Choose the experimental features you want to try

This document is an excerpt from the EUR-Lex website

Document 52012IP0116

    Relazione sull'allargamento alla Turchia Risoluzione del Parlamento europeo del 29 marzo 2012 sulla relazione 2011 relativa ai progressi compiuti dalla Turchia (2011/2889(RSP))

    GU C 257E del 6.9.2013, p. 38–49 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    6.9.2013   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

    CE 257/38


    Giovedì 29 marzo 2012
    Relazione sull'allargamento alla Turchia

    P7_TA(2012)0116

    Risoluzione del Parlamento europeo del 29 marzo 2012 sulla relazione 2011 relativa ai progressi compiuti dalla Turchia (2011/2889(RSP))

    2013/C 257 E/06

    Il Parlamento europeo,

    vista la relazione 2011 relativa ai progressi compiuti dalla Turchia, elaborata dalla Commissione (SEC(2011)1201),

    vista la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio intitolata "Strategia di allargamento e sfide principali per il periodo 2011-2012" (COM(2011)0666),

    viste le sue precedenti risoluzioni del 27 settembre 2006 sui progressi realizzati dalla Turchia verso l'adesione (1), del 24 ottobre 2007 sulle relazioni UE-Turchia (2), del 21 maggio 2008 sulla relazione 2007 relativa ai progressi compiuti dalla Turchia (3), del 12 marzo 2009 sulla relazione 2008 relativa ai progressi compiuti dalla Turchia (4), del 10 febbraio 2010 sulla relazione 2009 relativa ai progressi compiuti dalla Turchia (5), del 9 marzo 2011 sulla relazione 2010 relativa ai progressi compiuti dalla Turchia (6), del 6 luglio 2005 (7) e del 13 febbraio 2007 (8) sul ruolo delle donne nella vita sociale, economica e politica della Turchia,

    visto il quadro negoziale per la Turchia del 3 ottobre 2005,

    viste la decisione 2008/157/CE del Consiglio, del 18 febbraio 2008, relativa ai principi, alle priorità e alle condizioni contenuti nel partenariato per l'adesione con la Repubblica di Turchia (9) ("partenariato per l'adesione"), nonché le precedenti decisioni del Consiglio sul partenariato per l'adesione del 2001, 2003 e 2006,

    viste le conclusioni del Consiglio del 14 dicembre 2010 e del 5 dicembre 2011,

    vista la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea,

    visto l'articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento,

    A.

    considerando che i negoziati di adesione con la Turchia sono stati avviati il 3 ottobre 2005, dopo l'approvazione del quadro negoziale da parte del Consiglio, e che l'apertura di tali negoziati costituisce il punto di partenza di un processo di lunga durata e senza limiti di tempo, basato su di una rigorosa condizionalità e sull'impegno ad effettuare riforme;

    B.

    considerando che la Turchia si è impegnata a intraprendere riforme, a intrattenere relazioni di buon vicinato e ad allinearsi progressivamente con le posizioni dell'Unione europea e che tali sforzi andrebbero considerati come un'opportunità per la stessa Turchia di modernizzazione e di consolidamento e ulteriore miglioramento delle sue istituzioni democratiche, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali;

    C.

    considerando che la piena osservanza di tutti i criteri di Copenaghen e la capacità di integrazione dell'Unione europea, conformemente alle conclusioni del Consiglio europeo del dicembre 2006, rimangono la base per l'adesione all'UE, che è una comunità fondata su valori condivisi, cooperazione leale e solidarietà reciproca tra tutti i suoi Stati membri;

    D.

    considerando che, nella sua relazione 2011 relativa ai progressi compiuti dalla Turchia, la Commissione ha concluso che tale paese svolgeva un ruolo fondamentale per la sicurezza e la prosperità dell'Unione europea, che il contributo della Turchia all'UE in una serie di settori cruciali sarebbe stato pienamente efficace con un ordine del giorno positivo e un approccio credibile al processo di negoziato, che continuava ad essere essenziale che la Turchia avanzasse con le sue riforme in materia di criteri politici e che erano necessari ulteriori sforzi significativi per garantire i diritti fondamentali;

    E.

    considerando che la Commissione ha avviato un nuovo ordine del giorno positivo tra l'UE e la Turchia al fine di progettare insieme il futuro in modo proattivo; che questo ordine del giorno positivo prende le mosse dalle solide basi delle relazioni UE-Turchia e fa avanzare il processo di riforma; che questa nuova iniziativa non sostituisce i negoziati di adesione, ma li integra al fine di sostenere le riforme e di ampliare i diritti e le libertà dei cittadini turchi;

    F.

    considerando che la Turchia non ha ancora attuato, per il sesto anno consecutivo, le disposizioni contenute nell'accordo di associazione CE-Turchia e nel relativo protocollo aggiuntivo;

    G.

    considerando che, per il proprio bene e al fine di rafforzare la stabilità e promuovere relazioni di buon vicinato e un partenariato politico ed economico positivo, la Turchia deve intensificare gli sforzi per risolvere le questioni bilaterali pendenti, tra cui gli obblighi giuridici non definiti e le vertenze frontaliere terrestri e marittime con i paesi vicini, in conformità delle disposizioni della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale;

    H.

    considerando che l'economia turca ha triplicato il proprio volume negli ultimi dieci anni, ha registrato una crescita di quasi il 10 % nell'ultimo anno ed è considerata una delle economie mondiali in più rapida crescita e uno delle sette maggiori economie emergenti del mondo; che gli scambi commerciali tra l'Unione europea e la Turchia sono stati pari a 103 miliardi di EUR nel 2010, rendendo la Turchia il settimo partner commerciale dell'Unione e l'Unione il principale partner della Turchia visto che l'80 % degli investimenti diretti esteri in Turchia provengono dall'Unione europea; che le imprese dell'UE hanno creato più di 13 000 aziende in Turchia; che, tuttavia, il PIL pro capite in Turchia continua ad essere basso rispetto alla maggior parte degli Stati membri, in particolare quelli più competitivi; che un PIL pro capite relativamente basso in un paese candidato di grandi dimensioni rappresenta una sfida particolare nei settori della convergenza economica e sociale con gli attuali Stati membri; che la crescita economica dovrebbe altresì rispettare il principio di sostenibilità ambientale; che la Turchia e l'UE sono entrambe nella posizione di trarre vantaggio dalla continua integrazione economica;

    I.

