembre 2017 e del 28 giugno 2018,

    viste le conclusioni del Consiglio, del 13 novembre 2017 e del 25 giugno 2018, sulla sicurezza e la difesa nel contesto della strategia globale dell'UE,

    vista la comunicazione della Commissione, del 7 giugno 2017, dal titolo «Documento di riflessione sul futuro della difesa europea» (COM(2017)0315),

    vista la comunicazione congiunta della Commissione europea e del VP/AR, del 10 novembre 2017, sul miglioramento della mobilità militare nell'Unione europea (JOIN(2017)0041),

    vista la comunicazione congiunta della Commissione europea e del VP/AR, del 28 marzo 2018, relativa al piano d'azione sulla mobilità militare (JOIN(2018)0005),

    vista la decisione (PESC) 2017/2315 del Consiglio, dell'11 dicembre 2017, che istituisce la cooperazione strutturata permanente (PESCO) e fissa l'elenco degli Stati membri partecipanti (1),

    vista la raccomandazione del Consiglio, del 6 marzo 2018, relativa a una tabella di marcia per l'attuazione della PESCO (2),

    vista la decisione (PESC) 2018/340 del Consiglio, del 6 marzo 2018, che fissa l'elenco dei progetti da sviluppare nell'ambito della PESCO (3),

    visti le dichiarazioni congiunte, dell'8 luglio 2016 e del 10 luglio 2018, rilasciate dai presidenti del Consiglio europeo e della Commissione europea e dal segretario generale della NATO, gli insiemi comuni di proposte per l'attuazione delle dichiarazioni congiunte approvati dai Consigli dell'Unione europea e della NATO il 6 dicembre 2016 e il 5 dicembre 2017, e le relazioni del 14 giugno e 5 dicembre 2017 e del 6 giugno 2018 sui progressi compiuti nella loro attuazione, comprese le pertinenti conclusioni del Consiglio,

    viste le conclusioni del Consiglio, del 5 dicembre 2017 e del 25 giugno 2018, sull'attuazione delle dichiarazioni congiunte,

    viste la dichiarazione di Bruxelles sulla sicurezza e la solidarietà transatlantiche e la dichiarazione del vertice NATO di Bruxelles, entrambe dell'11 luglio 2018,

    viste le sue risoluzioni del 22 novembre 2016 sull'Unione europea della difesa (4) e del 13 giugno 2018 sulle relazioni UE-NATO (5),

    vista la sua risoluzione, del 13 dicembre 2017, sull'attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC) (6),

    visto l'articolo 52 del suo regolamento,

    visti la relazione della commissione per gli affari esteri e il parere della commissione per i trasporti e il turismo (A8-0372/2018),

    A.

    considerando che i valori fondamentali su cui si fonda l'UE, ovvero la democrazia, il rispetto dei diritti umani e lo Stato di diritto, nonché il sistema internazionale basato su regole e l'unità europea sono confrontati a difficoltà sempre maggiori, in un periodo di tensioni geopolitiche e di degrado del contesto strategico;

    B.

    considerando che una dissuasione credibile, nonché la pianificazione di una risposta alle crisi e della difesa dell'Europa continentale, dipendono dalla capacità di schierare forze, comprese le forze alleate esterne, in modo rapido ed efficiente;

    C.

    considerando che i «dividendi della pace» post 1989 hanno determinato la graduale erosione delle esigenze di difesa in termini di infrastrutture e di mobilità delle forze armate in Europa;

    D.

    considerando che l'UE, in stretta collaborazione con la NATO, intende agire a livello globale quale garante della sicurezza, contribuendo alla pace e alla stabilità, a livello sia interno sia esterno, e garantendo la sicurezza dei suoi cittadini e del territorio attraverso un'ampia varietà di politiche e strumenti unici a sua disposizione per realizzare tali ambizioni;

    E.

    considerando che, in linea con gli obiettivi della strategia globale, l'UE si sta assumendo una responsabilità crescente nell'ambito della propria sicurezza e difesa e sta rafforzando il suo ruolo di partner per la pace e la sicurezza internazionali, in particolare nel vicinato ma anche oltre, nonché la sua autonomia strategica, basata sull'attuazione di una politica estera e di sicurezza comune;

    F.

    considerando che l'UE deve sviluppare la propria autonomia strategica attraverso una politica estera e di sicurezza efficiente al fine di mantenere la pace, prevenire i conflitti e rafforzare la sicurezza internazionale, garantendo al contempo la sicurezza dei suoi cittadini e di coloro che partecipano alle missioni PSDC, al fine di tutelare i propri interessi e di difendere i valori fondanti, contribuendo nel contempo a un efficace multilateralismo;

