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Document 52013DC0594

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO Relazione annuale 2013 sulle politiche di sviluppo e assistenza esterna dell'Unione europea e sulla loro attuazione nel 2012

/* COM/2013/0594 final */

52013DC0594

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO Relazione annuale 2013 sulle politiche di sviluppo e assistenza esterna dell'Unione europea e sulla loro attuazione nel 2012 /* COM/2013/0594 final */


RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO

Relazione annuale 2013 sulle politiche di sviluppo e assistenza esterna dell'Unione europea e sulla loro attuazione nel 2012

Costruire un futuro globale nella responsabilità e nella solidarietà

Nel 2012 l'Unione europea (UE) è stata insignita del premio Nobel per il suo contributo alla pace, alla democrazia e ai diritti umani in Europa. Nel discorso della cerimonia di attribuzione il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso ha giustamente collegato queste realizzazioni con la responsabilità e la solidarietà mondiali: "Da continente segnato dalla devastazione, l'Europa si è trasformata in una delle più grandi economie mondiali, con i sistemi sociali più progressisti, che dona al mondo il maggiore numero di aiuti e che porta una particolare responsabilità nei confronti di milioni di persone in condizioni di necessità.".

Cuore pulsante dell'impegno mondiale a favore di uno sviluppo che garantisca condizioni di vita migliori, nel 2012 l'Unione ha devoluto collettivamente 55,2 miliardi di EUR in aiuti pubblici allo sviluppo, riconfermandosi il più grande donatore internazionale[1]. Il 2012 è stato anche il primo anno di attuazione del programma di cambiamento[2] che dà più incisività alla politica di sviluppo dell'UE finalizzata a ridurre la povertà. Sono proceduti in parallelo i preparativi mondiali per un quadro post 2015, per i quali l'UE è impegnata in prima linea. L'Unione ha inoltre assicurato interventi rapidi e decisivi nelle situazioni di crisi e di fragilità, come la siccità nel Sahel e i conflitti in Siria e nel Mali.

Attuazione del programma di cambiamento

Approvato dal Consiglio il 14 maggio 2012, il programma di cambiamento definisce un approccio più strategico alla riduzione della povertà che rende più incisiva la politica di sviluppo dell'Unione[3]. Il programma propone di cambiare sostanzialmente le modalità di assistenza dell'UE introducendo un approccio differenziato che indirizza gli aiuti dove sono più necessari e possono avere maggiore impatto ai fini della riduzione della povertà, concentrando l'assistenza su un massimo di tre settori per paese, dando maggiore centralità a buona governance, democrazia, diritti umani e crescita inclusiva e sostenibile, ricorrendo a meccanismi di finanziamento innovativi e garantendo maggiore coerenza strategica, coordinamento e azioni comuni con gli Stati membri.

Il programma di cambiamento è attualmente in fase di attuazione. Nel frattempo nel 2012 sono state adottate una serie di comunicazioni di approfondimento: "La protezione sociale nella cooperazione allo sviluppo dell'Unione europea"[4]; "Le radici della democrazia e dello sviluppo sostenibile: l'impegno dell'Europa verso la società civile nell'ambito delle relazioni esterne"[5] e "L'approccio dell'Unione alla resilienza: imparare dalle crisi della sicurezza alimentare"[6]. Le Giornate europee dello sviluppo — evento annuale dedicato alle questioni globali e alla cooperazione allo sviluppo — sono state consacrate a un tema centrale del programma di cambiamento: la crescita inclusiva e sostenibile per lo sviluppo umano.

Nel 2012 la Commissione ha cercato il giusto mix per finanziare progetti specifici combinando maggiormente sovvenzioni e altre risorse, come prestiti e partecipazioni (il cosiddetto blending). L'UE ha istituito tre nuovi meccanismi di blending per la regione Asia, Caraibi e Pacifico: sovvenzioni dell'UE per oltre 400 milioni di EUR hanno reso così possibili progetti d'investimento nei paesi beneficiari per un volume totale di circa 10 miliardi di EUR.

