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Document 52017DC0056

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO Valutazione 2016 dei progressi realizzati dagli Stati membri nel 2014 nel conseguimento degli obiettivi nazionali di efficienza energetica entro il 2020 e nell'attuazione della direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica a norma dell'articolo 24, paragrafo 3, della direttiva stessa

COM/2017/056 final

Bruxelles, 1.2.2017

COM(2017) 56 final

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO

Valutazione 2016 dei progressi realizzati dagli Stati membri nel 2014 nel conseguimento degli obiettivi nazionali di efficienza energetica entro il 2020 e nell'attuazione della direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica a norma dell'articolo 24, paragrafo 3, della direttiva stessa


Indice

1.    Introduzione    

2.    Progressi realizzati nel conseguimento dell’obiettivo di efficienza energetica dell’UE per il 2020    

3.    Obiettivi nazionali    

4.    Tendenze del consumo energetico e valutazione delle misure nazionali per settore    

4.1.    Settore industriale    

4.2.    Settore residenziale    

4.3.    Settore dei servizi    

4.4.    Settore pubblico    

4.5.    Settore dei trasporti    

4.6.    Settore della generazione di energia elettrica e calore    

4.7.    Recepimento della direttiva sull’efficienza energetica    

5.    Conclusione    



1.Introduzione

L’aumento dell’efficienza energetica è indispensabile per affrontare le sfide future dell’Unione europea. Ridurre la domanda di energia e “mettere l’efficienza energetica al primo posto” è quindi uno dei cinque principali obiettivi dell’Unione dell’energia. Nel 2015 gli Stati membri hanno confermato l’assoluta necessità di raggiungere l’obiettivo del 20% di efficienza energetica entro il 2020 1 . Le politiche di efficienza energetica consentono ai consumatori di risparmiare e raccogliere benefici in termini di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, sicurezza dell’approvvigionamento, competitività, sostenibilità dell’economia europea e creazione di posti di lavoro. Nel novembre 2016 la Commissione ha quindi proposto di rafforzare questo fondamentale settore d’intervento oltre il 2020, puntando verso un obiettivo vincolante di efficienza energetica dell’UE pari al 30% entro il 2030 2 .

La relazione 2016 fornisce una valutazione dei progressi realizzati fino al 2014 nel conseguimento dell’obiettivo del 20% di efficienza energetica entro il 2020 e nell’attuazione della direttiva sull’efficienza energetica; comprende inoltre una serie di raccomandazioni per gli Stati membri 3 . Sulla scorta delle relazioni annuali 2016 degli Stati membri e degli ultimi dati 2014 di Eurostat, essa prende avvio dalla relazione 2015 sui progressi realizzati nell’efficienza energetica 4 .

Le principali conclusioni della relazione sono elencate di seguito.

L’UE ha compiuto notevoli progressi negli ultimi anni. Nel 2014 il consumo di energia primaria (CEP) sforava solo dell’1,6% l’obiettivo 2020; il consumo di energia finale (CEF) era addirittura 2,2% sotto l’obiettivo 2020 5 . Tuttavia, nel 2015 il consumo di energia primaria ha registrato un aumento di circa l’1,5% e quello di energia finale di circa il 2% rispetto ai livelli del 2014 6 . Il rialzo è dovuto al fatto che il 2014 è stato un anno eccezionalmente caldo; i dati 2015 sono un ritorno alla normale.

Gli Stati membri si sono impegnati ad attuare politiche ambiziose in materia di efficienza energetica e hanno aumentato considerevolmente gli sforzi compiuti negli ultimi anni in tutti i settori 7 .

Stando ad un’analisi disaggregata svolta per l’UE-28, il calo del consumo di energia primaria dal 2005 al 2014 era dovuto principalmente ad un miglioramento dell’intensità energetica 8 . Il rallentamento dell’economia, le modifiche nel mix energetico e i cambiamenti strutturali hanno avuto un ruolo relativamente minore.

Sono necessari sforzi costanti per rinnovare gli edifici esistenti, in un’ottica di risparmio energetico e di riduzione dei costi dell’energia dei consumatori. Per questo motivo, le condizioni di finanziamento degli investimenti nell’efficienza energetica devono essere ulteriormente migliorate negli Stati membri. Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) possono svolgere un ruolo importante in questo senso, fornendo ai consumatori strumenti utili a rafforzare la sensibilizzazione e a gestire il consumo di energia in modo intelligente.

La maggior parte degli Stati membri dovrebbe migliorare ancora l’efficienza energetica nel settore dei trasporti per sfruttare appieno le ulteriori potenzialità di risparmio energetico.

La Commissione è fiduciosa che l’obiettivo del 20% del consumo di energia primaria potrà essere raggiunto se gli Stati membri rispettano gli impegni presi e continuano ad attuare la legislazione vigente dell’UE sull’efficienza energetica e i programmi che hanno dato risultati positivi in materia.

2.Progressi realizzati nel conseguimento dell’obiettivo di efficienza energetica dell’UE per il 2020

Il consumo di energia finale 9 nell’Unione europea è sceso dell’11%, passando da 1 191 Mtep nel 2005 a 1 062 Mtep nel 2014, ovvero al di sotto dell’obiettivo 2020, pari a 1 086 Mtep. In termini assoluti, il consumo di energia finale è diminuito in tutti gli Stati membri dal 2005, fatta eccezione per Lituania, Malta e Polonia 10 .

