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Document 52018DC0413

    Raccomandazione di RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO sul programma nazionale di riforma 2018 della Lettonia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2018 della Lettonia

    COM/2018/413 final

    Bruxelles, 23.5.2018

    COM(2018) 413 final

    Raccomandazione di

    RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

    sul programma nazionale di riforma 2018 della Lettonia

    e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2018 della Lettonia


    Raccomandazione di

    RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

    sul programma nazionale di riforma 2018 della Lettonia

    e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2018 della Lettonia

    IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA,

    visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea, in particolare l’articolo 121, paragrafo 2, e l’articolo 148, paragrafo 4,

    visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche 1 , in particolare l’articolo 5, paragrafo 2,

    vista la raccomandazione della Commissione europea 2 ,

    viste le risoluzioni del Parlamento europeo 3 ,

    viste le conclusioni del Consiglio europeo,

    visto il parere del comitato per l’occupazione,

    visto il parere del comitato economico e finanziario,

    visto il parere del comitato per la protezione sociale,

    visto il parere del comitato di politica economica,

    considerando quanto segue:

    (1)Il 22 novembre 2017 la Commissione ha adottato l’analisi annuale della crescita, segnando l’inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2018. Essa ha tenuto debitamente conto del pilastro europeo dei diritti sociali, proclamato dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione il 17 novembre 2017. Il Consiglio europeo del 22 marzo 2018 ha approvato le priorità indicate nell’analisi annuale della crescita. Il 22 novembre 2017 la Commissione ha adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011, anche la relazione sul meccanismo di allerta, in cui la Lettonia non è stata annoverata tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito. Lo stesso giorno la Commissione ha anche adottato una raccomandazione di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro, che è stata approvata dal Consiglio europeo del 22 marzo 2018. Il 14 maggio 2018 il Consiglio ha adottato la raccomandazione sulla politica economica della zona euro (“raccomandazione per la zona euro”).

    (2)In quanto Stato membro la cui moneta è l’euro e considerate le strette correlazioni fra le economie nell’Unione economica e monetaria, la Lettonia dovrebbe garantire l’attuazione piena e tempestiva della raccomandazione sulla politica economica della zona euro, come riflessa nelle raccomandazioni che seguono, in particolare di cui ai punti da 1 e 2.

    (3)Il 7 marzo 2018 è stata pubblicata la relazione per paese relativa alla Lettonia 2018 4 . Nella relazione sono stati valutati i progressi compiuti dal paese nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio l’11 luglio 2017, il seguito dato alle raccomandazioni adottate negli anni precedenti e i progressi realizzati nel conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020.

    (4)L’11 aprile 2018 la Lettonia ha presentato il suo programma nazionale di riforma 2018 e il 16 aprile 2018 il suo programma di stabilità 2018. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente onde tener conto delle loro correlazioni.

    (5)La programmazione dei fondi strutturali e d’investimento europei per il periodo 20142020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell’articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio 5 , ove necessario per sostenere l’attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio, la Commissione può chiedere ad uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di avvalersi di tale possibilità negli orientamenti sull’applicazione delle misure per collegare l’efficacia dei fondi strutturali e d’investimento europei a una sana gestione economica 6 .

    (6)La Lettonia è attualmente nel braccio preventivo del patto di stabilità e crescita. Nel programma di stabilità 2018 il governo prevede un deterioramento del saldo nominale da un disavanzo dello 0,5% del PIL nel 2017 a un disavanzo dello 0,9% del PIL nel 2018 e nel 2019 prima che venga conseguito un miglioramento che permetterà di arrivare allo 0,4% del PIL nel 2020 e nel 2021. Questo percorso dovrebbe essere coerente con l’obiettivo di bilancio a medio termine di un disavanzo strutturale dell’1% del PIL e con gli scostamenti consentiti in virtù della clausola relativa alla riforma delle pensioni e alla riforma strutturale del settore sanitario. Il disavanzo strutturale di bilancio ricalcolato[1] dovrebbe aumentare, passando dal -1,2% del PIL del 2017 al -1,7% del PIL nel 2018 per poi diminuire passando al -1,5% del PIL nel 2019. Secondo il programma di stabilità 2018, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe diminuire passando dal 40,1% nel 2017 al 36% nel 2021. Le proiezioni di crescita del PIL contenute nel programma appaiono marcatamente ottimistiche per il 2018 e plausibili per il 2019 rispetto alle previsioni della Commissione. I rischi gravanti sulla situazione di bilancio sono orientati al ribasso a causa delle previsioni ottimistiche per quanto riguarda il gettito derivante dalle misure di miglioramento del rispetto dell’obbligo tributario.

