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Document 52014IP0031
European Parliament resolution of 15 January 2014 on wildlife crime (2013/2747(RSP))
Risoluzione del Parlamento europeo del 15 gennaio 2014 sui reati contro le specie selvatiche (2013/2747(RSP))
Risoluzione del Parlamento europeo del 15 gennaio 2014 sui reati contro le specie selvatiche (2013/2747(RSP))
GU C 482 del 23.12.2016, p. 83–88
(BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)
23.12.2016 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell’Unione europea |
C 482/83 |
P7_TA(2014)0031
Lotta ai reati contro le specie selvatiche
Risoluzione del Parlamento europeo del 15 gennaio 2014 sui reati contro le specie selvatiche (2013/2747(RSP))
(2016/C 482/12)
Il Parlamento europeo,
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vista la risoluzione dell'aprile 2013 della commissione delle Nazioni Unite per la prevenzione della criminalità e la giustizia penale, sostenuta dal consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite nel luglio 2013, che incoraggia gli Stati membri delle Nazioni Unite a considerare il traffico illecito di fauna e flora selvatiche un reato grave quando sono coinvolti i gruppi della criminalità organizzata, ponendolo allo stesso livello della tratta di esseri umani e del traffico di droga, |
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vista l'indagine svolta da Interpol e IFAW (fondo internazionale per il benessere degli animali) riguardante il commercio di avorio online all'interno dell'UE, nella quale si sottolinea che l'applicazione della normativa in materia di reati contro le specie selvatiche online è allo stadio iniziale e invita a introdurre una legislazione specifica sul commercio elettronico che disciplini il commercio di specie selvatiche nell'UE, |
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vista la sua risoluzione del 6 febbraio 2013 sugli obiettivi strategici dell'UE per la sedicesima riunione della Conferenza delle parti della Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione (CITES), tenutasi dal 3 al 14 marzo 2013 a Bangkok, Thailandia (1), |
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visti i risultati di tale sedicesima riunione della Conferenza delle parti (Cop 16), in cui le parti hanno concordato una serie di azioni concrete contro la caccia di frodo e il traffico di specie selvatiche, incluse le decisioni 16.39-16.40 e le decisioni 16.78-16.83, |
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visti la convenzione CITES, attuata nell'UE con il regolamento (CE) n. 338/97 del Consiglio relativo alla protezione di specie della flora e della fauna selvatiche mediante il controllo del loro commercio (2) e il regolamento (CE) n. 865/2006 della Commissione recante modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 338/97 del Consiglio (3), |
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viste la raccomandazione n. 155 (2011) del Comitato permanente della Convenzione di Berna sull'uccisione, l'intrappolamento e il commercio illeciti di uccelli selvatici, adottata il 2 dicembre 2011, e la successiva tabella di marcia della Commissione verso l'eliminazione dell'uccisione, dell'intrappolamento e del commercio di uccelli (12/2012), |
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viste le recenti iniziative degli Stati Uniti, delle Filippine e del Gabon di distruggere le loro scorte di avorio illegale al fine di sensibilizzare l'opinione pubblica circa l'aumento della domanda di avorio e l'aumento dei livelli di commercio illecito e caccia di frodo, allo scopo di reprimere il traffico di specie selvatiche, |
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vista la dichiarazione congiunta del 26 settembre 2013 di 11 leader di Stati dell'area di distribuzione dell'elefante africano, nell'ambito dell'impegno dell'iniziativa globale «Clinton Global Initiative» di agire a favore del partenariato per la salvezza degli elefanti africani, che esorta gli altri paesi a dichiarare o ripristinare moratorie nazionali su tutte le importazioni e le esportazioni commerciali nonché le vendite e gli acquisti nazionali di zanne e prodotti dell'avorio fino a quando le popolazioni di elefanti selvatici non saranno più minacciate dalla caccia di frodo, |
