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Document 52011IR0187

    Parere del Comitato delle regioni «Contributo degli enti locali e regionali dell'UE alla conferenza dell'ONU sullo sviluppo sostenibile 2012 (Rio+20)»

    GU C 54 del 23.2.2012, p. 34–39 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    23.2.2012   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

    C 54/34


    Parere del Comitato delle regioni «Contributo degli enti locali e regionali dell'UE alla conferenza dell'ONU sullo sviluppo sostenibile 2012 (Rio+20)»

    2012/C 54/07

    IL COMITATO DELLE REGIONI

    chiede che il vertice Rio+20 riconosca esplicitamente l'urbanizzazione come una sfida emergente di primo piano che il mondo deve affrontare, e che venga dato maggior sostegno allo scambio di esperienze e al trasferimento di conoscenze tra governi subnazionali ed enti locali su scala mondiale;

    chiede che il vertice Rio+20 adotti una tabella di marcia per l'economia verde, la quale dovrebbe includere una sezione specifica sull'economia verde locale che riconosca il ruolo fondamentale svolto dai governi subnazionali e dagli enti locali e, in particolare, promuova un Patto internazionale dei sindaci e delle regioni e sostenga la cooperazione decentrata allo sviluppo; un possibile programma di sviluppo delle capacità dovrebbe obbligare i paesi beneficiari a coinvolgere strettamente in questo processo i rispettivi livelli subnazionali di governo;

    chiede che nel quadro istituzionale per lo sviluppo sostenibile i governi subnazionali e gli enti locali trovino spazio, in quanto livelli di governo a pieno titolo, accanto ai governi nazionali e agli organi dell'ONU. Il vertice Rio+20 dovrebbe adattare le attuali strutture dei cosiddetti "gruppi principali", ad esempio creando una nuova e ampia categoria di "attori governativi", e dare mandato a una futura Organizzazione ambientale mondiale (oppure all'UNEP) o a un futuro Consiglio per lo sviluppo sostenibile di creare un comitato permanente per governi subnazionali e locali;

    chiede che il vertice Rio+20 definisca i futuri quadri di governance necessari per sviluppare ulteriormente l'agenda 21 a livello locale e sostenga la promozione di una democrazia ambientale a livello mondiale, ad esempio sostenendo la stipula di altre convenzioni regionali simili alla Convezione di Aarhus dell'UNECE (Commissione economica per l'Europa delle Nazioni Unite), oppure avviando negoziati per una convenzione mondiale basata sul principio 10 della Dichiarazione di Rio.

    Relatore

    Ilmar REEPALU (SE/PSE), membro del consiglio comunale di Malmö

    Testo di riferimento

    Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Rio+20: verso un'economia verde e una migliore governance

    COM(2011) 363 definitivo

    I.   RACCOMANDAZIONI POLITICHE

    IL COMITATO DELLE REGIONI

    A.   Osservazioni generali

    1.

    accoglie favorevolmente la decisione dell'Assemblea generale dell'ONU di convocare una Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile al più alto livello possibile, da tenersi nel giugno 2012 a Rio de Janeiro (UNCSD, o vertice "Rio+20"), allo scopo di assicurare un rinnovato impegno politico per lo sviluppo sostenibile, di valutare i progressi compiuti sinora e il lavoro ancora da fare per l'attuazione delle conclusioni dei vertici precedenti più importanti sullo sviluppo sostenibile, nonché di affrontare le nuove sfide emergenti. Ciò verrà realizzato nel quadro di due temi specifici: "un'economia verde nel quadro dello sviluppo sostenibile e dell'eliminazione della povertà" e "il quadro istituzionale per lo sviluppo sostenibile";

    2.

    invita tutti i partecipanti alla conferenza Rio+20 e alle successive azioni a garantire il successo della conferenza e a realizzare dei veri passi avanti verso uno sviluppo sostenibile;

    3.

    ha evidenziato in diverse occasioni l'importanza di misure e cambiamenti per sostenere e sviluppare l'attività in materia di sviluppo sostenibile. Il CdR è dell'avviso che tutti gli attori - a livello mondiale, nel quadro dell'Unione europea, nonché i governi nazionali, subnazionali e locali - abbiano una responsabilità condivisa nella creazione di una società sostenibile, rispettosa delle risorse naturali disponibili. I membri del CdR, città e governi subnazionali, hanno un ruolo importante da svolgere in questo ambito e, in larga misura, fungono da forze motrici delle azioni volte a realizzare uno sviluppo sostenibile, non da ultimo per effetto della loro prossimità ai cittadini dell'UE;

