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Document 52011DC0354

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO sugli sforzi compiuti dagli Stati membri nel 2009 per il raggiungimento di un equilibrio sostenibile tra la capacità e le possibilità di pesca

/* COM/2011/0354 definitivo */

52011DC0354

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO sugli sforzi compiuti dagli Stati membri nel 2009 per il raggiungimento di un equilibrio sostenibile tra la capacità e le possibilità di pesca /* COM/2011/0354 definitivo */


INDICE

1. Introduzione 3

2. Sintesi delle relazioni degli Stati membri 3

3. Evoluzione della capacità di pesca nel 2009 8

3.1. Risultati relativi alla flotta metropolitana (escluse le navi registrate nelle regioni ultraperiferiche) Error! Bookmark not defined.

3.2. Risultati relativi alle flotte registrate nelle regioni ultraperiferiche 8

4. Conformità alle norme di gestione della capacità di pesca 9

5. Qualità delle relazioni degli Stati membri 9

6. Conclusioni della Commissione 13

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO

sugli sforzi compiuti dagli Stati membri nel 2009 per il raggiungimento di un equilibrio sostenibile tra la capacità e le possibilità di pesca

Introduzione

Gli Stati membri sono tenuti a trasmettere alla Commissione, entro il 1º maggio di ogni anno, una relazione sugli sforzi compiuti nell’anno precedente per raggiungere un equilibrio sostenibile tra la capacità della flotta e le possibilità di pesca[1]. Sulla base di tali relazioni e dei dati contenuti nel registro della flotta peschereccia dell’UE la Commissione ha elaborato per il 2009 una sintesi che ha presentato al comitato scientifico, tecnico ed economico per la pesca (CSTEP) e al comitato per il settore della pesca e dell’acquacoltura. Con la presente relazione la Commissione trasmette ora al Consiglio e al Parlamento europeo la sintesi delle relazioni degli Stati membri, unitamente a un allegato tecnico (documento di lavoro dei servizi della Commissione SEC(2011) 759) e ai pareri dei suddetti comitati (documento di lavoro dei servizi della Commissione SEC(2011) 760).

SINTESI DELLE RELAZIONI DEGLI STATI MEMBRI

Quest’anno dieci Stati membri hanno rispettato i termini per la presentazione delle relazioni, mentre le altre relazioni sono pervenute con un ritardo compreso tra una e dodici settimane. Nonostante questi ritardi, il 31 luglio 2010 la Commissione ha presentato la relazione di sintesi ai succitati comitati. Va inoltre precisato che, benché le indicazioni contenute nell’articolo 13 del regolamento (CE) n. 1438/2003 per l’elaborazione delle relazioni siano state seguite dalla maggior parte degli Stati membri, non sempre la qualità dei dati trasmessi era consona ai fini della presente relazione.

Il presente documento illustra sinteticamente le descrizioni delle flotte pescherecce trasmesse dagli Stati membri, l’impatto dei vigenti regimi di riduzione dello sforzo di pesca e la conformità degli Stati membri al regime di entrata/uscita.

Belgio : nella relazione gli orientamenti sono stati applicati al segmento delle sfogliare prevalentemente dedito alla cattura della passera di mare e della sogliola. Il valore medio dell’indicatore biologico per entrambe le specie era inferiore a uno; tuttavia questa considerazione non si applica ai singoli stock. Sette navi (di potenza superiore a 221 kW) operanti con sfogliare sono state demolite e altre due sono state poste in disarmo parziale. Nel segmento delle sfogliare da 24-40 metri si è registrato un utilizzo elevato del contingente di cattura della passera di mare e della sogliola in tutte le zone, eccetto la VIIa. Il basso utilizzo della capacità in questa zona è principalmente da attribuirsi, secondo la relazione, all’incremento del contingente nazionale in conseguenza degli scambi. Non si prevedono in futuro riduzioni di capacità della flotta nell’ambito di programmi di disarmo.

Bulgaria : la Bulgaria conta 2 100 pescherecci di lunghezza inferiore a 12 metri, che rappresentano circa il 95% della flotta nazionale. Su un totale di 2 206 navi, 1 304 sono state dichiarate inattive nel 2009. Cinque navi sono entrate nella flotta a seguito di una decisione amministrativa adottata prima dell’adesione. Nel 2009 sono state escluse dal registro della flotta, senza aiuti pubblici, 366 navi in totale, di cui 344 nell’ambito di una misura amministrativa nazionale applicabile alle navi inattive. Nella relazione della Bulgaria gli orientamenti sono stati applicati. L’indicatore tecnico mostra uno scarso utilizzo della capacità per tutti i segmenti della flotta; tuttavia tre segmenti hanno utilizzato un numero di giorni in mare superiore a quello dello scorso anno. La valutazione risulta particolarmente negativa per le navi di lunghezza inferiore a 12 metri. La Bulgaria intende elaborare misure legislative più restrittive per le navi che non sono in attività. Tale paese applica un regime di contingenti solo per le due specie principali: rombo chiodato e spratto.