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viste la sua risoluzione del 23 ottobre 2013 sulla criminalità organizzata, la corruzione e il riciclaggio di denaro: raccomandazioni in merito ad azioni e iniziative da intraprendere (relazione finale) (4), in particolare il paragrafo 127, e la sua risoluzione dell'11 giugno 2013 sulla criminalità organizzata, la corruzione e il riciclaggio di denaro: raccomandazioni in merito ad azioni e iniziative da intraprendere (relazione intermedia) (5), |
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visti i risultati del workshop sui reati internazionali contro le specie selvatiche, tenuto dalla commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare il 27 febbraio 2013 a Bruxelles, |
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vista l'interrogazione alla Commissione del 29 ottobre 2013 sui reati contro le specie selvatiche (O-000123/2013 — B7-0529/2013), |
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visti l'articolo 115, paragrafo 5, e l'articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento, |
A. |
considerando che i reati contro le specie selvatiche, tra cui la caccia di frodo e la raccolta illegale, il transito di prodotti illegali delle specie selvatiche e i loro derivati nonché la vendita e l'utilizzo illeciti di tali prodotti nei paesi consumatori, rappresentano ormai una grave attività criminale transfrontaliera dal fatturato annuo pari ad almeno 19 miliardi di dollari statunitensi e costituiscono attualmente la quarta attività illecita principale al mondo, dopo il traffico di droga, la contraffazione e la tratta di esseri umani; |
B. |
considerando che il traffico illecito di specie selvatiche spesso coinvolge le reti della criminalità organizzata transfrontaliera ed è usato come fonte di introiti per tali reti e per gruppi di ribelli militanti; |
C. |
considerando che i reati contro le specie selvatiche costituiscono una minaccia per il benessere dei singoli esemplari e per la conservazione delle specie animali e vegetali interessate, e compromettono gli ecosistemi locali nel loro insieme; |
D. |
considerando che i reati contro le specie selvatiche sono divenuti una grave minaccia per la sicurezza, la stabilità politica, l'economia, il sostentamento locale, le risorse naturali e il patrimonio culturale di molti paesi; che l'entità della risposta necessaria per far fronte in modo efficace a tali minacce va spesso al di là dell'ambito di competenza delle singole agenzie ambientali o incaricate dell'applicazione della legge in materia di specie selvatiche, dei singoli paesi o delle singole regioni; |
E. |
considerando che il traffico illecito di specie selvatiche non solo costituisce una grave minaccia alla sicurezza, allo Stato di diritto e allo sviluppo delle comunità locali in cui le risorse naturali sono esaurite, ma compromette anche la pace e la sicurezza delle nazioni e delle regioni in cui si trovano tali comunità nonché lo sviluppo globale sostenibile; |
F. |
considerando che per far fronte ai reati contro le specie selvatiche occorre una risposta globale coordinata al livello politico più elevato e tra le autorità di contrasto a livello nazionale e internazionale, nonché un utilizzo efficace degli strumenti tesi a rafforzare l'applicazione della legge e i sistemi giudiziari penali; |
G. |
considerando che fino a quando la domanda di prodotti delle specie selvatiche rimarrà elevata e lo sforzo di applicazione della legge limitato, il commercio legale continuerà a fungere da copertura per il commercio illecito e a incentivare la caccia di frodo; |
1. |
