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Document 52017IP0351

Risoluzione del Parlamento europeo del 14 settembre 2017 sul Myanmar/Birmania, in particolare la situazione dei rohingya (2017/2838(RSP))

GU C 337 del 20.9.2018, p. 109–112 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

20.9.2018   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 337/109


P8_TA(2017)0351

Myanmar, compresa la situazione dei rohingya

Risoluzione del Parlamento europeo del 14 settembre 2017 sul Myanmar/Birmania, in particolare la situazione dei rohingya (2017/2838(RSP))

(2018/C 337/16)

Il Parlamento europeo,

viste le sue precedenti risoluzioni sul Myanmar/Birmania e sulla situazione dei musulmani rohingya, in particolare quelle del 7 luglio 2016 (1) e del 15 dicembre 2016 (2), nonché le sue risoluzioni del 16 marzo 2017 sulle priorità dell'UE per le sessioni del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite nel 2017 (3) e del 13 giugno 2017 sull'apolidia nell'Asia meridionale e nel Sud-Est asiatico (4),

viste le conclusioni del Consiglio sulla strategia dell'UE nei confronti del Myanmar/Birmania del 20 giugno 2016,

vista la comunicazione congiunta al Parlamento europeo e al Consiglio, del 1o giugno 2016, a cura della Commissione e del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR), dal titolo «Elementi per una strategia dell'UE nei confronti del Myanmar/Birmania — Un partenariato speciale per la democrazia, la pace e la prosperità» (JOIN(2016)0024),

vista la dichiarazione resa il 30 marzo 2016 dal VP/AR Federica Mogherini, sull'insediamento del nuovo governo dell'Unione di Myanmar,

viste la dichiarazione rilasciata il 2 dicembre 2016 dal portavoce del VP/AR sulla recente escalation delle violenze in Myanmar/Birmania e la dichiarazione rilasciata il 6 settembre 2017 dal VP/AR sulla situazione nello Stato di Rakhine,

visto il comunicato stampa congiunto del 25 novembre 2016 in merito al terzo dialogo UE-Myanmar/Birmania sui diritti umani,

viste le conclusioni del Consiglio del 4 dicembre 2015 sull'apolidia,

visti i recenti briefing dell'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR) e del relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Myanmar/Birmania, rispettivamente del 29 e 18 novembre 2016, sul deterioramento della situazione dei diritti umani nello Stato di Rakhine settentrionale,

viste la relazione dell'OHCHR, del 20 giugno 2016, sulla situazione dei diritti umani dei musulmani rohingya e di altre minoranze in Myanmar/Birmania, nonché la relazione del relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Myanmar/Birmania, del 18 marzo 2016,

visti la Convenzione delle Nazioni Unite del 1951 sullo status dei rifugiati e il relativo protocollo del 1967,

viste la Convenzione relativa allo status degli apolidi del 1954 e la Convenzione sulla riduzione dell'apolidia del 1961,

visto il piano d'azione globale 2014-2024 volto a porre fine all'apolidia, del novembre 2014, a cura dell'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR),

vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948,

vista la dichiarazione di fine missione resa il 20 gennaio 2017 dal relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Myanmar/Birmania, Yanghee Lee, in cui si conclude che la situazione attuale nel paese è peggiore rispetto a qualsiasi altro momento negli ultimi anni,

vista la relazione finale dell'agosto 2017 della commissione consultiva sullo Stato di Rakhine,

visti il Patto internazionale sui diritti civili e politici del 1966 e il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali del 1966,

vista la Carta dell'Associazione delle nazioni del Sud-Est asiatico (ASEAN),

visti l'articolo 135, paragrafo 5, e l'articolo 123, paragrafo 4, del suo regolamento,

A.

considerando che, secondo l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), nelle ultime due settimane oltre 300 000 rohingya musulmani, in fuga dalle violenze nello Stato di Rakhine, hanno cercato rifugio in Bangladesh;

B.

considerando che lo Stato di Rakhine in Myanmar/Birmania è la patria di circa un milione di rohingya, un gruppo di minoranza a prevalenza musulmana vittima di repressione e di continue gravi violazioni dei diritti umani, tra cui minacce alla vita e alla sicurezza, negazione dei diritti alla salute e all'istruzione, lavoro forzato, violenze sessuali e limitazioni ai diritti politici;

C.

considerando che i rohingya sono ufficialmente apolidi dall'introduzione della legge sulla cittadinanza birmana del 1982, che ha comportato gravi restrizioni alla libertà di circolazione e ha relegato tale popolazione in accampamenti;

D.

