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Document 52017IR2554

    Parere del Comitato europeo delle regioni — L’attuazione delle strategie macroregionali

    GU C 164 del 8.5.2018, p. 11–18 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    8.5.2018   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 164/11


    Parere del Comitato europeo delle regioni — L’attuazione delle strategie macroregionali

    (2018/C 164/03)

    Relatore:

    Raffaele Cattaneo (IT/PPE), Consigliere regionale e presidente del Consiglio regionale della Lombardia

    Testo di riferimento:

    Relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sull’attuazione delle strategie macroregionali dell’UE

    COM(2016) 805 final

    I.   RACCOMANDAZIONI POLITICHE

    IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI

    1.

    sottolinea che le strategie macroregionali corrispondono a una visione funzionale e profondamente europea e accoglie con favore la relazione della Commissione europea, la prima mai pubblicata in materia, sull’attuazione delle strategie macroregionali dell’UE. Prende atto che l’UE ha bisogno di una visione territoriale (1) che vada al di là delle frontiere per sviluppare un «approccio globale»;

    2.

    osserva che, malgrado siano state introdotte di recente (2), le strategie macroregionali sono già divenute uno strumento consolidato, basato sul territorio e con un’impostazione dal basso verso l’alto, per sfruttare in modo più efficiente le potenzialità comuni delle macroregioni mettendo in atto e coordinando e meglio le risposte politiche a diverse sfide, quali la crescita economica, l’innovazione, i trasporti, l’energia, l’ambiente e i cambiamenti climatici;

    3.

    segnala che le strategie macroregionali rappresentano un elemento fondamentale per il conseguimento degli obiettivi strategici dell’UE e sono una componente cruciale dell’architettura della governance multilivello dell’Unione. Tali strategie hanno una funzione importante nel dare maggiore impulso ai processi di sviluppo anche nelle regioni meno sviluppate, oltre a svolgere un ruolo chiave nei paesi in fase di transizione e di adesione, nonché nei paesi non UE come quelli del vicinato;

    4.

    sottolinea l’importanza delle strategie macroregionali per il sostegno a misure di lotta ai cambiamenti climatici in regioni a rischio. Tali strategie possono essere impiegate, per esempio, in modo efficace nella lotta contro le inondazioni e gli incendi che si verificano nelle zone di frontiera;

    5.

    ritiene che le strategie macroregionali, altri strumenti dell’UE per la cooperazione transfrontaliera e transnazionale, come i GECT e altre strutture di cooperazione territoriale come le comunità di lavoro, e infine i programmi Interreg, costituiscano elementi basilari della futura UE;

    6.

    sostiene pienamente l’idea di una relazione unica sull’attuazione delle quattro strategie macroregionali e attende con interesse le relazioni di attuazione che la Commissione europea preparerà per la fine del 2018;

    7.

    sottolinea il ruolo che potrebbero svolgere le strategie macroregionali per uno sviluppo integrato al di là delle frontiere dell’UE, e in particolare nella prospettiva dell’uscita del Regno Unito dall’Unione europea; raccomanda pertanto di riflettere al modo in cui queste strategie potrebbero contribuire a plasmare le future relazioni tra il Regno Unito e l’UE, e invita a coinvolgere strettamente gli enti locali e regionali nelle future discussioni sul tema da entrambe le parti del negoziato sulla Brexit;

    8.

    rimanda ai precedenti pareri del CdR su questo argomento per commenti puntuali su ciascuna strategia macroregionale (3) e si basa su di essi per formulare nel presente parere osservazioni generali applicabili a tutte le strategie macroregionali. Richiama l’attenzione sull’importanza di una maggiore efficienza e della definizione di un ordine di priorità in termini di risultati, oltre che sull’importanza di un approccio più pratico in relazione all’attuazione delle strategie macroregionali;

    9.

    sottolinea che il vantaggio delle strategie macroregionali è dato dal fatto che gli attori nazionali, regionali e locali convergono in un quadro comune per elaborare una strategia globale e processi di programmazione comuni che contribuiscano al conseguimento dell’obiettivo del trattato dell’UE in materia di coesione economica, sociale e territoriale e che rispondano efficacemente alle esigenze locali. Inoltre, le strategie macroregionali contribuiscono a coinvolgere i cittadini nel progetto europeo e a colmare il divario tra l’elaborazione delle politiche a livello dell’UE e a livello locale;

    10.

