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Document 52011IP0404

Reazione europea alle catastrofi: ruolo della protezione civile e dell’assistenza umanitaria Risoluzione del Parlamento europeo del 27 settembre 2011 su "Potenziare la reazione europea alle catastrofi: il ruolo della protezione civile e dell’assistenza umanitaria" (2011/2023 INI))

GU C 56E del 26.2.2013, p. 31–41 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

26.2.2013   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

CE 56/31


Martedì 27 settembre 2011
Reazione europea alle catastrofi: ruolo della protezione civile e dell’assistenza umanitaria

P7_TA(2011)0404

Risoluzione del Parlamento europeo del 27 settembre 2011 su "Potenziare la reazione europea alle catastrofi: il ruolo della protezione civile e dell’assistenza umanitaria" (2011/2023 INI))

2013/C 56 E/04

Il Parlamento europeo,

visto l'articolo 196 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, secondo cui "l'Unione incoraggia la cooperazione tra gli Stati membri al fine di rafforzare l'efficacia dei sistemi di prevenzione e di protezione dalle calamità naturali o provocate dall'uomo",

visto l'articolo 122 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,

visto l'articolo 222 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (clausola di solidarietà), in base al quale "l'Unione e gli Stati membri agiscono congiuntamente in uno spirito di solidarietà qualora uno Stato membro sia oggetto di un attacco terroristico o sia vittima di una calamità naturale o provocata dall'uomo",

visto l'articolo 23 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,

visti gli orientamenti di Oslo del 1994, rivisti nel 2001, sull'uso dei mezzi militari e della protezione civile nell'ambito dei soccorsi internazionali in caso di calamità,

visto il consenso europeo sull'aiuto umanitario, firmato il 18 dicembre 2007 dai Presidenti del Consiglio dell'Unione europea, del Parlamento europeo e della Commissione,

vista la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio del 26 ottobre 2010 intitolata "Potenziare la reazione europea alle catastrofi: il ruolo della protezione civile e dell’assistenza umanitaria" (COM(2010)0600),

vista la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio del 5 marzo 2008 relativa al potenziamento delle capacità di reazione dell'Unione europea alle catastrofi (COM(2008)0130),

vista la relazione di Michel Barnier intitolata "Per una forza europea di protezione civile: EuropeAid", pubblicata nel maggio 2006,

viste le conclusioni del Consiglio del 14 dicembre 2010 che valutano positivamente gli obiettivi indicati nella comunicazione della Commissione del 26 ottobre 2010 volti a garantire una reazione europea alle catastrofi più prevedibile, più efficace, più efficiente, più coerente e più visibile,

viste le conclusioni del Consiglio del dicembre 2007, in cui la Commissione è invitata a utilizzare al meglio il meccanismo comunitario di protezione civile e a rafforzare ulteriormente la cooperazione tra gli Stati membri,

vista la decisione 2007/162/CE, Euratom, del Consiglio, del 5 marzo 2007, che istituisce uno strumento finanziario per la protezione civile (1) e la decisione 2007/779/CE, Euratom, del Consiglio, dell'8 novembre 2007, che istituisce un meccanismo comunitario di protezione civile (2),

viste le sue risoluzioni del 14 dicembre 2010 sull'istituzione di una capacità di risposta rapida dell'Unione europea (3), del 10 febbraio 2010 sul recente terremoto ad Haiti (4), del 16 settembre 2009 sugli incendi boschivi dell'estate 2009 (5), del 19 giugno 2008 sul potenziamento delle capacità di reazione dell'Unione europea alle catastrofi (6) e del 4 settembre 2007 sulle catastrofi naturali (7),

visto l’articolo 48 del suo regolamento,

visti la relazione della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare e i pareri della commissione per lo sviluppo, della commissione per gli affari esteri e della commissione per lo sviluppo regionale (A7-0283/2011),

A.

considerando che l'Unione europea e gli Stati membri devono affrontare molti rischi, quali ad esempio i terremoti e gli tsunami, gli incendi, compresi quelli boschivi, le inondazioni e gli smottamenti, gli incidenti industriali e nucleari, gli attacchi terroristici, le catastrofi naturali e le grandi epidemie; considerando il sensibile aumento del numero e della gravità delle catastrofi naturali e di origine umana che colpiscono l'Unione e i suoi cittadini nonché altri paesi e regioni del mondo, come tragicamente dimostrato dalla recente grave catastrofe del Giappone, colpito da una combinazione di terremoto, tsunami e catastrofe nucleare, e il corrispondente aumento della perdita di vite umane e dei danni economici, sociali, ambientali e al patrimonio culturale; considerando inoltre che non possiamo escludere la possibilità che tali eventi remoti, di portata imprevedibile, si verifichino in qualunque momento, nel qual caso una reazione europea alle catastrofi sarebbe estremamente utile dal momento che si potrebbe raggiungere il limite delle capacità nazionali;

B.

considerando che in Europa le situazioni di estrema siccità e di incendi boschivi sono aumentate in termini di frequenza e portata, il che significa che occorre sviluppare ulteriormente la ricerca scientifica in materia nell'ottica di migliorare il meccanismo di valutazione dei rischi, i sistemi di prevenzione e i mezzi per combattere questi fenomeni;