sottolinea che l'UE costituisce tanto un mercato significativo quanto una rotta di transito per il commercio illegale di specie selvatiche; richiama l'attenzione sul fatto che, secondo le stime di Europol, i ricavi generati dal traffico di specie minacciate di estinzione sono compresi tra i 18 e i 26 miliardi di euro l'anno e l'Unione costituisce il principale mercato di destinazione al mondo; |
2. |
sottolinea che l'obiettivo della CITES consiste nell'assicurare che il commercio internazionale delle specie di flora e di fauna selvatiche non costituisca una minaccia per la sopravvivenza delle specie nell'ambiente naturale; |
3. |
è allarmato per il fatto che soltanto il commercio illegale online di prodotti delle specie selvatiche ha un valore di 10 miliardi l'anno, secondo le stime di cui alla relazione di Global Financial Integrity dal titolo «Transnational Crime in the Developing World» (reati transnazionali nel mondo in via di sviluppo), del febbraio 2011; |
4. |
esprime preoccupazione circa l'aumento dei legami tra le persone e il denaro implicati nel commercio di specie selvatiche e altre forme di attività criminale organizzata, inclusi il traffico di droga e di armi, la corruzione e la frode nonché la militanza e il terrorismo; |
5. |
è preoccupato del fatto che i gruppi di criminalità organizzata, in particolare quelli con capacità di contrabbando, considerino il traffico di specie selvatiche allettante a causa della mancanza di capacità di applicazione e attuazione della legge e a causa degli elevati profitti e delle sanzioni limitate; |
6. |
sottolinea che se l'UE e gli Stati membri intendono svolgere un vero ruolo di leadership nella tutela delle specie minacciate, è opportuno che si occupino non solo del sostegno attivo e ambizioso ai negoziati internazionali in via urgente, ma anche della creazione del quadro giuridico più adeguato e delle condizioni di applicazione che garantiscano l'eliminazione, all'interno dei propri confini, di tutte le scappatoie che contribuiscono a questo commercio illecito; |
7. |
richiama l'attenzione sul fatto che i reati contro le specie selvatiche possono costituire una grave minaccia per lo Stato di diritto e lo sviluppo sostenibile; |
8. |
è consapevole che il fenomeno del bracconaggio a diverse specie di fauna selvatica risulta presente anche all'interno del territorio dell'UE e che attualmente si assiste ancora a uccisione, prelievo, cattura e commercio di specie rare, particolarmente protette e addirittura in via di estinzione elencate nell'allegato IV della direttiva 92/43/CEE (direttiva habitat) e nell'allegato I della direttiva 2009/147/CE (direttiva uccelli); |
Azione all'interno dell'Unione
9. |
esorta la Commissione a creare senza indugio un piano d'azione dell'UE contro i reati ai danni delle specie selvatiche e il relativo traffico, che includa tempistiche e obiettivi chiari; |
10. |
sottolinea che l'UE costituisce un'importante destinazione di transito per i prodotti illegali delle specie selvatiche, quali l'avorio e gli animali vivi, come evidenziato in una recente relazione elaborata da Traffic (6), ed è pertanto in una posizione privilegiata per controllare tale commercio; |
11. |
invita gli Stati membri a introdurre moratorie su tutte le importazioni e le esportazioni commerciali nonché le vendite e gli acquisti nazionali di zanne e prodotti di avorio grezzo e lavorato fino a quando le popolazioni di elefanti selvatici non saranno più minacciate dalla caccia di frodo; |
12. |
invita gli Stati membri a unirsi ad altre parti della CITES e inviare un segnale chiaro contro il traffico di specie selvatiche e la domanda di prodotti illegali delle specie selvatiche distruggendo le loro scorte di avorio illegale; |
13. |
invita gli Stati membri a garantire la piena attuazione della raccomandazione della Commissione 2007/425/CE che individua una serie di azioni per l'esecuzione del regolamento (CE) n. 338/97 del Consiglio, relativo alla protezione di specie della flora e della fauna selvatiche mediante il controllo del loro commercio; raccomanda agli Stati membri di procedere all'immediata confisca di eventuali esemplari sequestrati al fine di migliorare l'attuazione della CITES e proteggere il benessere degli animali vivi; |