    nota, tuttavia, che le strategie macroregionali si trovano in una fase cruciale, in cui si riconosce sempre più il loro potenziale, ma in cui è necessario che la loro attuazione concreta sia ulteriormente migliorata per raccoglierne tutti i frutti. Oltre a fornire la prospettiva locale e regionale sulle strategie macroregionali, il presente parere ha un più ampio obiettivo strategico nel contesto dei lavori in corso sul prossimo periodo di programmazione e, più in generale, sul futuro dell’Europa;

    11.

    sostiene le iniziative per l’istituzione di nuove strategie macroregionali che stanno prendendo corpo. Tuttavia si dovrebbe adottare un approccio più sistematico nel cui ambito le esigenze funzionali vengano individuate in un processo che parte dal basso. Le strutture di cooperazione territoriale già esistenti e consolidate dovrebbero valutare se una strategia macroregionale potrebbe rappresentare per loro stesse un valore aggiunto e offrire loro nuove opportunità di migliorarsi;

    12.

    è opportuno inoltre precisare che le strategie macroregionali esistenti sono il risultato dell’associazione di molti Stati membri dell’UE, ma bisogna anche prevedere la possibilità di creare strategie macroregionali che raggruppino un minor numero di paesi ma più regioni, le quali trovano in questo approccio territoriale lo strumento adeguato ed efficace per affrontare sfide comuni, rivolgendo inoltre una particolare attenzione alle regioni che presentano svantaggi naturali, insulari e ultraperiferiche;

    13.

    ritiene che la società civile e le parti interessate che hanno voce in capitolo a livello locale, le regioni e le città possano essere di grande aiuto nel consolidare l’idea europea ed esercitare un’influenza adeguata; è pertanto essenziale includere gli attori chiave dell’attuazione a livello macroregionale e la società civile nella messa a punto dei programmi strategici. Tale coinvolgimento consentirà all’Europa di ottenere migliori risultati in materia di sussidiarietà, non solo nelle relazioni tra i responsabili politici e le istituzioni, ma anche nelle relazioni con gli attori economici e sociali a livello locale e regionale.

    II.   CONTESTO E FINANZIAMENTO

    14.

    osserva che le strategie macroregionali sono in sostanza uno strumento per coordinare l’attuazione di una vasta gamma di politiche. Il loro campo d’azione è molto più vasto dell’obiettivo di cooperazione territoriale europea: da un lato all’attuazione delle strategie macroregionali contribuiscono diversi settori politici e, dall’altro, tutte le politiche dell’UE trarrebbero benefici da un coordinamento più efficace attraverso le strategie macroregionali;

    15.

    nota che gli obiettivi delle strategie macroregionali devono essere inclusi in maniera concertata nella strategia globale dell’UE per il periodo successivo al 2020, in modo da creare così un quadro coerente per tutti i programmi; ciò permetterebbe alla pianificazione strategica di tutte le politiche con un impatto sullo sviluppo regionale di tener conto delle strategie macroregionali. Ciò vale per le politiche in tutte le forme e a tutti i livelli, comprese le politiche che rientrano nelle competenze concorrenti, e anche per le politiche gestite direttamente dalla Commissione europea e per le politiche regionali a livello nazionale;

    16.

    si rammarica del fatto che attualmente il valore aggiunto delle strategie macroregionali non sia sufficientemente rispecchiato nelle politiche settoriali e nei loro programmi di finanziamento. Ciò determina problemi a livello pratico quando i progetti devono rispettare le esigenze strategiche delle strategie macroregionali e delle politiche settoriali, le quali forniscono il finanziamento e potrebbero essere molto diverse. Di conseguenza, i progetti che rientrano nel campo di una strategia macroregionale richiedono tempi di preparazione più lunghi e, pertanto, sono meno competitivi dei progetti «standard» delle politiche settoriali;

    17.

    ritiene che, al fine di garantire l’accesso alle risorse finanziarie nel periodo di programmazione successivo al 2020, tutte le politiche dell’UE (compresa la politica di coesione) dovrebbero definire, per i progetti che si inseriscono in una strategia macroregionale, regole specifiche di attuazione in grado di facilitare l’accesso al finanziamento e di ridurre gli obblighi amministrativi. La semplificazione dell’attuazione dei programmi dell’UE va trattata come una questione urgente;

    18.