    considerando che il dialogo e la cooperazione dell'UE con la Turchia sulla stabilità, la democrazia e la sicurezza nel più vasto Medio Oriente sono strategici; che la Turchia, costruita su uno Stato laico solido, potrebbe rivelarsi, nel contesto di un efficace processo di riforma, una fonte di ispirazione per gli Stati arabi in fase di democratizzazione che sostenga i loro sforzi verso il completamento della transizione democratica e delle riforme socio-economiche; che il dialogo strutturato tra l'UE e la Turchia sul coordinamento progressivo delle rispettive politiche estere e di vicinato potrebbe fornire sinergie uniche, in particolare a sostegno della democratizzazione e della riforma socioeconomica dell'intera regione mediterranea e del Medio Oriente in generale, anche per quanto riguarda le sfide poste dall'Iran;

    J.

    considerando che la Turchia costituisce uno dei principali corridoi energetici dell'UE per le risorse di petrolio e gas del Caucaso e del Caspio ed ha una vicinanza strategica all'Iraq e ai suoi crescenti mercati del greggio e del gas naturale; che il previsto gasdotto Nabucco resta una delle principali priorità dell'UE in materia di sicurezza energetica; che, il 25 ottobre 2011, la Turchia e l'Azerbaigian hanno concluso un accordo sul transito del gas azerbaigiano in territorio turco che aprirà il corridoio meridionale di trasporto del gas e rafforzerà le forniture di gas per il previsto gasdotto Nabucco e per il corridoio di trasporto del gas ITGI (Interconnessione Turchia-Grecia-Italia), potenziando così la sicurezza energetica dell'Unione; che la Turchia presenta un notevole potenziale per quanto riguarda le energie rinnovabili grazie alle significative risorse solari, eoliche e geotermiche;

    K.

    considerando che la pace duratura, la stabilità e la prosperità nei Balcani sono di importanza strategica sia per l'UE che per la Turchia;

    Interdipendenza e impegno reciproco

    1.

    sottolinea l'interdipendenza tra l'Unione europea e i suoi Stati membri e la Turchia; riconosce il potenziale economico e di crescita della Turchia e il suo ruolo significativo per la stabilità regionale e la sicurezza energetica; sottolinea che tale interdipendenza è integrata dal valore delle potenziali sinergie tra la politica estera e di sicurezza e la politica di vicinato dell'Unione e della Turchia, con vantaggi e una maggiore influenza per entrambe; ritiene, tuttavia, che tale interdipendenza possa produrre risultati positivi solo se inquadrata in un contesto di impegno reciproco, dialogo strategico ed efficace cooperazione, successo del processo di riforma e dell'attuazione delle riforme e buone relazioni tra la Turchia e gli Stati membri confinanti;

    2.

    accoglie con favore e sostiene gli sforzi della Commissione volti a sviluppare un nuovo ordine del giorno positivo che copra un'ampia gamma di aree d'interesse comune e miri a dare un nuovo dinamismo alle relazioni UE-Turchia, apportare risultati e vantaggi tangibili per entrambe le parti e consentire all'UE di restare il punto di riferimento per un processo continuo di riforma in Turchia e per l'avvicinamento del paese all'obiettivo di adempiere ai criteri di adesione; sostiene il dialogo con la Turchia sugli accordi di libero scambio firmati dall'UE che possono avere un impatto sul paese nel quadro dell'Unione doganale; ritiene che siano necessari rinnovati sforzi volti alla creazione delle condizioni per l'apertura di nuovi capitoli nei settori della giustizia e dei diritti fondamentali; insiste sul fatto che le relazioni della Turchia con tutti gli Stati membri confinanti costituiscono un fattore chiave per riformare i negoziati e il dialogo;

    3.

    rileva che la Turchia è l'unico paese candidato senza liberalizzazione dei visti; sottolinea l'importanza di facilitare l'ingresso nell'Unione europea per gli imprenditori, gli accademici, gli studenti e i rappresentanti della società civile; sostiene gli sforzi della Commissione e degli Stati membri volti ad attuare il codice dei visti, ad armonizzare e semplificare i requisiti in materia e a creare nuovi centri di facilitazione dei visti in Turchia; esorta la Turchia a sottoscrivere e ad attuare l'accordo di riammissione UE-Turchia senza ulteriori ritardi e a garantire, fino all'entrata in vigore di tale accordo, la piena attuazione degli accordi bilaterali esistenti; sottolinea l'importanza di intensificare la cooperazione tra l'UE e la Turchia sulla gestione della migrazione, la lotta contro la tratta di esseri umani e il controllo delle frontiere, anche alla luce dell'alta percentuale di immigranti illegali che entrano nel territorio dell'UE attraverso la Turchia; chiede la progressiva convergenza delle politiche in materia di visti della Turchia e dell'UE nei confronti dei cittadini di paesi terzi; ritiene che, una volta firmato l'accordo di riammissione, il Consiglio dovrebbe dare mandato alla Commissione di avviare il dialogo sui visti e definire la tabella di marcia per la loro liberalizzazione;

    Conformità con i criteri di Copenaghen

    4.

    loda la Turchia per il processo elettorale, in occasione delle elezioni generali del giugno 2011, che ha visto un'alta affluenza degli elettori ed è stato elogiato dagli osservatori internazionali come democratico e forgiato da una vivace società civile; ribadisce nuovamente l'importanza di effettuare una riforma della legge sui partiti politici e della legge elettorale, riducendo la soglia minima del 10 % per la rappresentanza in parlamento, trattandosi della soglia più elevata tra i paesi membri del Consiglio d'Europa e non potendo rappresentare adeguatamente il pluralismo della società turca; chiede che siano rimossi tutti gli ostacoli all'istituzione di gruppi politici in seno alla Grande assemblea nazionale turca;

    5.

    accoglie con favore la decisione del nuovo governo della Repubblica turca di istituire un ministero degli Affari dell'Unione europea, che traduce la consapevolezza quanto all'assoluta importanza di rinnovati sforzi, impegno e dialogo;

    6.

    ricorda il ruolo fondamentale della Grande assemblea nazionale turca come centro del sistema democratico del paese e sottolinea quindi la necessità di assegnarle un ruolo più importante nel fornire una piattaforma per tutti i partiti politici, sulla base di controlli ed equilibri, per il loro contributo al dialogo democratico e nel promuovere un processo inclusivo di riforma;

    7.

    ricorda la necessità di continuare a lavorare per l'attuazione del pacchetto di riforme costituzionali del 2010 e chiede alla Commissione di includere un'analisi dettagliata dello stato di avanzamento del processo di attuazione nella relazione 2012 sui progressi compiuti;