Danimarca : nella relazione gli orientamenti sono stati applicati per undici segmenti della flotta classificati in conformità del regolamento sulla raccolta dei dati. L’analisi mostra che la situazione è attualmente abbastanza stabile e che non esiste un eccesso di capacità significativo a lungo termine. Tuttavia, se si includono i pescherecci operanti con attrezzi fissi si riscontra un eccesso di capacità nel segmento delle navi di piccole dimensioni. Per effetto della congiuntura economica sfavorevole gli indicatori economici potrebbero evidenziare un incremento della sovraccapacità sotto il profilo economico. La massima riduzione di capacità è stata registrata nel segmento delle navi di lunghezza compresa tra 12 e 24 metri. Nel 2009 la capacità delle imbarcazioni demolite è ammontata a 4 684 GT, pari al 6% della capacità totale. La possibilità di trasferire contingenti ha portato a una riduzione del numero di navi commerciali in Danimarca. La difficoltà di verificare l’esattezza della potenza motrice dichiarata costituisce una carenza del sistema di gestione.

Germania : nella relazione non sono stati applicati gli orientamenti ed è stata valutata la corrispondenza tra l’evoluzione della capacità nei vari segmenti della flotta e l’andamento dei principali stock interessati. 55 navi sono state ritirate dalla flotta peschereccia tedesca (−3%); la stazza totale è stata ridotta di 552 GT (0,8%) e la potenza motrice è aumentata di 1 026 kW (0,64%). Secondo la relazione, i programmi di riduzione dello sforzo di pesca hanno avuto un impatto limitato, non quantificato, sul ridimensionamento della flotta. La Germania non ha attuato misure applicabili alla flotta peschereccia, la quale ha saputo adeguarsi sia alle condizioni economiche stabilite dalla PCP che alla limitata disponibilità di risorse.

Estonia : nella relazione gli orientamenti sono stati in parte applicati. L’indicatore tecnico mostra una netta sovraccapacità nel segmento dei pescherecci da traino di lunghezza superiore a 12 metri. Nel 2009 sono stati ritirati dal registro della flotta peschereccia undici pescherecci mediante aiuti pubblici. Dal 2004 la capacità di pesca della flotta estone è diminuita del 40%. Secondo la relazione, l’attuale capacità della flotta estone è inferiore alla capacità di pesca minima necessaria per catturare il contingente assegnato all’Estonia. Non viene fornita alcuna valutazione dell’effetto prodotto dalle misure di ricostituzione adottate per il merluzzo bianco del Baltico.

Grecia : la relazione non comprende il calcolo degli indicatori proposti negli orientamenti. Non essendo stato effettuato il programma nazionale di raccolta dei dati alieutici, nella relazione non è stato possibile fornire indicatori socioeconomici e biologici. Tuttavia, sulla base dei dati relativi alle catture e allo sforzo di pesca raccolti nell’ambito di altri programmi, la relazione giunge alla conclusione che le attività di pesca e la situazione degli stock biologici sono rimaste invariate rispetto all’anno scorso, nonostante lievi variazioni della biomassa correlate al ciclo biologico. Anche nel 2009 la riduzione della capacità è stata incentivata mediante aiuti pubblici e ha comportato il disarmo di 23 unità, per un totale di 523 GT e 1 873 kW.

Spagna : nella relazione gli orientamenti non sono stati applicati e non viene fornita alcuna valutazione del rapporto tra capacità della flotta e possibilità di pesca. La capacità della flotta ha continuato a diminuire come negli anni precedenti: 66 navi sono state dismesse mediante aiuti pubblici, per una stazza complessiva di 4 949 GT. Alcune uscite dalla flotta sono state effettuate a seguito di una decisione amministrativa motivata dall’assenza di attività di pesca. Sono invece entrate nella flotta 85 nuove navi per una stazza totale di poco superiore a 1 000 GT. La flotta spagnola è soggetta a un piano di ricostituzione per il nasello meridionale e lo scampo nonché a vari piani nazionali. Tuttavia non vengono fornite informazioni sull’effetto che le limitazioni delle sforzo previste da tali piani hanno prodotto sulla capacità della flotta.

Francia : nella relazione è riportata una descrizione esaustiva della flotta e della sua base di risorse, ma non sono stati applicati gli orientamenti. Non viene fornita una valutazione dell’equilibrio tra le dimensioni della flotta e le possibilità di pesca. A questo proposito la relazione indica che le misure di gestione in vigore hanno portato a una riduzione della capacità della flotta e al suo graduale adeguamento alle possibilità di pesca. Secondo la relazione nel 2009 erano in corso di attuazione cinque programmi di disarmo che hanno portato all’uscita di 110 unità dalla flotta, per una stazza totale di circa 8 200 GT. Significative riduzioni dello sforzo vengono segnalate nell’ambito del piano di ricostituzione del merluzzo bianco e per le specie di acque profonde.

