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Document 52017IR5781

Parere del Comitato europeo delle regioni — Il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) dopo il 2020: un investimento nelle comunità costiere d’Europa

COR 2017/05781

GU C 361 del 5.10.2018, p. 9–14 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

5.10.2018   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 361/9


Parere del Comitato europeo delle regioni — Il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) dopo il 2020: un investimento nelle comunità costiere d’Europa

(2018/C 361/03)

Relatore:

Alberto NÚÑEZ FEIJÓO (ES/PPE) presidente della giunta della regione Galizia

RACCOMANDAZIONI POLITICHE

IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI

1.

accoglie con favore il dibattito su un Fondo essenziale per il rafforzamento dell’Europa costiera sul piano sociale, ambientale ed economico e per lo sviluppo del settore della pesca marittima e dell’economia blu legata alle zone costiere e marine, in particolare a quelle non urbane;

2.

si compiace del fatto che l’avvio del dibattito sul futuro del FEAMP avvenga in un momento cruciale per l’Europa marittima, che deve affrontare grandi sfide come la ridefinizione del quadro finanziario pluriennale (QFP) e la Brexit. Apprezza inoltre il fatto che grazie a tale dibattito si possano correggere i limiti riscontrati nel funzionamento del Fondo attuale, nonostante si debba farlo così presto, praticamente subito dopo l’avvio del Fondo;

3.

richiama l’attenzione sull’importanza dell’attività marittima e di pesca europea, che conta oltre 85 000 imbarcazioni, dà lavoro a più di 340 000 persone in tutta la catena e gestisce più di 6 000 000 di tonnellate di pesci e frutti di mare provenienti da attività estrattive e dall’acquacoltura. Sottolinea l’impatto socioeconomico di questo settore in molte regioni costiere che da esso dipendono fortemente e che con esso hanno un legame importante dal punto di vista culturale ed etnografico;

4.

evidenzia l’influenza della politica comune della pesca (PCP) e della politica marittima integrata (PMI) nel definire il futuro di questo settore in Europa, nella misura in cui indirizzano gli obiettivi verso la sostenibilità ambientale, sociale ed economica dell’attività;

5.

riconosce il ruolo importante svolto dai precedenti programmi finanziari nel ridefinire in modo non traumatico il settore, che ha compiuto un grande e meritorio sforzo di adattamento, nonché nel creare un’industria di trasformazione competitiva e all’avanguardia a livello mondiale;

6.

mette in guardia contro i problemi dovuti all’applicazione della PCP, come ad esempio la riduzione dei rigetti in mare o il raggiungimento del rendimento massimo sostenibile (MSY), in aggiunta agli altri problemi conseguenti al processo della Brexit e a quelli derivanti dalle nuove sfide determinate quotidianamente dal mercato e dalla produzione globale di proteine di origine marina, data la necessità di rifornire i nostri mercati di prodotti sani e sicuri dal punto di vista alimentare, superando l’immissione di produzione estera con scarsi controlli;

7.

rammenta il contributo sociale della pesca in tutta l’UE, soprattutto in due settori: l’alimentazione e il clima. La pesca contribuisce all’autonomia alimentare dell’UE, garantendo ai cittadini, nella loro veste di consumatori, un prodotto sano e rispettando le regole di buona gestione delle risorse della pesca o dell’acquacoltura. Il CdR ricorda la centralità della dimensione alimentare nelle competenze dell’UE definite nel TFUE, e la dipendenza del mercato dell’Unione europea dalle importazioni di prodotti ittici. Il CdR sottolinea che l’alimentazione è il secondo obiettivo di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, accoglie con favore l’iniziativa del rapporto «Food from the Oceans» (Cibo dagli oceani) e invita a ispirarsi alle sue raccomandazioni. Attraverso gli investimenti a bordo e nei porti, il settore della pesca contribuisce a ridurre le emissioni di gas a effetto serra e a controllare l’utilizzo delle energie fossili.

