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Document 52012PC0748

Proposta di DECISIONE DEL CONSIGLIO sulla posizione dell'Unione nel comitato misto istituito dall’accordo euromediterraneo interinale di associazione sugli scambi e la cooperazione tra la Comunità europea, da una parte, e l’Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP) a beneficio dell’Autorità palestinese (AP) della Cisgiordania e della Striscia di Gaza, dall’altra, in merito all’adozione di una raccomandazione sull’adozione del piano d’azione UE-AP della PEV

/* COM/2012/0748 final - 2012/0346 (NLE) */

52012PC0748

Proposta di DECISIONE DEL CONSIGLIO sulla posizione dell'Unione nel comitato misto istituito dall’accordo euromediterraneo interinale di associazione sugli scambi e la cooperazione tra la Comunità europea, da una parte, e l’Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP) a beneficio dell’Autorità palestinese (AP) della Cisgiordania e della Striscia di Gaza, dall’altra, in merito all’adozione di una raccomandazione sull’adozione del piano d’azione UE-AP della PEV /* COM/2012/0748 final - 2012/0346 (NLE) */


RELAZIONE

L’Autorità palestinese (AP) e la Comunità europea (CE) hanno instaurato relazioni contrattuali per la prima volta nel 1997, quando la CE e l’Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP), a beneficio dell’Autorità palestinese, hanno concluso un accordo interinale di associazione sugli scambi e la cooperazione. Sulla base di tale accordo, nel maggio 2005 è stato firmato il piano d’azione UE-AP nel quadro della politica europea di vicinato (PEV) per un periodo da tre a cinque anni.

Negli ultimi anni, le relazioni tra le parti si sono notevolmente sviluppate in tale contesto, con la ripresa delle attività del comitato misto, l'istituzione, in un primo momento, di quattro sottocomitati e l'instaurazione del dialogo politico. Da parte palestinese, l'AP si è dimostrata un partner a pieno titolo nell'ambito della politica europea di vicinato (PEV), grazie alla sua partecipazione attiva e a scambi proficui. Da parte dell'Unione, le conclusioni decisive del Consiglio “Affari esteri” dell'8 dicembre 2009 hanno aperto la via ad un rinnovato impegno dell'UE verso l'Autorità palestinese e l’UE si è detta “pronta a sviluppare ulteriormente relazioni bilaterali con l'Autorità palestinese che rispecchino interessi condivisi, anche nel quadro della politica europea di vicinato." Questa evoluzione è il risultato delle maggiori capacità dimostrate da parte palestinese nell'attuazione del suo programma di riforme e nell'ambito della PEV.

Il programma d’azione attuale è scaduto il 30 giugno 2012 e di conseguenza occorre elaborare un nuovo piano d'azione, basato sul sostegno di lunga data dell'UE agli sforzi dell’AP mirati alla costruzione dello Stato. Per preparare questo nuovo piano d'azione, il numero di sottocomitati della PEV è stato portato da quattro a sei, in modo da monitorare meglio il piano d'azione. I nuovi sottocomitati sono completamente allineati sul nuovo piano d'azione.

Le relazioni tra l'UE e l'Autorità palestinese si svolgono in un contesto di cambiamento generale della situazione politica nella regione e nel segno del ruolo determinante e del valore aggiunto dell'UE nella governance mondiale.

La comunicazione congiunta al Parlamento europeo e al Consiglio intitolata "Una risposta nuova ad un vicinato in mutamento: un riesame della politica europea di vicinato", delinea una nuova impostazione mirante ad una differenziazione nettamente più accentuata che consenta a ciascun partner di sviluppare i propri legami con l'UE in modo commisurato alle proprie aspirazioni, esigenze e capacità, ma anche della responsabilità reciproca e del grado di impegno verso i valori universali dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto, come pure della capacità di attuare le priorità convenute di comune accordo. Come espresso nella suddetta comunicazione, l'Unione punta a istituire un insieme più semplificato e coerente di politiche e programmi, concentrando i piani d'azione della PEV e l'assistenza dell'UE su un numero ridotto di priorità, sulla base di parametri di riferimento più precisi. Questo nuovo piano d'azione stabilisce chiaramente gli obiettivi prioritari del partenariato privilegiato tra l'UE e l'AP, tenendo pienamente conto delle circostanze particolari dell'AP e dei vincoli entro cui deve operare.

Il servizio europeo per l'azione esterna (SEAE), in stretta collaborazione con i servizi della Commissione e con gli Stati membri dell'UE, ha tenuto colloqui esplorativi con l’AP che sono sfociati in un accordo sul progetto di piano d'azione, che copre un periodo da tre a cinque anni. Nel corso della recente riunione del comitato misto UE-OLP, che si è tenuta il 13 febbraio 2012, le parti hanno preso atto dei negoziati tecnici in corso in vista di un nuovo piano d'azione comune UE-AP nell'ambito della PEV. La conclusione delle consultazioni tecniche da ciascuna parte è stata notificata tramite uno scambio di lettere.

Il piano d'azione UE-AP nell'ambito della PEV costituirà il principale strumento di riferimento delle relazioni bilaterali tra l’UE e l’Autorità palestinese nei prossimi anni. La PEV continuerà a svolgere un ruolo catalizzatore in quanto quadro strategico unico, basato sul partenariato e sulla titolarità condivisa, sulla differenziazione in funzione dei risultati e sull'assistenza adeguata alle esigenze.

La Commissione europea allega il testo di una proposta di decisione del Consiglio sulla posizione che l'Unione europea dovrà assumere nel comitato misto UE-OLP in merito all’adozione di una raccomandazione sull’attuazione del piano d'azione che figura in allegato.

La Commissione chiede pertanto al Consiglio di adottare l’allegata proposta di decisione del Consiglio.

2012/0346 (NLE)

Proposta di

DECISIONE DEL CONSIGLIO

sulla posizione dell'Unione nel comitato misto istituito dall’accordo euromediterraneo interinale di associazione sugli scambi e la cooperazione tra la Comunità europea, da una parte, e l’Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP) a beneficio dell’Autorità palestinese (AP) della Cisgiordania e della Striscia di Gaza, dall’altra, in merito all’adozione di una raccomandazione sull’adozione del piano d’azione UE-AP della PEV

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

vista la decisione 97/430/CE del Consiglio, del 2 giugno 1997, relativa alla conclusione dell'accordo euromediterraneo interinale di associazione relativo agli scambi e alla cooperazione tra la Comunità europea, da una parte, e l'Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP) a beneficio dell'Autorità palestinese della Cisgiordania e della Striscia di Gaza, dall'altra, in particolare l'articolo 3, secondo comma,

vista la proposta della Commissione,

considerando quanto segue:

(1)       L’accordo euromediterraneo interinale di associazione sugli scambi e la cooperazione tra la Comunità europea, da una parte, e l’Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP) a beneficio dell’Autorità palestinese (AP) della Cisgiordania e della Striscia di Gaza, dall’altra, è stato firmato il 24 febbraio 1997 ed è entrato in vigore il 1° luglio 1997.

(2)       Le parti intendono concordare il nuovo piano d’azione UE-AP della politica europea di vicinato (PEV), che rispecchia il carattere privilegiato del partenariato tra l’Unione europea e l’Autorità palestinese e che sosterrà l'attuazione dell’accordo euromediterraneo interinale di associazione attraverso l’elaborazione e l’adozione di misure concrete volte a conseguire gli obiettivi dell’accordo,

HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:

Articolo 1

La posizione dell'Unione nel comitato misto istituito dall’accordo euromediterraneo interinale di associazione sugli scambi e la cooperazione tra la Comunità europea, da una parte, e l’Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP) a beneficio dell’Autorità palestinese (AP) della Cisgiordania e della Striscia di Gaza, dall’altra, in merito all’attuazione del piano d’azione UE-AP della PEV poggia sul progetto di raccomandazione del comitato misto allegato alla presente decisione.

Articolo 2

La presente decisione entra in vigore il giorno dell’adozione.

Fatto a Bruxelles, il

                                                                       Per il Consiglio

                                                                       Il Presidente

 

Progetto di

RACCOMANDAZIONE

relativa all'attuazione del piano d’azione UE-AP della PEV

Il comitato misto,

visto l’accordo euromediterraneo interinale di associazione tra la Comunità europea, da una parte, e l'Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP) a beneficio dell'Autorità palestinese della Cisgiordania e della Striscia di Gaza, dall'altra (“l’accordo”), in particolare l’articolo 63, paragrafo 2,

considerando quanto segue:

(1) A norma dell’articolo 70 dell’accordo, le parti adottano qualsiasi misura generale o particolare necessaria per l'adempimento degli obblighi che incombono loro ai sensi del presente accordo e si adoperano per il conseguimento degli obiettivi dell’accordo.

(2) Le parti dell’accordo hanno approvato il testo del piano d’azione della politica europea di vicinato Unione europea–Autorità palestinese ("piano d’azione UE-AP della PEV").

(3) Il piano d’azione UE-AP della PEV sosterrà l’attuazione dell’accordo attraverso l’elaborazione e l’adozione di misure concrete concordate tra le parti che forniranno indicazioni pratiche ai fini dell’attuazione stessa.

(4) Il piano d’azione ha il duplice scopo di definire misure concrete che permettano alle parti di adempiere gli obblighi dell’accordo e di definire un ambito più ampio nel quale sviluppare le relazioni tra l’UE e l’Autorità palestinese,

HA ADOTTATO LA PRESENTE RACCOMANDAZIONE:

Articolo unico

Il comitato misto raccomanda che le parti attuino il piano d’azione UE-AP della PEV in allegato, nella misura in cui tale attuazione è finalizzata a conseguire gli obiettivi dell’accordo euromediterraneo interinale di associazione tra la Comunità europea, da una parte, e l'Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP) a beneficio dell'Autorità palestinese, della Cisgiordania e della Striscia di Gaza, dall'altra.

Fatto a [...]