    4.

    chiede pertanto che si faccia esplicito riferimento ai governi subnazionali e agli enti locali  (1) e che essi siano autorizzati a prendere parte a tutte le discussioni di Rio+20. I governi subnazionali e gli enti locali devono essere attivamente coinvolti sia nella preparazione e nello svolgimento del vertice che nel suo seguito e nell'attuazione delle sue conclusioni. Gli Stati membri sono incoraggiati a creare dei forum con i governi subnazionali e gli enti locali per prepararsi a Rio+20;

    5.

    invita il Consiglio europeo e la Commissione a definire una posizione chiara e unitaria dell'UE per la conferenza dell'ONU e ad assicurare che gli accordi politici che saranno conclusi a Rio de Janeiro diano luogo anche ad azioni concrete; a questo proposito sottolinea che la partecipazione dei cittadini, la competenza e la potestà a un livello subnazionale e locale rappresentano un presupposto fondamentale di una società sostenibile. A questo fine, i principi della sussidiarietà e della proporzionalità devono essere rispettati e sviluppati fra tutti i livelli di governance, da quello mondiale - passando per il processo decisionale e programmatico dell'Unione europea - fino a quelli nazionali e subnazionali. I governi subnazionali e gli enti locali devono essere riconosciuti come controparti su un piano di assoluta parità e come il livello di governo più appropriato negli sforzi tesi a uno sviluppo sostenibile, tanto nella preparazione della conferenza ONU quanto nella messa in atto dei suoi risultati;

    6.

    chiede che il vertice Rio+20 riconosca esplicitamente l'urbanizzazione come una sfida emergente di primo piano che il mondo deve affrontare. L'urbanizzazione assume una particolare rilevanza per i governi subnazionali e gli enti locali, in quanto essi sono in prima linea nella gestione delle sfide e delle opportunità che tale fenomeno implica. Dall'inizio di questo secolo, la maggior parte dei 7 miliardi di esseri umani vive in una città. Entro il 2050 la popolazione mondiale potrebbe aumentare dagli attuali 7 a 9 miliardi, e alcuni scenari di previsione indicano che entro il 2030 il 60 % di essa vivrà in una città. Questa tendenza è particolarmente evidente nei paesi in via di sviluppo, oppure nei paesi in rapida transizione. Uno sviluppo urbano sostenibile richiede un approccio globale e integrato alla gestione delle dimensioni economiche, ambientali e socioculturali dello sviluppo entro un quadro spaziale e fisico. Il CdR raccomanda di intensificare gli sforzi tesi a promuovere e sostenere uno sviluppo urbano sostenibile;

    7.

    fa rilevare che lo "sviluppo sostenibile" si basa su una sintonia tra i fattori sociali, ecologici ed economici e che quindi anche la lotta alla povertà e all'esclusione sociale deve costituire un tema fondamentale della conferenza Rio+20, così come la conservazione delle risorse, l'azione di contrasto ai cambiamenti climatici e altri obiettivi di politica ambientale;

    8.

    auspica maggiori sforzi per creare, valutare, presentare e diffondere buoni esempi di sviluppo urbano sostenibile. Esiste una notevole domanda di scambio di esperienze e di trasferimento di conoscenze, per quanto concerne sia i fattori istituzionali che un approccio sistemico globale e integrato nel processo di pianificazione e in quello decisionale. Buona governance urbana, pianificazione spaziale, sistemi di gestione territoriale, legislazione e politiche, finanziamento, cooperazione pubblica e privata, partecipazione pubblica, istruzione, formazione e informazione, sono tutti settori in cui esiste una significativa necessità di scambio di esperienze e di trasferimento di conoscenze tra governi subnazionali ed enti locali su scala mondiale;

    9.

    desidera richiamare l'attenzione sull'importanza di esaminare e sviluppare in particolare le diverse forme di partenariato e l'interazione tra le città e le aree circostanti. Una popolazione crescente nelle città porta a forti necessità in termini di produzione e offerta di beni, ad esempio prodotti alimentari, nonché in termini di gestione dei relativi rifiuti e residui. Un esempio concreto della necessità di una maggiore cooperazione tra città e aree circostanti è la gestione dei rifiuti organici, in cui sono necessari sistemi efficaci per restituire le sostanze nutritive delle piante al terreno agricolo affinché il ciclo organico funzioni "ad anello chiuso";

