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Document 52014DC0549

    RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO Relazione annuale sulle attività di ricerca e sviluppo tecnologico dell’Unione europea nel 2013

    /* COM/2014/0549 final */

    52014DC0549

    RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO Relazione annuale sulle attività di ricerca e sviluppo tecnologico dell’Unione europea nel 2013 /* COM/2014/0549 final */


    RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO

    Relazione annuale sulle attività di ricerca e sviluppo tecnologico dell’Unione europea nel 2013

    1.               Contesto della relazione annuale sulle attività di RST

    La relazione annuale sulle attività di ricerca e sviluppo tecnologico dell’Unione europea (UE) è redatta a norma dell’articolo 190 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE). L’obiettivo della presente relazione è fornire una panoramica delle principali misure adottate nell’anno di riferimento.

    2.               Contesto generale nel 2013

    Nel 2013 gli Stati membri hanno avviato e portato avanti importanti riforme per garantire nuovamente una crescita economica e un welfare sostenibili. La Commissione europea ha adottato importanti misure per potenziare e completare questi sforzi, anche rafforzando il coinvolgimento delle parti sociali nel contesto del semestre europeo. Fin dall’inizio del 2013 si è dunque assistito all’avvio della ripresa dell’economia europea, ripresa che è diventata più evidente nel secondo trimestre del 2013. Secondo le previsioni la ripresa dovrebbe proseguire, ma l’Unione europea deve continuare a collaborare al fine di rafforzare la sua capacità di competere a livello globale.

    Nonostante il persistere di un clima economico difficile nell’ultimo anno, l’UE ha compiuto progressi verso il conseguimento degli obiettivi di Europa 2020 mediante l’avvio di tendenze strutturali positive, quali l’innalzamento dei livelli di istruzione, la creazione di un mix energetico più sostenibile, la riduzione dell’intensità di carbonio dell’economia e i progressi verso l’obiettivo del 3% di investimenti nella ricerca e innovazione (R&I).

    Al fine di rafforzare la posizione dell’Europa come concorrente mondiale e riportare l’economia su un percorso di crescita, gli investimenti nell’R&I sono fondamentali. Pertanto, l’R&I ha continuato a essere al centro dell’agenda dell’UE per l’occupazione e la crescita intelligente e degli investimenti dell’UE.

    “Orizzonte 2020”, lanciato alla fine del 2013, è lo strumento finanziario che attua l’iniziativa faro della strategia Europa 2020 “Unione dell’innovazione“. Il nuovo programma quadro è stato concepito per affrontare e risolvere le sfide della società e promuovere la prosperità economica mediante il finanziamento dell’eccellenza scientifica, tecnologica e dell’innovazione.

    3.               Orizzonte 2020

    Dopo la serie di negoziati trilaterali fra le istituzioni dell’UE, il pacchetto Orizzonte 2020 è stato adottato a chiara maggioranza sia dal Parlamento europeo il 21 novembre 2013 che dal Consiglio dell’Unione europea il 3 dicembre 2013.

    Con una dotazione di bilancio UE (2014-2020) di 79,2 miliardi di EUR a prezzi correnti, il nuovo programma quadro dell’UE[1] rappresenta un cambiamento radicale rispetto al passato – con una notevole semplificazione che consente una più ampia partecipazione, l’integrazione della ricerca e dell’innovazione e un approccio basato sulle sfide. Orizzonte 2020 contribuirà a colmare il divario tra ricerca e mercato, rafforzando ulteriormente l’eccellenza e fornendo così preziose opportunità per convertire le nuove conoscenze e scoperte tecnologiche in prodotti e servizi innovativi di alto livello.

    Il nuovo programma è stato ideato in particolare per riunire le fonti di finanziamento pubbliche e private, con l’obiettivo di incentivare le imprese innovative:

    · sono stati mobilitati investimenti privati più significativi per affrontare le grandi sfide della società, potenziando allo stesso tempo la competitività industriale dell’Europa. Il 10 luglio 2013 la Commissione ha presentato una serie di proposte riguardanti varie iniziative di partenariato pubblico-privato e pubblico-pubblico che fanno parte del pacchetto “Investimenti per l’innovazione”[2]. Questi partenariati costituiranno uno degli elementi centrali di Orizzonte 2020, poiché consentiranno attività di innovazione a lungo termine e su vasta scala, unendo le forze del settore privato, dell’UE e degli Stati membri con una dotazione di bilancio di oltre 20 miliardi di EUR.