C.

considerando che il ritmo crescente del cambiamento climatico e dell'esaurimento delle risorse naturali aumenteranno ulteriormente la probabilità che si verifichino catastrofi naturali più frequenti e intense;

D.

considerando che nel 2008 i firmatari della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) hanno riconosciuto il nesso tra la riduzione del rischio di catastrofi e il cambiamento climatico nel piano d'azione di Bali;

E.

considerando che nel 2010 il quadro di adattamento della UNFCCC di Cancun ha ufficialmente riconosciuto che la riduzione del rischio di catastrofi è un elemento essenziale dell'adattamento al cambiamento climatico e ha incoraggiato i governi a prendere in considerazione la possibilità di collegare le misure di adattamento al quadro d'azione di Hyogo;

F.

considerando che le recenti tragedie, quali il terremoto di Haiti e le alluvioni in Pakistan, hanno dimostrato che i principali strumenti a disposizione dell'UE per rispondere alle calamità (aiuti umanitari e meccanismo di protezione civile dell'Unione europea) sono efficaci per i compiti e le circostanze per cui sono stati progettati, ma che è necessario rafforzare ulteriormente il coordinamento della reazione alle catastrofi che colpiscono l'Unione europea, sia nel proprio territorio che altrove, e che esiste un margine di miglioramento in termini di efficacia, efficienza, coerenza e visibilità dell'assistenza dell'UE nel suo complesso;

G.

considerando inoltre che nel corso di molte crisi, in particolare durante la crisi dello tsunami del 26 dicembre 2004, sono stati sollevati numerosi problemi circa l'assenza, a livello europeo, di scenari e protocolli d'azione sistematici per rispondere ai rischi e circa l'insufficiente visibilità dell'azione europea rispetto agli sforzi globali;

H.

considerando che nel quadro di progetti pilota promossi dal Parlamento (8) sono state sperimentate con risultati positivi varie modalità che coinvolgono mezzi degli Stati membri e mezzi finanziati dall'UE identificati in precedenza;

I.

considerando che il Parlamento europeo ha ripetutamente invitato la Commissione a presentare proposte legislative sulla creazione di una forza di protezione civile dell'UE, nel pieno rispetto del principio di sussidiarietà, integrando così gli sforzi degli Stati membri, a norma dell'articolo 196 TFUE;

J.

considerando che la clausola di solidarietà ai sensi dell'articolo 222 TFUE stabilisce l'obbligo per gli Stati membri di assistersi reciprocamente nel caso in cui una calamità naturale o provocata dall'uomo si verifichi nel territorio dell'Unione europea;

K.

considerando che il coordinamento, la coerenza e la comunicazione immediati all'interno dell'UE e con gli attori internazionali sono fondamentali; che l'attuale coordinamento europeo di diverse squadre con differenti catene di comando in loco determina inevitabilmente delle sovrapposizioni e una duplicazione degli sforzi e si rivela costoso in termini di risorse umane, coordinamento ed efficacia; che inoltre, a fronte del contesto della crisi economica e finanziaria, l'Unione europea deve sviluppare un sistema di protezione basato sulla condivisione e la razionalizzazione delle risorse esistenti senza un aumento delle spese globali;

L.

considerando che, in seguito alla recente catastrofe che ha colpito il Giappone, il governo giapponese ha chiesto all'Unione europea di formare un'unica squadra compatta di protezione civile – coordinata dalla Commissione – per la distribuzione degli aiuti, anziché inviare più squadre di protezione civile di vari Stati membri in momenti diversi; che il rafforzamento del coordinamento operativo durante questa catastrofe ha permesso di migliorare l'assistenza dell'Unione europea nel suo insieme, in termini di rapporto costi-efficacia, coerenza e visibilità;

M.

considerando che occorre garantire una coerenza politica a livello di UE nell'ambito dei rispettivi ruoli istituzionali, senza limitare o rallentare le operazioni di risposta alle catastrofi, e che tale coordinamento dovrebbe poggiare sui meccanismi esistenti, evitando di creare nuove strutture;

N.

considerando che una cultura di prevenzione e preparazione alle catastrofi dovrebbe essere integrata nelle politiche, nei piani e nei programmi di sviluppo, al fine di affrontare alcune delle cause che sono all'origine delle catastrofi;

O.

considerando che è necessario sviluppare l'attività di prevenzione in tempo reale nelle sue diverse fasi operative del monitoraggio, anche attraverso l'uso dell'informazione satellitare, del preannuncio, dell'allertamento e della conseguente risposta e assistenza alla popolazione potenzialmente interessata;

P.

considerando che l'Unione europea sostiene il ruolo centrale delle Nazioni Unite, in particolare quello dell'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari, nel coordinamento dei soccorsi internazionali nei paesi terzi;

Q.

