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Document 52013IR8129

Parere del Comitato delle regioni — L’esecuzione del bilancio dell’UE

GU C 271 del 19.8.2014, p. 53–57 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

19.8.2014   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 271/53


Parere del Comitato delle regioni — L’esecuzione del bilancio dell’UE

2014/C 271/10

Relatore

Adam Struzik (PL/PPE), presidente della regione Masovia

I.   RACCOMANDAZIONI POLITICHE

IL COMITATO DELLE REGIONI

1.

richiama l’attenzione sul fatto che questa è la prima volta che elabora un parere sull’esecuzione del bilancio dell’Unione europea per presentare i punti di vista degli enti locali e regionali in merito sia alle attuali che alle prossime (2014-2020) prospettive finanziarie;

2.

informa che, per conferire maggiore qualità al presente parere, è stato effettuato un sondaggio tra gli enti locali e regionali (1); l’ampia partecipazione a tale consultazione è indice dell’interesse degli enti locali e regionali per il tema — l’esecuzione del bilancio dell’UE — e della loro volontà di cooperare per trovare soluzioni ai problemi e liberare il potenziale insito nell’approccio territoriale;

3.

sottolinea che il bilancio dell’UE è uno strumento di grande importanza per realizzare gli obiettivi dell’Unione europea — importanza da sottolineare soprattutto adesso, nel contesto di una crisi delle finanze pubbliche che ancora perdura in molti paesi e in considerazione della necessità di sostenere la competitività dell’economia europea, creare posti di lavoro e promuovere i valori comuni dell’Europa;

4.

fa notare che il bilancio dell’UE fornisce le risorse necessarie per conseguire gli obiettivi dell’Unione europea fissati nei Trattati e concordati ai massimi livelli politici (ossia tra il Consiglio, il Parlamento europeo e la Commissione), ma è al tempo stesso uno strumento essenziale per sostenere la realizzazione degli obiettivi delle politiche pubbliche perseguite a livello di Stati membri e le attività svolte dagli enti regionali e locali; a questo proposito, ritiene che un approccio maggiormente orientato ai risultati favorirà una migliore selezione degli obiettivi e degli strumenti, che rispecchi la diversità delle situazioni esistenti nei diversi territori dell’UE, e di conseguenza migliorerà l’efficacia e l’efficienza del bilancio UE;

5.

constata che gli enti locali e regionali partecipano all’esecuzione del bilancio dell’UE in quanto beneficiari diretti e in quanto gestori dei fondi europei, ma che, ciò nonostante, la responsabilità dell’esecuzione di tale bilancio a livello locale e regionale è condivisa con gli Stati membri, la Commissione europea e le altre istituzioni dell’UE;

6.

constata con soddisfazione che le disposizioni giuridiche relative al periodo di programmazione 2014-2020 rafforzano il ruolo della dimensione territoriale nell’attuazione delle politiche europee — e dunque rafforzano ulteriormente anche il ruolo degli enti regionali e locali nell’esecuzione del bilancio dell’UE;

7.

fa notare che il presente parere si concentra sui fondi europei di maggiore rilievo per gli enti locali e regionali, dunque soprattutto sui fondi strutturali e d’investimento europei (fondi SIE): il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il Fondo di coesione, il Fondo sociale europeo (FSE), il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP); ma, d’altro canto, richiama l’attenzione anche sull’importanza di altri fondi, come ad esempio Orizzonte 2020, per la realizzazione degli obiettivi di sviluppo stabiliti a livello europeo e nazionale ma anche regionale e locale;

Tasso di esecuzione del bilancio

8.

osserva che, se si tiene conto dell’attuale situazione sociale ed economica e del ritardo nell’adozione del quadro giuridico dei fondi europei per il periodo 2007-2013, nonché del fatto che molte delle politiche europee sono state create allo scopo di realizzare obiettivi strutturali a lungo termine anziché di promuovere effetti a breve sull’offerta, allora il tasso di esecuzione del bilancio UE dovrebbe essere considerato soddisfacente;

9.

rileva con preoccupazione che, benché sia in generale soddisfacente, il tasso di esecuzione del bilancio UE differisce notevolmente tra i diversi Stati membri e tra i singoli fondi;

10.