    chiede il rafforzamento dei collegamenti tra le strategie macroregionali e le fonti di finanziamento dell’UE, sia durante la fase di concezione che in quella di attuazione delle politiche settoriali. Occorre evitare doppioni nelle procedure e nella rendicontazione. In linea di principio, i fondi devono seguire le politiche e non il contrario. Purtroppo, per il momento, sembra che succeda il contrario, visto che le strategie macroregionali sono costrette a chiedere il sostegno dei programmi di finanziamento;

    19.

    incoraggia gli Stati membri ad avviare in futuro dei dibattiti sul modo in cui le strategie macroregionali, nel rispetto dei principi fondanti le Strategie Macroregionali, dovrebbero essere integrate nel quadro finanziario pluriennale dell’UE per il periodo successivo al 2020. Per quanto riguarda la prossima generazione di programmi di finanziamento, la Commissione dovrebbe prevedere risorse finanziarie adeguate per quei programmi transnazionali che corrispondono a strategie macroregionali e definire un meccanismo che dia priorità ai progetti ammissibili che sono considerati strategici nel quadro di una strategia macroregionale, in maniera complementare al finanziamento dei progetti previsti da altri strumenti dell’UE per la cooperazione transfrontaliera e transnazionale;

    20.

    esorta i coordinatori delle strategie macroregionali a procedere quanto prima all’elaborazione di documenti di strategia per illustrare come le diverse politiche dovrebbero contribuire all’attuazione di tali strategie. In vista della preparazione degli atti legislativi per il periodo di programmazione successivo al 2020, tali documenti di strategia dovrebbero incoraggiare i responsabili politici dell’UE ad adeguare la normativa alle esigenze delle strategie macroregionali. Inoltre, i documenti di strategia dovrebbero essere direttamente integrati nella fase di programmazione e costituire la base per la definizione dei programmi operativi;

    21.

    invita la Commissione europea a sostenere tale processo in collaborazione con il programma Interact, con i coordinatori a livello tematico e nazionale delle strategie macroregionali e con le parti interessate alle strategie macroregionali attuali e future, organizzando e finanziando seminari specifici incaricati di elaborare tali documenti di strategia. Sollecita la Commissione europea a favorire in collaborazione con il programma Interact lo scambio di esperienze tra le quattro strategie macroregionali, per quanto riguarda sia le priorità tematiche delle strategie sia gli aspetti generali della loro attuazione. L’elaborazione di nuove strategie macroregionali dovrebbe beneficiare di un sostegno anche sul piano metodologico;

    22.

    osserva che la Commissione europea dovrebbe assumere un ruolo più incisivo/dimostrarsi più proattiva nel coordinare e promuovere la cooperazione tra le strategie macroregionali. Oltre alla DG REGIO, anche altre direzioni generali della Commissione andrebbero coinvolte più attivamente nel fornire assistenza per la realizzazione degli obiettivi strategici di tali strategie. Le strategie macroregionali dovrebbero essere meglio collegate con l’intero armamentario delle politiche e degli strumenti dell’UE, affinché possano contribuire in misura maggiore agli obiettivi globali dell’Unione;

    23.

    chiede che vi sia la possibilità per le regioni e gli Stati membri di includere incentivi, anche economici, con il sostegno della Commissione europea, al fine di favorire nuove modalità di attuazione delle politiche e della legislazione europee nel quadro di strategie macroregionali. Tali metodi potrebbero consistere, ad esempio, nel sottoporre a valutazione possibili future norme europee o politiche o nell’agevolare l’attuazione della legislazione e delle politiche europee già adottate (possibile più rapido raggiungimento di determinati obiettivi, per esempio clima, energia, trasporti ecc., ovvero superamento degli obiettivi fissati dalla legislazione europea, in termini qualitativi e quantitativi, con la fissazione di obiettivi più ambiziosi). Tale meccanismo incentivante potrebbe essere messo in atto associando su base volontaria partner macroregionali e la Commissione europea nell’ambito di un «accordo di programma» per la definizione delle finalità, delle modalità e degli obiettivi da raggiungere e fornendo incentivi per chi s’impegna ad un’attuazione più rapida.

