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Document 52016IR3170

    Parere del Comitato europeo delle regioni — Verso una politica alimentare sostenibile dell’UE che porti occupazione e crescita nelle regioni e città d’Europa

    GU C 272 del 17.8.2017, p. 14–18 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    17.8.2017   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 272/14


    Parere del Comitato europeo delle regioni — Verso una politica alimentare sostenibile dell’UE che porti occupazione e crescita nelle regioni e città d’Europa

    (2017/C 272/04)

    Relatore:

    Arno Kompatscher (IT/PPE), Presidente e consigliere della Provincia autonoma di Bolzano

    RACCOMANDAZIONI POLITICHE

    IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI (CdR),

    Una visione comune e a lungo termine in tutti i settori politici pertinenti

    1.

    chiede una politica alimentare dell’UE a vasto raggio e sostenibile, che sia forgiata in modo democratico, concepita secondo una visione comune e di lungo termine, basata sui pareri scientifici più recenti e in linea con un approccio di governance multilivello che affronti il tema della produzione di alimenti e dell’alimentazione in modo più globale, promuovendo modelli di produzione e consumo più sostenibili, stabilendo un legame tra differenti ambiti strategici — compresi, tra l’altro, la produzione di alimenti, l’agricoltura, l’ambiente, la salute, le politiche riguardanti i consumatori, l’occupazione e lo sviluppo rurale — e portando occupazione e crescita nelle regioni e città d’Europa; chiede al Parlamento europeo e alla Commissione di avviare, insieme al CdR, un progetto pilota comune, inteso a facilitare lo sviluppo di una politica alimentare sostenibile dell’UE;

    2.

    sottolinea l’esigenza di trovare un equilibrio tra il mantenimento delle necessarie flessibilità, per evitare di applicare alla politica alimentare un’impostazione unica per tutti e impedire la nazionalizzazione di tale politica. Una maggiore coerenza normativa contribuirà a garantire la sicurezza dei consumatori, un funzionamento efficace del mercato interno e il rispetto del principio di sussidiarietà;

    3.

    sottolinea l’importanza dell’integrazione verticale delle politiche alimentari sulla base di criteri improntati alla sostenibilità, per assicurare la coerenza a livello locale, nazionale, regionale e internazionale. È risaputo che i sistemi alimentari e gli aspetti correlati (di natura ambientale, sociale ed economica) hanno una dimensione locale specifica. Pertanto, le città e le regioni possono svolgere un ruolo cruciale nell’affrontare le sfide dei sistemi alimentari, e di questo si dovrebbe tener conto in fase di elaborazione di una politica alimentare sostenibile dell’Unione europea;

    4.

    sottolinea l’importanza di definire una visione e una strategia d’insieme a livello europeo per un approvvigionamento, basato su criteri di sostenibilità, di alimenti sicuri, sani e sostenibili sul piano qualitativo, su quello dell’accessibilità dei prezzi e su quello e quantitativo. Una politica alimentare dell’UE di questo tipo dovrebbe essere fondata su un approccio a vasto raggio, che riconosca la natura globale delle filiere di approvvigionamento alimentare e prenda tra l’altro in considerazione l’agricoltura, la trasformazione alimentare, l’ambiente e la salute. La Commissione dovrebbe assicurare che tutte le pertinenti normative dell’UE e tutti gli incentivi finanziari del caso siano in linea con la visione e la strategia di cui sopra;

    5.

    rinnova l’invito a definire una politica alimentare dell’UE che promuova modi di produzione sostenibili per l’agricoltura europea e che sia impegnata a sviluppare sinergie intersettoriali per l’alimentazione e l’ambiente, compresa la politica in materia agricola, quella della pesca, quella in materia di clima ed energia, quella regionale e quella della ricerca (1);

    6.