    (7)L’11 luglio 2017 il Consiglio ha raccomandato alla Lettonia di conseguire l’obiettivo di bilancio a medio termine nel 2018, tenendo conto degli scostamenti temporanei autorizzati per l’attuazione della riforma sistemica delle pensioni e delle riforme strutturali. Ciò è coerente con un tasso di crescita nominale massima della spesa pubblica primaria netta 7 pari al 6,0% nel 2018, che corrisponde a un deterioramento consentito del saldo strutturale dello 0,3% del PIL. In base delle previsioni di primavera 2018 della Commissione c’è il rischio di una deviazione significativa dall’obiettivo di bilancio a medio termine nel 2018. Tale rischio, tuttavia, può essere più basso nel 2018 per effetto del risultato migliore del previsto registrato nel 2017. Al tempo stesso, lo strumento di plausibilità basato sulle previsioni di primavera 2018 della Commissione segnala un elevato livello di incertezza per quanto riguarda le stime, basate sulla metodologia comune, del divario tra prodotto effettivo e potenziale per la Lettonia. Qualora vengano confermati, tali valori saranno presi in considerazione nella valutazione ex post per il 2018 che sarà effettuata nella primavera del 2019.

    (8)Nel 2019 la Lettonia dovrebbe conseguire l’obiettivo di bilancio a medio termine, tenendo conto dello scostamento temporaneo consentito nel periodo 2017-2019 per l’attuazione della riforma strutturale nel settore sanitario. Ciò è coerente con un tasso di crescita nominale massima della spesa pubblica primaria netta pari al 4,3% nel 2019, che corrisponde a un miglioramento richiesto del saldo strutturale pari allo 0,4% del PIL. In base delle previsioni 2018 della Commissione, c’è il rischio di una deviazione significativa dal parametro di riferimento, sia nel 2019 che nel 2018 e 2019 considerati assieme. Nel complesso il Consiglio del parere che a partire dal 2018 la Lettonia debba adottare i necessari provvedimenti per conformarsi alle disposizioni del patto di stabilità e crescita.

    (9)In Lettonia vi sono forti disparità di reddito. Nel 2017 il rapporto tra i redditi del 20% dei nuclei familiari più ricchi e i redditi del 20% dei nuclei più poveri si attestava a 6,3, uno tra i valori più elevati dell’UE, dal momento che la ridistribuzione attraverso il sistema fiscale e previdenziale è più limitata. Il regime fiscale lettone è stato sottoposto a revisione e la progressività dell’imposta sul reddito delle persone fisiche aumentata; tuttavia, il cuneo fiscale sui lavoratori a basso reddito è ancora relativamente alto e scoraggia l’occupazione formale. La riforma fiscale risulta carente per quanto riguarda lo spostamento dell’imposizione verso fonti con minor incidenza negativa sulla crescita e il raggiungimento dell’obiettivo strategico dichiarato di incrementare la quota di gettito fiscale nel PIL. L’apporto modesto del gettito fiscale al PIL limita le risorse destinate all’erogazione sostenibile di servizi pubblici e all’inclusione sociale. Il potenziale in termini di generazione di entrate dell’imposizione su immobili e capitali è sottoutilizzato rispetto ad altri paesi dell’UE. Nonostante alcuni progressi nella lotta all’evasione, il rispetto dell’obbligo tributario continua a costituire un grave problema.

