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Document 52011IP0384

    Approccio globale alle emissioni antropiche diverse dal CO 2 che incidono sul clima Risoluzione del Parlamento europeo del 14 settembre 2011 su un approccio globale alle emissioni antropiche diverse dal biossido di carbonio (CO 2 ) che incidono sul clima

    GU C 51E del 22.2.2013, p. 104–107 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    22.2.2013   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

    CE 51/104


    Mercoledì 14 settembre 2011
    Approccio globale alle emissioni antropiche diverse dal CO2 che incidono sul clima

    P7_TA(2011)0384

    Risoluzione del Parlamento europeo del 14 settembre 2011 su un approccio globale alle emissioni antropiche diverse dal biossido di carbonio (CO2) che incidono sul clima

    2013/C 51 E/14

    Il Parlamento europeo,

    visti il Protocollo di Kyoto allegato alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) e il Protocollo di Montreal allegato alla Convenzione di Vienna sulla protezione dello strato di ozono,

    visti il pacchetto dell'Unione europea su clima ed energia, del dicembre 2008, e il regolamento (CE) n. 842/2006 su taluni gas fluorurati a effetto serra,

    viste la comunicazione della Commissione COM(2010)0265 intitolata "Analisi delle ipotesi di intervento per una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra superiore al 20 % e valutazione del rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio", la comunicazione della Commissione COM(2010)0086 intitolata "La politica internazionale sul clima dopo Copenaghen: intervenire subito per dare nuovo impulso all'azione globale sui cambiamenti climatici", e la comunicazione della Commissione COM(2011)0112 intitolata "Una tabella di marcia verso un'economia competitiva a basse emissioni di carbonio nel 2050",

    viste le sue precedenti risoluzioni sul cambiamento climatico, in particolare quella del 4 febbraio 2009 intitolata "2050: il futuro inizia oggi – raccomandazioni per la futura politica integrata dell'Unione europea sul cambiamento climatico" (1), quella del 10 febbraio 2010 sull'esito della Conferenza di Copenaghen sui cambiamenti climatici (COP15) (2) e quella del 25 novembre 2010 sulla Conferenza sul cambiamento climatico di Cancún (COP16) (3),

    viste l'interrogazione orale con richiesta di risposta (O-000135/2011 - B7-0418/2011) presentata dalla commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare a norma dell'articolo 115 del regolamento, e le dichiarazioni del Consiglio e della Commissione,

    visti l'articolo 115, paragrafo 5, e l'articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento,

    A.

    considerando che le prove scientifiche del cambiamento climatico e delle sue conseguenze sono inconfutabili, il che rende indispensabile adottare misure tempestive, coordinate e ambiziose a livello europeo ed internazionale per affrontare questa sfida globale;

    B.

    considerando che l'obiettivo di limitare a 2 °C l'aumento complessivo della temperatura media mondiale annuale in superficie ("obiettivo dei 2 °C") ha assunto una dimensione internazionale a seguito degli accordi di Cancún raggiunti nel quadro della COP16;

    C.

    considerando che le emissioni di gas a effetto a serra responsabili del riscaldamento globale sono solo parzialmente contemplate dal Protocollo di Kyoto allegato alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici – il quale infatti copre il biossido di carbonio (CO2), il metano (CH4), il protossido di azoto (N2O), gli idrofluorocarburi (HFC), i perfluorocarburi (PFC) e l'esafluoruro di zolfo (SF6) – mentre alcuni altri idrocarburi alogenati dotati di un forte potenziale di riscaldamento sono contemplati dal Protocollo di Montreal a causa del loro potenziale di impoverimento dello strato di ozono;

    D.

