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Document 52012AE1305

    Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio e al Comitato economico e sociale europeo sulla strategia dell’Unione europea per la protezione e il benessere degli animali 2012-2015 — COM(2012) 6 definitivo

    GU C 229 del 31.7.2012, p. 108–111 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    31.7.2012   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

    C 229/108


    Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio e al Comitato economico e sociale europeo sulla strategia dell’Unione europea per la protezione e il benessere degli animali 2012-2015

    COM(2012) 6 definitivo

    2012/C 229/20

    Relatore: ESPUNY MOYANO

    La Commissione europea, in data 19 gennaio 2012, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 304 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito alla:

    Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio e al Comitato economico e sociale europeo sulla strategia dell'Unione europea per la protezione e il benessere degli animali 2012-2015

    COM(2012) 6 final.

    La sezione specializzata Agricoltura, sviluppo rurale, ambiente, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 11 maggio 2012.

    Alla sua 481a sessione plenaria, dei giorni 23 e 24 maggio 2012 (seduta del 23 maggio), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 146 voti favorevoli, 3 voti contrari e 9 astensioni.

    1.   Conclusioni

    1.1   Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) condivide in linea generale la strategia sul benessere degli animali presentata dalla Commissione e sostiene non solo la legittima aspirazione dei consumatori alla sicurezza alimentare, ma anche una strategia di produzione europea orientata alla qualità.

    1.2   Il CESE rileva problemi nell'attuazione delle norme esistenti, derivanti dalla mancanza di sostegno alla loro applicazione e dalla perdita di competitività delle produzioni dell'UE.

    1.2.1   Mancano strumenti per compensare la perdita di competitività delle produzioni animali dell'UE, in quanto i sovraccosti dovuti alla politica dell'UE in materia di benessere degli animali non sono assorbiti dal mercato. C'è da temere un perdita di quota persino maggiore sia nel mercato interno che sui mercati d'esportazione. Non è stata condotta una riflessione in rapporto al mercato del lavoro o alle condizioni di lavoro.

    1.2.2   Il CESE ribadisce nuovamente che tutti i prodotti importati devono rispettare gli stessi standard di produzione imposti alle produzioni dell'UE e gli accordi commerciali devono essere impostati sulla reciprocità.

    1.3   La formazione permanente in materia di benessere degli animali per operatori, lavoratori ed enti rappresenta una parte essenziale della strategia. Il CESE richiama l'attenzione anche sull'importanza che una parte dei fondi per la cooperazione venga destinata a fornire a enti, imprenditori e lavoratori dei paesi terzi una formazione sul benessere nella produzione animale.

    1.4   L'attuazione delle norme dell'UE richiede un adeguamento delle risorse finanziarie affinché i produttori intraprendano gli investimenti necessari e compensino i sovraccosti. La PAC deve essere un complemento necessario in questa strategia e ad essa va data l'importanza che merita.

    1.5   Bisogna elaborare una strategia di comunicazione incentrata sulle preoccupazioni della società, che tenga conto degli studi e dei progressi scientifici in materia, oltre che dei differenti punti di vista di produttori, lavoratori e consumatori. La comunicazione non può essere basata soltanto sull'etichettatura obbligatoria. Devono esistere programmi di informazione al consumatore che siano coerenti e che lo aiutino a decidere sulla base del maggior numero possibile di elementi utili. I fondi per la promozione dei prodotti agroalimentari hanno un ruolo chiave per la partecipazione attiva dei settori produttivi a questo compito.

    1.6   Il CESE ritiene che la rete di centri europei di riferimento debba poter contare sulla partecipazione di tutte le parti sociali e dei consumatori, e che abbia un ruolo cruciale nello sviluppo della strategia sul benessere degli animali:

    a.

    coordinando i differenti centri di ricerca nell'UE;

    b.

    facilitando l'attuazione delle norme (sviluppo di indicatori pratici, formazione di operatori, lavoratori ed enti);

    c.

    contribuendo a valutare l'impatto delle norme a livello socioeconomico e sulla competitività;

    d.

    sostenendo le azioni di informazione e comunicazione.

    1.7   Il rafforzamento degli anelli più deboli della filiera alimentare servirà a ripartire più giustamente i sovraccosti derivanti dall'applicazione delle norme sul benessere degli animali, sostenendo in questo modo il tessuto produttivo e lo sviluppo delle zone rurali.

