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Document 52018IP0118

    Risoluzione del Parlamento europeo del 18 aprile 2018 sui progressi relativi ai patti mondiali delle Nazioni Unite sui rifugiati e per una migrazione sicura, ordinata e regolare (2018/2642(RSP))

    GU C 390 del 18.11.2019, p. 69–75 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    18.11.2019   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

    C 390/69


    P8_TA(2018)0118

    Progressi relativi ai patti globali dell'ONU sui rifugiati e per una migrazione sicura, ordinata e regolare

    Risoluzione del Parlamento europeo del 18 aprile 2018 sui progressi relativi ai patti mondiali delle Nazioni Unite sui rifugiati e per una migrazione sicura, ordinata e regolare (2018/2642(RSP))

    (2019/C 390/09)

    Il Parlamento europeo,

    vista la Carta delle Nazioni Unite,

    visti la Convenzione del 1951 sullo status dei rifugiati e il Protocollo del 1967 relativo allo status dei rifugiati,

    visti la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e gli altri trattati e strumenti delle Nazioni Unite in materia di diritti umani,

    vista la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo,

    vista l'agenda per il lavoro dignitoso dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), in particolare la Convenzione 189 dell'OIL sul lavoro dignitoso per le lavoratrici e i lavoratori domestici (2011),

    vista la risoluzione A/RES/71/1 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 19 settembre 2016 dal titolo "Dichiarazione di New York per i rifugiati e i migranti" (1),

    visto l'allegato I della Dichiarazione di New York, il quadro globale di risposta per i rifugiati,

    visto l'allegato II della Dichiarazione di New York, dal titolo "Verso un patto mondiale per una migrazione sicura, ordinata e regolare",

    visti gli orientamenti dell'UE del 6 marzo 2017 in materia di promozione e tutela dei diritti del bambino e la comunicazione della Commissione del 12 aprile 2017 sulla protezione dei minori migranti (COM(2017)0211),

    vista la risoluzione A/RES/71/280 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 6 aprile 2017 dal titolo "Modalities for the intergovernmental negotiations of the global compact for safe, orderly and regular migration"(Modalità di svolgimento dei negoziati intergovernativi del patto mondiale per una migrazione sicura, ordinata e regolare) (2),

    vista la relazione del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite del 28 aprile 2017 dal titolo "Report of the Special Rapporteur on the human rights of migrants on a 2035 agenda for facilitating human mobility"(Relazione del relatore speciale sui diritti umani dei migranti relativa a un programma per la facilitazione della mobilità umana entro il 2035) (3),

    visto il documento dell'UNHCR del 17 maggio 2017 dal titolo "Towards a global compact on refugees: a roadmap"(Verso un patto mondiale sui rifugiati: una tabella di marcia) (4),

    vista la relazione del Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, dell'11 gennaio 2018 dal titolo "Making migration work for all"(Rendere la migrazione vantaggiosa per tutti) (5),

    visto il progetto preliminare del patto mondiale sui rifugiati dell'UNHCR del 31 gennaio 2018 (6),

    visti il progetto preliminare e il progetto preliminare aggiornato del patto mondiale per una migrazione sicura, ordinata e regolare rispettivamente del 5 febbraio 2018 (7) e del 5 marzo 2018 (8),

    vista la Dichiarazione di Abidjan del 5o vertice UE-UA del novembre 2017,

    visti la risoluzione A/RES/70/1 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite dal titolo "Transforming our world – the 2030 Agenda for Sustainable Development"(Trasformare il nostro mondo – l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile) e i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile ivi racchiusi, adottati il 25 settembre 2015 in occasione del vertice delle Nazioni Unite a New York (9),

    vista la Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie, approvata con la risoluzione 45/158 del 18 dicembre 1990 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite (10),

    vista l'osservazione generale congiunta del Comitato per la protezione dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie (CMW) e del comitato sui diritti del fanciullo (CRC) relativa ai diritti umani dei minori nel contesto della migrazione internazionale,

