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Document 52013DC0375

    Raccomandazione di RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO sul programma nazionale di riforma 2013 della Slovacchia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità della Slovacchia 2012-2016

    /* COM/2013/0375 final - 2013/ () */

    52013DC0375

    Raccomandazione di RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO sul programma nazionale di riforma 2013 della Slovacchia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità della Slovacchia 2012-2016 /* COM/2013/0375 final - 2013/ () */


     

    Raccomandazione di

    RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

    sul programma nazionale di riforma 2013 della Slovacchia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità della Slovacchia 2012‑2016

    IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA,

    visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea, in particolare l’articolo 121, paragrafo 2, e l’articolo 148, paragrafo 4,

    visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche[1], in particolare l’articolo 5, paragrafo 2,

    vista la raccomandazione della Commissione europea[2],

    viste le risoluzioni del Parlamento europeo[3],

    viste le conclusioni del Consiglio europeo,

    visto il parere del comitato per l’occupazione,

    previa consultazione del comitato economico e finanziario,

    considerando quanto segue:

    (1)       Il 26 marzo 2010 il Consiglio europeo ha approvato la proposta della Commissione di lanciare Europa 2020, una nuova strategia per la crescita e l’occupazione basata su un maggiore coordinamento delle politiche economiche e incentrata sui settori chiave in cui occorre intervenire per rafforzare il potenziale di crescita sostenibile e di competitività dell’Europa.

    (2)       Sulla base delle proposte della Commissione, il Consiglio ha adottato, il 13 luglio 2010, una raccomandazione sugli orientamenti di massima per le politiche economiche degli Stati membri e dell’Unione (2010-2014) e, il 21 ottobre 2010, una decisione sugli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell’occupazione[4], che insieme formano gli “orientamenti integrati”. Gli Stati membri sono stati invitati a tener conto degli orientamenti integrati nelle politiche nazionali in materia economica e di occupazione.

    (3)       Il 29 giugno 2012 i capi di Stato o di governo hanno convenuto un patto per la crescita e l’occupazione che offre un quadro coerente per l’adozione di misure a livello nazionale, dell’UE e della zona euro con il ricorso a tutti gli strumenti, leve e politiche possibili. Essi hanno convenuto le misure da adottare a livello degli Stati membri, in particolare affermando l’impegno pieno verso il conseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020 e l’attuazione delle raccomandazioni specifiche per paese.

    (4)       Il 6 luglio 2012 il Consiglio ha adottato una raccomandazione sul programma nazionale di riforma 2012 della Slovacchia e ha formulato il suo parere sul programma di stabilità aggiornato della Slovacchia 2011-2015.

    (5)       Il 28 novembre 2012 la Commissione ha adottato l’analisi annuale della crescita[5], segnando l’inizio del semestre europeo di coordinamento delle politiche economiche 2013. Sempre il 28 novembre 2012 la Commissione ha adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011, la relazione sul meccanismo di allerta[6], in cui non annoverava la Slovacchia tra gli Stati membri che sarebbero stati oggetto di un esame approfondito.

    (6)       Il 14 marzo 2013 il Consiglio europeo ha approvato le priorità per garantire la stabilità finanziaria, il risanamento di bilancio e le azioni volte a promuovere la crescita, sottolineando la necessità di portare avanti un risanamento di bilancio differenziato e favorevole alla crescita, di ripristinare normali condizioni per l’erogazione di prestiti all’economia, di promuovere la crescita e la competitività, di contrastare la disoccupazione e le conseguenze sociali della crisi e di modernizzare la pubblica amministrazione.

    (7)       Il 24 aprile 2013 la Slovacchia ha presentato il suo programma nazionale di riforma 2013 e il 30 aprile il suo programma di stabilità 2013 relativo al periodo 2012‑2016. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente onde tener conto delle loro correlazioni.

