This document is an excerpt from the EUR-Lex website
Document 52013DC0047
REPORT FROM THE COMMISSION TO THE EUROPEAN PARLIAMENT AND THE COUNCIL On Progress in Romania under the Co-operation and Verification Mechanism
RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO sui progressi compiuti dalla Romania in base al meccanismo di cooperazione e verifica
RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO sui progressi compiuti dalla Romania in base al meccanismo di cooperazione e verifica
/* COM/2013/047 final */
RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO sui progressi compiuti dalla Romania in base al meccanismo di cooperazione e verifica /* COM/2013/047 final */
A luglio 2012 la
Commissione ha presentato una relazione sui progressi compiuti dal 2007 dalla
Romania secondo il meccanismo di cooperazione e verifica (MCV)[1], che valutava
la sostenibilità e l'irreversibilità delle riforme attuate. Essendo stata
pubblicata in un momento in cui venivano sollevate questioni importanti circa
lo Stato di diritto e l'indipendenza del potere giudiziario in Romania, la
relazione conteneva raccomandazioni specifiche per ripristinare il rispetto di
questi principi fondamentali. Era inoltre prevista la presentazione, dopo sei
mesi, di un'altra relazione, incentrata sulle raccomandazioni della Commissione
in questo settore. Negli ultimi sei mesi la
situazione in Romania è stata dominata dai preparativi delle elezioni, svoltesi
di recente. La Commissione ritiene che la nomina di un nuovo governo in esito
alle elezioni offra al paese una nuova opportunità di garantire il rispetto
dello Stato di diritto, l'indipendenza della magistratura e la stabilità. Una
collaborazione leale fra le istituzioni e la stabilità nella separazione dei
poteri sono indispensabili per creare validi presupposti per portare avanti la
riforma giudiziaria e la lotta contro la corruzione. Oltre a valutare il
seguito dato alle raccomandazioni specifiche della Commissione relative al
rispetto dello Stato di diritto e all'indipendenza della magistratura, la
relazione riferisce in merito ai parametri di riferimento dell'MCV che
riguardano gli altri aspetti della riforma della giustizia e la lotta alla
corruzione.
1. Rispetto
dello Stato di diritto e indipendenza del settore giudiziario
La Commissione ha
formulato dieci raccomandazioni specifiche per contribuire a risolvere le
controversie relative allo Stato di diritto e all'indipendenza della
magistratura. Il governo rumeno ha confermato alla Commissione che avrebbe
attuato queste raccomandazioni[2].
La Commissione ha monitorato con la massima attenzione i progressi registrati
in questo ambito rispetto ai parametri di riferimento fissati nella decisione
che istituisce l'MCV. Dalla valutazione si
evince che la Romania ha attuato un gran numero, ma non la totalità, delle
raccomandazioni della Commissione volte a ripristinare lo Stato di diritto e
l'indipendenza della magistratura. Al rispetto della Costituzione, nonché del
ruolo e delle decisioni della Corte costituzionale, non ha fatto riscontro
l'adempimento degli impegni assunti in termini di indipendenza della
magistratura e di esecuzione delle sentenze in materia di integrità. Inoltre,
devono ancora essere nominati il nuovo Procuratore generale e il Procuratore
capo della Direzione nazionale anticorruzione (DNA). L'ordinamento
costituzionale rumeno La stabilità
dell'ordinamento costituzionale è una delle principali preoccupazioni espresse
dalla Commissione a luglio. Il ruolo della Corte
costituzionale è particolarmente importante in questo contesto. Il suo potere
di controllare la costituzionalità delle decisioni adottate dal parlamento è
stato effettivamente ripristinato attraverso le sue sentenze, per cui il
decreto di emergenza n. 38 è "de facto" inapplicabile[3]. L'abrogazione
del decreto di emergenza n. 41 ha garantito il rispetto delle sentenze della
Corte costituzionale sul quorum referendario. Il fatto che la sentenza
definitiva della Corte costituzionale sulla validità del referendum del 29
luglio[4]
sia stata rispettata è un'indicazione chiara e fondamentale che le norme
costituzionali non vengono più messe in discussione. Un'altra preoccupazione,
condivisa dalla commissione di Venezia del Consiglio d'Europa[5], riguardava il
ricorso ai decreti di emergenza. L'uso di questo potere all'inizio di luglio
spiega in gran parte le preoccupazioni circa l'aggiramento delle norme
costituzionali. Il governo rumeno si è impegnato a limitare rigorosamente l'uso
dei decreti di emergenza alle situazioni previste dalla Costituzione e ai casi
di emergenza. Da qualche mese a questa parte la questione è meno preoccupante e
l'insediamento di un nuovo parlamento, con una maggioranza chiara, dovrebbe
contribuire a consolidare le procedure legislative ordinarie quale giusto modo
di legiferare. La Commissione constata
che tutti gli atti, comprese le decisioni della Corte costituzionale, sono
stati pubblicati in tempo utile nella Gazzetta ufficiale. Il fatto che il nuovo
ombudsman, nominato dal parlamento nel gennaio 2013, sia pienamente sostenuto
dalla coalizione di governo ma non dall'opposizione significa che nelle sue
azioni future dovrà assolutamente dimostrare di essere super partes.