La Commissione ha peraltro cominciato a definire un quadro generale di rendicontazione dei risultati e rivedere i sistemi di monitoraggio e notifica per l'attuazione di progetti e programmi. Nel 2012 la programmazione congiunta UE-Stati membri ha interessato sei nuovi paesi: Etiopia, Ghana, Guatemala, Laos, Mali e Ruanda. A Haiti e nel Sud Sudan la programmazione congiunta era stata precedentemente avviata per migliorare i risultati e l'impatto degli aiuti e ne viene attualmente vagliata la fattibilità in oltre 40 nuovi paesi.

Sicurezza alimentare e nutrizionale

Nel 2012 le persone senza una disponibilità sufficiente di cibo erano ancora 870 milioni. La comunicazione sulla resilienza, adottata a ottobre, individua dieci principi per rendere più resilienti le popolazioni vulnerabili e mette l'accento su strumenti quali le strategie di resilienza nazionali, i piani di prevenzione e gestione delle catastrofi, i sistemi di allarme rapido nei paesi esposti alle catastrofi e approcci innovativi alla gestione dei rischi. Questa linea d'azione si fonda sui promettenti risultati di due iniziative dell'Unione nel Sahel e nel Corno d'Africa: il partenariato mondiale per la resilienza del Sahel (AGIR Sahel) e l'iniziativa SHARE di sostegno alla resilienza nel Corno d'Africa, concepite entrambe per interrompere il circolo vizioso siccità-fame-povertà facendo leva su un maggiore coordinamento tra assistenza umanitaria e aiuti allo sviluppo.

Lo strumento alimentare dell'Unione, istituito tre anni fa con una copertura di 1 miliardo di EUR, interviene per migliorare le condizioni di vita di oltre 59 milioni di persone in 49 paesi e dà assistenza indiretta a altri 93 milioni. Lo strumento finanzia in particolare un programma di vaccinazione del bestiame, che ha permesso di vaccinare oltre 44,6 milioni di capi, e un programma di formazione per la produzione agricola, rivolto a 1,5 milioni di persone.

La nutrizione è un elemento chiave della politica di sviluppo. Nel 2012 l'UE si è impegnata a aiutare i paesi partner a ridurre di almeno 7 milioni entro il 2025 il numero di bambini affetti da ritardo della crescita. Il programma tematico sulla sicurezza alimentare dell'UE ha così stanziato 5 milioni di EUR, da erogare tramite il segretariato del movimento Scaling up Nutrition (SUN), per sostenere gli sforzi nazionali e garantire un adeguato apporto nutritivo dall'inizio della gravidanza fino al secondo anno di vita del bambino. Alla fine del 2012 SUN riuniva trentatre paesi in via di sviluppo, nei quali si concentrano 59 dei 165 milioni di bambini affetti da ritardo della crescita. L'UE ha svolto inoltre un ruolo attivo al vertice del G8 di maggio che ha suggellato la nuova alleanza per migliorare la sicurezza alimentare e nutrizionale[7]. A autunno 2012 è stata infine avviata la stesura di una comunicazione sulla nutrizione materna e infantile la cui adozione è prevista per marzo 2013.

Protezione sociale

Troppo spesso i più vulnerabili non hanno accesso alle leve del benessere. Appena il 20% della popolazione mondiale gode di una protezione sociale adeguata, fattore essenziale per uno sviluppo sostenibile e duraturo. A agosto la Commissione ha adottato la comunicazione sulla protezione sociale dove illustra come la cooperazione allo sviluppo può rafforzare le politiche e i sistemi di protezione sociale. Le proposte della Commissione a sostegno dei paesi partner mirano in particolare a introdurre strategie per la protezione sociale di base, a attuare misure in grado di creare posti di lavoro e migliori opportunità occupazionali e a orientare l'appoggio dell'UE verso la lotta contro le cause primarie dell'insicurezza sociale. Elaborate in esito a un'ampia consultazione pubblica, queste proposte — in linea con un approccio più coerente allo sviluppo umano voluto dal programma di cambiamento — saranno discusse dai ministri dello Sviluppo dell'Unione e dal Parlamento europeo nel 2013. L'UE si è espressa inoltre a favore di sistemi di protezione sociale di base definiti a livello nazionale, principio avallato dal G20 grazie al suo contributo, e ha sostenuto la raccomandazione sui sistemi nazionali di protezione sociale di base adottata nel 2012 dalla Conferenza internazionale del lavoro.