osserva che le differenze che si riscontrano tra i vari paesi riguardo al tasso di esecuzione del bilancio UE sono l’effetto di molti fattori — solo alcuni dei quali sono direttamente connessi all’esecuzione della spesa a livello di enti locali e regionali; e, tra i fattori che incidono su questo tasso di esecuzione, vanno annoverate:

l’efficacia del sistema di gestione dei singoli Stati membri,

le differenze nelle regole interne dei singoli fondi e nel rispettivo livello di complessità,

la qualità del quadro giuridico nazionale,

la disponibilità di mezzi finanziari per il cofinanziamento,

la capacità amministrativa,

l’efficienza dei sistemi di coordinamento, governance multilivello e partenariato;

11.

rileva che, secondo gli enti locali e regionali, il tasso di esecuzione del bilancio UE a livello europeo dipende soprattutto dagli Stati membri, mentre a incidere maggiormente sul tasso di attuazione dei progetti cofinanziati da tale bilancio è in primo luogo la capacità amministrativa degli enti locali e regionali e in secondo luogo la disponibilità di fondi (pubblici e nazionali) per il cofinanziamento e il livello di complessità delle regole che disciplinano i singoli fondi;

12.

in proposito, osserva che imputare il basso tasso di esecuzione dei progetti cofinanziati dal bilancio UE alla scarsa capacità amministrativa degli enti locali e regionali è giustificato solo in parte. Tali enti sono ben consapevoli del fatto che la loro capacità amministrativa è spesso insufficiente; tuttavia, sul tasso di esecuzione dei fondi europei a livello locale e regionale incidono anche questioni che rientrano nella competenza degli Stati membri e della Commissione europea;

13.

al riguardo, esorta gli Stati membri a cooperare maggiormente — e a coordinare meglio le rispettive attività — con gli enti regionali e locali nel predisporre i programmi operativi e le specifiche soluzioni applicative, in modo da garantire che i fondi europei siano impiegati nella maniera più rapida e migliore possibile ma anche con i minori oneri possibili per i beneficiari;

14.

esorta la Commissione europea e gli Stati membri ad adottare un approccio più attivo nei confronti delle nuove prospettive finanziarie, e in particolare ad attuare programmi di informazione e formazione per gli enti regionali e locali, con l’obiettivo di accrescere il tasso e la qualità dell’esecuzione del bilancio UE;

15.

fa notare che sul tasso di esecuzione di tale bilancio può incidere altresì l’indicazione, da parte della Commissione europea, dei migliori esempi (best practice) di progetti, in particolare nei campi in cui si richiede un approccio integrato che coinvolga più fondi, programmi e partner diversi — compresi i progetti realizzati nel quadro di nuovi strumenti quali gli «investimenti territoriali integrati» o lo «sviluppo locale di tipo partecipativo»;

16.

fa inoltre notare che, per accrescere il tasso di esecuzione dei progetti cofinanziati dall’UE a livello di enti locali e regionali, esistono anche altre possibilità:

si potrebbe dedicare un maggiore impegno a rendere più semplici le procedure per i beneficiari,

gli Stati membri potrebbero realizzare tempestivamente i presupposti necessari (le condizioni ex ante), che nella maggior parte dei casi esulano dalla sfera di competenza degli enti regionali e locali,

si potrebbe ampliare l’applicazione delle opzioni semplificate in materia di costi,

si potrebbero applicare i tassi massimi di cofinanziamento unionale,

si potrebbe semplificare l’accesso agli altri strumenti di finanziamento messi a disposizione dagli Stati membri, dai privati o dalla BEI,

la Commissione europea potrebbe considerare la possibilità di un’esenzione dall’obbligo di includere il cofinanziamento dei progetti europei nel calcolo del deficit del settore delle finanze pubbliche;

17.

è convinto che le nuove disposizioni relative ai fondi SIE avranno un impatto positivo sul tasso di esecuzione dei progetti cofinanziati dal bilancio UE a livello di enti regionali e locali, anche se, allo stato attuale dei preparativi per l’avvio delle prospettive finanziarie 2014-2020, non è possibile prevedere in che misura e in quali settori avrà luogo questo aumento;

18.

accoglie con favore la pubblicazione, da parte della Commissione europea, del Quadro finale di valutazione della semplificazione per il QFP 2014-2020 (2);

19.