Un settore dinamico e dotato di potenzialità, da sostenere nel contesto di una costante evoluzione,

8.

ritiene importante garantire la dotazione di bilancio necessaria per accompagnare i cambiamenti risultanti dalla PCP e per rispondere alle sfide che interessano il settore marittimo e della pesca;

9.

invita la Commissione europea a presentare, nel contesto del nuovo quadro finanziario pluriennale (QFP), una proposta sul FEAMP sufficientemente completa per soddisfare le finalità e gli obiettivi della politica comune della pesca (PCP), che consenta investimenti nelle comunità costiere in fase di transizione e tenga conto della dimensione esterna delle attività di pesca;

10.

chiede di concentrare gli obiettivi del FEAMP sul settore marittimo e della pesca, dell’acquacultura sostenibile, in mare ed in acqua dolce, e sulla sua importanza, e di non dare priorità, come è stato indicato a più riprese, alla sua sostituzione con altre attività, dato che tutte le attività marittime possono essere compatibili. Ritiene che il carattere tradizionale dell’attività di pesca possa essere mantenuto e rilanciato guardando al futuro, motivo per cui è importante rendere questa professione più attraente; chiede in particolare che il FEAMP sia destinato al settore della pesca, dell’acquacultura sostenibile, in mare ed in acqua dolce, e che punti a conseguire gli obiettivi della politica comune della pesca, sostenendo soprattutto la pesca costiera artigianale, fornendo incentivi alle giovani generazioni, rendendo la professione di pescatore più attraente e rafforzando le comunità costiere dell’Unione; auspica che il FEAMP sia configurato in modo da sostenere nuovi tipi di attività e lo sviluppo di questo comparto economico e che queste forme di sostegno siano compatibili con le norme in materia di aiuti di Stato;

11.

ribadisce il sostegno delle parti interessate alla richiesta di creare uno strumento finanziario a livello europeo in ambito marittimo e ambientale per assicurare, sotto forma di prestiti e garanzie bancarie, un sostegno alle nuove iniziative e a quelle già in atto; si compiace dell’inclusione della pesca tra le priorità d’intervento della seconda generazione del piano Juncker e auspica che si continui secondo questa logica anche dopo il 2020;

12.

chiede che per il periodo successivo al 2020 il FEAMP introduca e potenzi una dimensione territoriale delle politiche, sostenendo le comunità costiere europee nella loro eventuale transizione verso la diversificazione dei settori marittimi tradizionali, sostenendo gli investimenti in attività complementari, come i ristoranti di pesce che servono prodotti locali e i servizi ambientali, culturali ed educativi nel settore della pesca;

13.

insiste sulla necessità di mantenere e potenziare i mezzi a disposizione per lo sviluppo locale, considerando che le strategie di sviluppo locale di tipo partecipativo (CLLD) si sono dimostrate valide per le piccole comunità, fornendo loro sostegno finanziario in vista di una loro responsabilizzazione e diversificazione economica al di là dell’attività di pesca.

L’attuale FEAMP: uno strumento significativo di sostegno con obiettivi divergenti e ritardi nell’attuazione

14.

riconosce l’importanza del FEAMP attuale e accoglie con favore la sua articolazione e specializzazione in due ambiti principali, quello inerente alla PCP e quello riferito alla politica marittima integrata (PMI), senza che vi siano interferenze reciproche;

15.

chiede l’adozione di misure e modalità di gestione specifiche per le regioni ultraperiferiche, nel quadro dei nuovi programmi dell’UE a sostegno dello sviluppo sostenibile della pesca e di altri settori dell’economia blu in tali regioni, in applicazione dell’articolo 349 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Tali misure dovrebbero essere inserite in un atto specifico che comprenda il regime di compensazione dei costi supplementari dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura nelle regioni ultraperiferiche, che è attualmente disciplinato dal FEAMP;

16.

sottolinea con rammarico l’entrata in vigore ritardata del Fondo e il notevole differimento nella messa a disposizione delle risorse finanziarie e nell’attuazione. Ritiene che tale ritardo sia conseguenza dei tempi lunghi che sono stati necessari per l’approvazione del Fondo, del lento processo di convalida dei programmi operativi e della definizione farraginosa e poco chiara degli aspetti che possono essere finanziati;