Sostegno ai paesi in transizione

La comunicazione congiunta "Sostegno dell'UE a un cambiamento sostenibile nelle società in fase di transizione"[8], adottata a ottobre, esamina come l'UE può intervenire per aiutare i paesi a completare il processo di transizione in modo sostenibile. Partendo dall'esperienza acquisita nell'ambito del processo di allargamento, della politica di vicinato, della cooperazione allo sviluppo, della politica estera e di sicurezza comune (PESC) e della politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC), la comunicazione individua una serie di misure concrete con cui l'Unione può aiutare meglio questi paesi a realizzare riforme durature.

Energia sostenibile per tutti

Il sostegno alla realizzazione degli obiettivi dell'iniziativa ONU "Energia sostenibile per tutti" (SE4ALL) ha avuto grande centralità nel 2012. La prima fase dell'iniziativa, mirata a mobilitare i governi, il settore privato e la società civile per garantire un accesso universale a servizi energetici moderni, a migliorare l'efficienza energetica a tutti i livelli e a raddoppiare la percentuale di fonti rinnovabili nel mix energetico mondiale, è stata guidata dal gruppo ad alto livello, di cui è membro il commissario per lo sviluppo Andris Piebalgs.

La Commissione e la presidenza danese del Consiglio dell'Unione europea hanno organizzato a aprile un vertice UE-SE4ALL in occasione del quale il presidente della Commissione Barroso ha proposto l'ambizioso obiettivo di aiutare i paesi in via di sviluppo a fornire entro il 2030 servizi energetici sostenibili a beneficio di 500 milioni di persone. La Commissione, che ha impegnato 400 milioni di EUR per interventi nel settore dell'energia nell'Africa subsahariana tramite meccanismi di blending, dispensa assistenza tecnica per 65 milioni di EUR e erogherà altri 75 milioni di EUR per progetti di elettrificazione rurale nei paesi ACP.

Grazie ai progetti già finanziati dal Fondo per l'energia in tutta la regione ACP, oltre 12 milioni di persone potranno usufruire di un accesso migliore a servizi energetici moderni.

Rio+20: verso un'economia più verde

In occasione della conferenza dell'ONU sullo sviluppo sostenibile (Rio+20) di giugno, l'UE ha sottoscritto impegni in numerosi settori: risorse idriche, oceani, terra e ecosistemi, condizioni di lavoro dignitose, protezione sociale, energia, agricoltura sostenibile e sicurezza alimentare. La conferenza ha adottato la dichiarazione "The future we want"[9], che per la prima volta riconosce l'importante ruolo di un'economia verde inclusiva per lo sviluppo sostenibile e la riduzione della povertà. Rio+20 ha peraltro riconosciuto la necessità di agire urgentemente per garantire modelli di produzione e consumo sostenibili. Numerosi paesi si sono detti disposti a collaborare all'obiettivo comune di sviluppare politiche mirate a un'economia verde. La conferenza ha infine deciso di definire obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) e studiare una strategia efficace di finanziamento dello sviluppo sostenibile.

Conseguimento degli OSM

I progetti e i programmi dell'Unione contribuiscono a realizzare gli OSM ovunque nel mondo. Nel complesso si registrano progressi notevoli verso la realizzazione degli OSM: stando agli ultimi dati disponibili[10], in vista del traguardo del 2015 è già diminuita della metà la popolazione mondiale affetta da povertà estrema.

Si rilevano progressi sostanziali anche per quanto riguarda l'approvvigionamento di acqua potabile, la frequenza scolastica elementare e la diminuzione del tasso di infezione da HIV, anche se persistono gli squilibri tra zone urbane e rurali. Le regioni e i paesi dell'Africa subsahariana colpiti dai conflitti sono ancora in ritardo e in ambito mondiale molto resta da fare per contrastare la fame e la mortalità infantile e materna e per migliorare la qualità dell'acqua e i servizi igienico-sanitari.

