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Document 52014DC0368
COMMUNICATION FROM THE COMMISSION TO THE EUROPEAN PARLIAMENT, THE COUNCIL, THE EUROPEAN ECONOMIC AND SOCIAL COMMITTEE AND THE COMMITTEE OF THE REGIONS Regulatory Fitness and Performance Programme (REFIT): State of Play and Outlook
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Programma di controllo dell'adeguatezza e dell'efficacia della regolamentazione (REFIT): situazione attuale e prospettive
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Programma di controllo dell'adeguatezza e dell'efficacia della regolamentazione (REFIT): situazione attuale e prospettive
/* COM/2014/0368 final */
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Programma di controllo dell'adeguatezza e dell'efficacia della regolamentazione (REFIT): situazione attuale e prospettive /* COM/2014/0368 final */
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al
Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni Programma di controllo dell'adeguatezza e dell'efficacia della
regolamentazione (REFIT):
situazione attuale e prospettive I.
Introduzione La
regolamentazione dell'Unione europea svolge un ruolo cruciale a favore della
crescita e dell'occupazione. Le imprese hanno bisogno che l'UE garantisca una
parità di condizioni e agevoli la competitività. I cittadini si aspettano che l'Europa
protegga i loro interessi, in settori come la salute
e la sicurezza, la qualità dell'ambiente, il diritto alla privacy e così via. Una
regola comune che si applichi in tutti gli Stati membri può risultare molto più
semplice ed efficace che una rete complessa di norme disparate sulla stessa
materia a livello nazionale e regionale. La sfida consiste nel mantenere questa
legislazione semplice, senza andare al di là di quanto è strettamente
necessario per conseguire gli obiettivi strategici e per evitare il sovrapporsi
di norme. La
Commissione europea sta affrontando questa sfida con il suo Programma di
controllo dell'adeguatezza e dell'efficacia della regolamentazione (REFIT), il
cui scopo è delineare un quadro normativo semplice, chiaro e prevedibile per le
imprese, i lavoratori e i cittadini[1].
Il programma mira a ridurre la burocrazia, eliminare oneri normativi,
semplificare e migliorare la formulazione e la qualità della legislazione, in
modo da raggiungere gli obiettivi strategici e godere dei vantaggi offerti
dalla normativa dell'Unione al prezzo più basso possibile e con il minimo possibile di oneri amministrativi, nel pieno
rispetto dei trattati e in particolare dei principi di sussidiarietà e
proporzionalità. Nel quadro di REFIT, la Commissione sta passando al vaglio
tutto l'insieme della normativa dell'UE in maniera costante e sistematica, per
individuare gli oneri, le incongruenze e le misure inefficaci e ideare azioni
correttive. Nella comunicazione su REFIT dell'ottobre
2013[2], la Commissione ha definito un
programma ambizioso. Ha individuato settori in cui le iniziative previste non
sarebbero state portate avanti, ha ritirato una serie di proposte da lungo
tempo bloccate nell'iter legislativo e ha abrogato alcuni atti normativi. Sono
state individuate in tutto più di 100 azioni, la metà delle quali erano nuove
proposte volte a semplificare e ridurre gli oneri amministrativi nella
legislazione esistente, mentre le altre consistevano in check-up e valutazioni
destinati a verificare l'efficienza e l'efficacia della regolamentazione dell'UE
e a preparare future iniziative di riduzione degli oneri. La Commissione ha mantenuto gli impegni
presi. La presente comunicazione fa il quadro della situazione per quanto
riguarda l'attuazione del programma REFIT e delinea nuove azioni; descrive il
modo in cui la Commissione sta ulteriormente rafforzando i suoi strumenti
normativi orizzontali (valutazioni d'impatto, valutazioni, consultazioni delle
parti interessate); esamina il modo in cui le istituzioni dell'UE, gli Stati
membri e le parti interessate del mondo imprenditoriale e della società civile
stanno contribuendo all'esercizio di questa responsabilità condivisa a favore
di una regolamentazione adeguata. Le azioni REFIT (ritiri, modifiche e
abrogazioni) rafforzano i vantaggi più generali che può apportare la
regolamentazione a livello dell'UE sostituendo 28 diverse misure nazionali con
un'unica misura europea, semplificando così l'ambiente normativo a favore delle
imprese e dei cittadini di tutta Europa. La presente comunicazione è corredata di
un quadro di valutazione dettagliato che espone lo stato di avanzamento nell'attuazione
di ogni singola iniziativa REFIT e indica le azioni successive. La portata
delle nuove iniziative è influenzata dalla tempistica della presente relazione.
Nuovi impegni, che sono stati attentamente studiati nel presente contesto,
saranno prorogati al nuovo mandato. II.
Attuazione del Programma di
controllo dell'adeguatezza e dell'efficacia della regolamentazione (REFIT) Attuare REFIT in modo
rapido e completo è una priorità per la Commissione. Sono già stati ottenuti
notevoli progressi nella preparazione delle proposte, nella loro adozione da
parte del Parlamento europeo e del Consiglio e nella loro attuazione da parte
degli Stati membri. Qui di seguito si fa il punto su queste azioni. ·
Misure adottate dalla
Commissione La maggior parte delle
proposte legislative di semplificazione e riduzione degli oneri delineate nella
comunicazione su REFIT dello scorso ottobre dovrebbe essere adottata quest'anno[3]. Proposte di semplificazione importanti
per le imprese, come l'introduzione di una dichiarazione dell'IVA standard a
livello dell'UE[4] e il miglioramento del procedimento
europeo per le controversie di modesta entità[5], sono già state presentate dalla Commissione e saranno oggetto di
una decisione del legislatore. La Commissione ha
approvato formalmente 53 ritiri di proposte pendenti previa consultazione del
Parlamento e del Consiglio, comprese tutte e nove le iniziative REFIT, tra cui
quelle sulla semplificazione degli obblighi IVA,
sullo statuto di società privata europea[6]
e sulla protezione del suolo[7]. Ha deciso di non presentare durante il suo attuale
mandato una serie di proposte su cui aveva lavorato[8],
e sta preparando le abrogazioni previste[9]. Sono iniziati i lavori
di check-up nei settori legislativi dei rifiuti, della protezione degli uccelli
e degli habitat (Natura 2000), della sicurezza
delle navi da passeggeri e della legislazione generale in materia alimentare. Sulla base di questi lavori saranno avviate ulteriori
iniziative di semplificazione e riduzione degli oneri amministrativi nei
rispettivi settori, tra cui la riduzione e la razionalizzazione degli obblighi
di informazione. Check-up
della legislazione generale in materia alimentare: il check-up esaminerà i principi di base del regolamento quadro,
nonché la sua applicazione tramite successivi regolamenti e azioni
amministrative. Si concentrerà sulla pertinenza, sul valore aggiunto europeo,
sull'efficacia, sull'efficienza e sulla coerenza, analizzando anche aspetti
relativi alla sicurezza alimentare. Il check-up costituisce un esempio di
attività di valutazione svolta in modo congiunto dalla Commissione e dagli
Stati membri[10].