    vista la sua risoluzione del 13 aprile 2016 sull'UE in un contesto globale in evoluzione – Un mondo maggiormente connesso, contestato e complesso (11),

    vista la sua risoluzione del 25 ottobre 2016 sui diritti umani e la migrazione nei paesi terzi (12),

    vista la sua risoluzione del 1o giugno 2017 sulla resilienza quale priorità strategica dell'azione esterna dell'UE (13),

    viste le sue risoluzioni del 5 aprile 2017 su come far fronte ai movimenti di rifugiati e migranti: ruolo dell'azione esterna dell'UE (14) e del 12 aprile 2016 sulla situazione nel Mediterraneo e la necessità di un approccio globale dell'UE in materia di immigrazione (15),

    viste la relazione approvata della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni il 12 ottobre 2017 sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un quadro dell'Unione per il reinsediamento e modifica il regolamento (UE) n. 516/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio (A8-0316/2017), e la necessità per l'UE di reinsediare un numero di persone pari almeno al 20 % della proiezione annuale delle esigenze globali di reinsediamento,

    visto l'articolo 123, paragrafo 2, del suo regolamento,

    A.

    considerando che, conformemente all'articolo 13, paragrafo 2, della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, ogni individuo ha il diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio paese; che nel 1999 il Comitato delle Nazioni Unite per i diritti umani, nella sua osservazione generale n. 273 (paragrafo 8), ha precisato che tale diritto non può essere subordinato ad alcuno scopo specifico né al periodo di tempo in cui il soggetto sceglie di rimanere al di fuori del paese;

    B.

    considerando che in occasione del vertice delle Nazioni Unite sui rifugiati e sui migranti, tenuto dall'Assemblea generale a New York il 19 settembre 2016, gli Stati membri dell'ONU hanno approvato all'unanimità la "Dichiarazione di New York per i rifugiati e i migranti", a seguito della quale sono stati avviati due processi separati, distinti e indipendenti, ma comunque sostanzialmente correlati, allo scopo di adottare un patto mondiale sui rifugiati nel 2018 e un patto mondiale per una migrazione sicura, ordinata e regolare, che sarà sottoscritto durante una conferenza in Marocco nel dicembre 2018;

    C.

    considerando che l'allegato I della Dichiarazione di New York istituisce un quadro globale di risposta per i rifugiati (CRRF), basato sul principio della ripartizione internazionale delle responsabilità e sulla volontà degli Stati membri dell'ONU di far fronte alle cause profonde dei trasferimenti forzati; che il CRRF presenta azioni specifiche intese a ridurre la pressione sui paesi ospitanti, ad accrescere l'autonomia dei rifugiati, ad ampliare l'accesso a soluzioni che prevedono il coinvolgimento di paesi terzi e a creare, nei paesi di origine, le condizioni necessarie per consentire il ritorno sicuro e dignitoso dei rifugiati;

    D.

    considerando che l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati è stato in vitato a condurre consultazioni su un programma di azione a integrazione del CRRF e a proporre un patto mondiale sui rifugiati nella sua relazione annuale all'Assemblea generale del 2018;

    E.

    considerando che l'UE e i suoi Stati membri hanno partecipato al processo preparatorio e ai dibattiti che hanno condotto alla presentazione dei progetti preliminari; che a seguito dell'avvio della fase maggiormente critica del processo, e di conseguenza della decisione degli Stati Uniti di abbandonare i negoziati, è ancora più importante che l'Unione e i suoi Stati membri assumano un ruolo guida per garantire un testo forte, incentrato sulle persone e fondato sui diritti umani;

    F.