considerando che un approccio europeo integrato di risposta alle crisi in tutte le fasi dei loro cicli di vita e multirischio costituisce la strategia più efficace per la gestione delle catastrofi; che questo approccio deve associare la prevenzione delle catastrofi (compresa l'attenuazione e la riduzione del rischio), la preparazione, la reazione e il recupero, entro il più ampio contesto dello sviluppo sostenibile; che è molto importante predisporre strumenti operativi come un piano operativo di prevenzione dei rischi (che includa procedure di riferimento e strumenti di pianificazione); che l'Unione europea dovrebbe effettuare reali investimenti nella prevenzione e previsione dei rischi e perseguire un approccio altrettanto ambizioso in materia di prevenzione e preparazione alle catastrofi come risposta;

R.

considerando che il regolamento che istituisce il Fondo di solidarietà contiene presupposti che ostacolano e ritardano l'utilizzo del Fondo in alcune situazioni di catastrofe, in particolare rispetto agli importi e ai tipi di spese ammissibili, nonché alla rigidità delle scadenze e delle procedure;

S.

considerando che durante una crisi è indispensabile che le squadre di soccorso abbiano accesso a un'informazione precisa nel minor tempo possibile per poter distribuire i beni di prima necessità, le attrezzature e le risorse essenziali, e che le telecomunicazioni occupano pertanto il primo posto nella catena di gestione della crisi;

T.

considerando che i collegamenti e le risorse di comunicazione tradizionali possono essere saturati o distrutti in una situazione di crisi;

U.

considerando che l'utilità della politica spaziale europea e i positivi risultati ottenuti dal Global Monitoring for Environment and Security (GMES), programma promosso dalla Commissione europea per l'uso del dato e delle informazioni satellitari, nonché la sua applicabilità operativa al settore della protezione civile anche attraverso l'Emergency Response Core Service, è già stata riconosciuta dalla Commissione e dagli Stati membri;

1.

plaude alla comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio intitolata "Potenziare la reazione europea alle catastrofi: il ruolo della protezione civile e dell'assistenza umanitaria" e ai suoi obiettivi; sottolinea che le proposte delineate nella comunicazione dovrebbero essere ulteriormente approfondite per soddisfare le aspettative di un sistema di risposta europeo potenziato, coordinato, coerente, efficace, economicamente sostenibile, visibile coerente e globale;

2.

sottolinea la necessità di razionalizzare e semplificare il funzionamento dell'attuale reazione europea alle catastrofi e di ottimizzare le risorse disponibili nell'interesse comune, incoraggiando tutti gli Stati membri a contribuire e a garantire quindi la solidarietà europea; ritiene pertanto che la capacità di reazione dell'Unione europea dovrebbe far parte di un approccio integrato multirischio e dovrebbe inoltre svolgere una gestione delegata dal basso verso l'alto delle risorse e delle informazioni. In altre parole l'iniziativa potrebbe venire dagli Stati membri che fornirebbero risorse volontarie e competenze;

3.

invita la Commissione, nel creare una capacità di reazione europea alle catastrofi, a tenere conto della clausola di solidarietà e delle relative modalità di attuazione, che devono essere adottate urgentemente e che garantiranno una risposta più efficace e coerente alle catastrofi all'interno e dell'Unione europea e altrove;

4.

ribadisce la necessità di rivedere il regolamento del Fondo di solidarietà in modo da adeguare i criteri di ammissibilità alle caratteristiche di ciascuna regione e catastrofe, incluse le catastrofi che evolvono lentamente come la siccità, e da permettere una mobilizzazione più flessibile e tempestiva del fondo;

5.

ribadisce che le azioni di preparazione, prevenzione e risposta ai disastri non possano essere svincolate l'una dall'altra e che sia opportuno rafforzare, in tal senso, un approccio integrato per affrontare le catastrofi;

6.

condivide la necessità di un salto di qualità dall'attuale coordinamento ad hoc a un sistema prevedibile e pianificato nell'ambito del meccanismo di protezione civile dell'UE, basato su mezzi precedentemente identificati che possono essere utilizzati immediatamente per le operazioni di soccorso dell'Unione europea in caso di catastrofe; nonché sugli altri apporti e risorse che gli Stati membri riterranno opportuno mobilitare; sottolinea la necessità di introdurre un sistema di controllo, vigilanza e sviluppo dell'intervento dell'Unione europea nelle operazioni di soccorso in caso di catastrofe;

7.

chiede alla Commissione di presentare quanto prima possibile proposte per l'istituzione, nel rispetto del principio di sussidiarietà, di una forza di protezione civile dell'UE basata sul meccanismo di protezione civile dell'UE che consenta all'Unione europea di riunire le risorse necessarie per fornire protezione civile e aiuti d'emergenza immediati alle vittime; ritiene che la reazione dell'Unione europea debba basarsi sulle funzioni e le capacità esistenti delle forze di protezione civile europee e garantire che vengano eliminate le attuali lacune e strozzature;

8.