    (10)Le carenze delle reti di sicurezza sociale determinano un’alta percentuale di persone a rischio di povertà o di esclusione sociale e segnalano i problemi esistenti per quanto riguarda il reddito minimo, le pensioni e l’inclusione delle persone con disabilità. I tassi di povertà tra le persone con disabilità e gli anziani sono aumentati negli ultimi anni e sono tra i più alti in Europa. La riforma dei livelli minimi di reddito, annunciata nel 2014, non è stata realizzata e ciò si ripercuote negativamente sulle famiglie più povere. La congruità delle prestazioni di assistenza sociale è aumentata solo lievemente e rimane scarsa. Le pensioni minime di vecchiaia non sono state aumentate dal 2006. La quota di persone che versano in una situazione di grave disagio abitativo è tra le più elevate in Europa e l’edilizia sociale è scarsa.

    (11)Il mercato del lavoro si sta restringendo a causa di sviluppi demografici sfavorevoli e dell’emigrazione. Se la crescita dell’occupazione risente del calo dell’offerta di manodopera, le opportunità di lavoro variano tra le regioni e in funzione dei livelli di competenza. La riforma dei programmi di istruzione professionalizzante e di formazione professionale al fine di allinearli alle competenze richieste dalla società attuale è andata avanti. Tuttavia, si richiede un impegno ulteriore per attuare pienamente la riforma e aumentare il tasso di partecipazione all’istruzione professionalizzante e alla formazione professionale, sia iniziale che continua. Con la partecipazione delle parti sociali e delle imprese si è incominciato ad attuare il nuovo approccio di apprendimento basato sul lavoro. Tuttavia, pochi studenti si sono iscritti al programma. La partecipazione degli adulti all’apprendimento è aumentata solo lievemente e quella dei disoccupati alle misure attive per il mercato del lavoro è inferiore a quella della maggior parte degli altri Stati membri. In un contesto caratterizzato da un alto tasso di disoccupazione fra i lavoratori poco qualificati ciò desta preoccupazione. In un ambito più ampio, potenziare le capacità delle parti sociali è importante per promuoverne il coinvolgimento.

    (12)Sono state apportate riforme al sistema sanitario. L’aumento dei finanziamenti per l’assistenza sanitaria dovrebbe permettere di superare alcune restrizioni all’accesso dovute ai limiti annui delle prestazioni e ai lunghi tempi di attesa. Tuttavia, il finanziamento pubblico per l’assistenza sanitaria rimane ben al di sotto della media UE e devono essere ancora attuate misure volte ad aumentare l’efficienza, tra cui misure efficaci di prevenzione, la razionalizzazione del settore ospedaliero, il potenziamento dell’assistenza sanitaria di base e la promozione della gestione della qualità. I risultati in ambito sanitario sono relativamente modesti e l’accesso rapido per tutti e a prezzi ragionevoli resta un problema. L’alto numero di prestazioni non rimborsabili e la divisione dei servizi sanitari in due pacchetti (“completo” e “minimo”) rischiano di limitare l’accesso di alcuni gruppi di persone e di avere ripercussioni negative sulla salute dei cittadini.

    (13)Le carenze qualitative a livello di regolamentazione e la scarsa efficacia ed efficienza della pubblica amministrazione incidono negativamente sul contesto imprenditoriale. Nel 2016, per rendere più snello e professionale il settore pubblico, il governo ha presentato un piano di riforma ambizioso mirante a migliorare l’efficienza, riducendo il personale, centralizzando le funzioni di supporto, sviluppando al contempo il ricorso al sistema di retribuzione sulla base dei risultati e migliorando la trasparenza. Tale piano è tuttavia limitato all’amministrazione centrale, nonostante il fatto che potrebbero essere ottenuti notevoli incrementi di efficienza anche a livello comunale. Le imprese statali, che rappresentano una quota considerevole dell’economia, sono coordinate a livello governativo. Mentre le imprese di proprietà del governo centrale sono vincolate a un regime di governo societario centralizzato, i porti e le imprese di proprietà dei comuni rimangono fuori da questo meccanismo.