L'Unione ha avviato nel 2012 una serie di programmi nel quadro dell'iniziativa OSM. Con una copertura di 1 miliardo di EUR, l'iniziativa promuove progressi più rapidi verso il raggiungimento degli OSM in 36 paesi ACP finanziando il raggiungimento degli obiettivi più in ritardo e mettendo a disposizione dei paesi più meritevoli fondi ancorati ai risultati.

L'iniziativa OSM in azione:

approvvigionamento idrico nelle aree più sfavorite del Togo

L'iniziativa OSM ha stanziato 16,7 milioni di EUR nel settore idrico e igienico-sanitario nella regione marittima del Togo meridionale, dove si concentrano quasi la metà della popolazione e il 90% dell'attività economica. In questa regione l'acqua viene pompata da punti di raccolta tradizionali e appena il 13% della popolazione ha accesso a risorse idriche potabili e sicure. Entro il 2016 saranno costruiti o ristrutturati 467 idranti e 6 000 latrine e sarà impartita una formazione a 8 500 tra addetti pubblici e soggetti interessati. Due progetti, organizzati congiuntamente con l'UNICEF e la Croce rossa tedesca, prevedono la fornitura di acqua potabile e servizi igienico-sanitari a 140 comunità rurali e corsi sulle regole di igiene, soprattutto per i bambini, rivolti alle famiglie.

Preparazione di un quadro post 2015

Nel 2012 hanno avuto centralità i preparativi in vista dell'evento speciale annunciato dall'ONU per settembre 2013 per esaminare i progressi compiuti nella realizzazione degli obiettivi di sviluppo del millennio e intavolare le discussioni su un nuovo quadro post 2015. Dopo aver condotto una consultazione pubblica, la Commissione ha avviato l'elaborazione di una comunicazione e a luglio il commissario Piebalgs è stato nominato membro del gruppo di lavoro ONU ad alto livello sul post 2015. La comunicazione, che sarà adottata a febbraio 2013, individua i principi guida dell'UE nella definizione di un quadro globale post 2015 che, coniugando eliminazione della povertà e sviluppo sostenibile, permetterà di rivedere gli OSM e dare esecuzione alla conferenza Rio+20. L'adozione da parte del Consiglio è prevista per giugno 2013.

L'UE nel mondo

Il 2012 ha puntato i riflettori sulla buona governance quale fattore imprescindibile di uno sviluppo inclusivo e sostenibile. In linea con il programma di cambiamento e la comunicazione congiunta "Diritti umani e democrazia al centro dell'azione esterna dell'Unione europea - Verso un approccio più efficace"[11], l'Unione si è avvalsa dell'intera gamma di strumenti dell'azione esterna per favorire le riforme nei paesi in fase di transizione e intervenire attivamente nelle situazioni di crisi in modo da garantire stabilità e elezioni libere e eque. L'UE ha rotto le relazioni con i paesi che violano i diritti umani e ha imposto un ampio ventaglio di misure restrittive nei confronti dei regimi repressivi, dirigendo gli aiuti a beneficio della società civile e delle popolazioni colpite. In Siria, a fronte dell'aggravarsi della crisi umanitaria e delle sistematiche violazioni dei diritti umani, l'UE ha sospeso per esempio l'assistenza finanziaria bilaterale e ha imposto un pesante pacchetto di sanzioni, indirizzando il sostegno direttamente alla popolazione colpita.

