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Document 52013IR0275

    Parere del Comitato delle regioni «Il progetto di bilancio dell'UE per l'esercizio 2014»

    GU C 356 del 5.12.2013, p. 15–22 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    5.12.2013   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

    C 356/15


    Parere del Comitato delle regioni «Il progetto di bilancio dell'UE per l'esercizio 2014»

    2013/C 356/04

    IL COMITATO DELLE REGIONI

    evidenzia che il processo di redazione del bilancio annuale dell'UE è di natura politica e strategica per gli enti locali e regionali, e propone una consultazione ufficiale sui bilanci degli anni futuri;

    accoglie favorevolmente gli sforzi compiuti dalla Commissione europea per fornire informazioni sui soggetti che ricevono finanziamenti dall'UE, ma reputa che le informazioni a disposizione del pubblico siano inadeguate e troppo frammentarie per ricavarne un quadro globale preciso dei fondi europei spesi e gestiti dagli enti locali e regionali;

    sottolinea che monitorerà con attenzione se un'eventuale lentezza nell'avvio della programmazione e del ritmo di assorbimento avrà un'incidenza negativa sulla revisione intermedia del quadro finanziario pluriennale (QFP) prevista per il 2016;

    rileva che circa un terzo degli impegni residui totali (70,7 miliardi di euro) sarà pagato nel 2014, ma condivide i timori espressi dalla Commissione europea in rapporto agli anni finanziari 2015 e 2016;

    considera inaccettabile che i pagamenti siano rimandati e raccomanda che la scadenza di pagamento di 60 giorni per i programmi in gestione concorrente sia vincolante e che venga introdotta una sanzione legale o finanziaria se il pagamento non è eseguito entro la scadenza;

    si rammarica per l'assenza di riferimenti al semestre europeo nella presentazione politica delle priorità del bilancio dell'UE per il 2014;

    propone che la piena anticipazione dell'iniziativa per l'occupazione giovanile (YEI) venga accompagnata da misure appropriate (ad esempio, lo sviluppo di capacità) ai fini di una veloce attuazione;

    chiede un'ulteriore anticipazione degli stanziamenti d'impegno fino a 200 milioni di euro per Orizzonte 2020, 150 milioni di euro per Erasmus e 50 milioni di euro per COSME negli anni 2014-2015;

    si rallegra che sia previsto uno storno di 351,9 milioni di euro dal primo al secondo pilastro della politica agricola comune (PAC) e ribadisce la propria ferma opposizione a storni nella direzione opposta;

    propone che la flessibilità aggiuntiva del «margine globale per la crescita e l'occupazione» venga impiegata per la rubrica 1b.

    Relatore

    Luc VAN DEN BRANDE (BE/PPE), presidente dell'Ufficio di collegamento Fiandre-Europa

    Testi di riferimento

    Commissione europea, Stato di previsione per l'esercizio finanziario 2014 (preparazione del progetto di bilancio per il 2014)

    SEC(2013) 370, giugno 2013

    Consiglio dell'Unione europea, Progetto di regolamento del Consiglio che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020

    (11655/13), 27 giugno 2013

    I.   RACCOMANDAZIONI POLITICHE

    IL COMITATO DELLE REGIONI

    1.

    sottolinea che per la prima volta elabora un parere sulla procedura di bilancio annuale dell'UE per esprimere il punto di vista degli enti locali e regionali sulle rubriche di bilancio di cui essi sono i beneficiari principali e in cui sono direttamente coinvolti;

    2.

    evidenzia che il processo di redazione del bilancio annuale dell'UE è di natura politica e strategica per gli enti locali e regionali, e propone una consultazione ufficiale sui bilanci degli anni futuri da parte della Commissione, del Consiglio o del Parlamento europeo, per consentire al CdR di formulare la propria posizione dopo la pubblicazione del progetto di bilancio da parte della Commissione europea e preferibilmente prima che il Consiglio lo trasmetta al Parlamento;

    3.

    mette in risalto che il presente parere non si occupa delle spese amministrative di cui alla rubrica 5 del bilancio dell'UE;

    4.

    concentra l'attenzione del presente parere sulle rubriche di bilancio che rivestono l'interesse maggiore per sé e per gli enti locali e regionali, compresi i fondi strutturali, Orizzonte 2020, il programma per la competitività delle imprese e delle PMI (COSME), il Fondo di coesione e altri programmi in gestione concorrente, come il FEAMP, il FEASR e LIFE+.