    1.8   Il lodevole sforzo compiuto dalla Commissione a beneficio della semplificazione mal si concilia con l'intenzione della stessa di estendere il campo di applicazione ad altre specie animali e di approfondire le norme esistenti.

    2.   Sintesi della comunicazione

    2.1   La comunicazione della Commissione si prefigge di tracciare le linee lungo le quali la politica dell'UE sul benessere degli animali deve avanzare, per dare seguito al piano d'azione 2006-2010.

    2.2   Nel documento si afferma che l'UE ha realizzato sforzi notevoli nel sostenere il benessere degli animali. Si rileva che l'attuazione della politica dell'UE sul benessere degli animali non è uniforme in tutti gli Stati membri e che le norme obbligatorie non sono state introdotte nei termini previsti. Occorre tuttavia riflettere se l'approccio unico «uguale per tutti» può portare a risultati migliori in materia di benessere degli animali.

    2.3   La valutazione della politica dell'UE in materia di benessere degli animali giunge alla conclusione che le norme in questo campo hanno comportato costi aggiuntivi per i settori dell'allevamento e della sperimentazione.

    2.4   Si rileva inoltre che le decisioni di acquisto dei consumatori sono fondamentalmente determinate dal prezzo e che il benessere degli animali è solo uno dei fattori che determinano la scelta dei prodotti.

    2.5   Nel documento si afferma che la legislazione necessita di una semplificazione e al tempo stesso si segnala che bisogna affrontare materie quali la competenza delle persone che maneggiano gli animali in determinati tipi o sistemi di produzione, oppure la formazione degli ispettori e del personale tecnico degli Stati membri, e rileva che le norme sul benessere degli animali riguardano alcune specie e non altre.

    2.6   Sulla base di queste premesse vengono presentate delle azioni strategiche orientate lungo due filoni:

    semplificare la legislazione e facilitarne l'applicazione,

    rafforzare le azioni già avviate dalla Commissione.

    3.   Osservazioni generali

    3.1   Il CESE accoglie favorevolmente il documento strategico presentato e l'intenzione della Commissione di migliorare gli aspetti che possono contribuire a raggiungere gli obiettivi dell'UE in questa materia.

    3.2   Il CESE sostiene la legittima aspirazione dei consumatori alla sicurezza alimentare e una strategia di produzione europea orientata alla qualità. Invita tuttavia la Commissione a osservare che l'aumento di costo che la strategia sul benessere degli animali impone ai produttori è raramente compensato dall'aumento del prezzo di vendita. Inoltre l'allevamento europeo è danneggiato dalla mancanza di reciprocità negli accordi commerciali con paesi terzi.

    3.3   Il CESE segnala con rammarico che nella comunicazione la Commissione non fa esplicito riferimento alle condizioni di lavoro degli operatori del settore che, in ultima analisi, sono coloro che maneggiano gli animali. Inoltre bisogna insistere in modo rigoroso sulla formazione permanente e sull'acquisizione delle nuove competenze necessarie per i cambiamenti che derivano dalla proposta.

    3.4   Il CESE accoglie favorevolmente l'intenzione di semplificare la legislazione dell'UE sul benessere degli animali e di migliorare la competitività dell'agricoltura dell'UE. Ciononostante, la strategia non affronta in modo adeguato alcuni punti importanti che sono messi in evidenza nella relazione di valutazione della politica dell'UE in materia di benessere degli animali e che dovrebbero rappresentare delle priorità per gli anni 2012-2015.

    3.5   La Commissione riconosce alcune carenze nei risultati del piano d'azione e della politica dell'UE sul benessere degli animali e sottolinea ciò che essa chiama i «principali fattori comuni che incidono sulla situazione del benessere degli animali nell'Unione»; tuttavia, non realizza un'analisi approfondita e per tale motivo non offre soluzioni adeguate ai problemi individuati.