    8.

    esprime il suo pieno sostegno all'elaborazione di una nuova Costituzione civile turca quale opportunità unica per una reale riforma costituzionale che promuova la democrazia, lo Stato di diritto, le garanzie dei diritti e delle libertà fondamentali (in particolare la libertà di espressione e la libertà dei mezzi di comunicazione), il pluralismo, l'inclusione, la buona governance, la responsabilità e l'unità della società turca, nel pieno rispetto della Carta dei diritti fondamentali dell'UE; esorta tutti i partiti politici e gli attori coinvolti a sostenere i negoziati sulla nuova Costituzione e ad adottare in merito un approccio costruttivo e positivo basato sul consenso e sul compromesso costruttivo; sottolinea la necessità di continuare i lavori preparativi del processo di elaborazione e, a tal proposito, accoglie con favore la decisione di garantire pari rappresentanza a tutte le forze politiche nel Comitato di conciliazione costituzionale e l'impegno di basare il processo di elaborazione su una consultazione quanto più ampia possibile di tutti i segmenti della società quale elemento di un processo che coinvolga realmente la società civile turca; sottolinea che la nuova Costituzione dovrebbe proteggere i diritti di tutti i gruppi e le persone in Turchia, garantire la separazione dei poteri, assicurare l'indipendenza e l'imparzialità della magistratura, garantire il totale controllo civile sulle forze armate e promuovere una cittadinanza turca inclusiva;

    9.

    incoraggia la Turchia a cogliere il processo di elaborazione della Costituzione come un'opportunità per sviluppare un'identità più realistica e democratica, che consenta il pieno riconoscimento di tutti i suoi gruppi etnici e le sue comunità religiose, a riconoscere che la cittadinanza moderna dovrebbe essere di natura non-etnica e ad includere la protezione dei diritti linguistici madrelingua nella nuova costituzione civile;

    10.

    sottolinea l'importanza di relazioni serene e costruttive tra il governo e l'opposizione quale condizione indispensabile per un processo di riforma efficace; ricorda che una società veramente democratica e pluralista deve sempre poggiare sui due pilastri del governo e dell'opposizione, nonché su un dialogo e una cooperazione permanenti tra di essi; esprime, in tale contesto, preoccupazione in merito ai processi in corso e ai lunghi periodi di carcerazione preventiva a carico di membri della Grande assemblea nazionale turca nonché all'indagine giudiziaria avviata per eliminare l'immunità parlamentare del leader del principale partito dell'opposizione Kemal Kılıçdaroğlu; sottolinea che non è possibile garantire la democrazia e la libertà di espressione se i deputati al parlamento devono svolgere la propria missione con la minaccia di essere perseguiti;

    11.

    accoglie con favore i continui sforzi per migliorare il controllo civile sulle forze armate, in particolare l'adozione della legge del dicembre 2010 sulla Corte dei conti per assicurare il controllo civile delle spese militari; chiede che venga applicato un controllo completo da parte della Corte sulle spese delle forze armate; chiede che la gendarmeria e le forze armate siano poste sotto la giurisdizione civile e che la gendarmeria sia sottoposta al controllo del difensore civico; sottolinea la necessità di garantire la capacità operativa delle forze armate vista l'importanza dell'appartenenza della Turchia alla NATO;

    12.

    sottolinea che la riforma del sistema giudiziario è una condizione indispensabile per la modernizzazione della Turchia e che tale riforma deve portare ad un sistema giudiziario moderno, efficiente, completamente indipendente e imparziale che garantisca un giusto processo a tutti i cittadini; si compiace, a tale proposito, per l'adozione della legislazione sul Consiglio superiore dei giudici e dei pubblici ministeri e sulla Corte costituzionale, in stretta consultazione con la Commissione di Venezia; incoraggia il governo turco ad attuare le raccomandazioni del 2011 della Commissione di Venezia, in particolare per quanto riguarda le modalità di elezione al Consiglio superiore dei giudici e dei pubblici ministeri, il ruolo del ministro della Giustizia in detto organo e le modalità di nomina dei giudici e dei pubblici ministeri; chiede che siano adottate misure per garantire che le decisioni del Consiglio superiore dei giudici e dei pubblici ministeri siano trasparenti e soggette a controllo giudiziario; sottolinea la necessità di adottare ulteriori misure per assicurare la possibilità di ricorso giurisdizionale in relazione a tutte le decisioni di primo grado del Consiglio superiore per quanto riguarda promozioni, trasferimenti e sanzioni disciplinari; plaude alla decisione del ministero della Giustizia di istituire una direzione generale per i diritti umani responsabile di un'attuazione completa, reale e tempestiva delle sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo da parte della Turchia; si rammarica, a tal proposito, del numero crescente di ricorsi presso la Corte europea dei diritti dell'uomo; plaude alle nuove proposte di riforma del sistema giudiziario, in particolare per quanto riguarda i criteri di detenzione, in quanto costituiscono un primo passo nella giusta direzione;

    13.

    ritiene che la nuova legislazione sulla Corte costituzionale dovrebbe conferire a tale organo giudiziario la competenza di valutare e di esaminare la compatibilità della legislazione turca con gli accordi internazionali ratificati dalla Turchia, come la Convenzione europea su diritti dell'uomo;

    14.

    esprime preoccupazione per l'ultima sentenza pronunciata in merito al caso Hrant Dink; sottolinea l'importanza vitale di un'indagine completa sull'omicidio di Hrant Dink e del deferimento alla giustizia di tutti i responsabili e mette in evidenza a tal riguardo la sentenza pronunciata dalla Corte europea dei diritti dell'uomo nel 2010 che ha stabilito che la Turchia non ha condotto indagini efficaci sull'assassinio di Hrant Dink; ritiene che questo processo sia un banco di prova per lo Stato di diritto e l'indipendenza della magistratura in Turchia;

    15.