Nel 2014 il settore dei trasporti rappresentava la quota maggiore del consumo totale di energia finale (33%), seguito dall’industria (26%), dal settore residenziale (25%), dai servizi (13%) e da altri (3%).

Il consumo di energia primaria 11 nell’UE è sceso da 1 712 Mtep nel 2005 a 1 507 Mtep nel 2014 (12%): ancora leggermente al di sopra dell’obiettivo 2020, ossia 1 483 Mtep.

In termini assoluti, il consumo di energia primaria è diminuito in tutti gli Stati membri dal 2005, fatta eccezione per Estonia, Finlandia e Polonia. L’Estonia ha registrato il più forte incremento annuale (2,6%), mentre in Finlandia il consumo di energia primaria è rimasto sostanzialmente stabile nel periodo 2005-2014. Sostanziali riduzioni annuali si sono registrate in Grecia, Lituania e Regno Unito 12 .

3.Obiettivi nazionali

Gli Stati membri hanno definito i rispettivi obiettivi nazionali indicativi di efficienza energetica per il 2020 nel 2013 13 ; nel 2014, il consumo di energia finale di 17 Stati membri era già al di sotto del loro obiettivo indicativo per il 2020 14 . Analogamente, 19 Stati membri hanno registrato un consumo di energia primaria al di sotto del loro obiettivo indicativo per il 2020 già nel 2014 15 .

I rimanenti Stati membri sono ancora lontani dagli obiettivi indicativi nazionali espressi in consumo di energia finale e/o primaria per il 2020.

4.Tendenze del consumo energetico e valutazione delle misure nazionali per settore

La maggior parte degli Stati membri ha ridotto il consumo di energia primaria e finale tra il 2005 e il 2014 ad un ritmo che, se mantenuto, basta a raggiungere i rispettivi obiettivi di consumo di energia primaria e finale entro il 2020. Per il consumo di energia primaria, fanno eccezione l’Estonia, Malta e la Svezia; per il consumo di energia finale, fanno eccezione l’Austria, il Belgio, la Germania, la Lituania, Malta e la Slovacchia 16 .

Le maggiori riduzioni del consumo di energia primaria dal 2013 al 2014 sono state registrate in Belgio (8%), Danimarca (7%) e Regno Unito (7%). I Paesi Bassi hanno avuto il più forte calo nel consumo di energia finale (8%), seguiti da Francia (7%) e Belgio (6%). Solo i Paesi Bassi e il Lussemburgo hanno diminuito il consumo finale di energia in tutti i settori. Il maggior aumento nel consumo finale di energia è stato riscontrato a Malta (3%), in Bulgaria (3%) e in Lituania (2%) 17 .

Si è proceduto ad una prima analisi disaggregata per valutare l’impatto di diversi fattori sulle tendenze tradizionali nel consumo di energia primaria a livello dell’UE negli ultimi dieci anni (2005-2014), sulla base di dati Eurostat. L’analisi ha valutato i rispettivi contributi dell’attività economica 18 , della struttura 19 , del mix energetico 20 e dell’intensità energetica alla riduzione globale del consumo di energia primaria sul periodo in questione (206 Mtep). In particolare, l’effetto dell’attività ha comportato un incremento del consumo di energia pari a 123 Mtep, compensato tuttavia da un calo quasi triplo (-353 Mtep) dovuto a significativi miglioramenti nell’intensità energetica 21 .

D’altra parte, l’incidenza dei cambiamenti strutturali e del mix energetico per l’UE-28 è trascurabile. L’effetto strutturale è stato pari a +25 Mtep, attribuibile alla crescita relativa delle economie nazionali a più forte intensità energetica rispetto a quelle a minore intensità. Vi è stato un lieve effetto negativo del mix energetico (-0,5 Mtep), indizio di una leggera tendenza verso carburanti più puliti e di significativi miglioramenti nell’efficienza energetica negli ultimi dieci anni.

Figura 1: Scomposizione delle variazioni del consumo di energia primaria dell’UE-28 per il periodo 2005-2014 (approccio additivo LMDI ( Logarithmic Mean Divisia Index approach))

Fonte: Analisi del JRC.

Una prima analisi disaggregata del consumo finale di energia è stata effettuata a livello di Stati membri sul periodo 2005-2014 per i settori produttivi dell’economia 22 . I risultati preliminari indicano effetti dell’attività negativi in Grecia, Croazia, Italia e Portogallo, con conseguente riduzione del consumo di energia finale, che corrisponde al rallentamento economico in questi paesi. L’effetto strutturale è stato negativo nella maggior parte degli Stati membri, il che indica una maggiore attività in settori a minore intensità energetica. Solo l’Estonia, la Polonia, l’Ungheria e l’Austria hanno registrato un leggero spostamento verso settori a più alta intensità energetica, il che ha comportato un consumo energetico più elevato, nel periodo in questione, rispetto allo status quo.

Effetti negativi dell’intensità energetica, corrispondenti a miglioramenti dell’intensità energetica stessa sono stati registrati in tutti gli Stati membri eccetto Lettonia e Cipro. Significativi miglioramenti dell’intensità energetica, che si sono tradotti in una riduzione del consumo di energia, si sono prodotti in Bulgaria, Repubblica ceca, Romania e Slovacchia 23 . La Commissione ritiene che il motore dei miglioramenti nell’efficienza energetica sia stata la politica pubblica le stesse conclusioni sono state confermate recentemente dall’Agenzia internazionale per l’energia e dall’analisi disaggregata del progetto Odyssee-Mure 24 .