    Sono state predisposte delle misure per ovviare alla scarsa disponibilità di finanziamenti in Europa, un ostacolo di rilievo all’immissione delle innovazioni sul mercato. Il meccanismo di finanziamento con ripartizione dei rischi, istituito congiuntamente dalla Commissione europea e dalla Banca europea per gli investimenti, ha garantito che, per 1 miliardo di EUR di stanziamenti di bilancio UE, la BEI mobiliti 12 miliardi di EUR in prestiti e oltre 30 miliardi di EUR in investimenti finali nell’R&I. Ciò ha determinato, dal 2007 in poi, risorse supplementari pari a 40 miliardi di EUR per attività di ricerca e innovazione che altrimenti non avrebbero beneficiato di finanziamenti. In linea con l’approccio di integrazione di Orizzonte 2020, sono previste misure per istituire un solido sistema di sostegno, in particolare a beneficio delle PMI, per facilitarne l’ accesso alle opportunità di finanziamento previste dall’intero programma. Il nuovo strumento riservato alle PMI sostiene le idee più innovative delle PMI europee che manifestano una forte volontà di sviluppo, crescita e internazionalizzazione. Nell’ambito dell’obiettivo di destinare il 20% del finanziamento globale alle sfide per la società e all’obiettivo specifico “Leadership nelle tecnologie abilitanti e industriali”, il 5% è stato stanziato per l’invito sempre aperto nel 2014/2015 e il 7% per l’intera durata del programma.

    Parallelamente al processo decisionale politico, la Commissione ha effettuato i preparativi necessari per l’attuazione del nuovo programma.

    (a)             Programmi di lavoro 2014-2015 del programma “Orizzonte 2020”

    Il 10 dicembre 2013 la Commissione europea ha adottato il primo programma di lavoro nell’ambito di Orizzonte 2020. Ha indicato le priorità di finanziamento sull’arco di due anni, fornendo ai ricercatori e alle imprese più certezze che mai sull’orientamento dei progetti di ricerca e innovazione dell’UE. L’11 dicembre 2013 sono stati pubblicati degli inviti a presentare proposte, le cui caratteristiche principali sono:

    l’attenzione particolare accordata alle piccole e medie imprese (PMI), segnatamente attraverso un nuovo strumento specifico. Nel solo 2014, le PMI potranno concorrere per l’assegnazione di 253 milioni di EUR in sovvenzioni per l’innovazione nell’ambito di questo nuovo programma esclusivo; come previsto negli inviti 2014/2015, uno stanziamento totale di quasi 20 milioni di EUR è destinato a borse di studio individuali del Consiglio europeo della ricerca (circa 14 milioni di EUR) e delle azioni Marie Skłodowska-Curie (circa 7 milioni di EUR) per la formazione e la mobilità dei ricercatori; per contribuire a colmare il divario in termini di innovazione, le misure di ampliamento comprendono inviti relativi alle “cattedre dello Spazio europeo della ricerca” (34 milioni di EUR), alle azioni di costituzione di équipe (12 milioni di EUR) nel 2014 e al gemellaggio (74 milioni di EUR) nel 2015.

    (b)          Semplificazione dell’accesso

    Il 4 dicembre 2013 è stata lanciata la nuova versione del portale dedicato alla ricerca e all’innovazione, caratterizzata da una maggiore capacità IT, da una tecnologia di punta, da una navigazione riorganizzata e semplificata, nonché da un layout e contenuti rinnovati. I nuovi orientamenti online per i partecipanti a Orizzonte 2020 – manuale online “Orizzonte 2020” – sono stati messi a punto in collaborazione per facilitare la comprensione delle procedure del programma. Il manuale è facilmente accessibile da qualsiasi sezione del portale dei partecipanti[3] e porta direttamente alla sezione cercata.