La Commissione applica
il principio "Pensare anzitutto in piccolo"[11] e ha preso iniziative per applicare regimi più snelli per le PMI
ed esenzioni per le microimprese laddove opportuno. Diciassette azioni REFIT
che figurano nel quadro di valutazione prevedono esenzioni per microimprese e
regimi più snelli per le PMI. Sono state inoltre ridotte le spese di
registrazione e autorizzazione a carico delle microimprese nei settori della chimica, della sanità e della protezione
dei consumatori. Nella comunicazione
REFIT dell'ottobre 2013 la Commissione riconosceva che, data la lunghezza del
processo legislativo, occorreva impegnarsi al massimo per ridurre
immediatamente gli oneri nel quadro legislativo esistente, cercando specialmente di sostenere le PMI. Ciò sta
avvenendo, ad esempio, nel settore delle informazioni sugli alimenti ai
consumatori[12], dove gli operatori e soprattutto le
PMI hanno difficoltà nell'identificare quali regole (dell'UE e/o nazionali,
generali o specifiche per ogni categoria di alimenti) si applichino alla loro
particolare situazione. La Commissione ha pubblicato documenti di orientamento
e sta elaborando una banca dati sugli obblighi di etichettatura a livello
nazionale e dell'UE[13], che dovrebbe aiutare gli operatori del settore alimentare
a identificare prontamente gli obblighi loro applicabili. Altre iniziative in
corso sono intese a utilizzare meglio internet per semplificare e migliorare l'applicazione
dei requisiti normativi a vantaggio delle amministrazioni, delle imprese e dei
consumatori. Sulla base dell'esperienza maturata a proposito dell'etichettatura
energetica, che adesso è presentata in modo uniforme in vendite online, si
prevede di adottare un'impostazione analoga, ad esempio, nel settore delle
informazioni sugli alimenti ai consumatori. Infine, la legislazione
relativa alle informazioni sugli alimenti ai consumatori prevede deroghe,
regimi più snelli per piccole quantità di prodotti e rivenditori al minuto[14] e norme di flessibilità che consentono
agli Stati membri di adeguare le regole di etichettatura alle specifiche
esigenze delle PMI[15]. La legislazione prevede anche una
data standard di applicazione per le nuove misure in ogni anno di calendario e
misure transitorie generose. Tutti questi sforzi dovrebbero favorire una
migliore applicazione nel quadro normativo vigente. •
Misure adottate dal
legislatore Dall'ottobre 2013 il
legislatore (Parlamento e Consiglio) ha adottato una serie di importanti
proposte per la semplificazione e la riduzione degli oneri: la direttiva
modificata relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali semplificherà
le procedure di riconoscimento e faciliterà l'accesso alle informazioni[16]; il nuovo quadro giuridico in materia
di appalti pubblici contiene misure destinate a rendere gli appalti più
semplici e meno onerosi dal punto di vista amministrativo, oltre a promuovere
le procedure di appalto elettroniche; il nuovo regolamento sui tachigrafi
riduce gli oneri amministrativi e migliora l'attuazione introducendo tachigrafi
"digitali" collegati a sistemi di navigazione satellitari e autorità
di controllo; per adeguarsi alla specifica
situazione degli artigiani, i veicoli di massa non superiore a 7,5 tonnellate
utilizzati solamente entro un raggio di 100 km dalla base di attività sono
stati sottratti dal campo di applicazione della regolamentazione sociale e delle
norme relative ai tachigrafi. Questa proposta dovrebbe
permettere risparmi sostanziali alle PMI. Il regolamento sulla semplificazione
dei requisiti sui prospetti e degli obblighi di informativa in relazione al
mercato interno per gli strumenti finanziari[17],
ad esempio, permetterebbe di risparmiare il 20%,
ossia una somma compresa tra 20 000 e 60 000 EUR, per prospetto. La normativa sul tachigrafo digitale[18] comporterebbe una riduzione dei
costi del 20%, pari in tutto a 415 milioni di EUR
Appalti
pubblici: le nuove direttive in
materia di appalti pubblici adottate nel febbraio di quest'anno, che entreranno
in applicazione nell'aprile 2016, favoriscono un maggiore ricorso agli appalti
elettronici e ad altre misure volte a ridurre gli oneri amministrativi, e
semplificano l'accesso delle PMI riducendo gli obblighi di fornire documenti
autentici e promuovendo lotti più piccoli di appalti. Ad
esempio, la Commissione ritiene che un maggiore ricorso all'autocertificazione
potrebbe ridurre gli oneri amministrativi a carico delle imprese di 169 milioni
di EUR[19],
e i risparmi ottenuti grazie agli appalti elettronici potrebbero corrispondere
a una percentuale compresa tra il 5% e il 20% dei costi di appalto[20]. Esistono però anche casi in
cui i risparmi progettati in fase di valutazione d'impatto non hanno potuto
essere realizzati a causa di modifiche introdotte nel processo legislativo: è
il caso, ad esempio, dei requisiti in materia di registrazione del produttore
nel contesto dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche[21]. La semplificazione nelle proposte nel
settore dell'ambiente, relative alla spedizione di rifiuti e alla valutazione
dell'impatto ambientale, non è stata appoggiata dal legislatore[22].
La lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali, i
requisiti in materia di contabilità societaria, la raccolta di statistiche[23],
il coordinamento in materia di IVA e la semplificazione
degli obblighi IVA sono anch'essi settori in cui gli
Stati membri si sono dimostrati restii a ridurre gli oneri, adducendo
giustificazioni relative alla sussidiarietà o altre motivazioni di politica
nazionale. Inoltre, alcune importanti
proposte di semplificazione che permetterebbero risparmi significativi sono
tuttora in attesa di adozione da parte del legislatore: ad esempio, la proposta
della Commissione che introduce una serie comune di regole per calcolare la
base imponibile delle imprese, che ridurrebbe notevolmente i costi di
adempimento fiscale delle imprese attive nel mercato unico[24].
Anche in altri casi le discussioni in corso nel quadro del processo legislativo
potrebbero condurre a una riduzione dei risparmi stimati. Ad esempio, se alcune
modifiche discusse in seno al Consiglio vengono adottate
rischiano di diminuire nettamente i risparmi per le imprese, stimati a 15
miliardi di EUR all'anno, previsti dalla proposta della Commissione relativa a
una dichiarazione IVA standard. •
Misure adottate dagli Stati membri Gli Stati membri hanno l'importante
responsabilità di attuare tempestivamente e applicare pienamente il diritto
dell'UE. Da questo punto di vista, spetta alle autorità degli Stati membri
sfruttare le opzioni di semplificazione offerte dalla legislazione dell'UE e
verificare che quest'ultima sia applicata a livello nazionale, regionale e
locale con la maggiore efficacia ed efficienza possibile. Si calcola che fino a
un terzo degli oneri amministrativi connessi alla legislazione dell'UE derivi
dalle misure di esecuzione nazionali[25]. Un
settore in cui le prassi degli Stati membri mostrano notevoli discrepanze è
quello degli appalti pubblici, in cui, secondo una recente valutazione, la
durata tipica di una procedura di appalto varia da 11 a 34 settimane, mentre il
costo medio in giorni di lavoro per persona varia di un fattore 4 tra uno Stato
membro e un altro[26].
Un altro esempio riguarda il processo di valutazione dell'impatto ambientale,
la cui durata media negli Stati membri varia da meno di 5 mesi a 27 mesi e il
cui costo diretto medio per gli sviluppatori varia da meno di 4 000 a 200 000
EUR per progetto. Varie
proposte di semplificazione nel settore della tutela dei diritti di proprietà
intellettuale e del ritiro dei rifiuti di materiale elettronico sono entrate in
vigore all'inizio del 2014. Il regolamento sui diritti di proprietà
intellettuale[27]
ridurrà gli oneri amministrativi e i costi, permetterà una migliore gestione
dei rischi e rafforzerà il rispetto di tali diritti. La direttiva sui rifiuti
di apparecchiature elettriche ed elettroniche[28] esonera i
piccoli rivenditori al dettaglio dagli obblighi di ritiro per tali rifiuti. È
importante che tutti gli Stati membri attuino pienamente le disposizioni di
semplificazione e riduzione degli oneri previste da queste proposte e ne
traggano vantaggio. Esistono però casi significativi in cui
gli Stati membri non sfruttano le possibilità di semplificazione offerte dalla
legislazione dell'UE o le regolamentazioni nazionali in settori non
direttamente contemplati dalle norme dell'UE aggravano gli oneri. È il caso, ad esempio, del settore della sicurezza
alimentare, in cui i regimi più snelli facoltativi per i piccoli stabilimenti
non sono sempre utilizzati[29],
del settore del trasporto merci su strada, in cui alcuni obblighi nazionali
sulla registrazione dei tempi di guida per i veicoli commerciali leggeri in
settori non contemplati dal diritto dell'UE aggiungono oneri normativi a carico
delle piccole imprese[30],
e dei requisiti in materia di contabilità societaria[31]. Le
PMI possono ottenere notevoli vantaggi anche grazie al pieno uso, da parte
degli Stati membri, della flessibilità consentita nel quadro del regolamento
sul modo di trasmettere ai consumatori le informazioni sui prodotti alimentari.