L'ombudsman è chiamato a svolgere un ruolo importante nella salvaguardia delle
garanzie costituzionali del sistema, specie per quanto riguarda il controllo
del potere dell'esecutivo di legiferare tramite decreto. In sintesi, il ruolo
della Costituzione e della Corte costituzionale è stato ripristinato in linea
con le raccomandazioni della Commissione. È però fondamentale che il
presidente, il nuovo governo e il parlamento garantiscano la stabilità
dell'ordinamento costituzionale e che tutti i partiti si adoperino per ridurre
la polarizzazione del sistema politico. Nel periodo
pre-elettorale si è discusso anche di possibili modifiche della Costituzione.
Ciò che conta è che il processo di riforma costituzionale vada avanti nel pieno
rispetto dei valori fondamentali, quali il rispetto dello Stato di diritto e la
separazione dei poteri. Questo presuppone, tra l'altro, il rispetto costante
della Corte costituzionale come garante della supremazia della Costituzione
nonché l'indipendenza e la stabilità delle istituzioni giudiziarie, compresa la
procura. È altrettanto importante che il dibattito sulla possibile riforma sia
caratterizzato da un'apertura e da una durata sufficienti per garantire il più
ampio consenso possibile. In questo contesto, è altrettanto fondamentale
rassicurare le istituzioni giudiziarie circa la garanzia della loro
indipendenza evitando speculazioni tali da creare un clima di instabilità. Indipendenza
della magistratura Una delle principali
questioni sollevate l'estate scorsa riguardava l'esistenza inconfutabile di
pressioni esercitate sulle istituzioni giudiziarie e il mancato rispetto
dell'indipendenza della magistratura. La situazione rimane preoccupante. Alla
Commissione sono stati segnalati numerosi casi di intimidazioni o molestie a
danno di persone che lavorano nelle principali istituzioni giudiziarie e
anticorruzione, comprese minacce personali nei confronti di giudici e loro
familiari e campagne mediatiche equivalenti a molestie[6]. Purtroppo la
raccomandazione della Commissione non è stata attuata integralmente. Gli
attacchi di stampo politico nei confronti della magistratura non sono cessati.
