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Document 52014DC0196

    RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Verso elezioni più democratiche del Parlamento europeo Relazione sull’attuazione delle raccomandazioni della Commissione del 12 marzo 2013 sul rafforzare l’efficienza e la democrazia nello svolgimento delle elezioni del Parlamento europeo

    /* COM/2014/0196 final */

    52014DC0196

    RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Verso elezioni più democratiche del Parlamento europeo Relazione sull’attuazione delle raccomandazioni della Commissione del 12 marzo 2013 sul rafforzare l’efficienza e la democrazia nello svolgimento delle elezioni del Parlamento europeo /* COM/2014/0196 final */


    1.           Introduzione

    Le elezioni europee sono la pietra angolare del processo democratico dell’UE come definito nei trattati[1]. La maggioranza dei cittadini dell’UE ritiene che votare alle elezioni del Parlamento europeo sia il miglior modo di farsi sentire nell’ambito del processo decisionale dell’UE[2].

    Le elezioni del 2014 saranno particolarmente importanti poiché saranno le prime elezioni europee dall’entrata in vigore del trattato di Lisbona, il quale ha rafforzato i fondamenti democratici dell’Unione nonché il ruolo e i poteri del Parlamento europeo. Queste elezioni, inoltre, si svolgeranno in un momento chiave dell’integrazione europea, in un contesto di adozione da parte dell’UE di misure decisive per uscire dalla crisi, con conseguenze di vasta portata sui cittadini.

    Importanti decisioni per l’ulteriore sviluppo dell’UE verranno prese sulla base dei risultati delle elezioni europee di quest’anno. È di fondamentale importanza che i cittadini dell’UE esprimano il proprio voto in gran numero. Occorrono pertanto misure decisive per colmare il divario tra politica dell’Unione e cittadini. I cittadini vanno a votare solo se capiscono che il voto offre loro la possibilità di scegliere e che la loro scelta e ha un valore[3].

    L’impegno comune di tutte le istituzioni europee è accrescere la trasparenza del processo democratico europeo nonché responsabilizzare maggiormente gli elettori europei.

    Il 12 marzo 2013 la Commissione ha adottato la raccomandazione 2013/142/UE sul rafforzare l’efficienza e la democrazia nello svolgimento delle elezioni del Parlamento europeo[4], destinata agli Stati membri e ai partiti politici europei e nazionali. A tale scopo anche il Parlamento europeo ha adottato due risoluzioni[5].

    La raccomandazione si suddivide in due filoni principali.

    La prima serie di raccomandazioni intende rafforzare la trasparenza delle elezioni e la legittimità democratica del processo decisionale dell’Unione. La Commissione raccomanda che gli elettori siano informati prima delle elezioni sulle affiliazioni tra partiti nazionali e partiti politici europei. I partiti politici nazionali ed europei dovrebbero altresì nominare il proprio candidato favorito alla carica di presidente della Commissione europea, illustrando in dettaglio il programma del loro candidato. I partiti politici nazionali dovrebbero informare il pubblico in merito al loro candidato e al suo programma avvalendosi delle trasmissioni radiotelevisive di argomento politico. Tali misure dovrebbero creare collegamenti concreti e visibili tra il voto del cittadino e i partiti politici europei; dovrebbero altresì accrescere la legittimità democratica del processo decisionale dell’UE e promuovere un autentico dibattito paneuropeo sulla visione che i candidati hanno dell’Europa. La Commissione raccomanda infine agli Stati membri di concordare una data comune a livello di UE per le elezioni del Parlamento europeo.

    La seconda serie di raccomandazioni è rivolta agli Stati membri ed è finalizzata ad accrescere l’efficienza delle elezioni semplificando le procedure che consentono ai cittadini dell’UE di esercitare il diritto di voto e di eleggibilità nel loro Stato membro di residenza, come disposto dalla direttiva 93/109/CE[6]. Queste raccomandazioni, una volta attuate, dovrebbero migliorare l’efficienza delle elezioni riducendo al contempo l’onere amministrativo degli Stati membri.

    La presente relazione esamina come gli Stati membri e i partiti politici nazionali ed europei abbiano attuato tali raccomandazioni, illustrando inoltre come siano state accolte da altre istituzioni e dalla società civile.

    2.           Svolgimento democratico delle elezioni

    Nel settembre del 2013 la Commissione ha chiesto agli Stati membri informazioni in merito all’avanzamento dell’attuazione della prima serie di raccomandazioni; la maggioranza degli Stati membri ha risposto alla richiesta[7]. La Commissione ha altresì ottenuto informazioni dagli esperti nazionali in materia di elezioni e dai partiti politici europei[8].

    Una sintesi delle informazioni disponibili al momento della stesura della presente relazione è riportata nella tabella che figura nell’allegato. La versione on line della tabella[9] verrà regolarmente aggiornata sulla base delle nuove informazioni fornite dagli Stati membri.

    2.1.        Informazione degli elettori circa i collegamenti tra partiti nazionali e partiti politici europei

    Nella raccomandazione, la Commissione invitava gli Stati membri a “promuovere e semplificare la diffusione all’elettorato delle informazioni sui collegamenti tra partiti nazionali e partiti politici europei, prima e durante le elezioni del Parlamento europeo, anche permettendo e incoraggiando l’indicazione di tali collegamenti sulle schede elettorali”.