In generale la cooperazione con il resto del mondo si è incentrata sul conseguimento degli OSM. Malgrado le buone prospettive di conseguire un'istruzione primaria universale entro il 2015, i paesi dell'Africa subsahariana hanno scarse probabilità di raggiungere in tempo gli altri traguardi degli OSM, soprattutto per quanto riguarda povertà estrema, mortalità infantile e salute materna. Nel 2012 il sostegno dell'UE nell'Africa subsahariana è stato attuato in modo soddisfacente, con un impegno complessivo di fondi per 4,014 miliardi di EUR. In diversi paesi l'attuazione di progetti e programmi ha superato le aspettative e gli obiettivi annuali realizzati sono migliori del previsto. L'esempio più significativo è stata l'erogazione a dicembre 2012 di un sostegno di bilancio per 40 milioni di EUR al Malawi alla luce degli sviluppi positivi nel paese.

Per migliorare durevolmente la resilienza delle popolazioni più vulnerabili della regione del Sahel, la Commissione ha organizzato a giugno una conferenza ad alto livello in occasione della quale è stata lanciata l'iniziativa multilaterale AGIR–Sahel/Alliance globale pour l'initiative Résilience – Sahel che suggella un partenariato mondiale per la resilienza.

AGIR definisce una tabella di marcia per sviluppare la resilienza della popolazione affetta da malnutrizione cronica nella regione. Il partenariato prevede investimenti per 750 milioni di EUR su tre anni volti a creare reti di sicurezza stagionali e riconosce la necessità di sviluppare il settore sanitario e sociale, il funzionamento dei mercati dei prodotti alimentari e l'empowerment delle donne, soprattutto nel mondo agricolo.

A integrazione dell'ampio sostegno dell'UE nel Corno d'Africa a seguito della siccità del 2011, la Commissione ha lanciato l'iniziativa SHARE mirata a attrarre investimenti per la ricostruzione e lo sviluppo della capacità di resistenza. L'accresciuto impegno dell'UE nel 2012-2013 si sostanzia in una serie di piani per oltre 250 milioni di EUR, che mirano a sostenere la produzione agricola, l'allevamento, la nutrizione, la salute degli animali, l'approvvigionamento idrico e la gestione delle risorse naturali. In ambito SHARE la Commissione sostiene la necessità di dare più centralità alle pianure del Corno d'Africa, in gran parte dominate dalla (agro)pastorizia. L'iniziativa SHARE rientra nel più ampio quadro strategico per il Corno d'Africa che vede l'UE impegnata a aiutare le popolazioni a raggiungere la pace, la stabilità, la sicurezza e la prosperità, sotto la guida di governi responsabili. Al quadro contribuiscono inoltre un ampio ventaglio di progetti di cooperazione allo sviluppo e quattro missioni e operazioni PSDC.

Il 2012 ha visto l'UE impegnata in prima linea nel garantire la mobilitazione internazionale in Mali e scongiurare il rischio che, dopo l'ammutinamento dell'esercito e il colpo di Stato, gruppi terroristici si impossessassero del nord del paese. L'Unione ha contribuito a sbloccare la situazione politica favorendo la ricostruzione dell'esercito e dando un contributo significativo alle forze di intervento francesi e africane, che hanno avuto il placet del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nei primi mesi del 2013. Per mobilitare sostegno alla ricostruzione del paese, l'UE organizzerà una conferenza di donatori sul Mali a maggio del 2013. Questa crisi ha avallato l'approccio globale dell'Unione, che ha dato prova di voler contribuire in modo significativo alla ricostruzione, alla stabilizzazione e alla pace duratura, soprattutto nel nord del paese. Tuttavia per garantire la pace e lo sviluppo della regione del Sahel non basta trovare una soluzione duratura alla crisi politica e di sicurezza nel Mali: bisognerà anche risolvere i problemi legati alla sicurezza e allo sviluppo.

La responsabilità reciproca e un impegno comune a favore dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto sono i principi ispiratori della nuova politica europea di vicinato (PEV)[12], che si prefigge innanzitutto di favorire una "democrazia a tutti gli effetti". Diversi stanziamenti nell'ambito dei programmi quadro SPRING (sostegno al partenariato, alle riforme e alla crescita inclusiva) e EaPIC (programma di integrazione e cooperazione del partenariato orientale) hanno permesso di potenziare il sostegno ai paesi del vicinato meridionale e orientale.

