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Document 52011AR0072

Parere del Comitato delle regioni sul tema «Il ruolo degli enti regionali e locali nel raggiungimento degli obiettivi della strategia Europa 2020»

GU C 9 del 11.1.2012, p. 53–60 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

11.1.2012   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 9/53


Parere del Comitato delle regioni sul tema «Il ruolo degli enti regionali e locali nel raggiungimento degli obiettivi della strategia Europa 2020»

2012/C 9/10

IL COMITATO DELLE REGIONI

ribadisce il fermo impegno nei confronti della sua proposta volta a istituire un Patto territoriale degli enti regionali e locali sulla strategia Europa 2020 con l'obiettivo di garantire una titolarità multilivello della strategia attraverso un partenariato efficace tra i poteri pubblici a livello dell'Unione europea, quelli nazionali e gli enti regionali e locali. Tale proposta è appoggiata dal Parlamento europeo, dalla Commissione europea e dal Consiglio europeo. I patti territoriali dovrebbero concentrarsi su un numero limitato di priorità su misura di particolare valore per la regione interessata;

prende atto dell'enorme divario che intercorre tra i risultati più recenti della ricerca e la pratica nella vita reale. Sono necessarie misure regionali forti per convertire i risultati della ricerca in un'innovazione adattata al livello locale che possa essere applicata in tutta Europa;

sottolinea l'importanza di creare capacità di innovazione su scala regionale basandosi sulla specializzazione intelligente e sulle complementarità delle regioni limitrofe;

invita le regioni pioniere a formare consorzi europei che integrino le differenti capacità per creare innovazioni rivoluzionarie a livello della società, da applicare in tutta Europa. Grazie ai suoi diversi attori, ogni regione può diventare una pioniera e concentrarsi sulle proprie esigenze e punti di forza;

incoraggia le regioni a muoversi verso l'innovazione aperta, con una visione centrata sul fattore umano dei partenariati tra soggetti pubblici e privati, in cui le università e gli altri centri di conoscenza svolgono un ruolo essenziale, per ammodernare ad esempio il concetto della «tripla elica».

Relatore

Markku MARKKULA (FI/PPE), membro del Consiglio comunale di Espoo, membro del Consiglio regionale di Helsinki-Uusimaa

Testo di riferimento

/

I.   RACCOMANDAZIONI POLITICHE

IL COMITATO DELLE REGIONI

Messaggi chiave: riguardo alla necessità di una trasformazione radicale a livello regionale e locale, il CdR:

1.

riconosce che la strategia Europa 2020 rappresenta allo stesso tempo un piano globale di riforme strutturali e una strategia di uscita dalla crisi. Essa prevede inoltre una più ampia serie di obiettivi e una governance economica maggiormente integrata (1). In tale contesto, gli enti regionali e locali dispongono del potenziale e dell'impegno politico necessari per affrontare le questioni economiche, sociali e ambientali da un punto di vista territoriale;

2.

sottolinea che, come indica il fallimento della strategia di Lisbona, né dei buoni programmi, né addirittura delle analisi corrette sono sufficienti a garantire risultati efficienti. Sul piano pratico, occorre compiere dei passi in avanti coraggiosi generando una maggiore titolarità tra tutti i livelli di governo negli Stati membri (locale, regionale e centrale) e coinvolgendo tutte le altri parti interessate. Bisogna incoraggiare le regioni a sviluppare delle piattaforme regionali di innovazione in modo che fungano da centri servizi basati sulla domanda e promuovano il ricorso alle conoscenze disponibili a livello internazionale per attuare la strategia Europa 2020, la specializzazione intelligente e la cooperazione in accordo con gli interessi delle regioni. A tal fine, occorre applicare la nuova concezione dinamica degli ecosistemi regionali di innovazione in cui le imprese, le città e le università, così come altri soggetti pubblici e privati (tripla elica) imparino a cooperare in modi nuovi e creativi per sfruttare appieno il loro potenziale innovativo;

3.

sottolinea che le regioni sono diventate protagoniste in molti settori politici (tra cui la politica sociale, economica, industriale, dell'innovazione, dell'istruzione e ambientale) e, pertanto, svolgono un ruolo fondamentale nell'attuazione della strategia Europa 2020 basata sul partenariato. Ciò richiederà l'adozione di un approccio su larga scala, complesso, aperto e multidisciplinare, che riunisca i numerosi atout complementari che trovano il loro fondamento nelle regioni e nelle città;

4.

sostiene con decisione la necessità indicata dalla Commissione di integrare pienamente i programmi nazionali di riforma (PNR) e i programmi di stabilità e convergenza (PSC) nelle procedure di bilancio nazionali, nonché di coinvolgere gli enti regionali e locali, così come le parti interessate, nella definizione e nell'attuazione dei PNR stessi (2);