    Il bilancio dell'UE e gli enti locali e regionali

    5.

    osserva che il bilancio dell'UE è di particolare importanza per gli enti locali e regionali, in quanto essi gestiscono direttamente alcuni programmi dell'UE in gestione concorrente e sono quindi direttamente toccati dal livello degli stanziamenti sia d'impegno che di pagamento in questi settori, specialmente se si tiene conto dei ritardi nei pagamenti derivanti dall'accumularsi negli ultimi anni di impegni residui, cosa che influisce direttamente sulle finanze pubbliche di molti enti locali e regionali di tutta l'UE;

    6.

    rileva inoltre che molti enti locali e regionali che beneficiano di fondi europei — come il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il Fondo di coesione, il Fondo sociale europeo (FSE), il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) — dipendono fortemente da tali finanziamenti per raggiungere i loro obiettivi strategici;

    7.

    desidera inoltre ricordare che il bilancio dell'UE rappresenta soltanto una piccola percentuale (circa il 2 %) della spesa pubblica complessiva all'interno dell'Unione europea ed è di per sé insufficiente ad assicurare i 1 800 miliardi di euro di investimenti diretti orientati al futuro che la strategia Europa 2020 richiede. Il Comitato delle regioni ritiene pertanto che sia cruciale un ulteriore coinvolgimento degli enti locali e regionali nel nuovo quadro europeo di governance economica e sottolinea l'importanza della partecipazione di detti enti nel quadro degli accordi di partenariato;

    8.

    mette in rilievo che gli investimenti a partire dal bilancio dell'UE hanno sia un effetto moltiplicatore che un effetto leva attraverso il cofinanziamento pubblico e privato a livello locale, regionale e nazionale. In molti Stati membri gli investimenti pubblici dipendono in grande misura dai fondi strutturali, che rappresentano oltre il 30 % dell'investimento pubblico in 13 Stati membri e, in 6 paesi UE, anche più del 60 %;

    9.

    osserva che non esiste una visione chiara in merito alla quota di competenza delle regioni e dei governi locali, sebbene si presuma che gran parte del bilancio dell'UE venga spesa dalle autorità nazionali e dagli enti locali e regionali, da enti pubblici, ONG, organizzazioni non a scopo di lucro, organismi privati, persone fisiche e giuridiche, università e istituti d'istruzione, ecc., e che complessivamente un terzo della spesa pubblica e due terzi degli investimenti pubblici siano effettuati a livello locale e regionale;

    10.

    è convinto che gli enti locali e regionali siano un fattore essenziale e insostituibile per quel che riguarda l'attuazione di obiettivi strategici europei. Ad esempio, gli enti locali e regionali partecipano, direttamente o indirettamente, a:

    i programmi per l'occupazione rivolti a disoccupati, immigrati, donne, ecc.;

    i programmi tesi a promuovere l'occupazione giovanile;

    l'integrazione sociale di gruppi vulnerabili;

    la lotta contro la discriminazione sul luogo di lavoro;

    il dialogo interculturale e la diffusione della cultura;

    l'inclusione sociale e la partecipazione dei giovani;

    la promozione della partecipazione delle persone con disabilità nella società;

    il sostegno al settore audiovisivo;

    la tutela dell'ambiente e la biodiversità;

    l'attuazione del Settimo programma quadro per la ricerca e lo sviluppo tecnologico;

    i programmi per la modernizzazione e la diversificazione della struttura economica e per la creazione di posti di lavoro in settori quali le TIC, il turismo, l'energia, la salute, l'ambiente, la ricerca, ecc.;

    la promozione dell'innovazione e della conoscenza;

    l'accesso ai trasporti e alle telecomunicazioni;

    la promozione dell'efficienza energetica e dei trasporti pubblici;

    le energie rinnovabili;

    la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale;

    la soluzione di problemi specifici di città, di aree remote, ecc.;

    la costruzione delle reti di trasporto europee;

    i programmi di mitigazione dei cambiamenti climatici;

    il miglioramento della competitività del settore agricolo;

    il miglioramento della qualità di vita nelle aree rurali;

    la diversificazione dell'economia rurale;

    lo sviluppo sostenibile delle zone di pesca, ecc.;

    11.

    ne deduce che le regioni e gli enti locali sono coinvolti, direttamente e/o indirettamente, nella gestione o nella spesa di più del 75 % del bilancio dell'UE (1);