    considerando che la migrazione è un fenomeno umano complesso; che, sebbene i rifugiati siano definiti in modo specifico e tutelati dal diritto internazionale, in quanto individui che risiedono al di fuori del loro paese di origine a causa del timore di persecuzioni, conflitti, violenze o altre circostanze, e che di conseguenza necessitano di protezione internazionale, i rifugiati, così come i migranti, sono titolari di diritti umani e spesso sono soggetti a una maggiore vulnerabilità, violenze e abusi durante l'intero processo migratorio; che il patto mondiale sui rifugiati e il patto mondiale per una migrazione sicura, ordinata e regolare sono processi complementari la cui attuazione necessiterà di azioni congiunte;

    G.

    considerando che la mobilità delle persone e la migrazione rappresentano fenomeni in crescita e che il numero di migranti internazionali in tutto il mondo è pari a circa 258 milioni di persone; che il numero di migranti in rapporto alla popolazione mondiale è aumentato dal 2,8 % nel 2000 al 3,4 % nel 2017; che il 48 % dei migranti sono donne; che la maggior parte dei migranti viaggia in modo sicuro e ordinato; che l'85 % delle migrazioni ha luogo tra paesi caratterizzati dallo stesso livello di sviluppo; che nel 2017 l'Europa è stata la seconda principale fonte di migranti internazionali (61 milioni) (16);

    H.

    considerando che, stando ai dati dell'UNHCR, circa 65 milioni di persone vivevano in condizioni di sfollamento forzato alla fine del 2015, di cui 12 milioni di siriani; che secondo la Banca mondiale circa 9 milioni di persone sono state sfollate tra il 2012 e il 2015, ponendo il sistema di aiuti umanitari globale dinanzi a una difficile sfida; che l'84 % dei rifugiati al mondo e il 99 % degli sfollati interni sono ospitati in paesi o regioni in via di sviluppo, la maggior parte nel continente africano, mentre solo il 10 % di tutti i rifugiati è ospite in paesi europei, esclusa la Turchia; che, secondo le proiezioni delle esigenze globali di reinsediamento dell'UNHCR per il 2018, si prevede che dovranno essere reinsediate quasi 1,2 milioni di persone; che dal 2000 oltre 46 000 migranti e rifugiati in tutto il mondo sono morti in cerca di sicurezza e dignità all'estero, compresa una stima minima di 14 500 decessi nel Mediterraneo centrale dal 2014 (17);

    I.

    considerando che l'Europa è storicamente una regione sia di destinazione che di origine; che anche gli europei sono migrati all'estero a causa di difficoltà economiche, conflitti o persecuzioni politiche; che la perdurante crisi economica e finanziaria ha costretto un numero elevato di cittadini europei a emigrare, anche verso le economie emergenti del sud del mondo;

    J.

    considerando che molti bambini migranti sono vittime di violenze, abusi e sfruttamento; che oltre 100 paesi sono noti per la detenzione dei minori per ragioni legate alla migrazione (18); che i bambini rifugiati hanno una probabilità cinque volte superiore di non frequentare la scuola rispetto agli altri bambini e che meno di un quarto degli adolescenti rifugiati è iscritto alla scuola secondaria;

    K.

    considerando che i lavoratori migranti sono spesso esposti a discriminazioni, sfruttamento e violazioni dei diritti; che il 23 % dei 24,9 milioni di persone costrette al lavoro forzato in tutto il mondo è costituito da migranti internazionali;

    L.

    considerando che l'esperienza ha dimostrato che i migranti apportano un contributo positivo ai paesi in cui vivono, come pure ai loro paesi d'origine; che i migranti contribuiscono ai paesi in cui vivono pagando le tasse e immettendo circa l'85 % del loro reddito nelle economie di tali paesi; che nel 2017, secondo le stime, 596 miliardi di USD sono stati trasferiti mediante rimesse a livello mondiale, di cui 450 miliardi di USD sono stati trasferiti verso paesi in via di sviluppo – un importo fino a tre volte superiore rispetto al totale degli aiuti pubblici allo sviluppo;

    1.

    sostiene fermamente gli obiettivi della Dichiarazione di New York per i rifugiati e i migranti e del corrispondente processo per lo sviluppo di un regime di governance globale, al fine di rafforzare il coordinamento in materia di migrazione internazionale, mobilità umana, grandi flussi di rifugiati e protrarsi della condizione di rifugiato, nonché di mettere in atto soluzioni e approcci duraturi volti a definire con chiarezza l'importanza di tutelare i diritti dei rifugiati e dei migranti;

    2.

    invita gli Stati membri dell'UE a unirsi attorno a una posizione unica dell'Unione e a difendere attivamente e far progredire i negoziati sull'importante questione del patto mondiale per una migrazione sicura, ordinata e regolare e del patto mondiale sui rifugiati;

    3.