    considerando che i gas a effetto serra differiscono per quanto riguarda la loro incidenza sul riscaldamento (espressa come forzatura radiativa in Watt per metro quadrato) del sistema climatico globale a causa delle loro diverse proprietà radiative e della loro diversa durata di vita nell'atmosfera; considerando che, secondo la quarta relazione di valutazione (2007) del Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite (IPCC), tale incidenza sul riscaldamento è pari a 1,66 W/m2 per il biossido di carbonio, a 0,48 W/m2 per il metano, a 0,16 W/m2 per il protossido di azoto e a 0,35 W/m2 per gli idrocarburi alogenati;

    E.

    considerando che gas inquinanti come il monossido di carbonio (CO), gli ossidi di azoto (NOx), il metano ed altri composti organici volatili (VOC) formano ozono nella fascia iniziale di 10-15 km a diretto contatto con la superficie terrestre (troposfera); considerando che, a causa del forte aumento di metano, CO, VOC e NOx verificatosi sin dall'epoca preindustriale, l'ozono troposferico è cresciuto di circa il 30 % e il suo contributo al riscaldamento globale ammonta addirittura al 20 % di quello dovuto al biossido di carbonio (0,36 W/m2);

    F.

    considerando che il particolato carbonioso (o fuliggine), che è un aerosol e figura tra le componenti del particolato emesse dalla combustione incompleta dei combustibili fossili e della biomassa, provoca il riscaldamento globale in due modi:nell'atmosfera assorbe la radiazione solare riscaldando l'aria circostante, mentre la sua deposizione aerea può scurire la neve e il ghiaccio accelerandone la fusione (0,10 W/m2);

    G.

    considerando che il mancato conseguimento dell'obiettivo dei 2 °C determinerà gravissime ripercussioni sull'ambiente e enormi costi economici, segnatamente aumentando la probabilità di raggiungere punti critici in cui i livelli di temperatura inizieranno a causare il rilascio di CO2 e CH4 da serbatoi quali le foreste e il permafrost e limiteranno la capacità della natura di assorbire carbonio negli oceani;

    H.

    considerando che il Protocollo di Montreal ha ampiamente contribuito alla riduzione delle emissioni mondiali di gas a effetto serra, secondo la relazione 2010 del Gruppo di esperti per la valutazione scientifica del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente/ Organizzazione meteorologica mondiale (UNEP/WMO); considerando che nel 2010 la diminuzione delle emissioni annuali di sostanze che impoveriscono lo strato di ozono (ODS) nel quadro del Protocollo di Montreal è stimata pari a circa 10 gigatonnellate di emissioni di CO2 equivalente evitate all'anno, il che corrisponde a circa cinque volte di più dell'obiettivo di riduzione delle emissioni annuali per il primo periodo d'impegno (2008-2012) del Protocollo di Kyoto;

    I.

    considerando che la Commissione sta attualmente riesaminando il regolamento (CE) n. 842/2006 su taluni gas fluorurati a effetto serra;

    1.

    osserva che le politiche europee e internazionali in materia di clima si sono incentrate principalmente sulle riduzioni a lungo termine delle emissioni di CO2, ad esempio rafforzando l'efficienza energetica, ricorrendo a fonti energetiche rinnovabili e attuando altre strategie a basse emissioni di carbonio;

    2.

    sollecita una politica integrale europea in materia di clima capace di avvantaggiarsi del fatto di tenere presenti tutte le fonti di riscaldamento e tutte le opzioni per attenuarle; rileva che tale politica, oltre a considerare le riduzioni delle emissioni di CO2, dovrebbe mettere l'accento su strategie in grado di apportare la risposta più rapida in materia di clima;

    3.

    osserva che sono disponibili strategie regolamentari ad azione rapida, volte a ridurre progressivamente la produzione e il consumo di idrofluorocarburi nonché a ridurre le emissioni di particolato carbonioso e di gas che determinano la formazione di ozono troposferico, le quali possono essere avviate entro due o tre anni ed essere sostanzialmente attuate entro cinque-dieci anni, consentendo così di ottenere l'auspicata risposta climatica entro qualche decennio o anche prima, in particolare per quanto riguarda alcuni idrofluorocarburi ad un prezzo pubblico pari appena a 5-10 centesimi per tonnellata, mentre ora il prezzo del carbonio supera i 13 EUR per tonnellata;