conviene che la reazione europea alle catastrofi debba basarsi su una capacità europea di reazione alle emergenze mediante il rafforzamento del meccanismo europeo di protezione civile fondato sulle capacità e sulle disponibilità di mezzi di emergenza degli Stati membri identificati in precedenza, e dunque prevedibili, e su un Centro europeo di risposta alle emergenze, che costituiscono le pietre miliari di tale strategia, come delineato nella comunicazione del 26 ottobre 2010; sottolinea che tali sviluppi dovrebbero seguire un approccio multirischio che riunisca tutti gli attori rilevanti, in particolare la società civile, comprese le organizzazioni non governative e i volontari, per un'azione congiunta e sfruttare le sinergie tra i vari strumenti esistenti;

9.

ritiene che l'approccio multirischio debba essere affiancato da una maggiore flessibilità nell'affrontare le differenti categorie di rischi, da considerarsi caso per caso; da ciò deriva la necessità di sviluppare una capacità decentralizzata di analisi e pianificazione delle azioni che devono essere attuate in funzione della natura, della probabilità e della gravità dei rischi;

10.

chiede inoltre che la capacità di reazione alle catastrofi dell'UE faccia affidamento sulle regioni ultraperiferiche e sui paesi e i territori d'oltremare europei poiché possono costituire dei punti di appoggio per facilitare la logistica e il preposizionamento delle risorse dell'UE in tutti gli oceani;

11.

chiede alla Commissione di stabilire un inventario degli strumenti comunitari di finanziamento esistenti a sostengo delle attività di prevenzione delle catastrofi e di inoltrarlo al Parlamento, al fine di valutare la possibilità di integrare ulteriormente la prevenzione delle catastrofi nei finanziamenti UE esistenti, come chiesto dal Consiglio nel suo progetto di conclusioni relative a un quadro comunitario sulla prevenzione delle catastrofi all'interno dell'UE (documento n. 15394/09 del 12 novembre 2009);

12.

sottolinea che il sistema europeo di reazione alle catastrofi dovrebbe rispettare il principio di sussidiarietà sia degli Stati membri (che devono essere in grado di usare i propri mezzi, soprattutto in caso di esigenze nazionali contradditorie) sia delle Nazioni Unite, ossia rispettare le competenze nazionali, regionali e locali di ciascuno Stato membro, da una parte, tenendo conto del ruolo fondamentale di tali autorità nel ciclo di gestione delle catastrofi, soprattutto dato che in molti Stati membri il potere legislativo è esercitato a livello locale o regionale, e il ruolo di coordinamento svolto dalle Nazioni Unite nelle operazioni di soccorso in paesi extraeuropei, dall'altra; sottolinea che detta strategia dovrebbe essere complementare a quella delle Nazioni Unite, che considera la creazione di un polo europeo dotato di capacità d'intervento come un netto valore aggiunto;

13.

sottolinea che la natura transfrontaliera dei disastri implica che l'UE coordini i propri mezzi e collabori con i paesi terzi, segnatamente nel suo vicinato con i paesi dell'Unione per il Mediterraneo (UpM);

14.

appoggia la proposta della Commissione di istituire una capacità europea di reazione alle emergenze, comprese disposizioni volte a garantire una più affidabile disponibilità dei mezzi principali degli Stati membri, segnatamente attraverso la creazione di un insieme di mezzi precedentemente identificati, disponibili entro tempi di reazione preconcordati, da utilizzare nel quadro di un impegno volontario da parte degli Stati membri a rendere tali risorse disponibili su base volontaria per gli interventi europei di soccorso, sia all'interno che all'esterno dell'Unione, a livello nazionale, regionale e locale; ritiene che, in questo modo, e assistendo le persone colpite da catastrofi naturali, come grandi incendi, inondazioni, terremoti, eruzioni vulcaniche, cicloni e maremoti, ma anche incidenti in mare, maree nere o rischi nucleari, il valore aggiunto europeo degli interventi dell'Unione europea sarà notevolmente migliorato;

15.

rileva che alcune zone, quali ad esempio le zone costiere, insulari e montane sono estremamente vulnerabili a causa della loro posizione geografica e chiede che sia loro prestata un'attenzione particolare;

16.

nota che le regioni europee che si trovano alle frontiere dell'Unione europea potrebbero essere colpite da catastrofi che si verificano in regioni appartenenti a paesi terzi, nel qual caso l'intervento è ancora più difficile; propone che si elaborino misure specifiche per sostenere queste regioni e che si dedichi particolare attenzione ai disastri causati da persone o da incidenti industriali, che richiedono strategie diverse;

17.

ritiene che particolare attenzione dovrebbe essere prestata agli incendi, che necessitano strategie ed azioni mirate;

18.

afferma la necessità di attenersi al principio "chi inquina paga" per quanto riguarda la responsabilità per i danni ambientali e il recupero dei costi derivanti dalla reazione alle catastrofi a carico dei soggetti privati responsabili dei danni;

Capacità europea di reazione alle emergenze

19.

ritiene che l'insieme delle capacità, delle risorse e dei mezzi identificati in precedenza messi a disposizione su base volontaria per gli interventi di soccorso dell'UE, sia all'interno che all'esterno dei confini dell'Unione, costituirà il nucleo della capacità di soccorso dell'UE, che potrebbe essere integrata da offerte ad hoc complementari da parte degli Stati membri; raccomanda che si preveda un sistema di incentivi chiaro e circostanziato, al fine di consentire agli Stati membri di assegnare capacità sufficienti all'insieme di mezzi su base volontaria, senza aumentare la spesa complessiva degli Stati membri;

20.

chiede che, all'interno della futura forza di protezione civile dell'UE, vengano creati meccanismi specifici che consentiranno all'UE di affrontare i casi di inquinamento su vasta scala causati dalle installazioni offshore del settore degli idrocarburi;

21.

ricorda il ruolo centrale delle Nazioni Unite nel coordinamento degli sforzi di risposta alle catastrofi della comunità internazionale.