    G.

    considerando che, per sviluppare la propria resilienza e consolidare l'autonomia strategica nei settori della difesa, della lotta al terrorismo e della cibersicurezza, l'UE deve essere in grado di decidere e di agire senza dipendere dalle capacità di terzi;

    H.

    considerando che la standardizzazione e l'interoperabilità a livello di infrastrutture e di approvvigionamento sono presupposti fondamentali per il conseguimento dell'autonomia strategica, dell'Unione di difesa e di una mobilità militare efficiente;

    I.

    considerando che è possibile conseguire una mobilità militare efficace solo con il pieno coinvolgimento e l'impegno di tutti gli Stati membri, cooperando efficacemente con la NATO, tenendo conto delle risorse disponibili, delle esigenze e delle specificità regionali di ciascuno Stato membro e in modo coerente con le pertinenti iniziative a livello di UE, con l'intento di realizzare un'efficiente infrastruttura europea per le esigenze di sicurezza attraverso progetti coerenti e complementari;

    J.

    considerando che la mobilità militare è un mezzo strategico e operativo a sostegno dell'azione militare, che rafforza l'autonomia strategica dell'Unione e favorisce lo schieramento, il rischieramento e il sostegno delle forze degli Stati membri, al fine di realizzare le ambizioni militari dell'Unione;

    K.

    considerando che l'UE è confrontata a sfide di carattere ibrido e multidirezionale, provenienti in particolare dal Grande Nord, dall'oriente, dai Balcani e dal Sud/Mediterraneo; che un invio più rapido e agevole di mezzi e risorse lungo tali assi (Nord-Sud e Ovest-Est) potrebbe rivelarsi cruciale ai fini di una risposta credibile;

    L.

    considerando che, in occasione del vertice NATO di Varsavia del 2016, i capi di Stato dei paesi alleati hanno convenuto di rafforzare la posizione dell'alleanza in materia di deterrenza e di difesa e hanno aumentato la prontezza delle forze di risposta, avviando nel contempo la «presenza avanzata rafforzata» e la «presenza avanzata personalizzata» per conseguire tali obiettivi;

    M.

    considerando che la mobilità militare è un'azione concreta concepita per rispondere alle esigenze proprie dell'Unione in materia di sicurezza e di difesa e che si inserisce nel quadro della PSDC; che la sicurezza e la difesa collettive degli Stati membri dell'UE e la loro capacità di intervenire nelle crisi estere dipendono in modo sostanziale dalla capacità di spostare, rapidamente e senza impedimenti, truppe alleate e personale, materiali e attrezzature per la gestione civile delle crisi attraverso i rispettivi territori e oltre i confini dell'Unione; che 22 Stati membri dell'UE sono anche alleati della NATO e hanno assunto un impegno a favore della difesa collettiva, disponendo soltanto di un'unica riserva di forze armate e di infrastrutture di trasporto; che gli investimenti previsti per le infrastrutture di trasporto richiedono un maggiore allineamento alle necessità in materia di sicurezza e di difesa;

    N.

    considerando che un numero elevato di ostacoli fisici, giuridici e normativi rende spesso difficili tali spostamenti a causa di notevoli ritardi, rischiando pertanto di mettere a repentaglio il loro scopo, soprattutto in situazioni di crisi; che le esercitazioni militari europee svolte negli ultimi anni sotto l'egida della NATO hanno dimostrato quanto sia cruciale un'adeguata infrastruttura di trasporto per conseguire gli obiettivi militari;

    O.

    considerando che l'UE ha a disposizione politiche e strumenti considerevoli per aiutare gli Stati membri a soddisfare le esigenze di mobilità militare e a rispettare gli impegni internazionali;

    P.

    considerando che il 28 marzo 2018 la Commissione e il VP/AR hanno pubblicato un piano d'azione sulla mobilità militare, che prevede un calendario per le misure che devono essere adottate dall'UE e dai suoi Stati membri; che l'attuazione è iniziata con l'individuazione dei requisiti militari comuni per la mobilità militare all'interno e all'esterno dell'UE e con la presentazione, nell'ambito del prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP), di una proposta di finanziamento della mobilità militare attraverso il meccanismo per collegare l'Europa (MCE), che consenta di finanziare progetti concernenti il duplice uso (civile e di difesa) delle infrastrutture di trasporto;

    Q.