Per il comitato misto

Il Presidente

ALLEGATO

PIANO D’AZIONE UNIONE EUROPEA - AUTORITÀ PALESTINESE

INTRODUZIONE POLITICA

Un nuovo piano d’azione

L'autorità palestinese (AP) e la Comunità europea (CE) hanno istituito relazioni contrattuali per la prima volta nel 1997, quando la CE e l’Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP) a beneficio dell’Autorità palestinese, hanno concluso un accordo interinale di associazione sugli scambi e la cooperazione. Sulla base di tale accordo, nel maggio 2005 è stato firmato il piano d’azione UE-AP della politica europea di vicinato (PEV). Negli ultimi anni, le relazioni tra le parti si sono notevolmente sviluppate in tale contesto, con la ripresa delle attività del comitato misto, l'istituzione, in un primo momento, di quattro sottocomitati e l'instaurazione del dialogo politico. Da parte palestinese, l'AP si è dimostrata un partner a pieno titolo nell'ambito della politica europea di vicinato (PEV), grazie alla sua partecipazione attiva e a scambi proficui. Da parte dell'Unione, le conclusioni decisive del Consiglio “Affari esteri” dell'8 dicembre 2009 hanno aperto la via ad un rinnovato impegno dell'UE verso l'Autorità palestinese e l’UE si è detta “pronta a sviluppare ulteriormente relazioni bilaterali con l'Autorità palestinese che rispecchino interessi condivisi, anche nel quadro della politica europea di vicinato.”[1] Questa evoluzione è il risultato delle maggiori capacità dimostrate da parte palestinese nell'attuazione del suo programma di riforme e nell'ambito della PEV. Il primo passo è consistito nell'aumentare il numero di sottocomitati PEV per consentire un dialogo più strategico e efficace, con la piena partecipazione della società civile. Il dialogo è andato man mano approfondendosi e il partenariato consolidandosi e questo nuovo piano d'azione basato sul sostegno di lunga data dell'UE agli sforzi dell'AP mirati alla costruzione dello Stato costituisce il quadro adeguato per definire i prossimi passi.

Un partenariato UE-AP privilegiato

Negli ultimi anni le relazioni UE-AP si sono concentrate soprattutto sul sostegno agli sforzi dell'AP per la costituzione di uno Stato, secondo quanto definito dal piano governativo biennale dal 2009 Palestine - Ending the occupation, Establishing the State and the Palestinian Reform and Development Programme (PRDP) 2008-2010, i cui obiettivi sono sostenuti politicamente e finanziariamente dall'UE. Il piano di sviluppo nazionale palestinese (PSN) 2011-2013 consolida i risultati dei programmi precedenti. La parte palestinese ha lavorato all'elaborazione di un ambizioso programma di riforme, scegliendo strategicamente di agganciare il proprio sviluppo socioeconomico a quello dell'UE. Quale donatore principale e più prevedibile del popolo palestinese, l'UE ha sostenuto e coadiuvato gli sforzi di rafforzamento istituzionale dell'AP. A tale riguardo l'UE ha concordato con la valutazione della Banca Mondiale e di altre istituzioni finanziarie internazionali secondo cui "se l'Autorità palestinese mantiene lo slancio attuale nella costruzione delle istituzioni e nell'offerta di servizi pubblici, si troverà in buona posizione per creare uno Stato in qualsiasi momento nel prossimo futuro". Questa valutazione è stata ribadita dai donatori in occasione della riunione del comitato di collegamento ad hoc (AHLC) organizzata dall'Alta rappresentante/Vicepresidente Catherine Ashton il 13 aprile 2011 a Bruxelles e successivamente a settembre 2011. In base alle relazioni delle Nazioni Unite, del Fondo monetario internazionale e della Banca Mondiale, i partecipanti hanno riconosciuto che l'AP ha superato la soglia di uno Stato funzionante nei settori fondamentali esaminati e che le istituzioni palestinesi reggono decisamente il confronto con quelle degli Stati costituiti[2]. I donatori hanno riconfermato la valutazione del livello di preparazione dell'AP in vista della creazione di uno Stato per quanto riguarda le istituzioni esaminate in sede di riunione dell'AHLC del 21 marzo 2012 a Bruxelles.

L'UE come attore globale in un vicinato/mondo in mutamento

Le relazioni tra l'UE e l'Autorità palestinese si svolgono in un contesto di cambiamento generale della situazione politica nella regione e nel segno del ruolo determinante e del valore aggiunto dell'UE nella governance mondiale, che "si riflette nel suo attivo sostegno a favore della democrazia, dello Stato di diritto, della tutela dei diritti umani e della sicurezza degli esseri umani, del rispetto delle convenzioni ambientali e sociali internazionali, dell'apertura degli scambi e di un'agenda per un lavoro dignitoso"[3]. L’Unione risponde ai cambiamenti nel suo vicinato, e in particolare alla Primavera araba, ridefinendo la politica europea di vicinato e ha un interesse e una responsabilità specifici a promuovere proattivamente il processo di democratizzazione necessario per la stabilità e la prosperità della regione. In particolare, i recenti eventi nel vicinato europeo hanno rivelato "la necessità di dare ascolto alle legittime aspirazioni dei popoli della regione, compresa quella dei palestinesi alla sovranità."[4] L’UE continua a seguire da vicino gli sviluppi in merito all’iniziativa palestinese presso l’ONU[5].

L'Autorità Palestinese sarà fra i primi partner a disporre di un nuovo piano d'azione che rispecchia la nuova risposta dell’Unione ad un vicinato in mutamento imperniata sulla differenziazione, sulla responsabilità reciproca e sull'impegno condiviso a favore dei valori universali, del diritto internazionale, delle norme internazionali sui diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto. Questa nuova impostazione comporta una più stretta associazione politica e una progressiva integrazione economica nel mercato interno dell'UE per i partner che abbiano la capacità e la volontà di realizzare ulteriormente i propri obiettivi di riforma. L’intento è conseguire una differenziazione nettamente più accentuata che consenta a ciascun partner di sviluppare i propri legami con l'UE in modo commisurato alle proprie aspirazioni, esigenze e capacità, in base alla responsabilità reciproca, al livello di impegno verso i suddetti valori universali e alla capacità di attuare le priorità convenute di comune accordo[6]. I sottocomitati sono lo strumento ideale per verificare l'attuazione di queste priorità e le loro conclusioni informano i lavori del comitato congiunto e la relazione annuale dell'UE sui progressi realizzati.

Al tempo stesso, l'UE cerca di concentrare sempre più le risorse nei settori in cui sono più necessarie e in cui possono avere un impatto più determinante. Di conseguenza, gli strumenti di politica esterna dell’UE, di cui beneficerà il popolo palestinese, saranno più strettamente collegati ai progressi realizzati nell'attuazione delle riforme. A tal riguardo, l'assistenza finanziaria dell'UE al popolo palestinese sarà strettamente allineata agli obiettivi strategici principali del piano d'azione. Conformemente alle migliori prassi in materia di cooperazione allo sviluppo, l’UE e gli Stati membri dovranno consultarsi reciprocamente e coordinare la programmazione.

La realizzazione degli obiettivi definiti nel presente piano d'azione dipende dalla capacità di affrontare le sfide connesse soprattutto all'occupazione, ma anche dalla divisione attuale tra la Cisgiordania e la Striscia di Gaza, dalle incertezze che caratterizzano la sostenibilità di bilancio dell'AP e dalla situazione di stallo dei negoziati di pace israelo-palestinesi. Questi fattori mettono seriamente a rischio le realizzazioni dell'AP.

L'impegno a favore di una soluzione fondata sulla coesistenza di due Stati

L'UE ribadisce l’impegno a favore di una soluzione fondata sulla coesistenza di due Stati: lo Stato di Israele e uno Stato palestinese indipendente, democratico, territorialmente contiguo e vitale. Il sostegno dell'UE alla prospettiva di uno Stato palestinese e ai diritti legittimi del popolo palestinese è la realizzazione concreta dell’impegno di lunga data dell'UE a favore della soluzione dei due Stati.

Le parti ribadiscono il loro impegno a contribuire all'obiettivo comune di una soluzione del conflitto in Medio Oriente sulla base delle condizioni menzionate oltre.

L'UE ha definito le proprie posizioni sul processo di pace in Medio Oriente nella dichiarazione di Venezia del 1980 e da allora le ha sviluppate nelle conclusioni del Consiglio "Affari esteri" del dicembre 2009, del dicembre 2010, del maggio 2011 e del maggio 2012, e nella dichiarazione fatta a nome dell'UE al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 21 aprile 2011. Rammentando la dichiarazione di Berlino del 1999, l'UE ribadisce di essere pronta a riconoscere lo Stato palestinese al momento opportuno. Conformemente alla dichiarazione del Quartetto del 23 settembre 2011, l’UE sosterrà attivamente le nuove misure individuate per la creazione dello Stato palestinese e favorirà, nel rispetto delle procedure esistenti, un significativo rafforzamento dell'indipendenza e della sovranità dell'Autorità palestinese nella gestione degli affari interni, comprese misure atte a favorire lo sviluppo sociale ed economico della zona C.

L'UE ribadisce il proprio sostegno alla riconciliazione palestinese, come espresso nelle conclusioni del Consiglio “Affari esteri” del 23 maggio 2011. L'UE ritiene che la situazione all'interno e intorno alla Striscia di Gaza rimarrà fragile e insostenibile fino a quando Gaza rimarrà politicamente separata dalla Cisgiordania.

Ricordando le precedenti conclusioni del Consiglio sul processo di pace in Medio Oriente, l'UE continua a chiedere l'apertura immediata, duratura e incondizionata dei varchi per consentire il flusso di aiuti umanitari, merci e persone da e verso la Striscia di Gaza e in particolare tra Gaza e la Cisgiordania.

L'UE ricorda l'applicabilità del diritto umanitario internazionale nel territorio palestinese occupato, compresa la quarta convenzione di Ginevra relativa alla protezione delle persone civili[7]. L'UE chiede il pieno rispetto degli obblighi internazionali in materia di diritti umani per tutti i prigionieri palestinesi[8].

L'UE sottolinea l'urgenza di rilanciare il processo di pace, in modo da raggiungere una soluzione fondata sulla coesistenza di due Stati, nel pieno rispetto degli obblighi derivanti dalla tabella di marcia e sulla base delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, dei principi di Madrid, compreso il principio "terra in cambio della pace", della tabella di marcia, degli accordi precedentemente conclusi dalle parti e dell'iniziativa di pace araba, mediante:

– un accordo sui confini dei due Stati basato sulle frontiere del 4 giugno 1967, in cui le parti potrebbero convenire uno scambio di territori equivalenti[9]. L'UE non riconoscerà alcun cambiamento dei confini precedenti al 1967, anche riguardo a Gerusalemme, che non sia concordato dalle parti[10]. L'UE ribadisce che gli insediamenti, la barriera di separazione se costruita su territorio occupato, la demolizione di case e le espulsioni sono illegali secondo il diritto internazionale, costituiscono un ostacolo alla pace e minacciano di rendere impossibile la soluzione fondata sulla coesistenza di due Stati. L'UE continuerà a garantire che i prodotti degli insediamenti non beneficino di un trattamento preferenziale nell'ambito dell'accordo di associazione UE-Israele e che le attività degli insediamenti non beneficino di alcun tipo di finanziamento o programma dell'Unione;

– ricordando che l'UE non ha mai riconosciuto l'annessione di Gerusalemme est, ci si dovrà adoperare per risolvere, tramite negoziati, lo status di Gerusalemme quale futura capitale di due Stati;

– una soluzione giusta, equa, realistica e reciprocamente accettata alla questione dei profughi;

– l'adozione di dispositivi di sicurezza che garantiscano ai palestinesi il rispetto della loro sovranità e dimostrino che l'occupazione è finita e che tutelino la sicurezza degli israeliani, evitino la recrudescenza del terrorismo e contrastino efficacemente le minacce nuove ed emergenti;

– il controllo da parte del popolo palestinese sulle proprie risorse naturali, compresa l'assegnazione equa e ragionevole delle risorse idriche transfrontaliere, nel rispetto delle pertinenti norme di diritto internazionale da perseguire parallelamente ad altre questioni relative allo status definitivo;

– lavorare a livello regionale per garantire una pace globale nel Medio Oriente.