    (8)       Sulla base della valutazione del programma di stabilità 2013 a norma del regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, il Consiglio ritiene che la Slovacchia abbia ridotto il disavanzo pubblico dal 7,7% del PIL nel 2010 al 4,3% del PIL nel 2012 grazie a un considerevole sforzo di risanamento e, sulla base delle attuali aspettative, si trovi sulla buona strada per correggere il disavanzo eccessivo. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano le proiezioni di bilancio contenute nel programma sono plausibili. Rispetto alle previsioni della Commissione, le autorità slovacche prevedono tassi di crescita del PIL simili ma con una composizione leggermente diversa. La strategia di bilancio delineata nel programma intende raggiungere una posizione di bilancio che garantisca la sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche. A tal fine, il governo conferma l’obiettivo della riduzione del disavanzo nominale al di sotto del valore di riferimento del 3% nel 2013, in linea con la raccomandazione del Consiglio nell’ambito della procedura per i disavanzi eccessivi. Lo sforzo di bilancio medio annuo nel periodo 2010-2013 rappresenta l’1,4% del PIL, ben al di sopra del livello richiesto pari all’1% del PIL raccomandato dal Consiglio. Si prevede che gran parte dei risparmi di spesa nel 2013 verranno realizzati dalle amministrazioni locali e da altri enti pubblici su cui il governo centrale non esercita un’influenza diretta. Il raggiungimento dell’obiettivo prefissato può pertanto essere a rischio, anche alla luce delle eccedenze di spesa registrate in passato. Il programma conferma il precedente obiettivo a medio termine di -0,5% da raggiungere entro il 2018, in linea con i requisiti del patto di stabilità e crescita. Per gli anni successivi alla data prevista per la correzione del disavanzo eccessivo, il miglioramento previsto del saldo strutturale di bilancio (ricalcolato) è adeguato nel 2014 e nel 2015 (rispettivamente 0,6 e 0,7 punti percentuali del PIL) ma non risulta sufficiente per il 2016 (0,3 punti percentuali del PIL). Si prevede inoltre che la Slovacchia riuscirà a rispettare il parametro di riferimento per la spesa. Secondo il programma, il debito pubblico dovrebbe restare al di sotto del valore di riferimento del 60% del PIL stabilito nel trattato fino al 2016. Le previsioni di primavera della Commissione prevedono un aumento del rapporto debito/PIL al 54,6% del PIL nel 2013 e al 56,7% del PIL nel 2014.

                Per garantire la considerevole riduzione del disavanzo nominale dal 2011, le autorità slovacche sono anche ricorse a una riduzione degli investimenti finanziati dal bilancio pubblico, il che potrebbe non essere sostenibile o auspicabile in una prospettiva di medio e lungo termine, nonché per le misure una tantum. Guardando avanti, il processo di consolidamento e di convergenza in corso dovrà salvaguardare la spesa per quelle voci che favoriscono la crescita, come l’istruzione, l’innovazione e le infrastrutture per i trasporti.

    (9)       La Slovacchia dispone di un certo margine di manovra per reperire risorse aggiuntive, attraverso l’ampliamento della base imponibile, contrastando il mancato rispetto degli obblighi fiscali e l’evasione e aumentando il ricorso a imposte che siano meno penalizzanti per la crescita, come le imposte sui beni immobili e quelle ambientali. Nel 2012 è stato adottato un piano d’azione per la lotta alla frode fiscale, con un’attenzione particolare alla questione dell’IVA. Perché la strategia produca i suoi frutti, sono necessarie ulteriori misure, in particolare per migliorare l’infrastruttura informatica, ampliare le competenze e le capacità di audit delle autorità e garantire l’efficacia dei procedimenti giudiziari.

    (10)     Nel 2012 la Slovacchia ha adottato una riforma delle pensioni volta a migliorare la sostenibilità a lungo termine delle sue finanze pubbliche. Tuttavia, il divario nella sostenibilità a lungo termine, pari al 4,9% del PIL, resta ben al di sopra della media UE, pari al 3% del PIL. Ciò riflette in larga misura l’impatto dell’invecchiamento della popolazione, con un contributo alla spesa pensionistica di 1,5 punti percentuali del PIL e alla spesa sanitaria di 2 punti percentuali del PIL. Poiché nel lungo termine si prevede un aumento significativo della spesa sanitaria in Slovacchia, i progressi realizzati per migliorare la sostenibilità del sistema pensionistico dovranno andare di pari passo con una riforma sanitaria in modo da garantire un andamento sostenibile delle finanze pubbliche. L’introduzione di strutture di incentivi e meccanismi di controllo efficaci contribuirebbe a migliorare l’efficienza in termini di costi del sistema sanitario.