    La Commissione invitava inoltre i partiti politici nazionali a “rendere pubblica la loro affiliazione ai partiti politici europei prima dello scrutinio” e a “indicare chiaramente la loro affiliazione a un partito politico europeo su tutto il materiale usato nella campagna elettorale, nelle comunicazioni e nelle trasmissioni radiotelevisive di argomento politico”.

    In linea generale gli Stati membri hanno risposto accogliendo con favore questa raccomandazione e sottolineando l’importanza di una campagna più approfondita per informare e sensibilizzare maggiormente i cittadini. La grande maggioranza degli Stati membri che ha risposto alla Commissione riferisce di aver informato i partiti politici nazionali circa la necessità di accrescere la trasparenza e migliorare l’informazione all’elettorato al fine di rafforzare la democrazia nello svolgimento delle elezioni europee.

    Tuttavia, la legge elettorale di diversi Stati membri[10] non consente di indicare sulle schede elettorali il nome o il simbolo dei partiti politici europei. Tre di questi Stati membri intendono emendare la normativa per permettere l’inserimento di tali informazioni sulle schede elettorali.

    Taluni Stati membri[11] ritengono che i partiti politici nazionali siano gli organi più adatti a informare l’elettorato circa l’affiliazione del loro partito. Uno Stato membro ha sollevato la questione dell’effetto potenzialmente discriminatorio del mettere in evidenza i legami tra i partiti nazionali e i partiti europei sui partiti nazionali che non hanno istituito tali alleanze.

    -           Belgio, Croazia, Estonia, Finlandia, Germania, Grecia, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito e Spagna hanno informato i rispettivi partiti nazionali in merito alla raccomandazione di rendere più visibile l’affiliazione tra partiti nazionali e partiti politici europei.

    -           Austria, Belgio, Irlanda, Paesi Bassi, Regno Unito, Spagna e, di recente, la Slovenia[12] consentono l’indicazione del nome e/o del simbolo dei partiti politici europei sulle schede elettorali.

    -           Bulgaria, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Grecia, Lettonia, Lussemburgo, Malta, Repubblica ceca, Romania, Slovacchia, Svezia e Ungheria non consentono l’indicazione del nome o del simbolo dei partiti politici europei sulle schede elettorali.

    -           Croazia, Grecia e Romania stanno esaminando la possibilità di modificare in futuro la normativa per consentire l’indicazione del nome e del simbolo dei partiti europei sulle schede elettorali.

    Nei pareri finora pervenuti nell’ambito del dialogo politico con la Commissione europea, anche i parlamenti nazionali[13] hanno accolto con favore la raccomandazione valutandone positivamente gli obiettivi, tra cui in particolare l’impatto delle misure elettorali volte a informare l’elettorato circa l’affiliazione tra i partiti politici europei e quelli nazionali.

    I partiti politici europei hanno comunicato alla Commissione l’intenzione di incoraggiare e sostenere messaggi politici elettorali che mettano in risalto l’affiliazione con i partiti nazionali. Alcuni di essi, tuttavia, hanno precisato di non voler promuovere una strategia unificata tra i partiti nazionali cui sono affiliati, dal momento che non tutte le leggi elettorali degli Stati membri consentono di indicare il nome o il simbolo dei partiti politici europei sulle schede elettorali. Alcuni partiti europei hanno risposto che, in caso di modifiche al quadro legislativo, avrebbero adottato un approccio più coerente diretto a incoraggiare i partiti nazionali a scegliere tale opzione. Un partito politico ha affermato di non vedere alcun vantaggio nell’introduzione del simbolo e ritiene opportuno considerare altri metodi per informare l’elettorato sui collegamenti tra partiti nazionali e partiti politici europei.

    2.2.        Sostegno a un candidato alla carica di presidente della Commissione europea

    Nella raccomandazione la Commissione invitava i partiti politici europei e nazionali a “rendere noti, prima delle elezioni del Parlamento europeo, i rispettivi candidati alla carica di presidente della Commissione europea e i relativi programmi” ed esorta i partiti politici nazionali ad “assicurare che nelle trasmissioni radiotelevisive di argomento politico, in vista delle elezioni del Parlamento europeo, si informino i cittadini anche in merito al candidato alla presidenza della Commissione europea sostenuto da ciascun partito e al relativo programma”.

    I partiti politici europei hanno attuato la raccomandazione di rendere noti i propri candidati alla carica di presidente della Commissione europea. Alla data odierna, sei partiti europei hanno nominato i propri candidati: Jean-Claude Juncker per il Partito popolare europeo (PPE), Martin Schulz per il Partito del socialismo europeo (PSE), Guy Verhofstadt per l’Alleanza dei democratici e dei liberali per l’Europa (ALDE) e per il Partito Democratico Europeo (PDE), José Bové e Ska Keller per il Partito Verde Europeo, Alexis Tsipras per il Partito della Sinistra Europea. Il Movimento per un’Europa della libertà e della democrazia (MELD) e l’Alleanza dei conservatori e riformisti europei (AECR) hanno comunicato che non nomineranno alcun candidato.

    I partiti politici europei intendono anche sensibilizzare il pubblico sui propri candidati e sui rispettivi programmi. Alcuni partiti hanno già pubblicato i programmi e creato siti web della campagna elettorale con il programma del candidato e i principali eventi previsti. Altri partiti hanno annunciato che vi procederanno a breve. I media sociali verranno utilizzati per mettersi in comunicazione con l’elettorato. Si organizzeranno importanti campagne ed eventi in tutta l’UE. I candidati parteciperanno a eventi pubblici elettorali in vari paesi dell’UE insieme ai partiti nazionali, il cui ruolo nella campagna sarà fondamentale. Nel quadro della campagna di comunicazione istituzionale del Parlamento europeo per le elezioni[14], l’Unione europea di radiodiffusione (UER) organizzerà un dibattito tra i candidati principali alla presidenza della Commissione che verrà trasmesso il 15 maggio 2014. Saranno avviate altre attività mediatiche, che coinvolgeranno anche i media sociali, eventualmente in collaborazione con eventi programmati dagli Stati membri.