    considerando che le conclusioni del Consiglio del 25 giugno 2018 invitano gli Stati membri ad attuare, il prima possibile e comunque entro il 2024, misure a livello nazionale volte a migliorare l'efficacia della mobilità militare, a semplificare le regole e le procedure pertinenti coerentemente con il piano d'azione, nonché le esigenze militari applicabili alla mobilità militare, sia all'interno che oltre i confini dell'Unione, in conformità della legislazione nazionale degli Stati membri;

    R.

    considerando che è stato avviato un progetto PESCO sulla mobilità militare al fine di integrare le attività della Commissione e del VP/AR; che un ulteriore progetto PESCO relativo a una rete di centri logistici in Europa e al sostegno delle operazioni dovrebbe aggiungersi a tale impegno; che l'obiettivo di consentire il duplice uso delle infrastrutture è della massima importanza per tali esigenze logistiche; che gli Stati membri hanno inoltre assunto impegni in materia di mobilità militare nel quadro degli impegni più vincolanti previsti dal protocollo PESCO; che i progetti PESCO dovrebbero essere sviluppati in collaborazione con la NATO; che vi è l'esigenza di un progetto PESCO sulla sfida della mobilità con riferimento alle missioni militari di cui all'articolo 43, paragrafo 1, TUE, in particolare le azioni di trasporto aereo e marittimo;

    S.

    considerando che l'MCE è un programma di finanziamento comune a gestione centralizzata, volto a promuovere lo sviluppo di una rete transeuropea (TEN) ad alte prestazioni, sostenibile e interconnessa nei settori dei trasporti, dell'energia e dei servizi digitali, incentrato sull'agevolazione dei collegamenti transfrontalieri e sull'eliminazione delle strozzature, e che fornisce un chiaro valore aggiunto dell'UE facilitando la cooperazione e il coordinamento transnazionali; che il progetto di QFP per il periodo 2012-2027 prevede, alla linea di bilancio dell'MCE nel settore dei trasporti, una nuova dotazione destinata alle esigenze della mobilità militare; che è altamente auspicabile mantenere e migliorare ulteriormente l'efficienza dell'MCE;

    T.

    considerando che l'Agenzia europea per la difesa gestisce diversi progetti nell'ambito della mobilità militare, dei nullaosta diplomatici e dei nodi di trasporto multimodali dell'UE, nonché i programmi ad hoc recentemente istituiti sulle procedure di autorizzazione dei movimenti transfrontalieri e sull'armonizzazione dei requisiti militari correlati alle dogane; che i lavori dell'Agenzia europea per la difesa e della Commissione devono articolarsi in maniera chiara e coerente allo scopo di aiutare gli Stati membri a completare alcuni aspetti del piano d'azione; che i bisogni, le priorità e le esigenze militari degli Stati membri devono essere prese in considerazione nel quadro di un processo di consultazione;

    U.

    considerando che recentemente la mobilità militare è stata indicata come un ambito prioritario della cooperazione UE-NATO nell'insieme comune di proposte per l'attuazione della dichiarazione congiunta e che è stata riaffermata come priorità nella nuova dichiarazione congiunta e nella dichiarazione di Bruxelles sulla sicurezza e la solidarietà transatlantiche; che la NATO ha trasmesso all'UE le sue norme relative alla mobilità militare, compresi i suoi parametri generici per le infrastrutture di trasporto;

    V.

    considerando che la NATO si sta concentrando inoltre sul miglioramento delle sue capacità logistiche attraverso il piano di abilitazione per il settore di competenza del SACEUR, in particolare adeguando la normativa e le procedure, migliorando il comando e controllo, incrementando le capacità di trasporto e potenziando le infrastrutture; che in tale contesto sono stati istituiti due nuovi comandi, il Joint Force Command a Norfolk e il Joint Support and Enabling Command a Ulm;

    W.

    considerando che tre delle quattro nazioni quadro che, a partire dal 2019, dispiegheranno forze nella presenza avanzata rafforzata della NATO sul fronte orientale saranno esterne all'UE; che la presenza costante sul continente e il trasporto di rinforzi dagli Stati Uniti, dal Canada e dal Regno Unito è determinante per la sicurezza dell'Europa;

    X.

    considerando che un migliore pre-posizionamento delle scorte logistiche militari, inclusi munizioni e carburante, contribuirà ad attenuare alcune pressioni sulla mobilità;

    Y.