riguardo poi al prossimo periodo di programmazione (post 2020), è necessario che il dialogo tra le istituzioni europee e gli Stati membri sia più efficace e di migliore qualità affinché i progetti di regolamento siano presentati, i negoziati condotti e le discussioni sulle proposte legislative concluse in tempo utile per consentire l’avvio dell’esecuzione del bilancio UE già all’inizio del 2021;

20.

osserva che non vi sono dati statistici completi sul contributo degli enti locali e regionali all’esecuzione del bilancio UE. Di conseguenza, esorta la Commissione europea e gli Stati membri a pubblicare regolarmente i dati relativi a questo aspetto (ad esempio nelle relazioni annuali sull’attuazione o nelle relazioni periodiche sulla coesione) e a effettuare valutazioni regolari al riguardo, che dovrebbero essere discusse anche con il Comitato delle regioni;

Livello di errori e altre questioni attinenti alla gestione

21.

fa notare che, secondo i dati forniti dalla Commissione europea e dalla Corte dei conti europea, i principali ambiti di errore sono i seguenti:

l’inammissibilità delle spese, e

l’inosservanza delle disposizioni in materia di appalti pubblici;

22.

osserva che il costo del controllo contabile sulle spese per la coesione può essere stimato in circa 860 milioni di EUR, pari allo 0,2 % del bilancio totale del FESR/Fondo di coesione e del FSE (3);

23.

rileva con soddisfazione che, secondo la Corte dei conti europea, dal 2009 le irregolarità nelle spese sostenute in relazione alla coesione nel periodo di programmazione 2007-2013 si attestano su un livello nettamente inferiore a quello osservato per il periodo di programmazione precedente (2000-2006) (4);

24.

rileva che il livello di errori presente nel bilancio UE non rispecchia gli abusi nell’impiego delle relative risorse (frodi), bensì la capacità delle categorie di beneficiari, come gli enti regionali e locali, di ottemperare alle regole stabilite e la qualità dei sistemi di coordinamento, controllo e gestione nazionali ed europei;

25.

in proposito, osserva che la riduzione della quantità di errori in questi due campi dipende dalla cooperazione tra gli enti regionali e locali, gli Stati membri, la Commissione europea e le altre istituzioni dell’UE, e invoca dunque una cooperazione più stretta non solo nella fase di attuazione dei programmi e progetti cofinanziati dall’UE ma anche in quella di preparazione delle disposizioni giuridiche e degli orientamenti. Sottolinea inoltre la necessità che i servizi della Commissione effettuino una valutazione della conformità dei sistemi nazionali in materia di ammissibilità e appalti pubblici al diritto europeo prima ancora che inizi l’esecuzione dei suddetti programmi e progetti e non solo nel corso della loro attuazione;

26.

rammenta che, se vengono rilevate irregolarità, vengono effettuate delle correzioni finanziarie, il che non incide solo sul tasso di esecuzione dei fondi europei ma ha ripercussioni negative anche sulla possibilità di raggiungere i risultati previsti;

27.

accoglie con soddisfazione il fatto che, nel nuovo periodo di programmazione, le regole sull’ammissibilità delle spese saranno applicate in maniera più flessibile. In tale contesto, vanno valutate con particolare favore le proposte, relative all’FSE, di un più ampio ricorso ai pagamenti forfettari e ai tassi fissi al posto del rimborso dei costi effettivi. Ciò dovrebbe avere un impatto positivo in termini di riduzione degli oneri amministrativi per i beneficiari, a condizione che la Commissione europea monitori attentamente la situazione, in modo da incoraggiare gli Stati membri ancora esitanti ad avvalersi dei meccanismi di semplificazione proposti;

28.

ritiene che, dato che i costi semplificati non trovano applicazione nei progetti realizzati nel quadro di appalti pubblici, la Commissione dovrebbe esaminare la possibilità di introdurre semplificazioni analoghe per i progetti finanziati da fondi diversi dall’FSE;

29.

riconosce i progressi compiuti in direzione dell’armonizzazione delle norme e delle procedure per tutti i fondi SIE; ma fa notare che fra gli enti regionali e locali sussiste molta incertezza riguardo agli effetti dei nuovi regolamenti in termini di più agevole attuazione dei progetti o di ampliamento delle possibilità di coordinamento tra i fondi SIE ed altri fondi esterni quali Orizzonte 2020. Ciò evidenzia la necessità che la Commissione europea, la Corte dei conti europea e gli Stati membri intraprendano un’azione di informazione e formazione, tra l’altro anche allo scopo di promuovere l’impiego dei modelli di costo semplificati (5);