    Dal 9 all’11 maggio 2014 il Parlamento europeo organizzerà a Strasburgo, in collaborazione con il Forum europeo della gioventù, la Commissione europea e altri partner[15], un Evento europeo della gioventù cui parteciperanno diverse migliaia di giovani. Anche i candidati alla presidenza della Commissione potrebbero parteciparvi.

    Le altre istituzioni dell’UE sostengono il dibattito. Il Vertice europeo delle regioni e delle città, organizzato ad Atene l’8 marzo 2014 dal Comitato delle regioni, ha ospitato un dibattito ad alto livello sulle prossime elezioni europee. Il Comitato economico e sociale europeo organizzerà dibattiti negli Stati membri allineando il proprio sito web e i propri messaggi alla campagna del Parlamento europeo. Il Comitato prevede inoltre di offrire ai propri punti di contatto nazionali per la comunicazione una formazione specifica sulle elezioni europee. Il 4 marzo 2014 si è svolto l’evento “La tua lista dei desideri per l’Europa”[16], iniziativa organizzata dal Mediatore europeo, cui hanno partecipato il presidente della Commissione europea e il presidente del Parlamento europeo, con l’obiettivo di avviare un dialogo con i cittadini in vista delle elezioni europee del 2014.

    Gli Stati membri hanno riferito alla Commissione in merito alle più ampie misure di comunicazione da essi adottate per accrescere la partecipazione degli elettori, ad esempio campagne d’informazione rivolte a coloro che votano per la prima volta, pagine web sulle elezioni, comunicazioni dei media, tavole rotonde e seminari.

    Esempi di buone pratiche:

    - la Finlandia ha pubblicato un sito web dedicato alle elezioni europee che offre informazioni complete sul Parlamento europeo, i partiti politici europei e la loro eventuale affiliazione ai partiti nazionali (www.vaalit.fi). Il sito informa anche i cittadini dell’UE non finlandesi sulle modalità d’esercizio del diritto di voto. Il parlamento finlandese ha assegnato 100 000 euro a organizzazioni non governative affinché conducano campagne d’informazione durante le elezioni europee.

    - la Polonia intende collegare la campagna elettorale alle celebrazioni del 10° anniversario del suo ingresso nell’UE. Tale paese considera la promozione delle elezioni europee una priorità e mira ad accrescere l’affluenza alle urne. La campagna metterà in evidenza il successo di un decennio di adesione all’UE e, attraverso esempi concreti, mostrerà l’impatto dell’UE sulla vita quotidiana dei cittadini polacchi. È in programma una trasmissione televisiva che illustrerà i principi dell’UE e il significato che i 10 anni di adesione all’UE hanno avuto per la Polonia e per i suoi cittadini. La Polonia contatterà inoltre i cittadini polacchi che vivono in altri paesi dell’UE per segnalar loro la possibilità di votare nel paese in cui attualmente risiedono.

    2.3.        La data elettorale comune

    Nella raccomandazione la Commissione invitava gli Stati membri a “concordare una data comune per le elezioni del Parlamento europeo, in cui i seggi elettorali chiudano tutti contemporaneamente” in modo da evitare problemi di frammentazione e ai fini di una maggiore coerenza delle elezioni paneuropee, che sarebbero organizzate nella stessa data in tutta l’Unione.

    Alcuni Stati membri hanno accettato di tenere le elezioni domenica 25 maggio 2014, altri hanno respinto questa idea, sostenendo che l’affluenza alle urne sarebbe superiore nei giorni lavorativi o di sabato. Anche le tradizioni nazionali sono state addotte come motivo di rifiuto di una data elettorale comune[17].

    La legislazione dell’UE impone norme severe in merito ai tempi di pubblicazione dei risultati elettorali[18]. Tali norme vietano in particolare la pubblicazione ufficiale dei risultati in uno Stato membro prima della chiusura dei seggi in tutti gli Stati membri, al fine di evitare che gli elettori europei siano influenzati dai risultati degli Stati membri dove la votazione è già terminata e per tutelare quindi il principio del libero suffragio. La Commissione controlla attentamente l’esecuzione di queste misure da parte degli Stati membri ed è intervenuta[19] per garantire che le norme siano rispettate per le elezioni del Parlamento europeo del 2014.

    I risultati aggregati delle elezioni saranno resi pubblici dal Parlamento europeo la sera del 25 maggio con un messaggio unificato in tutta l’UE.

    2.4.        Il ruolo della società civile

    Al di là della raccomandazione della Commissione agli Stati membri e ai partiti politici nazionali ed europei, le organizzazioni della società civile svolgono un ruolo importante di moltiplicatori dell’informazione dei cittadini in merito al nuovo impulso democratico che ispira le elezioni europee del 2014. Le organizzazioni della società civile sono nella posizione ideale per discutere con i loro membri i pro e i contro dei vari programmi dei candidati. Alcune di queste organizzazioni vedono nelle campagne per la presidenza della Commissione europea una preziosa opportunità per trasmettere i loro messaggi e influenzare il programma dei candidati. In questo modo è possibile stimolare il dibattito tra cittadini e candidati e fornire un solido appoggio a un candidato specifico, promuovendo anche la creazione di spazi pubblici europei e i dibattiti paneuropei sulle elezioni.