Nel 2012 la risposta dell'UE alla primavera araba, evento che ha ridisegnato le sorti di buona parte del vicinato meridionale, è stata ispirata al principio del "more for more"[13] secondo un approccio volto a incoraggiare i paesi partner che realizzano le riforme e si impegnano a consolidare la democrazia, approccio che trova applicazione pratica nell'ambito del programma SPRING.

Garantire l'istruzione dei bambini siriani sfollati

Per permettere ai bambini siriani sfollati di frequentare la scuola, l'Unione ha varato un programma di 10 milioni di EUR. Attuato tramite l'UNICEF, il programma assicura l'istruzione regolare gratuita e diversi servizi didattici a ben 5 500 bambini siriani e giordani vulnerabili in 39 scuole della Giordania e ai bambini delle comunità di accoglienza. Scopo dell'intervento: sostenere il sistema educativo giordano a livello nazionale e locale.

Nel 2012 l'Unione ha continuato a sostenere i processi di riforma dei paesi del vicinato orientale. La comunicazione congiunta di maggio "Partenariato orientale: una roadmap fino al vertice dell'autunno 2013"[14] segna una tappa importante in preparazione del lavoro futuro e definisce una tabella di marcia, con risvolti bilaterali e multilaterali, destinata a guidare l'attuazione del partenariato in vista del vertice di Vilnius. Il programma EaPIC ha assicurato nuovi fondi a sostegno di Armenia, Georgia e Moldova.

Nel 2012 l'Unione è stata particolarmente attiva in Asia presenziando a numerosissime riunioni ad alto livello, visite e vertici, culminati a novembre nel 9º vertice dell'ASEM in Laos. L'attuazione degli accordi quadro, degli accordi di partenariato e cooperazione e degli accordi di libero scambio con numerosi partner asiatici registra buoni progressi. L'Unione, che continua a collaborare con le organizzazioni regionali, ha convenuto un nuovo piano d'azione con l'Associazione delle nazioni del Sud-Est asiatico (ASEAN), incentrato in particolare sullo sviluppo sostenibile e la crescita inclusiva per il 2013-2017.

Il processo di riforma in Myanmar/Birmania

In Myanmar/Birmania l'UE sostiene il profondo processo di transizione politica e economica in corso e ha sospeso a maggio 2012 le misure restrittive. La cooperazione allo sviluppo con il governo birmano, in piena espansione, è più che raddoppiata in valore e va estendendosi a nuovi settori. A febbraio 2012 il commissario Piebalgs, in visita nel paese, ha annunciato un pacchetto di 150 milioni di EUR a sostegno delle riforme democratiche da erogare in due anni per contribuire alla crescita e allo sviluppo sostenibili a beneficio dell'intera popolazione. Con 100 milioni di EUR già impegnati alla fine del 2012, il pacchetto si inscrive nel solco del sostegno fin qui erogato in diversi ambiti: sanità, istruzione, mezzi di sussistenza, sfollati e sviluppo delle capacità istituzionali. A aprile l'Alta rappresentante/Vicepresidente Catherine Ashton, in visita al paese, ha ufficialmente inaugurato il nuovo ufficio dell'UE a Yangon e a settembre sono state avviate le pratiche per ripristinare il sistema di preferenze generalizzate, che permetterà di incrementare le esportazioni verso l'UE. Il centro per la pace del Myanmar, inaugurato dal presidente Barroso a novembre 2012 e avviato grazie ai fondi dell'Unione, è destinato a svolgere un ruolo centrale nel processo di pacificazione etnica.

L'Afghanistan si è riconfermato una priorità dell'Unione. A maggio il Consiglio, ribadendo l'impegno nel lungo termine a favore del paese, ha promesso di mantenere come minimo il livello di assistenza dopo il ritiro delle truppe nel 2014 e di sostenere l'impegno afgano volto a potenziare la polizia civile e lo Stato di diritto; partendo da queste basi l'UE ha assunto impegni formali in occasione delle conferenze internazionali di Chicago, Kabul e Tokyo. Nel 2012 il sostegno dell'UE nei settori della salute e della protezione sociale ammonta a 185 milioni di EUR. L'UE ha continuato a sostenere lo Stato di diritto, con particolare attenzione per le forze di polizia, e interviene in settori tematici come i diritti dell'uomo, la società civile e la sicurezza alimentare.