17.

al fine di recuperare tale ritardo, esorta a migliorare il processo di esecuzione e di applicazione degli importi economici generati dal FEAMP. Esorta a intensificare gli sforzi per la messa a disposizione di un sostegno finanziario volto a garantire passi avanti e ad aumentare la bassa percentuale di esecuzione globale del Fondo che a novembre 2017 era del 2,7 %;

18.

esprime la necessità di garantire, per il futuro, una migliore coerenza tra le programmazioni e le strutturazioni che determinano differenze temporali tra gli obiettivi e i finanziamenti connessi alla PCP. Ritiene che al centro del problema vi sia la necessità di definire una strategia chiara sull’applicazione dei fondi prima di esaminare le sfide generate da obiettivi quali il rendimento massimo sostenibile o la riduzione dei rigetti in mare;

19.

approva che un importante sforzo economico sia orientato alle strategie di sviluppo locale di tipo partecipativo (CLLD) e sottolinea che è giusto destinare risorse a misure di sostenibilità ambientale e di miglioramento della competitività del nostro settore marittimo e della pesca.

L’importanza di disporre di un nuovo Fondo specifico e orizzontale

20.

fa osservare che la procedura europea di bilancio non deve trascurare le politiche cosiddette «minori», quali la PCP. Sottolinea che il FEAMP è importante per le comunità costiere, in quanto le aiuta a diversificare le loro economie, sostiene i pescatori nella transizione verso una pesca sostenibile e finanzia progetti in grado di creare nuovi posti di lavoro e migliorare la qualità della vita nelle regioni costiere europee;

21.

è d’accordo con la richiesta generalizzata che il nuovo FEAMP raggiunga una soglia minima dell’1 % del quadro finanziario pluriennale (QFP) post 2020 (1), aggiungendo allo 0,53 % attualmente assegnato al settore della pesca e dell’acquacoltura uno 0,47 % in più per la politica marittima integrata (PMI). Sostiene che la decisione del Regno Unito di uscire dall’UE non deve essere utilizzata come pretesto per ridurre il futuro finanziamento del FEAMP, tenuto conto delle importanti sfide generate da tale processo in termini di tutela dell’ambiente, attività estrattive e aspetti commerciali;

22.

sottolinea la necessità di definire nuovi obiettivi che contribuiscano alla sostenibilità e al rafforzamento delle attività marittime e di pesca. Mette in risalto l’importanza della promozione e del conseguimento di un idoneo ricambio generazionale, per cui risulta necessario dare precedenza all’appoggio, in termini di bilancio, alla formazione e all’accesso all’attività mediante l’acquisto o la sostituzione di imbarcazioni, dato che si tratta di un’operazione che non comporta alcun aumento dello sforzo di pesca;

23.

chiede che il miglioramento delle condizioni di sicurezza e di vita dei marittimi sia una priorità esplicita del futuro FEAMP, nell’ambito del suo contributo alla realizzazione dei 20 principi del pilastro europeo dei diritti sociali;

24.

considerando che l’età media dei pescherecci nell’UE è di 22,6 anni, formula nuovamente la richiesta generalizzata di sostenere e stimolare il rinnovo delle flotte di pesca, al fine di evitare gli inconvenienti causati dal loro invecchiamento. Questo rinnovo deve essere promosso senza incrementare lo sforzo di pesca e concentrandosi sul miglioramento delle condizioni di sicurezza (per esempio, in materia di sicurezza antincendio), delle condizioni di lavoro e di abitabilità a bordo delle imbarcazioni;

25.