    Più in generale, la società civile riveste un ruolo determinante nell’informazione ai cittadini sull’importanza e sui vantaggi della partecipazione alle elezioni europee. Una serie di iniziative a riguardo sono avviate o in fase di preparazione.

    Esempi di buone pratiche:

    Guide e informazioni sulla votazione:

    -           AEGEE-Europe (il Forum degli studenti europei): “Y Vote 2014”. Le attività previste includono la creazione di una guida alla votazione, viaggi in autobus e convenzioni per i giovani[20].

    Strumenti di voto elettronico e di abbinamento dei profili:

    Questi strumenti elettronici aiutano gli elettori a scegliere un candidato mettendo a confronto il loro profilo/orientamento politico e il profilo/il programma dei candidati.

    -           Forum europeo della gioventù – la “League of Young Voters” (Lega dei giovani elettori) e lo strumento elettronico “VoteWatch”[21];

    -           Strumento di aiuto al voto “EUandI” dell’Osservatorio della democrazia nell’Unione europea[22];

    - lo strumento di aiuto al voto “Wecitizens”[23].

    Dibattiti, forum e chat on line con i candidati:

    -           “Debating Europe”[24] organizzerà dibattiti on line, chat dal vivo ed eventi faccia a faccia che consentiranno ai cittadini dell’UE di fare domande agli eurodeputati in carica e a quelli potenziali sui problemi dell’Europa e aiuteranno i cittadini a fare una scelta informata alle elezioni europee.

    -           Il progetto “Move Europe” del movimento dei giovani europei federalisti[25] organizzerà dibattiti e campagne rivolti ai giovani.

    -           Il Servizio d’azione per i cittadini europei (ECAS) gestisce il progetto “JoiEU” (Joint Citizen Action for a Stronger, Citizen-Friendly Union – Azione comune dei cittadini per un’Unione più forte e più vicina ai cittadini), incentrato sulla partecipazione alle elezioni dell’UE[26].

    -           L’Alleanza per l’anno europeo dei cittadini (EYCA)[27] organizzerà una giornata della società civile nel mese di marzo 2014 alla quale saranno invitati i principali candidati.

    Oltre alle altre iniziative intese a rafforzare lo spazio pubblico europeo, tra le quali più di 50 dialoghi con i cittadini[28] che hanno consentito di entrare in contatto, direttamente o indirettamente, con più di 500 000 cittadini, la Commissione ha mantenuto l’impegno preso nella relazione 2013 sulla cittadinanza dell’Unione (azione 12 a) di pubblicare un manuale di facile consultazione in tutte le lingue ufficiali dell’UE sui principali diritti dei cittadini dell’UE, incluso il diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni europee[29].

    3.           Svolgimento efficiente delle elezioni

    3.1.        Semplificazione dei processi amministrativi

    Onde assicurare la legittimità delle elezioni europee, la direttiva 93/109/CE[30] prescrive procedure atte a garantire che i cittadini dell’Unione non votino né siano eleggibili sia nello Stato membro d’origine che in quello di residenza nel corso delle stesse elezioni. Attingendo alle discussioni avute con gli esperti degli Stati membri, la Commissione ha incluso nella raccomandazione 2013/142/UE una lista di misure volte a semplificare il meccanismo di scambio delle informazioni predisposto a tale scopo[31], alleggerendone l’onere amministrativo di esecuzione che grava sugli Stati membri dovrebbero assumersi e rendendolo più sicuro ed efficace nella prevenzione degli abusi.

    La Commissione raccomandava in particolare che gli Stati membri istituissero un’autorità di contatto unica in ciascuno Stato membro per facilitare lo scambio di informazioni sugli elettori con altri Stati membri; gli Stati membri di residenza erano invitati a trasmettere tutti i dati personali rilevanti eventualmente necessari per consentire un’identificazione più precisa degli elettori da parte delle autorità dei rispettivi Stati membri d’origine; tutti gli Stati membri avrebbero dovuto avvalersi dello stesso formato elettronico per la registrazione dei dati e di un metodo di scambio di informazioni sicuro e cifrato per la protezione dei dati personali degli elettori; gli Stati membri avrebbero dovuto trasmettere le informazioni in un unico invio per ciascuno Stato membro d’origine e provvedere in seguito a comunicare gli eventuali aggiornamenti; gli Stati membri avrebbero dovuto prendere in considerazione i vari calendari elettorali esistenti nell’UE al momento di trasmettere le informazioni.

    In seguito all’attuazione delle suddette raccomandazioni, la Commissione ha collaborato con esperti degli Stati membri per assisterli nell’attuazione. In merito alle elezioni europee del 2014, tutti gli Stati membri hanno accettato di istituire un’autorità di contatto unica per l’invio e la ricezione di notifiche attraverso il meccanismo di scambio di informazioni, eccezion fatta per il Regno Unito, che intende inviare notifiche sugli elettori dell’UE tramite le autorità elettorali locali.

    La Commissione ha assicurato che tutti gli Stati membri sono stati pienamente informati del tipo di dati richiesti dagli Stati membri per verificare efficacemente l’identità dei cittadini iscrittisi per votare nello Stato membro in cui risiedono.