Irlanda : nella relazione gli orientamenti non sono stati applicati e non è presente una valutazione dell’equilibrio tra la capacità della flotta e le possibilità di pesca. La relazione riferisce tuttavia che per molti stock bersaglio sono stati superati i limiti biologici di sicurezza. Le attività di pesca che rientrano nel campo di applicazione dei piani di ricostituzione degli stock (zone CIEM VIa e VIIa) sono di natura estremamente eterogenea; pertanto è risultato difficile per l’amministrazione irlandese misurare l’impatto dei regimi di riduzione dello sforzo. Nel 2009 è stato concesso un aumento di 11 GT a titolo di “stazza di sicurezza”.

Italia : nella relazione sono stati applicati gli orientamenti, ma non sono stati calcolati gli indicatori biologici in quanto non sono stati definiti TAC per gli stock del Mediterraneo, eccettuato il tonno rosso. Nel periodo 2004-2008 le catture per unità di sforzo hanno subito una flessione nel segmento dei piccoli pescherecci e dei pescherecci con reti a circuizione, mentre si sono mantenute costanti per i pescherecci con palangari e i pescherecci da traino. Gli indicatori economici evidenziano un peggioramento in quasi tutti i segmenti. Tuttavia la relazione indica che i valori negativi forniti dagli indicatori nel 2008 non possono essere associati a uno squilibrio tra la flotta e le relative possibilità di pesca, ma sono invece correlati al forte aumento dei prezzi del carburante. Nel 2009 la capacità della flotta italiana è stata ridotta dell’1% circa sia in termini di stazza che di potenza motrice.

Cipro : nella relazione sono stati calcolati e interpretati gli indicatori, ma non è presente una valutazione dell’equilibrio tra la capacità e le possibilità di pesca. I due indicatori biologici non hanno potuto essere calcolati in quanto non esistono quote contingentali né sono stati stabiliti tassi di cattura ottimali per gli stock sfruttati (eccetto per il tonno rosso). Il segmento delle navi di lunghezza compresa tra 12 e 24 metri operanti con attrezzi fissi polivalenti ha registrato una netta flessione del reddito a causa del forte calo della produzione di tonno bianco, la principale specie commerciale catturata da questa categoria di pescherecci. Tale effetto è ravvisabile anche nel ridotto valore CPUE (cattura per unità di sforzo) relativo al tonno bianco catturato con palangari derivanti. Nel 2009 sono stati ritirati dalla flotta 12 pescherecci mediante aiuti pubblici ed altri 19 senza aiuti.

Lettonia : nel 2009 la flotta peschereccia è stata ridotta di 47 unità, per arrivare a un totale di 794 navi. Nel contempo è aumentata la capacità complessiva a seguito di decisioni amministrative adottate prima dell’adesione (i cosiddetti “coups partis”). Dal 2004 sono state complessivamente demolite 160 navi mediante sovvenzioni. Nella relazione della Lettonia sono stati applicati gli orientamenti. L’utilizzo della capacità è piuttosto basso. Sulla base della serie di indicatori biologici, la Lettonia conclude che il proprio settore alieutico sta per conseguire un equilibrio tra capacità e possibilità di pesca. L’indicatore economico CR/BER (ricavi correnti/ricavi di break-even) e gli indicatori sociali evidenziano una tendenza positiva nell’efficacia economica della flotta peschereccia, fenomeno che è principalmente riconducibile al numero ridotto di pescherecci. È prevista la demolizione di 70 unità nel segmento del Baltico e di 110 unità nel segmento della piccola pesca.

Lituania : nella relazione gli orientamenti sono stati applicati per i segmenti che sfruttano gli stock di merluzzo bianco del Baltico orientale. L’analisi rivela che la capacità della flotta dedita alla cattura di merluzzo bianco del Baltico orientale è commisurata alle dimensioni attuali dello stock. Anche la capacità di pesca della flotta operante sugli stock pelagici e di salmone è commisurata alle possibilità di pesca. L’attuazione della strategia nazionale per la pesca consentirà di raggiungere un equilibrio tra sforzo e possibilità di pesca. Da qui al 2013 si punta a ridurre del 50% la flotta della piccola pesca costiera, il che rappresenta il 12% della capacità di pesca costiera. Nel 2009 sono stati ritirati dalla flotta mediante aiuti pubblici 17 piccoli pescherecci e un peschereccio d’altura. Nello stesso anno i risultati economici del segmento dei pescherecci da traino demersale di lunghezza compresa tra 24 e 40 metri hanno registrato un netto miglioramento per effetto del diminuito numero di unità.

Malta : nella relazione sono stati applicati gli orientamenti. L’indicatore tecnico mette in luce un basso utilizzo della flotta, con una tendenza alla diminuzione per le unità operanti con attrezzi mobili (pescherecci da traino) e un utilizzo relativamente stabile della capacità per le unità operanti con attrezzi fissi. Secondo quanto affermato nella relazione, dall’indicatore tecnico risulta che quasi la metà della flotta maltese è attualmente inutilizzata. La relazione conclude che lo stato delle risorse sfruttate dalla flotta peschereccia maltese non è tale da richiedere una riduzione della capacità di pesca. Alla flotta maltese non è stato applicato alcun regime di adeguamento dello sforzo di pesca. Nel 2009, quattro pescherecci hanno cessato l’attività nel quadro dell’adeguamento del regime di aiuti relativo allo sforzo di pesca.