4.1.Settore industriale

Il consumo di energia finale dell’industria è diminuito in termini assoluti da 328 Mtep nel 2005 a 275 Mtep nel 2014 (16%).

Nel 2014 tredici Stati membri hanno registrato un calo del consumo di energia finale industriale rispetto ai livelli del 2013. Paesi con il maggiore incremento del consumo energetico industriale: Cipro (19%), Grecia (9%), Ungheria (6%). Ragioni principali addotte da alcuni Stati membri per la crescita dal 2013 al 2014: aumento del valore aggiunto industriale e aumento dei consumi nei cementifici e nelle fabbriche produttrici di trucioli di legno.

In termini di intensità di energia finale dell’industria vi è una sostanziale differenza tra lo Stato membro a più alta intensità energetica, la Bulgaria, e gli Stati con la minore intensità, Danimarca e Irlanda; se su questo dato incide la quota delle industrie ad alta intensità energetica, d’altro canto nel 2014 proprio l’intensità energetica dell’industria è diminuita nella maggior parte degli Stati membri rispetto al 2005, ad eccezione di Cipro, Grecia, Ungheria e Lettonia. Non si sono registrati miglioramenti di rilievo nell’intensità energetica di Austria e Finlandia 25 .

4.2.Settore residenziale

In termini assoluti, il consumo di energia finale del settore residenziale è sceso del 15%, passando da 309 Mtep nel 2005 a 263 Mtep nel 2014, per vari motivi, tra cui maggiore efficienza energetica degli apparecchi e miglioramenti nel rendimento energetico del parco immobiliare in seguito alla graduale attuazione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia e delle norme minime sulla progettazione ecocompatibile. Le informazioni trasmesse ai consumatori attraverso gli attestati di prestazione energetica degli edifici e la misurazione del consumo energetico hanno contribuito a questa tendenza positiva in quanto hanno fornito ai consumatori strumenti utili a migliorarne la consapevolezza dei consumi energetici.

Nessuno degli Stati membri ha segnalato un aumento nel consumo di energia finale del settore residenziale dal 2013 al 2014; si è anzi rilevato un calo sensibile, pari al 20%, nei Paesi Bassi, seguiti dal Belgio, con il 18%.

Il 2014 è stato un anno insolitamente caldo che dovrebbe comportare una riduzione della domanda di riscaldamento 26 . Tuttavia, sebbene il 2014 sia stato più caldo del 2013, in 17 Stati membri i dati del consumo energetico residenziale corretti per il clima rivelano in aumento nel 2014 rispetto al 2013; uno dei motivi potrebbe essere che gli aggiustamenti per il clima non tengono conto dei gradi-giorno di raffreddamento; occorre quindi prenderli in considerazione nelle analisi in futuro, in particolare perché il raffreddamento svolgerà un ruolo sempre più importante nel fabbisogno energetico nei paesi del Sud.

Tra il 2005 e il 2014 anche il consumo di energia finale pro capite corretto per il clima è diminuito in media annualmente dello 0,7%. I miglioramenti più sensibili nel periodo in questione si sono registrati in Belgio, Irlanda e Regno Unito 27 . Anche il consumo di energia per metro quadro è migliorato in tutti gli Stati membri tra il 2005 e il 2014, con le più forti diminuzioni riscontrate a Cipro, in Lettonia e in Portogallo 28 .

4.3.Settore dei servizi

Nei servizi il consumo di energia finale è diminuito del 2%, passando da 144 Mtep nel 2005 a 141 Mtep nel 2014. La notevole riduzione del 6% nel 2014 rispetto al 2013 si spiega in parte con la mitezza dell’inverno 2014 in quanto secondo le stime, nel settore dei servizi, il riscaldamento rappresenta il 62% del consumo di energia finale 29 .

Nel 2014 tutti i paesi hanno rilevato un consumo di energia in diminuzione o stabile in termini assoluti nei rispettivi settori dei servizi rispetto al 2013, fatta eccezione per Estonia, Lettonia, Malta, Portogallo e Svezia. Le tendenze stabili o in aumento sono spiegate da Cipro e Malta con un aumento del turismo e variazioni climatiche che richiedono un maggiore consumo di energia per riscaldamento, ventilazione e condizionamento d’aria. La Lettonia ha collegato l’aumento dei consumi all’aumento del valore aggiunto lordo dei servizi, mentre il Portogallo ha menzionato l’aumento dell’orario di lavoro nel settore pubblico come possibile ragione.

L’intensità di energia finale 30 nei servizi è migliorata in media dell’1% l’anno nel periodo 20052014. I miglioramenti più sensibili nel periodo in questione si sono registrati in Ungheria, Irlanda e Slovacchia. Cipro, Estonia, Finlandia, Grecia e Italia hanno registrato un’intensità di energia finale stabile o in aumento nello stesso periodo 31 . Questi ultimi Stati membri dovrebbero concentrarsi sui servizi per aumentare l’efficienza energetica e la competitività di questo settore che si prevede in crescita.