5.

chiede che le trasformazioni radicali che possono essere intraprese dalle regioni e dalle città pioniere siano incentrate sui seguenti punti:

la transizione fondamentale attualmente in corso nella cultura del lavoro verso una collaborazione organizzata, una condivisione della conoscenza e un utilizzo congiunto delle risorse, piuttosto che un lavoro individuale in materia di processi industriali e piccoli progetti distinti;

nuovi approcci all'imprenditorialità caratterizzati da fenomeni quali la mentalità Venture Garage, che consentono alla giovane generazione digitale d'Europa di cooperare con investitori in capitali di rischio pubblici e privati per fare dell'imprenditorialità il motore dell'innovazione;

una cultura europea dell'innovazione aperta: le aziende di successo emergono a livello regionale e locale e la crescita viene accelerata nel momento in cui le imprese svolgono una parte più ampia delle loro attività di R&S in aperta collaborazione con le migliori università e gli istituti di ricerca;

le persone come risorsa principale delle nostre società: trovare delle forme nuove di coinvolgimento specialmente dei cittadini anziani in pensione e dei giovani disoccupati vuol dire porre le persone al centro delle nostre strategie, garantendo a tutti l'opportunità di condurre una vita piena di significato e mettendo i cittadini in condizione di utilizzare il proprio potenziale;

6.

sottolinea l'importanza di permettere alle popolazioni locali e alle loro comunità di sfruttare appieno il loro potenziale. A tal fine occorre rafforzare il ruolo degli enti regionali e locali, non soltanto nella loro funzione tradizionale di fornitori di servizi, ma anche come promotori di nuove attività produttive grazie a una cooperazione proattiva. L'insieme delle parti interessate dovrebbe cooperare per creare una cultura regionale di collaborazione caratterizzata dalla capacità di tener conto delle motivazioni, degli obiettivi e delle risorse delle popolazioni locali e delle loro comunità.

Messaggi chiave: per quanto riguarda il ruolo dei responsabili regionali del processo decisionale e politico come agenti di cambiamento e intermediari di innovazione a livello della società, il CdR:

7.

accoglie con favore la visione strategica più ampia che include le dimensioni sociale e ambientale come pilastri paritari e complementari accanto alla crescita economica e chiede che l'importanza cruciale dell'innovazione a livello della società sia riconosciuta in tutte le iniziative faro per attuare le tre priorità della strategia: una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva;

8.

invita i responsabili delle decisioni nel settore sia pubblico che privato a riconoscere che in materia di gestione e direzione nuove competenze, strutture e pratiche sono indispensabili per poter operare all'interno di aziende appartenenti a una rete globale;

9.

incoraggia i responsabili regionali del processo decisionale e politico a divenire agenti del cambiamento e a sviluppare un quadro strategico per lo sviluppo regionale basato sull'innovazione, dato che quest'ultima favorisce la qualità e migliora l'efficacia della spesa pubblica e privata, oltre a possedere un notevole potenziale per la creazione di nuova crescita e occupazione. La politica ha il compito di identificare gli atout unici di una regione e di utilizzarli come base al fine di conseguire gli obiettivi strategici di sviluppo. A tal fine, le regioni devono definire una visione solida e realista del loro futuro socioeconomico e formulare un insieme di politiche più vasto, integrato ed efficace. Per far ciò, occorre combinare gli strumenti dei diversi ambiti politici e livelli di governo, sostenere la generazione, la diffusione e lo sfruttamento della conoscenza, nonché creare pacchetti politici coerenti sostenuti da parametri migliori, un bilancio orientato al futuro e una sperimentazione basata su dati oggettivi;

10.

propone che, per raggiungere gli obiettivi specificati più sopra, la Commissione, lavorando in cooperazione con un certo numero di regioni e di esperti, avvii i necessari progetti di sviluppo. Nel quadro di tali progetti, è necessario sviluppare dei metodi attraverso i quali ricavare informazioni e previsioni da dati statistici generali che possano essere utilizzate per l'analisi di un settore o di un tema specifico;

11.

invita le regioni pioniere a formare consorzi europei che integrino le differenti capacità per creare innovazioni rivoluzionarie a livello della società, da applicare in tutta Europa. Grazie ai suoi diversi attori, ogni regione può diventare una pioniera e concentrarsi sulle proprie esigenze e punti di forza;

12.

chiede di realizzare un processo di apprendimento mirato che integri i diversi livelli di elaborazione delle politiche per coordinare l'utilizzo delle risorse e rafforzare l'impatto delle attività. Al fine di costruire una capacità congiunta, si dovrebbero sviluppare programmi Executive MBA rivolti ai responsabili politici, agli alti funzionari, ai direttori industriali e ai ricercatori, in cui vengano trattati i processi di progettazione strategica multilivello. I programmi di formazione di questo tipo sono necessari sia a livello europeo che a livello regionale. Il ruolo dei responsabili regionali delle decisioni dei vari Stati membri nell'attuazione della strategia Europa 2020 verrà pertanto rafforzato e aumenteranno sia la cooperazione che la diffusione di buone prassi.