L'accettazione delle decisioni giudiziarie è un aspetto di fondamentale
importanza, perché presuppone che l'intera classe politica concordi sulla
necessità di evitare di screditare le decisioni giudiziarie minando la
credibilità dei magistrati o esercitando pressioni su di essi. La Commissione richiama
l'attenzione anche sul ruolo dei media. Numerosi sono gli esempi di pressioni
dei media sulla magistratura, e molti sono anche i dubbi circa l'efficacia
della vigilanza esercitata dal Consiglio audiovisivo nazionale. La situazione
richiede un riesame delle norme esistenti per garantire che la libertà di
stampa sia accompagnata da un'adeguata tutela dei diritti fondamentali delle
istituzioni e dei singoli e istituire mezzi di ricorso efficaci. In particolare, la
Commissione temeva che durante la presidenza ad interim dell'estate scorsa
determinate decisioni giudiziarie potessero essere rese vane da provvedimenti
di grazia. La presidenza ad interim ha rispettato pienamente la raccomandazione
della Commissione al riguardo. Un aspetto fondamentale
dell'indipendenza della magistratura è l'impegno dei poteri esecutivo e
legislativo a garantire la qualità delle nomine alle cariche chiave presso le
istituzioni giudiziarie. La Commissione ritiene che il bilancio della Romania
nella lotta contro la corruzione ad alto livello sia uno dei progressi più
importanti secondo l'MCV. L'efficacia e l'imparzialità dei procedimenti
giudiziari dovranno essere mantenute anche sotto la futura leadership. La
Commissione ritiene quindi fondamentale la nomina di una nuova leadership a
livello della procura e della Direzione nazionale anticorruzione per dimostrare
l'indipendenza, l'integrità e la professionalità necessarie per rassicurare i
cittadini e continuare ad ottenere risultati. In questo ambito la
relazione evidenzia la nomina del nuovo Procuratore generale e del nuovo
Procuratore capo della DNA sia in quanto processo aperto e trasparente, che ha
permesso di selezionare candidati integri e competenti, sia in quanto bilancio
positivo dell'azione anticorruzione. Il processo si è svolto inizialmente con
eccessiva rapidità e non ha ispirato fiducia alla magistratura. In seguito il
ministro della Giustizia ha prorogato i termini e introdotto una serie di
miglioramenti procedurali[7],
ma è pervenuto solo un numero limitato di candidature. I due candidati
selezionati al termine del processo non hanno ottenuto il parere positivo del
Consiglio superiore della magistratura e sono stati poi respinti dal
presidente. La Commissione ritiene che un numero sufficiente di candidati di
alto livello, nell'ambito di un processo aperto e trasparente e, per quanto
possibile, con il sostegno del CSM, sia un elemento fondamentale per garantire
una leadership in grado di ispirare fiducia ai cittadini. Integrità Chi si trova in una
posizione di potere deve dimostrare di possedere un elevato livello di
integrità. Inoltre, nei casi in cui le autorità giudiziarie riscontrano che
questa condizione non è soddisfatta, l'inosservanza delle decisioni giudiziarie
comporta anche il mancato rispetto dello Stato di diritto. Nella sua relazione
di luglio la Commissione esprimeva il timore che il governo e il parlamento non
applicassero pienamente questo principio. I ministri e gli alti
funzionari oggetto di relazioni[8]
presentate a novembre dall'Agenzia nazionale per l'integrità non si sono
dimessi[9].
Il nuovo governo ha ribadito che intende lottare contro la corruzione, ma due
dei nuovi ministri sono ufficialmente indagati per corruzione. Nelle sue
raccomandazioni di luglio la Commissione aveva espresso l'auspicio che i
ministri dessero l'esempio per quanto riguarda le questioni connesse
all'integrità: questo dovrebbe valere anche per le accuse di corruzione. Per la
credibilità del governo è fondamentale che chi ricopre funzioni ministeriali
goda della fiducia dei cittadini e, ad esempio si dimetta in presenza di una
relazione dell'ANI in materia di integrità nei suoi confronti. I requisiti
costituzionali, compresa la sospensione dalle cariche ministeriali in caso di
rinvio a giudizio, dovranno essere applicati integralmente. Analogamente, la
credibilità del parlamento sarebbe favorita da procedure più chiare di gestione
dei casi di parlamentari oggetto di sentenze su questioni relative
all'integrità o di accuse di corruzione. Si dovrebbe partire dal presupposto
che, nell'ambito delle norme costituzionali consolidate, la procura possa
procedere come per gli altri cittadini. La chiarezza e il carattere automatico
delle procedure sono il modo migliore per fugare le preoccupazioni circa il
carattere ad personam dei procedimenti riguardanti parlamentari. Nel gennaio 2013 il
parlamento ha adottato modifiche dello statuto dei parlamentari, cambiando la
procedura di revoca dell'immunità in caso di perquisizione, arresto o
detenzione di parlamentari e di azioni giudiziarie contro ex ministri. Sono
previste altre misure, tra cui un codice di condotta, la fissazione di un
termine per ciascuna fase della procedura e l'obbligo di fornire una
giustificazione esauriente qualora il parlamento si rifiuti di revocare
l'immunità. È altrettanto importante ribadire che l'ANI rimane l'unica autorità
incaricata di accertare eventuali incompatibilità dei funzionari eletti e
nominati. Per quanto riguarda
l'atteggiamento del parlamento, il fatto che in un caso le decisioni
giudiziarie siano state ampiamente contestate ha costituito un serio problema:
il CSM si è dovuto appellare alla Corte costituzionale per garantire che il
parlamento applicasse effettivamente una sentenza pronunciata dall'Alta Corte
in ultima istanza[10].