L'UE è inoltre disposta a contribuire in misura sostanziale alle intese successive al conflitto.

Il presente piano d'azione ha una durata da tre a cinque anni.

OBIETTIVI PRIORITARI[11]

1)           Intensificare gli sforzi per risolvere il conflitto in Medio Oriente sulla base delle summenzionate condizioni, anche sostenendo la creazione di uno Stato palestinese sovrano

2)           Approfondire le relazioni bilaterali nella prospettiva di un vero e proprio accordo di associazione tra l'UE e il futuro Stato di Palestina

· Proseguire e sviluppare il dialogo politico a tutti i livelli.

· Stabilire una riunione annuale tra l’UE e la parte palestinese sul modello del Consiglio di associazione tenuto con altri partner della PEV.

· Avviare quanto prima negoziati per un accordo di associazione completo, da concludersi formalmente dopo la creazione dello Stato palestinese.

· Rafforzare la cooperazione in ambito multilaterale, anche contribuendo agli sforzi delle Nazioni Unite per risolvere i conflitti regionali e promuovere un multilateralismo reale.

3)           Uno Stato palestinese fondato sullo Stato di diritto e sul rispetto dei diritti umani, in una democrazia radicata e funzionante, con istituzioni pubblicamente responsabili

· Tutelare il diritto dei cittadini alle libertà fondamentali e al godimento dei diritti umani, compresa la libertà di riunione, la libertà di espressione, la libertà di associazione, la libertà di circolazione, la libertà di religione o di credo, la libertà dei media e impegnarsi ulteriormente nella lotta contro l’incitamento all’odio attraverso l’introduzione di un adeguato quadro normativo nazionale, debitamente applicato e conforme alle norme internazionali; tutelare i diritti di donne e ragazze, eliminando qualsiasi disposizione discriminatoria dalla legislazione nazionale.

Calendario: continuo

Parametri di riferimento: adozione della normativa nel rispetto degli obblighi derivanti dalle convenzioni internazionali sui diritti umani, piena attuazione della legge del 2000 sulle ONG in tutti i territori palestinesi occupati, adozione della legislazione, specie per quanto riguarda i media, sviluppo della Commissione indipendente palestinese per i diritti umani conformemente ai principi di Parigi (risoluzione 48/134 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite), piena attuazione del piano strategico nazionale sulla lotta alla violenza contro le donne, tasso di partecipazione femminile all'economia palestinese, adozione di una strategia globale in materia di diritti umani.

Indicatori: relazioni della Commissione indipendente palestinese sui diritti umani, relazioni sull'attuazione del Comitato per l'eliminazione delle discriminazioni nei confronti delle donne (CEDAW) e sul piano d'azione di Istanbul, relazioni della PEV sui progressi compiuti.

Responsabilità dell'UE: proseguire il sostegno alla società civile e agli attori non statali, promuovere e sostenere riforme legislative adeguate e relativa applicazione, sostegno ai difensori dei diritti umani.

· Indire consultazioni elettorali autentiche e democratiche a tutti i livelli, in linea con le norme internazionali.

Calendario: breve termine, successivamente secondo quanto previsto dalla legge elettorale.

Parametri di riferimento: aggiornamento del registro degli elettori a Gaza e continuo aggiornamento in Cisgiordania, promulgazione della legge elettorale modificata, decreto presidenziale che dà avvio al calendario elettorale, elezioni locali, presidenziali e politiche, convocazione del Consiglio legislativo palestinese democraticamente eletto incaricato di controllare l'operato del governo democratico.

Indicatori: missioni di osservazione elettorale svolte da organismi internazionali e nazionali.

Responsabilità dell'UE: dare sostegno politico alla convocazione delle elezioni, anche a Gerusalemme est, continuare a dare assistenza al Comitato elettorale centrale e al segretariato del Consiglio legislativo palestinese; inviare eventualmente missioni di osservazione elettorale dell'UE, sostenere la liberazione dei legislatori palestinesi detenuti[12].

· Istituire un sistema giudiziario indipendente, imparziale e pienamente operativo, in linea con le norme internazionali, che garantisca la celebrazione del giusto processo, l'equità delle sentenze e l'esecuzione delle ordinanze e delle decisioni.

Calendario: medio a lungo termine.

Parametri di riferimento: tempi di risoluzione delle cause, numero di cittadini in custodia cautelare, introduzione dell’assistenza legale, adozione della normativa (codice penale, leggi sulla mediazione e l’arbitrato; giustizia minorile, tribunali amministrativi), disciplina dei tribunali specializzati che garantisca la separazione tra la giustizia civile e i tribunali di sicurezza e limiti la competenza dei tribunali militari al personale militare in servizio

Indicatori: relazioni della Commissione indipendente palestinese sui diritti umani, relazioni sullo stato di avanzamento del programma Seyada II o del programma successore, valutazioni dell'EUPOL COPPS, relazioni della PEV sui progressi compiuti.

Responsabilità dell'UE: continuare a assistere il sistema giudiziario.

· Riformare e sviluppare il settore palestinese della sicurezza, istituzionalizzare il controllo democratico civile sui servizi di sicurezza e garantire che questi operino nel pieno rispetto dei diritti umani assicurando una corretta regolamentazione, formazioni adeguate e meccanismi di rendicontazione.

Calendario: medio termine.

Parametri di riferimento: esecuzione delle strategie prioritarie del Piano palestinese di sviluppo nazionale 2011-2013 in materia di sicurezza, unificazione delle strutture di comando e dei sistemi di pianificazione di bilancio sotto la sovrintendenza del Ministro dell'Interno che coprono tutti i servizi di sicurezza nei territori palestinesi occupati, creazione di un ispettorato che vigili su tutte le forze di sicurezza, rafforzamento della responsabilità pubblica del ministero dell'Interno, accesso della Commissione indipendente palestinese dei diritti umani a tutti i centri di detenzione (compresa quelli di sicurezza interna), anche senza chiedere prima l’autorizzazione.

Indicatori: relazioni della Commissione indipendente palestinese sui diritti umani, valutazioni dell'EUPOL COPPS, relazioni della PEV sui progressi compiuti.

Responsabilità dell'UE: proseguimento dell'assistenza al sistema penitenziario e di sicurezza, se necessario anche nell’ambito della politica comune di sicurezza e di difesa (PESD), garantire formazioni sui diritti umani, sostenere le misure concordate mirate ad estendere la competenza dell'AP in materia di sicurezza e relativo ambito d'azione in Cisgiordania (attuali zone B e C).

· Rafforzare le misure intraprese a livello nazionale per dare piena attuazione al piano nazionale di sviluppo 2011-2013 e successivi, di concerto con la comunità internazionale dei donatori.

Calendario: medio a lungo termine.

Parametri di riferimento: attuazione delle priorità del piano nazionale di sviluppo.

Indicatori: relazioni trimestrali del ministero delle Finanze, relazioni del ministero della Pianificazione e dello sviluppo amministrativo, relazioni di controllo annuali sul piano nazionale di sviluppo, relazioni della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale al comitato di collegamento ad hoc.

Responsabilità dell'UE: continuare a dare assistenza finanziaria al popolo palestinese, contribuendo anche alla sostenibilità di bilancio dell'AP, e ai profughi palestinesi attraverso l'Agenzia delle Nazioni Unite di soccorso e lavori per i profughi della Palestina nel Vicino Oriente (UNRWA), in funzione delle risorse disponibili; fornire assistenza tecnica al rafforzamento della capacità amministrativa delle istituzioni palestinesi, in vista dell'integrazione nel sistema multilaterale.

4)           Risanare il bilancio e permettere lo sviluppo economico sostenibile di tutti i territori palestinesi occupati

· Partendo dai progressi sostanziali compiuti nella creazione di un solido sistema di gestione delle finanze pubbliche, impegnarsi a realizzare ulteriori progressi, in particolare per quanto riguarda il controllo e l'audit interno ed esterno.

Calendario: continuo.

Parametri di riferimento: disciplina di bilancio globale, assegnazione strategica delle risorse e fornitura efficiente di servizi, riduzione del disavanzo di bilancio dell'AP e della dipendenza dagli aiuti, potenziamento della riscossione delle entrate da parte dell'AP, eliminazione dei sussidi per l’energia (“accreditamento”), attuazione della riforma del servizio pubblico e delle pensioni, attuazione della responsabilità finanziaria in materia di spesa pubblica (PEFA) e conseguente piano d’azione, adozione del quadro regolamentare sugli appalti pubblici.

Indicatori: relazioni trimestrali del ministero delle Finanze, relazioni annuali di monitoraggio sul piano nazionale di sviluppo, relazioni della Banca mondiale e dell’FMI e al comitato di collegamento ad hoc

Responsabilità dell'UE: continuare l’assistenza finanziaria al popolo palestinese, anche con misure a favore della sostenibilità di bilancio dell’AP nel lungo termine, e ai profughi palestinesi attraverso l'UNRWA, in funzione delle risorse disponibili, fornire assistenza tecnica al rafforzare della capacità amministrativa delle istituzioni palestinesi in vista dell'integrazione nel sistema multilaterale, sostenere il rafforzamento della riscossione delle entrate da parte dell'AP e l’adozione di un meccanismo perfezionato che assicuri la riscossione efficiente, trasparente e prevedibile da parte di Israele per conto dell'AP, nel rispetto del Protocollo di Parigi.

· Migliorare l'amministrazione delle politiche, i sistemi di gestione della funzione pubblica e di responsabilità pubblica, anche rafforzando la funzione di audit e vigilanza e la capacità di prevenire e combattere la frode e la corruzione.

Calendario: lungo termine.

Parametri di riferimento: realizzazione di un sistema decentralizzato di gestione di base del personale, decentramento dei servizi di audit interno, l’ufficio di controllo finanziario e amministrativo opera come un organismo di controllo esterno indipendente in linea con le norme dell'Organizzazione internazionale delle istituzioni superiori di controllo.

Indicatori: relazioni del ministero per la Pianificazione e lo sviluppo amministrativo, della Banca mondiale e dell’FMI al comitato di collegamento ad hoc. Relazioni annuali dell'ufficio di controllo finanziario e amministrativo, valutazione della spesa pubblica e della responsabilità finanziaria.