Il FEAMP deve accompagnare i settori della pesca e dell’acquacoltura perché contribuiscano al conseguimento degli obiettivi climatici dell’UE attraverso la generalizzazione d’investimenti innovativi (sistemi di propulsione, aerodinamica ecc.). Il CdR segnala le condizioni restrittive fissate nel regolamento FEAMP in vigore che ne limitano drasticamente l’impatto in termini di attenuazione degli effetti del cambiamento climatico. Il FEAMP dopo il 2020 deve svolgere un ruolo fondamentale nella riduzione del bilancio energetico del settore;

26.

esprime la necessità di mantenere e aumentare, almeno del 10 %, lo sforzo finanziario consacrato alla raccolta e alla compilazione dei dati, nonché alla ricerca applicata e al coinvolgimento del settore in quest’ultima attività, promuovendo i contatti fra pescatori e ambienti scientifici;

27.

a suo avviso questo aspetto dovrebbe essere collegato a miglioramenti nell’adozione di misure intese a favorire la conservazione delle risorse marine e l’adeguamento dello sforzo di pesca. Fa in ogni caso osservare la necessità di continuare a sostenere le misure di compensazione a favore delle flotte per i danni socioeconomici derivanti dall’adozione di misure di tutela ambientale, come i fermi, gli arresti temporanei e le altre azioni volte a limitare le attività di pesca;

28.

chiede di mantenere misure che contribuiscano a migliorare l’organizzazione del settore e la sua coesione interna, promuovano una governance congiunta e ne sottolineino l’importanza per una corretta definizione e un’adeguata osservanza delle norme (2);

29.

chiede un incremento delle risorse destinate ai consigli consultivi e un potenziamento dei loro compiti al fine di andare più a fondo nella regionalizzazione della PCP, con la partecipazione a pieno titolo delle regioni interessate da tali consigli;

30.

chiede che si continui a sostenere l’industria di trasformazione e commercializzazione per migliorarne la competitività e per stabilire regole del gioco uguali per tutti. L’UE dovrebbe evitare incoerenze con altre politiche, come quelle relative ai mercati o ai dazi doganali;

31.

esorta a promuovere la diversificazione e la complementarità delle attività economiche costiere attraverso la valorizzazione delle strategie di sviluppo locale di tipo partecipativo (CLLD), in particolare nelle zone costiere non urbane dove si sono dimostrate fortemente capaci di trattenere la popolazione, ragione per cui la natura multifondo delle strategie CLLD dovrebbe essere rafforzata;

32.

suggerisce di sostenere, a titolo del FEAMP, le iniziative e le attività legate all’attività marittima e di pesca e quelle che ne vengono direttamente influenzate. A tal fine raccomanda la creazione di uno strumento finanziario a livello dell’UE (3) che fornisca capitale di rischio e garanzie bancarie per i prestiti, a condizione che gli investimenti contribuiscano al miglioramento della sostenibilità ambientale delle attività marittime e di pesca, della raccolta di molluschi, dell’acquacoltura marina e d’acqua dolce e della catena mare-industria;

33.

chiede che venga elaborato un Libro bianco sul tema «Il mare al centro dell’Europa», contenente, per ogni politica dell’UE, una tabella di marcia marittima.

Possibilità di coordinamento e sinergie con altri fondi

34.

pone l’accento sulla possibilità di unire le forze e di integrare la capacità di altri fondi settoriali al fine di promuovere progressi sul piano socioeconomico nelle zone costiere, senza necessariamente ridefinire la loro struttura, poiché la configurazione e gli obiettivi di ciascun fondo consentono di evitare sovrapposizioni; rinnova la sua richiesta relativa alla possibilità che i progetti interregionali, nazionali e transnazionali [che siano in linea con il quadro strategico dell’iniziativa e con le strategie di specializzazione intelligente (S3)] siano finanziati facendo confluire fondi regionali, nazionali ed europei in un quadro semplificato e ricevano un sostegno aggiuntivo dell’UE senza dover passare attraverso altri inviti a presentare progetti;

35.

sottolinea che l’approccio integrato e multifondo degli attuali fondi strutturali e d’investimento europei, tra cui il FEAMP, dovrebbe essere rafforzato dopo il 2020, eliminando le differenze normative esistenti, che adesso limitano la capacità di questi fondi di essere attuati insieme a livello locale anche attraverso strategie di sviluppo locale di tipo partecipativo (CLLD);