    è convinto che in un mondo altamente interdipendente le sfide legate alla mobilità umana possano essere affrontate al meglio e con efficacia dalla comunità internazionale nel suo insieme; accoglie favorevolmente, pertanto, l'avvio di negoziati intergovernativi sul patto mondiale per una migrazione sicura, ordinata e regolare e delle consultazioni formali sul patto mondiale sui rifugiati, sulla base dei progetti preliminari, da concludere entro luglio 2018;

    4.

    invita l'Unione europea, in particolare l'alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza, a sfruttare tutto il suo peso diplomatico e a mobilitare le delegazioni dell'Unione, non solo a New York e a Ginevra ma anche in altri paesi chiave, in particolare i paesi in via di sviluppo, la cui effettiva partecipazione al processo è essenziale in quanto paesi di origine e di transito ma anche di destinazione, e dovrebbe essere facilitata dall'Unione onde garantire l'esito positivo del processo;

    5.

    sottolinea che i principali trattati internazionali in materia di diritti umani riconoscono i diritti di tutti gli esseri umani, compresi i migranti e i rifugiati, indipendentemente dal loro status giuridico, e obbligano gli Stati a rispettarli, ivi compreso il principio fondamentale di non respingimento; chiede che sia prestata particolare attenzione alle persone che si trovano in situazioni di particolare vulnerabilità e necessitano di assistenza medica o psicologica speciale, anche a seguito di violenza o tortura fisica, dettata da pregiudizi, sessuale o di genere; appoggia l'inclusione nei patti mondiali di misure concrete in tale ambito; ricorda inoltre che le vulnerabilità sono spesso dovute a circostanze nei paesi di origine, di transito e accoglienza o di destinazione derivanti non solo dall'identità dell'individuo ma anche dalle scelte politiche, dalle disuguaglianze e dalle dinamiche strutturali e sociali;

    6.

    ricorda che gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS), figuranti nell'agenda 2030, riconoscono che politiche migratorie pianificate e ben gestite possono contribuire a realizzare lo sviluppo sostenibile e la crescita inclusiva, nonché a ridurre le disuguaglianze all'interno e tra gli Stati membri; chiede che venga dedicata la debita attenzione agli aspetti relativi alla migrazione degli OSS e dei patti mondiali; invita l'UE e i suoi Stati membri a rispettare il loro impegno di conseguire gli OSS relativi ai minori, attuando gli orientamenti dell'UE in materia di promozione e tutela dei diritti del bambino del 6 marzo 2017;

    7.

    invita gli Stati membri delle Nazioni Unite ad assumersi l'impegno distinto di promuovere la parità di genere e l'emancipazione delle donne e delle ragazze, quale elemento centrale del patto mondiale, in linea con l'obiettivo di sviluppo sostenibile n. 5; ricorda, inoltre, che la migrazione può rappresentare un acceleratore per l'emancipazione delle donne e la parità, considerando che il 48 % dei migranti sono donne e due terzi di esse lavorano;

    8.