    12.

    accoglie favorevolmente gli sforzi compiuti dalla Commissione europea per fornire informazioni sui soggetti che ricevono finanziamenti dall'UE, sia direttamente dalla Commissione stessa oppure tramite le autorità nazionali o gli enti regionali, allo scopo di accrescere la responsabilizzazione attraverso una maggiore trasparenza, ma reputa che le informazioni a disposizione del pubblico siano inadeguate e troppo frammentarie per ricavarne un quadro globale preciso dei fondi europei spesi e gestiti dagli enti locali e regionali;

    13.

    deplora la mancanza di dati statistici che gli consentano di svolgere il proprio ruolo consultivo e chiede alla Commissione europea di fornire, a partire dal 2014:

    dati consolidati sugli importi ricevuti e sugli importi rimasti da liquidare (RAL) (2) per linea di bilancio e tipo di beneficiario, specialmente le autorità pubbliche infrastatali;

    la ripartizione degli impegni residui non solo per paese ma anche per categoria di beneficiario (autorità nazionale o autorità pubblica infrastatale);

    gli importi raccolti dalle autorità nazionali e/o dalle autorità pubbliche infrastatali per il cofinanziamento dei progetti UE in gestione concorrente;

    14.

    esorta la Commissione, il Parlamento europeo e il Consiglio a snellire e armonizzare le modalità di presentazione delle modifiche ai progetti di bilancio, allo scopo di facilitare il processo di controllo democratico;

    15.

    sottolinea a questo proposito che l'efficacia della politica europea dipende da una corretta applicazione del principio della governance multilivello, che è considerato il principio generale che disciplina i fondi strutturali (3). Questo significa che tutti i livelli di governo devono collaborare efficientemente, ciascuno secondo le proprie competenze, per raggiungere gli obiettivi strategici. Le regioni e gli enti locali non possono essere considerati beneficiari alla stessa stregua delle ONG, delle organizzazioni private, delle imprese, degli istituti d'istruzione, ecc.;

    16.

    sostiene l'iniziativa della Commissione europea relativa al Codice di condotta europeo in materia di partenariato (ECCP) quale integrazione al regolamento recante disposizioni comuni. L'ECCP approfondisce e concretizza il partenariato nella preparazione, attuazione e valutazione dei programmi e fondi del quadro strategico comune (QSC). Il Comitato è dell'avviso che un partenariato di questo tipo sia la migliore garanzia di un uso efficiente delle risorse e di un allineamento alle necessità delle regioni o delle comunità locali; si rammarica pertanto che il Consiglio non abbia incluso l'ECCP nello schema di negoziato, sebbene esso rappresenti uno strumento di gestione importante per il periodo di programmazione 2014-2020;

    17.

    invita la Commissione a riferire chiaramente con quale sistema gli enti locali e regionali sono stati coinvolti in modo tempestivo e strutturato nell'elaborazione degli accordi di partenariato e dei programmi operativi per il periodo 2014-2020;

    18.

    ribadisce la necessità di ridurre l'onere amministrativo per gli enti locali e regionali e raccomanda alla Commissione, al Consiglio e al Parlamento europeo di tenere conto di questa necessità attraverso lo sviluppo di nuove regole che abbiano effetto sugli enti locali e regionali;

    19.

    ribadisce la propria richiesta affinché le proposte della Commissione tengano conto della qualità della spesa pubblica nella contabilità macroeconomica dell'Unione europea e degli Stati membri. Tali proposte dovrebbero affrontare in particolare la questione della separazione, ai fini del calcolo del disavanzo di bilancio, tra spesa corrente e investimenti, così da evitare di considerare voci negative gli investimenti che apportano benefici netti a lungo termine;

    20.

    si rallegra per gli sforzi intrapresi dalla Commissione europea per monitorare la spesa pubblica relativa alle azioni per il clima.

    Il quadro finanziario pluriennale (QFP) e gli enti locali e regionali

    21.

    accoglie favorevolmente l'accordo politico che il Parlamento europeo, la presidenza del Consiglio e la Commissione hanno raggiunto il 27 giugno 2013 sul quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020;

    22.

    è preoccupato che la Commissione non disponga di una strategia adeguata per la gestione del rischio relativo alla possibilità che, in assenza di un quadro finanziario pluriennale, il funzionamento della politica di coesione sia basato su bilanci annuali;

    23.