considerando che il 25 agosto 2017 un gruppo di ribelli rohingya ha sferrato un attacco contro alcune postazioni di polizia e una base militare nello Stato di Rakhine; che ciò ha provocato una forte controffensiva militare, con gravi violazioni su larga scala dei diritti umani, compresi omicidi, stupri e torture; che alcune organizzazioni per i diritti umani, in particolare Human Rights Watch, avvalendosi di immagini satellitari, hanno segnalato la distruzione su larga scala di abitazioni e di altri edifici in alcune parti dello Stato di Rakhine settentrionale attualmente precluse alle ONG e agli osservatori indipendenti;

E.

considerando che, secondo la vigente Costituzione del Myanmar/Birmania, l'esercito resta autonomo rispetto al controllo civile e conserva un ampio potere sul governo e sulla sicurezza nazionale;

F.

considerando che le persone in fuga dal Myanmar/Birmania, tra cui molte donne e bambini, viaggiano lungo rotte insidiose, rischiando di cadere vittime di colpi di arma da fuoco, affrontando percorsi pericolosi e patendo la fame e la mancanza di assistenza medica; che decine di queste persone sono morte lungo il tragitto; che il personale della guardia costiera bangladese ha ritrovato i corpi di almeno venti persone che si erano date alla fuga;

G.

considerando che il Bangladesh ha presentato una denuncia contro le autorità del Myanmar/Birmania per la posa di mine terrestri lungo la parte del suo confine con il Bangladesh in modo da impedire il ritorno dei musulmani rohingya in fuga dalle violenze;

H.

considerando che i membri del personale internazionale delle Nazioni Unite e delle organizzazioni non governative internazionali non possono accedere alle aree colpite dal conflitto e che le agenzie delle Nazioni Unite non sono in grado di fornire aiuti umanitari, tra cui cibo, acqua e medicinali per i rohingya;

I.

considerando che il 10 settembre 2017 l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Zeid Raad Al Hussein, ha annunciato che la situazione in Myanmar/Birmania sembra un classico esempio di pulizia etnica;

J.

considerando che nel marzo 2017 la Cina e la Russia hanno bloccato l'adozione di una dichiarazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla situazione della minoranza rohingya in Myanmar/Birmania;

1.

condanna fermamente tutti gli attacchi nello Stato di Rakhine; esprime profonda preoccupazione per la gravità e la portata crescenti delle violazioni dei diritti umani, tra cui uccisioni, scontri violenti, distruzione di proprietà private e sfollamento di centinaia di migliaia di civili;

2.

esorta con forza l'esercito e le forze di sicurezza a porre immediatamente fine alle uccisioni, ai soprusi e agli stupri di cui sono vittime i rohingya nonché agli incendi delle loro abitazioni;

3.

ricorda che le autorità del Myanmar/Birmania hanno il dovere di proteggere dagli abusi tutti i civili, senza discriminazioni, di indagare sulle gravi violazioni dei diritti umani e di perseguire i responsabili, in conformità delle norme e degli obblighi in materia di diritti umani;

4.

invita le autorità del Myanmar/Birmania ad autorizzare l'ingresso immediato e senza restrizioni di osservatori indipendenti, organizzazioni internazionali per i diritti umani, giornalisti e altri osservatori internazionali nonché delle Nazioni Unite, in particolare la missione conoscitiva istituita nel mese di marzo dal Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, onde garantire lo svolgimento di indagini indipendenti e imparziali sulle accuse di gravi violazioni dei diritti umani ad opera di tutte le parti;

5.

sollecita con urgenza a consentire l'accesso delle organizzazioni umanitarie a tutte le regioni interessate da conflitti e a tutti gli sfollati, senza discriminazioni, in modo da permettere agli operatori umanitari di prestare assistenza alle persone in pericolo;

6.

invita il governo del Myanmar/Birmania a rimuovere immediatamente tutte le mine terrestri lungo il confine con il Bangladesh;

7.

esorta il governo del Myanmar/Birmania e segnatamente il consigliere di Stato Aung San Suu Kyi a condannare in modo inequivocabile ogni istigazione all'odio razziale o religioso e a combattere le discriminazioni e le ostilità sociali contro la minoranza rohingya; sollecita inoltre il governo del Myanmar/Birmania a difendere il diritto universale alla libertà di religione o di credo; invita il consigliere di Stato ad adoperarsi per garantire l'attuazione delle raccomandazioni contenute nella relazione finale della commissione consultiva sullo Stato di Rakhine, che è stata elaborata su sua richiesta; deplora il drammatico deterioramento della situazione registrato dopo la dichiarazione del 18 maggio 2015 in cui il portavoce del partito di Aung San Suu Kyi ha dichiarato che il governo del Myanmar/Birmania dovrebbe ripristinare la cittadinanza per la minoranza rohingya;

8.

ricorda ad Aung San Suu Kyi, vincitrice del premio Sacharov nel 1990, che la difesa dei diritti umani, la tutela dei diritti delle minoranze e il rispetto del diritto internazionale rientrano tra i criteri per l'attribuzione del premio; richiama l'attenzione sulla necessità di valutare se il premio Sacharov possa essere revocato qualora un vincitore violi tali criteri dopo l'attribuzione del premio;