4.4.Settore pubblico

A norma dell’articolo 5 della direttiva sull’efficienza energetica, gli Stati membri sono tenuti a ristrutturare ogni anno il 3% della superficie totale degli edifici riscaldati e/o raffreddati di proprietà del governo centrale che non soddisfano i requisiti minimi di prestazione energetica di cui alla direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia. In alternativa è possibile ricorrere ad altre misure per realizzare risparmi equivalenti. Per conformarsi agli obblighi di cui all’articolo 5, 18 Stati membri adotteranno misure alternative, vale a dire incentivi intesi a modificare il comportamento degli occupanti; gli altri hanno optato per l’approccio di base, ossia ristrutturare il 3% della superficie totale.

Stando alle relazioni annuali 2016, gli Stati membri che hanno deciso di applicare l’approccio di base hanno comunicato di aver rinnovato un parco immobiliare ammissibile di circa 1 245 000 m² nel 2014 e di 995 000 m² nel 2015. Gli Stati membri che hanno adottato l’approccio alternativo hanno comunicato alla Commissione un risparmio energetico per il 2014 e il 2015, anche se sussistono alcune incertezze in merito (ad es. scelta delle unità o dati mancanti). Indagini preliminari sostengono la conclusione che il modello alternativo adottato in Austria, Croazia, Cipro, Repubblica ceca, Finlandia, Irlanda, Paesi Bassi, Polonia, Svezia e Regno Unito ha generato i risparmi energetici annui necessari nel periodo 2014-2015. Croazia, Finlandia e Svezia hanno comunicato di aver superato gli obiettivi. Per quanto riguarda l’approccio di base, gli Stati membri che sostengono di aver soddisfatto i requisiti di ristrutturazione nel 2014 e 2015 sono l’Estonia, la Spagna, l’Ungheria, l’Italia e la Lettonia. La Commissione continuerà a monitorare da vicino l’attuazione di questa disposizione.

4.5.Settore dei trasporti

Il consumo di energia finale in termini assoluti nei trasporti 32 dell’UE-28 è sceso da 369 Mtep nel 2005 a 353 Mtep nel 2014 (-4%): nel 2014, in 13 Stati membri i consumi di energia in questo settore sono aumentati rispetto ai livelli del 2005 33 : in modo considerevole, di oltre il 20% dal 2005, in Lituania, Malta, Polonia, Romania e Slovenia. Sono invece calati del 21% in Grecia e del 20% in Spagna nel 2014 rispetto ai livelli del 2005.

Nell’UE-28 il consumo di energia finale nei trasporti è aumentato dell’1% dal 2013 al 2014: 20 Stati membri hanno comunicato un aumento rispetto al 2013; si tratta di un cambiamento significativo rispetto all’anno precedente, per il quale era stata osservata una tendenza al rialzo solo in 11 Stati membri. Tra i paesi con il maggiore aumento: Bulgaria (11%), Ungheria (12%) e Lituania (11%). Il calo dei prezzi dell’energia è stato citato tra le ragioni principali dell’aumento del consumo energetico nei trasporti; altre ragioni includono l’aumento del numero dei veicoli e del traffico di merci/passeggeri. A Malta il notevole aumento degli arrivi di turisti è stato associato a un aumento del consumo energetico nei trasporti aerei e automobilistici.

Nel 2014 la quota del trasporto collettivo dei passeggeri varia dall’11% in Portogallo al 35% in Ungheria 34 . A livello unionale, nel 2014 la quota del trasporto collettivo dei passeggeri è rimasta stabile intorno al 18% rispetto al 2005, con il maggiore aumento segnalato in Belgio e nella Repubblica ceca. Per quanto riguarda le merci, la quota modale del trasporto stradale è in lieve calo, dal 76% al 75% del totale del trasporto interno delle merci tra il 2005 e il 2014. A livello nazionale, la quota del trasporto di merci per ferrovia e navigazione interna varia da 0% a Cipro e Malta all’81% in Lettonia nel 2014. Romania e Bulgaria hanno registrato il più forte aumento delle rispettive quote nel 2014 rispetto al 2005.

4.6.Settore della generazione di energia elettrica e calore

Insieme al sistema di scambio di quote di emissione dell’UE, politiche mirate possono aumentare l’efficienza nel settore della generazione di energia elettrica, ad esempio promuovendo la cogenerazione ad alto rendimento di calore ed energia elettrica, l’efficienza nel teleriscaldamento e teleraffreddamento, le energie rinnovabili, l’ulteriore diffusione di strumenti delle TIC e di software dedicato a integrare meglio le fonti variabili di energia. Il settore del riscaldamento e del raffreddamento ha un ruolo fondamentale in questo senso 35 .

Il calo del consumo di energia primaria negli ultimi anni è dovuto a una riduzione del consumo di energia finale e a un cambiamento strutturale nel settore della generazione di energia elettrica. In particolare, negli ultimi anni cambiamenti strutturali hanno consentito un passaggio dalla generazione di energia termica verso fonti di energia rinnovabili. Con una quota pari al 16% del consumo di energia finale lorda nel 2014, l’UE e la maggior parte degli Stati membri sono sulla buona strada e hanno perfino superato le rispettive traiettorie indicative di diffusione delle energie rinnovabili. Le fonti energetiche rinnovabili per la generazione di energia elettrica possono contribuire in maniera significativa a ridurre il consumo di energia primaria 36 .

La generazione di calore da impianti di cogenerazione è diminuita in quasi tutti gli Stati membri nel 2014 rispetto al 2013 37 ; questa tendenza al ribasso può essere osservata in 14 Stati membri anche per il periodo 2005-2014.