    considerando che, nonostante tutte queste misure istituzionali, i principali miglioramenti delle capacità di mobilità militare devono provenire dagli Stati membri dell'UE, che devono adeguare le infrastrutture e i contesti normativi nazionali; che ciò richiederà un approccio esteso a tutta l'amministrazione, tenuto conto della vasta gamma di questioni che devono essere affrontate; che questo sforzo comune deve essere attuato nel pieno rispetto dei processi decisionali e dei requisiti costituzionali nazionali degli Stati membri dell'UE, prendendo in considerazione nel contempo le esigenze di mobilità militare individuate dalla cooperazione UE-NATO;

    Z.

    considerando che dal piano d'azione sulla mobilità militare e da un'analisi pilota avviata dalla presidenza estone nel 2017 per i paesi del corridoio Mare del Nord-Mar Baltico della rete transeuropea di trasporto è emerso che l'altezza massima consentita e la tolleranza sul peso di molti ponti stradali non sono sufficienti per i veicoli militari e che vi è una capacità di carico insufficiente al trasporto su rotaie di materiale militare sovradimensionato;

    1.

    sottolinea che la mobilità militare è uno strumento strategico centrale che consente all'UE di perseguire i propri interessi di sicurezza e difesa efficacemente e in modo complementare con altre organizzazioni, come la NATO, e che non dovrebbe essere limitata soltanto alla rimozione degli ostacoli fisici, giuridici e infrastrutturali; pone l'accento sulla necessità di migliorare la mobilità militare per le capacità di rinforzo rapido della NATO, che accrescerebbe la sicurezza collettiva e potrebbe aumentare il contributo dell'UE alla sicurezza e alla stabilità internazionali; accoglie con favore il fatto che la mobilità militare abbia recentemente ottenuto una notevole attenzione da parte di tutti gli attori pertinenti; osserva che la mobilità militare rafforza la prontezza dell'Europa nonché la sua posizione di difesa nei confronti dei potenziali avversari e nelle situazioni di crisi, contribuendo nel contempo a realizzare il livello di ambizione dell'UE nell'ambito della politica di difesa e di sicurezza, compresa l'autonomia strategica a livello politico, operativo e industriale;

    2.

    sottolinea che l'introduzione, nell'Unione, del piano d'azione per una mobilità militare si iscrive nell'obiettivo principale di migliorare la mobilità dell'UE e, al contempo, di rispondere alle sfide logistiche e di mobilità fissate nella politica di sicurezza e di difesa comune (PSCD); osserva l'importanza, a tal fine, di armonizzare le norme e i regolamenti doganali transfrontalieri, nonché le procedure amministrative e legislative; sottolinea che il ruolo svolto dalle imprese comuni dell'UE è fondamentale per l'armonizzazione delle procedure amministrative e legislative, sia nell'ambito dell'MCE che del piano d'azione per la mobilità militare; auspica che la mobilità duale contribuisca positivamente allo sviluppo dell'MCE, sia in materia di bilancio che in risposta a nuove e future esigenze;

    3.

    sottolinea che lo sviluppo dell'Unione europea della difesa e il rafforzamento dell'autonomia strategica e della resilienza non dovrebbero generare maggiori tensioni nei rapporti tra l'UE e gli attori regionali pertinenti sotto il profilo strategico;

    4.

    sottolinea che la realizzazione della mobilità militare in Europa è un'iniziativa nata in primo luogo dall'impegno e dalla volontà politica manifestati dagli Stati membri, mentre l'UE dovrebbe contribuire guidando il processo mediante la definizione di un quadro per i requisiti, l'erogazione di finanziamenti, la stesura di protocolli volti ad agevolare un'efficiente circolazione delle attrezzature tecniche e delle risorse umane, la promozione della cooperazione e la messa a disposizione di consessi per lo scambio di migliori pratiche, di informazioni e di esperienze con il coinvolgimento sia delle autorità civili sia di quelle militari; sottolinea che un'efficace mobilità militare andrà a vantaggio di tutti gli Stati membri, rafforzandone la connettività in ambito sia militare sia civile; ribadisce la necessità di rispettare le procedure decisionali nazionali e le funzioni costituzionali di ciascuno Stato membro;

    5.

    sottolinea l'importanza di promuovere una cooperazione intersettoriale (sinergie) tra gli Stati membri al fine di sviluppare una mobilità duale efficiente, interoperabile, sicura, multimodale, intelligente e sostenibile, che sia in grado di rispondere alle nuove sfide della digitalizzazione dei trasporti (automazione e connettività), e di adempiere in modo attendibile agli obblighi e alle responsabilità dell'UE in materia di logistica duale (civile e di difesa), nel suo ruolo di attore globale;

    6.