    10.

    ritiene che l'istruzione, la formazione e la diffusione dell'informazione siano di cruciale importanza per sensibilizzare il pubblico. Lo sviluppo di programmi di apprendimento è particolarmente importante per la transizione che si rende necessaria, e dovrà riguardare non solo la conoscenza tecnica di aspetti specifici, ma anche un'impostazione sistemica globale e integrata;

    11.

    desidera far notare che molte delle sfide e delle misure concrete che si prospettano per la comunità internazionale nell'attività per la creazione di uno sviluppo sostenibile non possono trovare una soluzione soltanto in nuove tecnologie e in maggiori investimenti finanziari. Sono necessarie anche delle misure per sviluppare la conoscenza, allo scopo di adattare e modificare il comportamento delle persone, i modelli di consumo, ecc.;

    12.

    sottolinea che sia i mezzi di comunicazione tradizionali che i media sociali rivestono al riguardo una particolare importanza. Occorrerebbe adottare delle misure per sostenere lo sviluppo dei media sociali in quanto strumenti per scambiare informazioni, mobilitare i cittadini, collegare le iniziative e creare un'opinione pubblica critica, favorendo così la realizzazione di una società sostenibile;

    13.

    sottolinea che uno degli strumenti utilizzati negli sforzi tesi a realizzare una società sostenibile è il gemellaggio tra città. Molti progetti di gemellaggio sono già operativi, oppure sono in via di realizzazione su base tematica, bilaterale o multilaterale, al livello subnazionale e a quello locale. Vari attori sono coinvolti in questi processi su scala nazionale, subnazionale e locale, nel quadro dell'Unione europea e a livello internazionale. Il gemellaggio è uno strumento particolarmente efficace quando è dotato di precisi contenuti tematici, persegue l'obiettivo della sostenibilità e coinvolge non solo i governi nazionali e gli enti locali, ma anche (e ciò è ancora più importante per la sua riuscita) le organizzazioni della società civile;

    14.

    evidenzia che le associazioni internazionali, regionali o nazionali di enti territoriali subnazionali svolgono anch'esse un ruolo di rilievo nel facilitare gli scambi e nel dar voce ai governi subnazionali e agli enti locali sulla scena mondiale. Il CdR, che opera esso stesso in tal senso in quanto importante attore istituzionale a livello dell'UE, ritiene che siano necessari ulteriori sforzi tesi a coordinare le strutture e le reti esistenti e a migliorare la valutazione di progetti innovativi e la diffusione di buone pratiche.

    B.   Favorire la transizione verso un'economia verde

    15.

    desidera sottolineare che lo sviluppo sostenibile a tre dimensioni (economica, ambientale e sociale) costituisce la base per la crescita, per maggiori opportunità di lavoro, per un'economia verde, per maggiore prosperità e per un ambiente più pulito e più sano;

    16.

    constata che il sistema economico attuale supera le capacità del pianeta in termini di impiego sostenibile delle risorse, e che l'Unione europea importa energie fossili e materie prime in misura sempre maggiore. Alcune di esse sono di importanza strategica per il presente e il futuro dell'Unione e potrebbero cominciare a scarseggiare nei prossimi decenni. A seguito di tale constatazione, si impone una transizione dell'economia verso un modello di sviluppo più sostenibile e più rispettoso di tali risorse;

    17.

    sottolinea con forza che la transizione verso un modello più sostenibile di sviluppo non costituisce soltanto un problema, ma presenta invece tutta una serie di opportunità, specialmente quando il miglioramento della situazione ambientale e la creazione di valore aggiunto economico e sociale sono considerati un binomio fruttuoso. Queste opportunità devono essere rese disponibili tramite adeguate misure nel campo della politica economica, dell'istruzione e dei cambiamenti sociali;

    18.