    (11)     La disoccupazione rimane una delle principali sfide per l’economia slovacca. Negli ultimi mesi, il paese ha adottato misure al fine di riformare le politiche attive del mercato del lavoro. Tuttavia, il successo di tali misure dipenderà in gran parte dalla capacità dei servizi pubblici per l’impiego di garantirne la piena attuazione. Sono inoltre necessari ulteriori provvedimenti incentrati sulle persone maggiormente svantaggiate in cerca di impiego. Occorre agganciare in maniera più consona l’assistenza sociale all’attivazione ed eliminare i disincentivi insiti nel sistema fiscale e previdenziale per coloro che accettano un lavoro a bassa retribuzione. Aumentare la partecipazione al mercato del lavoro delle donne e dei lavoratori più anziani contribuirebbe all’aumento del tasso di occupazione complessivo e al conseguimento dell’obiettivo di un tasso di occupazione nazionale del 72% nel 2020. Tuttavia, la mancanza di adeguate strutture per l’infanzia, in particolare per i bambini di età inferiore ai 3 anni, rende più difficile il rientro delle madri sul mercato del lavoro.

    (12)     La Slovacchia ha uno dei tassi di disoccupazione giovanile più elevati nell’UE. Nonostante le iniziative di riforma introdotte nel 2012 volte a migliorare la qualità e l’adeguatezza dell’istruzione in relazione al mercato del lavoro, il passaggio dallo studio al lavoro permane difficoltoso e il sistema d’istruzione non risponde abbastanza prontamente alle esigenze del mercato del lavoro. Il finanziamento pro capite dell’istruzione favorisce la quantità sulla qualità e la quota dei finanziamenti destinati ad attività di insegnamento (docenti, materiali e attrezzature) è bassa. Migliorare la qualità dell’istruzione superiore e la cooperazione tra le imprese e gli istituti di insegnamento contribuirebbe anche allo sviluppo di un “triangolo della conoscenza” ben funzionante, ad una maggiore efficacia e capacità di attrazione degli investimenti in ricerca e sviluppo e alla promozione della capacità di innovazione dell’economia slovacca.

    (13)     Le comunità emarginate, che si scontrano con ostacoli non indifferenti quando cercano di entrare nel mercato del lavoro e nel sistema scolastico, rappresentano un potenziale di manodopera sottoutilizzato. Nel corso del 2012 non sono state tuttavia adottate misure efficaci a questo proposito e le condizioni di vita di tali comunità, compresi i Rom, rimangono difficili. È importante intensificare gli sforzi volti a migliorare i risultati scolastici dei gruppi emarginati e a garantire che gli adulti beneficino di misure di attivazione mirate.

    (14)     Nonostante gli apprezzabili progressi compiuti, la Slovacchia si colloca al quinto posto tra gli Stati membri che consumano più energia elettrica; ciò si piega in parte con l’importanza di questo settore per l’economia del paese (25,9% del PIL). Al contempo, i prezzi dell’elettricità sono relativamente elevati, in particolare per i piccoli e medi clienti industriali. Negli ultimi anni la Slovacchia ha compiuto degli sforzi per liberalizzare parzialmente il mercato dell’energia ma c’è ancora margine per migliorare le modalità di funzionamento di tale mercato, in particolare attraverso una maggiore trasparenza — anche nella fissazione delle tariffe di rete — e migliorando il fondamento economico e la prevedibilità delle decisioni di regolamentazione. Anche la sicurezza dell’approvvigionamento può essere migliorata e c’è spazio per fissare obiettivi di efficienza energetica più ambiziosi.

    (15)     Nel 2012 la Slovacchia ha avviato un’importante riforma dell’amministrazione pubblica per incoraggiare una cultura maggiormente orientata al cliente nei servizi pubblici rivolti a cittadini e imprese. Tuttavia, in questa fase, la riforma non si applica all’amministrazione centrale e alla sua qualità ed efficacia complessiva. Poiché non si sono registrati progressi nella riforma del sistema giudiziario, i tempi dei procedimenti giudiziari sono ancora lunghi, in particolare nei casi di insolvenza, e i meccanismi di risoluzione alternativa delle controversie non vengono sufficientemente utilizzati. Sebbene la Slovacchia abbia recentemente riformato le norme in materia di appalti pubblici, rafforzando l’indipendenza dell’Ufficio per gli appalti pubblici, le esperienze nella gestione dei fondi strutturali UE suggeriscono che l’effettiva applicazione delle norme sugli appalti pubblici rappresenta ancora una sfida.

    (16)     Nell’ambito del semestre europeo la Commissione ha effettuato un’analisi completa della politica economica della Slovacchia, valutando il programma di stabilità e il programma nazionale di riforma. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica della Slovacchia, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell’UE, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell’Unione europea nel suo insieme, offrendo un contributo a livello dell’UE per le future decisioni nazionali. Le sue raccomandazioni nell’ambito del semestre europeo trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 6.