Paesi Bassi : nel 2009 sia la capacità che lo sforzo di pesca della flotta sono leggermente diminuiti. Gli orientamenti sono stati applicati al segmento delle sfogliare e a quello dei pescherecci da traino congelatori per la pesca pelagica. Pur essendo fortemente diminuita, la mortalità alieutica degli stock di passera di mare e di sogliola deve essere ulteriormente ridotta. Gli indicatori economici e sociali hanno registrato un peggioramento dovuto al calo dei prezzi dei prodotti ittici (passera di mare e sogliola) e al rincaro dei carburanti. Nel 2009 i Paesi Bassi hanno ridotto la capacità di pesca con reti fisse, in costante aumento da alcuni anni. La relazione afferma che la vitalità economica della flotta peschereccia dei Paesi Bassi risente fortemente dei prezzi elevati del carburante e che è quindi essenziale aumentare l’efficienza dei carburanti.

Polonia : nella relazione sono stati applicati gli orientamenti, ma unicamente per l’indicatore biologico. Non è presente una valutazione del rapporto tra la capacità della flotta e le possibilità di pesca. 46 imbarcazioni sono state ritirate con aiuti pubblici dalla flotta operante nel Mar Baltico nel 2009. Dalla relazione emerge che nel 2008 le riduzioni dello sforzo di pesca hanno consentito di diminuire del 41,57%, rispetto al 2004, il numero di giorni di pesca della flotta baltica. Tra il 2004 e il 2008 il numero di giorni di pesca del merluzzo bianco è sceso di ben il 38%. Nel 2009 l’esclusione di due terzi della flotta baltica dalla pesca del merluzzo bianco ha permesso di ridurre il numero di permessi di pesca speciali per tale specie. Permessi di pesca speciali per il merluzzo bianco sono stati rilasciati solo a 147 pescherecci.

Portogallo : nella relazione gli orientamenti sono stati applicati ma non è presente una valutazione del rapporto tra capacità della flotta e possibilità di pesca. 24 navi sono state demolite con aiuti pubblici in vari segmenti della flotta; di queste, 21 sono state demolite nell’ambito dei piani di ricostituzione per il nasello meridionale o lo scampo. Nel 2009 sono entrate nella flotta delle Azzorre 34 navi costruite con sussidi statali. L’attività aggregata delle navi interessate da tali piani è aumentata rispetto al 2008, nonostante sia stato utilizzato soltanto l’85% del numero di giorni ad esse assegnato. A seguito del piano di adeguamento per le imbarcazioni autorizzate alla pesca con draga delle vongole nella regione meridionale, adottato nel 2008, due domande di demolizione sono state approvate nel 2009. Le imbarcazioni operanti nella zona di regolamentazione della NAFO sono soggette al piano di ricostituzione dell’ippoglosso nero. Il numero totale di giorni di pesca è aumentato rispetto al 2008; tuttavia esso è ancora inferiore del 31% al numero di giorni registrato nel 2003.

Romania : gli orientamenti non sono stati applicati nella relazione, la quale indica peraltro che la flotta opera in maniera sostenibile e che le specie ittiche sono presenti in quantità sufficienti. Nel complesso, la flotta è obsoleta e in cattive condizioni tecniche. 160 delle 443 navi iscritte nel registro della flotta sono state inattive nel 2009. Piani di demolizione sono previsti per il periodo di programmazione 2007-2013 del FEP. Undici nuove unità sono entrate nella flotta nel 2009 in seguito a una decisione amministrativa adottata prima dell’adesione, mentre sei unità sono state ritirate senza aiuti pubblici. La Romania intende mantenere un livello minimo per la propria flotta peschereccia ( minimum vitalis ), stimato nell’ordine di 12-13 navi da pesca moderne e performanti.

Slovenia : la Slovenia ha in parte applicato gli orientamenti. L’indicatore tecnico evidenzia un basso tasso di utilizzo (< 0,7). L’indicatore biologico non ha potuto essere calcolato. Il clima di sfiducia fa sì che gli investimenti nel settore sloveno della pesca siano quasi inesistenti. Nel 2009, quattro navi sono entrate nel segmento delle imbarcazioni di lunghezza inferiore a 12 metri. La flotta presenta problemi strutturali, in particolare per la presenza di imbarcazioni e attrezzi obsoleti. Interventi di demolizione sono previsti per il periodo di programmazione 2007-2013 del FEP. La Slovenia ha attuato il suo primo piano di gestione della pesca marittima. Dal 2008 è in vigore una misura per la riduzione del numero di reti da traino.