Il rapporto output/input della generazione di energia termica 38 è diminuito in 17 Stati membri nel 2014 rispetto al 2013, e per 13 Stati membri è diminuito nel 2014 rispetto al 2005. Le ragioni possono essere diverse, ad esempio il passaggio ad altri combustibili.

Un sistema unionale di scambio di quote di emissioni efficiente con una riserva stabilizzatrice del mercato e politiche mirate possono fornire un incentivo complementare per aumentare l’efficienza nel settore dell’energia elettrica. Inoltre, gli Stati membri dovrebbero dare concreta attuazione alla valutazione dei potenziali di efficienza nella generazione e nelle reti di trasmissione e distribuzione ai sensi dell’articolo 15 della direttiva sull’efficienza energetica e all’analisi costi-benefici della cogenerazione e del teleriscaldamento e teleraffreddamento di cui all’articolo 14 della direttiva sull’efficienza energetica.

4.7.Recepimento della direttiva sull’efficienza energetica

La direttiva sull’efficienza energetica non è ancora pienamente recepita in alcuni Stati membri, i quali non sono quindi in grado di coglierne pienamente i vantaggi. Solo a recepimento pienamente ed effettivamente avvenuto è possibile concretare il contributo della suddetta direttiva al conseguimento degli obiettivi di efficienza energetica entro il 2020 e il 2030, al corretto sviluppo dei mercati dell’efficienza energetica e al rafforzamento del potere dei consumatori e degli operatori del mercato.

A questo scopo, la Commissione continua a monitorare attentamente l’attuazione della direttiva: ha chiuso 22 dei 27 procedimenti d’infrazione inizialmente avviati per notifica mancante o solo parziale, da parte degli Stati membri, della legislazione nazionale necessaria al recepimento di ciascuna disposizione della direttiva; è tuttora in contatto con alcuni Stati membri in merito alla corretta attuazione dell’articolo 7. Nel 2017 la Commissione avvierà un dialogo con tutti gli Stati membri per verificare la conformità della legislazione nazionale alla direttiva, ossia che tutti gli obblighi e i requisiti della direttiva siano correttamente tradotti nella legislazione nazionale.

L’attuazione dell’articolo 7 39 indica che gli Stati membri hanno compiuto buoni progressi verso il conseguimento dell’obiettivo cumulativo di risparmio entro il 2020 40 . In realtà nel 2014 l’UE-28 ha conseguito un risparmio energetico di 12 Mtep, equivalente al 5% della somma degli obblighi di risparmio totale trasmessi dagli Stati membri. Inoltre, il risparmio comunicato da otto Stati membri – Francia, Ungheria, Italia, Malta, Paesi Bassi, Romania, Slovacchia e Regno Unito – ha raggiunto o superato l’obiettivo di risparmio annuo atteso per il 2014 41 .

Nel 2014, Belgio, Danimarca, Estonia, Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Portogallo e Slovenia hanno comunicato di aver realizzato almeno il 50% dei risparmi annui previsti per l’anno in questione ai sensi dell’articolo 7. Bulgaria, Croazia, Cipro, Lussemburgo e Svezia hanno conseguito meno del 50% dei risparmi previsti per il 2014. Nei suddetti Stati membri sarebbero necessari ulteriori sforzi nei prossimi anni per soddisfare i rispettivi obblighi globali di risparmio cumulativo entro il 2020.

Lettonia e Lussemburgo nel 2014 non hanno comunicato risparmi da regimi obbligatori di efficienza energetica in quanto i regimi non erano ancora in vigore. La Grecia ha inizialmente comunicato solo misure alternative, ma intende istituire un regime obbligatorio di efficienza energetica dal 1º gennaio 2017 42 . Lituania e Estonia hanno di recente annunciato 43 che non prevedono più di istituire un regime obbligatorio di efficienza energetica. Nel complesso, nelle relazioni annuali 2016 otto Stati membri 44 hanno trasmesso aggiornamenti alle misure adottate. La Repubblica ceca ha aggiornato l’obbligo di risparmio.

5.Conclusione

Come sottolineato nella comunicazione Energia pulita per tutti gli europei 45 , l’efficienza energetica dovrebbe essere la prima fonte di energia in quanto svolge un ruolo chiave nell’accelerare la transizione verso l’energia pulita e nello stimolare la crescita e la creazione di posti di lavoro, e contribuisce alla sicurezza dell’approvvigionamento unionale. L’efficienza energetica è risparmio, ed è diventata un modello imprenditoriale sostenibile; gli Stati membri a maggioranza ne hanno riconosciuto i molteplici vantaggi e si sono impegnati non solo a conseguire obiettivi ambiziosi entro il 2020, ma anche a predisporre diversi programmi e misure in materia.

Questi sforzi hanno avuto un forte impatto: da un’analisi disaggregata del Centro comune di ricerca è emerso che il consumo di energia primaria nell’UE-28 è calato di 206 Mtep nel periodo 2005-2014, grazie soprattutto del miglioramento dell’intensità energetica 46 ; in altre parole, nel 2014 il consumo di energia primaria sarebbe stato più elevato del 23% senza i miglioramenti che dal 2005 sono stati apportati all’intensità energetica. Questo livello di risparmio energetico nel 2014 ha ridotto le bollette energetiche dei consumatori, e le emissioni di gas a effetto serra, secondo le stime, di circa 800 milioni di tonnellate di CO2.