    invita gli Stati membri delle Nazioni Unite ad assumersi l'impegno distinto di assicurare la protezione dei minori nell'ambito della migrazione; sottolinea che tutti i minori, indipendentemente dal loro stato di migranti o rifugiati, sono innanzitutto e soprattutto bambini, cui devono essere garantiti tutti i diritti previsti nella Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo e che il loro interesse superiore deve essere una considerazione preminente in tutte le azioni e le decisioni che li riguardano; ritiene che i patti mondiali rappresentino un'opportunità per rafforzare i parametri di riferimento per la protezione dei minori interessati dalla migrazione e dai trasferimenti forzati; accoglie con favore l'inclusione nel progetto preliminare di impegni chiari su questioni specifiche e urgenti, quali l'invito a porre fine al trattenimento di minori, il miglioramento delle azioni relative ai migranti dispersi, il forte sostegno al ricongiungimento familiare e ad altri percorsi regolari, la prevenzione dell'apolidia dei minori e l'integrazione dei minori rifugiati e richiedenti asilo nei sistemi nazionali di tutela dei minori, nel sistema dell'istruzione e nel sistema sanitario; invita l'UE e i suoi Stati membri a sostenere fortemente tali proposte al fine di assicurare che siano incluse nel testo finale da adottare a dicembre;

    9.

    sottolinea che dovrebbe essere mantenuta un'attenzione particolare sulle diverse cause della migrazione irregolare e degli sfollamenti forzati (conflitti, persecuzioni, pulizia etnica, violenza generalizzata o altri fattori come la povertà estrema, i cambiamenti climatici o le catastrofi naturali);

    10.

    deplora il costante e diffuso fenomeno dell'apolidia, che pone gravi sfide in materia di diritti umani; invita l'UE e i suoi Stati membri ad assicurare che tale questione sia adeguatamente affrontata nei negoziati in corso sui patti mondiali;

    11.

    sottolinea che le consultazioni e i negoziati devono essere trasparenti e inclusivi e devono coinvolgere tutte le parti interessate, le autorità locali e regionali nonché le istituzioni e la società civile, comprese le organizzazioni di migranti, per quanto possibile, nonostante la natura intergovernativa dei negoziati; sottolinea la necessità di valorizzare il ruolo dei parlamenti nella fase finale del processo di adozione dei patti e sottolinea in particolare la necessità di rafforzare la dimensione parlamentare della posizione dell'UE;

    12.

    ritiene che occorre elaborare un meccanismo di coordinamento al fine di assicurare la complementarità tra i due patti e la coerenza su questioni trasversali;

    13.

    sottolinea l'importanza del monitoraggio e della raccolta di dati disaggregati sui migranti e i rifugiati, accompagnati da indicatori specifici per migranti - che sono di vitale importanza per l'elaborazione delle politiche - basati su dati fattuali e non su miti o false percezioni, garantendo nel contempo i diritti fondamentali, compreso il diritto alla vita privata e le norme sulla protezione dei dati e impedendo che i titolari dei dati siano esposti a gravi violazioni dei diritti umani;

    14.

    sottolinea la necessità di rafforzare il monitoraggio dell'attuazione di entrambi i patti mondiali nel futuro prossimo, in particolare in considerazione del loro carattere non vincolante, al fine di evitare approcci "à la carte"da parte dei diversi Stati interessati; chiede, a tal proposito, una stretta sorveglianza mediante l'istituzione di indicatori di riferimento, ove opportuno; sottolinea la necessità di garantire che l'architettura delle Nazioni Unite e le sue agenzie competenti possano disporre delle risorse necessarie per ogni compito che gli Stati decidono di delegare loro nell'attuazione e nel monitoraggio dei patti;

    15.

    riconosce che la gestione della migrazione richiede investimenti ingenti, risorse adeguate e strumenti flessibili e trasparenti, e che negli anni a venire saranno necessari strumenti ben progettati, flessibili e razionalizzati per rispondere alle sfide della migrazione; invita ad attribuire un ruolo più importante agli strumenti di finanziamento dell'UE nell'attuazione dei patti mondiali; chiede che il prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP) includa la coerenza finanziaria ed esamini il sostegno finanziario a lungo termine per le politiche migratorie e di asilo e le azioni derivanti dai patti mondiali; ritiene che le dotazioni di bilancio destinate allo sviluppo debbano continuare a concentrarsi sull'eliminazione sostenibile della povertà;