    sostiene con vigore l'invito del Consiglio agli Stati membri affinché sviluppino, entro la fine del 2019, piani nazionali per la mobilità militare e attribuiscano alla loro attuazione una priorità elevata; accoglie con favore le altre misure concordate nelle conclusioni del Consiglio nel contesto della strategia globale dell'UE del 25 giugno 2018 ed esorta gli Stati membri a rispettare le scadenze ivi fissate; sottolinea che il successo degli sforzi tesi a promuovere la mobilità militare consentirebbe agli Stati membri di realizzare efficacemente la pianificazione della difesa sia nazionale sia collettiva europea nonché la partecipazione efficiente alle esercitazioni congiunte, all'addestramento e alle missioni e operazioni PSDC;

    7.

    sottolinea l'importanza della mobilità della reazione in caso di crisi, ovvero l'esigenza di essere rapidi ed efficienti nello schierare i mezzi per le missioni e le operazioni, al fine di garantire che l'UE mantenga la sua posizione di affidabile garante della sicurezza e attore per la pace a livello globale, e sia in grado di rispondere efficacemente a situazioni quali catastrofi naturali e crisi umanitarie, nonché di realizzare missioni militari di cui all'articolo 43, paragrafo 1, TUE, come descritto negli scenari illustrativi e di attuare le clausole di mutua assistenza e di solidarietà;

    8.

    ritiene che un'efficiente politica di mobilità militare rafforzerà le missioni PSDC dell'UE, tenuto conto della loro dimensione internazionale e dell'obiettivo di preservare la pace, incrementando le sinergie tra le necessità di difesa e rafforzerà altresì la capacità dell'UE di rispondere a situazioni di emergenza, e che le missioni umanitarie e le risposte alle catastrofi naturali all'interno dell'UE dovrebbero anche trarre beneficio da una rafforzata mobilità militare; osserva che la tipologia delle missioni che trarrebbero maggiore beneficio da una rafforzata mobilità militare nell'UE e altrove sono quelle nell'ambito della difesa collettiva e delle missioni e operazioni di gestione delle crisi a livello nazionale o europeo; sottolinea, in tale contesto, che i progressi nel presente ambito aiuteranno gli Stati membri dell'UE che sono anche membri della NATO a rispettare gli impegni a norma dell'articolo 5; evidenzia il ruolo particolare svolto dagli Stati membri neutrali; riconosce, tuttavia, che, a norma dell'articolo 42, paragrafo 7, TUE, gli Stati membri dell'UE hanno anche un esplicito obbligo di aiuto e assistenza con tutti i mezzi in loro possesso qualora uno Stato membro subisca un'aggressione armata nel suo territorio, coerentemente con gli impegni assunti nel quadro della NATO;

    9.

    riconosce l'importanza di un'analisi approfondita per l'individuazione delle aree dell'UE o degli Stati membri con maggiore bisogno di investimenti nella mobilità militare e più esposte al rischio di minacce esterne alla sicurezza;

    10.

    riconosce la natura complessa della sfida, che riguarda, tra l'altro, questioni legate alla costruzione delle infrastrutture, a norme comuni, a normative in materia di trasporto, alle dogane, alle imposte e alle autorizzazioni dei movimenti, nonché tutti i livelli di governo dalle amministrazioni comunali alle organizzazioni internazionali; chiede a tale proposito quadri che consentano di riunire attori sia civili sia militari a tutti i livelli, provenienti anche dalla NATO o da partner della NATO, per discutere delle questioni pertinenti e garantire in tal modo un valore aggiunto nonché un coordinamento e un'attuazione efficaci, e sottolinea che, al fine di raggiungere un risultato ottimale, gli Stati membri debbano investire nella formazione comune del personale amministrativo e istituzionale; si compiace dell'impegno profuso dalla Commissione nella ricerca di soluzioni per unificare e semplificare le procedure doganali entro la fine del 2018; sottolinea che la cooperazione istituzionale tra gli Stati membri, le organizzazioni e le agenzie coinvolte è fondamentale per garantire all'armonizzazione della legislazione dell'UE; evidenzia che sarebbe opportuno realizzare un coordinamento e uno scambio di esperienze speciali nel caso del duplice uso delle infrastrutture destinate alle merci pericolose al fine di prevenire il rischio di incidenti, ottimizzando nel contempo la sicurezza di tutta la rete;

    11.

    rileva il forte declino nella quantità di materiale rotabile disponibile, in particolare di vagoni a pianale, per il trasporto di veicoli e attrezzature pesanti con breve preavviso;

    12.