    è particolarmente preoccupato che il livello complessivo del prossimo QFP, che è stato deciso dal Consiglio europeo, possa non essere sufficiente a realizzare le aspirazioni dell'UE indicate nella strategia Europa 2020 e nel Patto per la crescita e l'occupazione;

    24.

    deplora che il massimale del QFP per gli stanziamenti d'impegno (960 miliardi di euro) sia inferiore di 34 miliardi a quello del periodo 2007-2013 — proprio quando l'Europa ha bisogno dei mezzi necessari per superare l'attuale crisi in modo coordinato — e che tale massimale sia inferiore di oltre 80 miliardi a quello originariamente proposto dalla Commissione;

    25.

    appoggia la posizione del Parlamento europeo secondo cui il regolamento sul QFP non può essere adottato legittimamente se non viene raggiunto un accordo politico sulle basi giuridiche pertinenti;

    26.

    si rammarica che non sia stato compiuto alcun progresso tangibile sulla riforma del sistema delle risorse proprie quale metodo per ridurre il contributo diretto degli Stati membri al bilancio dell'UE; esorta quindi il Consiglio, la Commissione e il Parlamento europeo a definire quanto prima il mandato e la composizione del gruppo di lavoro sulle risorse proprie, come stabilito nell'accordo del 27 giugno, in modo da poter disporre, secondo il termine previsto, di una prima valutazione entro il 2014. Il gruppo di lavoro dovrebbe essere convocato al momento dell'adozione formale del regolamento sul QFP;

    27.

    accoglie favorevolmente l'accordo raggiunto sul rafforzamento della flessibilità — per utilizzare completamente i massimali del QFP consentendo il riporto automatico degli stanziamenti non utilizzati da un anno finanziario a quello successivo — e sul riesame obbligatorio e la conseguente revisione del QFP entro la fine del 2016;

    28.

    ribadisce la propria chiara e netta opposizione a ogni forma di condizionalità macroeconomica, e ritiene che l'opzione di estenderla a tutte le rubriche di bilancio — come chiesto da alcuni Stati membri — non sia di alcuna utilità, in quanto rischia di penalizzare pesantemente gli enti locali e regionali, che non sono responsabili del mancato rispetto degli obblighi da parte del rispettivo Stato membro. Deplora che la condizionalità macroeconomica sia ancora menzionata nell'art. 6 del progetto di regolamento del Consiglio che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020;

    29.

    ribadisce il proprio rifiuto della riserva di efficacia ed efficienza, in quanto potrebbe incentivare lo sviluppo di progetti modesti e scoraggiare l'innovazione. Deplora che venga fatto riferimento a tale riserva nella presentazione politica del progetto di bilancio per il 2014;

    30.

    appoggia la posizione del PE secondo cui l'approvazione del regolamento sul QFP non può essere accordata a meno che non vi sia una «garanzia assoluta» che gli impegni residui per il 2013 saranno pienamente coperti e che, pertanto, il Consiglio dovrebbe non soltanto prendere una decisione ufficiale sul progetto di bilancio rettificativo (PBR) 2/2013 (7,3 miliardi di euro), ma anche tener fede al suo impegno politico di adottare senza indugi un ulteriore bilancio rettificativo (3,9 miliardi di euro, per raggiungere i necessari 11,2 miliardi di euro (4)); a questo riguardo, accoglie favorevolmente la scelta della Commissione di basare il progetto di bilancio per il 2014 sull'ipotesi che i due PBR per il 2013 saranno adottati;

    31.

    sottolinea che monitorerà con attenzione se un'eventuale lentezza nell'avvio della programmazione e del ritmo di assorbimento avrà un'incidenza negativa sulla revisione intermedia del QFP prevista per il 2016.

    Il disavanzo strutturale del bilancio dell'UE

    32.