Responsabilità dell'UE: copresiedere il gruppo di strategia sulla governance, continuare a fornire sostegno finanziario, in particolare alla gestione delle finanze pubbliche, sfruttare al massimo lo strumento TAIEX.

· Sostenere lo sviluppo di un settore privato palestinese competitivo, rimuovendo in particolare gli ostacoli allo sviluppo del settore privato, per favorire l'autonomia economica palestinese.

Calendario: medio termine.

Parametri di riferimento: adozione di una nuova normativa commerciale che favorisca l’attività economica e gli investimenti, creazione di istituti di regolamentazione e normalizzazione tecnica nei principali settori economici.

Indicatori: valutazioni riconosciute a livello internazionale, come la relazione “Ease of Doing Business” della Banca mondiale, valutazioni della Carta euro mediterranea per le imprese.

Responsabilità dell'UE: continuare a fornire sostegno finanziario, in funzione delle risorse disponibili, sfruttare appieno lo strumento TAIEX, continuare a sostenere lo status di osservatore della Palestina come primo passo verso i negoziati di adesione all'Organizzazione mondiale del commercio.

· Nell'ambito di questo impegno globale, offrire sostegno mirato allo sviluppo della Striscia di Gaza.

Calendario: medio termine.

Parametri di riferimento: attuazione degli indicatori settoriali del piano di sviluppo nazionale nella Striscia di Gaza.

Indicatori: relazioni del ministero per la Pianificazione e lo sviluppo amministrativo al comitato di collegamento ad hoc.

Responsabilità dell'UE: insistere sulla piena attuazione dell'accordo sulla circolazione e l'accesso del 2005, fare pressione perché sia revocata la chiusura di Gaza[13] e perché siano rimossi completamente e permanentemente gli ostacoli alla circolazione e all'accesso, quale prerequisito per la ripresa economica palestinese, e garantire che l'AP tragga massimo beneficio dagli accordi esistenti e dagli strumenti ai quali ha diritto.

· Continuare a sviluppare relazioni commerciali e a prendere misure concrete per agevolare la piena attuazione dell’accordo euromediterraneo interinale di associazione sugli scambi e la cooperazione.

Calendario: medio termine.

Parametri di riferimento: attuazione dell'accordo sulla circolazione e l'accesso, competitività del settore privato palestinese.

Indicatori: relazioni della Banca mondiale e dell’FMI al comitato di collegamento ad hoc, dati sugli scambi commerciali e sul rispetto delle quote agricole.

Responsabilità dell'UE: continuare a sostenere il settore privato palestinese; attuare il pacchetto di misure economiche adottate dei ministri euromediterranei, dare piena attuazione all'accordo di associazione interinale e all'accordo relativo all’ulteriore liberalizzazione degli scambi di prodotti agricoli, prodotti agricoli trasformati, pesce e prodotti della pesca, garantire un maggiore impegno per quanto riguarda la zona di pesca nella Striscia di Gaza.

· Elaborare un sistema moderno di controllo alle frontiere fondato su una gestione integrata delle frontiere efficace e continuare a sostenere lo sviluppo di personale qualificato operativo presso i servizi doganali dei porti internazionali.

Calendario: lungo termine.

Parametri di riferimento: assegnazione delle spese per lo sviluppo dell'amministrazione dei posti di frontiera e del sistema di gestione integrata delle frontiere, assegnazione di risorse per la creazione delle relative infrastrutture essenziali (legami territoriali, porti, rete di trasporto), attuazione dell'accordo sulla circolazione e l'accesso.

Indicatori: valutazione delle procedure palestinesi di sdoganamento, se operative; promozione/valutazione della gestione integrata delle frontiere al fine di agevolare la circolazione di persone e merci, garantendo al contempo la sicurezza delle frontiere.

Responsabilità dell'UE: continuare a fornire assistenza, eventualmente anche attraverso la PESD, fornire formazioni ai funzionari dell'AP in vista del futuro distaccamento alle frontiere, continuare a sostenere lo status di osservatore della Palestina come primo passo verso i negoziati di adesione all'Organizzazione mondiale del commercio.

5)           Intensificare gli sforzi per ridurre significativamente la povertà e l'esclusione sociale, soprattutto dei più vulnerabili, e per migliorare la coesione sociale nei territori palestinesi occupati.

· Costruire un sistema di sicurezza sociale sostenibile, equo e economicamente efficiente.

Calendario: lungo termine.

Parametri di riferimento: adozione di una legislazione adeguata in materia di protezione sociale e di pensioni, creazione di una banca dati nazionale su povertà e vulnerabilità, piena applicazione del programma di trasferimento di denaro in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza in attesa della sua fusione in un regime nazionale integralmente finanziato.

Indicatori: relazioni del ministero per la Pianificazione e lo sviluppo amministrativo e della Banca mondiale al comitato di collegamento ad hoc, relazioni sui progressi compiuti e valutazioni dei programmi di assistenza dell'UE nel settore.

Responsabilità dell'UE: continuare a fornire sostegno finanziario, in particolare per la riforma dei programmi di assistenza diretta a favore delle fasce vulnerabili della popolazione in modo da garantirne la sostenibilità, integrazione dell'Ufficio centrale palestinese di statistica nei programmi di assistenza regionale (MEDSTAT III).

· Innalzare il livello della sanità pubblica e della governance sanitaria nel territorio palestinese occupato in linea con l'attuazione della strategia nazionale globale in materia di sanità dell’AP, affrontando le questioni infrastrutturali e logistiche, il finanziamento del settore sanitario, le risorse umane della sanità e l'accesso ai medicinali, anche nella Striscia di Gaza.

Calendario: lungo termine.

Parametri di riferimento: assegnazione di risorse per lo sviluppo di servizi di assistenza sanitaria secondaria e terziaria, creazione dell'ospedale universitario di Al Najah.

Indicatori: relazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e relazioni sugli indici di sviluppo del Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (PSNU).

Responsabilità dell'UE: oltre agli attuali settori prioritari dell'assistenza, l'UE continuerà a fornire all’AP un sostegno finanziario diretto generale, anche eventualmente a fronte di particolari esigenze sanitarie urgenti, come quelle degli ospedali della Striscia di Gaza o di Gerusalemme est.

6)           Agevolare la gestione territoriale e l'accesso al territorio e alle risorse naturali

· Sviluppare il quadro giuridico-istituzionale atto a creare un sistema integrato di gestione delle acque e delle acque reflue, che garantisca una fornitura di servizi equa e la sostenibilità delle risorse in tutti i territori palestinesi occupati, e fornire un sostegno alla sua attuazione.

Calendario: lungo termine.

Parametri di riferimento: istituzione di un organismo di regolamentazione per la gestione delle risorse idriche, stanziamento delle risorse per una rete di distribuzione nazionale, collegata a livello regionale, e per la desalinizzazione.

Indicatori: valutazione della realizzazione degli obiettivi del piano nazionale di sviluppo in materia di infrastrutture idriche (95% delle famiglie allacciate alla rete di acqua potabile entro il 2013, 65% delle famiglie in Cisgiordania e 92% delle famiglie di Gaza allacciate alla rete fognaria, riduzione delle perdite dalla rete). Da riesaminare dopo il 2013.

Responsabilità dell'UE: continuare a fornire assistenza, eventualmente con il sostegno del Fondo d’investimento per la politica di vicinato.

· Intensificare gli sforzi intesi a agevolare la connettività delle reti infrastrutturali regionali e internazionali (ad es. trasporti, energia, acqua, telecomunicazioni ecc.), soprattutto nella regione euromediterranea.

Calendario: lungo termine.

Parametri di riferimento: istituzione di un organismo di regolamentazione delle telecomunicazioni che promuova la concorrenza e la qualità dei servizi, investimenti nella connettività regionale con l'Egitto e la Giordania, miglioramento della sicurezza energetica anche promuovendo fonti di energia rinnovabili locali, assegnazione di risorse per il collegamento territoriale tra la Cisgiordania e Gaza e per la rete stradale regionale.

Indicatori: relazioni di controllo del Piano di sviluppo nazionale, relazioni della Banca mondiale al Comitato di collegamento ad hoc.

Responsabilità dell'UE: continuare a fornire assistenza, anche mediante lo strumento di assistenza tecnica e scambio di informazioni (TAIEX) e le iniziative euromediterranee, e erogare eventualmente sostegno tramite il Fondo investimenti per la politica di vicinato.

· Attuare politiche di sviluppo sostenibile che si traducano in strategie ed iniziative volte a conseguire, tra l'altro, uno sviluppo economico ecosostenibile e una maggiore inclusione sociale.

Calendario: medio termine.

Parametri di riferimento: piena attuazione della strategia nazionale per l’ambiente, sviluppo e riesame del relativo quadro legislativo e istituzionale.

Indicatori: relazione di controllo annuale sul piano di sviluppo nazionale.

Responsabilità dell'UE: fornire assistenza, principalmente attraverso il potenziamento delle capacità, il sostegno ai progetti, lo strumento TAIEX e le iniziative euromediterranee.

7)           Migliorare la qualità dell'istruzione, della ricerca, dell'innovazione e della società dell'informazione nei territori palestinesi occupati

· Migliorare la qualità dell'istruzione, della ricerca, dell'innovazione e della società dell'informazione nei territori palestinesi occupati.

Calendario: lungo termine.

Parametri di riferimento: stanziamento di risorse da parte dell'AP per l'insegnamento primario, secondario e terziario, la ricerca, la scienza e la tecnologia; istituzione di un fondo nazionale per la ricerca universitaria; sviluppo di infrastrutture educative, culturali, giovanili e sportive, elaborazione di un programma di e-government, istituzione di un organismo di regolamentazione delle telecomunicazioni e migliorata connettività della rete universitaria e di ricerca dell'AP con GEANT (Gigabit European Advanced Network Technology).

Indicatori: indicatori del PNUS sull’istruzione, valutazione del conseguimento dei pertinenti indicatori del piano di sviluppo nazionale sui tassi di iscrizione all'istruzione di base e superiore, numero di candidature palestinesi ammesse ai pertinenti programmi dell'UE.

Responsabilità dell'UE: promuovere la partecipazione palestinese ai pertinenti programmi dell'UE; anche se esula dagli attuali settori fondamentali dell'assistenza bilaterale, continuare a fornire sostegno al programma d'istruzione e formazione tecnica e professionale (da riesaminare nel corso del 2013).

8)           Sostegno ai diritti del popolo palestinese a Gerusalemme est

· Sostegno ai diritti politici, economici, sociali e culturali del popolo palestinese a Gerusalemme est, in linea con le conclusioni del Consiglio “Affari esteri” del dicembre 2009 e in linea con il piano di sviluppo strategico multisettoriale per Gerusalemme.

Calendario: continuo.