    Strategie macroregionali e politica di coesione

    24.

    sottolinea che la politica di coesione non è solo la politica di sviluppo regionale dell’UE diretta a ridurre le disparità, ma anche il suo più importante strumento di investimento. Risulta necessaria una relazione più stretta e diretta tra le strategie macroregionali e le misure della politica di coesione in modo che le strategie macroregionali possano beneficiare di un approccio integrato e specifico nell’ambito dei programmi operativi;

    25.

    segnala che la politica di coesione offre un sostegno vitale alle strategie macroregionali. Difatti, da un lato, la politica di coesione eroga un’assistenza finanziaria essenziale per i progetti che concorrono all’attuazione di tali strategie; dall’altro, essa può assicurare la normale operatività delle strategie macroregionali fornendo assistenza tecnica ai loro meccanismi di governance;

    26.

    osserva che la politica di coesione opera tramite dotazioni nazionali, concentrandosi quindi principalmente sulle priorità nazionali. In pratica, ciò significa che, anche se un paese/una regione decide di sostenere progetti nel quadro di una strategia macroregionale, non vi è alcuna garanzia che l’altro paese/l’altra regione farà il necessario per sostenerne l’attuazione. Purtroppo, in tali casi i progetti risultano meno efficaci e il valore aggiunto della strategia macroregionale diminuisce. Gli Stati membri dovrebbero tener conto delle strategie macroregionali nel processo di programmazione della politica di coesione;

    27.

    è pertanto favorevole al rafforzamento in futuro della cooperazione territoriale europea nell’ambito della politica di coesione e alla contemporanea espansione della dimensione transnazionale dei programmi operativi generali, che rappresentano circa il 95 % della politica di coesione, nonché al loro eventuale allineamento con le strategie macroregionali. Si dovrebbero inoltre migliorare le sinergie tra programmi basati sui fondi SIE e i programmi settoriali gestiti direttamente quali Orizzonte 2020, Erasmus+ e il Meccanismo per collegare l’Europa (CEF). I programmi operativi pertinenti dovrebbero chiaramente tener conto delle strategie macroregionali dei rispettivi territori; auspica che tutte le frontiere terrestri interne ed esterne dell’UE, come pure le frontiere marittime (regioni separate da un massimo di 150 km o, nel caso delle regioni ultraperiferiche e insulari, da più di 150 km), possano beneficiare di sostegno e partecipare ai programmi di cooperazione transfrontaliera e macroregionale;

    28.

    ribadisce la richiesta, avanzata nel suo recente parere Progetti people-to-people e su piccola scala nei programmi di cooperazione transfrontaliera, di facilitare l’accesso ai finanziamenti a titolo della politica di coesione per i progetti di piccole dimensioni. L’esperienza dimostra che alcuni progetti transnazionali su piccola scala sono compatibili con gli obiettivi delle strategie macroregionali. Tuttavia, la maggior parte dei programmi di finanziamento dell’UE non sono concepiti per sostenere progetti su piccola scala: molte comunità locali e organizzazioni della società civile non possono partecipare perché non hanno la capacità finanziaria e amministrativa necessaria. In considerazione di ciò, si raccomanda di mettere a punto strumenti di finanziamento facilmente accessibili e gestibili, tra cui anche modelli di prefinanziamento e finanziamenti per la preparazione del progetto per progetti di piccole dimensioni;

    29.

    sottolinea che i programmi della cooperazione territoriale europea svolgono un ruolo fondamentale quando si tratta di sostenere le strategie macroregionali. Tuttavia, la cooperazione territoriale europea rappresenta solo una piccola parte del finanziamento globale ed è quindi importante in termini di qualità piuttosto che di quantità. L’obiettivo principale dei programmi di cooperazione territoriale europea dovrebbe essere quello di sostenere la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale unitamente a progetti pilota e programmi innovativi, nonché quello di fornire assistenza tecnica per finanziare l’attuazione di strategie macroregionali. La competizione tra progetti di cooperazione territoriale europea e progetti delle strategie macroregionali per gli stessi fondi è controproducente e andrebbe evitata;

    30.

    sottolinea il ruolo svolto dai GECT nell’attuazione delle strategie macroregionali e di altre iniziative transnazionali e transfrontaliere, come ad esempio le comunità di lavoro. Tuttavia, i GECT non hanno ancora dispiegato il loro pieno potenziale a causa di un’attuazione insoddisfacente della legislazione pertinente in alcuni Stati membri, una mancanza di conoscenza delle opportunità offerte da questo strumento e altri perduranti ostacoli amministrativi.