    riconosce che operare in un contesto così complesso crea numerose difficoltà legate alla duplicazione e al coordinamento, oltre che alle relative spese, che potrebbero essenzialmente compromettere il progetto globale se non adeguatamente gestite; prende atto del fatto che, in seno all'UE, sono già stati attuati progetti nell'ambito del settore dei trasporti sulla base della cooperazione duale, per esempio il progetto Cielo unico europeo; chiede agli Stati membri e alla Commissione di garantire un quadro di cooperazione più efficiente; evidenzia che, al fine di attuare progetti di mobilità militare, sarà necessaria una maggiore collaborazione tra gli Stati membri e sarà altresì necessario incoraggiare la cooperazione tra la sfera civile e quella militare; sottolinea l'esigenza di coordinamento con i progetti sulla mobilità militare elaborati nel quadro della PESCO e con i progetti realizzati nel contesto del Fondo europeo per la difesa;

    13.

    sottolinea pertanto che per un esito positivo è assolutamente indispensabile comprendere lo scopo strategico comune, nonché lo sviluppo di un piano comune e della cooperazione tra gli Stati membri; sottolinea la necessità imperativa di una pianificazione militare coerente per un'effettiva autonomia strategica, basata sulla standardizzazione e sull'interoperabilità delle attrezzature e degli armamenti, nonché sulla dottrina strategica e sui processi di comando e di controllo; accoglie con favore, in tale contesto, il piano d'azione sulla mobilità militare, che delinea iniziative concrete per i diversi attori istituzionali e gli Stati membri dell'UE e che riconosce il ruolo strategico svolto dalla rete transeuropea di trasporto; plaude agli impegni assunti dagli Stati membri;

    14.

    si rammarica che il piano d'azione descriva sostanzialmente un approccio dal basso, con solo una visione strategica limitata di quali obiettivi concreti di difesa l'UE miri a raggiungere attraverso le varie attività descritte nel piano d'azione; deplora a tale proposito l'assenza persistente di un libro bianco dell'UE sulla difesa, che avrebbe potuto fornire tale progettualità generale; ritiene comunque che l'approccio attuale abbia notevoli meriti e che sarà al servizio degli interessi di tutti gli Stati membri dell'UE, sia degli Stati neutrali che degli Stati membri dell'Unione che svolgono un ruolo come alleati della NATO;

    15.

    sottolinea che il calendario ambizioso del piano d'azione dovrebbe essere rispettato, sia dalle istituzioni dell'UE sia dagli Stati membri, per garantire che le attuali carenze in termini di mobilità siano colmate quanto prima e che sia realizzato l'elevato livello di ambizione della politica di difesa e sicurezza; accoglie con favore l'invito contenuto nel piano d'azione ai fini di un miglioramento della mobilità militare tenendo conto delle minacce ibride, in particolare rispetto alle infrastrutture di trasporto e alle infrastrutture critiche, e di un aumento della resilienza delle infrastrutture di trasporto rispetto a tali minacce;

    16.

    prende nota dei progressi compiuti nello sviluppo dei requisiti militari per la mobilità militare all'interno dell'UE e oltre, in particolare per le infrastrutture a duplice uso, e accoglie con favore la stretta partecipazione degli Stati membri in tutte le fasi del processo, la guida dei Paesi Bassi rispetto al progetto PESCO nonché l'apporto fornito dalla NATO;

    17.

    si compiace della proposta della Commissione sull'impiego dell'MCE e i notevoli fondi previsti per i progetti di mobilità militare a duplice uso allo scopo di garantire che le infrastrutture siano adattate per tenere conto delle esigenze di duplice uso; ritiene che il duplice uso delle infrastrutture sia una condizione preliminare essenziale affinché la rete di trasporto civile possa trarre beneficio dal piano d'azione e dalla dotazione per la mobilità militare; ritiene che l'attuazione del piano d'azione rappresenti un'opportunità per consentire alla rete di trasporto civile di beneficiare di una maggiore capacità di rete e di promuovere i collegamenti multimodali; accoglie con favore gli inviti a valutare e adattare la rete transeuropea di trasporto al fine di soddisfare i requisiti militari individuati che saranno altresì applicati ai nuovi progetti di trasporto civile, in particolare aeroporti, porti, autostrade e ferrovie, che fungono da nodi intermodali nei corridoi chiave; evidenzia, pertanto, l'esigenza di stilare, congiuntamente con gli Stati membri, un elenco delle infrastrutture e dei corridoi nazionali che tenga conto delle specificità militari degli Stati membri; osserva che lo sviluppo di progetti a duplice uso dovrebbe essere sostenibile e conforme alle norme ambientali;

    18.