    ribadisce la propria preoccupazione per il fatto che le procedure giudiziarie non sono ancora state migliorate a sufficienza in termini di efficienza e di norme per garantire il diritto ad un processo equo e rapido, compreso il diritto di accedere alle prove incriminanti e alla documentazione istruttoria nelle prime fasi del procedimento e garanzie sufficienti per tutte le persone sospettate; ribadisce la sua profonda preoccupazione per l'eccessiva durata della carcerazione preventiva, che attualmente può arrivare fino a dieci anni, costituendo, di fatto, una punizione senza processo; esorta la Grande assemblea nazionale turca a riformare la legislazione in materia in conformità della CEDU e delle norme del Consiglio d'Europa, allineando la durata massima del periodo di carcerazione preventiva in Turchia alla media dell'Unione europea; esorta il governo a continuare le riforme e a rivedere la legge antiterrorismo e il codice penale turco; indica che la delegazione ad hoc del Parlamento per l'osservazione dei processi contro i giornalisti in Turchia continuerà a seguire gli sviluppi; è allarmato per l'elevato numero di detenuti giovani di età compresa tra i 12 e i 18 anni, ossia 2 500;

    16.

    invita il governo turco, per far fronte all'arretrato di processi, ad attivare quanto prima le corti d'appello regionali, che avrebbero dovuto essere legalmente operative entro il giugno 2007, e a dare priorità alla formazione dei giudici a tale scopo;

    17.

    sottolinea l'importanza del diritto di ciascun cittadino a una regolare difesa in tribunale e ricorda la responsabilità dello Stato di garantire l'accesso alla difesa legale; ricorda altresì che gli avvocati dovrebbero godere dell'immunità civile e penale per le dichiarazioni rilasciate in buona fede nella difesa scritta o orale o negli interventi a titolo professionale dinanzi a una corte, a un tribunale o a un'altra autorità giudiziaria o amministrativa; chiede alla Turchia di garantire che gli avvocati possano svolgere tutte le loro attività professionali senza subire intimidazioni, ostacoli, persecuzioni o interferenze indebite;

    18.

    sottolinea che le indagini sui presunti progetti di colpo di Stato, come "Ergenekon" e "Sledgehammer", devono dimostrare la forza e il funzionamento adeguato, indipendente, imparziale e trasparente delle istituzioni democratiche e del sistema giudiziario turchi, nonché il loro solido e incondizionato impegno a favore del rispetto dei diritti fondamentali; è preoccupato per le accuse relative all'uso di elementi discordanti contro gli imputati in queste indagini; invita la Commissione a seguire attentamente suddette indagini e a pubblicarne le conclusioni in modo più dettagliato in un allegato alla sua relazione 2012 sui progressi compiuti;

    19.

    manifesta il suo sollievo per il rilascio, in attesa del processo, dei giornalisti Ahmet Șik, Nedim Șener, Muhammet Sait Çakir e Coșkun Musluk, che rappresenta un passo importante nel ripristino del rispetto delle libertà fondamentali in Turchia; sottolinea tuttavia che tale rilascio non dovrebbe far dimenticare che molti altri giornalisti sono ancora in carcere;

    20.

    ribadisce la propria preoccupazione per la prassi di avviare procedimenti penali contro i difensori dei diritti umani, gli attivisti e i giornalisti che diffondono prove di violazioni dei diritti umani o sollevano altre questioni di interesse pubblico come contributo al dibattito di una società pluralista; sottolinea che detti procedimenti influiscono negativamente sulla percezione dell'opinione pubblica riguardo l'indipendenza e l'imparzialità del sistema giudiziario; considera la criminalizzazione delle opinioni un ostacolo cruciale alla piena protezione dei diritti umani in Turchia e deplora le restrizioni sproporzionate alla libertà di espressione, di associazione e di riunione;

    21.

    è preoccupato per l'ampio margine d'interpretazione e di applicazione autorizzato dalla legge antiterrorismo e dal codice penale, in particolare nei casi in cui l'appartenenza a un'organizzazione terroristica non è stata provata e quando si ritiene che un'azione o una dichiarazione coincidano con gli obiettivi di un'organizzazione terroristica; esprime preoccupazione per le continue segnalazioni di torture e maltrattamenti nei commissariati di polizia e nelle carceri, per l'uso eccessivo della forza da parte dei funzionari di polizia durante le manifestazioni e per i mancati progressi nel deferimento alla giustizia dei funzionari statali accusati di violazioni dei diritti umani; sollecita la Turchia a rivedere la legge antiterrorismo in via prioritaria e a rispettare rigorosamente gli obblighi internazionali assunti nel campo dei diritti umani, modificando la legislazione nazionale in materia; si compiace per la decisione di fornire ai giudici e ai pubblici ministeri una formazione interna sulla libertà di espressione e la libertà di stampa, nonché sul ruolo fondamentale della Corte europea dei diritti dell'uomo; esorta il governo turco a fornire in modo sistematico una formazione adeguata alle forze di polizia sulla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo; sottolinea la necessità di istituire un meccanismo efficace per la gestione delle denunce concernenti la polizia; apprezzerebbe alcune misure supplementari intese a migliorare l'accesso diretto ai tribunali turchi da parte dei cittadini per la difesa dei loro diritti, al fine di ridurre il numero di ricorsi presentati alla Corte europea dei diritti dell'uomo a Strasburgo;

    22.

    insiste sul fatto che i processi in corso contro i giornalisti devono svolgersi in modo trasparente, nel rispetto dello Stato di diritto e garantendo condizioni adeguate, come ad esempio locali consoni al tipo di udienza, la distribuzione di trascrizioni accurate ai detenuti e la comunicazione d'informazioni ai giornalisti in merito alle accuse formulate nei loro confronti, facendo sì che le condizioni del processo non abbiano ripercussioni negative sulla sentenza; esprime profonda preoccupazione per le condizioni di detenzione cui sono soggetti i giornalisti; deplora l'assenza di dati precisi sul numero di giornalisti detenuti e sul numero di processi attualmente in corso contro giornalisti; invita le autorità turche a mettere queste informazioni a disposizione del pubblico;

    23.

    ricorda che la libertà di espressione e il pluralismo dei media sono al centro dei valori europei e che un'autentica società democratica, libera e pluralista esige una vera libertà di espressione; ricorda che la libertà di espressione non si applica solo alle informazioni o alle idee accolte favorevolmente o considerate inoffensive, ma anche, in conformità della Convenzione europea sui diritti dell'uomo, alle idee che offendono, sconcertano o disturbano lo Stato o una parte della popolazione; si rammarica del fatto che numerose disposizioni legislative, ad esempio gli articoli 301 e 318 e l'articolo 220, paragrafo 6, in combinato disposto con l'articolo 314, paragrafo 2, e gli articoli 285 e 288 del codice penale, nonché l'articolo 6 e l'articolo 7, paragrafo 2, della legge antiterrorismo continuano a limitare la libertà di espressione; sottolinea che andrebbero presi provvedimenti con estrema urgenza per abolire la legislazione che prevede multe sproporzionate per i media (che sfociano, in alcuni casi, nella loro chiusura o nell'autocensura dei giornalisti o dei loro editori) e per modificare la legge 5651/2007 su Internet, che limita la libertà di espressione, restringe il diritto di accesso dei cittadini alle informazioni e permette divieti di portata e durata sproporzionate nei confronti dei siti web; ribadisce pertanto i suoi appelli precedenti a completare la revisione del quadro giuridico sulla libertà di espressione e ad adeguarlo senza indugio alla Convenzione europea sui diritti dell'uomo e alla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo;