    Patto mondiale sui rifugiati

    16.

    accoglie con favore il progetto di patto per i rifugiati e il suo approccio incentrato sulle persone e sui diritti umani; si congratula con l'UNHCR per il lavoro svolto e l'impegno ad attuare il suo mandato nel modo pia completo possibile; invita tutti i paesi a impegnarsi a favore di una più equa ripartizione della responsabilità di accogliere e sostenere i rifugiati a livello mondiale ed esorta l'UE e i suoi Stati membri a riconoscere e onorare la propria parte di responsabilità;; chiede l'adozione di un meccanismo di condivisione della responsabilità a livello mondiale, sostenendo un approccio basato sui diritti umani per il patto proposto;

    17.

    sottolinea la necessità di garantire un'assistenza solida e continua ai paesi in via di sviluppo che ospitano un numero considerevole di rifugiati e di assicurare che siano offerte ai rifugiati soluzioni durature, in particolare facendo in modo che siano autosufficienti e integrati nella comunità in cui vivono; ricorda che il patto rappresenta un'opportunità unica per rafforzare i collegamenti tra le politiche di aiuto umanitario e di sviluppo e per migliorare l'efficacia, l'efficienza e la sostenibilità della protezione dei rifugiati e della ricerca di soluzioni per gli stessi, creando una risposta globale e riunendo tutte le parti interessate;

    18.

    sottolinea la necessità di includere i rifugiati come interlocutori attivi nella definizione del patto e di altre risposte internazionali alle situazioni dei rifugiati;

    19.

    chiede la non criminalizzazione dell'assistenza umanitaria; chiede maggiori capacità di ricerca e soccorso per le persone in difficoltà, il dispiegamento di maggiori capacità da parte di tutti gli Stati e il riconoscimento del sostegno fornito da attori privati e ONG nell'esecuzione di operazioni di soccorso in mare e a terra;

    20.

    chiede che le soluzioni di reinsediamento siano sviluppate e rafforzate nel patto negoziato, quale elemento fondamentale per una reale condivisione della responsabilità, tramite impegni specifici e coordinati che definiranno o incrementeranno la portata, l'estensione e la qualità dei programmi di reinsediamento, al fine di soddisfare le esigenze annuali mondiali di reinsediamento indicate dall'UNHCR; invita in particolare gli Stati membri dell'UE a fare la loro parte e ad aumentare il loro impegno a tal proposito;

    21.

    sollecita il pieno rispetto del diritto al ricongiungimento familiare e insiste sullo sviluppo di canali sicuri e legali per i rifugiati, oltre al reinsediamento, tra cui i corridoi umanitari, i visti internazionali umanitari, i regimi di reinsediamento regionale e altri canali legali complementari (come la sponsorizzazione privata, i visti di studio, i programmi di borse di studio per i rifugiati e accordi flessibili in materia di visti), affinché i rifugiati possano raggiungere destinazioni con condizioni di accoglienza adeguate e dignitose;

    22.

    invita tutti i paesi a firmare, ratificare e rispettare la Convenzione di Ginevra del 1951 sullo status dei rifugiati e il Protocollo del 1967 relativo allo status dei rifugiati (Convenzione di Ginevra);

    23.

    sottolinea la necessità di approfittare di questa opportunità per sviluppare appieno una prospettiva di genere orizzontale e rinnovata per una risposta internazionale collettiva alla questione dei rifugiati che affronti le esigenze specifiche di protezione delle donne, compresa la lotta alla violenza contro le donne, e che migliori le capacità e le competenze delle donne ai fini della ricostruzione e della resilienza di tutte le società, contribuendo quindi a superare l'immagine delle donne come nient'altro che vittime; chiede, in tale contesto, la piena partecipazione delle donne, a partire dall'infanzia, garantendo alle ragazze l'accesso all'istruzione, anche nelle situazioni di emergenza e nelle aree di conflitto, ascoltando la loro voce e tenendo conto delle loro esigenze e realtà attraverso la loro partecipazione all'elaborazione delle politiche e delle soluzioni alla crisi dei rifugiati, in modo da rendere queste ultime più sostenibili, reattive ed efficaci;