22.

sottolinea che una capacità di reazione alle catastrofi dell'UE più forte le permetterà di fornire un contributo coerente allo sforzo complessivo di soccorso guidato dalle Nazioni Unite e al ruolo di coordinamento di quest'ultima.

23.

ritiene che i mezzi finanziati dall'UE e gestiti dagli Stati membri debbano integrare ulteriormente i mezzi degli Stati membri disponibili per le operazioni di soccorso; rileva che tali mezzi devono basarsi su modelli sviluppati mediante azioni preparatorie sperimentate con risultati positivi nel corso di recenti emergenze, sia all'interno che all'esterno dei confini dell'Unione, quali l'unità multinazionale di reazione alle inondazioni per i paesi baltici e la riserva tattica complementare per la capacità di lotta aerea contro gli incendi;

24.

invita la Commissione a individuare, unitamente agli Stati membri, le lacune esistenti in materia di capacità. ritiene necessario prendere in considerazione la creazione di mezzi a livello di UE, evitando qualsiasi forma di concorrenza e/o sovrapposizione con i mezzi nazionali, al fine di colmare le attuali lacune in materia di capacità, nel caso in cui tali mezzi consentano di realizzare notevoli risparmi per l'UE nel suo complesso o di accedere a mezzi che non sono disponibili ai singoli Stati membri, offrendo così un buon modello di condivisione degli oneri;

25.

ritiene altresì importante identificare eventuali carenze di risorse e chiarire precisamente in che modo l'Unione europea potrebbe aiutare gli Stati membri nei loro sforzi intesi a migliorare la propria preparazione; ritiene che l'utilizzo più efficace delle risorse esistenti eviterà la creazione di ulteriori procedure finanziarie e amministrative, specie nel quadro delle amministrazioni regionali e locali;

26.

chiede alla Commissione di puntare al coinvolgimento dell'UE in termini di fornitura di risorse, capacità e coordinamento in relazione a catastrofi che si verificano sul suo territorio e coinvolgono direttamente i suoi cittadini;

27.

ritiene che l'obiettivo principale dovrebbe consistere nell'utilizzare appieno e tempestivamente le risorse finanziarie disponibili e nel semplificare tutte le procedure amministrative necessarie al fine di mobilitare tali risorse; ritiene che ci si debba adoperare per garantire che l'assistenza umanitaria d'emergenza raggiunga senza indugio le persone colpite da catastrofi;

28.

ritiene che la pianificazione e la preparazione anticipata delle operazioni mediante lo sviluppo di scenari di riferimento, la mappatura dei mezzi degli Stati membri potenzialmente disponibili per le operazioni di soccorso dell'UE e la pianificazione di emergenza siano elementi fondamentali per un potenziamento della reazione alle catastrofi, lo spiegamento rapido e l'immediata reazione adeguata da parte dell'UE a ciascuna emergenza; invita la Commissione e gli Stati membri ad attuare immediatamente queste misure, senza pregiudicare la possibilità di adottarne altre; invita infine la Commissione a lanciare uno studio di fattibilità sull'utilità di creare dei laboratori europei di riferimento, di stanziare a loro favore finanziamenti dal bilancio europeo della ricerca e di designare detti laboratori, al fine di combattere il bioterrorismo e identificare le vittime;

29.

chiede in particolare una pianificazione adeguata per specifiche situazioni di emergenza al fine di dare una risposta alle catastrofi di origine umana dovute agli sversamenti di petrolio, agli impianti nucleari o relative alle sostanze pericolose sia a terra che in mare;

Centro europeo di reazione alle emergenze

30.

valuta positivamente la decisione della Commissione di unificare le sale di crisi per gli aiuti umanitari del MIC (Monitoring and Information Centre) e di ECHO, al fine di creare un Centro europeo di reazione alle emergenze attivo 24 su 24 e 7 giorni su 7 che funga da piattaforma di pianificazione e coordinamento operativo e chiede che ciò si esplichi anche relativamente al monitoraggio, al preannuncio e all'allertamento attraverso il concorso in tempo reale degli Stati membri, nel rispetto del principio di sussidiarietà; invita la Commissione a potenziare il Centro per consentirgli di diventare il centro nevralgico del coordinamento tempestivo ed efficace dell'assistenza europea in natura nonché dei contributi finanziari agli aiuti umanitari; stabilisce che il Centro deve funzionare come punto di raccolta unico per le richieste di assistenza relative a tutte le tipologie di catastrofi naturali e di origine umane, al fine di consentire una risposta coerente dell'UE;