    richiama l’attenzione sul fatto che i valori ecosistemici non sono debitamente presi in considerazione nelle decisioni riguardanti le risorse naturali. I costi ambientali sono attualmente esternalizzati nella produzione alimentare, con la conseguenza che gli alimenti prodotti in maniera più sostenibile sembrano più cari, soprattutto a causa di costi di produzione più alti; invece, il concetto di servizi ecosistemici offre un’importante occasione per sviluppare un quadro strategico a sostegno di un uso giudizioso della biodiversità e di altre risorse naturali Attualmente, i costi connessi alle malattie dovute all’alimentazione, come pure i danni alle risorse idriche, al suolo, alle specie selvatiche e al clima sono considerati esternalità. In quanto tali, questi costi non sono contabilizzati nel prezzo finale dei prodotti alimentari, indipendentemente dal fatto che essi ricadono indirettamente sulla società nel suo insieme (spesso senza che i cittadini ne siano consapevoli). In tale contesto, la Commissione europea dovrebbe promuovere l’attuazione di misure che consentano di tener conto del prezzo reale dei prodotti alimentari, allo scopo di incentivare un’economia sostenibile;

    7.

    ribadisce la necessità di rafforzare i collegamenti tra ambiti diversi connessi all’alimentazione, come l’energia, la silvicoltura, le risorse marine, l’acqua, i rifiuti, l’agricoltura, i cambiamenti climatici, la scienza e la ricerca e l’uso del suolo, poiché tutti questi aspetti svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo di una crescita sostenibile (2); Quest’impostazione dovrebbe tener conto dell’economia circolare dell’UE e di altri quadri internazionali, dove si possono massimizzare le opportunità di innovazione;

    8.

    sottolinea l’importanza che particolari territori all’interno dell’UE rivestono ai fini del mantenimento e dell’ulteriore sviluppo di sistemi alimentari sostenibili, un esempio sono le regioni di montagna, con la loro lunga tradizione di produzione alimentare in un contesto naturale impegnativo;

    9.

    sottolinea l’importanza di un’ulteriore revisione della politica agricola comune (PAC) dell’UE allo scopo di incentivare non solo gli agricoltori, ma anche i produttori di alimenti, a condurre la loro attività in modo sostenibile, ossia garantendo un’attuazione coerente del meccanismo di condizionalità dell’UE che prevede un sostegno al reddito per i produttori che rispettano le norme in materia di ambiente e benessere degli animali;

    10.

    ritiene che il quadro dello sviluppo di una politica alimentare più a vasto raggio, basata su criteri di sostenibilità, debba includere anche l’attuale politica in materia di energie rinnovabili. A tale riguardo, è importante mettere a punto misure volte a incoraggiare la produzione di quei biocarburanti che non entrano in concorrenza con le colture alimentari e che, al tempo stesso, scoraggiano nel lungo periodo — e in maniera prevedibile per le imprese e i lavoratori — la produzione dei biocarburanti di prima generazione non sostenibili, che sono derivati da materie prime ad uso alimentare, come gli oli vegetali;

    11.

    raccomanda, allo scopo di sostenere la crescita nell’UE, di concludere accordi di libero scambio con paesi terzi e altre regioni del mondo che siano compatibili con la produzione agroecologica interna dell’UE e, quindi, molto attenti agli aspetti connessi all’ambiente e alla sostenibilità. Questa misura consentirebbe di evitare che l’applicazione di requisiti rigorosi alla filiera alimentare dell’UE porti a una mera delocalizzazione della produzione alimentare;

    12.

    ribadisce l’appello dell’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura delle Nazioni Unite per una maggiore integrazione della riduzione dei rischi di catastrofi e della creazione di resilienza nei settori agricoli, specie nelle regioni che subiscono catastrofi ricorrenti e dove l’agricoltura svolge un ruolo importante.

    Un ecosistema sano a sostegno della produttività e della resilienza dell’agricoltura

    13.

    sottolinea l’importanza di un suolo sano e vivo, un fattore cruciale per assicurare la sicurezza alimentare e la conservazione della biodiversità. In particolare, le misure per promuovere la diversificazione delle specie coltivate e un’agricoltura estensiva, integrata e biologica, come pure norme più elevate in materia di benessere animale, dovrebbero essere considerate come elementi determinanti di una politica alimentare sostenibile dell’Unione europea. Mediante il raggiungimento di tali obiettivi fondamentali sarà inoltre possibile contribuire a ripristinare la fiducia dei cittadini nel progetto europeo;

    14.