    4.

    rileva che l'azione interna sui gas fluorurati tramite il regolamento sui gas fluorurati ha deluso le aspettative e che l'incapacità di colmare le sue lacune indebolirà considerevolmente la pozione negoziale dell'Unione europea in ambito UNFCCC;

    5.

    esorta la Commissione a presentare una revisione dei regolamenti sui gas fluorurati e ad avanzare proposte volte a ridurre rapidamente la produzione e il consumo di idrofluorocarburi (HFC), ad accelerare la graduale soppressione degli idroclorofluorocarburi (HCFC) nei vari prodotti e nelle varie applicazioni, e a recuperare ed eliminare i gas a effetto serra responsabili dell'impoverimento dell'ozono stratosferico liberati dai prodotti e dagli attrezzi rottamati;

    6.

    accoglie con favore l'impegno dell'Unione europea di sostenere l'azione sugli HFC nel quadro del Protocollo di Montreal come primo esempio di un approccio avulso dal mercato per ridurre le emissioni di gas a effetto serra, in occasione della COP17 a Durban;

    7.

    rileva che durante l'ultima riunione delle parti contraenti del Protocollo di Montreal la Commissione, in veste di negoziatore per l'UE, ha appoggiato il principio che informa le proposte degli Stati dell'America del Nord e degli Stati Federati di Micronesia di ridurre progressivamente gli idrofluorocarburi e di distruggere i gas HFC-23 che si formano come sottoprodotto, e osserva che all'ultima conferenza delle parti dell'UNFCCC a Cancún l'Unione europea ha presentato una proposta di decisione che impegna le parti a pervenire a un accordo su tale materia nell'ambito del Protocollo di Montreal, fatto salvo l'ambito di applicazione dell'UNFCCC;

    8.

    esorta la Commissione, tenendo presente l'abuso recentemente individuato dei crediti di emissioni di HFC-23 a titolo del meccanismo di sviluppo pulito (CDM), ad esplorare modi per promuoverne l'immediata eliminazione graduale a livello internazionale attraverso il Protocollo di Montreal, che si è rivelato un successo, piuttosto che mediante i meccanismi flessibili previsti nel quadro del Protocollo di Kyoto;

    9.

    sollecita l'adozione immediata di misure intese a ridurre le emissioni di particolato carbonioso quale metodo ad azione rapida per porre fine alla fusione dei ghiacci, accordando la priorità alle emissioni che incidono sulle regioni coperte di neve e ghiaccio, tra cui l'Artico, la Groenlandia e i ghiacciai tibeto-himalayani;

    10.

    invita l'Unione europea a promuovere le tecnologie esistenti capaci di ridurre drasticamente le emissioni di particolato carbonioso; esorta inoltre a sostenere e incoraggiare le normative volte a vietare la tecnica del "taglia e brucia" nelle foreste e a imporre l'adozione di test rigorosi e periodici sulle emissioni dei veicoli;

    11.

    chiede una rigorosa applicazione a livello mondiale delle normative sull'inquinamento atmosferico e delle tecnologie disponibili in grado di ridurre le emissioni di NOx e CO, il che diminuirebbe la formazione antropica di ozono troposferico, che è un notorio gas a effetto serra;

    12.

    esorta vivamente la Commissione a informarlo in merito ad eventuali azioni che ha intrapreso o intende intraprendere in questa direzione e a recuperare il tempo perduto introducendo tempestivamente queste opzioni strategiche nel processo legislativo;

    13.

    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.


    (1)  GU C 67 E del 8.3.2010, pag. 44.

    (2)  GU C 341 E del 16.12.2010, pag. 25.

    (3)  Testi approvati, P7_TA(2010)0442.


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