Parametri di riferimento: esecuzione del piano di sviluppo strategico multisettoriale per Gerusalemme est, riapertura delle istituzioni palestinesi a Gerusalemme est conformemente alla tabella di marcia.

Indicatori: indicatori OMS/indicatori demografici sui palestinesi residenti a Gerusalemme est, altri indicatori di sviluppo umano disponibili.

Responsabilità dell'UE: continuare a fornire sostegno al programma per Gerusalemme est (anche per quanto riguarda gli alloggi, lo sviluppo economico, i servizi sociali di base, i diritti umani, la conservazione e la promozione del patrimonio culturale).

9)           Intensificare gli sforzi di sviluppo nella zona C

· Intensificare gli sforzi di sviluppo nella zona C.

Calendario: continuo.

Parametri di riferimento: investimenti in lavori pubblici e nelle istituzioni della zona C, migliore circolazione di persone e merci, sviluppo, commercio ed esportazioni.

Indicatori: relazioni del ministero per la Pianificazione e lo sviluppo amministrativo al comitato di collegamento ad hoc, adozione di piani generali palestinesi per la zona C.

Responsabilità dell'UE: continuare a fornire assistenza finanziaria per lo sviluppo palestinese nella zona C[14] al fine di mantenervi la presenza palestinese, sostenere l’elaborazione di piani generali palestinesi al fine di migliorare lo sviluppo di tutta la Cisgiordania e salvaguardare la sopravvivenza del futuro Stato palestinese, fare pressione perché siano rimossi completamente e permanentemente gli ostacoli alla circolazione e all'accesso quale prerequisito per il rilancio economico palestinese e promuovere azioni volte a garantire che l'AP tragga pienamente vantaggio dagli accordi esistenti e dagli strumenti ai quali ha diritto. Gli aiuti umanitari continueranno ad essere forniti in maniera tempestiva ed efficace, se e quando necessari, nel rispetto dei principi umanitari.

ALLEGATO: OBIETTIVI COMPLEMENTARI

A.           DIMENSIONE POLITICA

I.            Dialogo e cooperazione politici

[Dialogo politico UE-OLP]

Intensificare le relazioni bilaterali secondo una visione strategica che miri alla piena integrazione e alla piena sovranità dello Stato palestinese e rafforzare la cooperazione e il dialogo politici sulla base di valori condivisi.

(1) Intensificare il dialogo e la cooperazione politici e strategici in materia di politica estera e di sicurezza e organizzare riunioni a diversi livelli e in tutti i consessi[15].

(2) Stabilire una riunione annuale tra l’Unione europea e la parte palestinese sul modello del Consiglio di associazione tenuto con altri partner della PEV.

(3) Avviare quanto prima negoziati per un accordo di associazione completo da concludersi formalmente dopo la creazione dello Stato palestinese.

(4) Intensificare i contatti tra i ministri palestinesi e le controparti europee.

(5) Organizzare riunioni annue con un alto funzionario palestinese nell’ambito del Comitato politico e di sicurezza (CPS) e prevedere altre riunioni ad hoc.

(6) Potenziare il dialogo e la cooperazione in materia di prevenzione dei conflitti, pace, gestione delle crisi e protezione civile.

(7) Rafforzare la cooperazione in ambito multilaterale, anche contribuendo agli sforzi delle Nazioni Unite per porre fine ai conflitti regionali, e promuovere un multilateralismo reale.

(8) Intensificare la cooperazione sulle minacce comuni per la sicurezza, sopratutto la proliferazione delle armi di distruzione di massa e l’esportazione illegale di armi.

II.          Democrazia, Stato di diritto e buon governo

[Sottocomitato "Diritti umani, buona governance e Stato di diritto"]

Costruire una democrazia radicata e duratura, basata sul rispetto dei diritti umani e sullo Stato di diritto

Elezioni

(9) Garantire a tutti i livelli consultazioni elettorali autentiche e democratiche, in linea con le norme internazionali.

(10) Sviluppare il quadro giuridico interno per permettere il monitoraggio e l’osservazione indipendenti delle elezioni, sia a livello nazionale che internazionale, con il coinvolgimento della società civile.

(11) Rafforzare il ruolo, l’indipendenza e le capacità della commissione elettorale centrale garantendo le necessarie risorse finanziarie.

(12) Adottare misure che assicurino una più ampia partecipazione femminile alla vita politica e democratica.

Sistema giudiziario

(13) Continuare l’impegno per garantire l’indipendenza, l’imparzialità e il pieno funzionamento del sistema giudiziario, in linea con le norme internazionali sui diritti umani e garantendo la celebrazione del giusto processo, l’equità delle sentenze e l’esecuzione di ordinanze e decisioni.

(14) Elaborare la normativa, rendere più accessibili al pubblico le informazioni giuridiche per assicurare un accesso paritario alla giustizia e creare un fondo di assistenza legale dotato di strutture consone a garantirne la corretta gestione.

(15) Disciplinare, tramite l'adozione e l'attuazione normative, la competenza dei tribunali speciali, garantendo in particolare la separazione tra giustizia civile e giustizia militare, limitando la competenza dei tribunali militari al personale militare in servizio e mantenendo la competenza dei tribunali civili su tutte le violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale. Migliorare le possibilità di ricorso contro le violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale e informare i cittadini sui propri diritti.

(16) Chiarire le competenze delle singole istituzioni del settore della giustizia.

Sicurezza

(17) Accelerare la riforma e lo sviluppo del settore della sicurezza palestinese, istituzionalizzare il controllo democratico civile sui servizi di sicurezza e garantire che questi operino nel pieno rispetto dei diritti umani assicurando una corretta regolamentazione e formazioni adeguate.

Buon governo

(18) Adottare le misure legislative e amministrative necessarie a stabile e realizzare una chiara divisione di competenze tra i diversi rami della pubblica amministrazione.

(19) Potenziare lo sforzo nazionale volto a dare piena attuazione al piano di sviluppo 2011-2013, e successivi, in collaborazione con la comunità internazionale dei donatori.

(20) Sostenere gli sforzi dell’Autorità palestinese mirati alla realizzazione dell'obiettivo strategico nazionale di riformare la pubblica amministrazione in modo da garantire servizi pubblici efficienti e di elevata qualità in tutti i territori palestinesi occupati.

(21) Sviluppare un quadro normativo efficiente elaborando un piano legislativo, stabilendo norme atte a rivedere la qualifica delle misure legislative in stato di emergenza e sfruttando pienamente lo strumento TAIEX per la preparazione della normativa futura.

III.         Diritti umani e libertà fondamentali

Garantire il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali conformemente alle norme internazionali e promuovere l'applicazione delle norme internazionali sui diritti umani

Diritto umanitario internazionale e diritto internazionale sui diritti umani

(22) Garantire il rispetto del diritto internazionale, in particolare delle norme di diritto umanitario e sui diritti umani, anche nei confronti dei prigionieri e delle persone in detenzione amministrativa.

Tortura e altri trattamenti crudeli, disumani e degradanti

(23) Disporre quanto necessario a garantire il divieto assoluto di tortura e introdurre dispositivi di indagine interna e esterna che accertino le responsabilità degli autori di maltrattamenti e torture ai danni di detenuti o persone interrogate. Creare meccanismi nazionali di prevenzione indipendenti, in linea con i principi stabiliti nel protocollo facoltativo della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura.

(24) Riqualificare i centri di detenzione in linea con le norme internazionali, garantire a tutti i detenuti il diritto di consultare un legale, ricevere i familiari e le organizzazioni dei diritti umani e garantire che i ministeri competenti, la pubblica accusa e i giudici possano monitorare regolarmente i centri di detenzione per verificare l’applicazione di adeguate procedure legali.

(25) Garantire che la Commissione indipendente palestinese per i diritti umani abbia acceso ai fascicoli delle indagini su presunti casi di tortura.

Libertà fondamentali

(26) Elaborare una strategia nazionale globale per i diritti umani.

(27) Adottare un codice penale unico, in linea con le norme internazionali sui diritti umani, soprattutto per quanto riguarda l’abolizione della pena capitale, che potenzi le garanzie giuridiche a tutela di tutte le libertà fondamentali. Garantire il pieno rispetto della moratoria di fatto sulla pena capitale e disporre l’introduzione di una moratoria di diritto.

(28) Porre fine agli arresti arbitrari e abolire del tutto, indipendentemente dalle circostanze, i requisiti per la concessione dei nulla osta di sicurezza basati sull’appartenenza politica (compresi la registrazione di associazioni, l’assunzione di pubblici funzionari, il rilascio dei passaporti ecc.).

(29) Limitare la detenzione esclusivamente ai casi debitamente giustificati da motivi penali o di sicurezza e in presenza di mandati d’arresto rilasciati dalle autorità competenti.

(30) Tutelare le libertà fondamentali e i diritti umani civili e politici, quali la libertà di associazione e di riunione, la libertà di espressione, la libertà di religione o di credo e la libertà dei media, assicurando un adeguato quadro normativo nazionale che garantisca il godimento dei diritti umani in linea con le norme internazionali. Consolidare la Commissione indipendente palestinese per i diritti umani in linea con i principi di Parigi (risoluzione dell’Assemblea generale dell’ONU 48/134).

(31) Tutelare i diritti di donne e ragazze, sopprimere nella normativa nazionale qualsiasi disposizione discriminatoria e diffondere regolarmente informazioni circa l’attuazione del piano strategico nazionale sulla lotta alla violenza contro le donne, della CEDAW e del piano d’azione di Istanbul.

(32) Tutelare i diritti dei minori e garantirne l’integrazione nelle strategie e nei sistemi dell’Autorità palestinese (compresa la giustizia minorile), in linea con i principi delle convenzioni ONU sui diritti dei minori, in particolare del Protocollo concernente il coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati e della Convenzione dell'Organizzazione internazionale del lavoro n. 182 relativa alla proibizione delle forme peggiori di lavoro minorile.

(33) Prevedere un meccanismo istituzionale di rendicontazione sull’attuazione della legge n. 4/1999 sui diritti dei disabili.

(34) Potenziare il quadro giuridico ai vari livelli per combattere razzismo, xenofobia e discriminazione.

(35) Garantire il rispetto dei diritti e la protezione dei difensori dei diritti umani, in linea con la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui difensori dei diritti umani (adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con risoluzione 53/144).

(36) Garantire i diritti politici, economici, sociali e culturali di coloro che vivono in Cisgiordania, compresa Gerusalemme est, e nella striscia di Gaza.

Società civile

(37) Dare spazio alla società civile e garantire procedure trasparenti di registrazione che permettano di rafforzarne il ruolo e l’indipendenza, in linea con il diritto nazionale e le norme internazionali.

(38) Intensificare il dialogo e la consultazione tra autorità e organizzazioni della società civile.