Per sbloccare ulteriormente investimenti pubblici e privati nell’efficienza energetica, nel 2016 la Commissione ha presentato l’iniziativa Accelerare il ricorso all’energia pulita nell’edilizia 47 , che verte sulle sfide e le opportunità che gli investimenti nell’energia sostenibile rappresentano per il settore edilizio e che contiene l’iniziativa Finanziamenti intelligenti per edifici intelligenti. Quest’ultima sostiene l’uso più efficace dei fondi pubblici, lo sviluppo di riserve di progetti finanziabili in base a meccanismi di aggregazione e assistenza e la riduzione dei rischi sugli investimenti nell’efficienza energetica per promotori dei progetti, finanziatori e investitori. Insieme alle suddette iniziative la Commissione ha inoltre adottato una strategia dedicata intitolata Nuovo slancio all’innovazione nel settore dell’energia pulita 48 . La comunicazione delinea una strategia globale per i tre principali strumenti politici di cui l’UE può avvalersi per stimolare l’innovazione nel settore dell’energia pulita e concentra il finanziamento a titolo di Orizzonte 2020 sulla decarbonizzazione del parco immobiliare dell’UE in quanto una delle quattro priorità. La Commissione avvierà immediatamente tutte le iniziative, il cui impatto diretto contribuirà a colmare il divario con gli obiettivi di efficienza energetica nel breve termine.

L’UE ha già ottenuto notevoli riduzioni nel consumo energetico e ha ridotto il proprio consumo di energia finale al di sotto dell’obiettivo fissato per il 2020. Anche con un lieve aumento del consumo di energia primaria nel 2015 rispetto al 2014, la Commissione confida che l’UE sia sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo: il consumo di energia primaria nel 2014 ha infatti sforato solo dell’1,6% l’obiettivo di consumo di energia primaria in termini assoluti entro il 2020.

Come nella relazione 2015 sui progressi realizzati nell’efficienza energetica, nella presente relazione gli indicatori di rendimento mostrano differenze tra gli Stati membri nel periodo 2005-2014. Tuttavia, la maggior parte degli indicatori sono migliorati a livello dell’UE.

La maggior parte degli Stati membri ha migliorato l’intensità energetica finale nell’industria e nel settore dei servizi, il che è incoraggiante.

Come risulta dall’analisi, nel periodo 2005-2014 la maggior parte degli Stati membri ha ridotto il consumo di energia in media per metro quadro nel settore residenziale. Tuttavia, il consumo di energia finale pro capite corretto per il clima è aumentato in molti Stati membri. Come sottolineato nel pacchetto Energia pulita per tutti gli europei 49 , gli Stati membri dovrebbero continuare a concentrarsi sulla ristrutturazione degli edifici esistenti per permettere alle famiglie di ottenere gli stessi livelli di comfort o perfino migliori a un costo inferiore. Le TIC svolgono qui un ruolo fondamentale, in quanto forniscono ai consumatori strumenti che servono a migliorare la competenza del consumo energetico, e consentono di gestire in modo intelligente e in tempo reale apparecchi energivori evitando gli sprechi. Occorrono inoltre misure più mirate per affrontare con efficacia il problema della povertà energetica.

Il settore dei trasporti è stato l’unico a subire un aumento del consumo di energia finale nel 2014 rispetto al 2013: 20 Stati membri hanno notificato un aumento rispetto al 2013 e 13 hanno subito un aumento rispetto al 2005. Tutti gli Stati membri dovrebbero sfruttare gli esempi positivi di altri Stati membri per invertire la tendenza al rialzo. Si dovrebbero promuovere gli spostamenti attivi (in bicicletta e a piedi), un più ampio uso del trasporto collettivo dei passeggeri e modi di trasporto delle merci più sostenibili (vale a dire per ferrovia e vie navigabili interne), così come l’uso di energie alternative a basse emissioni per i trasporti, veicoli e navi efficienti e la diffusione delle infrastrutture attinenti, ad esempio l’installazione di punti di ricarica per veicoli elettrici secondo quanto proposto dalla Commissione 50 .

La Commissione continuerà a seguire da vicino i progressi degli Stati membri verso il conseguimento degli obiettivi nazionali indicativi di efficienza energetica entro il 2020 e l’attuazione della direttiva sull’efficienza energetica; aggiornerà la propria valutazione nel quadro della relazione sullo stato dell’Unione dell’energia.

La Commissione invita il Parlamento europeo e il Consiglio a esprimere il proprio parere sulla presente valutazione.



Tabella 1: Panoramica indicatori

Fonte: Eurostat, DG ECFIN, Odyssee-Mure

* Il segno “+” è usato quando gli Stati membri hanno ridotto il consumo di energia primaria e finale tra il 2005 e il 2014 ad un ritmo superiore a quello che sarebbe necessario nel periodo dal 2005 al 2020 per raggiungere i rispettivi obiettivi di consumo di energia primaria e finale entro il 2020. Il segno “-” è usato negli altri casi.

Tabella 2: Panoramica indicatori

Fonte: Eurostat.

(1)

L’obiettivo del 2020 è ridurre il consumo energetico finale dell’UE portandolo sotto i 1 086 Mtep e il consumo di energia primaria sotto i 1 483 Mtep. Conclusioni del Consiglio europeo del 23-24 ottobre 2014, EUCO 169/14.

(2)

COM(2016) 860 final.