La Commissione controllerà le prassi di attuazione di queste e altre azioni
REFIT da parte degli Stati membri ed esporrà la situazione nella prossima
edizione del quadro di valutazione, prevista per il 2015[32]. Mentre la Commissione collabora
strettamente con gli Stati membri per l'attuazione in tutti i settori dell'acquis,
il controllo dell'impatto normativo orizzontale si è sviluppato parallelamente
a una crescente attenzione all'adeguatezza della regolamentazione. Quest'attività
è iniziata, per esempio, con il programma per la riduzione degli oneri amministrativi
ABR Plus, nell'ambito del quale la Commissione segue attentamente le scelte di
attuazione degli Stati membri riguardo alle 12 misure prioritarie più avanzate[33] adottate con il programma per la
riduzione degli oneri amministrativi tra il 2007 e il 2012[34].
Scopo di questo esercizio è mettere in comune le migliori prassi di attuazione
e verificare se la stimata riduzione degli oneri amministrativi sia stata
concretamente ottenuta. Dai dati iniziali risulta che i risparmi previsti
possono essere confermati in alcuni Stati membri per quanto riguarda Intrastat,
dell'indagine sulla produzione industriale e del tachigrafo digitale. Sono
state invece sperimentate difficoltà nell'ottenere dati quantitativi e
statistiche sufficienti e coerenti, e sono stati raccolti relativamente pochi
esempi di buone prassi nell'attuazione e di nuove opportunità di
semplificazione a livello nazionale. Il Gruppo ad alto livello di esperti
nazionali in materia di regolamentazione ha espresso un forte sostegno a questo
follow-up collaborativo della Commissione e degli Stati membri sull'incidenza
pratica della regolamentazione dell'UE sul terreno. La Commissione continua a
collaborare con gli Stati membri e con le parti interessate per produrre
un maggior numero di informazioni valide sull'impatto della regolamentazione
dell'UE. I risultati di questo lavoro saranno inseriti nel prossimo quadro di
valutazione REFIT. III.
Future iniziative REFIT Mantenere la
legislazione dell'UE "commisurata alle esigenze" richiede un impegno
continuo. È per questo motivo che la Commissione attua REFIT come programma
continuativo e ha recentemente aggiornato l'esercizio
di mappatura e analisi del materiale legislativo dell'UE, eseguito per la prima
volta nel quadro del programma REFIT nel 2013. Sono
stati presi in considerazione anche i commenti e i suggerimenti presentati alla
Commissione da varie parti interessate a partire dall'ottobre 2013[35]. Sulla base di questa
analisi, la Commissione ritiene che siano auspicabili nuove iniziative di
semplificazione e riduzione degli oneri in vari settori. Tra queste, la
semplificazione della legislazione dell'UE sui documenti d'identità e di
viaggio, l'elaborazione di un nuovo impianto generale delle statistiche sulle
imprese (si veda qui di seguito), l'estensione dello sportello unico dell'IVA a
tutte le prestazioni di servizi a privati[36]
accompagnata dallo sviluppo di un portale web UE sull'IVA per informare le
imprese sulle norme nazionali e dell'Unione in materia di IVA, e la
codificazione della legislazione che stabilisce gli elenchi di paesi terzi i
cui cittadini sono soggetti a obblighi in materia di visto[37]. Una
nuova architettura per le statistiche sulle imprese nell'UE: la Commissione sta lavorando per razionalizzare
il quadro di riferimento e semplificare la raccolta di dati per le statistiche
sulle imprese. In risposta ai reclami espressi dalle
imprese, è stato avviato un progetto sulle statistiche commerciali intra-UE (SIMSTAT), che sperimenterà nuove tecniche per la raccolta
dei dati in grado di agevolare un migliore uso dei dati statistici raccolti,
semplificando e riducendo in tal modo gli obblighi di informazione a carico
delle imprese. Questo metodo efficace dal punto di vista dei costi può essere
applicato anche in altri settori statistici (ad esempio le statistiche sulle
multinazionali, gli scambi internazionali di servizi e gli investimenti diretti
all'estero) e sarà introdotto, se i test danno risultati positivi, nell'ambito
del regolamento quadro per l'integrazione delle statistiche sulle imprese
(FRIBS). La Commissione intende
preparare l'abrogazione di atti legislativi anche in altri settori: l'etichettatura
energetica[38], le tariffe e le condizioni di
trasporto[39], la politica agricola comune e la
standardizzazione delle notifiche in materia ambientale. Sta inoltre passando in rassegna l'acquis nei settori della
cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale, al fine di individuare
gli atti che potrebbero essere abrogati in previsione della scadenza del
periodo transitorio stabilito dai trattati[40].
La Commissione ritiene
che ritirare le proposte che non progrediscono nell'iter legislativo sia una
buona pratica di gestione legislativa, che consente un nuovo inizio o il
ricorso a modi alternativi di conseguire gli obiettivi legislativi previsti. Un
attento esame di tutte le proposte pendenti dinanzi al legislatore ha portato all'identificazione
di ulteriori proposte di cui andrebbe suggerito il
ritiro, in quanto sono superate o prive di sostegno da parte del legislatore. Tra queste si annoverano le proposte sui sistemi di
indennizzo degli investitori, sui diritti per le misure di sicurezza dell'aviazione,
sulle lavoratrici gestanti[41], su un fondo di risarcimento dei
danni dovuti all'inquinamento da idrocarburi e sull'esonero delle microimprese
da alcune disposizioni in materia di igiene alimentare, anche se quest'ultima
avrebbe apportato notevoli vantaggi alle piccole imprese[42].
Tenuto conto dei tempi
dettati dall'avvicendarsi della nuova legislatura, l'attuale
Commissione si concentrerà nel 2014 sugli elementi principali: dopo aver passato in rassegna il suo programma di lavoro, ha
infatti deciso di conservare solo i punti più essenziali. La Commissione prevede
infine di avviare nel medio periodo nuove valutazioni e nuovi check-up dei
risultati della vigente normativa dell'UE e dell'applicazione delle
disposizione del trattato, in particolare sulla protezione dei consumatori nei
contratti di multiproprietà, sui ritardi nei pagamenti, sul quadro giuridico in
materia di preconfezionamento, sul sistema UE dei disegni, sulle direttive
relative al prospetto, sull'applicazione del principio del riconoscimento
reciproco al fine di migliorarne il funzionamento nel mercato interno[43],
sulla cattura e sullo stoccaggio del carbonio, sulle emissioni di CO2
dei veicoli commerciali leggeri e delle autovetture, sulle telecomunicazioni e
sulla normativa riguardante l'ingresso, il transito e il soggiorno non
autorizzati[44]. In altri settori cruciali in cui
sono in corso di preparazione ampie revisioni politiche, come il mercato unico
digitale, sarà importante identificare gli ostacoli rimanenti e valutare il
quadro di regolamentazione dei costi e il potenziale di semplificazione[45].
Questi tipi di esercizio si iscrivono chiaramente nel quadro di REFIT. Tutte le nuove
iniziative sono menzionate a titolo indicativo nel documento di lavoro e
dovranno essere confermate nel programma di lavoro della Commissione per il 2015. Legislazione
sui prodotti chimici: la
Commissione ritiene che sia necessario un impegno costante a livello dell'UE,
degli Stati membri e delle parti interessate per facilitare ulteriormente l'attuazione
della normativa sui prodotti chimici, in particolare REACH, e per riflettere
sui settori specifici in cui è possibile semplificare le regole e ridurre gli
oneri. Ciò va fatto in modo tale da raggiungere un livello elevato di
protezione della salute e dell'ambiente, mantenendo al contempo la
competitività e l'innovazione dell'industria europea in questo settore, nonché
la libera circolazione delle merci nel mercato interno. La revisione di REACH[46] effettuata dalla Commissione nel 2013
ha messo in luce alcune esigenze di adattamento, ma ha raggiunto conclusioni
positive sul funzionamento di questa normativa, che non ha bisogno di essere
adeguata in questa fase. La Commissione riconosce però la necessità di ridurre
gli oneri finanziari e amministrativi di REACH a carico delle PMI e di
migliorarne l'attuazione a tutti i livelli. A
questo scopo sono state già attuate alcune azioni correttive, tra cui una
sostanziale riduzione delle tariffe. Nel 2014 si stanno introducendo nuove
misure: una specifica assistenza alle PMI affinché riescano a rispettare il
termine di registrazione per i piccoli volumi di produzione, previsto per il 2018;
l'identificazione di metodi più efficaci di gestire le sostanze estremamente
preoccupanti e di individuare alternative alle sostanze chimiche pericolose; il
miglioramento della comunicazione con le PMI; l'analisi dell'impatto di REACH
sulle PMI, sulla competitività e sull'occupazione. A medio termine, si stanno
esaminando altre misure per migliorare il processo di autorizzazione delle
sostanze chimiche, rendendolo più prevedibile per le imprese. Tra queste, ad
esempio, la riduzione della frequenza delle modifiche dell'elenco di sostanze
soggette ad autorizzazione, la semplificazione del processo di autorizzazione
per alcuni specifici casi a basso rischio e una più attenta considerazione
delle conseguenze socioeconomiche dell'inclusione di nuove sostanze nell'elenco
soggetto ad autorizzazione[47].