    è preoccupato per il disavanzo strutturale aggiuntivo di 52 miliardi di euro che il QFP per il periodo 2014-2020 introduce nel bilancio europeo. Secondo gli enti regionali e locali, che dipendono ampiamente dai fondi europei per i loro investimenti, si tratta di una tendenza molto pericolosa, in quanto la Commissione non sarà in grado di onorare puntualmente gli impegni assunti per mancanza di stanziamenti di pagamento, e il Comitato fa presente che la creazione di questo disavanzo strutturale nel bilancio europeo è in contrasto con le disposizioni del Trattato (artt. 310 e 323 del TFUE);

    33.

    si dichiara estremamente sorpreso che, persino nell'ipotesi di adozione dei due PBR per il 2013 (per un totale di 11,2 miliardi di euro di pagamenti aggiuntivi), sia ancora previsto per la fine del 2013 un ammontare di impegni residui di circa 225 miliardi di euro (5) proveniente dai programmi del periodo 2007-2013 nel nuovo periodo di finanziamento, il che rappresenta il 25 % circa del massimale totale del QFP per i pagamenti lungo il periodo 2014-2020 (908,4 miliardi di euro) e 1,6 volte il bilancio annuale dell'UE;

    34.

    osserva che questo ammontare di impegni residui è in contrasto con l'obiettivo politico espresso dal Parlamento europeo nei negoziati per l'avvio del nuovo periodo di programmazione da una «nuova piattaforma», e avverte che alla fine del 2020 gli impegni residui saranno pari a circa 277 miliardi di euro (6) e che questo «divario», ossia il disavanzo strutturale, aumenterà ad ogni QFP;

    35.

    sottolinea che i due settori a cui sono maggiormente imputabili gli impegni residui sono la politica di coesione (due terzi del totale) e lo sviluppo rurale, e raccomanda che vengano trovate soluzioni per evitare l'accumularsi di impegni residui negli anni;

    36.

    appoggia la richiesta del Parlamento europeo alla Commissione di «riferire mensilmente (…) in merito all'andamento delle richieste di pagamento da parte degli Stati membri a titolo dei fondi strutturali, del Fondo di coesione e dei fondi per lo sviluppo rurale e la pesca (suddivise per Stato membro e per fondo)»;

    37.

    rileva che circa un terzo degli impegni residui totali (70,7 miliardi di euro) sarà pagato nel 2014, ma condivide i timori espressi dalla Commissione europea in rapporto agli anni finanziari 2015 e 2016 in quanto, mentre per il 2014 — che è il primo anno del nuovo QFP — c'è margine di manovra con gli stanziamenti di pagamento, visto che i nuovi programmi avranno bisogno di tempo per diventare operativi (specialmente quelli in gestione concorrente), questa flessibilità si ridurrà progressivamente col passare degli anni;

    38.

    sottolinea a questo proposito l'elemento positivo nel quadro dell'accordo sul QFP (7) rappresentato dalle opzioni di flessibilità all'interno del QFP stesso e il cosiddetto «margine globale per i pagamenti» (8);

    39.

    è preoccupato che la Commissione non preveda alcun margine per il 2014, visto che il livello dei pagamenti è fissato a 136,1 miliardi di euro, e questo significa che la Commissione non disporrà di un margine aggiuntivo per il 2015 e che il disavanzo strutturale rischia di accumularsi nuovamente con la fase preparatoria dei nuovi programmi nel periodo 2014-2020 e l'arretrato rimasto proveniente dal periodo 2007-2013 (+/– 155 miliardi di euro);

    40.

    richiama l'attenzione sulle conseguenze della nuova regola «n+3» per i disimpegni nel campo della politica di coesione in rapporto all'accumulo di impegni residui negli anni a venire. A questo proposito raccomanda che negli anni 2014-2016 venga data la priorità al pagamento degli impegni residui provenienti dal periodo 2007-2013 (ossia, 70 miliardi di euro ogni anno per tre anni), in quanto gli impegni residui derivanti dal nuovo periodo di programmazione inizieranno con tutta probabilità a formarsi nel 2017-2018 (2014 + 3 anni, contando sul ritardo nell'avvio dei programmi nel 2014 a causa del tardivo accordo sul QFP);

    41.

    considera inaccettabile che i pagamenti siano rimandati e raccomanda che la scadenza di pagamento di 60 giorni per i programmi in gestione concorrente sia vincolante e che venga introdotta una sanzione legale o finanziaria se il pagamento non è eseguito entro la scadenza; al riguardo, quando i pagamenti non rispettano la scadenza, per altri fondi si potrebbe prendere in considerazione la sanzione finanziaria (interessi) già esistente per i programmi gestiti centralmente (ad es. il Settimo programma quadro, i progetti connessi al futuro programma Orizzonte 2020). Questo è un tema di particolare importanza per gli enti locali e regionali in attesa dei rimborsi. Il Comitato si attende pertanto che venga trovata una soluzione a questo problema nella prossima revisione del regolamento finanziario dell'UE;