31.

chiede l'unificazione effettiva delle sale di crisi del MIC e di ECHO, garantendo un finanziamento adeguato;

32.

invita la Commissione ad associare attivamente il nuovo centro europeo di reazione alle situazioni di emergenza ai due strumenti comunitari di protezione delle foreste contro gli incendi: EFFIS ed EFFICS;

33.

invita la Commissione a coordinare le azioni in caso di emergenza nonché a semplificare e ottimizzare l'attuale servizio universale e il numero d'emergenza 112;

34.

ribadisce che le decisioni in materia di dispiegamento dei mezzi comuni dovrebbero essere prese rapidamente dal Centro di reazione alle emergenze, di concerto con gli Stati membri, al fine di garantire assistenza prevedibile, immediata ed efficace alle vittime ed evitare ritardi, ripetizioni e sovrapposizioni;

35.

ritiene che dovrebbe essere identificato e mappato un elenco dei mezzi principali che gli Stati membri potrebbero mettere a disposizione per la reazione di emergenza dell'UE a tali scenari;

36.

chiede un'azione chiara e coerente da parte dell'UE in merito ai rispettivi ruoli istituzionali della Commissione europea, dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e del servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) che dovrebbero essere consapevoli dei rispettivi poteri e rispettare i limiti dei relativi mandati; invita quindi la Commissione e il SEAE a sviluppare opportune modalità operative e norme trasparenti nell'ottica di garantire, ove possibile, una stretta cooperazione e un coordinamento delle questioni connesse alla reazione dell'UE alle catastrofi, basandosi sui meccanismi esistenti senza rallentare le operazioni di soccorso; sottolinea la necessità di un coordinamento tra servizi flessibile, semplice e rapido, che coinvolga esclusivamente i servizi competenti, che devono reagire in un lasso di tempo estremamente breve evitando procedure amministrative onerose; ribadisce che gli aiuti umanitari dell'Unione devono essere forniti indipendentemente da qualsiasi considerazione politica, ottemperando nel contempo ai principi umanitari concordati a livello internazionale;

37.

sottolinea che gli incendi boschivi provocano un aumento del rischio di catastrofi, in particolare a causa dei cambiamenti climatici che favoriscono l'esplosione di grandi incendi; invita la Commissione a istituire un'unità specifica all'interno del nuovo Centro europeo di reazione alle situazioni di emergenza per far fronte a detto rischio;

38.

sottolinea che, come ultima risorsa e in conformità agli orientamenti di Oslo, l’uso di mezzi militari sotto supervisione civile costituisce spesso un importante contributo alla risposta alle catastrofi, in particolare per dispositivi specializzati, trasporto strategico o ingegneria pesante; sottolinea che il coordinamento dell'uso di tutte le capacità disponibili – civili e militari – e dei dispositivi di gestione delle crisi degli Stati membri va potenziato al fine di evitare duplicazioni costose;

Logistica, trasporti e telecomunicazioni

39.

riconosce che il ricorso a mezzi militari – trasporti, logistica, sicurezza – a supporto di operazioni umanitarie può costituire un sostegno essenziale, in particolare in occasione di calamità naturali di grande entità; ricorda che i mezzi militari devono essere utilizzati in casi molto limitati e in ultima istanza, conformemente alle raccomandazioni delle Nazioni Unite;

40.

chiede disposizioni logistiche condivise ed efficaci, comprese le squadre polivalenti di supporto e assistenza tecnica finanziate dall'UE (TAST) che potrebbero sostenere gli operatori e le squadre dell'UE o degli Stati membri sul campo, segnatamente in caso di distruzione delle infrastrutture locali;

41.

chiede che, in caso di catastrofe, siano mobilitate squadre di assistenza tecnica e sostegno e che siano elaborate raccomandazioni sul modo in cui dette squadre possono fornire un sostegno più efficace alle vittime delle catastrofi;

42.

propone, al fine di garantire la massima efficienza e l'uso opportuno delle capacità esistenti, che sia prevista la condivisione delle risorse consolari degli Stati membri, onde migliorare la rapidità e la qualità della reazione dell'UE su scala mondiale, ottimizzando l'uso dei mezzi già disponibili; raccomanda a tal proposito di realizzare una valutazione delle capacità consolari dei diversi Stati membri al fine di stilare un bilancio delle risorse attuali di cui dispone l'Unione nel mondo;

43.

chiede, tenendo conto dei sistemi di soccorso esistenti e coordinati dalle Nazioni Unite, trasporti potenziati, rafforzati, più efficienti a livello di costi e ben coordinati per l'assistenza in natura sui luoghi delle catastrofi, in particolare mediante procedure semplificate e razionalizzate nonché un maggiore tasso di cofinanziamento e l'introduzione di nuove modalità per consentire l'accesso a capacità di trasporto complementari, possibilmente mediante contratti quadro;

44.