30.

fa notare che effetti positivi sul livello di irregolarità dovrebbero essere prodotti dall’adozione, per tutti i fondi SIE, di principi fondamentali comuni, nonché consentendo agli Stati membri di elaborare regole proprie sull’ammissibilità delle spese, in base alle esigenze specifiche dei rispettivi territori;

31.

propone che, per quanto attiene ai sistemi di controllo, si presti maggiore attenzione a garantire il coordinamento tra i controlli effettuati dalle diverse istituzioni preposte alla gestione e all’audit: autorità nazionali e regionali, Commissione europea, Corte dei conti europea. Rammenta che i controlli devono assolvere la funzione loro propria: migliorare la qualità dell’attuazione dei progetti; e in proposito ricorda che, secondo gli enti regionali e locali, le correzioni finanziarie effettuate sono spesso sproporzionate rispetto all’entità delle irregolarità rilevate;

32.

manifesta preoccupazione per il fatto che, per mancanza di capacità amministrativa e di risorse, le autorità preposte al controllo tendono sempre più a esternalizzare tale attività, affidandola a società di revisione private (48 % dei casi), col risultato di far lievitare la spesa pubblica complessiva per i controlli e «perdere la presa» sulla programmazione dei progetti;

Liquidità del bilancio UE e questioni di programmazione finanziaria

33.

osserva che, anno dopo anno, diventa sempre più difficile assicurare al bilancio dell’UE un flusso stabile di contributi da parte degli Stati membri, a causa del numero, ogni anno maggiore, di crediti non riscossi che si registra alla fine dell’esercizio finanziario;

34.

fa notare che questo problema può ripercuotersi in misura significativa anche sull’attività degli enti regionali e locali, in quanto prolunga i tempi di attesa per ottenere il rimborso delle spese, destando così particolare inquietudine nei paesi più colpiti dalla crisi;

35.

osserva che le cause di questo aumento dei debiti insoluti a livello di bilancio UE sono:

le difficoltà incontrate dagli Stati membri nel programmare in dettaglio la spesa annuale, e la programmazione molto meccanica degli stanziamenti di pagamento da parte della Commissione europea,

le dispute tra gli Stati membri in merito ai rispettivi contributi al finanziamento della spesa nel bilancio annuale dell’UE;

36.

rileva con preoccupazione che tutto ciò rischia di far lievitare l’importo del RAL (6) — un problema, questo, che riguarda in particolar modo la politica di coesione e di sviluppo rurale. Supponendo che non vi siano grandi perdite nelle allocazioni degli Stati membri per effetto dell’applicazione della regola del disimpegno automatico, ciò può rendere necessario aumentare significativamente il bilancio UE per gli anni 2014 e 2015;

37.

osserva che, nel nuovo periodo di programmazione, l’estensione della regola del disimpegno automatico a N+3 anni potrebbe far crescere ulteriormente il livello del RAL — il che non dovrebbe, tuttavia, essere interpretato come un incentivo ad aumentare il numero degli stanziamenti annullati dalla Commissione, bensì come un imperativo a migliorare la qualità della programmazione finanziaria a tutti i livelli: locale, nazionale ed europeo;

38.

rileva che, per contribuire a migliorare la qualità della programmazione finanziaria a livello di enti locali e regionali, si potrebbe garantire maggiore chiarezza quanto alle modalità d’uso, da parte dei beneficiari, degli anticipi finanziari (messi a disposizione degli Stati membri dalla Commissione europea) e introdurre nei nuovi regolamenti sulla politica di coesione un termine massimo di 90 giorni per i pagamenti ai beneficiari;

Orientamento ai risultati

39.

rileva che i risultati ottenuti spendendo i fondi dell’UE sono sempre più visibili in un contesto locale e regionale che a livello di categorie macroeconomiche. Molto spesso, però, l’impatto del bilancio unionale sullo sviluppo di singoli paesi e regioni e in generale dell’Europa non può essere evidenziato adeguatamente poiché la qualità delle analisi è insoddisfacente e in quanto si concentra l’attenzione sul tasso di esecuzione anziché sul conseguimento degli obiettivi stabiliti;

40.