Si spera che le nuove procedure evitino altri problemi di questo tipo. Raccomandazioni La Commissione si
compiace delle misure positive adottate dal luglio scorso, ma ritiene che ci
sia ancora molto da fare per attuare pienamente le sue raccomandazioni.
L'insediamento di un nuovo governo e di un nuovo parlamento è un'ottima
occasione di consolidare questi progressi e di affrontare le questioni ancora
in sospeso. I principi in base ai quali la Commissione aveva raccomandato di
tutelare lo Stato di diritto e la possibilità per la magistratura di prendere
decisioni senza indebite ingerenze rimarranno elementi centrali del futuro
approccio della Commissione. Sarà importante
continuare a rispettare le competenze e le decisioni della Corte
costituzionale, assicurare la piena conformità con tutti i requisiti
costituzionali per consentire il funzionamento pluralistico della democrazia
rumena e ridurne la polarizzazione e garantire che il processo di riforma
costituzionale rispetti pienamente lo Stato di diritto, la separazione dei
poteri e l'indipendenza e la stabilità giudiziaria, basandosi al tempo stesso
sul consenso più ampio possibile. Il nuovo governo si è
già impegnato a tutelare l'indipendenza della magistratura e la supremazia
dello Stato di diritto nell'accordo di collaborazione istituzionale tra il
presidente e il primo ministro. Ora il processo deve proseguire mediante azioni
volte a: ·
introdurre un quadro chiaro[11] che sancisca
l'obbligo di non screditare le decisioni giudiziarie, evitando di compromettere
l'operato dei magistrati o di esercitare pressioni su di essi, e garantire
l'effettivo rispetto di questi obblighi. Il Consiglio superiore della
magistratura dovrebbe essere invitato a pronunciarsi sulle disposizioni
pertinenti; ·
riesaminare le norme esistenti per tutelare la
libertà e il pluralismo dei media e, al tempo stesso, istituire mezzi di
ricorso efficaci contro le violazioni dei diritti fondamentali delle persone e
contro le intimidazioni o pressioni indebite dei media nei confronti della
magistratura e delle istituzioni anticorruzione. Al Consiglio audiovisivo
nazionale devono essere garantite un'effettiva indipendenza e la possibilità di
svolgere appieno il suo ruolo elaborando e applicando un codice di condotta in
questo settore; ·
garantire che i nuovi vertici della procura e
della DNA siano scelti tra un numero sufficiente di candidati di alto livello,
nell'ambito di un processo aperto e trasparente, e soddisfino i criteri definiti
nell'accordo di collaborazione istituzionale, in particolare la competenza
professionale, l'integrità e una comprovata esperienza di lotta alla
corruzione. Il parere positivo del Consiglio superiore della magistratura sarà
di grande utilità per contribuire a rassicurare i cittadini; ·
il nuovo ombudsman dovrà dar prova di indiscussa
autorità, integrità e indipendenza e adottare un approccio imparziale; ·
adottare le misure necessarie per garantire che
i ministri oggetto di sentenze in materia di integrità si dimettano. Garantire
la tempestiva applicazione delle norme costituzionali sulla sospensione dei
ministri in caso di rinvio a giudizio; ·
il parlamento deve basarsi sulle nuove norme,
sia per adottare regole chiare e obiettive finalizzate alla sospensione dei
parlamentari oggetto di sentenze di condanna in materia di integrità o di
corruzione, sia per fissare termini ravvicinati per rispondere alle richieste
di revoca dell'immunità dei parlamentari presentate dalla procura. Nei casi in
cui il parlamento non consenta la normale applicazione della legge dovranno
essere fornite motivazioni dettagliate.
2. Riforma del
sistema giudiziario, integrità, lotta alla corruzione
Questa
sezione esamina i progressi compiuti rispetto ai parametri di riferimento
previsti dall'MCV e alle precedenti raccomandazioni della Commissione. Queste
raccomandazioni rimangono valide e la loro attuazione sarà valutata nella
prossima relazione.
Riforma
del sistema giudiziario La prima raccomandazione
della relazione di luglio sulla riforma del sistema giudiziario riguardava
l'applicazione dei quattro codici giuridici[12].