    è giunto alla conclusione che, anche in considerazione delle attuali condizioni finanziarie nell'Unione europea e a livello internazionale, sia necessario puntare ad un'attività economica sostenibile e alla creazione di condizioni di occupazione sostenibili;

    19.

    rivendica l'importanza dell'occupazione "verde" e sottolinea che bisogna contribuire a stimolare questo settore, che deve essere inteso come l'occupazione dignitosa relativa a tutti quei settori economici (sia emergenti che tradizionali) che fanno propria la sostenibilità, per l'opportunità che essa offre di avanzare verso la coesione sociale. Per questo motivo l'istruzione e la qualificazione in materia di sostenibilità a tutti i livelli devono essere considerate elementi chiave per facilitare il pieno sviluppo di questi settori essenziali;

    20.

    raccomanda che il vertice Rio+20 porti a un nuovo modello alternativo per misurare la crescita e il benessere oltre il PIL. Ciò è necessario per riorientare i dibattiti sulle politiche e per modificare radicalmente il modo in cui è inteso il "progresso". Sono necessari degli indicatori che tengano conto dei cambiamenti climatici, della biodiversità, dell'uso efficiente delle risorse e dell'inclusione sociale;

    21.

    è convinto che l'UE potrà svolgere un ruolo importante nella conferenza ONU soprattutto se sarà in grado di dare essa stessa il buon esempio. La sua posizione negoziale risulterebbe infatti rafforzata se si prefiggesse obiettivi ambiziosi per la realizzazione di un'"economia verde", ad esempio nei settori interessati dall'iniziativa faro Un'Europa efficiente sotto il profilo delle risorse della strategia Europa 2020;

    22.

    appoggia la proposta della Commissione europea secondo cui il vertice Rio+20 dovrebbe adottare una tabella di marcia per l'economia verde che stabilisca obiettivi e indicatori appropriati ed elabori sia un'azione internazionale diretta che un quadro chiaro per le iniziative mondiali, regionali (comprese quelle europee), nazionali e subnazionali, oltre ad includere un calendario per la loro attuazione;

    23.

    in tale contesto, appoggia la richiesta dell'UE affinché il vertice Rio+20 stabilisca un programma di sviluppo delle capacità che offra a tutti i paesi interessati consulenza mirata, nonché specifica per ciascuno di essi, sulla transizione a un'economia verde e i modi di accedere ai fondi disponibili. Il CdR sottolinea che tale programma dovrebbe obbligare i paesi interessati a coinvolgere strettamente in questo processo i rispettivi livelli subnazionali di governo;

    24.

    ritiene che la tabella di marcia debba includere una sezione specifica sull'economia verde locale, che riconosca il ruolo fondamentale svolto dai governi subnazionali e dagli enti locali nella transizione verso un'economia verde. Questa sezione dovrebbe in particolare trattare le sfide principali dell'urbanizzazione e dell'economia verde urbana, promuovere un Patto internazionale dei sindaci e delle regioni e sostenere la cooperazione decentrata allo sviluppo ad opera di governi subnazionali e di enti locali;

    25.

    chiede che i numerosi casi di successo di governi subnazionali ed enti locali che promuovono un'economia verde siano inclusi nello strumentario dell'economia verde di Rio+20 proposto dalla Commissione europea;

    26.

    rammenta l'importante ruolo e le molteplici attività svolte dal livello subnazionale e locale nel campo dell'aiuto allo sviluppo e della cooperazione decentrata in stretta cooperazione tra il CdR, i suoi membri e la Commissione europea, come ad esempio l'"atlante" del Comitato, il portale Internet e le "Assise" della cooperazione decentrata;

    27.

    auspica misure a livello mondiale a sostegno dello sviluppo di un settore delle imprese basato sull'ambiente che potrebbe essere il risultato:

    del sostegno allo sviluppo di tecnologia "verde" e di soluzioni "verdi", anche grazie a maggiori investimenti in R&S, compresi quelli che, ispirandosi al cosiddetto approccio dei servizi ecosistemici, intendono contribuire alla tutela della biodiversità e a un nuovo sviluppo degli ecosistemi, offrendo nello stesso tempo nuove opportunità economiche;

    dell'attuazione di misure tese a facilitare l'esportazione e l'importazione di prodotti e servizi "verdi" a livello mondiale, come anche della diffusione di un'organizzazione intelligente del lavoro,

    dell'imposizione di requisiti ambientali, climatici ed etici in rapporto agli appalti pubblici e ad altri tipi di appalto,

    della promozione dello sviluppo dell'ecologia industriale e dell'economia circolare (dalla culla alla culla), le quali mirano a chiudere i cicli di produzione e consumo inserendo così le materie necessarie a tali processi in un ciclo chiuso, allo scopo di ridurre al minimo l'estrazione di risorse naturali non rinnovabili,

    dello sviluppo e dell'attuazione di metodi per l'appalto funzionale,

    del coordinamento e dello sviluppo di modelli per la certificazione ambientale di beni e servizi prodotti da società, in particolare elaborando analisi comparative del ciclo di vita di beni e servizi,

    del coordinamento e dello sviluppo di modelli per sistemi di gestione ambientale per imprese e organizzazioni, ricorrendo in particolare a un sistema di contabilità ambientale,

    della creazione di nuovi modelli per il finanziamento di soluzioni ed imprese "verdi";