    Quasi tutti gli Stati membri hanno migliorato la sicurezza dello scambio di informazioni che si svolge nel periodo preelettorale, grazie a un formato elettronico comune e a uno strumento di cifratura consigliato dalla Commissione.

    La Commissione ha altresì messo a disposizione di tutti gli Stati membri i calendari elettorali utilizzati nell’Unione per indicare i tempi appropriati per le notifiche.

    La grande maggioranza degli Stati membri ha lavorato intensamente per prepararsi all’attuazione di queste raccomandazioni. Tali misure, una volta attuate per le elezioni del Parlamento europeo, dovrebbero aiutare a semplificare i processi elettorali e a ridurre l’onere amministrativo.

    3.2.        Ulteriori misure adottate dalla Commissione per uno svolgimento più efficiente delle elezioni

    Oltre alla raccomandazione, la Commissione ha adottato ulteriori misure volte a rendere più efficiente lo svolgimento delle elezioni del Parlamento europeo. Grazie alla direttiva 2013/1/UE[32] i cittadini dell’UE potranno candidarsi nello Stato di residenza con più facilità, perché dovranno esibire soltanto un documento d’identità e una dichiarazione in cui attestano di soddisfare le condizioni di eleggibilità e non dovranno più fornire una certificazione delle autorità competenti dello Stato membro d’origine.

    La Commissione ritiene prioritario che la direttiva sia recepita tempestivamente affinché i cittadini dell’UE possano beneficiare dei miglioramenti già a partire dalle elezioni del Parlamento europeo del 2014. La Commissione ha controllato attentamente le misure di recepimento prese dagli Stati membri: il 5 febbraio 2014 ha deciso di aprire un procedimento d’infrazione nei confronti dei 14 Stati membri che non avevano notificato le suddette misure entro il termine del 28 gennaio 2014. Nel frattempo, la grande maggioranza degli Stati membri vi ha provveduto.

    La Commissione ha discusso con gli Stati membri le problematiche che aveva precedentemente individuato[33] in merito al recepimento della direttiva 93/109/CE: tra queste, in particolare, l’imposizione di ulteriori requisiti per iscriversi nelle liste elettorali (il che si traduce, pertanto, in ostacoli all’esercizio del diritto di voto dei cittadini dell’UE) e il non corretto recepimento delle disposizioni volte a tutelare la legittimità delle elezioni.

    Tutti questi casi, eccetto due, sono stati chiusi. Nei restanti casi, uno Stato membro ha adottato di recente una nuova legislazione che affronta le problematiche di recepimento[34], mentre l’altro Stato membro intende provvedere a breve[35].

    4.           Conclusioni

    In generale, la raccomandazione della Commissione sul rafforzare l’efficienza e la democrazia nello svolgimento delle elezioni europee è stata ben accolta. La presente è una relazione preliminare sulle iniziative adottate dagli Stati membri e dai partiti politici nazionali ed europei finalizzate ad accrescere la trasparenza, a sensibilizzare i cittadini e a promuovere campagne paneuropee sui candidati e sui rispettivi programmi. Questa relazione intende favorire lo scambio di buone pratiche nonché incoraggiare nuove iniziative per arricchire la vita democratica dell’Unione in vista delle prossime elezioni europee del 2014.

    Nel periodo preelettorale la Commissione continuerà a controllare l’attuazione della raccomandazione da parte degli Stati membri e dei partiti politici e aggiornerà regolarmente la tabella pubblicata on line[36] con le nuove informazioni fornite dagli Stati membri, in particolare dai dieci paesi che non avevano risposto alla richiesta di informazioni della Commissione al momento della stesura della presente relazione.

    A elezioni avvenute, la Commissione pubblicherà una relazione completa nella quale valuterà come è stata attuata la legislazione UE pertinente, raccomandazione compresa. Metterà in evidenza le iniziative adottate nel periodo precedente alle elezioni europee ed esaminerà il ruolo delle organizzazioni della società civile. In questo modo si potranno identificare eventuali nuove vie per il futuro che conducano a elezioni europee sempre più democratiche.

    [1]               Articolo 10 del trattato sull’Unione europea.

    [2]               Quasi 6 cittadini su 10 credono che votare alle elezioni europee sia il miglior modo di farsi sentire nell’ambito del processo decisionale dell’UE. Eurobarometro del Parlamento europeo (EB/EP 77.4), “Gli europei a due anni dalle elezioni europee del 2014”, 20 agosto 2012.

    [3]               Più di 7 cittadini su 10 ritengono che se i partiti politici nazionali indicassero in tutta la documentazione distribuita durante la campagna elettorale a quale partito politico europeo sono affiliati, la partecipazione alle urne aumenterebbe; inoltre, più di 8 cittadini su 10 affermano che maggiori informazioni su programmi e obiettivi dei candidati e dei partiti nel Parlamento europeo, sull’impatto dell’UE nella vita di tutti i giorni e sulle elezioni stesse aumenterebbero la motivazione a votare alle elezioni europee. Flash Eurobarometro 364 sui diritti elettorali dei cittadini dell’UE, sondaggio del novembre 2012.

    [4]               GU L 79 del 21.3.2013, pag. 29.

    [5]               Risoluzione del Parlamento europeo del 22 novembre 2012 sulle elezioni al Parlamento europeo nel 2014 [2012/2829(RSP)]. Risoluzione del Parlamento europeo del 4 luglio 2013 sul miglioramento delle modalità pratiche per lo svolgimento delle elezioni europee del 2014 [2013/2102(INI)].