    evidenzia la necessità di stimolare e sostenere, anche sul piano finanziario, lo sviluppo di sistemi agricoli su piccola scala, specialmente quelli situati in aree vulnerabili o alla periferia delle città. I sistemi agricoli su piccola scala costituiscono uno strumento accessibile e di facile utilizzo per le autorità locali quando sono alle prese con numerose questioni concrete, tra cui la disuguaglianza sociale, le sfide ambientali e i problemi di salute. Inoltre, tali sistemi possono fornire alle aree periferiche dei piccoli e grandi centri urbani una produzione sostenibile di alimenti sani, freschi, stagionali e locali, accessibili anche alle famiglie a basso reddito. I sistemi agricoli su piccola scala sono stati riconosciuti come un modello socialmente responsabile, che si caratterizza per il rispetto dell’ambiente, la limitazione della quantità di imballaggi, la riduzione degli spechi alimentari, il contenimento delle emissioni di CO2 e il sostegno alle pratiche di produzione sostenibili (3). A tale riguardo, i sistemi agricoli di piccole dimensioni, specialmente, le filiere alimentari corte per i prodotti agricoli, hanno un effetto positivo sull’economia e sull’occupazione a livello locale;

    15.

    ribadisce l’importanza delle filiere corte al fine di aumentare la sostenibilità ambientale dei trasporti tra diversi luoghi di consumo. Infatti quando si allunga la distanza, si aumenta anche l’impatto negativo in termini di inquinamento prodotto dai mezzi di trasporto;

    16.

    rinnova l’invito a essere più parsimoniosi nell’utilizzo delle risorse idriche ed energetiche, e a consumare minori quantità di concime e prodotti fitosanitari nei sistemi di produzione agricola (4);

    17.

    ribadisce che lo scarso numero di giovani che intendono fare dell’agricoltura la loro professione rappresenta un ostacolo alla sostenibilità economica delle aree rurali. Sostenere i giovani agricoltori è un presupposto necessario per preservare l’agricoltura in tutta l’UE e per mantenere un tessuto rurale dinamico (5);

    18.

    sottolinea che le filiere regionali e locali permettono di sostenere una politica alimentare sostenibile che premia la qualità tipica, la tradizione, il patrimonio economico e culturale. In particolare, al loro interno, le imprese artigiane giocano un ruolo fondamentale per molte realtà locali e regionali e rappresentano un fattore di promozione e di successo nei mercati esteri;

    19.

    rinnova l’invito ad attuare un «piano in materia di proteine» a livello europeo per sostenere la produzione in Europa di colture oleoproteaginose e leguminose, per ridurre la dipendenza dalle importazioni di mangimi ricavati dalla soia, allo scopo di assicurare agli allevatori europei l’autonomia nel settore delle proteine, di ridurre l’uso di fertilizzanti azotati e di migliorare la fertilità del suolo (6);

    20.

    sottolinea l’importanza degli impollinatori e chiede l’adozione di misure volte a garantire la sopravvivenza degli insetti impollinatori, come — ad esempio — un minore utilizzo dei pesticidi dannosi e il mantenimento della diversità delle colture;

    21.

    invita la Commissione europea a rafforzare il sostegno a favore sia del benessere degli animali che di un’agricoltura e di metodi di produzione rispettosi dell’ambiente, attraverso lo sviluppo di misure volte a scoraggiare la produzione di letame e a le emissioni derivanti dai trasporti in assenza di una reale necessità; al tempo stesso, è anche importante incentivare sistemi rispettosi del benessere degli animali attraverso appalti pubblici idonei e altre misure pertinenti. In generale, si avverte la necessità di sostenere pratiche più idonee di gestione del bestiame e una riduzione del ricorso agli antibiotici per animali, tenendo conto al tempo stesso del loro benessere;

    22.

    ritiene che l’agricoltura biologica sia uno strumento utile per catturare più carbonio nel suolo, ridurre il fabbisogno di acqua a fini di irrigazione e limitare l’inquinamento da prodotti chimici, come i pesticidi, nel suolo, nell’aria e nell’acqua;

    23.

    promuove lo sviluppo di reti alimentari alternative, compresi i mercati degli agricoltori, gli alimenti locali, i prodotti biologici e quelli equosolidali. In particolare, i mercati degli agricoltori sono mercati gestiti dalla comunità locale e rappresentano un punto d’incontro importante sul piano sociale, dove i produttori locali offrono direttamente ai consumatori, a prezzi equi, alimenti sani e di qualità, garantendo metodi sostenibili dal punto di vista ambientale. Inoltre, essi preservano la cultura alimentare della comunità locale e contribuiscono a proteggere la biodiversità.