    è del parere che, al fine di ottimizzare l'uso dei fondi dell'UE, qualsiasi progetto di interesse comune in materia di trasporti finanziato dall'MCE dovrebbe integrare, ove necessario, i requisiti della mobilità militare già nella fase di progettazione per evitare, in una fase successiva, un inutile ammodernamento delle infrastrutture e, pertanto, un uso antieconomico dei finanziamenti; ritiene che qualsiasi contributo proveniente dalla dotazione dell'MCE per la mobilità militare dovrebbe dare priorità, ove possibile, ai progetti multimodali, in quanto offrono le maggiori opportunità di duplice uso, nonché ai progetti transfrontalieri, poiché contribuiscono a ovviare ai collegamenti mancanti e alle strozzature esistenti, che oggi costituiscono i principali ostacoli fisici a una mobilità rapida e senza interruzioni, sia per i civili che per il trasferimento di truppe e di attrezzature militari pesanti; evidenzia che il processo di individuazione delle sezioni della rete TEN-T idonee al trasporto militare deve massimizzare in modo incondizionato le sinergie civili e militari e rispettare il principio del duplice uso; ritiene che investimenti supplementari lungo la rete potrebbero portare benefici significativi per la mobilità militare, contribuendo nel contempo al completamento della rete TEN-T centrale entro il 2030 e della rete globale entro il 2050; sottolinea che i finanziamenti provenienti dalla dotazione per la mobilità militare dovrebbero poter essere utilizzati per l'adeguamento delle infrastrutture di trasporto nel quadro sia della rete TEN-T centrale che di quella globale;

    19.

    sostiene la decisione di stanziare la dotazione per la mobilità militare nel quadro della gestione centralizzata del programma MCE con un rigoroso obiettivo di mobilità a duplice uso; prende atto delle azioni preliminari previste dal piano d'azione; invita la Commissione ad adottare atti delegati entro il 31 dicembre 2019 al fine di precisare ulteriormente i requisiti militari, elencare le sezioni della TEN-T idonee al trasporto militare, i progetti infrastrutturali a duplice uso prioritari e definire le procedure di valutazione riguardanti l'ammissibilità delle azioni connesse alla mobilità militare nonché i criteri di aggiudicazione;

    20.

    ricorda che diverse tecnologie utilizzate nel settore della difesa sono state applicate con successo al settore civile; sottolinea che l'introduzione di un sistema di trasporto intelligente basato su sistemi di applicazioni telematiche quali ERTMS e SESAR e il ricorso alle tecnologie del programma Galileo/EGNOS/GOVSATCOM rappresentano una delle opportunità più stimolanti per il settore dei trasporti civili; ritiene pertanto che le future revisioni del piano d'azione dovrebbero esaminare in ultima istanza la possibilità che i trasporti civili sfruttino le risposte militari a tali sfide, ad esempio nel campo della cibersicurezza e della comunicazione sicura; chiede ulteriori misure volte ad aumentare la cooperazione e la fiducia tra attori della difesa e della cibersicurezza e a rafforzare la cooperazione in quanto parte della PESCO; sottolinea l'esigenza di proseguire lo sviluppo di una rete comune per contrastare le minacce ibride, al fine di garantire la resilienza delle infrastrutture di rilevanza strategica alla luce del lavoro per il miglioramento della mobilità militare nell'Unione; sottolinea l'importanza dei continui sforzi profusi dalle istituzioni dell'UE per aggiornare il regolamento sul controllo delle esportazioni di prodotti a duplice uso;

    21.

    riconosce il valore delle possibili proposte di regolamentazione del trasporto di merci pericolose destinate all'uso militare, di aggiornamento del codice doganale dell'UE e di adeguamento delle norme sull'IVA;

    22.

    accoglie con favore lo scambio di informazioni e di migliori prassi tra gli attori militari e civili in tal senso e sottolinea l'esigenza di lavorare di concerto per stabilire una base comune per la regolamentazione del trasporto di merci pericolose destinate all'uso militare;

    23.

    osserva che il piano d'azione identifica un numero elevato di compiti che devono essere svolti a livello di Stati membri, e a tal fine l'Agenzia europea per la difesa e la Commissione sono tenute a fornire un supporto e una guida per un'attuazione rapida ed efficiente; ricorda la necessità di elaborare un quadro normativo doganale e fiscale, in particolare per ciò che riguarda l'IVA; sottolinea in particolare l'importanza di stabilire norme armonizzate per le autorizzazioni dei movimenti transfrontalieri, che costituiscono un ostacolo importante ai movimenti rapidi; ritiene che gli Stati membri dell'UE dovrebbero lavorare insieme al fine di massimizzare l'efficacia del duplice uso transfrontaliero e ridurre i costi amministrativi; sostiene, in tale contesto, la volontà di accelerare, da qui al 2019, i tempi di attraversamento delle frontiere e, a tal fine, di rilasciare autorizzazioni diplomatiche per la mobilità terrestre, marittima e aerea in cinque giorni, e di prevedere un'ulteriore riduzione di tale termine per le unità di reazione rapida;