14. |
invita la Commissione a impegnare il comitato permanente CITES per quanto concerne la decisione 16.47 della Cop 16 sulle disposizioni tese a ottimizzare lo smaltimento di esemplari commerciati illecitamente e confiscati al fine di garantire approcci coordinati allo scambio di informazioni e un rapido rimpatrio degli animali vivi confiscati; |
15. |
incoraggia gli Stati membri a rafforzare il settore giudiziario nell'UE migliorando la sensibilizzazione, la capacità e le risorse per garantire che il traffico illecito di specie selvatiche sia perseguito con efficacia, nella piena misura consentita dalla legge, e che i criminali contro le specie selvatiche siano sanzionati in modo proporzionato alla gravità del reato; esorta pertanto la Commissione a ottimizzare l'armonizzazione tra gli Stati membri conformemente alla raccomandazione della Commissione 2007/425/CE al fine di evitare che gli Stati membri con le sanzioni meno severe siano sfruttati come punto d'ingresso preferito; |
16. |
invita la Commissione a monitorare e vigilare a fondo sull'applicazione della direttiva 2008/99/CE sulla tutela penale dell'ambiente, perché ancora oggi in alcuni Stati membri non sono state previste sanzioni penali efficaci che la direttiva imponeva di prevedere anche per chi uccide, distrugge, possiede o preleva esemplari di fauna e flora protetti; |
17. |
chiede che, sulla base di preoccupazioni simili a quelle espresse nella risoluzione dell'ONU del maggio 2013, che include i reati nel settore forestale, siano riesaminati gli strumenti attuali dell'UE relativi al commercio illecito di legname e ad altri atti legati al settore forestale, al fine di determinare se sono adeguati e sufficientemente efficaci per far fronte agli importanti flussi di commercio illecito che si registrano al momento nel territorio dell'Unione; |
18. |
richiama l'attenzione sul fatto che attualmente all'interno dell'UE esistono ancora enormi differenze tra i diversi Stati membri per quanto riguarda il regime sanzionatorio a carico di chi commercia, preleva, cattura o detiene esemplari di fauna selvatica protetta; indica che questa diversità di trattamento da Stato membro a Stato membro in materia di sanzioni si ripercuote spesso negativamente sull'efficacia dei sistemi di controllo e sull'efficienza degli addetti ai controlli all'interno dei singoli Stati membri; |
19. |
invita a definire sanzioni adeguate per le violazioni del regolamento (CE) n. 338/97, quale deterrente contro i reati riguardanti le specie selvatiche, e a tenere altresì conto del valore di mercato e del valore di conservazione delle specie oggetto di reato nonché dei costi sostenuti; invita a definire un sistema che preveda l'aggiornamento e l'adeguamento nel tempo degli importi delle sanzioni; |
20. |
sottolinea che la direttiva 2008/99/CE sulla tutela penale dell'ambiente armonizza le definizioni di reati legati alle specie selvatiche in tutta l'Unione; rileva, inoltre, che la direttiva impone agli Stati membri di istituire sanzioni penali efficaci, proporzionate e dissuasive ed esorta pertanto gli Stati membri a fissare senza indugio livelli opportuni di sanzioni per i reati contro le specie selvatiche; |
21. |
invita la Commissione e il Consiglio a sostenere una formazione dedicata all'intera catena dell'applicazione della legge, nell'ambito dei pertinenti strumenti finanziari esistenti; |
22. |
invita gli Stati membri a ricorrere a tutti gli strumenti europei e nazionali pertinenti contro la criminalità organizzata, la corruzione, il riciclaggio di denaro e il sequestro di beni nella lotta contro i reati ai danni delle specie selvatiche; |
23. |