    Accesso a regimi alimentari sani, in particolare per le famiglie a basso reddito

    24.

    sottolinea la necessità di istituire programmi sanitari a lungo termine, volti a combattere l’obesità e le malattie legate all’alimentazione, favorendo la disponibilità e l’accessibilità di prodotti alimentari locali, freschi e stagionali. Tali programmi possono essere particolarmente efficaci se pensati in funzione di enti pubblici (come le scuole e gli ospedali) e di aree urbane caratterizzate in misura significativa da obesità, assenza di mercati rurali e accesso limitato a prodotti alimentari freschi. È opportuno far presente che questi programmi offrono una duplice opportunità, in quanto non solo incoraggiano i consumatori a modificare il loro comportamento e adottare regimi alimentari nutrienti e sani, ma orientano anche le scelte dei consumatori inducendoli a preferire alimenti locali, freschi e stagionali;

    25.

    raccomanda di contrastare la diffusione dell’obesità promuovendo campagne di informazione basate su un approccio a più livelli, allo scopo di orientare il comportamento dei consumatori verso regimi alimentari con una maggiore componente vegetale (in cui è prevista l’assunzione di molta frutta e verdura, riducendo in questo modo il consumo totale di carne, grassi e zuccheri) e verso l’acquisto di alimenti freschi e stagionali prodotti a livello locale/regionale con metodi sostenibili. Questa azione è di particolare importanza, specialmente nelle città europee poste di fronte al problema dell’insicurezza alimentare, un fenomeno osservabile parallelamente all’obesità nei centri urbani (doppio problema di malnutrizione), come mostrato ad esempio dall’aumento del numero di persone che si rivolgono alle banche alimentari e alle mense sociali;

    26.

    accoglie con favore le iniziative e gli ambienti il cui obiettivo è ridurre gli adempimenti burocratici superflui che ostacolano il recupero e la redistribuzione di alimenti sani alle persone bisognose.

    Definizioni standardizzate, metodologie e misure concrete

    27.

    raccomanda la definizione di una terminologia completa sui sistemi alimentari sostenibili, che tenga conto della produzione di derrate agricole, della trasformazione degli alimenti e dei regimi alimentari. Questo è essenziale per definire il percorso ulteriore di una politica alimentare comune e globale dell’UE; si dovrebbero mettere a disposizione strumenti adeguati ad assicurare l’attuazione efficace delle misure politiche;

    28.

    sottolinea la necessità di una metodologia uniforme per la raccolta e la notifica dei dati sull’impatto ambientale dei prodotti alimentari, compresi quelli sugli sprechi alimentari, al fine di garantire la comparabilità dei dati tra gli Stati membri e incoraggiare la misurazione in termini economici dei costi ambientali e sociali connessi ai prodotti o ai regimi alimentari;

    29.

    sottolinea l’importanza di favorire lo scambio di buone pratiche, la condivisione dei dati sull’impatto ambientale dei prodotti alimentari, e una comunicazione più trasparente e accessibile delle informazioni per l’intera filiera alimentare, compresi i consumatori. È fondamentale seguire buone prassi e orientamenti allo scopo di promuovere l’adozione delle opportune misure sostenibili, fornendo alle amministrazioni locali informazioni sufficienti per l’attuazione di questi programmi;

    30.

    sottolinea la necessità di migliorare la trasparenza dei dati riportati nelle etichette degli alimenti, comprese le informazioni comparabili sull’impatto dei prodotti alimentari sull’ambiente. Bisognerebbe riconoscere che le informazioni sul contenuto nutritivo e calorico attualmente riportate nelle etichette non sono sufficienti per affrontare la complessa relazione tra alimentazione e salute, e che le attuali etichette sono totalmente prive di informazioni sull’impatto che i prodotti alimentari hanno sull’ambiente. Sebbene la maggior parte dei consumatori sappia che le loro scelte hanno un certo impatto sull’ambiente, nelle etichette dei prodotti non è disponibile alcuna informazione per orientare le preferenze dei consumatori verso scelte sostenibili. Ritiene che l’etichettatura debba essere chiara e pertinente, ma non eccessivamente complicata od onerosa per i produttori di alimenti;

    31.

    invita la Commissione a porre azioni a favore di un aumento della vigilanza e dei controlli del settore alimentare, che permettano di sostenere l’alimentare di qualità e contrastare la concorrenza sleale, portando di conseguenza maggiore fiducia e credibilità presso i consumatori.