Finlandia : gli orientamenti non sono stati applicati nella relazione, che peraltro conclude che nel complesso la flotta finlandese risulta ragionevolmente commisurata alle risorse di pesca. Nessun contingente è stato esaurito nel 2009. Nello stesso anno è stato attuato un nuovo regime di riduzione della capacità; tuttavia, data la scarsa redditività della pesca d’altura del salmone a causa del divieto di utilizzare reti da posta derivanti, in vigore dal 2008, tale regime si applica unicamente al segmento dei pescherecci con attrezzi fissi. Nell’ambito del regime di demolizione attuato nel 2009 è stata ritirata dalla flotta mediante aiuti pubblici una capacità complessiva di 245 GT e 1 698 kW. Nonostante la capacità sia diminuita rispetto al 2003, lo sforzo di pesca complessivamente esercitato dalla flotta finlandese è andato via via aumentando dal 2005 e si è stabilizzato soltanto nel 2008 e 2009.

Svezia : nella relazione sono stati applicati gli orientamenti. Gli indicatori tecnici e biologici evidenziano un eccesso di capacità in vari segmenti. Nell’ambito del FEP 2007-2013 il programma operativo svedese ha posto l’accento sugli aiuti a favore della demolizione; campagne di demolizione sono state realizzate nel Mar Baltico e nel Mare del Nord. L’introduzione di contingenti annuali nel segmento pelagico, nel 2007, ha portato a cambiamenti strutturali e a una riduzione della capacità. In tale segmento sono stati inoltre introdotti, nel corso dell’anno, diritti di pesca trasferibili. Gli indicatori evidenziano un eccesso di capacità della flotta. Il valore aggiunto lordo (VAL) indica che la pesca contribuisce all’economia svedese in tutti i segmenti.

Regno Unito : gli orientamenti non sono stati applicati ma sono stati forniti altri dati tecnici, biologici e socioeconomici. Tutti i segmenti della flotta, ad eccezione di quelli che utilizzano nasse e trappole, hanno ridotto la capacità nel periodo 2000-2009. La relazione conclude che, nel complesso, la capacità della flotta del Regno Unito supera il livello delle possibilità di pesca di tale paese. Nel 2009 la flotta inattiva rappresentava complessivamente 23 000 GT (11% dell’intera flotta registrata) e 140 000 kW (17% dell’intera flotta registrata). I problemi segnalati per la flotta costiera inglese (imbarcazioni di lunghezza inferiore a 10 metri) sono riconducibili allo squilibrio tra la capacità della flotta stessa e il contingente disponibile. Nel 2009 sono state ritirate dalla flotta 65 imbarcazioni di lunghezza inferiore a 10 metri ed è stato istituito un sistema di limitazione delle licenze.

EVOLUZIONE DELLA CAPACITÀ DI PESCA NEL 2009

In base ai dati del registro della flotta peschereccia dell’UE, al 31 dicembre 2009 la flotta da pesca dell’Unione era composta da 84 301 unità per una capacità di pesca totale di 1 797 183 GT e 6 606 556 kW. Nel 2009 il numero di navi è diminuito dell’1,53%; analogamente, la stazza e la potenza hanno registrato una flessione del 2,84% e 2,24% rispettivamente. Questi dati comprendono le navi registrate nelle regioni ultraperiferiche

Nei sette anni tra il 2003 e il 2009 è stata ritirata dalla flotta dell’UE (incluse le regioni ultraperiferiche) una capacità di circa 305 212 GT e 969 597 kW (di cui 39 273 GT e 117 236 kW nel 2009) nell’ambito di misure sovvenzionate con aiuti pubblici.

Risultati relativi alla flotta metropolitana (escluse le navi registrate nelle regioni ultraperiferiche)

Nel 2009 la flotta soggetta al regime di entrata/uscita, nella quale non sono comprese le imbarcazioni registrate nelle regioni ultraperiferiche e quelle esclusivamente adibite all’acquacoltura, ha ridotto la propria capacità di circa il 2,80% in termini di stazza e il 2,55% in termini di potenza. Nonostante gli allargamenti del 2004 e del 2007, attualmente la capacità della flotta peschereccia dell’UE è inferiore a quella esistente al 1º gennaio 2003.

Nei sette anni tra il 2003 e il 2009 la capacità della flotta dell’UE-15 è stata ridotta del 16% circa sia in termini di stazza che di potenza. La capacità della flotta dell’UE-10 è stata ridotta del 31% in termini di stazza e del 27% in termini di potenza. Romania e Bulgaria hanno ritirato circa il 7% della capacità in termini di kW.

Risultati relativi alle flotte registrate nelle regioni ultraperiferiche

La tabella 4 dell’allegato tecnico riassume l’evoluzione della capacità delle flotte registrate nelle regioni ultraperiferiche. La capacità della flotta registrata nelle isole Canarie è stata ridotta sia in termini di stazza che di potenza. Nei dipartimenti francesi d’oltremare la stazza della flotta è stata ridotta; tuttavia la potenza ha registrato un incremento principalmente dovuto alla regolarizzazione della potenza motrice a seguito di un aumento dei livelli di riferimento. Nelle Azzorre e a Madera, nonostante la stazza della flotta abbia continuato a diminuire, si è registrato un incremento della potenza a seguito dell’attuazione di un piano di sviluppo della flotta. In tutti i casi sono stati rispettati i livelli di riferimento applicabili ai vari segmenti della flotta.