    24.

    esprime il proprio sostegno a favore del nuovo approccio adottato dalla Commissione che consiste nell'affrontare i temi relativi al sistema giudiziario e ai diritti fondamentali, nonché alla giustizia e agli affari interni, nelle prime fasi del processo negoziale, con l'apertura dei relativi capitoli sulla base di piani d'azione chiari e dettagliati e la chiusura di tali capitoli come ultimo atto, sulla base di buoni risultati pienamente convincenti; ritiene che, data l'importanza vitale del proseguimento della riforma del sistema giudiziario in Turchia e del pieno rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, in particolare della libertà di espressione e della libertà di stampa, dovrebbero essere profusi rinnovati sforzi per l'elaborazione della relazione di screening nel quadro del capitolo 23 relativo al sistema giudiziario e ai diritti fondamentali; chiede alla Commissione, in linea con l'ordine del giorno positivo, di prendere in considerazione alcune misure che consentano l'apertura del capitolo 24 sulla giustizia e gli affari interni;

    25.

    esorta la Turchia a riconoscere il diritto all'obiezione di coscienza rispetto al servizio militare obbligatorio, conformemente alla decisione della Corte europea dei diritti dell'uomo nella causa Erçep/Turchia; rileva con preoccupazione la mancata esecuzione della sentenza del 2006 della Corte europea dei diritti dell'uomo nella causa Ulke/Turchia che chiedeva l'adozione di una legge intesa a evitare il continuo perseguimento degli obiettori di coscienza a causa del loro rifiuto di svolgere il servizio militare;

    26.

    si compiace dell'attuazione della quasi totalità delle raccomandazioni contenute nelle relazioni di valutazione del 2005 elaborate dal Gruppo di Stati contro la corruzione (GRECO) del Consiglio d'Europa; sottolinea la necessità di ulteriori progressi nell'ambito della legislazione in materia di corruzione e di misure generali contro detto fenomeno e chiede di aumentare la forza e l'indipendenza delle istituzioni coinvolte nella lotta contro la corruzione; esorta il governo ad attuare le restanti raccomandazioni del gruppo GRECO;

    27.

    sollecita la piena applicazione delle disposizioni costituzionali che garantiscono il diritto a manifestare e chiede al ministero degli Interni di completare la revisione della legge sulle riunioni e le manifestazioni;

    28.

    accoglie con favore l'adozione, nell'agosto 2011, di una nuova normativa che modifica la legge del febbraio 2008 sulle fondazioni e amplia il campo di applicazione del ripristino dei diritti di proprietà di tutte le comunità non musulmane e sottolinea la necessità di garantire la sua piena attuazione; ricorda, tuttavia, l'urgenza di proseguire una riforma fondamentale e sostanziale nel campo delle libertà di pensiero, di coscienza e di religione, in particolare consentendo alle comunità religiose di ottenere personalità giuridica, eliminando tutte le restrizioni alla formazione, alla nomina e alla successione del clero, riconoscendo i luoghi di culto degli alevi, conformandosi alle pertinenti sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo e dando seguito nel quadro giuridico ai pareri della Commissione di Venezia, e ribadisce la necessità di riconoscere pienamente i diritti di tutte le minoranze religiose; invita il governo turco ad assicurare che il monastero di San Gabriele, fondato nel 397 d.C., non venga privato delle sue terre e sia protetto nella sua interezza;

    29.

    ricorda che l'istruzione svolge un ruolo fondamentale nel processo di costruzione di una società inclusiva e diversificata, basata sul rispetto delle comunità e delle minoranze religiose; esorta il governo turco a prestare particolare attenzione ai materiali didattici nelle scuole, materiali che dovrebbero riflettere il pluralismo religioso ed etnico e la pluralità dei credi della società turca, eliminare la discriminazione e i pregiudizi e promuovere la piena accettazione di tutte le comunità e le minoranze religiose, e sottolinea la necessità di materiale didattico imparziale; plaude alla creazione della commissione per l'uguaglianza di genere in seno al ministero dell'Istruzione; prende atto con sollievo della liberazione degli studenti ingiustamente detenuti in prigione per 18 mesi per aver chiesto un'istruzione gratuita;

    30.

    ribadisce la necessità di rafforzare la coesione tra le regioni turche e tra le zone rurali ed urbane; sottolinea, a tal proposito, il ruolo particolare dell'istruzione e la necessità di risolvere le ampie disparità persistenti a livello regionale, per quanto riguarda la qualità dell'istruzione ed il tasso di iscrizione scolastica;

    31.

    esorta il governo della Turchia a onorare l'impegno assunto per il raggiungimento di elevati tassi di scolarizzazione e a garantire che la nuova riforma nel settore dell'istruzione rispecchi la necessità che i bambini, in particolare le bambine nelle zone rurali, continuino a studiare oltre l'istruzione obbligatoria e offra loro la possibilità di prendere decisioni in merito al proprio percorso scolastico a un'età in cui possono compiere scelte informate;

    32.

    incoraggia il governo a fare della parità di genere una priorità dei suoi sforzi di riforma, combattendo la povertà delle donne e aumentando la loro inclusione sociale e la partecipazione al mercato del lavoro; ribadisce la sua proposta di procedere con l'introduzione di un sistema di quote riservate al fine di garantire una presenza femminile significativa a tutti i livelli nelle imprese, nel settore pubblico e in politica; accoglie con favore gli sforzi del governo per aumentare la scolarizzazione delle ragazze grazie ai quali il divario di genere nell'istruzione primaria è stato quasi eliminato, e invita il governo ad adottare tutte le misure necessarie per diminuire il divario di genere anche nell'istruzione secondaria; accoglie altresì con favore l'aumento del numero di donne in seno alla Grande assemblea nazionale turca dopo le elezioni del giugno 2011 e invita i partiti politici a rafforzare ulteriormente l'impegno attivo e la partecipazione delle donne nella politica;

    33.