    3.5.1   Si rileva che gli Stati membri non applicano appieno le disposizioni, malgrado gli estesi periodi transitori e gli aiuti. Non viene tuttavia condotta un'analisi critica della realtà socioeconomica e produttiva nei vari Stati membri dell'UE e viene soltanto menzionata la «dimensione culturale nella valutazione degli aspetti relativi al benessere degli animali» quale fattore di differenziazione tra Stati membri. La Commissione tralascia di menzionare nel testo la variabilità dei sistemi di produzione animale, la domanda dei cittadini, nonché i vantaggi commerciali legati all'applicazione delle norme minime sul benessere degli animali o degli aiuti all'adattamento, che non sono omogenei nei differenti territori dell'UE.

    3.5.2   La politica dell'UE sul benessere degli animali deve essere molto più orientata sia al mercato che alla sicurezza dei consumatori. È essenziale che i produttori siano compensati dei sovraccosti di produzione e che i consumatori siano coscienti dei miglioramenti e degli sforzi dei produttori, nonché del più elevato valore aggiunto che hanno gli alimenti prodotti secondo il modello europeo, oltre a poter contare su un equilibrio della filiera alimentare che attualmente non esiste.

    3.5.3   L'intenzione dichiarata nella comunicazione della Commissione di semplificare le norme sul benessere degli animali contrasta con l'indicazione della necessità di estendere il campo di applicazione ad altre specie animali e di approfondire le norme esistenti. La strategia non tiene conto della raccomandazione, formulata nel documento di valutazione della politica dell'UE in materia di benessere degli animali, che indicava l'esplorazione di vie non legislative per completare la legislazione esistente - come accordi tra le parti del settore, oppure tra gli anelli della catena del valore, le parti sociali, le organizzazioni di consumatori e le amministrazioni - che potrebbero pervenire ai risultati ricercati senza aumentare l'onere normativo.

    4.   Osservazioni particolari

    4.1   Il bilancio stanziato dall'UE per sostenere il benessere degli animali (70 milioni di euro l'anno) contrasta chiaramente con l'ammontare degli investimenti necessari per attuare le norme in materia, e ancor più con i costi legislativi per il settore dell'allevamento (2800 milioni di euro, secondo la valutazione della politica dell'UE sul benessere degli animali). La strategia non contiene proposte di misure concrete e realistiche che pongano rimedio agli aumenti di costo e alla mancanza di aiuti per l'attuazione delle norme.

    4.2   Per migliorare la competitività dei produttori bisogna ottimizzare le sinergie tra la politica dell'UE sul benessere degli animali e la politica agricola comune (PAC). Nella PAC post 2013 l'UE deve adottare una posizione equilibrata sul benessere degli animali. Bisogna garantire che gli allevatori e gli operatori possano accedere a misure di sostegno dotate di un bilancio sufficiente per applicare la politica dell'UE sul benessere degli animali. Sarà necessario prendere in considerazione le conseguenze economiche in termini di costi aggiuntivi per i produttori e prevedere un sostegno sufficiente ai loro redditi attraverso la politica dei prezzi e dei mercati e/o gli aiuti diretti.

    4.3   Il CESE concorda sulla necessità della semplificazione normativa. Se essa verrà adeguatamente sviluppata, favorirà l'attuazione della politica dell'UE in materia di benessere degli animali. A questo fine, nelle future azioni nel quadro di questa politica è necessario studiare l'impatto delle misure proposte, nonché - se del caso - il rischio di perdita del tessuto produttivo che ciascuna di esse implica e le compensazioni necessarie in caso di attuazione, oltre ad insistere sul valore che la salute e la sicurezza dei consumatori hanno nell'UE.

    4.4   L'inclusione di indicatori scientifici basati sui risultati e non sui fattori di produzione permetterà la semplificazione e la flessibilità necessarie per migliorare la competitività degli allevatori dell'UE, purché vengano prese in considerazione le implicazioni socioeconomiche e la situazione generale dell'azienda agricola, e non fatti puntuali. Essi devono essere sviluppati in collaborazione con gli operatori ed essere semplici, pratici e di facile utilizzo, e non devono generare costi addizionali per l'azienda agricola. Devono essere applicabili a specie e sistemi produttivi differenti ed essere facilmente interpretabili e riproducibili (non dipendenti dalla percezione umana del benessere degli animali).