È
importante che le industrie e gli Stati membri svolgano un ruolo attivo nell'applicazione
di REACH, ad esempio aumentando la capacità degli helpdesk e/o delle camere di
commercio nazionali di fornire consulenza sull'attuazione di REACH e garantendo
un miglior livello di coordinamento tra gli Stati membri e all'interno degli
stessi. Nel 2014
sarà presentato un pacchetto di iniziative relative all'adeguatezza della
regolamentazione nel settore chimico, compresa una valutazione cumulativa dei
costi e un check-up degli atti legislativi più importanti diversi da REACH. Le
conclusioni sui vari livelli di questa attività, tra cui la valutazione in
corso della legislazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro e i
risultati della precedente revisione di REACH, permetteranno di ottenere un
quadro completo e una prospettiva delle eventuali ulteriori possibilità di
migliorare l'adeguatezza della regolamentazione nel settore. La Commissione
invita le parti interessate e gli Stati membri a intraprendere una riflessione
comune su tali questioni e ad alimentare una relazione di riesame prevista per
il 2016. IV.
Azioni orizzontali REFIT fa parte della politica generale
della Commissione per una regolamentazione intelligente, che comprende anche
gli strumenti normativi della valutazione d'impatto, della consultazione delle
parti interessate e della valutazione. La Commissione intende rafforzare
ulteriormente tali strumenti e altre azioni orizzontali, concentrandosi
maggiormente sulla valutazione dei costi e dei
benefici della regolamentazione e sulla riduzione degli obblighi
amministrativi, tra cui gli obblighi di informazione[48]. •
Valutazione d'impatto Il sistema
di valutazione d'impatto della Commissione opera in una fase precoce del ciclo
politico, quando le nuove proposte sono in fase di elaborazione, allo scopo di
formare una base di elementi concreti su cui basare un processo decisionale
informato e di fare in modo che le proposte della Commissione rispettino i
principi di sussidiarietà e proporzionalità. Da quando è stato introdotto, nel 2002,
il sistema è stato continuamente rafforzato e migliorato: nel 2009 sono stati
pubblicati orientamenti riveduti e linee guida complementari in vari settori
(competitività e microimprese, diritti fondamentali, impatti sociali e
territoriali). La base fattuale – migliori dati e consulenza scientifica – è
incessantemente potenziata nel processo di valutazione d'impatto. Per
agevolare una rapida identificazione dei risultati della valutazione d'impatto,
in particolare benefici e costi, la Commissione ha introdotto una sintesi
standard di due pagine nelle sue relazioni di valutazione d'impatto del 2013. Sulla base dell'esperienza maturata (più di 350
valutazioni d'impatto svolte dal 2010), la Commissione si è impegnata ad
aggiornare i suoi orientamenti sulla valutazione d'impatto e chiederà il parere
degli interessati tramite una consultazione pubblica, che sarà avviata nel
giugno 2014. •
Valutazione ex post Una sistematica valutazione ex post
della regolamentazione dell'UE permette di verificare se i risultati e gli
effetti previsti di tale regolamentazione siano stati raggiunti. La
pianificazione della valutazione è stata migliorata con la pubblicazione dei
piani di valutazione sul sito Europa[49]. Per migliorare ulteriormente la
politica e la prassi di valutazione, la Commissione ha svolto una consultazione
pubblica sui suoi nuovi orientamenti in materia tra il novembre 2013 e il
febbraio 2014: i risultati confluiranno nella prossima revisione degli
orientamenti sulla valutazione[50], che conterranno riferimenti ai
check-up introdotti nel 2010 in quanto valutazioni politiche complessive intese
a verificare la coerenza tra i vari settori normativi e all'interno degli
stessi, e l'opportunità di introdurre un più ampio quadro normativo per un
intero settore politico. Finora sono stati completati i check-up in vari
settori di azione, tra cui l'ambiente (politica dell'UE in materia di acqua
dolce), l'occupazione e la politica sociale (informazione e consultazione dei
lavoratori) e i trasporti (mercato interno dell'aviazione)[51],
che possono dar luogo all'elaborazione di varie proposte legislative di
semplificazione e riduzione degli oneri[52].
•
Consultazione delle parti
interessate Il dialogo con i cittadini, le parti sociali e altri interessati
nel mondo imprenditoriale e nella società civile aiuta a garantire che il
processo legislativo dell'UE sia trasparente, mirato e coerente. La
consultazione delle parti sociali e delle altre parti interessate è sancita dai
trattati e riveste una particolare importanza per la valutazione degli aspetti
di proporzionalità e sussidiarietà[53]. La Commissione svolge consultazioni in ogni fase dell'iter
politico. Per migliorare la qualità, la portata e la specificità delle
consultazioni, la Commissione continuerà a rafforzare la sua pianificazione
delle consultazioni stesse, elaborando strategie di consultazione in fase di
elaborazione delle politiche e pubblicando regolarmente i suoi piani di
valutazione. A livello interno, pubblicherà orientamenti per consigliare e
assistere il suo personale nello svolgimento di consultazioni presso le parti
interessate al di fuori delle istituzioni dell'UE, al fine di accrescere la
qualità delle consultazioni. Tali orientamenti saranno sottoposti a una
consultazione pubblica prima di essere adottati dalla Commissione. La
Commissione intende inoltre
proseguire i suoi sforzi per ampliare la portata delle consultazioni ampliando
l'accessibilità linguistica, entro i limiti delle sue risorse di bilancio, e
aumentare il ricorso alle consultazioni nell'ambito delle valutazioni e dei
check-up, applicando norme minime in materia di consultazione, come fa
attualmente per le valutazioni d'impatto[54].
La Commissione raccomanderà alle agenzie di applicare queste norme minime nello
svolgimento di consultazioni. Sta inoltre studiando il modo di migliorare le
consultazioni pubbliche sugli atti di esecuzione e sugli atti delegati. La Commissione prenderà iniziative per migliorare il feedback. Le
parti interessate possono già esprimere le loro osservazioni sia sui piani di
consultazione, sul sito "La vostra voce in Europa"[55], sia sulle tabelle di marcia pubblicate dalla Commissione in
quanto indicazioni preliminari delle sue intenzioni legislative. Recentemente è
stato introdotto un sistema di avviso elettronico[56].
Si cercherà di migliorare i siti web per agevolare l'espressione di questi
commenti e il feedback. Le singole risposte ricevute
dalle parti interessate saranno pubblicate, in
generale, entro 15 giorni lavorativi dalla
chiusura della consultazione e una relazione di sintesi sarà pubblicata al più
tardi al momento dell'adozione della proposta della Commissione. Alcuni
Stati membri raccolgono inoltre sistematicamente commenti e suggerimenti delle
parti interessate, che offrono validi contributi all'impegno della Commissione
per l'adeguatezza della regolamentazione a livello europeo. La
Commissione prevede inoltre di presentare suggerimenti su come comunicare
meglio con le parti sociali e le parti interessate, specialmente le piccole e
medie imprese (PMI), tramite contatti diretti in occasione delle conferenze
organizzate negli Stati membri e tramite consultazioni mediante associazioni
europee e nazionali di PMI e la rete Enterprise Europe. •
Misurare i costi e i
benefici della regolamentazione La misurazione dei costi e dei benefici
è un aspetto importante della regolamentazione intelligente. La Commissione ha
recentemente pubblicato i risultati di uno studio esterno sui metodi di
valutare i costi e i benefici della regolamentazione, che contribuiranno all'aggiornamento
degli orientamenti sulla valutazione d'impatto[57].