    28.

    riconosce la necessità di avanzare verso lo sviluppo di nuovi meccanismi e strumenti di collaborazione tra il settore pubblico e quello privato (attori sociali ed economici) per lo sviluppo e l'attuazione delle politiche dell'economia verde, mettendo l'accento sullo stimolo e il consolidamento dei partenariati multi-attore;

    29.

    ribadisce che attualmente una delle sfide fondamentali consiste nel ridurre radicalmente il nostro impatto sul clima - a livello sia mondiale che locale - e, al tempo stesso, nell'assicurare gli approvvigionamenti energetici e nel garantire prosperità. I comuni e i governi subnazionali hanno ruoli importanti in questo processo. Assieme all'Unione europea, essi stanno diventando responsabili di un'ampia gamma d'iniziative tese a ridurre l'impatto sul clima, a garantire gli approvvigionamenti energetici e a permettere l'adattamento ai cambiamenti climatici. Gli accordi di Cancún, adottati nel dicembre 2010, riconoscono i governi locali come parti interessate a livello governativo e aprono l'accesso a meccanismi di finanziamento internazionale per le città. I governi subnazionali e gli enti locali devono essere attivamente coinvolti nei piani d'azione nazionali in materia di clima e si attendono di avere accesso a un sostegno finanziario;

    30.

    evidenzia che bisogna prendere delle misure per proteggere, assicurare e rigenerare le risorse, le materie prime e il capitale naturale più importanti. In particolare, il CdR auspica che il vertice Rio+20 rivolga un'attenzione speciale all'acqua. L'accesso all'acqua rappresenta un problema in rapida crescita e una sfida di rilievo, specialmente per le grandi città. Il CdR sostiene pertanto la creazione di un partenariato internazionale in materia di acqua per affrontare questo problema e, a tale proposito, rimanda alle proprie raccomandazioni sul ruolo dei governi subnazionali e degli enti locali nella promozione di una gestione sostenibile dell'acqua (parere CdR 5/2011 fin);

    31.

    sottolinea la necessità di migliorare la governance e la tutela dell'ambiente marino e degli oceani, e ritiene che questo tema costituisca uno dei pilastri fondamentali del quadro di Rio, accanto al clima e alla biodiversità;

    32.

    sottolinea l'affermazione della Commissione europea secondo la quale "l'uso sostenibile dei terreni e dell'agricoltura sarà la chiave di volta dell'economia verde". Per questo ritiene che optare per uno sviluppo urbano e una pianificazione territoriale sostenibili significhi limitare al massimo un'edificazione delle superfici agricole produttive che impedisca la loro coltivazione in futuro;

    33.

    ritiene che, per favorire la transizione verso un'economia verde mondiale, vadano mobilitate risorse finanziarie su larga scala. La tassazione e la fissazione dei prezzi dovrebbero tener conto in modo migliore dei costi e dei benefici ambientali. Il CdR rinnova il suo invito a un'applicazione generalizzata del principio "chi inquina paga" e a una responsabilità estesa del produttore, oltre che ad opzioni di recupero dei costi per la gestione delle risorse naturali. La tabella di marcia dell'economia verde dovrebbe prevedere il lancio di nuove iniziative di finanziamento e nuovi partenariati pubblici e privati;

    34.

    propone che la tabella di marcia preveda, oltre ad una serie di misure concrete e limitate nel tempo, l'abolizione entro il 2020 di tutte le sovvenzioni dannose per l'ambiente. In questo modo si renderebbero disponibili delle risorse finanziarie supplementari da destinare ad altre attività. Inoltre si dovrebbero applicare a livello internazionale obiettivi di risparmio e standard di efficienza analoghi a quelli messi a punto nell'UE per una serie di prodotti e processi.