in proposito, accoglie con favore il fatto che, nelle prospettive finanziarie 2014-2020, tutti i fondi unionali, e in particolare i fondi SIE, saranno più orientati ai risultati. Secondo i partecipanti al sondaggio, ciò consentirà di impiegare i fondi unionali in maniera più efficace e aumenterà le possibilità di conseguire gli obiettivi dell’UE grazie a interventi mirati dal punto di vista tematico e territoriale;

41.

osserva che per realizzare questo maggiore orientamento ai risultati occorre assicurarsi che vi sia un collegamento logico tra gli obiettivi stabiliti, i valori degli indicatori, i quadri di riferimento e i sistemi di monitoraggio e di valutazione;

42.

avverte tuttavia che questo approccio più orientato ai risultati potrà dare i suoi frutti soltanto se il processo di definizione degli obiettivi, nonché degli indicatori e dei loro valori, a livello di programmi operativi sarà di alto livello qualitativo e tale da rispecchiare non solo gli obiettivi europei, ma anche quelli specifici delle diverse realtà territoriali;

43.

considerata l’importanza, ma anche la novità, di questo approccio maggiormente orientamento ai risultati, invita la Commissione europea a varare programmi di informazione e formazione sulla definizione degli obiettivi, nonché degli indicatori e dei loro valori, e sull’elaborazione dei quadri di riferimento; e fa notare che occorre migliorare ulteriormente i sistemi di monitoraggio e valutazione negli Stati membri, tenendo conto del ruolo e delle esigenze degli enti locali e regionali;

44.

pone l’accento sulla grande importanza, ai fini del successo del nuovo approccio più orientato ai risultati, della qualità dei negoziati sui programmi operativi, che dovrebbero essere considerati dalla Commissione e dagli Stati membri come un processo di apprendimento reciproco;

45.

ribadisce inoltre la sua preoccupazione che la «riserva di efficacia e di efficienza» — che è pari al 6 % del bilancio per la coesione per l’obiettivo «Investimenti a favore della crescita e dell’occupazione» e alla stessa percentuale di quello per lo sviluppo rurale — non sia uno strumento appropriato per conseguire tali risultati;

Il coinvolgimento degli enti locali e regionali nei dibattiti strategici

46.

osserva che l’impiego dei fondi unionali può essere reso più efficiente ed efficace soltanto grazie alla partecipazione attiva di tutte le parti interessate — soprattutto di quelle cui incombe la responsabilità della maggior parte delle spese sostenute, e che recano quindi il maggiore contributo alla realizzazione degli obiettivi politici perseguiti dall’UE, ossia in particolare gli enti regionali e locali;

47.

dichiara, in linea con i risultati del sondaggio, la sua piena disponibilità a partecipare attivamente ai dibattiti più importanti condotti a livello europeo e a contribuire, in quanto interlocutore affidabile degli Stati membri e delle istituzioni europee, alla preparazione e all’esecuzione del bilancio dell’UE. In particolare ciò comporterà un maggiore coinvolgimento nel lavoro delle istituzioni europee — un impegno in cui rientra anche l’elaborazione di propri pareri (come il presente), analisi e relazioni in merito alle questioni più importanti per gli abitanti dell’Unione.

Bruxelles, 26 giugno 2014

Il presidente del Comitato delle regioni

Michel LEBRUN


(1)  Risultati del sondaggio/consultazione online sull’esecuzione del bilancio dell’UE — Comitato delle regioni, unità E.2 — Rete di controllo della sussidiarietà/Piattaforma di monitoraggio Europa 2020/Patto dei sindaci/GECT. Team della Piattaforma di monitoraggio Europa 2020.

(2)  COM(2014) 114, del 3 marzo 2014.

(3)  Ibidem, pagg. 43 e 45.

(4)  Cfr. M. Weber, C. Latopoulou e J. Guevara López, The «COST of Control» of Auditing Cohesion Expenditure, EStIF 1/2014, pag. 39.

(5)  Cfr. la relazione annuale della Corte dei conti europea sull’esecuzione del bilancio per l’esercizio finanziario 2012 (http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:52013TA1114(01)&from = EN).

(6)  RAL è l’acronimo di «reste à liquider», espressione francese che designa gli impegni che restano da liquidare (ossia gli impegni residui). La differenza tra il livello degli impegni e il livello dei relativi pagamenti in un dato anno rappresenta gli impegni residui aggiuntivi per l’anno stesso.


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