Regna ancora incertezza sui tempi per l'attuazione di questa riforma
fondamentale. L'entrata in vigore del codice di procedura civile è ancora
prevista per febbraio 2013. L'entrata in vigore del codice penale e del codice
di procedura penale è prevista indicativamente per febbraio 2014. Occorre
maggiore chiarezza per impedire che queste date slittino ulteriormente. Dopo l'ultima relazione,
il ministero della Giustizia ha definito una strategia pluriennale per
l'applicazione dei codici, che comprende anche gli aspetti relativi alle
risorse. Il fatto che i possibili effetti vengano analizzati solo dopo
l'adozione dei codici da parte del parlamento crea ulteriore incertezza e la valutazione
integrale dell'incidenza sulle risorse umane è prevista solo nel 2014[13]. Se il testo
dei codici viene continuamente ridiscusso il processo risulterà molto
complesso: non si deve perdere di vista l'obiettivo generale, che consiste nel
rendere più rapida ed efficace l'amministrazione della giustizia, ad esempio
per la presentazione delle prove nei processi per corruzione. La seconda
raccomandazione riguardava il carico di lavoro complessivo della magistratura
rumena e la necessità di ristrutturare i tribunali e le procure, riequilibrando
il personale e il carico di lavoro. Il governo sta modificando la legislazione
per affrontare alla radice le cause specifiche di un'ondata di nuovi casi[14]. Può essere
più utile sforzarsi di ridurre il carico di lavoro intervenendo su punti di
pressione specifici che cercare di risolvere il problema aumentando il numero
di giudici e pubblici ministeri, rischiando anche di compromettere i recenti
miglioramenti in termini di qualità e formazione dei nuovi assunti. L'ultima relazione, che
riguardava la creazione di un gruppo di monitoraggio della riforma giudiziaria,
rifletteva la necessità di creare un consenso in merito alla riforma stessa.
Dopo la relazione di luglio non è stato fatto alcun progresso per riunire in modo
efficace le principali parti interessate. Responsabilità
della magistratura Il
nuovo quadro giuridico per l'ispezione giudiziaria adottato nel 2011 ha
permesso all'ispettorato giudiziario di operare in modo più efficace, con 21
nuove azioni disciplinari nei primi mesi di attività[15]. Il ministero
della Giustizia ha adottato una serie di misure concrete a sostegno del nuovo
ispettorato, dotandolo anche di una nuova sede. Gli insegnamenti più generali
tratti dai singoli casi potrebbero essere utili per l'elaborazione,
raccomandata dalla Commissione, di una strategia congiunta fra il Consiglio
superiore della magistratura (CSM) e il governo per promuovere la
responsabilità e l'integrità. La procedura di nomina
dei magistrati è un altro elemento essenziale della reputazione e della
responsabilità del sistema giudiziario. Le nuove modalità di promozione presso
l'Alta Corte di cassazione e di giustizia hanno apparentemente introdotto un
nuovo rigore nel sistema: sembra più importante mantenere la qualità della competizione
anziché ovviare alle carenze riscontrate, con risultati che potrebbero essere
di breve durata. Coerenza
ed efficacia dell'azione giudiziaria La coerenza e la
trasparenza del processo giudiziario sono fondamentali per la sua credibilità
ed efficacia. Dopo la relazione di luglio, l'Alta Corte di cassazione e di
giustizia ha continuato a prendere misure concrete per uniformare la
giurisprudenza e migliorarne la qualità, garantendo la trasmissione delle
decisioni alle giurisdizioni inferiori e agevolando l'accesso online. Anche la
graduale trasformazione dell'Alta Corte di cassazione e di giustizia in una
corte di cassazione vera e propria, con meno competenze in materia di appello,
permetterebbe di concentrarsi sull'uniformità della giurisprudenza in merito
alle questioni di diritto. La procedura di appello nell'interesse della legge
contribuisce già a progredire in questa direzione. Sarà importante evitare che
questi progressi siano compromessi da un aumento del carico di lavoro causato
dalla nuova procedura per le pronunce pregiudiziali, mentre il numero attuale
di giudici nei panel presso l'Alta Corte di cassazione e di giustizia sembra
garantire il giusto equilibrio. L'aggiornamento del