    4.               L’Unione dell’innovazione

    L’Unione dell’innovazione è stata posta al centro della strategia Europa 2020 al fine di promuovere la capacità di innovazione dell’Europa. L’Unione dell’innovazione è riuscita a imprimere nuovo slancio in materia di innovazione, aumentando gli investimenti nell’R&I, mobilitando le parti interessate e integrando l’innovazione nelle principali politiche europee, nazionali e regionali.

    In quanto strategia globale, l’iniziativa “Unione dell’innovazione” affronta un’ampia gamma di elementi che hanno un impatto sull’ecosistema dell’innovazione in Europa, determinandone l’evoluzione. Si sono registrati progressi eccezionali nella realizzazione di ciascuna delle priorità dell’Unione dell’innovazione:

    Rafforzare la base di conoscenze e ridurne la frammentazione: la base di conoscenze in Europa è in fase di consolidamento, in particolare mediante il varo del programma “Orizzonte 2020”; gli aiuti assegnati alle strategie di specializzazione intelligente nell’ambito dei fondi europei per lo sviluppo regionale e il sostegno allo sviluppo delle competenze e ai progressi nella creazione dello Spazio europeo della ricerca (SER) — cfr. punto 5 qui di seguito. Portare le idee al mercato: sono stati compiuti notevoli sforzi per mettere a punto gli strumenti per un ambiente imprenditoriale più favorevole all’innovazione in Europa, come il brevetto unitario e la revisione delle direttive sugli appalti pubblici che offrono migliori opportunità di innovazione. Sono stati predisposti gli strumenti per facilitare l’accesso ai finanziamenti, in particolare nel quadro di Orizzonte 2020, che dovrebbero cominciare a produrre i loro risultati; tra questi si annoverano gli strumenti rafforzati di capitale proprio e di debito e il passaporto per il venture capital.

    In passato l’intervento pubblico è stato perlopiù utilizzato per incentivare la ricerca e le nuove conoscenze, ma adesso se ne fa un uso sempre più diffuso per incentivare la domanda di innovazione con strumenti quali gli appalti pubblici precommerciali, la regolamentazione favorevole all’innovazione, la fissazione di norme ecc. Sono stati agevolati gli appalti pubblici incentrati sull’innovazione, è stato messo a punto e testato un metodo di valutazione dell’impatto della regolamentazione sull’innovazione, è stato varato il piano d’azione “ecoinnovazione” e il processo di normazione è stato ammodernato e accelerato.

    Massimizzare la coesione sociale e territoriale: l’Unione dell’innovazione affronta anche la sfida della coesione territoriale e sociale. Le strategie di specializzazione intelligente sono una condizione preliminare per le priorità d’investimento nel campo della ricerca, dello sviluppo tecnologico e dell’innovazione allo scopo di promuovere prestazioni migliori in materia di innovazione nelle regioni europee e negli Stati membri, senza compromettere l’eccellenza. L’enfasi crescente sull’innovazione sociale e del settore pubblico comporta una più ampia adesione della società all’innovazione, ne rafforza l’impatto ma induce anche un’evoluzione delle mentalità rispetto a chi dovrebbe essere interessato dall’innovazione e a chi può essere un attore del cambiamento nell’UE. In particolare, è sorta una dinamica intorno all’innovazione nel settore pubblico, dove le azioni intraprese hanno consentito di conseguire risultati che vanno al di là delle aspettative iniziali dell’Unione dell’innovazione.

    · I partenariati europei per l’innovazione (PEI) costituiscono un nuovo approccio nei confronti della ricerca e dell’innovazione nell’Unione. Sono stati varati cinque partenariati europei per l’innovazione in settori chiave quali l’invecchiamento attivo e in buona salute, l’acqua, l’agricoltura, le materie prime e le città intelligenti. Questi partenariati sono attualmente in fase di attuazione, dopo l’individuazione delle priorità, con il coinvolgimento di una vasta gamma di partner sia sul fronte della domanda che dell’offerta di innovazione. Cominciano a produrre i primi risultati, tra cui la mappatura delle buone pratiche, gli strumenti per la riproduzione dei risultati, l’individuazione degli effettivi impatti e l’attuazione di servizi integrati.