La regione dell'Asia centrale, tuttora fragile e estremamente vulnerabile, riveste notevole importanza per l'Unione. Nel 2012 gli impegni nell'ambito della cooperazione allo sviluppo hanno totalizzato i 117 milioni di EUR. L'Unione ha riconfermato la strategia per l'Asia centrale, rivista nel 2012[15], e il Consiglio "Affari esteri" ha accolto con favore il rafforzamento delle relazioni con i paesi della regione ribadendo la pertinenza della strategia. La revisione ha riconfermato l'importanza di tutti i settori prioritari: diritti umani, Stato di diritto, buona governance e democratizzazione; gioventù e istruzione; sviluppo economico, commercio e investimenti; energia e trasporti; sostenibilità ambientale, risorse idriche e lotta a minacce e sfide comuni. Nel 2012 la cooperazione allo sviluppo si è focalizzata su istruzione, gestione delle finanze pubbliche, Fondo investimenti per l'Asia centrale, sviluppo del settore privato e sicurezza transfrontaliera regionale.

La realizzazione degli OSM registra notevoli progressi in tutta l'America latina. La cooperazione bilaterale con i paesi della regione ha coperto un ampio ventaglio di settori: buona governance, lotta alla corruzione, istruzione, clima, biodiversità e sostegno all'economia.

Nel 2012 le relazioni con la regione caraibica hanno dato seguito e condotto in porto una serie di iniziative avviate negli anni precedenti. Il proseguimento e il consolidamento del dialogo politico rimangono prioritari e in tal senso è stato intavolato un dialogo politico con il CARIFORUM, piattaforma tra gli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico. Nel 2012 è stato creato uno strumento per gli investimenti nei Caraibi che verrà ufficialmente lanciato nei primi mesi del 2013.

Nel 2012 l'interesse dell'UE per la regione dell'America latina e dei Caraibi è ulteriormente grazie agli importanti risultati economici e a un impegno sempre più ampio e strutturato in favore dei valori democratici e dei diritti umani. Le relazioni sono state però contrassegnate da una preoccupante tendenza a pratiche commerciali restrittive, come le limitazioni delle licenze d'importazione in Argentina, che ostacolano le relazioni commerciali.

Nel 2012 è stata adottata la comunicazione congiunta "Verso un partenariato rinnovato per lo sviluppo UE-Pacifico"[16]. Il ribadito impegno dell'UE nella regione del Pacifico si è concretizzato nella sua partecipazione, a agosto 2012, al 43° Forum delle isole del Pacifico, che ha riunito nelle isole Cook i capi di Stato della regione allo scopo di individuare le priorità e raccogliere preziosi contributi per rendere più efficace l'assistenza allo sviluppo. La seconda riunione ministeriale UE-Forum delle isole del Pacifico di giugno ha affrontato i temi della sicurezza, della governance, dei diritti umani, delle questioni di genere, dello sviluppo, dei cambiamenti climatici e della gestione sostenibile delle risorse oceaniche.

Malgrado gli sforzi continui e coordinati, la regione del Pacifico è in ritardo nella realizzazione di tutti gli OSM. Nel 2012 sono stati approvati diversi progetti per gli Stati ACP del Pacifico volti a accelerare i progressi verso gli obiettivi, soprattutto nell'ambito dell'iniziativa OSM.

A giugno la Commissione ha presentato una proposta di decisione del Consiglio relativa all'associazione dei paesi e territori d'oltremare all'Unione europea[17]. A gennaio gli esponenti dei PTOM e dei quattro Stati membri ad essi collegati (Danimarca, Francia, Regno Unito e Paesi Bassi) riuniti a Bruxelles in occasione del decimo Forum PTOM-UE, hanno discusso il rinnovo dell'associazione e la programmazione e l'esecuzione delle risorse del Fondo europeo di sviluppo.