(39) Promuovere una strategia di sviluppo partecipativo e processi di riforma a partecipazione nazionale, non solo pubblica, assicurando consultazioni regolari, strutturate e inclusive delle diverse parti interessate che favoriscano la partecipazione della società civile a dialoghi strategici settoriali e allo sforzo di riforma.

IV.         Cooperazione su giustizia e affari interni

Lotta contro razzismo, xenofobia e discriminazione

(40) Rafforzare il quadro giuridico a tutti i livelli per combattere il razzismo, la xenofobia e la discriminazione.

(41) Punire i reati generati dall’odio e condannare i casi di islamofobia, antisemitismo, cristianofobia e di odio verso altre fedi, che la propaganda e l’istigazione razzista e xenofoba nei media e su internet rischiano di alimentare.

Migrazione, asilo e gestione delle frontiere

(42) Promuovere il dialogo e la cooperazione in materia di migrazione e asilo e rafforzare la capacità di gestire la migrazione, mirando anche a favorire gli effetti benefici della migrazione sullo sviluppo.

(43) Favorire lo sviluppo della capacità di gestire le frontiere da parte dell’Autorità palestinese.

Lotta alla criminalità organizzata

(44) Rafforzare e attuare strategie nazionali anticorruzione, in linea con le norme internazionali, soprattutto tramite la Commissione anticorruzione.

(45) Sviluppare la capacità delle autorità di contrasto di condurre indagini di polizia e prevenire e perseguire attività criminali quali la criminalità informatica, i reati finanziari e il riciclaggio di denaro.

(46) Sostenere lo sviluppo della capacità di contrastare il traffico di migranti irregolari e la tratta di esseri umani e di sostenere la riabilitazione delle vittime.

(47) Sviluppare la formazione delle forze di polizia e la cooperazione di polizia.

(48) Nell’ambito degli strumenti internazionali e in particolare della Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale e relativi protocolli (UNTOC), instaurare la cooperazione internazionale mirata a prevenire e combattere la criminalità organizzata.

(49) Rafforzare la cooperazione mirata a prevenire e lottare contro la frode e a tutelare gli interessi finanziari delle parti.

Stupefacenti

(50) Assicurare lo scambio di informazioni e migliori pratiche sulla cooperazione internazionale e promuovere la cooperazione regionale sulla lotta contro gli stupefacenti.

(51) Rafforzare la capacità di contrastare il traffico di stupefacenti, anche con formazioni rivolte alle autorità competenti e di contrasto.

Lotta antiterrorismo

(52) Applicare la normativa sulla lotta al riciclaggio dei proventi di attività criminose e il finanziamento del terrorismo, in linea con le norme internazionali (ad es. task force "Azione finanziaria"), europee e dell’Unione.

(53) Sviluppare la cooperazione tra autorità di contrasto nella lotta antiterrorismo.

(54) Sviluppare la cooperazione giudiziaria nel quadro della lotta antiterrorismo.

(55) Prevenire il terrorismo anche promuovendo iniziative che combattono la propaganda dell’estremismo violento.

(56) Cooperare per rafforzare il ruolo delle Nazioni Unite nella lotta antiterrorismo in ambito multilaterale, soprattutto dando piena attuazione alle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite n. 1267/99 e n. 1373/01, e applicare la strategia globale e le convenzioni delle Nazioni Unite sulla lotta contro il terrorismo.

B.           COOPERAZIONE ECONOMICA

V.           Riforma e sviluppo economici

[Sottocomitato "Questioni economiche e finanziarie"]

(57) Continuare a compiere progressi verso la creazione di un quadro legislativo e regolamentare adeguato per la riforma della politica di bilancio e monetaria.

(58) Condurre politiche economiche volte a garantire la stabilità macroeconomica e finanziaria, anche attraverso politiche di bilancio intese a garantire la sostenibilità di bilancio e mediante un adeguato quadro di vigilanza del sistema finanziario.

(59) Attuare riforme strutturali intese a promuovere lo sviluppo economico e ad aumentare progressivamente il tasso di crescita economica sostenibile.

(60) Promuovere il ruolo del settore privato in tutto il territorio palestinese occupato, in particolare orientandosi verso una maggiore autonomia di bilancio e agevolando l'accesso del settore privato al sistema finanziario.

(61) Migliorare il clima economico al fine di promuovere gli investimenti interni e attrarre investimenti esteri nel territorio palestinese occupato, in particolare a Gerusalemme est, nella zona C e nella Striscia di Gaza.

(62) Promuovere l'applicazione integrale dell'accordo sulla circolazione e l'accesso del 2005 e fare pressione perché siano rimossi completamente e permanentemente gli ostacoli alla circolazione e all'accesso quale fattore chiave per promuovere la ripresa economica, l'integrazione e lo sviluppo del territorio palestinese occupato, compresa la Striscia di Gaza.

VI.         Responsabilità finanziaria e sana gestione delle finanze pubbliche

[Sottocomitato "Questioni economiche e finanziarie"]

(63) Ridurre la dipendenza dagli aiuti internazionali:

– contribuire all'efficacia, alla trasparenza e alla prevedibilità della riscossione delle entrate doganali da parte di Israele per conto dell’AP, conformemente al Protocollo di Parigi[16].

– elaborare il quadro normativo e istituzionale e sviluppare la capacità per creare un sistema fiscale moderno basato sulle norme internazionali ed europee in materia di fisco, compresa la buona governance fiscale e aumentare il gettito fiscale per ridurre il disavanzo di bilancio;

– migliorare la capacità dell’AP di gestire le frontiere e riscuotere le entrate;

– controllare e razionalizzare la spesa corrente riducendo la spesa per le retribuzioni nel settore pubblico e introducendo un sistema pensionistico finanziariamente sostenibile;

– eliminare progressivamente l'accreditamento nel settore dell'energia elettrica riorganizzando la struttura regolamentare, rafforzando la distribuzione, aumentando la produzione di energia elettrica e ristrutturando il trasporto dell'energia elettrica.

(64) Contribuire a migliorare la gestione degli aiuti e il coordinamento dei donatori.

(65) Sviluppare e adottare il quadro normativo necessario per trasformare l'Autorità monetaria palestinese in una Banca centrale.

(66) Continuare a consolidare i progressi compiuti per instaurare un sistema di gestione delle finanze pubbliche solido e affidabile:

– sviluppare il quadro legislativo per rafforzare i sistemi di gestione delle finanze pubbliche dell'AP;

– migliorare le capacità di rendicontazione e previsione di bilancio sostenendo l'istituzione dell'unità macrofinanziaria presso il ministero delle Finanze;

– adottare e applicare il nuovo quadro normativo degli appalti pubblici e adottare e armonizzare le norme regolamentari e disciplinari sugli appalti;

– garantire un controllo migliore sulle finanze pubbliche: trasformare il SAACB (Ufficio nazionale di revisione contabile e controllo amministrativo) in un'istituzione di audit esterno indipendente, in linea con le norme INTOSAI, dotandolo di forti capacità istituzionali e di una base giuridica solida;

– ammodernare e decentrare le revisioni contabili interne dell'AP;

– svolgere una valutazione delle spese pubbliche e della responsabilità finanziaria.

Statistiche

(67) Seguire gli sviluppi sociali ed economici dei territori palestinesi occupati con l’obiettivo di raccogliere dati statistici pertinenti per elaborare le politiche e monitorare i progressi.

(68) Rafforzare la capacità del sistema statistico nazionale riguardo l’analisi, la diffusione e la qualità dei dati, migliorando in particolare l'esaustività e la tempestività dei dati trasmessi a Eurostat.

(69) Continuare a sviluppare un sistema statistico in linea con le migliori pratiche internazionali ed ampliare la cooperazione esistente tra due organismi statistici, ossia Eurostat e l'Ufficio centrale di statistica palestinese, anche nell'ambito del programma Medstat III, e contribuire alla messa a punto di una strategia regionale per la cooperazione statistica.

VII.        Questioni commerciali, agricoltura e pesca, riforma del mercato e della normativa, dogane

[Sottocomitato "Scambi e mercato interno, industria, agricoltura e pesca, dogane"]

L’AP e l’UE sono impegnate ad attuare le azioni convenute dai ministri del commercio dell'Unione per il Mediterraneo, compresa la tabella di marcia euromediterranea dopo il 2010 e la Carta euromediterranea per le imprese, che sono per i paesi partner un punto di riferimento comune per approfondire le relazioni economiche e commerciali, promuovere e aumentare gli investimenti, agevolare l'accesso ai mercati, migliorare il clima imprenditoriale e stimolare lo spirito imprenditoriale a livello nazionale e in tutta la regione.

VII. i.     Circolazione delle merci

Relazioni commerciali bilaterali

(70) Continuare a sviluppare le relazioni commerciali tra l'Unione europea e l’Autorità palestinese e adottare misure concrete per agevolare la piena applicazione dell’accordo interinale di associazione sugli scambi e la cooperazione tra l'UE e l’Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP) (a beneficio dell’Autorità palestinese).

(71) Rafforzare la cooperazione tra l’UE, l'Autorità palestinese e Israele per agevolare la piena applicazione dell'accordo interinale di associazione e le relative disposizioni del protocollo di Parigi.

(72) Attuare le misure intese ad agevolare gli scambi di prodotti palestinesi approvati dai ministri del commercio dell'Unione per il Mediterraneo nel 2010.

(73) Rafforzare la responsabilità delle istituzioni palestinesi e continuare a rafforzare le capacità amministrative e tecniche, anche attraverso il sostegno dell'UE allo sviluppo della capacità istituzionale, in vista dell'integrazione nel sistema commerciale multilaterale.

(74) Identificare e adottare misure di accompagnamento che forniscano il sostegno strutturale, giuridico e amministrativo necessario per agevolare l'accesso ai mercati delle esportazioni, compreso il ravvicinamento della legislazione tecnica.

Agricoltura e pesca

(75) Massimizzare il ricorso e continuare a dare piena attuazione all'accordo UE–OLP relativo all'ulteriore liberalizzazione degli scambi di prodotti agricoli, prodotti agricoli trasformati, pesce e prodotti della pesca.

(76) Rafforzare le capacità dei settori pubblico e privato al fine di sviluppare ulteriormente il settore agricolo e della pesca, in particolare sviluppando e migliorando la produzione di qualità, per consentire loro di trarre pienamente vantaggio del suddetto accordo UE-OLP.

Questioni sanitarie e fitosanitarie

(77) Aumentare la produttività, la sicurezza alimentare, la salute delle piante e degli animali e il benessere degli animali nei territori palestinesi occupati riformando il settore degli animali e delle piante, e agevolare gli scambi, ove possibile.