    4.5   I lavori del progetto Welfare Quality sono interessanti come punto di riferimento, ma bisogna migliorare e semplificare gli indicatori sul benessere degli animali affinché possano essere applicati nell'azienda agricola. L'interpretazione e l'applicazione dei criteri devono essere armonizzate nei vari Stati membri, per garantire la validità e la fattibilità della loro applicazione in qualsiasi caso.

    4.6   Una sfida che questa strategia deve raccogliere è il miglioramento del coordinamento, della tracciabilità, della trasparenza e della comunicazione in materia di benessere degli animali nell'UE, attraverso la partecipazione di amministrazioni, operatori socioeconomici e consumatori, cosa che porterà a una conoscenza migliore, a un'informazione adeguata e a un'applicazione corretta delle norme. I centri di riferimento possono e devono svolgere un ruolo fondamentale nel raggiungimento di questo obiettivo. Oltre all'attività indicata nel documento (sostegno agli enti, formazione e divulgazione), essi dovranno occuparsi di coordinare, supervisionare e condividere le informazioni. Per non generare spese addizionali bisogna utilizzare le strutture esistenti.

    4.7   I centri di riferimento potrebbero anche fornire consulenze e valutazioni in merito all'applicazione pratica delle norme sul benessere degli animali. La ricerca scientifica deve unirsi a quella applicata per formulare raccomandazioni. Tenuto conto dei lavori già realizzati dal gruppo di esperti scientifici della DG Salute e consumatori (SANCO) e dal gruppo di esperti sulla salute e il benessere degli animali (AHAW) dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), questa rete deve coordinare le prove di nuove tecniche e valutare l'impatto degli standard relativi al benessere degli animali. Gli operatori del settore danno un contributo importante alla ricerca applicata. Essi devono avere un ruolo di rilievo in rapporto alle priorità normative e a quelle di ricerca, con finanziamento dell'UE, nel settore del benessere degli animali.

    4.8   La valutazione della politica dell'UE sul benessere degli animali raccomanda di sviluppare con le parti interessate un programma di impegni per ogni aspetto di tale politica e di valutare, assieme ai gruppi interessati, la necessità di sviluppare nuove forme di impegno nel corso del tempo. È necessario che gli enti competenti e gli operatori interessati stabiliscano assieme tabelle di marcia, per permettere la progressiva applicazione delle norme prima del termine obbligatorio e facilitare il coordinamento preliminare e la soluzione dei problemi. Bisogna includere anche le azioni di ispezione e controllo a posteriori, nonché la formazione e l'informazione rivolta agli operatori e ai responsabili degli Stati membri per un'attuazione adeguata delle norme.

    4.9   Il sostegno alla cooperazione internazionale è essenziale per migliorare la competitività della produzione dell'UE. A questo fine, nella strategia per il periodo 2012-2015 vanno definite azioni concrete per assicurare che si tenga conto del benessere degli animali negli accordi commerciali bilaterali negoziati dall'UE e in seno all'OMC. Nel frattempo, occorre tener conto di quanto segue:

    4.9.1   La valutazione segnala che bisogna stabilire meccanismi volti ad assistere i settori dell'UE più vulnerabili alle importazioni o più esposti alla probabile perdita di quote di mercato, in particolare il settore delle uova e degli ovoprodotti. La strategia non propone soluzioni per la perdita di competitività rispetto alle importazioni da paesi terzi che non rispettano gli stessi standard di produzione dell'UE.

    4.9.2   L'UE deve destinare parte dei fondi per la cooperazione a una formazione sul benessere nella produzione animale per enti, imprenditori e lavoratori dei paesi terzi.

    4.10   Bisogna elaborare una strategia di comunicazione che comprenda i punti indicati nella valutazione della politica dell'UE sul benessere degli animali. Essa deve comprendere un piano serio e obiettivo di formazione, informazione e comunicazione, da attuare già nelle scuole, affinché i consumatori di oggi e quelli di domani siano a conoscenza degli alti standard imposti dalla politica dell'UE sul benessere degli animali, a cominciare dalla legislazione esistente. Ciò permetterà loro di compiere scelte di acquisto basate su informazioni veritiere circa il benessere degli animali.

    4.10.1   In questi compiti è essenziale la collaborazione di fonti rigorose e riconosciute (come la rete di centri di riferimento) affinché il consumatore conosca e valuti i vantaggi della politica dell'UE sul benessere degli animali, oltre che i costi di produzione legati al modello europeo.