    C.   Il quadro istituzionale – verso una governance migliore

    35.

    raccomanda la trasformazione del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP) in un'Organizzazione mondiale dell'ambiente (WEO). La trasformazione dell'UNEP in un'agenzia specializzata delle Nazioni Unite darebbe luogo a un'organizzazione ambientale multilaterale mondiale, il mezzo più promettente per migliorare la governance ambientale internazionale. Essa dovrebbe avere un mandato nuovo e rafforzato ed operare su un piede di parità con altre agenzie specializzate delle Nazioni Unite. Inoltre tale agenzia dovrebbe comprendere un braccio esecutivo, decentrato a livello regionale o nazionale, teso a fornire ai paesi, ai governi subnazionali e agli enti locali un maggiore sostegno diretto per l'effettiva attuazione di accordi multilaterali in materia ambientale, ad esempio sui cambiamenti climatici o sulla biodiversità;

    36.

    raccomanda anche la creazione di un Consiglio per lo sviluppo sostenibile che sostituisca l'attuale Commissione per lo sviluppo sostenibile. Lo scopo di questa proposta è giungere a una governance migliore, a una visione comune e a un coordinamento congiunto delle attività per lo sviluppo sostenibile a tutti i livelli;

    37.

    sostiene l'elaborazione di Obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS), specie se inquadrati in una prospettiva di lungo periodo, sulla scia dell'esempio degli Obiettivi di sviluppo del Millennio. Un impegno politico ampio basato su obiettivi comuni andrebbe poi articolato in una serie di obiettivi specifici e concreti e in modi per misurarli;

    38.

    insiste che il vertice Rio+20 riconosca che la governance deve comprendere tutti i livelli di governo, da quello locale e subnazionale - passando per quello nazionale e regionale - fino al livello mondiale. Rio+20 dovrebbe aderire a un conseguente approccio di governance multilaterale, basato sull'interazione, sulla sinergia e sulle complementarità tra tutti i livelli di governance;

    39.

    richiama l'attenzione sul fatto che, nel quadro delle convenzioni di Rio, ai governi subnazionali e agli enti locali è stato dato di recente un maggior riconoscimento del loro status speciale di istituzioni governative, compreso ad esempio il loro riconoscimento quali "parti interessate a livello governativo" nell'accordo di Cancún e nella decisione X/22 della COP 10 (convenzione sulla diversità biologica) in merito a un "Piano d'azione per i governi subnazionali, le città e altri enti locali". Il CdR è stato un attivo sostenitore di questi sviluppi;

    40.

    chiede che nel quadro istituzionale per lo sviluppo sostenibile i governi subnazionali e gli enti locali trovino spazio, in quanto livelli di governo a pieno titolo, accanto ai governi nazionali e agli organi dell'ONU. Il vertice Rio+20 dovrebbe costituire l'occasione di adattare le attuali strutture dei cosiddetti "gruppi principali" per tener conto dell'evoluzione, dal 1992 ad oggi, soprattutto del ruolo degli enti territoriali subnazionali, ad esempio creando una nuova e ampia categoria di "attori governativi". Il CdR deplora che nell'attuale architettura della governance internazionale, malgrado il ruolo specifico e sempre più importante ricoperto nell'ambito della governance dai governi subnazionali e dagli enti locali, questi vengano posti, in seno agli organismi dell'ONU, sullo stesso piano della società civile, delle imprese o di altri gruppi definiti in base a criteri socioeconomici anziché al loro ruolo nel sistema di governance;

    41.

    propone a questo proposito che il vertice Rio+20 dia mandato all'UNEP (o alla futura Organizzazione ambientale mondiale), oppure al Consiglio per lo sviluppo sostenibile, di creare un comitato permanente per governi subnazionali e locali quale nuova struttura che tenga adeguatamente conto della governance multilivello e offra un meccanismo permanente di consultazione e cooperazione con i governi subnazionali e gli enti locali di tutto il mondo. Il Comitato delle regioni potrebbe fungere da modello in tal senso;

    42.

    riconosce che le responsabilità e i ruoli del livello subnazionale e di quello locale differiscono ampiamente, sia all'interno dell'Unione europea che a livello mondiale, e che l'autogoverno subnazionale e locale è in costante sviluppo. È pertanto necessario tener presente queste differenze nei tentativi tesi a coinvolgere i governi subnazionali e gli enti locali il più strettamente possibile nei processi di sviluppo di società sostenibili;

    43.