(78) Sviluppare le capacità, la legislazione e le infrastrutture necessarie per garantire un livello adeguato di protezione sanitaria, fitosanitaria e di benessere degli animali della produzione nazionale e per rispettare i requisiti di protezione sanitaria e fitosanitaria dei mercati d'importazione dei prodotti del territorio palestinese occupato, compresi i requisiti dell’UE e le norme internazionali elaborate dal Codex Alimentarius, dall'Organizzazione mondiale per la sanità animale (OIE) e dalla convenzione internazionale per la protezione delle piante (IPPC), se del caso.

Accordo sulla valutazione della conformità e l'accettazione dei prodotti industriali

(79) In preparazione dei negoziati per un Accordo sulla valutazione della conformità e l'accettazione dei prodotti industriali:

– armonizzare la regolamentazione tecnica e le norme nazionali con quelle europee e internazionali per quanto riguarda i prodotti industriali nei settori prioritari selezionati;

– rafforzare e ammodernare le istituzioni responsabili della normalizzazione, dell'accreditamento, della valutazione di conformità, della metrologia e della sorveglianza del mercato per allinearsi alle istituzioni corrispondenti dell'UE.

Cooperazione regionale

(80) Rafforzare la cooperazione regionale tra i paesi vicini completando e rafforzando la rete di accordi di libero scambio nella regione euromediterranea.

(81) Partecipare all'attuazione dell'accordo di Agadir in tutti i settori attualmente interessati, adoperarsi per estenderne la portata a nuovi settori, quali i servizi e gli investimenti, e incoraggiare nuove adesioni all’accordo.

(82) Agevolare l’integrazione dell’AP nel sistema commerciale multilaterale continuando a sostenere lo status di osservatore della Palestina quale primo passo verso i negoziati di adesione all'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) e all'Organizzazione mondiale delle dogane (OMD) e creando la necessaria capacità amministrativa e il quadro giuridico e normativo per soddisfare i requisiti dell’OMC.

Dogane

(83) Continuare a sviluppare la legislazione, il codice e le procedure doganali, in linea con le raccomandazioni di Palermo.

(84) Attuare la convenzione regionale sulle norme di origine preferenziali paneuromediterranee.

(85) Partecipare ad una revisione approfondita delle norme di origine paneuromediterranee nel quadro della convenzione regionale sulle norme di origine preferenziali paneuromediterranee.

(86) Elaborare un sistema moderno di controllo alle frontiere, fondato su una gestione integrata delle frontiere efficace e continuare a sostenere lo sviluppo di personale qualificato che sarà operativo presso i servizi doganali dei porti internazionali.

III. ii.     Diritto di stabilimento, diritto societario e servizi

Diritto di stabilimento e diritto societario

(87) Eliminare gli ostacoli allo stabilimento e al funzionamento delle imprese.

Servizi

(88) Ultimare e attuare una strategia per sviluppare la competitività del settore palestinese dei servizi, semplificando la regolamentazione e agevolando le procedure amministrative per i settori dei servizi dell'UE e della Palestina.

(89) Adoperarsi per l'eliminazione graduale degli ostacoli alla prestazione di servizi nei territorio palestinese occupato.

Sviluppo dei servizi finanziari

(90) Mettere a punto un quadro normativo per i servizi finanziari, compresi il settore bancario e assicurativo, i settori della revisione contabile e i mercati dei valori mobiliari.

(91) Facilitare l'accesso delle PMI al credito e attivare, in collaborazione con i donatori e le organizzazioni internazionali, tutti i canali di finanziamento quali i sistemi di garanzia del credito e i fondi di investimento azionario specializzati nelle PMI.

III. iii.    Altri settori fondamentali

Concorrenza

(92) Creare condizioni favorevoli alla concorrenza tra le imprese dell’Unione e le imprese palestinesi e tra le imprese palestinesi tra loro e adottare un regime di controllo antitrust compatibile con quello dell'UE.

Protezione dei consumatori

(93) Accrescere la compatibilità delle normative sulla protezione dei consumatori, per evitare barriere commerciali, assicurando nel contempo un livello elevato di protezione dei consumatori.

(94) Promuovere lo scambio d'informazioni sui sistemi di protezione dei consumatori, compresi le leggi in difesa dei consumatori e relativa applicazione, la sicurezza dei prodotti di consumo, l’educazione e i mezzi di azione dei consumatori e i mezzi di ricorso a loro disposizione.

(95) Favorire lo sviluppo di associazioni indipendenti di consumatori e i contatti fra i rappresentanti dei consumatori.

Turismo

(96) Fornire assistenza e favorire scambi di informazioni e buone pratiche sulle rispettive politiche e progetti in materia di turismo sostenibile, coinvolgendo tutte le parti pubbliche e private, anche a Gerusalemme est.

(97) Facilitare la partecipazione palestinese alle iniziative dell'UE come la rete europea delle imprese (Enterprise Europe Network).

C.           COOPERAZIONE SETTORIALE

VIII.    Pari opportunità, occupazione, politica sociale, sanità pubblica

[Sottocomitato "Affari sociali e salute"]

Pari opportunità

(98) Intensificare gli sforzi volti a promuovere le pari opportunità tra uomini e donne e altri gruppi vulnerabili, come i disabili, in ambito amministrativo e nel quadro delle diverse strategie nazionali (occupazione, istruzione, sanità ecc.).

(99) Combattere efficacemente gli stereotipi di genere e qualsiasi forma di esclusione o discriminazione culturale e sociale.

Occupazione

(100) Conformemente alla strategia nazionale dell'AP, migliorare le competenze dei lavoratori palestinesi, sviluppare e attuare misure e strategie approcci per sostenere l'occupazione giovanile e dare piena attuazione ad una strategia nazionale in materia di occupazione che tenga conto delle questioni di genere.

(101) Istituire un dialogo sui diritti sociali fondamentali e sulle norme in materia di lavoro in vista di un mercato del lavoro inclusivo e non discriminatorio.

(102) Proseguire le azioni volte a istituire un dialogo sociale efficace, rafforzare, in particolare, la capacità delle organizzazioni di datori di lavoro e formare i sindacati e i rappresentanti del personale sui negoziati e la contrattazione collettiva e su questioni relative alla salute e alla sicurezza sul lavoro, tenendo conto del progetto OIL-Beirut in corso sul dialogo sociale.

(103) Proseguire gli sforzi per migliorare la capacità e la gestione della Commissione tripartita esistente e promuovere l'istituzione di un dialogo sociale, economico, sociale e civile più ampio, che integri il dialogo sociale civile tripartito, attraverso il potenziamento istituzionale (Consiglio per un dialogo economico, sociale e civile).

(104) Rafforzare le capacità delle ispezioni sul lavoro, in particolare in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro, lavoro minorile e questioni di genere.

(105) Nell'ambito della strategia palestinese di protezione sociale, assegnare strategicamente le risorse pubbliche, anche attraverso il Fondo per l'occupazione e la protezione sociale, per cercare di coprire i costi degli interventi dell’assistenza sociale di base (non contributiva) e definire e istituire un sistema di previdenza sociale su base contributiva, che offra una copertura globale.

Integrazione e protezione sociale

(106) Adottare misure concrete per ridurre significativamente la povertà e l'esclusione sociale, soprattutto tra le persone più vulnerabili, e per migliorare la coesione sociale nel territorio palestinese occupato.

(107) Dare vita ad un sistema di assistenza sociale sostenibile, equo ed efficiente in termini di costi.

(108) Migliorare e sviluppare la legislazione in materia di protezione sociale.

(109) Continuare a sviluppare la capacità istituzionale dell'AP di fornire servizi efficienti ed efficaci, anche mediante la ristrutturazione organizzativa da parte del ministero degli Affari sociali e il progressivo decentramento/dislocazione delle competenze agli uffici regionali.

(110) Migliorare le sinergie tra gli attori pubblici e privati nel settore della protezione sociale.

(111) Creare una base di dati nazionale su povertà e vulnerabilità e pianificare un intervento socioeconomico.

(112) Applicare integralmente il programma di trasferimento di fondi in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza migliorando l'efficienza e la trasparenza dell'erogazione dei servizi.

Salute pubblica

(113) Aumentare il livello della sanità pubblica e della relativa governance nel territorio palestinese occupato, anche attraverso il monitoraggio dell'attuazione della strategia palestinese in materia di sanità, affrontando le questioni infrastrutturali e logistiche, il finanziamento del settore della sanità, delle risorse umane del settore della sanità e dell'accesso ai medicinali.

(114) Proseguire la cooperazione, anche in ambito regionale, in materia di prevenzione e controllo delle malattie trasmissibili e non trasmissibili.

IX.         Ricerca, società dell’informazione, audiovisivi e media, istruzione, giovani e cultura

[Sottocomitato "Ricerca, società dell’informazione, audiovisivi e media, istruzione, giovani e cultura"]

Ricerca e innovazione

(115) Aumentare la consapevolezza e la capacità degli istituti di ricerca palestinesi per estenderne la partecipazione allo Spazio europeo della ricerca e al Programma quadro per la ricerca.

(116) Sviluppare le capacità scientifiche e tecnologiche, soprattutto per quanto riguarda lo sfruttamento dei risultati della ricerca e dello sviluppo tecnologico da parte dell'industria e delle PMI, in modo da dare slancio all’innovazione e migliorare il networking tra il settore privato e quello della ricerca.

(117) Creare un contesto favorevole, anche a livello normativo, e lavorare all'istituzione di centri di eccellenza.

(118) Rafforzare il dialogo sulla ricerca e l'innovazione con gli altri paesi partner del Mediterraneo e con l'UE.

Società dell'informazione, audiovisivi e media

(119) Sostenere l'adesione della Palestina a EUMEDCONNECT per la connettività della rete palestinese per la ricerca e l'istruzione con GEANT e l'accesso alle infrastrutture elettroniche nella regione del Mediterraneo.

(120) Proseguire lo sviluppo di un quadro normativo globale per le reti ed i servizi di comunicazione elettronica, comprese le norme e le condizioni su licenze, accesso e interconnessione, servizio universale e diritti degli utenti, protezione dei consumatori, trattamento dei dati personali e protezione della privacy nel settore delle comunicazioni elettroniche, gestione dello spettro delle radiofrequenze e orientamento ai costi delle tariffe.

(121) Collaborare con il gruppo euromediterraneo di regolatori delle comunicazioni elettroniche (EMERG) e con le autorità di regolamentazione degli Stati membri dell'UE su questioni di interesse reciproco.

(122) Dar vita ad un sistema di regolamentazione trasparente, efficiente e prevedibile e continuare a rafforzare e salvaguardare l'indipendenza dell'autorità di regolamentazione nel settore audiovisivo.

Istruzione, giovani e cultura

(123) Collaborare per sviluppare e promuovere attività congiunte nel campo dell'apprendimento permanente, compreso l'insegnamento superiore e l'istruzione e la formazione professionali nel quadro della strategia nazionale palestinese, ai fini della convergenza con le norme e le prassi dell'UE, in particolare per quanto riguarda le donne, le persone con bisogni particolari e i gruppi vulnerabili.