(3)

Articolo 24, paragrafo 3, dell’EED.

(4)

COM(2015) 574 final. L’indicatore “calore da impianti di teleriscaldamento” non è più incluso nella relazione in quanto i pertinenti dati di Eurostat comprendono tutto il calore prodotto. Di conseguenza, l’indicatore non sarà più usato fino a quando non saranno disponibili dati specifici di cui all’articolo 24, paragrafo 6, della direttiva sull’efficienza energetica.

(5)

Per tutti gli indicatori della relazione i dati Eurostat sono stati raccolti tra il 31.8.2016 e il 20.10.2016.

(6)

Nella relazione 2017 si procederà ad un’analisi dettagliata dei dati 2015 sui progressi realizzati nell’efficienza energetica.

(7)

Gli obiettivi notificati dagli Stati membri corrispondono ad una riduzione fino al 17,7% del consumo di energia primaria nel 2020 rispetto alle proiezioni di riferimento 2007; per quanto riguarda il consumo di energia finale, tuttavia, corrispondono ad una riduzione fino al 20,6% nel 2020 rispetto alle proiezioni di riferimento 2007.

(8)

Rapporto tra il consumo nazionale di energia primaria e il PIL nazionale. Questo risultato dell’intensità energetica corrisponde ai cambiamenti nel consumo totale di energia dovuti ai miglioramenti intervenuti nell’efficienza energetica e in altri fattori. Poiché un cambiamento di tale effetto dell’intensità non può essere attribuito esclusivamente all’efficienza energetica, un’altra analisi disaggregata curata da Odyssee-Mure ha confermato che l’efficienza energetica è il principale fattore di riduzione nel consumo di energia primaria e finale nel periodo 2005-2014 (cfr. allegato 5 dell’SWD(2016) 405).

(9)

Per consumo di energia finale s’intende l’energia fornita per l’industria, i trasporti, le famiglie, i servizi e l’agricoltura. Sono escluse le forniture al settore della trasformazione dell’energia e alle industrie energetiche stesse.

(10)

Cfr. anche il SWD on the 2016 Monitoring progress towards the Energy Union objectives - Key indicators (documento di lavoro dei servizi della Commissione – Monitoraggio 2016 dei progressi compiuti verso gli obiettivi dell’Unione dell’energia – Principali indicatori) e http://iet.jrc.ec.europa.eu/energyefficiency/node/9145.

(11)

Oltre al consumo di energia finale, il consumo di energia primaria include le perdite di generazione/trasformazione, il consumo del settore della trasformazione dell’energia e le perdite di rete.

(12)

Cfr. nota 10.

(13)

Gli Stati membri hanno stabilito obiettivi con diversi livelli di ambizione, nella maggior parte dei casi intesi a ridurre il consumo assoluto di energia entro il 2020. Tuttavia, per Croazia, Cipro, Finlandia, Grecia, Italia, Portogallo e Romania l’obiettivo consente un aumento del consumo di energia finale. Questo fenomeno è stimato superiore alle previsioni di crescita del PIL tra il 2014 e il 2020. Per Croazia, Finlandia, Grecia e Romania gli obiettivi indicativi di consumo di energia primaria per il 2020 consentirebbero un aumento a un ritmo superiore alla crescita media del PIL attesa nel periodo 2014-2020. La somma degli obiettivi nazionali (riduzione del 17,6% nel consumo di energia primaria rispetto alle previsioni) non raggiunge l’obiettivo dell’UE, ossia il 20%. Cfr. COM(2015) 574.

(14)

Repubblica ceca, Danimarca, Irlanda, Grecia, Spagna, Cipro, Croazia, Italia, Lettonia, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia e Finlandia.

(15)

Austria, Repubblica ceca, Danimarca, Irlanda, Grecia, Spagna, Cipro, Croazia, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Ungheria, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Slovacchia e Finlandia.

(16)

Poiché sono disponibili solo dati del 2014, il confronto non può tenere conto dell’impatto delle misure di efficienza energetica di recente attuazione sul rispetto di nuovi obblighi ai sensi della direttiva sull’efficienza energetica, né dell’impatto di alcune delle misure di recente adozione nel quadro delle direttive sulla progettazione ecocompatibile (Ecodesign), sull’etichettatura energetica e sulla prestazione energetica nell’edilizia. Il confronto non consente una valutazione conclusiva del fatto che gli Stati membri siano sulla buona strada per conseguire i loro obiettivi indicativi di efficienza energetica entro il 2020, in quanto gli effetti futuri (positivi o negativi) dei cambiamenti nell’economia, nei prezzi dell’energia, nel passaggio ad altri combustibili o delle variazioni climatiche non sono prevedibili sull’arco 2015-2020.

(17)

Cfr. nota 10.

(18)

Il PIL, indicatore di ricchezza dell’UE-28, mostra i cambiamenti nel consumo di energia dovuti all’evoluzione dell’attività economica. L’effetto dell’attività è positivo se il consumo di energia aumenta per una domanda di energia supplementare causata dall’aumento dell’attività economica.

(19)

Rapporto del PIL di ciascuno Stato membro sul PIL totale dell’UE-28: rappresenta le variazioni del consumo energetico che si sarebbero registrate a causa di un cambiamento della relativa importanza dei paesi con diverse intensità energetiche. L’effetto strutturale è positivo se aumenta il PIL dei paesi con economie ad intensità energetica relativamente alta.