36.

raccomanda di concentrare il complesso di queste sinergie sull’applicazione del FEASR ai progetti nelle zone costiere non urbane, attraverso l’attuazione di strategie di sviluppo locale di tipo partecipativo (CLLD), compreso l’esame dei possibili collegamenti dei fondi a favore dell’acquacoltura di qualsiasi tipo, facendo particolare riferimento all’acquacoltura d’acqua dolce praticata negli Stati membri privi di litorale, come hanno espressamente richiesto in varie occasioni gli Stati e le regioni interessati;

37.

approva l’intervento del FESR nelle infrastrutture legate all’attività marittima e di pesca, in particolare le infrastrutture portuali, in quanto contribuisce allo sviluppo regionale nelle zone periferiche e remote. Propone che alcune operazioni nel settore della trasformazione possano essere svolte nell’ambito delle misure di sostegno previste dal FESR a favore delle PMI;

38.

chiede di rafforzare la formazione, particolarmente quella legata al ricambio generazionale, mediante l’attuazione di un aiuto economico a titolo del Fondo sociale europeo (FSE);

39.

è d’avviso che l’economia blu, in linea con le raccomandazioni formulate dal CdR nel parere sulla «crescita blu» (4), presenti ancora un potenziale non sfruttato di creazione di nuovi posti di lavoro e di crescita economica a livello europeo attraverso investimenti intelligenti nelle imprese innovatrici e orientate al futuro. Propone di ridurre la sovrapposizione tra il FEAMP e Orizzonte 2020 in settori quali la pesca, l’acquacoltura e la ricerca marina.

Un nuovo fondo più semplice, snello, adeguato e definito dalla PCP

40.

chiede con forza di semplificare considerevolmente l’attuazione del FEAMP attraverso la definizione di orientamenti generali da parte dell’UE e un suo adeguamento in funzione dei bacini e delle regioni, in modo da adattarne l’attuazione al territorio, senza che ogni livello di competenze e amministrativo aumenti la complessità normativa. Afferma che questo processo di semplificazione implica anche prevedere requisiti e formulari più snelli e meno complessi per ottenere i finanziamenti e sottolinea che la procedura di richiesta dovrebbe essere gestibile da un soggetto unico, senza necessità di ricorrere all’assistenza specializzata e alla consulenza da parte di terzi;

41.

aderisce alla richiesta di un fondo che tenga conto delle caratteristiche della PCP e del settore. Ricorda che dovrebbero essere gli obiettivi e le finalità della PCP a informare il FEAMP nella sua funzione di programma finanziario specifico, e non il contrario. Sottolinea la necessità di adeguare la disponibilità dei fondi in funzione della realizzazione delle attività e di evitare ritardi nell’erogazione delle risorse ai beneficiari, per proteggerli da eventuali tensioni sotto il profilo economico;

42.

insiste sull’importanza di definire chiaramente gli elementi da sostenere ai fini di un’agevole e corretta attuazione del Fondo. È necessario stabilire in modo generale le linee ammissibili e procedere ad una messa a punto degli elementi da sostenere nel quadro di un determinato bacino e di una specifica regione; chiede in particolare alla Commissione europea di definire/elaborare una definizione di attività di pesca costiera artigianale, che tenga conto di nuovi criteri e offra un riscontro alla realtà e alla diversità della flotta dell’UE;

43.

dato che nel settore della pesca la media delle imprese è di piccole dimensioni, ritiene che il sostegno pubblico diretto sotto forma di sovvenzioni rappresenti l’opzione migliore. Mette in evidenza che questo tipo di sostegno non solo permette di controllare la sua destinazione e la sua applicazione, ma produce anche un effetto leva diretto sull’economia, stimola le iniziative, crea fiducia ed assicura l’ottenimento di finanziamenti, in quanto funge da garanzia per l’assegnazione di fondi a favore degli investimenti;

44.