    42.

    deplora il susseguirsi di bilanci rettificativi nel corso dell'anno di esecuzione derivante dalle stime irrealisticamente basse dei fabbisogni di pagamento imposte dal Consiglio, dalla Commissione e dal Parlamento europeo. Per il 2013 si contano già 5 progetti di bilancio rettificativo, mentre nel 2010 ne erano stati presentati 10;

    43.

    raccomanda alla Commissione, al Parlamento europeo e al Consiglio di proporre soluzioni strutturali per ripianare il disavanzo di bilancio dell'UE, anch'esso strutturale, in modo che le entrate impegnate degli enti locali e regionali non siano più minacciate da una mancanza di stanziamenti di pagamento dell'UE.

    Il progetto di bilancio dell'UE per il 2014: le priorità strategiche per gli enti locali e regionali

    La strategia Europa 2020

    44.

    ribadisce che gli investimenti pubblici a livello infrastatale tendono a concentrarsi in alcuni settori prioritari fondamentali che sono cruciali per il successo della strategia Europa 2020; rinnova il proprio invito ad attribuire una priorità politica più marcata alla creazione di sinergie tra il bilancio dell'UE e i bilanci degli Stati membri, delle regioni e degli enti locali che sono incentrati sulla realizzazione delle priorità concordate dell'UE;

    45.

    accoglie con favore l'iniziativa della Commissione di tracciare tutta la spesa pubblica destinata al finanziamento della strategia Europa 2020, ma è sorpreso che siano prese come punto di partenza le sette iniziative faro e non i cinque obiettivi principali di Europa 2020 (in materia di occupazione, innovazione, istruzione, inclusione sociale e clima/energia);

    46.

    deplora l'assenza di qualsiasi riferimento agli 11 obiettivi tematici del regolamento recante disposizioni comuni su cui bisogna concentrate i fondi strutturali e d'investimento europei (9), i quali dovrebbero essere in linea con il quadro strategico comune proposto dalla Commissione europea il 14 marzo 2012;

    47.

    rinnova il proprio invito alla flessibilità affinché vengano rispettate le specificità territoriali delle regioni e delle città;

    48.

    si rammarica per l'assenza di riferimenti al semestre europeo nella presentazione politica delle priorità del bilancio dell'UE per il 2014. Si rammarica inoltre che la Commissione abbia ignorato l'invito del Parlamento europeo a «fornire dati oggettivi e concreti sul modo in cui il suo progetto di bilancio dell'Unione può effettivamente svolgere un ruolo stimolante, catalitico, sinergico e complementare agli investimenti a livello locale, regionale e nazionale, allo scopo di attuare le priorità stabilite nel quadro del semestre europeo» (10), e raccomanda pertanto, sulla base del principio della governance multilivello, di coinvolgere nel semestre europeo le regioni, in particolare quelle con poteri legislativi.

    L'iniziativa per l'occupazione giovanile (Youth Employment Initiative — YEI)

    49.

    appoggia l'iniziativa per l'occupazione giovanile e chiede che essa venga compresa nei futuri accordi di partenariato; al tempo stesso, sottolinea che le regioni e gli enti locali devono essere pienamente impegnati nella realizzazione di ogni iniziativa in materia di occupazione, visto che essi si trovano nella posizione migliore per valutare i mercati del lavoro locali e i programmi concepiti appositamente per i giovani, e anche poiché molte regioni hanno piena competenza in questo settore strategico;

    50.

    si rammarica che l'iniziativa per l'occupazione giovanile venga creata parallelamente agli altri fondi, invece di impiegare il quadro dell'FSE per affrontare questo tema, con la conseguenza di aumentare l'onere amministrativo per i beneficiari;

    51.

    osserva che la Commissione ha proposto la piena anticipazione (6 miliardi di euro) (11) della YEI nel 2014-2015 e propone che tale piena anticipazione venga accompagnata da misure appropriate (ad esempio, lo sviluppo di capacità) per una veloce attuazione, vista l'impossibilità di adottare il progetto di regolamento recante disposizioni comuni e il regolamento sull'FSE prima del regolamento sul QFP, ossia verso la fine del 2013, con la conseguenza di ritardi attuativi, e viste le ben più ampie incertezze sulle modalità pratiche di attuazione della YEI da parte degli Stati membri/delle regioni e sulla relativa velocità di assorbimento. Chiede inoltre che l'articolo 9, lettera f), del regolamento sul QFP venga modificato allo scopo di eliminarne la norma che limita espressamente a 3 miliardi di euro la dotazione della nuova voce di bilancio relativa alla YEI. Questo intervento sarebbe tanto più necessario in quanto eviterebbe qualsiasi rinvio a dopo il 2016 dei finanziamenti per i programmi cruciali per la coesione, come i programmi di cooperazione transfrontaliera o parti del meccanismo per collegare l'Europa.