sistema informatico, che è superato e limita la conoscenza delle sentenze
parallele da parte dei giudici, è importante per garantire l'uniformità della
giurisprudenza. Sono in corso due progetti. Il ministero della Giustizia
intende attuare una strategia principale che consenta un accesso rapido e
agevole a ECRIS (la principale banca dati giudiziaria) e il CSM sta cercando di
migliorare il sistema alternativo "Jurindex". Sarebbe auspicabile
un'attuazione congiunta di queste iniziative[16]. Efficacia
dell'azione giudiziaria È
positivo che l'Alta Corte abbia continuato a gestire in modo proattivo le cause
in materia di corruzione ad alto livello, registrando notevoli progressi con
una diminuzione delle cause pendenti (da 28 a 10) e un aumento delle cause
risolte in primo grado. In caso di condanna, si è mantenuto un approccio più
proporzionato e coerente in materia di sanzioni, il che permette alla giustizia
di svolgere in modo più efficace il suo ruolo di dissuasione. L'efficacia del sistema
giudiziario presuppone anche un'applicazione corretta ed equa della legge a
tutti i livelli. L'Alta Corte di cassazione e di giustizia ha registrato
ulteriori progressi per quanto riguarda la definizione di norme e di
orientamenti per le giurisdizioni inferiori. Negli ultimi mesi la
procura, la Direzione generale anticorruzione e l'Alta Corte di cassazione e di
giustizia hanno continuato a lavorare in modo professionale e imparziale,
subendo a volte pressioni estreme. La resilienza dimostrata finora da queste
istituzioni corrobora la conclusione secondo la quale il loro bilancio per quanto
riguarda la corruzione ad alto livello è uno dei progressi principali
registrati dalla Romania in base all'MCV. È di fondamentale importanza che
questi progressi vengano mantenuti sotto la nuova leadership e che non siano
compromessi da altre restrizioni all'operato degli organi di contrasto[17]. Integrità Dopo l'ultima relazione,
l'Agenzia nazionale per l'integrità (ANI) ha continuato a migliorare il suo
bilancio e la sua efficienza operativa[18].
L'ANI ha varato un ambizioso progetto informatico per la raccolta di dati sui
funzionari eletti e nominati, che consente un controllo incrociato con altre
banche dati statali, come quelle dell'amministrazione fiscale o il registro
delle imprese, per individuare i conflitti di interessi. Occorreranno però
risorse supplementari perché l'iniziativa sia attuata con successo. Il fatto che le
decisioni dell'ANI siano frequentemente contestate desta tuttora notevole
preoccupazione, anche se l'Agenzia vince un gran numero di appelli contro le
sue sentenze. L'ANI, il Consiglio nazionale per l'integrità e il loro personale
sono stati spesso attaccati dai politici e dai media. Il parlamento non ha
applicato le relazioni dell'ANI, anche quando erano corroborate da decisioni
definitive dei tribunali (vedi sopra). Nel novembre 2012 l'ANI ha presentato
quattro relazioni in materia di incompatibilità contro ministri e alti
funzionari. Tutte e quattro le relazioni sono state impugnate in tribunale e
nessuna delle persone interessate ha dato le dimissioni per questi motivi[19]. Oltre alle
frequenti proposte di modificare il quadro giuridico dell'ANI, questo crea
un'incertezza che compromette la possibilità per la Romania di dimostrare
l'esistenza di un quadro solido in materia di integrità. Lotta
alla corruzione La DNA ha continuato a
indagare e a gestire con successo i casi di corruzione. Nel 2012 le condanne
definitive pronunciate in base ad azioni giudiziarie avviate dalla DNA sono
state il doppio di quelle dell'anno precedente e hanno riguardato esponenti di
tutti i principali partiti politici. L'aumento costante dei rinvii a giudizio e
delle condanne nei casi di frode nell'uso dei fondi UE gestiti dalla DNA può
costituire un esempio importante per l'ufficio della procura considerato nel
suo insieme, mentre si rilevano ampie discrepanze fra i risultati ottenuti
dalle singole procure. L'MCV richiede un
notevole impegno per combattere la corruzione a tutti i livelli della società
rumena. Dai sondaggi emerge una forte e costante preoccupazione tra i cittadini
per il carattere diffuso della corruzione[20].