    [6]               Direttiva 93/109/CE del Consiglio, del 6 dicembre 1993, relativa alle modalità di esercizio del diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni del Parlamento europeo per i cittadini dell’Unione che risiedono in uno Stato membro di cui non sono cittadini. GU L 329 del 30.12.1993, pag. 34.

    [7]               Al momento della stesura della presente relazione 18 Stati membri avevano trasmesso informazioni in risposta alla richiesta della Commissione: Belgio, Repubblica ceca, Danimarca, Estonia, Grecia, Spagna, Finlandia, Croazia, Ungheria, Lussemburgo, Lettonia, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Slovenia, Slovacchia, Regno Unito.

    [8]               Nel febbraio 2014 la Commissione ha interpellato tutti i partiti politici europei per preparare la presente relazione. I partiti che hanno risposto alla Commissione fornendo informazioni sono: Partito popolare europeo (PPE), Partito del socialismo europeo (PSE), Alleanza dei democratici e dei liberali per l’Europa (ALDE), Alleanza dei conservatori e riformisti europei (AECR), Movimento per un’Europa della libertà e della democrazia (MELD), Partito democratico europeo (PDE).

    [9]               http://ec.europa.eu/justice/citizen/voting-rights/index_en.htm.

    [10]             Cfr. Allegato.

    [11]             Cfr. Allegato.

    [12]             La Slovenia ha comunicato l’intenzione di modificare la legislazione nazionale e ha in seguito notificato tale modifica alla Commissione il 20 febbraio 2014.

    [13]             Parere del parlamento portoghese, commissione Affari europei (4 giugno 2013); parere del parlamento rumeno, Camera dei deputati (25 giugno 2013) e Senato (30 settembre 2013).

    [14]             http://www.elections2014.eu/it

    [15]             http://www.europarl.europa.eu/eye2014/en/news/news.html

    [16]             http://www.ombudsman.europa.eu/en/activities/calendarevent.faces/en/818/html.bookmark

    [17]             Cfr. Allegato.

    [18]             Atto del 1976 relativo all’elezione dei membri del Parlamento europeo a suffragio universale diretto, allegato alla decisione 76/787/CECA, CEE, Euratom del 20 settembre 1976 e da ultimo modificato dalla decisione 2002/772/CE del Consiglio, Euratom (GU L 283 del 21.10.2002, pag. 1).

    [19]             I Paesi Bassi non hanno rispettato tali norme nelle elezioni europee del 2009. In seguito all’intervento della Commissione, i Paesi Bassi si sono impegnati per iscritto ad adottare misure nell’ottica di allinearsi a tali norme e hanno impartito le pertinenti direttive alle autorità municipali per le elezioni europee del 2014.

    [20]             http://www.aegee.org/aegee-europe-launches-y-vote-2014/.

    [21]             http://www.myvote2014.eu/it.

    [22]             http://www.eui.eu/Projects/EUDO/EUandI/Index.aspx/.

    [23]             http://www.wecitizens.be/fr/elections-2014/.

    [24]             http://www.debatingeurope.eu/vote2014/.

    [25]             http://www.jef.eu/activities/projects/moveurope2014/.

    [26]             http://joieu.net/.

    [27]             http://ey2013-alliance.eu/.

    [28]             Relazione della Commissione “I dialoghi con i cittadini quale contributo allo sviluppo di uno spazio pubblico europeo”, COM(2014) 173 final.

    [29]             http://bookshop.europa.eu/uri?target=EUB:NOTICE:NA0414127:EN.

    [30]             Direttiva 93/109/CE del Consiglio, del 6 dicembre 1993, relativa alle modalità di esercizio del diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni del Parlamento europeo per i cittadini dell’Unione che risiedono in uno Stato membro di cui non sono cittadini. GU L 329 del 30.12.1993, pag. 34.

    [31]             Il meccanismo consiste nello scambio di informazioni tra gli Stati membri sui cittadini dell’UE iscrittisi per votare o per essere eletti nel loro Stato membro di residenza. Sulla base delle informazioni inviate dallo Stato membro di residenza, lo Stato membro d’origine deve eliminare dalla propria lista elettorale i cittadini interessati (o impedire loro con altri mezzi di votare o di essere eletti).

    [32]             Direttiva 2013/1/UE recante modifica della direttiva 93/109/CE relativamente a talune modalità di esercizio del diritto di eleggibilità alle elezioni del Parlamento europeo per i cittadini dell’Unione che risiedono in uno Stato membro di cui non sono cittadini, GU L 26 del 26.1.2013, pag. 27.

    [33]             Relazione ai sensi dell’articolo 25 TFUE “sui progressi verso l’effettiva cittadinanza dell’UE 2011‑2013”, COM(2013) 270.

    [34]             La Commissione sta esaminando la legge slovacca notificata di recente.

    [35]             La Repubblica ceca.

    [36]             http://ec.europa.eu/justice/citizen/voting-rights/index_en.htm.