ricorda gli strumenti di controllo e prevenzione esistenti (in particolare i dispositivi di osservazione in situ) come quelli forniti dal programma di monitoraggio globale per l'ambiente e la sicurezza (GMES) dell'Unione europea o dai programmi INSPIRE e GALILEO, che potrebbero controllare le zone potenzialmente a rischio e preparare quindi in maniera più efficace i soccorsi alle vittime in caso di catastrofe; esorta la Commissione a esaminare la possibilità di dotare l'UE di una capacità di telecomunicazioni specifica e sicura nonché di soluzioni integrate per la gestione delle crisi che spazino dalla prevenzione al recupero; invita la Commissione a ottimizzare l'uso delle soluzioni e delle capacità esistenti e future offerte dai satelliti di telecomunicazione al fine di facilitare lo sviluppo di servizi per i cittadini nel settore della sicurezza pubblica e dei servizi di emergenza, in collaborazione con l'Agenzia spaziale europea, gli Stati membri e le parti interessate (operatori privati, industria);

45.

invita la Commissione a sviluppare una rete di comunicazione e informazione, studiando in particolare il ricorso alle capacità di telecomunicazione, comprese quelle satellitari, affinché le squadre di soccorso abbiano accesso ad un’informazione rapida e precisa che consenta una distribuzione efficace di beni di prima necessità e di attrezzature indispensabili alla riorganizzazione sociale dopo le catastrofi.

Comunicazione, visibilità, formazione e ricerca

46.

chiede un'ampia strategia di comunicazione, che coinvolga tutte le istituzioni dell'UE, gli Stati membri, le parti sociali e la società civile, al fine di migliorare la visibilità e la trasparenza globali delle azioni europee nei paesi beneficiari e tra i cittadini europei, garantendo nel contempo che il soccorso in caso di catastrofe non sia mai subordinato a questioni di ordine commerciale, politico e strategico; ritiene che detta strategia debba cercare di semplificare e uniformare i metodi e gli strumenti di comunicazione; a tal fine propone, ad esempio, l'istituzione di un codice di abbigliamento comune e di un logo per il personale europeo in parallelo con i contrassegni nazionali nonché la nomina di un portavoce unico responsabile della comunicazione nella reazione alle emergenze; chiede che qualsiasi strategia di comunicazione assicuri una netta distinzione tra l'assistenza umanitaria e le azioni militari;

47.

sottolinea che le informazioni costituiscono un altro elemento fondamentale di un'efficace politica in materia di prevenzione e reazione alle catastrofi a tutti i livelli e che il cambiamento dello scenario dei rischi rende necessario un continuo aggiornamento delle conoscenze, dei dati e dei relativi strumenti analitici sulla frequenza, i rischi e le conseguenze delle catastrofi e dei relativi strumenti analitici; chiede pertanto un'azione coordinata, una maggiore disponibilità e una diffusione sistematica delle informazioni e delle conoscenze tecniche e scientifiche nonché la condivisione delle migliori prassi, compresi gli studi, e la messa in pratica degli insegnamenti tratti, come l'esperienza acquisita mediante i progetti attuati in passato nell'ambito dell'iniziativa comunitaria INTERREG;

48.

sottolinea la necessità di accrescere la consapevolezza sulle procedure da adottare in caso di catastrofe, concentrandosi in particolare sulla formazione dei giovani fin dall'età scolare; chiede alla Commissione di promuovere, con il coinvolgimento delle scuole e delle associazioni di volontariato specifiche, la cultura della previsione, della prevenzione e della resilienza che è una condizione indispensabile per ottimizzare l'azione di protezione civile;

49.

richiama l'attenzione sul ruolo fondamentale delle autorità regionali e locali che sono in prima linea in caso di catastrofe, soprattutto in caso di catastrofi transfrontaliere, e il cui coinvolgimento può migliorare la visibilità dell'UE tra i cittadini; invita pertanto la Commissione a garantire che gli Stati membri coinvolgano le autorità regionali e locali nell'elaborazione della risposta alle catastrofi sin dalla prima fase, basandosi sul modello di governance multilivello applicato nel settore della politica di coesione, mediante una strategia di comunicazione vantaggiosa per tutti i soggetti partecipanti al meccanismo di reazione;

50.

invita la Commissione e gli Stati membri a sviluppare un sistema chiaro di informazione e prevenzione per tutti i cittadini europei quando sono in viaggio, all'interno dell'UE e al di fuori degli Stati membri; propone, a tal fine, che sui passaporti europei sia riportato il numero d'emergenza 112 con la chiara indicazione della sua accessibilità a livello di Unione europea, affinché esso possa essere utilizzato da coloro che viaggiano all'interno dell'UE, nonché un riferimento all'articolo 23 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea in cui è stabilito che "ogni cittadino dell'Unione gode, nel territorio di un paese terzo nel quale lo Stato membro di cui ha la cittadinanza non è rappresentato, della tutela da parte delle autorità diplomatiche e consolari di qualsiasi Stato membro […]", che può essere utilizzato da coloro che viaggiano in paesi extraeuropei;

51.

chiede che il numero paneuropeo di emergenza "112" sia oggetto di una migliore campagna di comunicazione rivolta ai cittadini europei e ai cittadini dei paesi terzi che si trovano nell'UE, in particolare ricorrendo a mezzi scritti e audiovisivi o a pubblico avviso, affinché tutti possano ricorrere a tale numero in modo automatico per segnalare qualsiasi catastrofe che si verifichi sul territorio dell'UE;