Alcuni dipartimenti hanno preso misure importanti e si riscontra una maggiore
partecipazione delle autorità locali[21].
Nonostante il loro numero limitato, le strutture create dal ministero della
Giustizia per contribuire al processo sembrano ottenere buoni risultati. È
positivo il carattere proattivo delle missioni in loco e della ricerca delle
migliori pratiche. È importante mettere a disposizione risorse sufficienti per
facilitare l'attuazione della strategia. Parallelamente a questo, i fondi UE
finanziano una serie di progetti anticorruzione riguardanti, tra l'altro, i
ministeri dell'Istruzione, della Salute e dello Sviluppo regionale e della
pubblica amministrazione. L'attuazione procede e ora si attendono i risultati. Un altro elemento
importante in questo contesto è costituito dal perseguimento del riciclaggio di
denaro e dalla confisca dei beni. Il nuovo quadro giuridico sui poteri estesi
di confisca è stato adottato nel 2012, ma è troppo presto per valutarne
l'efficacia. Per quanto riguarda il perseguimento del riciclaggio di denaro
come reato a sé stante, è in corso un processo importante dinanzi all'Alta
Corte di cassazione e di giustizia. È aumentato il numero di richieste gestite
dall'Ufficio per il recupero dei beni, in particolare quelle presentate dalle
autorità rumene. Sebbene non si disponga di statistiche globali sull'importo
esatto dei beni confiscati, le stime tendono ad essere basse. Mancano anche
statistiche complessive sugli importi effettivamente recuperati in seguito a
ordini di confisca. Si osservano infine
progressi molto limitati per quanto riguarda la prevenzione e la repressione
della corruzione nel settore degli appalti pubblici, che non registra gli
stessi progressi osservati in materia di corruzione ad alto livello. La lunga
durata dei processi, dovuta in parte alla necessità di competenze finanziarie
specifiche, pone il problema specifico dei contratti di appalto conclusi prima
della pronunzia giudiziaria sui reati. Le sanzioni per i funzionari coinvolti
in casi di frode negli appalti pubblici rimangono estremamente limitate e la
legge non prevede la possibilità di annullare progetti già in fase di
attuazione a motivo di un conflitto di interessi. Si nutrono inoltre forti
perplessità circa l'efficacia della gestione di questi casi da parte della
procura[22].
Le recenti proposte sembrano rimettere in discussione la stabilità e
l'indipendenza della base istituzionale, indispensabili per compiere progressi
reali. Un approccio più sistematico ai controlli ex ante, che dovrebbero
logicamente essere affidati all'ANI (dotandola di risorse supplementari) per
garantire un'attuazione uniforme e globale, permetterebbe di progredire in
questo campo.
3. Conclusione
Dalla presente
valutazione si evince che la Romania ha attuato un gran numero, ma non la
totalità, delle raccomandazioni della Commissione volte a ripristinare lo Stato
di diritto e l'indipendenza della magistratura. Al rispetto della Costituzione,
nonché del ruolo e delle decisioni della Corte costituzionale, non ha fatto riscontro
l'adempimento degli impegni assunti in termini sia di protezione della
magistratura contro gli attacchi, che di dimissioni dei ministri oggetto di
sentenze in materia di integrità e dei parlamentari oggetto di decisioni
definitive in materia di incompatibilità e di conflitto di interessi o di
condanne definitive per corruzione ad alto livello. Inoltre, devono ancora
essere nominati il nuovo Procuratore generale e il Procuratore capo della
Direzione nazionale anticorruzione (DNA). La Commissione ritiene
che l'elezione di un nuovo parlamento e la nomina di un nuovo governo possano
permettere un'attuazione rapida e integrale di queste raccomandazioni e esorta
il nuovo governo a prendere i provvedimenti necessari. La Commissione evidenzia
inoltre la necessità di accelerare i progressi per quanto riguarda l'attuazione
delle sue raccomandazioni relative alla riforma della giustizia, all'integrità
e alla lotta contro la corruzione. La Commissione monitorerà attentamente i
progressi attraverso un dialogo costante con le autorità rumene e riferirà sul
processo di riforma alla fine del 2013. [1] COM(2012) 410 final. Le analisi e le raccomandazioni