    Gli orientamenti sugli appalti pubblici «verdi»

    32.

    sottolinea che gli appalti pubblici, che rappresentano circa il 14 % del PIL dell’UE, costituiscono uno strumento potenzialmente importante per assicurare un approvvigionamento alimentare più sostenibile (locale e biologico) attraverso gli appalti pubblici per la ristorazione nelle mense scolastiche e negli ospedali. Questi esempi possono rafforzare il legame tra zone rurali e zone urbane, secondo quanto indicato nella nuova agenda urbana concordata in occasione della conferenza Habitat III;

    33.

    invita la Commissione europea a chiarire i vincoli esistenti nel quadro delle sue regole sugli appalti pubblici, affinché vengano applicati criteri di sostenibilità. La legislazione dell’UE in materia di concorrenza vieta l’indicazione di preferenze territoriali (ad esempio, prodotti alimentari locali) negli appalti pubblici.

    L’approccio della governance multilivello in rapporto al concetto di una politica alimentare sostenibile dell’Unione europea

    34.

    si dichiara a favore della creazione di comitati per l’alimentazione a livello locale per quanto concerne i processi di pianificazione, anche per attività quali la definizione di misure volte a mettere in contatto produttori e consumatori, a individuare le aree caratterizzate da difficoltà di accesso agli alimenti e le zone idonee per l’ubicazione di nuovi mercati a livello regionale e, soprattutto, ad assicurare che i cittadini abbiano voce in capitolo nel quadro del processo di elaborazione delle politiche;

    35.

    richiama l’attenzione sul fatto che la pianificazione strategica a livello regionale e locale è cruciale per ridurre l’impatto ambientale complessivo del sistema alimentare. Dal punto di vista della produzione, accade spesso che i servizi (per l’assistenza tecnica, l’erogazione del credito, il reperimento dei fattori produttivi e delle risorse) non siano disponibili allo stesso modo per i produttori delle zone urbane e periurbane e per quelli delle aree rurali;

    36.

    sottolinea la necessità di affidare agli enti locali e regionali l’iniziativa e la gestione di misure agroambientali mirate e di consentire loro di creare contratti territoriali da sottoscrivere congiuntamente con gli agricoltori o i loro rappresentanti (7);

    37.

    ritiene che una politica dal basso verso l’alto in materia di sostenibilità alimentare debba innanzitutto essere affrontata attraverso forti partenariati per lo sviluppo locale e con l’appoggio degli enti locali (regioni e città) (8), anche in linea con la nuova agenda urbana (9);

    38.

    raccomanda di sostenere un numero maggiore di iniziative delle città, quali il Patto per una politica alimentare urbana (Urban Food Policy Pact), adottato a Milano in occasione dell’Expo 2015 dedicata al tema Nutrire il pianeta — energia per la vita, per promuovere sistemi alimentari equi, sostenibili e resilienti.

    Bruxelles, 22 marzo 2017

    Il presidente del Comitato europeo delle regioni

    Markku MARKKULA


    (1)  Proposte legislative sulla riforma della politica agricola comune e di sviluppo rurale dopo il 2013 (CdR 65/2012 fin).

    (2)  Risoluzione sul tema Alimentazione sostenibile (CdR 3306/2015).

    (3)  Risoluzione sul tema Alimentazione sostenibile (CdR 3306/2015).

    (4)  Parere d’iniziativa sul tema Il futuro della PAC dopo il 2013 (CdR 127/2010).

    (5)  Parere d'iniziativa sul tema Sostenere i giovani agricoltori europei, COR-2016-05034-00-00-AC-TRA.

    (6)  Proposte legislative sulla riforma della politica agricola comune e di sviluppo rurale dopo il 2013 (CdR 65/2012 fin).

    (7)  Proposte legislative sulla riforma della politica agricola comune e di sviluppo rurale dopo il 2013 (CdR 65/2012 fin).

    (8)  Parere di prospettiva sul I sistemi agroalimentari locali (CdR 341/2010 riv.)

    (9)  Nuova agenda urbana (NAU): documento conclusivo della conferenza Habitat III.


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