    accoglie con favore la firma e la ratifica da parte della Turchia, il 24 novembre 2011, della convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e sulla lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica; invita il governo ad adottare una politica di tolleranza zero nei confronti della violenza contro le donne e a continuare a intensificare i suoi sforzi preventivi a tutti i livelli nella lotta contro i delitti d'onore, la violenza domestica e il fenomeno dei matrimoni combinati e delle spose bambine, in particolare cooperando e raggiungendo un ampio consenso con i gruppi che militano a favore dei diritti delle donne, modificando la legge n. 4320 sulla protezione della famiglia per garantirne un ampio campo di applicazione indipendentemente dallo stato civile e dalla natura delle relazioni tra vittima e aggressore, compresi strumenti di ricorso giuridico e meccanismi di protezione efficaci, controllando rigorosamente l'attuazione di suddetta legge da parte della polizia, monitorandone con efficacia il pieno rispetto da parte dei comuni con l'obbligo di fornire sufficienti luoghi di rifugio per le donne e i minori in pericolo, garantendo la sicurezza dei rifugi, impiegando personale adeguato e mettendo in atto un sistema di assistenza per donne e minori che lasciano tali rifugi al fine di fornire loro un adeguato sostegno psicologico, assistenza legale e sanitaria e la capacità di reinserirsi nella società dal punto di vista economico e sociale; si compiace per gli sforzi del ministero per la Famiglia e le Politiche sociali volti ad aumentare il numero e la qualità dei rifugi e per la decisione del ministero di consentire anche ad enti privati di aprire tali rifugi come risorsa aggiuntiva per le donne e i minori in pericolo; accoglie con favore la recente circolare n. 18 del Consiglio superiore dei giudici e dei pubblici ministeri che stabilisce che l'attuazione di misure di protezione nei casi di violenza domestica non dovrà più essere ritardata fino alla conclusione del procedimento giudiziario; accoglie con favore gli sforzi compiuti dal governo turco per potenziare la cooperazione sull'integrazione della dimensione di genere tra le autorità statali;

    34.

    esprime preoccupazione per il tasso sproporzionatamente elevato di povertà tra i minori; invita la Turchia a mettere a punto una strategia comprensiva per lottare contro la povertà e il lavoro minorile; accoglie con favore la ratifica della convenzione del Consiglio d'Europa sulla protezione dei bambini contro lo sfruttamento e gli abusi sessuali; esorta la Turchia a potenziare il suo impegno nella lotta contro la violenza domestica nei confronti dei bambini;

    35.

    esorta il governo a provvedere affinché l'uguaglianza a prescindere da genere, identità di genere, origine etnica o razziale, religione o credo, disabilità, età od orientamento sessuale sia garantita dalla legge ed effettivamente applicata, nonché rispettata dalla polizia; invita il governo turco ad allineare la propria legislazione all'acquis comunitario e ad adottare una normativa che istituisca una commissione antidiscriminazione e per la parità; rileva la necessità di adottare ulteriori azioni contro l'omofobia e ogni altro tipo di discriminazione, molestia o violenza per motivi di orientamento sessuale e identità di genere, in particolare includendo i motivi in parola in una legge antidiscriminazione; esprime profonda preoccupazione per le continue persecuzioni nei confronti di lesbiche, gay, bisessuali e transessuali (LGBT) basate sulla legge concernente gli illeciti e sulle disposizioni in materia di "comportamento immorale"; ribadisce il proprio appello al governo turco affinché ordini alle forze armate turche di sopprimere la classificazione dell'omosessualità come malattia "psicosessuale";

    36.

    invita la Turchia a dimostrare elasticità e a intensificare gli sforzi per una soluzione politica alla questione curda e chiede a tutte le forze politiche di lavorare insieme verso l'obiettivo di un rafforzamento del dialogo politico e un processo di ulteriore inclusione politica, culturale e socioeconomica e partecipazione dei cittadini di origine curda al fine di garantire il diritto alla libertà di espressione, di associazione e di riunione; ritiene che, in tale contesto, il diritto all'istruzione nella lingua madre sia essenziale; invita il governo della Turchia a intensificare gli sforzi per promuovere ulteriormente lo sviluppo socioeconomico nel sud-est; ritiene che la riforma costituzionale fornisca un quadro molto utile per promuovere un'apertura democratica; ricorda che una soluzione politica può essere costruita solo su un dibattito aperto e veramente democratico sulla questione curda ed esprime preoccupazione per il gran numero di cause avviate contro scrittori e giornalisti che si occupano della questione curda e l'arresto da parte della polizia di vari politici, sindaci eletti a livello locale e membri dei consigli comunali, nonché di avvocati, dimostranti e difensori dei diritti umani curdi in relazione al processo KCK, e altre operazioni di polizia; esorta il governo turco a gettare le basi in modo pacifico affinché le personalità politiche di origine curda possano partecipare a un dibattito libero e pluralistico; sottolinea l'importanza di promuovere la discussione sulla questione curda in seno alle istituzioni democratiche, in particolare nella Grande assemblea nazionale turca;

    37.

    condanna con forza i recenti attacchi contro le sedi europee dei giornali turchi e chiede un'indagine coordinata su questi attacchi;

    38.

    accoglie con favore, attendendone una rapida attuazione, la recente dichiarazione del governo turco di voler riaprire una scuola per la minoranza greca sull'isola di Gökçeada (Imbros), che costituisce un passo positivo verso la conservazione del carattere biculturale delle isole turche di Gökçeada (Imbros) e Bozcaada (Tenedos), in linea con la risoluzione n. 1625(2008) dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa; rileva tuttavia la necessità di ulteriori iniziative per affrontare i problemi incontrati dai membri della minoranza greca in particolare in materia di diritti di proprietà;

    39.

    sottolinea la necessità urgente di allineare il quadro giuridico in materia di diritti dei lavoratori e diritti sindacali agli standard dell'UE, agli strumenti del Consiglio d'Europa e alle convenzioni dell'OIL, e di darne piena applicazione, poiché la rimozione di tutti gli ostacoli al pieno esercizio di tali diritti garantirà che il forte progresso economico che si registra attualmente vada di pari passo con un più ampia diffusione nella società turca della ricchezza generata dalla crescita economica, determinando così un maggiore potenziale di crescita; incoraggia pertanto tutte le parti del Consiglio economico e sociale a rafforzare il loro impegno e la loro cooperazione in modo da raggiungere i traguardi di riferimento per l'apertura del capitolo 19 inerente alla politica sociale e all'occupazione;