La misura dei costi della regolamentazione è fondamentale anche nei check-up e
nelle valutazioni ex post . Per valutare tutti gli svariati costi della regolamentazione
sostenuti da specifici settori industriali, la Commissione intraprende
valutazioni dei costi cumulativi. Sono già state effettuate due valutazioni dei
costi cumulativi sulle industrie dell'acciaio e dell'alluminio[58],
ne è iniziata una sull'industria chimica e ne sono previste altre relative all'industria
forestale, alle industrie del vetro e della ceramica e all'industria edilizia.
Tali valutazioni esaminano una vasta gamma di fattori cruciali di costo a
livello di un'industria. Data la loro portata
limitata e l'attenzione rivolta ai costi della regolamentazione piuttosto che
ai vantaggi, esse non possono costituire l'unica base delle raccomandazioni
politiche. I loro risultati confluiscono nelle valutazioni, nei check-up
e nelle valutazioni d'impatto. Misurare i costi della regolamentazione
a livello dell'UE presenta particolari difficoltà in quanto i costi stimati
delle proposte legislative della Commissione cambiano spesso in funzione delle
modifiche introdotte nell'iter legislativo e dipendono dalle scelte di
attuazione fatte dagli Stati membri. Di conseguenza la valutazione dei costi e
dei benefici dev'essere aggiornata dal Parlamento e dal Consiglio se le
proposte sono modificate nel ciclo legislativo[59].
Inoltre, l'esattezza della misurazione dei costi e dei benefici nelle
valutazioni d'impatto e nelle valutazioni ex post dipende dalla qualità dei
dati forniti dagli Stati membri, dalle parti sociali e dalle parti interessate.
La valutazione ex post dei costi
effettivi può rivelare variazioni significative rispetto alla stima ex ante: i
costi possono risultare sopravvalutati, così come i risparmi[60].
Nel suo esercizio di valutazione ex post la Commissione è sempre più attenta
alla misura in cui i costi e i benefici effettivi corrispondono alle stime
fatte nelle precedenti valutazioni d'impatto. •
Obblighi di comunicazione di
informazioni La riduzione degli
oneri normativi può essere ottenuta migliorando l'efficienza e la coerenza, ma
anche riducendo gli obblighi di comunicazione di informazioni[61].
Nell'elaborare nuove proposte, la Commissione cerca di minimizzare tali
obblighi e di armonizzare tra loro obblighi diversi. Le misure volte a
razionalizzare e consolidare gli obblighi di notifica dovrebbe prevedere la
cooperazione del Parlamento e del Consiglio, in quanto tali obblighi sono
spesso aggiunti nell'iter legislativo[62]. È inoltre opportuno effettuare
revisioni a livello nazionale, regionale e locale per individuare gli obblighi
eccessivi rispetto ai requisiti stabiliti nella legislazione dell'UE. Per quanto riguarda le
relazioni da trasmettere alla Commissione e quelle trasmesse dalla Commissione,
quest'ultima ha effettuato revisioni nei settori dell'ambiente[63]
e della salute e sicurezza sul lavoro[64]. Tra i settori in cui gli obblighi di
comunicazione sono stati razionalizzati figurano la politica di coesione e l'energia[65].
Nel 2015 questo lavoro potrà essere esteso ad altri settori. V.
Adeguatezza della regolamentazione: un
obiettivo comune La
Commissione si compiace dell'interesse per REFIT espresso dagli Stati membri e
dalle parti interessate, e specialmente del sostegno del Consiglio e del
Parlamento europeo[66]. In seguito alla pubblicazione del
programma REFIT della Commissione nello scorso ottobre, gli Stati membri[67] e le parti interessate hanno ricevuto
un gran numero di commenti, suggerimenti e contributi, che sono stati presi in
considerazione durante l'aggiornamento dell'esame della regolamentazione
effettuato nel quadro di REFIT nel 2014 e sono stati pubblicati sul sito web
della Commissione sulla regolamentazione intelligente, affinché possano
alimentare ulteriori riflessioni, discussioni e azioni congiunte[68]. La Commissione si rallegra inoltre del
fatto che le parti interessate nel mondo imprenditoriale e nella società civile
confermino la necessità e l'importanza di una regolamentazione adeguata. In
risposta alle preoccupazioni espresse da alcuni interessati, la Commissione ribadisce
che REFIT non mette in causa gli obiettivi politici fissati né interviene a
detrimento della salute e della sicurezza dei cittadini, dei consumatori, dei
lavoratori o dell'ambiente. È importante compiere un'azione di
sensibilizzazione affinché tutte le parti interessate colgano i vantaggi
apportati da REFIT, comprendendo che la Commissione sta cercando di far sì che
l'azione legislativa dell'UE si svolga in maniera efficace ed efficiente e al
giusto livello, con una chiara dimostrazione del valore aggiunto europeo. L'esperienza maturata nell'applicazione
di REFIT ha dimostrato che l'adeguatezza della regolamentazione si può ottenere
soltanto grazie all'azione congiunta delle istituzioni europee, degli Stati
membri (a livello nazionale, regionale e locale) e degli interessati nel mondo
imprenditoriale e nella società civile. L'adeguatezza della regolamentazione
dovrebbe essere prioritaria e tutte le istituzioni dell'UE dovrebbero valutare
l'incidenza delle loro scelte politiche sia in fase preparatoria sia nel
processo legislativo. La cooperazione con gli Stati membri è essenziale
per raccogliere dati e valutare se la normativa dell'UE abbia conseguito gli
effetti previsti. Anche i parlamenti nazionali devono svolgere il loro ruolo,
fornendo contributi alla Commissione in una fase precoce del ciclo decisionale
e analizzando le proposte della Commissione tramite il meccanismo di controllo
della sussidiarietà[69]. I contributi delle parti sociali, delle parti interessate, delle
ONG e del pubblico sono anch'essi essenziali per mantenere dinamica l'iniziativa
per una regolamentazione intelligente. Questo impegno congiunto è stato
sostenuto negli ultimi anni dai contributi offerti al programma per la
regolamentazione intelligente da due gruppi ad alto livello incaricati di
migliorare la regolamentazione e ridurre gli oneri amministrativi. A parere
della Commissione, questo sostegno e questa esperienza possono essere utili
soprattutto se riuniti in un unico gruppo, dotato di un nuovo mandato relativo
alla valutazione dell'impatto concreto della normativa dell'UE negli Stati
membri, che possa contribuire ai risultati annunciati ogni anno tramite il
quadro di valutazione REFIT. Tale attività può anche aiutare a identificare i
settori di normativa adatti a essere valutati, nonché contribuire alle
valutazioni e ai check-up su determinate questioni cruciali. Nei prossimi mesi
sarà presentata una proposta per la creazione di un nuovo gruppo ad alto
livello che accompagni le future attività. VI.