    ALLEGATO: Risposta degli Stati membri in merito all’attuazione delle raccomandazioni della Commissione sulle elezioni del Parlamento europeo[1]

    PAESE || RACCOMANDAZIONE

    SVOLGIMENTO DEMOCRATICO DELLE ELEZIONI

    Gli Stati membri dovrebbero promuovere e semplificare l’informazione circa i collegamenti tra partiti dell’UE e partiti nazionali (I raccomandazione) || I partiti politici dovrebbero fornire informazioni sulla loro affiliazione ai partiti dell’UE (II raccomandazione) || I partiti politici (dell’UE e nazionali) dovrebbero render noto il proprio candidato alla presidenza della Commissione europea (III raccomandazione) || Gli Stati membri dovrebbero concordare una data elettorale comune (IV raccomandazione)

    AUSTRIA || La legislazione nazionale consente di indicare il nome dei partiti europei sulle schede elettorali*. || Nessuna risposta. || Nessuna risposta. || Nessuna risposta.

    BELGIO || La legislazione nazionale consente di aggiungere il simbolo del gruppo/partito politico europeo al simbolo del partito politico nazionale. || La legislazione nazionale consente ai partiti di mostrare la loro affiliazione europea durante le campagne. La divulgazione di tali informazioni è a discrezione dei partiti nazionali. || A discrezione dei partiti nazionali. ||

    BULGARIA || La legislazione nazionale non consente di indicare il nome e/o il simbolo dei partiti europei sulle schede elettorali*. || Nessuna risposta. || Nessuna risposta. || Nessuna risposta.

    CROAZIA || La legislazione nazionale non consente di indicare il nome e/o il simbolo dei partiti europei sulle schede elettorali. Le autorità competenti stanno considerando la possibilità di modificare le disposizioni vigenti relative alla pubblicazione del nome e del simbolo sulle schede elettorali*. || || || In linea con le disposizioni nazionali vigenti, le elezioni del PE si svolgono la domenica.

    CIPRO || Nessuna risposta. || Nessuna risposta. || Nessuna risposta. || Nessuna risposta.

    REPUBBLICA CECA || La legislazione nazionale non consente di indicare il nome e/o il simbolo dei partiti europei sulle schede elettorali. || Ai sensi del diritto nazionale non vi è alcun obbligo giuridico di fornire informazioni sull’affiliazione. Lo Stato non dovrebbe interferire con i partiti politici. La divulgazione di tali informazioni è a discrezione dei partiti nazionali. || || La Repubblica ceca disapprova la raccomandazione di concordare una data elettorale comune a livello europeo. Le elezioni si tengono tradizionalmente di venerdì e di sabato, e organizzarle di domenica potrebbe influire negativamente sull’affluenza alle urne.

    DANIMARCA || La legislazione nazionale non consente di indicare il nome e/o il simbolo dei partiti europei sulle schede elettorali. || La legislazione nazionale consente ai partiti di informare l’elettorato sulla loro affiliazione europea durante le campagne. La divulgazione di tali informazioni è a discrezione dei partiti nazionali. || ||

    ESTONIA || La legislazione nazionale non consente di indicare il nome e/o il simbolo dei partiti europei sulle schede elettorali. || La legislazione nazionale consente ai partiti di mostrare la loro affiliazione europea durante le campagne. La divulgazione di tali informazioni è a discrezione dei partiti nazionali. || ||

    FINLANDIA || La legislazione nazionale non consente di indicare il nome e/o il simbolo dei partiti europei sulle schede elettorali. || Le autorità nazionali hanno informato i partiti politici in merito alla raccomandazione di indicare la loro affiliazione ai partiti europei. || ||

    FRANCIA || La legislazione nazionale consente di indicare i simboli dei partiti europei sulle schede elettorali*. || La divulgazione delle informazioni sull’affiliazione ai partiti europei è a discrezione dei partiti nazionali*. || A discrezione dei partiti nazionali*. || In linea con le disposizioni nazionali vigenti, le elezioni del PE si svolgono la domenica*.

    GERMANIA || La legislazione nazionale non consente di indicare il nome e/o il simbolo dei partiti europei sulle schede elettorali*. || La legislazione nazionale consente ai partiti politici di indicare l’affiliazione ai partiti europei sulle liste dei loro candidati, pubblicate dal presidente di seggio elettorale federale tedesco*. || Nessuna risposta. || Nessuna risposta.

    GRECIA || La legislazione nazionale vigente non consente di indicare il nome e/o il simbolo dei partiti europei sulle schede elettorali. Tuttavia, entrerà in vigore un nuovo provvedimento che consentirà ai partiti nazionali di indicare in modo specifico la loro affiliazione ai partiti europei sulle schede elettorali. || Le autorità nazionali hanno informato il parlamento greco e i partiti nazionali in merito alla raccomandazione di indicare la loro affiliazione ai partiti europei. || Le autorità nazionali hanno informato il parlamento greco e i partiti nazionali in merito alla raccomandazione di indicare il candidato che essi intendono sostenere alla presidenza della Commissione europea. ||

    UNGHERIA || La legislazione nazionale vigente non consente di indicare il nome e/o il simbolo dei partiti europei sulle schede elettorali. Spetta ai partiti decidere se condividere informazioni sull’affiliazione europea durante la campagna. || || || In linea con le disposizioni nazionali vigenti, le elezioni del PE si svolgono la domenica.

    IRLANDA || La legislazione nazionale consente di indicare il nome dei partiti europei sulle schede elettorali*. || Nessuna risposta. || Nessuna risposta. || Nessuna risposta.

    ITALIA || Le autorità nazionali hanno invitato i partiti politici a divulgare le informazioni in merito alla loro affiliazione ai partiti europei mediante l’indicazione dei rispettivi simboli sulle schede elettorali*. || Le autorità nazionali hanno informato i partiti politici in merito alla raccomandazione di indicare la loro affiliazione ai partiti europei*. || Nessuna risposta. || Nessuna risposta.