    Un gruppo di esperti ha valutato i progressi e le prestazioni generali dei partenariati europei per l’innovazione, giungendo alla conclusione che i PEI costituiscono lo strumento più indicato per favorire la crescita economica e il benessere futuro dell’Europa. Le raccomandazioni formulate riguardano le possibilità di miglioramento dei PEI attuali, in particolare modificandone le modalità di varo e di gestione.

    Potenziare gli effetti esterni delle nostre politiche: la dimensione globale dell’innovazione è stata altresì presa in considerazione. Sono state messe a punto varie iniziative per potenziare l’attrattiva dell’Europa come destinazione di ricerca e innovazione e i partenariati tra l’Unione europea e i suoi Stati membri sono stati rafforzati per quanto riguarda la definizione delle priorità di cooperazione con i paesi terzi, in particolare lo sviluppo di infrastrutture di ricerca di livello mondiale. Come realizzare i nostri obiettivi? I progressi compiuti dall’Europa e dagli Stati membri in materia di ricerca e innovazione sono stati monitorati nel quadro del coordinamento economico integrato (“Semestre europeo”), attraverso il quadro di valutazione dell’Unione dell’innovazione[4], la relazione sulla competitività dell’Unione dell’innovazione e il nuovo indicatore dei risultati dell’innovazione. Il nuovo indicatore utilizza quattro indicatori derivanti dalle attività di produzione e delle imprese, tratti dal quadro di valutazione dell’Unione dell’innovazione e raggruppati in tre categorie (brevetti, occupazione in attività ad alta intensità di conoscenze e competitività di beni e servizi ad alta intensità di conoscenze), e un nuovo indicatore di occupazione nelle imprese dei settori innovativi in rapida crescita.

    Il monitoraggio proseguirà e sarà perfezionato attraverso il meccanismo di sostegno delle politiche nell’ambito di Orizzonte 2020. L’UE ha favorito inoltre lo scambio delle migliori pratiche e l’apprendimento reciproco.

    Negli ultimi anni, è avvenuta una svolta fondamentale nella giusta direzione che ha consentito di ridurre il divario in materia di innovazione con i nostri principali concorrenti. L’ultimo quadro di valutazione dell’Unione dell’innovazione indica che, dal 2008, l’UE è riuscita a ridurre di quasi metà il suo ritardo in materia di innovazione rispetto agli Stati Uniti e al Giappone. Tuttavia, si sta ampliando il divario con la Corea del Sud e la Cina sta rapidamente recuperando terreno. Pertanto, l’UE, gli Stati membri e le altre parti interessate devono continuare a lavorare insieme per migliorare l’ecosistema europeo dell’innovazione.

    5.               Spazio europeo della ricerca (SER)

    In seguito all’adozione, il 17 luglio 2012, della comunicazione della Commissione “Un partenariato rafforzato per lo Spazio europeo della ricerca a favore dell’eccellenza e della crescita” (comunicazione SER) e alla creazione del meccanismo di monitoraggio del SER (EMM) per monitorarne i progressi in termini di attuazione, la Commissione nel corso del 2013 ha continuato a consolidare questo meccanismo in stretta collaborazione con il gruppo di lavoro ad hoc, di recente istituzione, del comitato per lo Spazio europeo della ricerca (CSER), al fine di affinare gli indicatori del SER e i relativi metodi di raccolta dei dati, in particolare l’indagine sul SER.

    I lavori sull’EMM hanno portato all’adozione, nel settembre 2013, della prima relazione sui progressi compiuti nel SER, che fornisce una panoramica della situazione negli Stati membri e in alcuni paesi associati e definisce la base per una valutazione esaustiva, nel corso dell’anno successivo, dei progressi compiuti[5]. La relazione 2013 sui progressi compiuti nell’attuazione del SER è stata discussa nel settembre 2013 durante il Consiglio “competitività”, in occasione del quale è stata ribadita la necessità di accelerare le riforme strutturali dei sistemi nazionali e di rafforzare il monitoraggio dei progressi del SER. La diffusione della relazione 2013 sui progressi compiuti nel SER ha consentito di valutare i progressi in settori chiave come le procedure aperte ed eque per l’assunzione dei ricercatori o una migliore circolazione delle conoscenze scientifiche.