CONFORMITÀ ALLE NORME DI GESTIONE DELLA CAPACITÀ DI PESCA

Tutti gli Stati membri hanno rispettato le norme di gestione della capacità di pesca, comprese le specifiche limitazioni applicabili alle flotte registrate nelle regioni ultraperiferiche. In media la capacità di pesca della flotta unionale è di circa il 9% inferiore ai massimali fissati in conformità delle norme di gestione. Le tabelle 1 e 2 riportate nell’allegato tecnico forniscono un riepilogo del modo in cui gli Stati membri si sono conformati, al 31 dicembre 2009, al regime di entrata/uscita e ai livelli di riferimento.

QUALITÀ DELLE RELAZIONI DEGLI STATI MEMBRI

Nelle rispettive relazioni nazionali 14 Stati membri hanno applicato almeno in parte gli orientamenti per la valutazione dell’equilibrio tra capacità e possibilità di pesca. Le difficoltà tecniche connesse alla loro applicabilità, all’indisponibilità dei dati e alla mancanza di coordinamento, segnatamente con gli organismi scientifici negli Stati membri, continuano ad ostacolare l’applicazione degli orientamenti. Non sempre gli Stati membri che fanno ricorso agli orientamenti traggono conclusioni concrete dai risultati derivanti dalla loro applicazione. In alcuni casi, tuttavia, i valori ottenuti per gli indicatori di equilibrio evidenziano un eccesso di capacità.

La maggior parte delle relazioni non stabilisce un legame tra regimi di riduzione dello sforzo e adeguamenti della capacità della flotta. È opportuno rammentare che per alcune attività o zone di pesca (ad esempio il Mediterraneo) non esistono regimi di adeguamento dello sforzo. Spesso, inoltre, anche in presenza di regimi di adeguamento mancano informazioni chiare sull’evoluzione dello sforzo esercitato in particolari attività o zone di pesca o dalla flotta nel suo insieme. Nel complesso le misure di adeguamento dello sforzo di pesca sembrano esercitare un impatto limitato sulla capacità della flotta; per alcune flotte, tuttavia, l’effetto di tali misure è ravvisabile in un ridotto livello di attività.

La valutazione dello CSTEP può essere così riepilogata.

- Nel complesso l’esaustività e la qualità delle relazioni per il 2009 variano da uno Stato membro all’altro; nell’insieme, però, le relazioni risultano generalmente più esaustive rispetto al 2008. Ancora una volta il punto di forza delle relazioni degli Stati membri consiste nella descrizione delle rispettive flotte, dei cambiamenti in esse intervenuti nel corso dell’anno e delle correlazioni con le attività di pesca. Di seguito sono enumerati i punti essenziali di cui tener conto.

- Rispetto al 2008 si osserva globalmente un netto miglioramento nella comunicazione degli elementi richiesti nelle relazioni degli Stati membri.

- Vari Stati membri che nelle relazioni del 2008 non avevano fornito tutti gli elementi richiesti li hanno riportati nella relazione del 2009.

- Svezia, Spagna e Regno Unito non hanno fornito una descrizione delle rispettive flotte pescherecce in relazione alle attività di pesca.

- Tutti gli Stati membri hanno indicato se si erano conformati o no ai regimi di entrata/uscita.

- Cinque Stati membri (Belgio, Cipro, Estonia, Grecia e Spagna) non hanno descritto le carenze e i punti di forza dei rispettivi regimi di gestione della flotta.

- Nelle relazioni di undici Stati membri non figurano piani volti a migliorare i regimi di gestione della flotta.

- Sette Stati membri non hanno fornito informazioni sul livello di attuazione degli strumenti di gestione della flotta. In questo senso si registra un miglioramento rispetto al 2008.

- Otto Stati membri non hanno formulato un parere generale sulla presenza o l’assenza di equilibrio tra le rispettive flotte e le possibilità ad esse assegnate nel 2009 (nel 2008 questa indicazione non figura in 14 relazioni).

- La Grecia è lo Stato membro che ha registrato il progresso più vistoso in termini di punteggio raggiunto.

Nelle pagine che seguono è riportato un quadro di valutazione, elaborato dallo CSTEP, della qualità e del contenuto delle relazioni degli Stati membri.

Punteggio assegnato agli Stati membri per l’inclusione degli elementi richiesti nella relazione annuale [2]