    24.

    sostiene la decisione degli Stati membri facenti parte della cooperazione strutturata permanente di includere la mobilità militare nell'elenco iniziale dei 17 progetti prioritari da sviluppare nell'ambito del quadro PESCO; sottolinea in tale contesto che il progetto PESCO sulla mobilità militare potrebbe costituire uno strumento utile per il coordinamento degli sforzi degli Stati membri previsti nel piano d'azione e di altre attività al di là delle competenze immediate dell'UE; ritiene che tale divisione del lavoro, accompagnata da un coordinamento adeguato, sia essenziale affinché il progetto PESCO apporti valore aggiunto; accoglie con favore, inoltre, gli impegni più vincolanti sulla semplificazione del trasporto militare transfrontaliero contenuti nella notifica PESCO; invita gli Stati membri a partecipare attivamente al progetto PESCO sulla mobilità militare;

    25.

    sottolinea l'importanza di un'informazione e un coinvolgimento opportuni delle comunità locali rispetto alla pianificazione e all'impatto delle grandi infrastrutture per la mobilità militare;

    26.

    sottolinea che, in ultima istanza, l'UE può solo integrare gli sforzi degli Stati membri; sottolinea altresì che la buona riuscita dipende in modo sostanziale dall'accettazione da parte degli Stati membri di un approccio esteso a tutta l'amministrazione per affrontare le problematiche pertinenti e dalla loro capacità di attuare tale approccio; mette in luce l'importanza dell'impegno politico degli Stati membri a trasformare in realtà un'efficace mobilità militare nell'UE e oltre; sottolinea che, per avere successo, la mobilità militare richiederà la cooperazione di tutti gli alleati NATO e il coordinamento con essi;

    27.

    accoglie con favore la nuova dichiarazione congiunta sulla cooperazione UE-NATO e la dichiarazione di Bruxelles sulla sicurezza e la solidarietà transatlantiche nonché l'enfasi che entrambe pongono sulle questioni legate alla mobilità militare; plaude inoltre alle nuove iniziative della NATO, in particolare al piano di abilitazione per il settore di competenza del SACEUR; accoglie con favore l'operato della NATO inteso a garantire la mobilità militare in tal senso ed esorta sia l'UE che la NATO a evitare un'inutile duplicazione degli sforzi; sottolinea l'importanza dei porti in quanto punti di collegamento tra l'UE e i suoi alleati della NATO e per i collegamenti di trasporto marittimo intraeuropeo a corto raggio; sottolinea l'importanza della trasparenza e della comunicazione in merito alle iniziative di difesa dell'UE, inclusa la PESCO, nei confronti degli Stati Uniti e degli altri alleati NATO al fine di evitare malintesi, e accoglie con favore le iniziative di difesa dell'UE per il rafforzamento del pilastro europeo nell'ambito dell'alleanza NATO;

    28.

    sollecita pertanto l'UE, i suoi Stati membri e la NATO a intensificare la cooperazione e il coordinamento, anche con l'utilizzo di fondi per progetti comuni, con una maggiore flessibilità politica, con la formalizzazione del rapporto UE-NATO, con l'ampliamento degli ambiti di cooperazione e la più ampia condivisione di informazioni, ove sia negli interessi di sicurezza dell'UE, in modo tale da garantire la realizzazione di sinergie; auspica che gli ostacoli alla condivisione delle informazioni classificate tra i due organismi siano superati quanto prima per consentire tale cooperazione più stretta;

    29.

    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio europeo, al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, alle agenzie dell'UE nel settore della difesa, al Segretario generale della NATO e ai governi e parlamenti degli Stati membri dell'UE e della NATO.

    (1)  GU L 331 del 14.12.2017, pag. 57.

    (2)  GU C 88 dell'8.3.2018, pag. 1.

    (3)  GU L 65 dell'8.3.2018, pag. 24.

    (4)  GU C 224 del 27.6.2018, pag. 18.

    (5)  Testi approvati, P8_TA(2018)0257.

    (6)  Testi approvati, P8_TA(2017)0492.


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