    Reinterpretazione del principio dei «tre no»

    31.

    rileva che un principio fondamentale che governa le strategie macroregionali è la regola dei «tre no»: no a nuovi finanziamenti dell’UE, no a nuove strutture formali dell’UE e no a nuovi atti legislativi dell’UE. In pratica, tuttavia, questa regola ha creato una certa confusione. Ad esempio, nuove strutture, come le piattaforme e le reti di cooperazione, sono state istituite in tutte le strategie macroregionali, ma esse non hanno i requisiti per essere considerate strutture formali dell’UE. L’attuazione delle strategie macroregionali si basa in larga misura sui finanziamenti dell’UE, ma tecnicamente non si tratta di nuovi finanziamenti, bensì di una destinazione diversa di fondi esistenti. Inoltre, anche se le strategie macroregionali non dovrebbero dar luogo a nuove normative, si dovrebbe consentire di proporre o emendare la legislazione a tutti i livelli se ciò permettesse di migliorare l’attuazione delle strategie macroregionali;

    32.

    sostiene che si dovrebbero sostituire i «tre no» con «tre sì», per fare miglior uso della legislazione, delle istituzioni e dei finanziamenti esistenti. È opportuno adottare un approccio pratico che preveda l’adozione delle misure necessarie per migliorare il funzionamento delle strategie macroregionali piuttosto che concentrarsi su principi quali quello dei «tre no», il cui risultato è quello di creare confusione. Il CdR dice a migliori sinergie con gli strumenti di finanziamento, a una migliore integrazione delle strutture esistenti nelle strategie macroregionali e a una migliore applicazione delle norme esistenti.

    Governance

    33.

    osserva che occorre rafforzare la governance delle strategie macroregionali e, a tal fine, devono essere rafforzati anche il livello locale e quello regionale. La governance non può essere affidata solo ai governi nazionali, poiché ciò contraddice l’idea stessa di una strategia macroregionale;

    34.

    ritiene che l’attuazione delle strategie macroregionali richieda un approccio di governance specifico, basato sulla cooperazione e sul coordinamento, e sottolinea che a tale scopo sono necessari il miglioramento della capacità amministrativa, sulla base di una maggiore titolarità, e una migliore cooperazione. Questo approccio di governance specifico dovrebbe essere integrato nelle strutture di governance esistenti in modo concertato al fine di evitare doppioni e di conseguire un approccio razionalizzato. Gli sforzi di coordinamento non dovrebbero in alcun caso comportare una centralizzazione surrettizia;

    35.

    sottolinea che la titolarità da parte dei responsabili politici europei, nazionali e regionali e delle amministrazioni a livello europeo, nazionale e regionale è una condizione per migliorare la capacità amministrativa, e si rammarica del fatto che, in molti casi, le strategie macroregionali continuino a risentire di una mancanza di titolarità. La titolarità può essere migliorata rafforzando la consapevolezza del ruolo decisivo svolto dagli enti regionali e locali;

    36.

    è consapevole del fatto che i processi di concezione e attuazione delle strategie macroregionali e dei relativi progetti possano apparire difficili e complessi all’inizio, quando diverse culture e tradizioni amministrative s’incontrano per tentare di stabilire una strategia comune di sviluppo. Le strategie macroregionali esigono considerevoli risorse umane e molto tempo nelle fasi iniziali per l’istituzione di nuove procedure e di nuove strutture amministrative. Occorre, oltre a una nuova cultura amministrativa (più aperta e strategica), imparare a conoscere nuovi metodi e contesti giuridici diversi, come pure altre lingue;

    37.

    fa notare che un dialogo costante, strutture di cooperazione efficaci e solidi partenariati sono essenziali per creare un senso di titolarità nell’attuazione delle strategie macroregionali. La gestione condivisa è il metodo di attuazione più idoneo nei contesti di governance multilivello. È importante, a questo proposito, chiarire le responsabilità e le competenze di ogni singolo attore;

    38.

    ritiene che le istituzioni dell’UE dovrebbero accordarsi su una visione europea globale e su una strategia di sviluppo guidata dalle esigenze nazionali, regionali e locali. Le strategie macroregionali si fondano su regioni «funzionali» e sono pertanto quelle più adatte per l’attuazione di una strategia di sviluppo dell’UE e per la realizzazione dei suoi obiettivi attraverso la presa in carico dei bisogni specifici e delle condizioni di un determinato territorio (area geografica) e mediante l’applicazione efficace del principio di partenariato;

    39.