    Inoltre, l’analisi annuale della crescita per il 2014[6], adottata nel 2013, ha evidenziato la necessità per gli Stati membri di realizzare riforme in linea con la comunicazione relativa al SER e ha consentito al meccanismo di monitoraggio del SER e alla relazione sui progressi compiuti di essere pienamente integrati nel ciclo politico del semestre europeo.

    L’attuazione della comunicazione sul SER al livello degli attori della ricerca è stata agevolata dall’ampliamento e dal rafforzamento della piattaforma delle parti interessate. Nel luglio 2013 una sesta organizzazione[7] ha aderito alla piattaforma. Il 13 dicembre 2013 le sei organizzazioni[8] di parti interessate e la Commissione hanno firmato una dichiarazione congiunta. Tutte le organizzazioni hanno ribadito il loro impegno comune a raggiungere gli obiettivi del SER. Alla fine del 2013, tutte le parti interessate hanno riferito in merito ai progressi compiuti nel loro impegno verso la realizzazione del SER e fornito il proprio contributo alla relazione 2013 sui progressi compiuti nel SER.

    Il manifesto SER – una recente iniziativa del Parlamento europeo che riunisce alcuni membri del Parlamento europeo e attori della ricerca - ha fornito un nuovo impulso alla realizzazione delle azioni SER a livello di autorità nazionali e soggetti interessati del settore della ricerca.

    6.               Cooperazione internazionale

    Il 2013 è stato il primo anno completo di attuazione della comunicazione “Potenziare e concentrare la cooperazione internazionale dell’UE nelle attività di ricerca e innovazione: un approccio strategico”[9]. In linea con l’Unione dell’innovazione, la strategia mira a rafforzare l’eccellenza e l’attrattività dell’Unione nel campo della ricerca e dell’innovazione e della competitività economica e industriale, ad affrontare le sfide sociali a livello mondiale e a sostenere le politiche estere dell’Unione. A tal fine l’integrazione della strategia nel pacchetto legislativo Orizzonte 2020 è stata effettuata nel corso del dibattito interistituzionale. Il pacchetto comprende uno strumento di associazione al programma quadro Orizzonte 2020 incentrato sull’allargamento, i paesi EFTA e i paesi del vicinato europeo. Nel 2013 sono iniziate le trattative con un certo numero di paesi, con la sigla dell’accordo con Israele in dicembre dello stesso anno.

    Il Forum strategico per la cooperazione internazionale in materia di S&T ha rivisto e razionalizzato le proprie procedure per migliorare il coordinamento delle attività di cooperazione internazionale degli Stati membri e con tali attività. Il panel del partenariato orientale sulla ricerca e l’innovazione ha accettato di collaborare per l’elaborazione di una strategia congiunta per la cooperazione. Nel corso della riunione di novembre 2013 del dialogo politico ad alto livello Africa-UE in materia di scienza, tecnologia e innovazione, le parti si sono accordate per cominciare a lavorare verso un partenariato a lungo termine di ricerca e innovazione, cofinanziato e di proprietà condivisa, incentrato in un primo tempo sulla sicurezza alimentare e nutrizionale e sull’agricoltura sostenibile.

    La riunione ad alto livello “Atlantico: Una risorsa condivisa”, organizzata a Galway in maggio, ha condotto alla firma della dichiarazione di Galway da parte dell’UE, del Canada e degli Stati Uniti e al varo dell’Alleanza per la ricerca nell’Oceano transatlantico.

    Sono state organizzate tre conferenze “Destinazione Europa” negli USA, in cooperazione con gli Stati membri e i paesi associati, per sensibilizzare il pubblico sull’eccellenza della ricerca europea e sulle opportunità di carriera e di finanziamento disponibili in Europa per i ricercatori di tutto il mondo.