invita gli Stati membri a rispettare la risoluzione dell'aprile 2013 della commissione delle Nazioni Unite per la prevenzione della criminalità e la giustizia penale aggiornando la legislazione per garantire che il traffico illecito di specie della fauna e della flora selvatiche con il coinvolgimento di gruppi della criminalità organizzata costituisca un illecito penale punibile con una pena pari a quattro anni di reclusione o più, affinché la convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale possa essere utilizzata come base per la cooperazione internazionale e l'assistenza giuridica reciproca; |
24. |
invita l'UE e gli Stati membri ad attuare pienamente le raccomandazioni definite nell'ambito di «Project WEB», un'indagine Interpol/IFAW riguardante il commercio di avorio online all'interno dell'Unione; |
25. |
è consapevole del fatto che la caccia da trofeo praticata in modo non sostenibile e non etico è all'origine di una riduzione su larga scala delle specie minacciate elencate nelle appendici I e II della CITES ed esorta gli Stati membri a sostenere un'eventuale revisione delle disposizioni giuridiche dell'Unione che disciplinano l'importazione di trofei di caccia negli Stati membri e a prevedere permessi per l'importazione di trofei di tutte le specie elencate nell'allegato B di tali disposizioni; |
26. |
rileva i problemi documentati di animali catturati in libertà che vengono riciclati ricorrendo a disposizioni meno rigorose sull'allevamento in cattività; invita la Commissione a sostenere le decisioni 16.63-16.66 della Cop 16 sugli esemplari allevati in cattività e di allevamento e a fornire un sostegno finanziario a uno studio che valuti le preoccupazioni su specie dichiarate allevate in cattività e allo sviluppo di orientamenti per strutture di ispezione; |
27. |
invita a istituire un'unità specifica per i reati contro le specie selvatiche in seno a Europol, dotata di pieni poteri e competenze transnazionali, con risorse umane sufficienti e competenti nonché finanziamenti adeguati, al fine di centralizzare le informazioni e le analisi nonché coordinare le indagini, portando a più indagini congiunte e a un approccio strategico più coordinato; invita a ottimizzare e stimolare il collegamento tra gli organi addetti ai controlli locali degli Stati membri con quelli internazionali al fine di migliorare lo scambio di informazioni e aumentare così l'efficacia e l'efficienza delle attività svolte dai controllori locali; |
28. |
invita gli Stati membri, a tal fine, a istituire una task force per la sicurezza ambientale nazionale (NEST), conformemente a quanto raccomandato da Interpol, e a partecipare a operazioni coordinate tramite l'unità specifica proposta per i reati contro le specie selvatiche in seno a Europol; |
29. |
invita la Commissione a garantire che le risorse dedicate alla CITES in seno ai servizi della Commissione siano sufficienti a consentire che l'UE svolga un ruolo di leadership, alla luce dell'entrata in vigore dell'emendamento di Gaborone alla CITES; |
30. |
invita la Commissione e il Consiglio a sfruttare i loro strumenti commerciali e per lo sviluppo per creare programmi specifici, al fine di rafforzare l'attuazione della convenzione CITES e di fornire risorse per rafforzare le capacità di lotta contro il bracconaggio e il traffico illecito, in particolare sostenendo, consolidando e ampliando iniziative di repressione criminale quali ASEAN-WEN (ASEAN Wildlife Enforcement Network), HA-WEN (Horn of Africa Wildlife Enforcement Network), LATF (Lusaka Agreement Task Force) e Papecalf (Plan d'Action sous-régional des pays de l'espace COMIFAC pour le renforcement de l'application des législations nationales sur la faune sauvage 2012 — 2017), volte a creare centri regionali di esperienza e a fornire modelli di cooperazione contro la criminalità nel campo delle specie selvatiche; |
31. |
incoraggia l'UE e gli Stati membri a lavorare in modo proattivo al fine di sensibilizzare i cittadini europei sul fatto che i reati contro le specie selvatiche non sono una questione che riguarda soltanto altri continenti, ma sono invece una questione urgente che interessa il nostro pianeta e il nostro ecosistema con un impatto politico, economico e sociale sulle comunità in tutto il mondo; |