    ribadisce che un partenariato efficace implica la partecipazione di tutte le parti interessate alla pianificazione strategica e al processo decisionale. Ovviamente ciò può avvenire soltanto se i bisogni locali e regionali sono conosciuti, analizzati nel contesto dell’UE e integrati nella strategia macroregionale generale. Analogamente, l’attuazione delle strategie macroregionali può essere coronata da successo solo se gli attori regionali e locali, nonché la società civile, dispongono della flessibilità, della fiducia e degli incentivi finanziari di cui hanno bisogno per realizzare gli obiettivi di comune interesse europeo declinati secondo i bisogni locali e regionali;

    40.

    suggerisce che il coordinamento a livello nazionale con tutti gli altri livelli istituzionali, amministrativi e di definizione delle politiche dovrebbe basarsi su un mandato forte e su un bilancio specifico per le attività di coordinamento. Il coordinamento potrebbe anche comportare la creazione di una rete di piattaforme di coordinamento nazionali interconnesse per ciascuna strategia macroregionale, al fine di consentire un’attuazione di tipo inclusivo in ciascun paese partecipante e di garantire la coerenza tra le diverse strategie di attuazione dei paesi e delle regioni partecipanti;

    41.

    sottolinea che, allo scopo di migliorare la governance, le strategie macroregionali richiedono il sostegno della Commissione europea, che dovrebbe appoggiare attivamente il coordinamento a livello nazionale e tematico e dovrebbe adoperarsi per rafforzare il legame tra le politiche dell’UE e l’attuazione delle strategie macroregionali, prestando particolare attenzione alla prospettiva regionale e locale. La Commissione dovrebbe organizzare seminari e riunioni frequenti e regolari con i responsabili dell’attuazione e i principali soggetti interessati per dare loro una migliore visione d’insieme degli obiettivi dell’UE e per consentire lo scambio delle buone pratiche tra le strategie macroregionali esistenti;

    42.

    ritiene che la Commissione dovrebbe migliorare in modo significativo il suo coordinamento interno tra le diverse direzioni generali e risolvere il problema delle sovrapposizioni esistenti a livello delle politiche dell’UE. La prossima relazione della Commissione sull’attuazione delle strategie macroregionali dell’UE dovrebbe insistere ancora di più sulle buone pratiche che potrebbero essere mutuate da una strategia all’altra;

    43.

    ritiene che in futuro le relazioni della Commissione europea dovrebbero fornire anche dati oggettivi e verificati sui contributi finanziari alle strategie macroregionali, indicando anche il numero di progetti sostenuti. Infine, la Commissione dovrebbe fare di più anche in materia di proposte per l’armonizzazione della terminologia utilizzata per descrivere i ruoli e i processi nelle strategie macroregionali.

    Monitoraggio, valutazione e comunicazione

    44.

    sottolinea la necessità di monitorare e valutare le modalità di attuazione delle strategie macroregionali, al fine di stabilire la loro efficacia e di agevolare il processo di apprendimento politico. Tuttavia, l’obiettivo dell’attività informativa deve essere chiaro, così come devono essere chiare la destinazione delle relazioni e ciò che ci si attende da esse. L’elaborazione di relazioni senza un obiettivo preciso e senza un’intenzione chiara costituisce una forma di inutile adempimento burocratico;

    45.

    ritiene che le relazioni sull’attuazione delle strategie macroregionali dovrebbero servire a valutare se le politiche dell’UE e quelle nazionali continuino a essere coerenti e adeguate per l’attuazione di tali strategie e dovrebbero richiamare l’attenzione dei responsabili politici dell’UE e di quelli nazionali su aspetti che devono essere modificati. Tutte le volte che viene proposta una nuova normativa si dovrebbe effettuare una valutazione d’impatto territoriale allo scopo di individuarne i potenziali effetti sulle strategie macroregionali. Le relazioni dovrebbero altresì aiutare coloro che sono incaricati di attuare le strategie macroregionali a capire i progressi realizzati, a migliorare i processi interni e ad adattarsi ai nuovi sviluppi;

    46.

    sottolinea che la cooperazione territoriale è alquanto rischiosa e difficile da prevedere nei dettagli. Il monitoraggio e la valutazione dovrebbero pertanto concentrarsi sui risultati e sui processi di cooperazione piuttosto che sulle cifre. Carenze ed errori sono possibili e inevitabili e non dovrebbero immediatamente comportare rettifiche finanziarie o la fine delle misure, in quanto ciò impedirebbe la realizzazione di progetti innovativi benché rischiosi;

    47.

    concorda con l’idea della Commissione che una forte strategia di comunicazione dovrebbe essere parte integrante delle strategie macroregionali e ritiene che, data la situazione attuale nell’UE, sia necessaria un’attività di comunicazione che informi sul valore aggiunto dell’azione dell’UE. Le strategie macroregionali stanno rendendo gli obiettivi della politica europea più visibili e comprensibili ai cittadini nella loro esperienza quotidiana. In tal modo, esse offrono una risposta agli sviluppi politici che sono in atto in Europa e potrebbero fornire un contributo sostanziale al futuro dibattito sull’UE-27 recentemente avviato dalla Commissione con il suo Libro bianco sul futuro dell’Europa.