Q |Elemento richiesto |Pun-teggio mas-simo |BE |BG |CY |DK |EE |FI |DE |EL |EI |IT |LV |LT |MT |NL |PL |PT |RO |SI |ES |SE |UK | |1A |i) Descrizione delle flotte |2 |2 |2 |2 |2 |2 |2 |2 |2 |2 |2 |2 |2 |2 |2 |2 |2 |2 |2 |2 |2 |2 | | |ii) Correlazione con le attività di pesca |3 |3 |3 |3 |3 |3 |3 |3 |3 |3 |3 |3 |3 |3 |3 |3 |3 |3 |3 |0 |0 |0 | | |iii) Evoluzione delle flotte |3 |3 |3 |3 |3 |3 |3 |3 |3 |0 |3 |3 |3 |3 |3 |3 |3 |3 |3 |0 |3 |3 | |1B |i) Indicazione dei regimi di riduzione dello sforzo |2 |2 |2 |2 |2 |2 |2 |0 |2 |2 |2 |2 |2 |2 |2 |2 |2 |2 |2 |2 |2 |2 | | |ii) Impatto esercitato dai regimi di riduzione dello sforzo sulla capacità di pesca |3 |3 |3 |3 |3 |3 |3 |3 |3 |3 |3 |3 |3 |3 |3 |3 |3 |3 |3 |0 |3 |3 | |1C |Indicazione della conformità al regime di entrata/uscita e ai livelli di riferimento |2 |2 |2 |2 |2 |2 |2 |2 |2 |2 |2 |2 |2 |2 |2 |2 |2 |2 |2 |2 |2 |2 | |1D |i) Sintesi delle carenze e dei punti di forza del regime di gestione della flotta |1 |0 |1 |0 |1 |0 |1 |1 |0 |1 |1 |1 |1 |1 |1 |1 |1 |1 |1 |0 |1 |1 | | |ii) Piano di miglioramento del regime di gestione della flotta |2 |0 |2 |2 |2 |0 |0 |0 |2 |0 |2 |0 |0 |0 |0 |2 |2 |0 |2 |0 |2 |2 | | |iii) Informazioni sul livello generale di attuazione degli strumenti di gestione della flotta |1 |0 |1 |0 |0 |0 |1 |0 |1 |0 |1 |1 |0 |1 |1 |1 |1 |1 |1 |1 |1 |1 | |1E |Informazioni sui cambiamenti intervenuti nelle procedure amministrative relative alla gestione della flotta |1 |0 |1 |1 |1 |0 |1 |1 |1 |0 |1 |1 |0 |1 |1 |1 |1 |1 |1 |1 |1 |1 | |2 |Relazione di 10 pagine o meno? |1 |1 |1 |0 |1 |1 |1 |1 |1 |1 |0 |1 |1 |0 |1 |1 |0 |1 |0 |0 |1 |0 | |O |Globalmente: la relazione comprende una valutazione dell’equilibrio tra capacità e possibilità di pesca? |3 |3 |3 |0 |3 |3 |0 |3 |3 |0 |3 |3 |3 |3 |3 |3 |0 |0 |0 |0 |0 |3 | | Punteggio totale: |24 |19 |24 |18 |23 |19 |19 |19 |23 |14 |23 |22 |20 |21 |22 |24 |20 |19 |20 |8 |18 |20 | |

Punteggio assegnato agli Stati membri per la qualità degli elementi richiesti nella relazione annuale

Q |Elemento richiesto |Pun-teggio mas-simo |BE |BG |CY |DK |EE |FI |DE |EL |EI |IT |LV |LT |MT |NL |PL |PT |RO |SI |ES |SE |UK | |1A |i) Descrizione delle flotte |3 |3 |3 |3 |3 |2,5 |3 |3 |3 |3 |1,5 |3 |2 |2 |3 |1,5 |2 |3 |3 |3 |3 |3 | | |ii) Correlazione con le attività di pesca |3 |1 |2 |3 |2 |2,5 |3 |3 |2,5 |2 |3 |3 |2 |2,5 |2 |1,5 |2,5 |3 |0,5 |0 |0 |0 | | |iii) Evoluzione delle flotte |3 |2 |2,5 |0,5 |3 |2,5 |3 |3 |1 |0 |1 |3 |1,5 |2 |2 |1,5 |2 |3 |2 |0 |3 |3 | |1B |i) Indicazione dei regimi di riduzione dello sforzo |3 |2,5 |0,5 |3 |3 |3 |3 |0 |3 |3 |3 |3 |3 |3 |3 |3 |3 |2,5 |3 |3 |3 |3 | | |ii) Impatto esercitato dai regimi di riduzione dello sforzo sulla capacità di pesca |3 |2 |2 |3 |3 |3 |2,5 |1 |3 |1,5 |3 |1,5 |3 |3 |2 |3 |3 |3 |0,5 |0 |1,5 |3 | |1C |Indicazione della conformità al regime di entrata/uscita e ai livelli di riferimento |3 |1,5 |3 |3 |3 |3 |2,5 |3 |3 |3 |3 |2,5 |1,5 |3 |0 |2,5 |3 |3 |3 |2 |0 |3 | |1D |i) Sintesi delle carenze e dei punti di forza del regime di gestione della flotta |3 |0 |1,5 |0 |3 |0 |1,5 |2 |0 |0 |1,5 |3 |2,5 |1,5 |3 |3 |1,5 |3 |3 |0 |1,5 |0 | | |ii) Piano di miglioramento del regime di gestione della flotta |3 |0 |1,5 |2 |2 |0 |0 |0 |1,5 |0 |2,5 |0 |0 |0 |0 |3 |2,5 |0 |3 |0 |1,5 |3 | | |iii) Informazioni sul livello generale di attuazione degli strumenti di gestione della flotta |3 |0 |0,5 |0 |0 |0 |1,5 |0 |0,5 |0 |0,5 |0 |0 |2 |1 |3 |2,5 |1 |2 |1,5 |1,5 |0 | |1E |Informazioni sui cambiamenti intervenuti nelle procedure amministrative relative alla gestione della flotta |3 |0 |1,5 |3 |3 |0 |2,5 |3 |2,5 |0 |1 |3 |0 |1,5 |3 |3 |1,5 |2 |2 |0 |1,5 |3 | |2 |Relazione di 10 pagine o meno? |n/a | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | |O |Globalmente: la relazione comprende una valutazione dell’equilibrio tra capacità e possibilità di pesca? |3 |2 |2 |0 |3 |2 |0 |2 |1,5 |0 |1,5 |1,5 |2 |0 |1,5 |0 |0 |0 |0 |0 |0 |3 | | Punteggio totale: |33 |14,0 |20,0 |20,5 |28,0 |18,5 |22,5 |20,0 |21,5 |12,5 |21,5 |23,5 |17,5 |20,5 |20,5 |25,0 |23,5 |23,5 |22,0 |9,5 |16,5 |24,0 | |