    Patto mondiale per una migrazione sicura, ordinata e regolare

    24.

    insiste sul fatto che il patto mondiale per una migrazione sicura, ordinata e regolare dovrebbe essere incentrato sulle persone e fondato sui diritti umani e dovrebbe prevedere misure a lungo termine, sostenibili e globali, a vantaggio di tutte le parti interessate, basandosi sul principio del partenariato e il rafforzamento della cooperazione tra i paesi di origine, di transito e di destinazione;

    25.

    ritiene che il patto rappresenti un'opportunità unica per inserire la correlazione tra sviluppo e migrazione nell'agenda politica mondiale; è fermamente convinto che gli OSS forniscano un quadro globale e olistico su cui basare il nesso tra migrazione e sviluppo;

    26.

    ricorda che la relazione del Segretario generale dell'ONU dal titolo "Making migration work for all"(Far funzionare la migrazione per tutti) pone l'accento sull'esistenza di prove evidenti a dimostrazione del fatto che, nonostante le sfide reali, la migrazione apporta vantaggi sia per i migranti che per le comunità di accoglienza, in termini economici e sociali, e può rappresentare un motore per la crescita economica e l'innovazione; sostiene fermamente il perpetuarsi di una narrazione positiva in materia di migrazione e chiede la creazione di campagne dell'UE e internazionali che attirino l'attenzione sugli elementi di prova e contrastino le tendenze razziste e xenofobe nelle nostre società;

    27.

    invita gli Stati membri delle Nazioni Unite a ridurre al minimo i costi di trasferimento delle rimesse e ad affrontare la questione nel corso degli attuali negoziati sul patto;

    28.

    sottolinea che la migrazione è stata riconosciuta come una strategia di adattamento proattiva, un sistema di sopravvivenza contro la povertà, un fattore che contribuisce alla crescita inclusiva e allo sviluppo sostenibile;

    29.

    è fermamente convinto che sia giunto il momento di riunire tutti gli elementi dell'architettura dell'ONU, compresa l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), al fine di sostenere gli sforzi internazionali volti a gestire la migrazione e consolidare la cooperazione; deplora profondamente, pertanto, la decisione dell'amministrazione statunitense di porre fine alla sua partecipazione ai negoziati per un patto globale per una migrazione ordinata, sicura e regolare; invita l'UE ad assumere un ruolo guida in tale processo e a condannare gli altri paesi che escono dai negoziati o indeboliscono il contenuto del patto finale; invita l'UE a essere all'altezza delle sue responsabilità come attore globale e ad adoperarsi per assicurare la conclusione positiva dei negoziati; insiste sulla necessità che gli Stati membri dell'UE diano prova di unità e si esprimano con una sola voce a sostegno di un regime basato sui diritti umani internazionali per la gestione delle migrazioni;

    30.

    ritiene che l'apertura di più percorsi legali per la migrazione, anche sulla base di analisi realistiche delle esigenze del mercato del lavoro, scoraggerebbe la migrazione irregolare e diminuirebbe il numero dei decessi, i casi di abuso di migranti irregolari da parte di trafficanti e i casi di sfruttamento dei migranti irregolari da parte di datori di lavoro senza scrupoli;

    31.

    invita tutti i paesi ad adottare le opportune misure per impedire l'abuso dei diritti umani e lo sfruttamento dei migranti sul loro territorio, anche da parte dei datori di lavoro; invita gli Stati membri delle Nazioni Unite, a tal fine, a firmare, ratificare e rispettare la Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie, approvata con la risoluzione 45/158 del 18 dicembre 1990 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite; sottolinea che il patto dovrebbe rispettare ed essere in linea con le norme internazionali in materia di lavoro, in particolare i principi e i diritti fondamentali relativi al lavoro e le pertinenti convenzioni dell'OIL e delle Nazioni Unite concernenti la tutela dei lavoratori migranti e delle loro famiglie;