    In linea con l’obiettivo di promuovere condizioni eque per la cooperazione e di esaminare le condizioni quadro che intralciano la cooperazione, nel novembre 2013 si è svolta a Pechino la prima riunione ad alto livello del dialogo con la Cina in materia di cooperazione per l’innovazione. I partecipanti hanno convenuto che il loro interesse comune è promuovere condizioni quadro prevedibili, trasparenti ed efficaci nel campo dell’innovazione ed è stata istituita una task force di esperti sulla cooperazione per l’innovazione incaricata di individuare e promuovere pratiche efficaci nell’UE e in Cina.

    L’anno della scienza UE-Russia è stato varato con successo nel mese di novembre. Questo evento di alto livello è stata l’occasione per entrambe le parti di ribadire il loro impegno nei confronti della cooperazione UE-Russia nel campo scientifico e tecnologico.

    7.               Centro comune di ricerca (JRC)

    Il JRC è il servizio scientifico interno della Commissione europea, e l’unico servizio della Commissione incaricato della ricerca diretta. La missione del JRC è fornire alle politiche dell’UE un sostegno scientifico e tecnico indipendente fondato su dati comprovati durante l’intero ciclo di elaborazione delle politiche. In stretta collaborazione con le Direzioni generali responsabili, il JRC affronta le principali sfide della società, promuove l’innovazione, sviluppando nuovi metodi, strumenti e norme e condivide capacità ed esperienza con gli Stati membri, la comunità scientifica e i partner internazionali.

    Nel 2013 il JRC ha risposto a un numero crescente di richieste di sostegno scientifico alle politiche da parte dei servizi della Commissione in relazione alle priorità dell’UE, in particolare nell’ambito del programma dell’UE per la crescita intelligente - Europa 2020. Il JRC ha fornito un supporto scientifico diretto in aree tematiche strategiche quali: stabilità finanziaria e Unione economica e monetaria; mercato unico, crescita, occupazione e innovazione; economia a basse emissioni di carbonio; efficienza nell’impiego delle risorse, ambiente e cambiamenti climatici; energia e trasporti; agricoltura e sicurezza alimentare; sanità e protezione dei consumatori; società dell’informazione e agenda digitale; salute e sicurezza pubblica e sicurezza; protezione nucleare.

    Al fine di gestire in modo efficace le sue crescenti responsabilità, il JRC ha adottato un approccio più marcatamente multidisciplinare e intersettoriale, elaborando, nell’ambito del programma Orizzonte 2020, il suo primo programma di lavoro (2014-2015), che si basa su un piano a rotazione di nuova concezione e su una struttura di progetto più fine. Una politica di innovazione più forte, associata a nuovi partenariati internazionali, permette di affrontare le pressanti sfide globali come i cambiamenti climatici, la sanità, la sicurezza alimentare e la povertà. Il rafforzamento delle relazioni e delle reti tra il JRC e i partner dell’UE e internazionali è fondamentale per l’eccellenza scientifica a livello mondiale.

    Per basare le politiche su prove scientifiche valide e analisi approfondite sono necessarie infrastrutture di punta per svolgere le attività scientifiche, dati di qualità e strumenti di analisi adeguati. A titolo di esempio, presso il JRC di Ispra è stato inaugurato un nuovo edificio scientifico ecologico e efficiente sotto il profilo energetico.

    8.               Attuazione del Settimo programma quadro

    Nel 2012 la Commissione ha pubblicato la più ampia serie di inviti a presentare proposte della sua storia nell’ambito del Settimo programma quadro (7º PQ). Per agevolare la transizione verso il programma Orizzonte 2020, ci si è fortemente incentrati su azioni che integrano un’ampia gamma di attività che possono esercitare un forte impatto. Nel 2013 si sono conclusi circa 45 inviti a presentare proposte per un bilancio totale indicativo di 4,9 miliardi di EUR. In totale sono pervenute circa 20 000 proposte ammissibili, di cui quasi 3 000 sono state selezionate ai fini del finanziamento, con un tasso di successo di quasi 15% in relazione alle proposte pervenute.

    All’insieme delle proposte ammissibili hanno partecipato 67 630 proponenti, con un costo totale dei progetti di oltre 34 miliardi di EUR e un contributo totale richiesto all’UE di quasi 28 miliardi di EUR. Alle proposte selezionate hanno partecipato complessivamente 12 702 proponenti, con un costo totale dei progetti di 6 miliardi di EUR e un contributo richiesto all’UE di oltre 4 miliardi di EUR. Il tasso generale di successo è pari al 18,78% in termini di proponenti e al 15,96% in termini di contributo dell’UE richiesto.