    40.

    esprime preoccupazione per la pratica di intentare procedimenti penali nei confronti dei sindacalisti, in particolare nel settore dell'istruzione, che chiedono migliori condizioni per quanto riguarda il lavoro, l'istruzione e il livello di vita, e che denunciano le violazioni dei diritti umani nell'interesse dei lavoratori e del pubblico e come contributo a una società pluralistica;

    41.

    invita il governo turco a promuovere la partecipazione piena e attiva delle organizzazioni dei consumatori al processo di consultazione legislativa e politica in materia di tutela dei consumatori e a prendere tutte le misure necessarie per sostenere e rafforzare il movimento dei consumatori; incoraggia le organizzazioni dei consumatori a unire le proprie forze al fine di aumentare la propria rappresentatività;

    42.

    accoglie con favore la diversificazione del mercato energetico della Turchia, ma incoraggia altresì il governo turco a valutare adeguatamente il rischio e la responsabilità per quanto riguarda gli attuali progetti di centrali nucleari, come quello di Akkuyu; sottolinea, a tal proposito, la necessità di conservare il patrimonio naturale, culturale e archeologico, nel pieno rispetto delle norme europee;

    Instaurare relazioni di buon vicinato

    43.

    sostiene fermamente i negoziati in corso sulla riunificazione di Cipro sotto l'egida del Segretario generale delle Nazioni Unite; sottolinea che deve essere raggiunta con urgenza una soluzione equa e praticabile alla questione cipriota e chiede alla Turchia e a tutte le parti interessate di lavorare intensamente e con buona volontà per un accordo globale; invita il governo della Turchia ad iniziare a ritirare le sue forze da Cipro e a trasferire Famagosta alle Nazioni Unite conformemente alla risoluzione 550 (1984) del Consiglio di sicurezza dell'ONU; chiede, parallelamente, alla Repubblica di Cipro di aprire il porto di Famagosta sotto il controllo doganale dell'UE al fine di promuovere un clima favorevole ad una soluzione positiva dei negoziati in corso per la riunificazione e consentire ai turco-ciprioti di commerciare direttamente in modo legale e accettabile per tutti;

    44.

    incoraggia la Turchia ad intensificare il proprio sostegno al Comitato per le persone scomparse a Cipro;

    45.

    invita la Turchia a rinunciare a nuovi insediamenti di cittadini turchi a Cipro, dal momento che ciò continuerebbe a modificare l'equilibrio demografico e ridurrebbe la lealtà dei cittadini dell'isola nei confronti di un futuro Stato comune basato su un passato comune;

    46.

    esprime rincrescimento per le dichiarazioni della Turchia quanto alla sua intenzione di congelare le relazioni con la Presidenza dell'Unione europea nella seconda metà del 2012 in caso di mancata soluzione al problema di Cipro; ricorda che l'Unione europea si basa sui principi di leale cooperazione e di solidarietà reciproca tra tutti i suoi Stati membri e che la Turchia, come paese candidato, deve impegnarsi a intrattenere rapporti sereni con l'Unione europea e tutti i suoi Stati membri; ricorda, inoltre, che la Presidenza del Consiglio dell'Unione europea è prevista dal trattato sull'Unione europea;

    47.

    invita la Turchia a consentire un dialogo politico tra l'UE e la NATO revocando il proprio veto alla cooperazione UE-NATO che comprende Cipro e chiede pertanto alla Repubblica di Cipro di revocare il proprio veto alla partecipazione della Turchia all'Agenzia europea di difesa;

    48.

    prende atto della costante intensificazione degli sforzi da parte della Turchia e della Grecia per migliorare le loro relazioni bilaterali; si rammarica, tuttavia, del fatto che la minaccia di casus belli dichiarata dalla Grande assemblea nazionale turca nei confronti della Grecia non sia ancora stata ritirata e ritiene che il miglioramento delle relazioni bilaterali tra i due paesi dovrebbe portare al ritiro di detta minaccia; sollecita il governo turco a porre fine alle continue violazioni dello spazio aereo greco e ai voli militari turchi sulle isole greche;

    49.

    sottolinea che la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS) è stata firmata dall'UE, dai suoi 27 Stati membri e da tutti gli altri paesi candidati e fa parte dell'acquis comunitario; invita pertanto il governo della Turchia a firmarla e ratificarla senza ulteriori indugi; ricorda la piena legittimità della zona economica esclusiva della Repubblica di Cipro in conformità dell'UNCLOS;

    50.

    esorta la Turchia e l'Armenia a procedere a una normalizzazione delle proprie relazioni con la ratifica, senza precondizioni, dei protocolli e l'apertura delle frontiere;

    51.

    ritiene che la Turchia sia un partner importante dell'UE nella regione del Mar Nero che è d'importanza strategica per l'UE; invita la Turchia a sostenere l'attuazione delle politiche e dei programmi dell'UE in questa regione e a contribuirvi attivamente;

    Approfondire la cooperazione UE-Turchia

    52.

    deplora il rifiuto della Turchia di adempiere al proprio obbligo di attuare integralmente e in modo non discriminatorio il protocollo aggiuntivo all'accordo di associazione CE-Turchia, nei confronti di tutti gli Stati membri; ricorda che questo rifiuto continua ad influenzare profondamente il processo negoziale e invita il governo della Turchia ad attuare integralmente il protocollo senza ulteriori indugi;

    53.

    sottolinea che l'Unione doganale UE-Turchia ha consentito a quest'ultima di raggiungere un elevato livello di allineamento in materia di libera circolazione delle merci e continua a incrementare il commercio bilaterale tra l'UE e la Turchia che, nel 2010, è stato pari a 103 miliardi di EUR; rileva, tuttavia, che la Turchia non sta procedendo ad una piena attuazione dell'Unione doganale e mantiene una legislazione che viola i suoi impegni quanto alla rimozione degli ostacoli tecnici agli scambi, come le licenze di importazione, le restrizioni sulle importazioni di merci provenienti da paesi terzi in libera circolazione nell'UE, gli aiuti di Stato, l'applicazione dei diritti di proprietà intellettuale, i requisiti per la registrazione di nuovi prodotti farmaceutici e un trattamento fiscale discriminatorio;

    54.