CONCLUSIONI DELLA COMMISSIONE

Nel 2009 la capacità della flotta ha continuato a diminuire in media del 2-3%, confermando l’andamento degli anni precedenti. L’evoluzione generale della capacità di pesca dal 1992, illustrata dalle figure 3 e 5 dell’allegato tecnico, risulta sostanzialmente costante.

La Commissione teme che la potenza complessiva della flotta, quale risulta dai registri della flotta dell’Unione e degli Stati membri, non rispecchi la potenza effettivamente esercitata in mare. Una risposta a questo problema verrà dall’attuazione del nuovo regolamento sul controllo e della relative modalità di applicazione.

La maggior parte degli Stati membri non disponeva dei dati economici per il 2009; le relazioni di questi Stati membri riportano pertanto i dati relativi al 2008. La relazione economica annuale[3] evidenzia un peggioramento dei risultati economici nel 2008. Si può ragionevolmente concludere che i risultati economici della flotta nel 2009 hanno risentito del rincaro dei carburanti verificatosi nel 2008 e delle successive crisi economiche. Dalle relazioni degli Stati membri emerge inoltre che l’attività di pesca, rappresentata dal numero medio di giorni di pesca per nave, è piuttosto bassa e in molti casi tendente al calo (come dimostrano le serie temporali, laddove disponibili).

La capacità smantellata mediante aiuti pubblici nel 2009 è cresciuta di circa il 10% rispetto al 2008. Le riduzioni di capacità sovvenzionate mediante aiuti pubblici hanno rappresentato il 73% in termini di stazza e il 79% in termini di potenza della riduzione di capacità netta nel 2009. Questo dato sembra indicare che le difficoltà economiche e la carenza di possibilità di pesca dovuta all’eccessivo sfruttamento delle risorse stanno producendo un ridimensionamento della flotta. Come si è già detto, le flotte di molti Stati membri hanno dimensioni nettamente inferiori ai massimali di capacità risultanti dal regime di entrata/uscita. Inoltre il ricorso ai programmi di disarmo, che sono sempre facoltativi per i proprietari delle imbarcazioni, non è sempre motivato da considerazioni connesse allo stato degli stock ittici, ma dalla scarsa redditività della pesca. Tutti questi elementi spingono a riflette sul ruolo delle limitazioni della capacità di pesca e mettono in dubbio la necessità e l’efficacia delle misure di riduzione della capacità sovvenzionate mediante fondi pubblici.

In alcune attività di pesca il ricorso a diritti individuali trasferibili ha permesso di ridurre la capacità senza finanziamenti pubblici. Il fatto di estendere tali regimi ad altre attività, con particolare riguardo a quelle con un maggiore eccesso di capacità, potrebbe favorire l’adeguamento della capacità di pesca.

Anche se alcune flotte specifiche sembrano aver raggiunto un equilibrio ragionevole con le loro possibilità di pesca, la valutazione evidenzia nel complesso un eccesso di capacità. Questo stato di fatto è riconducibile a un insieme di fattori: sovrasfruttamento delle risorse (eccessiva mortalità per pesca in alcuni stock, che rende necessarie riduzioni dello sforzo), scarso utilizzo della capacità (un numero medio molto basso di giorni di pesca per nave) e scarsa redditività. Al ritmo con cui procede attualmente la riduzione della capacità, che è almeno in parte compensata dal progresso tecnologico, non sarà facile eliminare l’eccesso di capacità a breve termine se non interverranno cambiamenti nell’attuale strategia.

È quindi essenziale cogliere l’opportunità offerta dall’imminente riforma della politica comune della pesca per introdurre i cambiamenti necessari per eliminare la sovraccapacità della flotta.

[1] A norma dell’articolo 14 del regolamento (CE) n. 2371/2002 e dell’articolo 12 del regolamento (CE) n. 1438/2003.

[2] La relazione della Francia non è stata trasmessa in tempo utile per la valutazione da parte del gruppo di lavoro dello CSTEP.

[3] 2010 Annual Economic Report on the European Fishing Fleet , ISBN 978-92-79-17117-8.

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