    9.               Prospettive per il 2014

    La Commissione conferma il proprio impegno a realizzare gli obiettivi della strategia Europa 2020. Sta attualmente lavorando per l’attuazione della comunicazione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sulla valutazione della ricerca e dell’innovazione come fonti di crescita futura intitolata “La ricerca e l’innovazione come fattori di rilancio della crescita”[10].

    Nell’ambito del programma di lavoro di Orizzonte 2020 per il periodo 2016-2017, la Commissione prevede, tra le sue priorità, una più ampia consultazione e discussione con gli Stati membri. Terrà altresì conto dei dati più recenti sulle tendenze e previsioni in materia scientifica, tecnologica, economica, di mercato e sociale, come pure delle esigenze politiche attuali e emergenti, per sfruttare i vantaggi competitivi dell’UE e cogliere nuove opportunità.

    Nel 2014 la Commissione proseguirà l’attuazione delle azioni previste nell’ambito dell’Unione dell’innovazione. Presenterà la relazione “Stato dell’Unione dell’innovazione 2010-2014”, che illustrerà i risultati ottenuti e le principali conclusioni. Tuttavia, alla luce dell’attuale crisi, l’Europa deve proseguire i suoi sforzi per concretizzare l’Unione dell’innovazione.

    La relazione 2013 sui progressi compiuti nell’attuazione del SER è stata discussa in occasione del Consiglio “Competitività” del settembre 2013 e aprirà la strada all’adozione delle conclusioni del Consiglio relative al SER nel 2014. La Commissione organizzerà una conferenza a seguito della pubblicazione della relazione del 2014 prevista per settembre. Una valutazione completa dei progressi nell’attuazione del SER sarà effettuata nell’ambito dell’indagine SER 2014 (2014 ERA Survey), il cui obiettivo è individuare le azioni indispensabili per completare il mercato unico dei ricercatori, delle conoscenze e della tecnologia. Questa indagine sarà fondamentale per individuare i settori in cui sono stati compiuti progressi e quelli in cui sono necessari ulteriori sforzi.

    La Commissione ha inoltre avviato su scala europea una consultazione di tutte le parti interessate sugli insegnamenti da trarre e sui principali fattori che dovrebbero contribuire a orientare le prossime fasi della strategia di crescita post-crisi dell’UE per il periodo 2015‑2020. Presenterà proposte concrete nei primi mesi del 2015.

    [1]               http://ec.europa.eu/programmes/horizon2020/en/news/horizon-2020-brief-eu-framework-programme-research-innovation.

    [2]               Adottato il 15 aprile 2014 dal Parlamento europeo e il 6 maggio 2014 dal Consiglio dell’Unione europea.

    [3]               http://ec.europa.eu/research/participants/portal/desktop/en/home.html.

    [4]               http://ec.europa.eu/enterprise/policies/innovation/policy/innovation-scoreboard/index_en.htm

    [5]               La relazione 2013 sui progressi compiuti nell’attuazione del SER è accompagnata dal documento “ERA Facts and Figures”, che illustra i diversi livelli dei progressi compiuti verso il completamento del SER, indicando le priorità nazionali. Cfr: http://ec.europa.eu/research/era/era-progress-2013.htm

    [6]               COM(2013) 800 final.

    [7]               La Conferenza degli istituti europei per la formazione e la ricerca avanzate nel settore dell’ingegneria (Conference of European Schools for Advanced Engineering Education and Research - CESAER) ha aderito alla piattaforma delle parti interessate il 17 luglio 2013 come sesta organizzazione di parti interessate e ha trasmesso alla Commissione una dichiarazione unilaterale.

    [8]               Si tratta di: Associazione europea delle organizzazioni di ricerca e tecnologia (EARTO), Associazione europea delle università (EUA), Lega delle università europee di ricerca (LERU), Nordfosk, Science Europe e CESAER.

    [9]               COM(2012) 497.

    [10]             COM(2014) 339.

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