Azione internazionale
32. |
esorta la Commissione e il Consiglio a includere la lotta ai reati contro le specie selvatiche quale priorità nella programmazione degli strumenti finanziari per gli aiuti allo sviluppo, sia nella programmazione tematica che in quella regionale; |
33. |
accoglie con favore il fatto che i reati contro le specie selvatiche siano stati posti allo stesso livello dei reati gravi della criminalità organizzata internazionale, quali la tratta di esseri umani e il traffico di droga, a seguito della risoluzione della commissione delle Nazioni Unite per la prevenzione della criminalità e la giustizia penale del 26 aprile 2013, e invita la Commissione e gli Stati membri a sfruttare la propria politica commerciale e per lo sviluppo al fine di garantire la piena attuazione dell'accordo internazionale; rileva che tra le priorità dell'UE per la 68a sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite adottate dal Consiglio nel giugno 2013 figura l'idea di incrementare l'impegno contro i reati ai danni delle specie selvatiche e il disboscamento illegale, e di promuovere una migliore governance; |
34. |
invita la Commissione e gli Stati membri a fare il possibile nell'ambito della CITES e nel dialogo bilaterale con i paesi consumatori per garantire la chiusura dei mercati legali paralleli, internazionali e interni, che stimolano la domanda di specie esposte a un rischio rilevante, come gli elefanti, i rinoceronti e le tigri; |
35. |
rileva che nell'ambito della CITES vi sono meccanismi a disposizione per le parti non conformi; esorta pertanto la Commissione e gli Stati membri a farvi pienamente ricorso, qualora giustificato; |
36. |
invita la Commissione e gli Stati membri a creare un fondo fiduciario, o un meccanismo simile, ai sensi dell'articolo 187 del regolamento rivisto che stabilisce le regole finanziarie applicabili al bilancio generale dell'Unione, con l'obiettivo di salvaguardare le aree protette e contrastare il traffico di specie selvatiche e la caccia di frodo, nell'ambito di un piano d'azione contro il traffico di specie selvatiche; |
37. |
invita l'UE e i suoi Stati membri a sostenere fermamente il Consorzio internazionale per la lotta ai reati contro le specie selvatiche (ICCWC), che comprende CITES, Interpol, l'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC), la Banca mondiale e l'Organizzazione mondiale delle dogane, anche fornendo risorse finanziarie e competenze specializzate, al fine di facilitare l'ampliamento delle capacità dei governi, lo scambio di informazioni e intelligence e sostenere l'attuazione e la conformità dei membri dell'ICCWC; |
38. |
accoglie con favore il fatto che nell'ultimo vertice del G8 (tenutosi a Lough Erne, Irlanda del Nord, nel giugno 2013) si sia deciso di adottare misure per contrastare il traffico illegale di specie selvatiche protette o minacciate e di offrire sostegno politico e pratico alle organizzazioni regionali e internazionali che guidano l'impegno teso ad aumentare la capacità dei paesi di monitorare e controllare i propri confini e di far fronte a fattori agevolanti quali la corruzione, la criminalità organizzata transfrontaliera e il traffico illegale, che minano la governance e lo Stato di diritto e in alcuni casi forniscono un'importante fonte di introiti per i terroristi; |
39. |
invita la Commissione, tramite le sue attività con gli Stati dell'area di distribuzione in Africa e in Asia, ad assistere tali paesi a rafforzare le politiche e i quadri giuridici, ad aumentare la capacità di applicazione della legge, a sviluppare sistemi giudiziari efficaci e a rafforzare i meccanismi per far fronte alla corruzione, al fine di migliorare la lotta ai reati contro le specie selvatiche a livello locale, nazionale e regionale, anche sostenendo e finanziando l'attuazione di iniziative quali il pacchetto di strumenti dell'ICCWC; |
40. |