    Tagli di bilancio in programmi cruciali

    52.

    è particolarmente preoccupato per i tagli operati in varie rubriche di bilancio che sono essenziali per realizzare gli investimenti di lungo termine necessari per una rapida ripresa economica, specialmente nella politica di coesione, nello sviluppo rurale, nel programma COSME o in Orizzonte 2020;

    53.

    chiede, in linea con l'articolo 9 septies del progetto di regolamento del Consiglio sul QFP del 27 giugno 2013, un'ulteriore anticipazione degli stanziamenti d'impegno fino a 200 milioni di euro per Orizzonte 2020, 150 milioni di euro per Erasmus e 50 milioni di euro per COSME negli anni 2014-2015;

    54.

    non è sorpreso che gli stanziamenti d'impegno per il 2014 nel campo della coesione siano esigui, visti i ritardi (12) attesi per quanto concerne l'attuazione degli accordi di partenariato e dei programmi operativi, ma invita gli Stati membri a concentrarsi sui programmi operativi per attivare i fondi già nel 2014;

    55.

    si rammarica della cancellazione della voce di bilancio, relativa all'Erasmus per i rappresentanti eletti a livello locale o regionale, compresa nella rubrica 1b (voce di bilancio 13 03 77 11), e chiede il proseguimento di questa iniziativa sulla base della propria esperienza;

    56.

    accoglie favorevolmente l'aumento del 10,3 % degli stanziamenti d'impegno per il programma LIFE+ rispetto al 2013, ma giudica incomprensibile la riduzione degli stanziamenti di pagamento (– 1,1 %);

    57.

    si rallegra per il grande cambiamento dalla gestione diretta alla gestione concorrente per il FEAMP, sebbene questo significhi pagamenti d'importo inferiore all'inizio del periodo di finanziamento;

    58.

    accoglie favorevolmente la disposizione inserita nell'articolo 8 del progetto di regolamento del Consiglio sul QFP, che permette la revisione del QFP stesso per riportare agli anni successivi, oltre i corrispondenti massimali di spesa, gli stanziamenti non utilizzati nel 2014 qualora le nuove regole o i nuovi programmi in gestione concorrente vengano adottati dopo il 1o gennaio 2014.

    Flessibilità di bilancio

    59.

    si rallegra che sia previsto uno storno di 351,9 milioni di euro dal primo al secondo pilastro della politica agricola comune (PAC) e ribadisce la propria ferma opposizione a storni nella direzione opposta;

    60.

    sottolinea che né nelle conclusioni del Consiglio europeo del 7 e 8 febbraio 2013, né nel progetto di regolamento del Consiglio sul QFP del 27 giugno 2013 è previsto un sottomassimale per la politica di coesione, che è stata invece trasformata in una sottorubrica. Data questa premessa, il Comitato contesta i numerosi riferimenti a questo sottomassimale nella presentazione del progetto di bilancio per il 2014 (13) ed è pertanto favorevole allo storno di stanziamenti d'impegno e/o di pagamento, ove necessario, all'interno della rubrica 1;

    61.

    accoglie favorevolmente il «margine globale per la crescita e l'occupazione» che sarà costituito con i margini ancora disponibili al di sotto dei massimali del QFP per gli stanziamenti d'impegno per gli anni 2014-2017, approva che i relativi stanziamenti d'impegno possano essere utilizzati «al di là» dei massimali per gli anni dal 2016 al 2020 (14) e propone che questa flessibilità aggiuntiva venga impiegata per la rubrica 1b.

    Bruxelles, 8 ottobre 2013

    Il presidente del Comitato delle regioni

    Ramón Luis VALCÁRCEL SISO


    (1)  Questo calcolo è basato sugli impegni nel bilancio iniziale 2013 e riguarda le seguenti principali voci di bilancio: il Fondo sociale europeo, il sostegno all'agricoltura, il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale, la rete transeuropea dei trasporti, Life +, i programmi di ricerca, il Fondo europeo per la pesca, il Fondo europeo di sviluppo regionale, il Fondo di coesione, lo strumento di assistenza preadesione, il programma di apprendimento permanente, i programmi Cultura, Gioventù in azione e Media 2007, oltre allo strumento europeo di vicinato e partenariato.