è del parere che, insieme alle piccole e medie imprese, si dovrebbero sviluppare una maggiore cooperazione e maggiori sinergie e creare più centri per la promozione della ricerca e dell’innovazione, in cui possano essere messe alla prova le più recenti innovazioni a uno stadio pilota;

45.

si riallaccia al dibattito circa l’opportunità di garantire, anche solo parzialmente, l’accesso al sostegno finanziario diretto per le imprese ad alta intensità di manodopera o con elevati fatturati. Fa osservare che la loro capacità di stimolo per aspetti quali la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione, di miglioramento degli standard lavorativi e di creazione di valore aggiunto nelle zone rurali costiere potrebbe non venire sfruttata per mancanza di sostegno;

46.

sottolinea l’importanza di garantire che tutte le attività del settore marittimo e della pesca possano beneficiare di un sostegno in funzione dei loro obiettivi e delle loro caratteristiche. Ritiene che il sostegno da parte del Fondo debba raggiungere tutte le zone costiere, compresi i grandi nuclei urbani dallo spiccato carattere marittimo e dipendenti da attività marittime e di pesca, i quali devono poter beneficiare di un sostegno a titolo del FEAMP;

47.

sostiene il rafforzamento dell’approccio territoriale del Fondo attraverso strategie relative ai bacini marittimi, in modo da offrire soluzioni adeguate alle diverse circostanze e sfide delle regioni europee, evitando una proposta «valida per tutti»;

48.

chiede un ruolo più incisivo e una maggiore autonomia delle regioni nella definizione di obiettivi e ambiti di attuazione delle spese. Sebbene il FEAMP sia attualmente gestito a livello di Stati membri, vi sono esempi positivi di gestioni delegate agli enti regionali competenti in alcuni Stati membri. Il nuovo regolamento FEAMP dovrebbe incoraggiare esplicitamente questo modello. Sottolinea la natura unanime di tale richiesta e le esperienze positive ottenute nella gestione del FEAMP in molte regioni. Tale richiesta di adeguamento è particolarmente rilevante per le regioni ultraperiferiche, per le quali devono anche essere riviste e migliorate le condizioni di applicazione del FEAMP in materia di ammissibilità, tassi di cofinanziamento e intensità del sostegno. D’altro canto, il sostegno nell’ambito dei piani di compensazione dei costi supplementari per i prodotti della pesca e dell’acquacoltura applicabile nelle regioni ultraperiferiche, deve, in ragione degli obiettivi e delle specificità relativi, essere rafforzato e a esso devono essere applicate norme di esecuzione equiparabili a quelle applicate al sostegno simile concesso al settore agricolo.

Un nuovo Fondo per rispondere alle sfide del futuro

49.

auspica che la nuova politica marittima dell’UE appoggi gli sforzi volti a sviluppare nuove tecnologie e soluzioni su misura per attenuare il cambiamento climatico; ricorda che il funzionamento degli ecosistemi marini è attualmente indebolito dal cambiamento climatico, dall’inquinamento e dallo sfruttamento eccessivo delle risorse;

50.

sottolinea l’importanza della politica marittima integrata e la necessità di aumentare le risorse ad essa assegnate, in modo da sostenere l’aumento dei posti di lavoro e della ricchezza creati dall’economia del mare. Fa riferimento alla necessità di avere a disposizione fondi specifici e di considerare la cooperazione a livello transfrontaliero, transnazionale e interregionale come elemento fondamentale in tale contesto, in particolare in settori quali la pianificazione dello spazio marittimo, la raccolta di dati, il rafforzamento della sicurezza, la sorveglianza e la creazione di aree destinate al ripopolamento della fauna ittica;

51.

insiste sulla creazione di un «meccanismo/fondo» europeo per gli investimenti nell’economia blu. Tale fondo, che sarebbe la versione marittima del piano Juncker 2.0, potrebbe intervenire secondo due modalità tra loro complementari: finanziamento diretto a livello europeo di progetti strutturali e rischiosi, e creazione di piattaforme di investimento regionali;