    LETTONIA || La legislazione nazionale non consente di indicare il nome e/o il simbolo dei partiti europei sulle schede elettorali. || || || La Lettonia è cauta circa la possibilità di concordare una data elettorale comune a livello europeo e, di conseguenza, ha scelto di organizzare le elezioni di sabato, giorno in cui tradizionalmente si tengono le elezioni nel paese.

    LITUANIA || La legislazione nazionale non consente di indicare il nome e/o il simbolo dei partiti europei sulle schede elettorali*. || La divulgazione delle informazioni sull’affiliazione ai partiti europei è a discrezione dei partiti nazionali*. || A discrezione dei partiti nazionali*. || In linea con le disposizioni nazionali vigenti, le elezioni del PE si svolgono la domenica*.

    LUSSEMBURGO || La legislazione nazionale non consente di indicare il nome e/o il simbolo dei partiti europei sulle schede elettorali. || Le autorità nazionali informeranno i partiti nazionali in merito alla raccomandazione di indicare la loro affiliazione ai partiti europei. || Le autorità nazionali informeranno i partiti nazionali in merito alla raccomandazione della Commissione. ||

    MALTA || La legislazione nazionale non consente di indicare il nome e/o il simbolo dei partiti europei sulle schede elettorali. La questione è in discussione con i principali partiti nazionali. || Le autorità nazionali hanno informato i partiti politici in merito alla raccomandazione di indicare la loro affiliazione ai partiti europei. || Le autorità nazionali hanno informato i partiti politici e li hanno incoraggiati a indicare il candidato che essi intendono sostenere alla presidenza della Commissione europea. || Malta disapprova la raccomandazione di concordare una data elettorale comune a livello europeo e, di conseguenza, ha scelto di organizzare le elezioni di sabato, poiché tale giorno è ritenuto più adatto.

    PAESI BASSI || La legislazione nazionale consente, a discrezione dei partiti nazionali, di indicare il nome (non il simbolo) del partito europeo sulle schede elettorali, a condizione che il partito nazionale registri la sua affiliazione europea indicandone il nome in olandese. || Le autorità nazionali hanno informato i partiti politici in merito alla raccomandazione di indicare la loro affiliazione con i partiti europei. La divulgazione di tali informazioni è a discrezione dei partiti nazionali. || Le autorità nazionali hanno informato i partiti politici in merito alla raccomandazione di indicare il candidato che essi intendono sostenere alla presidenza della Commissione europea. La divulgazione del nome del candidato è a discrezione dei partiti nazionali. ||

    POLONIA || || || ||

    PORTOGALLO || || || ||

    ROMANIA || La legislazione nazionale non consente di indicare il nome e/o il simbolo dei partiti europei sulle schede elettorali. Sono in corso di adozione misure per consentirne l’indicazione*. || Nessuna risposta. || Nessuna risposta. || Nessuna risposta.

    SLOVACCHIA || La legislazione nazionale non consente di indicare il nome e/o il simbolo dei partiti europei sulle schede elettorali. La Slovacchia disapprova la raccomandazione in quanto la divulgazione di tali informazioni darebbe origine a una discriminazione nei confronti dei partiti nazionali non affiliati ai partiti europei. || || || La Slovacchia disapprova la raccomandazione di concordare una data elettorale comune a livello europeo e, di conseguenza, ha scelto di organizzare le elezioni il giorno sabato 24 maggio. Il sabato è ritenuto un giorno più adatto per gli elettori.

    SLOVENIA || Un recente emendamento alla legislazione nazionale ha reso possibile l’indicazione del nome e del simbolo dei partiti europei sulle schede elettorali (la Slovenia ha notificato alla Commissione la legge adottata a tale scopo il 20 febbraio 2014). || || ||

    SPAGNA || La legislazione nazionale consente di indicare il simbolo dei partiti europei sulle schede elettorali. || Le autorità nazionali informeranno i partiti nazionali in merito alla raccomandazione della Commissione. || Le autorità nazionali informeranno i partiti nazionali in merito alla raccomandazione della Commissione. ||

    SVEZIA || La legislazione nazionale non consente di indicare il nome e/o il simbolo dei partiti europei sulle schede elettorali. || Nessuna risposta. || Nessuna risposta. || Nessuna risposta.

    REGNO UNITO || La legislazione nazionale consente di indicare il nome e il simbolo dei partiti europei sulle schede elettorali. || La divulgazione di tali informazioni è a discrezione dei partiti nazionali. || La divulgazione del nome del candidato è a discrezione dei partiti nazionali. || Il Regno Unito disapprova la raccomandazione di concordare una data elettorale comune a livello europeo e, di conseguenza, ha scelto di tenere le elezioni di giovedì. Ritiene che un’unica data elettorale a livello di UE non farebbe aumentare l’affluenza alle urne.

    [1]               Diciotto Stati membri hanno trasmesso informazioni in risposta alla lettera della Commissione del 13 settembre: Belgio, Repubblica ceca, Danimarca, Estonia, Grecia, Spagna, Finlandia, Croazia, Ungheria, Lussemburgo, Lettonia, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Slovenia, Slovacchia, Regno Unito. Le informazioni direttamente attinenti all’attuazione della raccomandazione 2013/142/UE della Commissione figurano nella presente tabella. La Commissione ha inoltre chiesto informazioni a esperti nazionali in materia di elezioni, che sono inserite nella tabella contrassegnate da un asterisco (*).

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