Le prospettive

Il 2013 è un anno cruciale per le discussioni sul quadro post 2015. La Commissione adotterà a febbraio la comunicazione "Un'esistenza dignitosa per tutti: sconfiggere la povertà e offrire al mondo un futuro sostenibile" che, una volta avallata dal Consiglio a giugno 2013, darà all'approccio comune dell'Unione un assetto più compatto in vista dell'evento speciale convocato a settembre 2013 dalle Nazioni Unite per fare il punto sugli OSM. L'obiettivo generale del nuovo quadro post 2015 è garantire un'"esistenza dignitosa per tutti" entro il 2030, sconfiggere la povertà in tutte le sue dimensioni (economica, sociale e ambientale) e assicurare al mondo un futuro sostenibile.

Nel frattempo la Commissione è già pronta a lanciare il dibattito pubblico: a aprile 2013 verrà pubblicata la relazione europea sullo sviluppo dal titolo "Post-2015: global action for an inclusive and sustainable future"[18] che permetterà di nutrire ulteriormente il dibattito mondiale. Il futuro dello sviluppo sarà inoltre il tema delle Giornate europee dello sviluppo di novembre 2013.

I negoziati in corso con il Parlamento europeo e il Consiglio sul quadro finanziario pluriennale (QFP) 2014-2020 mirano a concludere l'accordo interistituzionale che permetterà di adottare regolamenti sui nuovi strumenti finanziari entro il 2013. La Commissione continuerà intanto a attuare il programma di cambiamento, anch'esso al centro della programmazione del quadro finanziario pluriennale 2014-2020.

Anche se il principio della differenziazione verrà pienamente applicato solo con i nuovi strumenti di finanziamento, la Commissione cercherà di agevolare la transizione verso i nuovi partenariati. L'attuazione dei programmi nell'ambito dell'attuale QFP perseguirà inoltre la sostenibilità nel lungo termine.

[1]               http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/pressdata/EN/foraff/137320.pdf

[2]               COM(2011) 637 definitivo del 13.10.2011.

[3]               http://register.consilium.europa.eu/pdf/it/12/st09/st09369.it12.pdf

[4]               COM(2012) 446 final del 20 agosto 2012.

[5]               COM(2012) 492 final del 12 settembre 2012.

[6]               COM(2012) 586 final del 3 ottobre 2012.

[7]               Comunicato stampa della Commissione IP-12-490 del 18 maggio 2012.

[8]               JOIN(2012) 27 final del 3 ottobre 2012.

[9]               http://www.un.org/en/sustainablefuture

[10]             http://www.un.org/millenniumgoals/pdf/MDG%20Report%202012.pdf

[11]             COM(2011) 886 definitivo del 12 dicembre 2011.

[12]             La revisione strategica della PEV del 2011 ha dato nuovo impeto alle relazioni dell'UE con i partner del vicinato e i paesi del Mediterraneo meridionale in fase di transizione. Il 25 maggio 2011 la comunicazione congiunta della Commissione e dell'Alta rappresentante/vicepresidente "Una risposta nuova ad un vicinato in mutamento" ha delineato la nuova concezione della PEV sviluppando i principi posti dalla comunicazione congiunta "Un partenariato per la democrazia e la prosperità condivisa con il Mediterraneo meridionale", adottata l'8 marzo 2011.

[13]             COM(2011) 200 dell'8 marzo 2011.

[14]             JOIN(2012) 13 final del 15 maggio 2012.

[15]             3 179a riunione del Consiglio "Affari esteri" http://register.consilium.europa.eu/pdf/it/12/st11/st11857.it12.pdf

[16]             JOIN(2012) 06 final del 21 marzo 2012.

[17]             COM(2012) 362 final del 16 luglio 2012. La proposta si fonda su un'accurata analisi della decisione in vigore, sull'esito di numerose consultazioni, su dichiarazioni politiche della Commissione, del Consiglio, dei PTOM e degli Stati membri e su studi indipendenti.

[18]             http://www.erd-report.eu/erd/index.html

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