Conclusioni e prospettive Dal dicembre 2012 la Commissione sta
mettendo in pratica i suoi impegni a favore dell'adeguatezza della
regolamentazione. La presente comunicazione mostra i risultati ottenuti nel
quadro di REFIT e segnala i settori in cui si dovrebbero concentrare gli sforzi
futuri. Varie
lezioni possono essere tratte dall'esperienza maturata finora nell'attuazione
di REFIT. In
primo luogo, la regolamentazione intelligente e l'adeguatezza della
regolamentazione richiedono un preciso impegno politico e il conseguente
adeguamento di politiche e processi a tutti i livelli: all'interno della
Commissione, tra le istituzioni europee e negli Stati membri. L'adeguatezza
della regolamentazione non è un intervento rapido da apportare una volta per
tutte, né un semplice controllo di routine. Richiede piuttosto che le
amministrazioni ricevano un mandato e dei mezzi per elaborare decisioni basate
sui fatti, con l'attiva partecipazione delle parti sociali e delle parti
interessate a tutti gli stadi del ciclo politico – dalla valutazione d'impatto
alla valutazione ex post. In
secondo luogo, occorre un vaglio dei processi normativi. Il Comitato per la
valutazione d'impatto ha svolto una funzione essenziale di controllo della
qualità, basandosi su norme procedurali che hanno garantito che soltanto le
proposte corredate da una solida valutazione d'impatto potessero essere
presentate dal Collegio. Il Parlamento europeo e, in misura crescente, il
Consiglio offrono un altro livello di esame, verificando la validità della
valutazione impatto della Commissione. Si tratta di una situazione unica nel
suo genere: pochi responsabili di decisioni e poche amministrazioni applicano o
sono soggetti agli stessi livelli di controllo di qualità e di vaglio praticati
dalla Commissione europea. Alcuni suggeriscono che andrebbe aggiunto un
controllo di qualità esterno, ma la Commissione non sostiene questa proposta,
poiché tale controllo interferirebbe con le sue competenze decisionali e
legislative: per poter presentare proposte valide e ben equilibrate, la
Commissione deve svolgere le sue proprie valutazioni d'impatto. Una volta che
la Commissione ha pubblicato le sue valutazioni, esse sono a piena disposizione
del pubblico per qualsiasi esame e commento. In
terzo luogo, l'esperienza mostra che la quantificazione – dei costi e dei
benefici - è una parte necessaria della valutazione della normativa. Occorre
però riconoscere i limiti della quantificazione. La Commissione esamina
sistematicamente costi e benefici nelle sue valutazioni d'impatto, che
esaminano l'incidenza economica, sociale e ambientale in maniera globale;
laddove è possibile, quantifica tali dati. Tuttavia, il calcolo dei costi e
quello dei benefici non sono scienze esatte. Spesso i dati necessari non sono
disponibili. I costi e i benefici previsti dell'opzione privilegiata nell'ambito
della valutazione d'impatto aumentano o diminuiscono secondo le scelte compiute
dal Parlamento europeo e dal Consiglio nell'iter legislativo e dagli Stati
membri nell'attuazione. I costi reali possono essere calcolati solo ex post. Di
conseguenza, uno degli obiettivi di REFIT dovrebbe essere la quantificazione di
costi e benefici, nella misura del possibile, in tutto il ciclo normativo,
mediante l'applicazione di validi quadri di monitoraggio e valutazione,
riveduti e adeguati ad ogni revisione significativa della legislazione: ciò
garantirebbe che siano disponibili i dati necessari al momento di valutare i
costi e i benefici reali. In
quarto luogo, la necessità di certezza e prevedibilità giuridica, combinata
alla lunghezza dei tempi richiesti per modificare la legislazione a livello
dell'UE, impediscono che la riduzione normativa si applichi rapidamente e
tramite soluzioni semplici. Qualsiasi cambiamento ha un costo e i costi
transitori del cambiamento non sono sempre presi sufficientemente in
considerazione; occorre soppesare attentamente i costi di transizione
confrontandoli con i costi della mancata azione. In
quinto luogo, l'individuazione degli oneri e dei costi superflui da parte di
coloro che sono direttamente interessati da un atto normativo può offrire un
importante complemento alla valutazione quantitativa. La consultazione e il
dibattito sono quindi essenziali. Tenendo conto di queste osservazioni, e
in previsione dell'avvenire, la Commissione continuerà a considerare
prioritaria l'adeguatezza della regolamentazione e a darle slancio. Continuerà
a concentrarsi su settori che presentano un elevato valore aggiunto europeo,
rispettando i principi di sussidiarietà e proporzionalità. Nei prossimi mesi
completerà i preparativi per la revisione dei suoi orientamenti sulla
valutazione d'impatto, la consultazione delle parti interessate e la
valutazione. Inserirà profondamente REFIT nelle sue
procedure e nelle sue prassi. La Commissione continuerà a collaborare
strettamente con il Parlamento e il Consiglio per fare in modo che i vantaggi
della semplificazione e della riduzione degli oneri siano confermati nel
processo legislativo, e invita il legislatore e tutti gli Stati membri a
sviluppare capacità sufficienti per contribuire a questo impegno nei loro
rispettivi settori, e a svolgere valutazioni ex ante delle modifiche
significative che apportano alle proposte della Commissione nell'iter
legislativo[70]. La Commissione proseguirà inoltre la sua
collaborazione con gli Stati membri e le parti interessate, specialmente nell'ambito
del programma ABR Plus, al fine di confermare i risparmi previsti, di
individuare le migliori prassi nell'attuazione e di migliorare la qualità e la
raccolta di dati sui costi e sui benefici della regolamentazione, necessari per
valutare l'incidenza concreta della normativa dell'UE[71]. Occorre rafforzare la cooperazione tra
la Commissione europea e gli Stati membri per la valutazione dei costi e dei
benefici della regolamentazione, e avviare collaborazioni per valutare l'applicazione
della normativa dell'UE a livello nazionale, regionale e locale. I nuovi mandati del Parlamento e della
Commissione che inizieranno quest'anno offrono a tutte le istituzioni dell'UE l'opportunità
di rafforzare il loro impegno a favore di una regolamentazione intelligente e
adeguata. La Commissione invita le parti sociali e
le parti interessate a presentare contributi, dati ed elementi fattuali sulla
situazione attuale e sulle prospettive di REFIT esposte nella presente comunicazione
e nel documento di lavoro che la accompagna. [1] SWD(2013)401
final del 1° agosto 2013. [2] COM(2013) 685 final del 2 ottobre 2013. [3] Su un totale di 23 proposte che la Commissione si è impegnata a
presentare allo scopo di semplificare e ridurre gli oneri amministrativi, 2
sono state adottate nel 2013 e altre 15 dovrebbero essere adottate nel 2014. [4] COM(2013)721. [5] COM(2013)794. [6] La proposta sulla società unipersonale adottata il 9 aprile 2014
riprende elementi essenziali di questa precedente proposta. [7] Fra le altre proposte ritirate nel quadro di REFIT figurano quella
relativa alla comunicazione al pubblico di informazioni sui medicinali, la
proposta di regolamento relativo alle statistiche europee sulla sicurezza dalla
criminalità e le proposte sulla protezione giuridica dei disegni, sul brevetto
europeo (convertita in cooperazione rafforzata) e sulle patenti di guida che
includano la funzionalità di una carta del conducente. [8] I settori interessati
sono quelli della salute e della sicurezza sul lavoro per gli acconciatori, dei
disturbi muscolo-scheletrici, del fumo ambientale e degli agenti cancerogeni e
mutageni. [9] Ad esempio, atti normativi sulla classificazione, l'imballaggio e
l'etichettatura dei preparati pericolosi, la cooperazione scientifica su