    (14)In Lettonia la corruzione continua a intralciare il contesto imprenditoriale e la prevenzione dei conflitti di interesse rimane rigida e formalistica. Il ritardo nel legiferare in materia di protezione degli informatori incide negativamente sulla responsabilità e l’efficienza della pubblica amministrazione. La regolamentazione delle procedure di insolvenza è stata notevolmente rafforzata nel corso degli ultimi anni, limitando le possibilità di abuso. Tuttavia, il Consiglio della magistratura ha incoraggiato l’apertura di indagini, attraverso il riesame di alcuni casi, in merito ad accuse relative ad abusi passati nel sistema di insolvenza. Ha raccomandato di migliorare la valutazione dei titoli dei giudici e di rivedere le misure disciplinari attualmente in vigore.

    (15)Le banche lettoni i cui servizi sono rivolti a clienti non residenti sono esposte a un alto rischio di coinvolgimento in operazioni di riciclaggio. Ciò pregiudica l’integrità del settore finanziario, può lederne la reputazione e compromettere gli investimenti e la crescita economica. Il quadro normativo antiriciclaggio è stato di recente consolidato; sarà necessario un impegno continuo per conseguire un miglioramento sostenibile. La Lettonia ha adottato di recente una legge finalizzata a ridurre considerevolmente l’esposizione del settore finanziario lettone al rischio di riciclaggio. In tale quadro rivestono un’importanza di primo piano il miglioramento dello scambio di informazioni tra gli istituti finanziari e le autorità di contrasto e la limitazione delle operazioni con società di comodo. Occorrerà monitorare le conseguenze e l’efficacia di questa legge.

    (16)Nell’ambito del semestre europeo 2018, la Commissione ha effettuato un’analisi completa della politica economica della Lettonia, che ha pubblicato nella relazione per paese 2018. Ha altresì valutato il programma di stabilità 2018, il programma nazionale di riforma 2018 e il seguito dato alle raccomandazioni rivolte alla Lettonia negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica della Lettonia, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell’Unione, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell’Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello dell’Unione per le future decisioni nazionali.

    (17)Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di stabilità 2018 e il suo parere 8 trova riscontro, in particolare, nella raccomandazione di cui al punto 1,

    RACCOMANDA che la Lettonia adotti provvedimenti nel 2018 e nel 2019 al fine di:

    1.conseguire l’obiettivo di bilancio a medio termine nel 2019, tenendo conto degli scostamenti temporanei autorizzati relativi all’attuazione delle riforme strutturali; ridurre l’imposizione fiscale per i lavoratori a basso reddito spostandola verso altre fonti, in particolare verso capitali e immobili, e migliorando il rispetto dell’obbligo tributario;

    2.migliorare la congruità dei livelli minimi di reddito, delle pensioni minime di vecchiaia e del sostegno al reddito per le persone con disabilità; accrescere l’importanza attribuita dal mercato del lavoro all’istruzione professionalizzante e alla formazione professionale e promuovere il miglioramento delle competenze dei lavoratori scarsamente qualificati e delle persone in cerca di lavoro; migliorare l’accessibilità, la qualità e l’efficacia in termini di costi del sistema sanitario;

    3.potenziare l’efficienza del settore pubblico, in particolare per quanto riguarda le autorità locali e le imprese pubbliche; rafforzare la responsabilità della pubblica amministrazione mediante misure per la protezione degli informatori, la prevenzione dei conflitti di interesse e il seguito dato ai risultati dell’attuale valutazione di procedure di insolvenza del passato.

    Fatto a Bruxelles, il

       Per il Consiglio

       Il presidente

    (1)    GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.
    (2)    COM(2018) 413 final.
    (3)    P8_TA(2018)0077 e P8_TA(2018)0078.
    (4)    SWD(2018) 212 final.
    (5)    Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).
    (6)    COM(2014) 494 final.
    (7)    La spesa pubblica primaria netta si compone della spesa pubblica totale al netto della spesa per interessi, della spesa relativa a programmi dell’Unione interamente coperta da entrate provenienti da fondi dell’Unione e delle modifiche non discrezionali nella spesa per le indennità di disoccupazione. La formazione lorda di capitale fisso finanziata a livello nazionale è spalmata su un periodo di quattro anni. Rientrano nel calcolo le misure discrezionali in materia di entrate o gli aumenti delle entrate obbligatori per legge, mentre sono escluse le misure una tantum sia per quanto riguarda le entrate che per quanto riguarda la spesa
    (8)    A norma dell’articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio.
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