    (17)     Alla luce di tale valutazione, il Consiglio ha esaminato il programma di stabilità della Slovacchia e il suo parere[7] trova riscontro, in particolare, nelle raccomandazioni di cui al punto 1 e 2.

    (18)     Nell’ambito del semestre europeo la Commissione ha effettuato inoltre un’analisi della politica economica della zona euro nel suo complesso, in base alla quale il Consiglio ha formulato raccomandazioni specifiche rivolte agli Stati membri la cui moneta è l’euro. La Slovacchia dovrebbe assicurare anche l’attuazione piena e tempestiva di tali raccomandazioni,

    RACCOMANDA che la Slovacchia adotti provvedimenti nel periodo 2013-2014 al fine di:

    1.           attuare come previsto il bilancio per il 2013, per poter così correggere il disavanzo eccessivo in modo sostenibile e raggiungere il risanamento dei conti pubblici indicato nella raccomandazione del Consiglio nell’ambito della procedura per i disavanzi eccessivi; una volta corretto il disavanzo eccessivo, proseguire nello sforzo di adeguamento strutturale che consentirà alla Slovacchia di raggiungere l’obiettivo a medio termine entro il 2017; evitare tagli alle voci di spesa che favoriscono la crescita e intensificare gli sforzi volti a migliorare l’efficienza della spesa pubblica; sulla base della riforma del sistema pensionistico già adottata, migliorare ulteriormente la sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche, riducendo il fabbisogno di finanziamenti per il sistema pensionistico pubblico e aumentando l’efficienza economica del settore sanitario;

    2.           accelerare l’attuazione del piano d’azione per la lotta alla frode fiscale e continuare gli sforzi per una più efficiente riscossione dell’IVA, in particolare rafforzando le capacità analitiche e di audit dell’amministrazione fiscale; migliorare il rispetto della normativa tributaria; collegare l’imposizione fiscale sui beni immobili al valore di mercato dei beni;

    3.           adottare misure intese a rafforzare la capacità dei servizi pubblici per l’impiego di fornire servizi personalizzati alle persone in cerca di occupazione e rafforzare il nesso tra le misure di attivazione e l’assistenza sociale; affrontare più efficacemente la disoccupazione di lunga durata tramite misure di attivazione e una formazione “su misura”; potenziare le strutture di assistenza all’infanzia, in particolare per i bambini sotto i 3 anni di età; ridurre il cuneo fiscale per i lavoratori a bassa retribuzione e adeguare il sistema previdenziale;

    4.           intensificare gli sforzi per fronteggiare l’elevata disoccupazione giovanile, ad esempio tramite una “garanzia per i giovani”; adottare misure volte ad attrarre i giovani verso la professione di insegnante e migliorare i risultati sul piano dell’istruzione; nell’ambito dell’istruzione e della formazione professionale, aumentare l’offerta di formazioni presso le imprese; nell’istruzione superiore, creare programmi di laurea maggiormente orientati al mondo del lavoro; promuovere l’efficace trasferimento delle conoscenze favorendo la cooperazione tra università, istituti di ricerca e imprese; intensificare gli sforzi per migliorare l’accesso a un’istruzione scolastica e prescolastica di qualità e inclusiva per le comunità emarginate, compresi i Rom;

    5.           intensificare gli sforzi per rendere più efficiente il mercato dell’energia, in particolare, aumentare la trasparenza del meccanismo di tariffazione, aumentare il grado di responsabilità dell’autorità di regolamentazione; potenziare le interconnessioni con i paesi confinanti; migliorare l’efficienza energetica, in particolare nei settori dell’edilizia e nell’industria;

    6.           modificare la legge sul pubblico impiego per rafforzare l’indipendenza dell’amministrazione pubblica; migliorare la gestione delle risorse umane nella pubblica amministrazione; intensificare gli sforzi per rafforzare le capacità di analisi dei principali ministeri, anche con la finalità di consentire un migliore assorbimento dei fondi UE; adottare provvedimenti per migliorare l’efficienza del sistema giudiziario; promuovere le procedure per la risoluzione alternativa delle controversie e incoraggiarne un utilizzo più ampio.

    Fatto a Bruxelles, il

                                                                           Per il Consiglio

                                                                           Il presidente

    [1]               GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

    [2]               COM(2013) 375 final.

    [3]               P7_TA(2013)0052 e P7_TA(2013)0053.

    [4]               Decisione 2013/208/UE del Consiglio del 22 aprile 2013.

    [5]               COM(2012) 750 final.

    [6]               COM(2012) 751 final.

    [7]               A norma dell’articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio.

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