    (2)  RAL («reste à liquider»): espressione francese usata frequentemente per indicare gli impegni residui. La differenza tra il livello degli impegni e il livello dei relativi pagamenti in un dato anno rappresenta gli impegni residui (RAL) aggiuntivi per quell'anno.

    (3)  Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca compresi nel quadro strategico comune e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio — SEC(2011) 1141 final e SEC(2011) 1142 final.

    (4)  Per gli impegni residui alla fine del 2012 la Commissione europea aveva menzionato la cifra contraddittoria di 16,2 miliardi di euro, ma adesso la Commissione si attiene a questa nuova cifra per il 2013. La somma di 11,2 miliardi di euro riguarda tutte le rubriche del bilancio dell'UE, di cui la rubrica 1b (politica di coesione) rappresenta 9 miliardi di euro.

    (5)  Commissione europea, Stato di previsione per l'esercizio finanziario 2014 (preparazione del progetto di bilancio per il 2014), SEC(2013) 370, giugno 2013, Allegato III — Panoramica delle richieste di pagamento, pag. 86.

    (6)  Divario di 277 miliardi diFormula residui provenienti dal 2007-2013 e da periodi precedenti il cui pagamento è previsto nel 2014-2020.

    (7)  Progetto di regolamento del Consiglio che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020, 27 giugno 2013, articolo 3, lettera A.

    (8)  Il «margine globale per i pagamenti» stabilisce che, a partire dal 2015, la Commissione adeguerà annualmente verso l'alto il massimale di pagamento di un importo equivalente alla differenza tra i pagamenti eseguiti e il massimale di pagamento dell'anno n-1 del QFP (ad esempio, il 2014).

    (9)  Lambert van Nistelrooij/Constanze Angela Krehl — Progetto di relazione sulla proposta modificata di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante disposizioni comuni […], adottato il 10 luglio dalla commissione per lo sviluppo sostenibile del PE. Articolo 9 — Obiettivi tematici: (1) rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l'innovazione; (2) migliorare l'accesso alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, nonché l'impiego e la qualità delle medesime; (3) promuovere la competitività delle piccole e medie imprese, il settore agricolo e il settore della pesca e dell'acquacoltura; (4) sostenere la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori; (5) promuovere l'adattamento al cambiamento climatico, la prevenzione e la gestione dei rischi; (6) preservare e tutelare l'ambiente e promuovere l'uso efficiente delle risorse; (7) eliminare le strozzature nelle principali infrastrutture di rete e completare i collegamenti mancanti; (8) promuovere un'occupazione sostenibile e di qualità e sostenere la mobilità dei lavoratori; (9) promuovere l'inclusione sociale, combattere la povertà e qualunque discriminazione; (10) investire nelle competenze, nella formazione e nella formazione professionale finalizzate all'apprendimento permanente; (11) rafforzare la capacità istituzionale delle autorità pubbliche e delle parti interessate e promuovere un'amministrazione pubblica efficiente.

    (10)  Risoluzione del Parlamento europeo, del 13 marzo 2013, sugli orientamenti generali per l'elaborazione del bilancio 2014, sezione III — Commissione, punto 22.

    (11)  Ossia l'anticipazione sia della dotazione complementare specifica di 2,143 miliardi di euro decisa nell'accordo sul QFP tra PE e Consiglio del 27 giugno 2013 (articolo 9 septies) che dei 3 miliardi di euro ricavati dalla dotazione dell'FSE.

    (12)  Nel 2006 il regolamento generale è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale alla fine di luglio, mentre questa volta la pubblicazione non è prevista prima di novembre o dicembre, ossia con 5 o 6 mesi in più di ritardo rispetto al periodo di finanziamento precedente (che aveva già dovuto far fronte a un ritardo considerevole).

    (13)  Gli unici sottomassimali concordati sono per le spese connesse al mercato e i pagamenti diretti all'interno della rubrica 2 e per le spese amministrative all'interno della rubrica 5.

    (14)  Cfr. l'articolo 9 octies del progetto di regolamento del Consiglio sul QFP.


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