(124) Rispondere ai bisogni della scuola , con particolare attenzione alla qualità dell'istruzione, in tutti i territori palestinesi occupati e soprattutto nella zona C, a Gerusalemme est e nella Striscia di Gaza.

(125) Promuovere la riforma dell'istruzione superiore e rafforzare la cooperazione accademica internazionale in linea con i principi del processo di Bologna e promuovere l'efficienza delle strutture per l'istruzione superiore, in particolare sintonizzando l'istruzione superiore con le esigenze del mercato del lavoro.

(126) Sostenere lo sviluppo e la riforma del sistema di istruzione e formazione professionale nazionale nel quadro della strategia nazionale per la formazione tecnico-professionale.

(127) Sostenere la mobilità degli studenti e dei giovani, in particolare tra la Striscia di Gaza e la Cisgiordania.

(128) Intensificare gli scambi e la cooperazione tra giovani nel campo dell'istruzione non formale e del dialogo interculturale.

(129) Promuovere la cooperazione culturale nei consessi internazionali quali l'UNESCO, al fine di sviluppare la diversità culturale, promuovere le attività culturali palestinesi, preservare e valorizzare il patrimonio culturale e storico e tutelare i siti archeologici conformemente alle pertinenti norme del diritto internazionale.

(130) Rafforzare la capacità dell’AP in materia di politica culturale, promuovere gli scambi culturali anche nell'ambito di eventi culturali, e sviluppare le capacità nel settore della cultura.

(131) Promuovere la partecipazione palestinese ai programmi sostenuti dall'UE in materia di istruzione superiore, giovani e cultura.

X.           Energia, trasporti, cambiamenti climatici, ambiente, risorse idriche

[Sottocomitato "Energia, trasporti, cambiamenti climatici, ambiente, risorse idriche"]

Energia

(132) Migliorare la sicurezza dell'approvvigionamento energetico e la diversificazione delle fonti, basandosi sui principi della politica energetica dell'UE, anche applicando integralmente la strategia palestinese per il settore dell'energia e consolidando le riforme del settore dell’energia elettrica; rafforzare il quadro istituzionale e il Consiglio regolatore palestinese; continuare a sviluppare la capacità di produzione di energia elettrica e le reti energetiche nazionali e internazionali.

(133) Aumentare il ricorso alle energie rinnovabili e migliorare la politica in materia di efficienza energetica, basandosi sulla legislazione e sulle migliori pratiche dell'UE.

(134) Continuare a sviluppare le iniziative di cooperazione regionale (elettricità, gas, energie rinnovabili, efficienza energetica ecc.), in vista della potenziale integrazione dei mercati regionali, anche nell' ambito del Piano solare mediterraneo.

Trasporti

(135) Elaborare e applicare una strategia nazionale in materia di trasporti, che comprenda lo sviluppo delle infrastrutture dei trasporti, con particolare attenzione al ravvicinamento del quadro legislativo e regolamentare alle norme europee e internazionali, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza di tutti i modi di trasporto.

(136) Partecipare alla pianificazione e all'identificazione di progetti infrastrutturali prioritari a livello regionale nell'ambito della futura rete transmediterranea di trasporto e della sua interconnessione con la rete transeuropea di trasporto.

(137) Partecipare allo sviluppo di sistemi globali di navigazione satellitare nella regione del Mediterraneo e sfruttare lo strumento TAIEX per accelerare l'uso di EGNOS (Servizio europeo di copertura per la navigazione geostazionaria) nel settore dell’aviazione civile e nel settore marittimo.

Cambiamenti climatici

(138) Promuovere l’utilizzo e la condivisione di dati climatologici al fine di migliorare la capacità di elaborazione di strategie di adattamento correttamente mirate e per integrare l'adattamento ai cambiamenti climatici nelle altre politiche.

(139) Sostenere gli sforzi di adattamento alle conseguenze negative dei cambiamenti climatici, anche attraverso valutazioni dell'adeguamento alla vulnerabilità, in modo da promuovere strategie di adattamento ai cambiamenti climatici e profondere sforzi mirati ad accrescere la resilienza agli effetti dei cambiamenti climatici.

Ambiente

(140) Intensificare la cooperazione sulle questioni ambientali, anche attraverso la partecipazione dell'AP alle attività dell'Agenzia europea dell'ambiente.

(141) Assicurare la buona governance ambientale dando piena esecuzione alla strategia nel settore dell'ambiente, completando il piano di azione strategico relativo all'ambiente e sviluppando e riesaminando il relativo quadro legislativo e istituzionale.

(142) Allinearsi alla legislazione e ai principi dell'UE in relazione ai seguenti punti: autorizzazione, monitoraggio e ispezione, valutazioni d’impatto ambientale, qualità dell'aria, gestione dei rifiuti, protezione della natura, inquinamento industriale, sostanze chimiche e integrazione ambientale.

(143) Riesaminare le strutture istituzionali del settore ambientale indicando chiaramente le competenze di ciascun settore e rendere operativo un organismo di esecuzione della legislazione e della regolamentazione ambientali.

(144) Conservare la diversità ambientale e proteggere l’ambiente marino e costiero mediante lo sviluppo delle politiche, delle norme, dei programmi e dei sistemi in questo ambito.

(145) Rafforzare il quadro della gestione dei rifiuti solidi e pericolosi e mettere a punto sistemi di gestione delle acque di scarico.

Politica marittima integrata

(146) Elaborare una politica marittima integrata, nel rispetto delle convenzioni internazionali e regionali pertinenti (compreso l’allineamento con la normativa dell'UE) in una prospettiva di crescita sostenibile; affrontare la questione delle strutture istituzionali, creare zone protette in conformità con la convenzione di Barcellona e la Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo.

Risorse idriche e acque reflue

(147) Sviluppare il quadro giuridico, istituzionale e infrastrutturale necessario per un sistema integrato di gestione delle acque e delle acque reflue, al fine di garantire la fornitura equa di servizi e la sostenibilità delle risorse.

(148) Fornire alla popolazione un approvvigionamento idrico sostenibile, allacciare alla rete le comunità non servite e ridurre le perdite di acqua al 15% circa (attualmente 45-50%).

(149) Promuovere la cooperazione sulle questioni idriche anche attraverso la partecipazione dell'AP alle attività del programma “Orizzonte 2020”.

D.          ALTRO

XI.         Partecipazione a programmi e agenzie dell’Unione

(150) Promuovere la partecipazione alle attività delle agenzie e dei programmi dell'UE aperti ai paesi e ai partner della PEV.

(151) Concludere un accordo quadro per la partecipazione a programmi dell'UE aperti ai paesi e ai partner della PEV.

(152) Rafforzare la cooperazione con le agenzie dell'UE nel contesto delle rispettive attività regionali.

XII.        Dimensione finanziaria

(153) La dimensione finanziaria delle relazioni UE-AP dovrà tener conto delle seguenti priorità:

– l'obiettivo generale dell'UE, ossia creare le istituzioni di uno Stato di Palestina indipendente, democratico, contiguo e vitale, che viva fianco a fianco ad Israele in pace e sicurezza;

– i progressi registrati nell'esecuzione delle riforme indicate nelle priorità del piano d’azione, in particolare nei settori prioritari indicati nella programmazione annuale;

– le risorse finanziarie necessarie all'Autorità palestinese (e ai rifugiati palestinesi mediante l'UNRWA) affinché possa fornire servizi essenziali alla popolazione palestinese;

– nuovi strumenti e programmi istituiti dall’UE nell'esercizio dell’azione esterna, tenendo conto delle esigenze dell'AP, dei progressi registrati nell'attuazione delle riforme e della sua capacità di assorbimento.

XIII.      Relazioni di seguito e di controllo

Il piano d'azione orienterà i lavori tra l'UE e l’Autorità palestinese su un periodo da tre a cinque anni. Il piano d'azione sarà presentato per adozione formale al comitato misto.

Gli organismi congiunti istituiti nel quadro dell'accordo interinale di associazione, in particolare i sottocomitati, stimoleranno e sorveglieranno l'attuazione del piano d'azione sulla base di relazioni periodiche. I sottocomitati, che sono allineati sul nuovo piano d'azione, fungeranno da strumento fondamentale per il monitoraggio degli obiettivi individuati nel piano d’azione. Tali obiettivi saranno integrati dalla definizione di comune accordo di azioni specifiche, pianificate e controllabili , con parametri di riferimento convenuti annualmente nell'ambito dei sottocomitati.

Il piano d'azione può essere modificato e/o aggiornato periodicamente mediante decisione del comitato misto, in funzione dei progressi realizzati sulle priorità definite.

Relazioni periodiche sulla realizzazione degli obiettivi concordati congiuntamente assicureranno un monitoraggio costante dell'attuazione degli obiettivi stabiliti di comune accordo.

[1]               Conclusioni del Consiglio "Affari esteri", dell'8 dicembre 2009.

[2]               Sintesi della presidenza, riunione AHLC, 13 aprile 2011.

[3]               Ruolo mondiale dell'Europa: un nuovo approccio al finanziamento dell'azione esterna dell’UE.

[4]               Conclusioni del Consiglio "Affari esteri", del 23 maggio 2011.

[5]               Conclusioni del Consiglio "Affari esteri", del 10 ottobre 2011.

[6]               Comunicazione congiunta “Una risposta nuova ad un vicinato in mutamento: un riesame della politica europea di vicinato”.

[7]               Conclusioni del Consiglio "Affari esteri" del 14 maggio 2012.

[8]               Dichiarazione sul posto dell'UE sui prigionieri palestinesi che fanno lo sciopero della fame dell'8 maggio 2012.

[9]               Conclusioni del Consiglio "Affari esteri" dell'8 dicembre 2009.

[10]             Conclusioni del Consiglio "Affari esteri" dell'8 dicembre 2009.

[11]             Le scadenze indicative degli obiettivi prioritari sono: breve termine (da 1 a 2 anni), medio termine (da 2 a 3 anni), lungo termine (da 3 a 5 anni) e continuo (per tutta la durata del piano d'azione).

[12]             Conclusioni del Consiglio del 23 luglio 2007.

[13]             Conclusioni del Consiglio "Affari esteri" del 23 maggio 2011.

[14]             Conclusioni del Consiglio "Affari esteri" del 14 maggio 2012.

[15]             Il dialogo politico OLP-CE è stato lanciato a dicembre 2008 in base alla dichiarazione comune sul dialogo politico del 1997. L'Unione ha accolto con favore la richiesta di sviluppare il dialogo politico nella lettera del direttore generale aggiunto Robert Rydberg (ministero degli Affari esteri della Svezia) e del direttore Dupla del Moral (Commissione europea) del 10 dicembre 2009.

[16]             Sintesi della presidenza, riunione del comitato di collegamento ad hoc del 18 settembre 2011.

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