    4.10.2   L'informazione al consumatore sul benessere degli animali non deve essere limitata all'etichettatura o alla pubblicità dei prodotti, ma comprendere anche campagne divulgative di organizzazioni settoriali e istituzioni tese a comunicare gli sforzi compiuti e l'impatto sui costi di produzione. I meccanismi e i fondi di promozione dei prodotti agroalimentari nel mercato interno rappresentano degli strumenti idonei per informare in merito alla politica dell'UE sul benessere degli animali.

    4.11   Oltre alle misure indicate nella proposta della Commissione, vanno considerate altre misure - altrettanto importanti - incluse nella valutazione della politica dell'UE sul benessere degli animali, che raccomanda di assicurare un aumento adeguato del finanziamento per questa politica nel prossimo periodo, in linea con le sue necessità crescenti e per soddisfare i bisogni individuati nella valutazione. Tali bisogni comprendono l'attuazione e l'applicazione della nuova legislazione.

    4.11.1   L'effetto negativo che la politica sul benessere degli animali ha sulla competitività rappresenta uno dei maggiori ostacoli all'applicazione delle norme, oltre che al mantenimento della crescita e dell'occupazione nelle aree rurali, specialmente per la difficoltà del produttore a trasferire i sovraccosti di produzione (e il valore aggiunto) agli anelli successivi della filiera alimentare. La strategia non prevede in che modo risolvere le disfunzioni nel funzionamento della filiera alimentare, né l'effetto anticoncorrenziale delle norme su canali o mercati che non siano quelli al dettaglio (ristorazione, industria, esportazione).

    4.11.2   Per quanto riguarda i fondi di sviluppo rurale, le questioni chiave sono le seguenti:

    aumentare il finanziamento dei programmi di sviluppo rurale che sostengono il benessere degli animali (sia per investimenti che per aumento dei costi correnti),

    facilitare il sostegno all'introduzione delle norme - obbligatorie per gli Stati membri - sul benessere degli animali con aiuti stabiliti dall'UE nella PAC.

    4.11.3   Inoltre è necessario che la politica sul benessere degli animali sia coerente con la politica ambientale, con quella sulla salute animale e quella sulla sostenibilità, compresa la competitività, che devono essere strettamente interconnesse, senza dimenticate i vantaggi per i consumatori, i lavoratori e gli imprenditori. Questi punti devono far parte del documento strategico.

    4.12   Vista la volontà di semplificazione che ispira la strategia per il periodo 2012-2015, nonché l'ambizione di elaborare una norma che raccolga le basi normative sul benessere degli animali appartenenti a differenti specie e utilizzati in sistemi di produzione differenti, in questo momento non appare opportuno procedere lungo nuove linee normative o approfondire quelle esistenti finché non verrà decisa la strada da seguire e se nel cammino stabilito occorra tener conto o meno degli animali acquatici o di altre specie.

    4.13   Per quanto concerne la delicata questione delle macellazioni rituali, il CESE intende cogliere questa occasione per ribadire la posizione espressa nel proprio parere (1), in cui si affermava che permettere «agli Stati membri di non applicare le norme … alle macellazioni rituali è in contraddizione con l'obiettivo generale … di migliorare la tutela degli animali». Tecnologie innovative quali lo Stun Assurance Monitor (SAM), che registra ogni scarica elettrica somministrata all'animale e il relativo voltaggio, consente agli operatori che intendono macellare previo stordimento in conformità alle regole halal di monitorare accuratamente l'efficacia di ciascuna di tali scariche, garantendo l'appropriato stordimento e nel contempo la sopravvivenza dell'animale fino all'abbattimento. Si tratta dunque di un contributo effettivo al benessere animale. L'utilizzo del SAM sarebbe inoltre incoraggiato dall'introduzione di un sistema di etichettatura delle carni che indicasse il metodo di macellazione. È importante che la Commissione sostenga attivamente la ricerca volta a mettere a punto sistemi di stordimento pienamente accettabili per i gruppi religiosi.

    Bruxelles, 23 maggio 2012

    Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

    Staffan NILSSON


    (1)  GU C 218 dell'11.9.2009, pag. 65.


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