invita la Commissione e gli Stati membri a rafforzare le politiche e i quadri giuridici, aumentare la capacità di applicazione della legge, far fronte alle esigenze riguardanti le tecnologie di intelligence e sviluppare sistemi giudiziari efficaci al fine di migliorare la lotta ai reati contro le specie selvatiche a livello locale, nazionale e regionale, tra l'altro sostenendo l'attuazione di iniziative quali il pacchetto di strumenti dell'ICCWC e la formazione dei procuratori specializzati nella lotta ai contro le specie selvatiche; |
41. |
invita la Commissione a elaborare e attuare reti e strategie di attuazione in materia di specie selvatiche a livello regionale, che siano interconnesse mediante un meccanismo di coordinamento globale, anche sostenendo il programma sui reati ambientali di Interpol, la creazione di NEST e la loro integrazione con gli organismi di attuazione regionale quali la task force dell'accordo di Lusaka, HA-WEN, SAWEN (South Africa Wildlife Enforcement Network) e ASEAN-WEN; |
42. |
osserva la domanda, elevata e in aumento, di prodotti illegali delle specie selvatiche, provenienti dalla Cina e dal Sudest asiatico, e sottolinea la necessità di inserire tale questione all'ordine del giorno nell'ambito del dialogo UE-Asia, al massimo livello politico; sostiene, in tale contesto, l'accordo firmato nel luglio 2013 dal commissario Potočnik e dal viceministro di Stato cinese responsabile dell'Amministrazione delle foreste, Zhang Jianlong, quale passo fondamentale nel contesto degli sforzi comuni per combattere il traffico di specie selvatiche, e ne sostiene la piena attuazione; |
43. |
esorta la Commissione e gli Stati membri a esaminare le questioni con l'Unione africana, NEPAD (New Partnership for Africa's Development), AMCEN (African Ministerial Conference on the Environment), e la commissione dell'Unione africana nel quadro dell'imminente vertice 2014 tra Africa e UE, al fine di identificare aree di azione cooperativa su questa sfida globale per la futura strategia congiunta Africa-UE 2014-2020; |
44. |
incoraggia la Commissione a includere il traffico di specie selvatiche nell'ambito della cooperazione transatlantica nell'ottica di sviluppare un approccio comune, che garantisca regimi giuridici efficaci in grado di evitare l'ingresso di prodotti commercializzati illegalmente nei mercati europei e americani, nonché di migliorare i canali di comunicazione per condividere le informazioni sulla gestione delle specie selvatiche e sulle norme commerciali; |
45. |
incoraggia la Commissione e gli Stati membri a sostenere l'impegno nei paesi principali al fine di operare a livello di ministeri per progettare e attuare campagne di riduzione della domanda basate su ricerche e garantire investimenti di lungo termine adeguati per l'attuazione di tali strategie; |
46. |
invita la Commissione a sostenere lo sviluppo di mezzi di sostentamento alternativi per le comunità locali più vicine alle specie selvatiche interessate che contribuiscano in modo dimostrabile al recupero e alla conservazione delle popolazioni di specie selvatiche e coinvolgano le comunità in operazioni contro la caccia di frodo; |
47. |
invita la Commissione e gli Stati membri ad adottare e attuare leggi e politiche chiare ed efficaci volte a dissuadere dal consumo di prodotti derivati da specie selvatiche vulnerabili, ad educare i consumatori circa l'impatto del consumo di prodotti derivanti da specie selvatiche e a offrire le informazioni opportune sulle conseguenze e i pericoli che può implicare la diffusione incontrollata di determinate specie esotiche negli ecosistemi autoctoni; |
o
o o
48. |
incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, nonché al segretariato di CITES, a Interpol, Europol, UNODC, alla Banca mondiale e all'Organizzazione mondiale delle dogane. |
(1) Testi approvati, P7_TA(2013)0047.
(2) GU L 61 del 3.3.1997, pag. 1.
(3) GU L 166 del 19.6.2006, pag. 1.
(4) Testi approvati, P7_TA(2013)0444.
(5) Testi approvati, P7_TA(2013)0245.
(6) http://ec.europa.eu./environment/cites/pdf/Overview%20significant%20seizures.pdf.