(20)

Rapporto del consumo nazionale di energia primaria per ciascun combustibile sul consumo nazionale di energia primaria per tutti i combustibili insieme: rappresenta i cambiamenti nel consumo di energia dovuti a modifiche nel mix energetico dell’economia, ossia l’impatto della composizione del mix energetico; l’effetto del mix energetico è negativo se si passa a combustibili più puliti.

(21)

Sono i risultati preliminari di una prima analisi disaggregata della Commissione. La metodologia è ancora in fase di sviluppo e sarà ulteriormente discussa con gli Stati membri e i portatori d’interesse.

(22)

Sono stati esaminati i settori seguenti: industria, costruzioni, servizi, agricoltura, silvicoltura e pesca.

(23)

Sono i risultati preliminari di una prima analisi disaggregata della Commissione. La metodologia è ancora in fase di sviluppo e sarà ulteriormente discussa con gli Stati membri e i portatori d’interesse.

(24)

  https://www.iea.org/eemr16/files/medium-term-energy-efficiency-2016_WEB.PDF e allegato 5 del SWD(2016)405.

(25)

Cfr. nota 10.

(26)

Nel 2014 si sono registrati in media 2 809 gradi-giorno (GG) a livello UE-28 rispetto a una media di 3 218 GG nel 2013 e a una media di 3 143 GG nel periodo di riferimento 1990-2014 (fonte dei dati: Eurostat, Centro comune di ricerca (IES/unità MARS)]. Il fattore di correzione climatico è stato calcolato in percentuale dei gradi-giorno in un dato anno sulla media dei gradi-giorno nel periodo 1990-2014; il fattore di correzione è stato applicato al consumo generale di energia del settore residenziale. Se i dati disaggregati sul consumo finale sono disponibili in Eurostat, la correzione climatica si applica solo ai dati del consumo di calore.

(27)

Gli indicatori del SWD on the 2016 Monitoring progress towards the Energy Union objectives - Key indicators (Documento di lavoro dei servizi della Commissione – Monitoraggio 2016 dei progressi compiuti verso gli obiettivi dell’Unione dell’energia – Principali indicatori) non sono corretti per il clima.

(28)

 Cfr. banca dati Odyssee-Mure: http://www.indicators.odyssee-mure.eu/online-indicators.html .

(29)

 COM(2016) 51 final.

(30)

Indicatore che specifica quanta energia è necessaria per produrre il valore aggiunto del settore dei servizi in un dato anno.

(31)

Cfr. nota 10.

(32)

 Compresi il trasporto via oleodotto, contrariamente all’approccio adottato nel COM(2015) 574 final, poiché gli obiettivi di efficienza energetica per il 2020 non escludono il trasporto via oleodotto.

(33)

I confronti tra Stati membri devono essere fatti con prudenza, in quanto il consumo di energia finale si basa sui combustibili venduti anziché su quelli usati nel territorio di un paese; entrano pertanto in gioco fattori diversi dall’efficienza energetica, come ad esempio in che misura un dato Stato membro è un “paese di transito” per il trasporto stradale o uno “hub” per il traffico aereo.

(34)

L’indicatore del trasporto di passeggeri e di merci è cambiato rispetto al COM(2015) 574 final: l’attività di trasporto è ora corretta per territorialità (Fonte: https://ec.europa.eu/transport/sites/transport/files/pocketbook2016.pdf ).

(35)

COM(2016) 51 final.

(36)

Cfr. la Relazione sui progressi nelle energie rinnovabili 2016.

(37)

Rispetto a COM(2015) 574 e SWD(2015) 245 qui si è usata un’altra serie di dati: per la presente relazione, sono stati usati i dati della cogenerazione comunicati a Eurostat a norma dell’articolo 24, paragrafo 6, della direttiva sull’efficienza energetica: http://ec.europa.eu/eurostat/web/energy/data . Si è registrato un aumento solo in Belgio, Cipro, Estonia, Lettonia, Malta, Portogallo e Regno Unito.

(38)

Misura il tasso di rendimento della trasformazione del combustibile in energia termica.

(39)

A norma dell’articolo 7 gli Stati membri sono tenuti a istituire regimi obbligatori di efficienza energetica per realizzare nuovi risparmi di energia finale annuali pari all’1,5% o ad adottare in alternativa altre misure politiche a risultato equivalente.

(40)

La somma degli obblighi cumulativi di risparmio energetico finale comunicata dagli Stati membri è di 230 Mtep, che dovrebbe essere raggiunta entro il 31 dicembre 2020.

(41)

Finlandia, Lettonia, Lituania e Polonia non hanno comunicato alcuna ripartizione annuale dei risparmi attesi per misure politiche. Austria, Belgio, Repubblica ceca e Spagna hanno comunicato i risparmi annui attesi nel 2014 solo per alcune misure.

(42)

Il regime obbligatorio entrerà quindi a far parte del pacchetto greco delle politiche di cui all’articolo 7 insieme a misure alternative.

(43)

Nel dialogo strutturato nell’ambito della procedura EU Pilot.

(44)

Austria, Belgio, Repubblica ceca, Estonia, Grecia, Malta, Spagna, Regno Unito.

(45)

COM(2016) 860 final.

(46)

Cfr. capitolo 4.

(47)

COM(2016) 860 final, allegato 1.

(48)

COM(2016) 763 final.

(49)

COM(2016) 860 final.

(50)

Ibidem.

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