52.

mette in risalto la dimensione esterna della PCP e della PMI, sottolineando quanto sia importante sostenere il contributo dell’UE ad una migliore governance degli oceani. Approva questo impegno come metodo per incrementare la sostenibilità e la competitività del nostro settore marittimo e della pesca grazie al conseguimento di condizioni di concorrenza eque e di una migliore sostenibilità dei nostri mari;

53.

ritiene che il settore marittimo abbia le potenzialità per creare nuovi posti di lavoro e promuovere la crescita economica. Sottolinea che alcune regioni hanno già elaborato programmi particolareggiati per lo sviluppo dell’economia blu e che molte altre stanno attualmente portando avanti tale processo;

54.

ricorda che a livello internazionale si rivolge un’attenzione crescente alle questioni marittime, tanto nelle conclusioni delle conferenze COP 21 e 22, quanto negli accordi di libero scambio, e che le imprese marittime dell’UE devono affrontare una forte concorrenza estera in tutti i settori dell’economia blu, come i trasporti, l’energia, l’innovazione, la cantieristica navale, la pesca e l’acquacoltura. Pertanto è favorevole ad una politica europea coerente e adeguatamente finanziata come opzione ottimale per le regioni marittime dell’UE e incoraggia l’UE a effettuare investimenti in settori quali, in particolare, le energie marine rinnovabili e le biotecnologie marine, nei quali possiamo assumere la leadership a livello mondiale;

55.

segnala che la Brexit rappresenta, sia a breve che a lungo termine, una sfida di grande rilievo per il settore della pesca marittima e mette in risalto la necessità di considerarne e gestirne l’impatto sulle regioni (5). Mette in guardia contro gli effetti negativi che questo processo potrebbe avere in termini di assegnazione delle quote di pesca e di commercializzazione dei prodotti ittici e chiede un sostegno economico per attenuarli;

56.

è favorevole a che le strategie di sviluppo locale di tipo partecipativo (CLLD) abbiano un maggior peso nel pacchetto finanziario generale, in quanto hanno dimostrato la loro efficacia in piccole comunità costiere e propone di integrare in dette strategie nuove modalità di lavoro intese a diffondere l’importante ruolo socioeconomico degli ambiti marittimi e della pesca e a renderli attraenti per i giovani al fine di promuovere il ricambio generazionale. Sottolinea infine il ruolo che la rete FARNET svolge e può svolgere in termini di coordinamento degli sforzi.

Bruxelles, 16 maggio 2018.

Il presidente del Comitato europeo delle regioni

Karl-Heinz LAMBERTZ


(1)  Richiesta formulata nella sessione marittima dell’Assemblea generale della Conferenza delle regioni periferiche marittime d’Europa (CRPM), tenutasi a Helsinki. Occorre ricordare che la CRPM raggruppa la maggior parte delle principali regioni marittime e di pesca beneficiarie dei finanziamenti a titolo del FEAMP. Questo approccio consentirebbe di garantire un bilancio costante per la PCP e di sostenere lo sviluppo di misure più ambiziose nel quadro della PMI.

(2)  È necessario evidenziare formule ragionevolmente riuscite che possano servire da modello per altre che beneficiano di sostegno. A tale proposito si possono citare come esempi i comitati formali di cogestione che riuniscono diverse parti interessate (pescatori, ambienti scientifici, ONG, le amministrazioni pubbliche e altri soggetti) in Catalogna oppure i sistemi per la gestione di molluschi e crostacei in Galizia.

(3)  Fondo la cui creazione è stata richiesta dalla maggior parte delle PMI, delle associazioni e delle nuove imprese dell’economia blu consultate.

(4)  Cfr. il parere del CdR sul tema «Una nuova fase della politica europea per la crescita blu» (NAT-VI/019).

(5)  Cfr. lo studio del CdR sull’impatto del recesso del Regno Unito dall’Unione europea sugli enti locali e regionali dell’UE.


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