    32.

    sottolinea l'importanza di garantire un'adeguata assistenza al rimpatrio volontario e al reinserimento delle persone che fanno ritorno nel loro paese di origine; sottolinea che i minori dovrebbero essere rimpatriati solamente se ciò è nel loro interesse superiore e in condizioni di sicurezza, con assistenza e su base volontaria, utilizzando le relazioni informative dei paesi di origine specifiche per ogni bambino e offrendo un sostegno a lungo termine per il loro reinserimento;

    33.

    invita gli Stati membri delle Nazioni Unite a prendere in considerazione l'adozione di dettagliati piani d'azione nazionali o subnazionali, promuovendo un approccio esteso a tutto il governo per l'attuazione delle raccomandazioni del patto onde affrontare le diverse dimensioni della migrazione, compresi lo sviluppo, i diritti umani, la sicurezza, gli aspetti sociali, l'età e il genere, e considerando le implicazioni politiche sulla salute, l'istruzione, la tutela dei minori, gli alloggi, l'inclusione sociale, la giustizia, l'occupazione e la sicurezza sociale;

    34.

    appoggia la richiesta della dichiarazione di New York di un monitoraggio e verifiche sistematici degli impegni assunti dagli Stati membri in materia di migrazione; dichiara la propria disponibilità a essere associato a questo processo a livello dell'UE e sostiene l'inclusione dei migranti e di altri soggetti interessati;

    35.

    invita il Consiglio, la Commissione e il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza a tenere il Parlamento pienamente aggiornato in tutte le fasi del processo di azione dei patti mondiali;

    o

    o o

    36.

    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, all'Ufficio dell'Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, all'Organizzazione internazionale per le migrazioni e alle Nazioni Unite.

    (1)  http://www.un.org/en/development/desa/population/migration/generalassembly/docs/A_RES_71_1_E.pdf

    (2)  https://www.un.org/en/development/desa/population/migration/generalassembly/docs/A_RES_71_280.pdf

    (3)  A/HRC/35/25 https://daccess-ods.un.org/TMP/8451200.72364807.html

    (4)  http://www.unhcr.org/58e625aa7.pdf

    (5)  https://refugeesmigrants.un.org/SGReport

    (6)  http://www.unhcr.org/Zero-Draft.pdf

    (7)  https://refugeesmigrants.un.org/sites/default/files/180205_gcm_zero_draft_final.pdf

    (8)  https://refugeesmigrants.un.org/sites/default/files/2018mar05_zerodraft.pdf

    (9)  http://www.un.org/ga/search/view_doc.asp?symbol=A/RES/70/1&Lang=E

    (10)  http://www.un.org/documents/ga/res/45/a45r158.htm

    (11)  GU C 58 del 15.2.2018, pag. 109.

    (12)  Testi approvati, P8_TA(2016)0404.

    (13)  Testi approvati, P8_TA(2017)0242.

    (14)  Testi approvati, P8_TA(2017)0124.

    (15)  GU C 58 del 15.2.2018, pag. 9.

    (16)  Nazioni Unite, Dipartimento per gli affari economici e sociali/divisione popolazione (2017). Trends in International Migrant Stock: The 2017 revision (Tendenze della popolazione internazionale di migranti: la revisione del 2017 (Banca dati delle Nazioni Unite, POP/DB/MIG/Stock/Rev.2017).

    (17)  https://missingmigrants.iom.int/latest-global-figures

    (18)  Relazione dell'UNICEF, Uprooted: the growing crisis for refugee and migrant children (Sradicati: la crisi sempre più grave dei bambini migranti e rifugiati), settembre 2016, pag. 39, https://www.unicef.org/videoaudio/PDFs/Uprooted.pdf


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