    Osservazioni sulle singole strategie

    Strategia dell’UE per la regione del Mar Baltico (EUSBSR)

    48.

    concorda con la Commissione europea per quanto riguarda la valutazione dell’attuazione e delle sfide della strategia dell’UE per la regione del Mar Baltico e sottolinea che, nel 2016, è stata istituita una rete delle autorità di gestione del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) per detta strategia. La rete ha lo scopo di individuare modi per fornire un sostegno finanziario più efficiente per l’attuazione della strategia. Reti analoghe sono stati istituite per altri fondi. Questo è un esempio di buona pratica che può essere applicato ad altre strategie macroregionali. Un altro esempio di buona pratica è la partecipazione di reti regionali e urbane alla strategia dell’UE per la regione del Mar Baltico;

    49.

    osserva che la Seed Money Facility (il meccanismo di finanziamento iniziale) della suddetta strategia è stata uno strumento efficace nel mettere insieme partenariati e nel preparare progetti di cooperazione che cercano di ottenere finanziamenti sia dal programma Interreg che da altri programmi di finanziamento. La strategia per la regione del Mar Baltico è stata la prima strategia macroregionale e, pertanto, essa offre un gran numero di buone pratiche come termini di riferimento anche per le altre strategie macroregionali.

    Strategia dell’UE per la regione del Danubio (EUSDR)

    50.

    concorda con la Commissione per quanto riguarda la valutazione dell’attuazione e delle sfide della strategia dell’UE per la regione del Danubio. Uno dei risultati più visibili di tale strategia è stata l’istituzione di un Programma transnazionale per il Danubio (Interreg) il cui ambito geografico corrisponde esattamente a quello della strategia. Nell’ambito della strategia per la regione del Danubio è stato sviluppato un certo numero di progetti e molti di essi sono stati approvati dal programma transnazionale per il Danubio o da altre fonti di finanziamento. Inoltre, nel 2014 i quattordici paesi hanno istituito congiuntamente un nuovo organo, il Danube Strategy Point (DSP), al fine di agevolare l’attuazione della strategia e la partecipazione di tutti i soggetti sia attuali che potenziali. Entrambe queste iniziative rappresentano progressi molto positivi e dovrebbero continuare a essere sostenute;

    51.

    accoglie con favore il fatto che la strategia per la regione del Danubio offra una piattaforma innovativa per la politica regionale e per la politica di allargamento e di vicinato e che promuova la partecipazione degli enti substatali e della società civile, comprese le parti sociali.

    Strategia dell’UE per la regione adriatica e ionica (EUSAIR)

    52.

    rileva che la situazione creatasi con i flussi di profughi e di migranti ha un enorme impatto sui paesi della regione adriatica e ionica. Al 2o Forum della strategia macroregionale adriatico-ionica, che ha avuto luogo a Ioannina (Grecia) l’11 e il 12 maggio 2017, il tema centrale è stato quello delle modalità con cui la strategia può contribuire a rafforzare la resilienza dei paesi della regione nella gestione della crisi. Nella risoluzione adottata in occasione del 2o Forum si invitano i paesi partecipanti a istituire una piattaforma di collaborazione attraverso cui i paesi della regione possano migliorare il coordinamento della loro risposta alla crisi e apprendere gli uni dagli altri;

    53.

    accoglie con favore gli sforzi compiuti per promuovere la cooperazione tra i fondi SIE e lo strumento di assistenza preadesione (IPA). Ciò significa che i fondi SIE, IPA e altre fonti di finanziamento nazionali e regionali pertinenti dovrebbero contribuire al conseguimento degli obiettivi della strategia per la regione adriatica e ionica. A tale proposito potrebbero essere studiate ulteriori sinergie con la strategia per la regione del Danubio, nonché con organizzazioni regionali di livello internazionale. Purtroppo, una terminologia differente per designare i processi di attuazione dei vari programmi di finanziamento crea ancora confusione e ostacola lo sfruttamento delle sinergie;

    54.

    riconosce il valore aggiunto offerto dalla strategia per la regione adriatica e ionica all’attuale cooperazione intergovernativa e multilaterale che funziona nell’area interessata dalla strategia stessa;

    55.

    ritiene che il divario esistente tra dichiarazioni politiche e mezzi disponibili per l’attuazione dovrebbe essere colmato. Gli obiettivi della strategia possono essere raggiunti soltanto se le verranno assegnati le risorse finanziarie e gli strumenti di governance necessari.