contenute nella relazione sono state approvate nelle conclusioni adottate a
settembre dal Consiglio Affari generali. [2] Lettere del 16 e
17 luglio 2012. [3] Il decreto di
emergenza n. 38/2012 non è stato abrogato formalmente. Tuttavia, le decisioni
della Corte costituzionale n.727 del 9 luglio 2012 e n.738 del 19 settembre 2012
lo hanno giudicato incostituzionale. Tale decreto deve essere abrogato
formalmente per rispettare il dettato della Corte costituzionale. [4] Sentenza n. 6
della Corte costituzionale del 21 agosto 2012, seguita il 19.9.2012
dall'approvazione da parte del Senato della legge che modifica il decreto di
emergenza n. 41 modificando la legge n. 3/2000 sull'organizzazione del
referendum. [5] Anche la
commissione di Venezia ha ritenuto che si dovesse affrontare la questione dell'uso
eccessivo dei decreti governativi di emergenza: http://www.venice.coe.int/webforms/documents/CDL-AD(2012)026-e.aspx [6] Ad esempio le
denunce per pressioni e intimidazioni nei confronti dei giudici della Corte
costituzionale segnalate alla Commissione. Lettera del presidente
Barroso al primo ministro rumeno Victor Ponta del 10.8.2012: http://europa.eu/rapid/press-release_MEMO-12-621_en.htm [7] In alcuni casi a
seguito di discussioni con la Commissione europea e il Consiglio superiore
della magistratura. [8] Le relazioni
dell'ANI hanno un effetto diretto se non vengono impugnate entro 15 giorni. Va osservato
anche che solo il 5% circa delle relazioni dell'ANI viene impugnato con
successo. [9] Nessuna di
queste quattro persone fa parte del nuovo governo. [10] La Corte
costituzionale ha statuito sul conflitto costituzionale tra la magistratura e
il Senato in un caso in cui l'Alta Corte di cassazione e di giustizia aveva
confermato una decisione di incompatibilità relativa a un senatore (decisione
della Corte costituzionale n.972 del 21 novembre 2012). Quando è scaduto il
mandato del Senato la sentenza della Corte costituzionale non era ancora stata
applicata. [11] Per esempio, un
codice di condotta. [12] I nuovi codici
civile e penale e i relativi codici processuali sono stati adottati nel 2009 e
nel 2010, ma finora è entrato in vigore solo il codice civile. Non vi è alcuna
certezza riguardo alla data di entrata in vigore degli altri codici, ma le
autorità hanno recentemente confermato che il codice di procedura civile
entrerà in vigore il 1° febbraio 2013. [13] La relazione MCV
del luglio 2012 evidenziava la necessità di fare una distinzione tra l'impatto
dei codici in termini di risorse e le questioni più ampie connesse al carico di
lavoro dei magistrati. [14] Ad esempio,
sostituendo una procedura giudiziaria con una procedura amministrativa per le
questioni relative alla tassa di prima immatricolazione dei veicoli, il che
dovrebbe alleggerire i tribunali di circa 100 000 pratiche. [15] L'estate scorsa,
un caso particolarmente importante ha portato alla sospensione per la durata
delle indagini di un procuratore che è anche membro del Consiglio superiore
della magistratura. [16] Il ministero
della Giustizia ha avviato anche un progetto a medio termine per contribuire a
codificare la legislazione, con la possibilità di introdurre modifiche per
accelerare il processo di aggiornamento. [17] Ad esempio, la
recente proposta di vietare l'uso nei processi per corruzione delle prove
acquisite durante le indagini su altri reati. [18] È positivo anche
che un ricorso dell'ANI contro una decisione di una commissione di indagine
patrimoniale sia stato accolto. [19] I tre ministri
interessati hanno impugnato le relazioni. Un altro alto funzionario si è dimesso per
altri motivi (e ha impugnato la relazione). [20] Cfr.
Eurobarometro n. 374 del febbraio 2012, http://ec.europa.eu/public_opinion/archives/ebs/ebs_374_en.pdf
e Indice di percezione della corruzione di Transparency International,
http://www.transparency.org/cpi2012/results. [21] Nel gennaio 2013
si erano registrati presso la segreteria della strategia nazionale
anticorruzione 1 874 comuni e 20 consigli di contea. [22] Dal monitoraggio
della legislazione sugli appalti pubblici eseguito dalla Commissione emerge che
la procura non ha dato alcun seguito ai casi dimostrati di atti illeciti.