    ribadisce la ferma e forte condanna delle continue violenze terroristiche perpetrate dal PKK, che figura nell'elenco dell'UE delle organizzazioni terroristiche, ed esprime la sua piena solidarietà alla Turchia; invita gli Stati membri dell'UE, in stretta collaborazione con il coordinatore antiterrorismo dell'UE ed Europol e nel rispetto dei diritti umani, delle libertà fondamentali e del diritto internazionale, ad intensificare la cooperazione con la Turchia nella lotta contro il terrorismo e nella lotta contro la criminalità organizzata come fonte di finanziamento del terrorismo; invita la Commissione e gli Stati membri a facilitare un adeguato dialogo informativo e gli scambi di informazioni con la Turchia sulle richieste di estradizione dal paese che non possono essere inoltrate per motivi giuridici o procedurali;

    55.

    deplora il ritardo nella presentazione alla Grande assemblea nazionale turca di atti legislativi volti a tutelare i diritti di profughi e richiedenti asilo; esprime preoccupazione per le continue segnalazioni di rimpatri di persone verso paesi nei quali possono essere a rischio di tortura o di altre violazioni dei diritti umani a causa di un rifiuto arbitrario di accesso alla procedura d'asilo;

    56.

    plaude ai progressi compiuti dalla Turchia nel campo dell'energia rinnovabile e sostiene ulteriori sforzi volti a incentivare l'uso delle fonti energetiche rinnovabili in tutti i settori; sottolinea il potenziale della Turchia per quanto riguarda le energie rinnovabili, soprattutto le significative risorse solari, eoliche e geotermiche e la possibilità che l'Unione europea importi dalla Turchia energia elettrica rinnovabile attraverso reti di trasmissione di corrente continua ad alta tensione di lunga percorrenza, contribuendo così non solo alla sicurezza energetica dell'UE, ma anche ai suoi obiettivi di energia rinnovabile;

    57.

    ribadisce il ruolo centrale della Turchia quale corridoio energetico dell'UE per le risorse di petrolio e gas del Caucaso e del Caspio e la sua vicinanza strategica all'Iraq e al suo crescente mercato del greggio; sottolinea il ruolo strategico del previsto gasdotto Nabucco e di altri gasdotti, come il futuro corridoio di trasporto del gas ITGI (Interconnessione Turchia-Grecia-Italia), per la sicurezza energetica dell'Unione europea; ritiene che, in considerazione del ruolo strategico e del potenziale della Turchia, anche per quanto riguarda gli investimenti dell'UE e una ulteriore cooperazione con l'Unione, sia necessario procedere ad una riflessione sul valore dell'apertura di negoziati sul capitolo 15 relativo all'energia, al fine di promuovere il dialogo strategico UE-Turchia sull'energia;

    58.

    sottolinea il ruolo strategico della Turchia, politicamente e geograficamente, per la politica estera dell'Unione europea e la sua politica di vicinato; sottolinea il ruolo della Turchia come importante attore regionale in Medio Oriente, nei Balcani occidentali, in Afghanistan e Pakistan, nel Caucaso meridionale, in Asia centrale e nel Corno d'Africa e il suo ruolo quale fonte d'ispirazione per gli Stati arabi in fase di democratizzazione in settori significativi quali le riforme politiche ed economiche e il rafforzamento delle istituzioni; esprime il proprio sostegno agli sforzi compiuti dalla Turchia per contribuire al proseguimento del dialogo e della cooperazione ad alto livello tra l'Afghanistan e il Pakistan e saluta il processo di Istanbul avviato per rafforzare la cooperazione regionale tra l'Afghanistan e i suoi vicini; sostiene la salda posizione della Turchia e il suo forte impegno per le forze democratiche in Siria e ricorda il suo ruolo importante per la protezione dei rifugiati siriani; invita la Commissione, gli Stati membri e la comunità internazionale a sostenere gli sforzi profusi dalla Turchia per far fronte alla dimensione umanitaria crescente della crisi siriana; invita l'UE e la Turchia a rafforzare il dialogo politico esistente sulle scelte e gli obiettivi di politica estera di reciproco interesse; invita la Turchia a sviluppare la propria politica estera nel quadro del dialogo e del coordinamento con l'Unione europea e ad allinearla progressivamente con quella dell'UE, al fine di creare preziose sinergie e rafforzare il potenziale di impatto positivo;

    59.

    ricorda l'importanza di un coordinamento e una cooperazione stretti tra la Turchia e l'UE sulla questione della proliferazione nucleare in Iran e ritiene che la Turchia possa svolgere un ruolo importante e costruttivo facilitando e promuovendo il dialogo con l'Iran su una rapida soluzione e garantendo pieno sostegno alle sanzioni contro l'Iran;

    60.

    ricorda l'ambizione della Turchia di stimolare e aiutare le transizioni democratiche e le riforme socioeconomiche nel Vicinato meridionale; osserva che la partecipazione delle istituzioni e delle organizzazioni non governative turche agli strumenti della PEV genererebbe effetti sinergici straordinari, in particolare in settori quali il potenziamento istituzionale e lo sviluppo socioeconomico e della società civile; ritiene che la cooperazione pratica debba essere completata da un dialogo strutturato tra l'UE e la Turchia per il coordinamento delle rispettive politiche di vicinato;

    61.

    accoglie con favore la ratifica, da parte della Turchia, del protocollo opzionale alla convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura (OPCAT), avvenuta il 27 settembre 2011, e invita la Turchia ad attuarne rapidamente i requisiti nella legislazione nazionale; esorta l'adozione di un meccanismo nazionale di attuazione senza indugi; esorta la Turchia a consentire agli osservatori internazionali l'accesso alle sue carceri;

    62.

    rinnova la sua richiesta al governo della Turchia di firmare e sottoporre a ratifica lo statuto della Corte penale internazionale, accrescendo così il contributo e l'impegno della Turchia a favore del sistema multilaterale globale;

    *

    * *

    63.

    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Segretario generale del Consiglio d’Europa, al Presidente della Corte europea dei diritti dell'uomo, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri e al governo e al parlamento della Repubblica di Turchia.


    (1)  GU C 306 E del 15.12.2006, pag. 284.

    (2)  GU C 263 E del 16.10.2008, pag. 452.

    (3)  GU C 279 E del 19.11.2009, pag. 57.

    (4)  GU C 87 E dell'1.4.2010, pag. 139.

    (5)  GU C 341 E del 16.12.2010, pag. 59.

    (6)  Testi approvati, P7_TA(2011)0090.

    (7)  GU C 157 E del 6.7.2006, pag. 385.

    (8)  GU C 287 E del 29.11.2007, pag. 174.

    (9)  GU L 51 del 26.2.2008, pag. 4.


    Top