questioni relative ai prodotti alimentari, le statistiche dell'acciaio, la
cooperazione tra unità di informazione finanziaria e l'installazione a
posteriori di specchi su veicoli commerciali pesanti. [10] Questo lavoro è seguito dal gruppo ad alto livello sulla migliore
regolamentazione, che comprende esperti nazionali in materia di
regolamentazione e collabora con la Commissione per rivedere e sviluppare il
programma per una normativa intelligente a livello sia dell'UE sia nazionale. [11] http://ec.europa.eu/enterprise/policies/sme/small-business-act/think-small-first/ [12] Il regolamento n. 1169/2011 entrerà in applicazione nel dicembre
2014, ad eccezione dell'etichettatura nutrizionale obbligatoria che si
applicherà dal dicembre 2016. [13]
http://ec.europa.eu/food/food/labellingnutrition/foodlabelling/proposed_legislation_en.htm [14] Le
deroghe riguardano gli alimenti venduti direttamente dall'azienda agricola o
dai piccoli venditori al dettaglio a livello locale. Regimi più snelli si
applicano in altri casi relativi alle PMI: le informazioni sui prodotti
alimentari possono basarsi sul calcolo ricavato da dati generalmente appurati e
accettati, evitando costose analisi di laboratorio. [15] Tali disposizioni consentono agli Stati membri, ad esempio, di
richiedere che le informazioni riguardanti gli allergeni o le intolleranze
negli alimenti non imballati e nei ristoranti siano fornite solo oralmente o su
richiesta. [16] Direttiva 2013/55/UE (GU L 354 del 28.12.2013, pag. 132). [17] Regolamento delegato (UE) n. 862/2012 della Commissione. [18] Regolamento (UE) n. 165/2014 del Parlamento europeo e del
Consiglio, del 4 febbraio 2014, relativo ai tachigrafi nel settore dei
trasporti su strada, che abroga il regolamento (CEE) n. 3821/85 del
Consiglio relativo all'apparecchio di controllo nel settore dei trasporti su strada
e modifica il regolamento (CE) n. 561/2006 del Parlamento europeo e del
Consiglio relativo all'armonizzazione di alcune disposizioni in materia sociale
nel settore dei trasporti su strada. [19] Direttive 2014/24/UE e 2014/25/UE: L'adozione di autodichiarazioni
come prova preliminare e l'approccio "aggiudicatario" alle prove
documentarie ridurrebbero gli oneri amministrativi associati agli appalti
pubblici dell'80%. Si veda anche la valutazione d'impatto: http://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/PDF/?uri=CELEX:52011SC1585&from=EN. [20] Le amministrazioni aggiudicatrici e
gli enti aggiudicatori che hanno già compiuto il passaggio agli appalti
elettronici segnalano generalmente un risparmio che si colloca tra il 5 e il
20%. Inoltre, l'esperienza pratica dimostra che i costi di investimento possano
essere ammortizzati rapidamente. Date le dimensioni del mercato totale degli
appalti nell'UE, un risparmio del 5% porterebbe circa 100 miliardi di euro
nelle casse pubbliche. (Una strategia per gli appalti elettronici – COM(2012)
179 final). [21] Direttiva
2012/19/UE: si calcola che l'interoperabilità e il trasferimento di dati tra
registri nazionali di produttori che erano stati proposti avrebbero permesso ai
produttori di risparmiare circa 66 milioni di EUR all'anno. Questo aspetto
della proposta della Commissione non è stato adottato dal legislatore. [22] Il legislatore si è opposto all'introduzione di un meccanismo
obbligatorio di sportello unico per coordinare e integrare le procedure di
valutazione e alle misure intese ad accelerare il processo decisionale nel
quadro della direttiva sulla valutazione dell'impatto ambientale (2011/92/UE),
il che ha limitato i vantaggi per le imprese in termini di efficienza; si è
inoltre opposto allo scambio obbligatorio di dati elettronici nel settore della
spedizione di rifiuti, che avrebbe permesso alle imprese, secondo le stime, di
risparmiare 44 milioni di EUR all'anno. [23] Si veda la sezione III del presente documento: una nuova architettura
per le statistiche delle imprese nell'UE. [24] La proposta della Commissione relativa a una base imponibile
consolidata comune per l'imposta sulle società – COM(2011) 121 – è in
attesa di adozione nella procedura legislativa dal marzo 2011. [25] COM(2009)544: Programma d'azione per la riduzione degli oneri
amministrativi dell'UE – Piani settoriali di riduzione e azioni 2009. [26] http://ec.europa.eu/internal_market/publicprocurement/docs/modernising_rules/executive-summary_en.pdf
[27] Regolamento (UE) n. 608/2013. [28] Direttiva 2012/19/UE. [29] La legislazione dell'UE in materia di sicurezza alimentare permette
agli Stati membri di adottare regimi più snelli relativi ad alcuni investimenti
per le piccole imprese nel settore della trasformazione delle carni. [30] La legislazione dell'UE richiede la registrazione del tempo di guida
per i veicoli commerciali leggeri a partire da 3,5 tonnellate ed esonera gli
artigiani che si spostano a livello locale su veicoli di massa non superiore a
7,5 tonnellate, mentre alcune norme nazionali richiedono la registrazione
del tempo di guida per i veicoli di massa non inferiore a 2,8 tonnellate. [31] Direttiva 2006/46/CE. [32] La prima edizione del quadro di valutazione REFIT, presentata insieme
alla presente comunicazione, non comprende ancora informazioni
sull'attuazione da parte degli Stati membri. [33] (1) Permettere a un maggior numero di PMI di beneficiare di regimi di
contabilità/audit semplificati - direttiva 2006/46/CE del 14 giugno 2006; (2)
permettere agli Stati membri di esonerare le microimprese da alcune
disposizioni delle direttive contabili - direttiva 2012/6/UE del 14 marzo 2012;
(3) semplificare e razionalizzare i sistemi di notifica relativi alle
spedizioni di rifiuti - lettera di raccomandazione della Commissione agli Stati
membri del luglio 2010; (4) solo l'impresa che si aggiudica l'appalto deve
presentare i documenti che dimostrano la sua idoneità in quanto offerente in
una procedura di appalto – COM (2011) 896; (5) ridurre il numero di
interpellati nel compilare statistiche sugli scambi all'interno dell'UE -
regolamento n. 638/2004 del 31 marzo 2004; (6) ridurre i requisiti in
materia di informazione sulla produzione industriale nell'UE – regolamento
n. 3924/91 del Consiglio del 19 dicembre 1991 e regolamento
n. 36/2009 della Commissione dell'11 luglio 2008; (7) eliminare i
requisiti aggiuntivi in materia di fatturazione e consentire un maggiore uso
della fatturazione elettronica - direttiva 2010/45/UE del Consiglio del 13
luglio 2010; (8) abolire nella procedura di rimborso dell'IVA l'obbligo di
compilare moduli cartacei nella lingua dello Stato membro di rimborso –
direttiva 2008/9/CE del Consiglio del 12 febbraio 2008; (9) il tachigrafo
digitale (in particolare, introduzione dei tachigrafi digitali e
semplificazione del loro uso, tenendo conto del futuro ampliamento dell'esonero
delle piccole imprese artigianali dagli obblighi di tachigrafo e di ulteriori
semplificazioni) - regolamento n. 3821/85 del 19 luglio 2011; (10) abolire
la notifica delle tariffe di trasporto /alleggerire l'obbligo di tenere a bordo
la documentazione – regolamento (CE) n. 569/2008 del Consiglio (che
modifica il regolamento n. 11/60) del 12 luglio 2008; (11)
semplificare gli obblighi per il settore del trasporto stradale di merci e
passeggeri - regolamento n. 1071/2009 del 21 ottobre 2009 e regolamento
n. 1072/2009 del 21 ottobre 2009; (12) semplificare l'etichettatura
delle uova – regolamento (UE) n. 1308/2013 del Parlamento europeo e
del Consiglio del 17 dicembre 2013. [34] Si veda la relazione finale del programma per la riduzione degli oneri
amministrativi nel documento SWD(2012) 423 final. [35] La Commissione ha ricevuto commenti e suggerimenti dalle autorità di
alcuni Stati membri (FI, DE, NL, UK), dagli interessati del mondo
imprenditoriale e sindacale e da altre organizzazioni della società civile.