9.

prende atto degli sforzi profusi dal Bangladesh nel contesto della catastrofe umanitaria per facilitare la protezione di centinaia di migliaia di rifugiati rohingya; incoraggia con forza le autorità del Bangladesh e di altri paesi limitrofi a consentire l'ingresso di tutte le persone in fuga dalle violenze perpetrate nello Stato di Rakhine e a rispettare il principio di non respingimento; invita la Commissione e gli Stati membri a incrementare il sostegno finanziario e materiale a favore di tali rifugiati;

10.

ricorda la sua raccomandazione rivolta ai governi dei paesi che si trovano a far fronte al flusso di rifugiati rohingya affinché cooperino strettamente con l'UNHCR, che ha le competenze tecniche per esaminare lo status di rifugiato e il mandato di proteggere i rifugiati e gli apolidi; invita l'UE e le Nazioni Unite ad assistere i paesi limitrofi del Myanmar/Birmania a tale riguardo;

11.

sollecita inoltre l'ASEAN e i governi regionali a prendere immediatamente provvedimenti per esercitare maggiori pressioni sul governo del Myanmar/Birmania affinché metta fine alle violazioni dei diritti, protegga tutti i civili nello Stato di Rakhine e fornisca assistenza ai rifugiati in fuga;

12.

sostiene gli sforzi volti a intensificare il processo politico basato sull'attuazione delle raccomandazioni di Annan; invita il Consiglio di sicurezza e l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ad adottare misure diplomatiche e politiche efficaci per garantire che il governo del Myanmar/Birmania rispetti i propri obblighi nei confronti della minoranza rohingya in termini di protezione e accesso agli aiuti; chiede a tale riguardo che l'Assemblea generale e il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite adottino una risoluzione per condannare le violazioni dei diritti, insistere sull'accesso allo Stato di Rakhine ed esigere l'assunzione delle responsabilità per le gravi violazioni del diritto internazionale commesse da tutte le parti; chiede inoltre che, nella sua sessione di settembre 2017, il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite adotti una risoluzione per estendere il mandato della missione conoscitiva;

13.

esorta la Cina come pure altri attori internazionali e regionali ad avvalersi di tutti i canali disponibili per chiedere la fine delle atrocità e il raggiungimento di una soluzione pacifica;

14.

invita il VP/AR e gli Stati membri dell'UE ad aumentare in misura significativa le pressioni esercitate sul governo e sulle forze di sicurezza del Myanmar/Birmania affinché mettano fine alle violazioni dei diritti, collaborino pienamente con gli ispettori delle Nazioni Unite e con le agenzie umanitarie internazionali e garantiscano l'assunzione delle responsabilità per le gravi violazioni del diritto internazionale; chiede a tale proposito al VP/AR e agli Stati membri dell'UE di assumere un ruolo attivo appoggiando un'azione immediata a livello delle Nazioni Unite e chiarendo che l'Unione europea è pronta a prendere in considerazione sanzioni punitive mirate nei confronti di persone ed entità come pure conseguenze nel contesto delle preferenze commerciali accordate al Myanmar/Birmania, qualora le gravi violazioni del diritto internazionale continuino con impunità;

15.

invita il VP/AR a riferire dinanzi al Parlamento in merito alle iniziative intraprese dall'Unione nel contesto delle Nazioni Unite e del Consiglio «Affari esteri» dell'UE;

16.

chiede all'Unione e agli Stati membri di accogliere con favore i resoconti e le dichiarazioni dei rappresentanti rohingya circa la situazione in loco;

17.

sostiene gli sforzi volti ad assicurare la presenza sul terreno di osservatori indipendenti sotto la guida delle Nazioni Unite per alleviare la crisi umanitaria; invita le autorità del Myanmar/Birmania ad autorizzare l'ingresso immediato e senza restrizioni di osservatori indipendenti, in particolare della missione conoscitiva istituita nel marzo 2017 dal Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite;

18.

sostiene l'istituzione in Myanmar/Birmania di un Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti dell'uomo, con pieno mandato;

19.

chiede all'UE e ai suoi Stati membri di sostenere il piano d'azione globale 2014-2024 dell'UNHCR volto a porre fine all'apolidia;

20.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al governo e al parlamento del Myanmar/Birmania, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri dell'UE, al Segretario generale dell'ASEAN, alla commissione intergovernativa dell'ASEAN sui diritti umani, al relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Myanmar/Birmania, all'Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati e al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite.

(1)  Testi approvati, P8_TA(2016)0316.

(2)  Testi approvati, P8_TA(2016)0506.

(3)  Testi approvati, P8_TA(2017)0089.

(4)  Testi approvati, P8_TA(2017)0247.


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