    Strategia dell’UE per la regione alpina (EUSALP)

    56.

    osserva che il processo di attuazione della strategia per la regione alpina è iniziato nel primo semestre del 2016. È troppo presto per trarre conclusioni, ma la strategia ha fatto segnare una partenza lanciata. È positivo che la maggior parte dei sette paesi interessati vi partecipino principalmente attraverso il loro livello regionale. Il livello nazionale/federale è presente nel comitato esecutivo, ma l’attuazione della strategia avviene principalmente a livello regionale. La piena titolarità della strategia da parte del livello nazionale/federale, quando sarà un fatto compiuto, potrebbe essere un fattore chiave per dare un più forte impulso alla strategia nel prossimo futuro. Il coinvolgimento del livello locale e regionale contribuirà certamente a creare titolarità e condurrà a un’attuazione inclusiva e proficua della strategia nel prossimo futuro;

    57.

    ritiene che la strategia alpina possa contribuire ad implementare un modello sostenibile di sviluppo, condiviso tra le macro-regioni europee. In Europa la popolazione e la ricchezza si concentrano principalmente nelle aree urbane e metropolitane, ma per mantenere sostenibile lo sviluppo delle città è necessario preservare le aree rurali e alpine attorno ad esse. La tutela degli asset naturali permette ai cittadini di beneficiare di oasi di benessere, di approvvigionarsi con alimenti sani e di qualità e di preservare la biodiversità. L’interconnessione tra le aree metropolitane, motori produttivi e catalizzatori di creatività e innovazione, e le aree rurali e di montagna, dovrà costituire un elemento-chiave per sviluppare sinergie progettuali e campagne comunicative condivise nei confronti dei cittadini;

    58.

    rileva, tuttavia, che, data la lunga storia di cooperazione nella regione e la prosperità economica che la caratterizza, la strategia per la regione alpina potrebbe essere ancora più ambiziosa e andare oltre la cooperazione Interreg già in corso e servire in tal modo da modello per altre macroregioni. Un’opzione che potrebbe essere presa in considerazione è quella dell’istituzione di una struttura di coordinamento permanente per l’attuazione della strategia che costituirebbe di fatto la base del sistema di governance;

    59.

    prende atto e accoglie con favore il documento comune della presidenza bavarese e di altre regioni partecipanti che si esprime a favore dell’integrazione delle strategie nel quadro normativo del prossimo quadro finanziario pluriennale.

    Recesso del Regno Unito dall’UE

    60.

    ritiene che i presupposti fondamentali delle strategie macroregionali offrano una base solida e realistica su cui le amministrazioni con poteri devoluti, gli enti regionali e locali e le loro comunità nel Regno Unito possano costruire una futura cooperazione con i loro omologhi dell’UE, e invita i negoziatori delle due parti a inserire questo tema tra quelli affrontati nei negoziati sull’accordo per il recesso del Regno Unito dall’UE.

    Bruxelles, 30 novembre 2017

    Il presidente del Comitato europeo delle regioni

    Karl-Heinz LAMBERTZ


    (1)  Parere del CdR sul tema La visione territoriale per il 2050: quale futuro? (COR-2015-04285).

    (2)  La prima strategia macroregionale, la strategia dell’Unione europea per la regione del Mar Baltico (EUSBSR), è stata lanciata nel 2009.

    (3)  Parere sul tema Strategia per la regione danubiana, CdR 86/2011 fin; Parere sul tema Strategia riveduta dell’UE per la regione del Baltico, CdR 1272/2012 fin; Parere sul tema Il valore aggiunto delle strategie macroregionali, CdR 5074/2013; Parere sul tema Strategia dell’UE per la regione adriatica e ionica (EUSAIR), CdR 23/2014 fin; Parere sul tema Una strategia macroregionale alpina per l’Unione europea, CdR 2994/2014 fin.


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