52.

ritiene che una formazione specifica del personale e degli esperti europei in materia di reazione alle catastrofi permetterebbe, mediante un "asse comune" di formazione e moduli di specializzazione, di sviluppare una consapevolezza dei metodi di lavoro e delle procedure d'intervento comuni a livello europeo; in tale ambito sollecita esercizi congiunti di reazione alle catastrofi tra unità logistiche civili e militari;

Reazione alle catastrofi, preparazione e prevenzione

53.

osserva che prevenire le catastrofi è spesso più efficace in termini di costi che combatterle; sottolinea quindi l'indispensabile necessità di integrare la politica di rafforzamento della capacità di reazione alle situazioni di emergenza dell'UE, potenziando le politiche di previsione e prevenzione dei rischi dell'UE e degli Stati membri e invita la Commissione a elaborare una strategia dell'UE innovativa e globale per la riduzione del rischio di catastrofe; chiede che sufficienti risorse siano stanziate per l'identificazione precoce delle possibili catastrofi, e chiede alla Commissione di garantire che la revisione dei fondi strutturali e del Fondo di solidarietà sia utilizzata per incoraggiare lo sviluppo delle politiche e degli investimenti in detti ambiti; chiede inoltre un rafforzamento dell'educazione in materia di prevenzione, investimenti nella prevenzione delle calamità e dei cambiamenti climatici, un'adeguata legislazione sulla gestione delle acque e un'efficiente gestione del rischio, nonché un rigoroso monitoraggio dell'attuazione della direttiva sulle inondazioni a livello regionale e locale; sottolinea, in questo contesto, che le autorità regionali e locali hanno un ruolo fondamentale nella prevenzione delle catastrofi mediante l'attuazione di strategie di prevenzione dei rischi a livello territoriale, compresi interventi congiunti con squadre provenienti da diversi paesi;

54.

ribadisce la propria posizione secondo la quale, dato il legame tra siccità, incendi boschivi e desertificazione, la Commissione dovrebbe presentare una proposta, simile alla direttiva sulle inondazioni, per promuovere l'adozione di una politica dell'UE in materia di scarsità di risorse idriche, siccità e adattamento ai cambiamenti climatici; ribadisce inoltre, in tale contesto, l'importanza della creazione di un Osservatorio europeo sulla siccità che sarebbe responsabile di esaminare, ridurre e monitorare gli effetti della siccità;

55.

ribadisce altresì il suo appello alla Commissione affinché adotti una direttiva sulla prevenzione e la gestione degli incendi che preveda la raccolta periodica di dati, l'elaborazione di mappe e l'identificazione delle aree di rischio, la preparazione di piani di gestione del rischio di incendi, l'elaborazione di inventari da parte degli Stati membri delle risorse assegnate e dei mezzi disponibili, il coordinamento delle varie amministrazioni, i requisiti minimi di formazione del personale e la determinazione della responsabilità in materia ambientale e delle relative sanzioni;

56.

ritiene che sia estremamente importante sfruttare ulteriormente le opportunità offerte nel contesto dell'obiettivo in materia di cooperazione territoriale europea; reputa a tale proposito che il gruppo europeo di cooperazione territoriale (GECT) possa costituire un importante strumento per rafforzare ulteriormente la cooperazione transnazionale, transfrontaliera e interregionale, anche con paesi membri dell'Unione europea; ritiene che lo sviluppo della cooperazione interregionale, al di là delle frontiere nazionali, dimostri che le regioni apportano un contributo essenziale quando si tratta di fornire rapidamente assistenza in materia di protezione civile; reputa che tale fruttuosa cooperazione comporti inoltre l'obiettivo comune che consiste nel definire una carta dei rischi e nel valutare le minacce potenziali e che questo sia il settore in cui l'UE può apportare un contribuito utile e visibile per una cooperazione ancora più efficace ed efficiente, soprattutto migliorando il coordinamento;

57.

sottolinea che nell'Anno europeo del volontariato sarebbe utile e importante sul piano simbolico sostenere i paesi che cercano di promuovere tali attività e organizzazioni;

58.

invita la Commissione a presentare quanto prima possibile, ma entro la fine del 2011, proposte legislative ambiziose a tale scopo;

*

* *

59.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.


(1)  GU L 71 del 10.3.2007, pag. 9.

(2)  GU L 314 del 1.12.2007, pag. 9.

(3)  Testi approvati, P7_TA(2010)0465

(4)  GU C 341 E del 16.12.2010, pag. 5.

(5)  GU C 224 E del 19.8.2010, pag. 1.

(6)  GU C 286 E del 27.11.2009, pag. 15.

(7)  GU C 187 E del 24.7.2008, pag. 55.

(8)  In particolare il progetto pilota volto a rafforzare la cooperazione tra gli Stati membri nella lotta agli incendi boschivi (2008) e l'azione preparatoria relativa a una capacità di risposta rapida dell'UE (2008-2010).


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