Queste osservazioni possono essere consultate sul sito internet della
Commissione sulla regolamentazione intelligente:
http://ec.europa.eu/smart-regulation/refit/index_en.htm [36] L'obiettivo di tale iniziativa è ridurre gli ostacoli agli scambi
transfrontalieri e proteggere le entrate IVA degli Stati membri rendendo il
sistema IVA più semplice, neutrale e solido. [37] Tra le altre iniziative figura la revisione della normativa su
questioni nucleari, una proposta nel settore dei documenti di viaggio
provvisori e la revisione delle norme sull'importazione di prodotti tessili e
di prodotti a duplice uso. [38] Etichettatura energetica dei frigoriferi (direttiva 2003/66), delle
lavastoviglie ad uso domestico (direttiva 1999/9) e delle lavatrici ad uso
domestico (direttiva 1995/12) in seguito all'adozione di nuove misure di
esecuzione. [39] Regolamento n. 11 riguardante l'abolizione di discriminazioni nel
campo dei prezzi e delle condizioni di trasporto emanato in applicazione
dell'articolo 79, paragrafo 3 del trattato che istituisce la
Comunità Economica Europea, del 16 agosto 1960. [40] Protocollo 36 sulle disposizioni transitorie, articolo 10. [41] COM(2008) 600/4. [42] COM(2007) 90 def. [43] In seguito all'invito, rivolto dal Consiglio nel dicembre 2013, a
riferire in merito all'applicazione del principio
del riconoscimento reciproco entro la metà del 2015
(si veda:
http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/pressdata/en/intm/139846.pdf). [44] Tra gli altri settori citiamo le norme di commercializzazione per i
vitelli, le norme di etichettatura per le carni bovine, il programma per
le regioni ultraperiferiche, la direttiva sulla qualità dei carburanti (una
volta recepita e pienamente attuata), le scorte petrolifere, il regolamento sul
controllo della pesca, la sicurezza nucleare, la standardizzazione,
l'inquinamento da amianto, la sperimentazione animale, la valutazione
dell'impatto ambientale, i rischi di alluvione, i composti organici volatili,
l'assicurazione (quando sarà stata maturata un'esperienza sufficiente con
l'attuazione), la formazione, la qualificazione e le licenze nel trasporto
stradale, il trasporto marittimo e la sicurezza, gli impianti portuali di
raccolta per i rifiuti prodotti dalle navi, la fatturazione elettronica IVA e
il mini-sportello unico, nonché i settori industriali della costruzione e il
vetro e la ceramica.
[45] Si tratta in particolare di esaminare la legislazione sui servizi
online - direttiva 98/84/CE sulla tutela dei servizi ad accesso condizionato e
dei servizi di accesso condizionato e direttiva 2000/31/CE relativa a taluni
aspetti giuridici dei servizi della società dell'informazione, in particolare
il commercio elettronico, nel mercato interno. [46] COM(2013) 49, accompagnato da SWD(2013)25. [47] Per ulteriori dettagli si veda il documento di lavoro che accompagna
la presente comunicazione. [48] Si veda COM(2012)746. [49] Si veda il sito web della Commissione sulla regolamentazione
intelligente: http://ec.europa.eu/smart-regulation/evaluation/index_en.htm [50]
Nell'ambito di questa consultazione pubblica sono state ricevute 53 risposte da
autorità pubbliche, parti interessate e cittadini, che saranno pubblicate,
insieme a una relazione di sintesi, sul sito web della Commissione sulla
regolamentazione intelligente:
http://ec.europa.eu/smart-regulation/index_en.htm [51] Le relazioni finali si possono consultare sul seguente sito: http://ec.europa.eu/smart-regulation/evaluation/documents_it.htm
[52] Il check-up sull'informazione e la consultazione dei lavoratori
potrebbe infatti condurre al consolidamento di tre direttive, tenendo conto dei
risultati della consultazione delle parti sociali, e il check-up relativo
all'omologazione dei veicoli a motore sarà seguito da una revisione della
direttiva quadro 2007/46/CE: si vedano le indicazioni dettagliate nel quadro di
valutazione REFIT. [53] La consultazione è prevista all'articolo 11 del TUE e nel protocollo
n. 2 sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità.
La consultazione delle parti sociali nel contesto della politica sociale è
prevista agli articoli 153, 154 e 155 del TFUE, il che offre anche
l'opportunità di coinvolgere le parti sociali nell'iniziativa REFIT. [54] Sono
esclusi i quadri specifici di consultazione previsti dai trattati, da altri
atti legislativi dell'UE o accordi internazionali (ad esempio la consultazione
delle parti sociali). [55] http://ec.europa.eu/yourvoice/index_en.htm [56] Le iscrizioni possono essere effettuate sul seguente sito:
https://webgate.ec.europa.eu/notifications/homePage.do?locale=en [57] Si veda lo studio "Assessing the costs and benefits of
regulation": http://ec.europa.eu/smart-regulation/impact/commission_guidelines/docs/131210_cba_study_sg_final.pdf [58] Si veda http://ec.europa.eu/enterprise/sectors/metals-minerals/files/steel-cum-cost-imp_en.pdf
e http://ec.europa.eu/enterprise/newsroom/cf/itemdetail.cfm?item_id=7124&tpa=0&tk=&lang=it
[59] Un esempio a conferma di quanto detto sono le norme per l'importazione
di vegetali e prodotti vegetali nell'UE, laddove le modifiche alla proposta
della Commissione attualmente discusse nell'ambito della procedura legislativa
rischiano di aumentare i costi a carico delle imprese (COM(2013)267 - Proposta di regolamento relativo alle misure di
protezione contro gli organismi nocivi per le piante: si veda anche il
quadro di valutazione). [60] I costi reali calcolati ex post possono differire dalle stime ex ante
a causa dei progressi tecnologici e dell'innovazione e dell'efficienza
imprenditoriale. Nel settore dell'acciaio, ad esempio, i costi della protezione
ambientale per tonnellata di prodotto sono rimasti stabili o sono diminuiti
negli ultimi 20 anni circa, nonostante le crescenti prestazioni ambientali del
settore. (Valutazione dei costi cumulativi per l'industria dell'acciaio: http://ec.europa.eu/enterprise/sectors/metals-minerals/files/steel-cum-cost-imp_en.pdf) [61] Gli obblighi di
comunicazione di informazioni sono spesso collegati tra loro, cosicché, ad
esempio, l'obbligo per la Commissione di riferire al Consiglio o al Parlamento
può indurre obblighi di comunicazione aggiuntivi per le autorità degli Stati
membri, per le parti interessate e per le imprese. [62] Il regolamento sulle disposizioni comuni per la politica di coesione
elenca 28 singoli obblighi di comunicazione di informazioni in 11 settori, sei
dei quali richiedono informazioni periodiche. La direttiva sull'applicazione
della direttiva relativa al distacco dei lavoratori contiene, nella sua forma
definitiva, obblighi aggiuntivi di comunicazione di informazioni a carico degli
Stati membri, che sono stati aggiunti nell'iter legislativo (si veda il
quadro di valutazione REFIT). [63] Progressi significativi sono
stati compiuti nella razionalizzazione di flussi di informazione
precedentemente non collegati tra loro nel settore delle acque (tra la
direttiva sulla strategia per l'ambiente marino, la direttiva quadro sulle
acque e le direttive Habitat e Uccelli), cosicché i dati e le informazioni
devono essere trasmessi soltanto una volta per ottemperare agli obblighi
previsti dalle varie direttive, con una riduzione notevole degli oneri
amministrativi. I risultati di un esercizio pilota distinto per ridurre gli
obblighi di comunicazione delle informazioni nel settore delle acque reflue
urbane permetteranno di semplificare e rendere più efficaci tali obblighi. [64] Dal 2007 gli Stati membri
presentano una sola relazione alla Commissione invece che relazioni distinte
sull'attuazione pratica di 24 direttive nel settore della salute e sicurezza
sul lavoro (direttiva 2007/30/CE che modifica la direttiva quadro 89/391/CEE). [65] Nel 2013 la Commissione ha passato al vaglio gli
obblighi di comunicazione di informazioni nei settori dell'energia e della
politica di coesione allo scopo di semplificarli e razionalizzarli. Soltanto
nel settore dell'energia, questo esercizio ha permesso di ridurre i 43
obblighi a 14. [66] Si vedano le conclusioni del Consiglio europeo del 24-25 ottobre 2013,
le conclusioni del Consiglio Competitività del dicembre 2013 e la risoluzione
del Parlamento europeo del 17 aprile 2014 sul processo di consultazione
"top 10" e sulla riduzione dell'onere normativo dell'UE a carico
delle PMI. [67] In particolare hanno ricevuto commenti la Finlandia, la Germania, i
Paesi Bassi e il Regno Unito. [68] http://ec.europa.eu/smart-regulation/refit/index_en.htm (da
verificare) [69] Previsto dal protocollo n. 2 dei trattati. [70] Si veda anche l'analisi delle modifiche apportate nell'iter
legislativo alle proposte di semplificazione e riduzione degli oneri nel quadro
di valutazione REFIT che accompagna la presente comunicazione. [71] Secondo le stime, un terzo degli oneri normativi della legislazione
dell'UE è connesso all'attuazione a livello nazionale.