    desidera sottolineare l'importanza di elaborare visioni comuni e realizzare un coordinamento congiunto nelle attività per uno sviluppo sostenibile a livello mondiale. In questo processo, le città e i governi subnazionali sono attori di primo piano. Il Patto dei sindaci, le agende 21 locali e le strategie di sviluppo sostenibile rappresentano una piattaforma importante per il coordinamento e lo scambio di esperienze;

    44.

    sottolinea che l'interesse della Commissione europea per il settore privato non dovrebbe distogliere l'attenzione dalla necessità che il vertice Rio+20, l'UE e i suoi Stati membri promuovano la governance dello sviluppo sostenibile a livello degli enti pubblici subnazionali e locali, compresa la responsabilizzazione dei cittadini;

    45.

    desidera evidenziare l'importanza di fare dei cittadini il punto focale delle attività dirette a realizzare una società sostenibile. Gli obiettivi e le misure di questo processo devono pertanto essere adattati a differenti situazioni locali. Il dialogo sulle misure sia concrete che finanziarie, nonché sui cambiamenti nei consumi e nel comportamento, deve essere basato sulle condizioni esistenti a livello subnazionale e locale. È necessaria un'azione tesa a sostenere la partecipazione diretta dei cittadini alle attività per una società sostenibile, ad esempio:

    sviluppando processi consultivi e creando luoghi d'incontro per il dialogo e lo scambio di esperienze,

    sostenendo progetti di sviluppo subnazionale e locale, a livello sia nazionale che internazionale,

    aumentando il livello di conoscenza e di comprensione in merito alla necessità di sforzi congiunti per realizzare una società sostenibile;

    46.

    auspica che il vertice Rio+20 sostenga la promozione di una democrazia ambientale a livello mondiale. Tale obiettivo potrebbe essere realizzato riaffermando la disponibilità dei firmatari della Convezione di Aarhus ad aprirla all'adesione del resto del mondo, ma anche in altri modi, ad esempio sostenendo la stipula di altre convenzioni regionali analoghe, oppure avviando negoziati per una convenzione mondiale basata sul principio 10 della Dichiarazione di Rio (2);

    47.

    auspica l'ulteriore sviluppo dell'agenda 21 e il rilancio della sua attuazione. Sotto questo profilo, Rio+20 dovrebbe definire i futuri quadri di governance necessari per sviluppare ulteriormente l'agenda 21 a livello locale. L'attuazione di tale piano d'azione, avviata già dopo il vertice di Rio nel 1992, rappresenta un buon esempio di processo "alla base" produttivo di risultati soddisfacenti e durevoli sotto forma sia di misure concrete che di una migliore comprensione e di un maggiore coinvolgimento nei temi della sostenibilità da parte degli attori della società. La comprensione e la partecipazione da parte dei cittadini rappresentano infatti la base dell'agenda 21 a livello locale. In molti casi, inoltre, l'attuazione di tale piano d'azione a livello locale ha generato nuovi posti di lavoro "verdi";

    48.

    auspica in particolare un migliore sostegno alla conoscenza a livello subnazionale e locale. Affinché i lavori per una società sostenibile risultino efficaci, tutti gli attori hanno bisogno di una base decisionale e programmatica accessibile. Ciò è importante anche in rapporto al seguito, alla valutazione e al feedback riguardo ai risultati e all'esperienza acquisiti nelle attività a favore di una società sostenibile;

    49.

    si attende che, nel suo costante lavoro di preparazione del vertice Rio+20, la Commissione sviluppi e rafforzi il dialogo con il CdR e con i suoi membri. Il CdR auspica che la delegazione dell'UE al vertice Rio+20 comprenda un numero adeguato di membri del Comitato.

    Bruxelles, 15 dicembre 2011

    La presidente del Comitato delle regioni

    Mercedes BRESSO


    (1)  Nel parere viene utilizzata la dicitura "governi subnazionali ed enti locali" con lo stesso senso con cui è impiegata nel contesto dell'ONU (dove per regioni si intendono le regioni del mondo). Nel quadro dell'UE, essa ha il senso di "enti locali e regionali".

    (2)  Principio 10 della dichiarazione di Rio sull'ambiente e lo sviluppo, Conferenza delle Nazioni Unite sull'ambiente e lo sviluppo del 1992 (http://www.terna.it/LinkClick.aspx?fileticket=86V1US7%2FrPg%3D&tabid=521).


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