II.   RACCOMANDAZIONI RELATIVE AL RUOLO DEGLI ENTI REGIONALI E LOCALI IN RELAZIONE ALLE SETTE INIZIATIVE FARO

Per quanto riguarda la necessità di una cooperazione trasversale, il CdR:

13.

insiste sulla necessità di realizzare attività congiunte e un'ampia collaborazione tra le varie iniziative faro per consentire e incoraggiare l'attuazione efficace della strategia Europa 2020. Utilizzando questo approccio, gli enti regionali e locali potranno sviluppare una cooperazione interterritoriale e, in particolare, potranno promuovere sistemi di piattaforme aperte e aumentare il riutilizzo e l'interoperabilità delle soluzioni e delle strutture da esse sviluppate. Anche se i risultati finali potrebbero avere un forte sapore locale, dal punto di vista delle strutture e dell'interoperabilità la collaborazione attiva determina economie di scala e la creazione di mercati più ampi per le attività locali;

14.

riconosce che la questione fondamentale che interessa gli enti regionali e locali (visto l'elevato numero di azioni che derivano dalle iniziative faro e che sono ad esse collegate) è trovare il modo con cui accelerare l'attuazione delle attività più rilevanti. Per aumentare l'impatto regionale delle iniziative faro, occorre pertanto affrontare diversi aspetti:

impatto, specializzazione, scalabilità e sensibilizzazione dell'opinione pubblica;

impiego efficace del benchmarking, condivisione delle migliori pratiche e cooperazione tra le regioni;

sviluppo di parametri per la creazione di valore, le innovazioni della società, i concetti e metodi nonché le piattaforme per partenariati pubblico-privato-cittadini;

consapevolezza dell'importanza del dialogo tra scienza e società, natura sistemica dell'innovazione e componenti di previsione concepiti per attori regionali e locali;

soprattutto, le iniziative faro devono essere tutte accompagnate da una valutazione d'impatto, in termini di bilancio, delle misure proposte.

Per quanto riguarda l'iniziativa faro «L'unione dell'innovazione», il CdR riconosce la particolare necessità di:

a)

sostenere iniziative come Regioni della conoscenza, Living Labs e Città intelligenti;

b)

sviluppare partenariati che servano da piattaforma per aumentare la base di conoscenze dei responsabili politici regionali e promuovere le innovazioni a livello della società;

c)

istituire una piattaforma intelligente di specializzazione per sostenere e incoraggiare le regioni ad adottare strategie che diano priorità ai vantaggi competitivi e alla potenziale cooperazione con altre regioni;

d)

sostenere la collaborazione tra le aziende e il mondo accademico mediante la creazione di Alleanze della conoscenza, prestando particolare attenzione all'eliminazione dei divari in termini di capacità di innovazione;

e)

rafforzare la base scientifica per l'elaborazione della politica con l'aiuto di un Forum europeo sulle attività orientate al futuro cui partecipino enti locali e regionali accanto ad altri soggetti interessati pubblici o privati, al fine di migliorare la base di conoscenze per la definizione delle politiche;

f)

sviluppare un più vasto interesse per il ricorso al cosiddetto modello «a tripla elica» per l'avvio di cluster regionali (e subregionali) innovativi orientati alla ricerca e per lo sviluppo di piattaforme di innovazione, nonché per il rafforzamento delle attività del triangolo della conoscenza (sinergie tra attività di ricerca, istruzione e innovazione);

g)

rimuovere le situazioni di divario organizzativo esistenti tra gli enti regionali e locali europei, attraverso forme di partenariato e progetti di cooperazione proattiva finalizzati ad un'Unione dell'innovazione che siano duraturi nel tempo ed incentivino l'esercizio in forma associata, stabile e strutturata di competenze specialistiche presso gli enti caratterizzati da minori dimensioni strutturali e organizzative.

Per quanto riguarda l'iniziativa faro «Youth on the move», il CdR riconosce la particolare necessità di:

a)

concentrare l'attenzione sulle competenze essenziali per la società della conoscenza, come imparare a imparare, l'apprendimento delle lingue e delle culture, le capacità imprenditoriali e di innovazione, le capacità interpersonali, nonché l'abilità di sfruttare appieno il potenziale delle TIC;

b)

collegare l'istruzione formale, informale e non formale, da un lato, e la formazione, dall'altro, ai bisogni del mercato del lavoro, per migliorare l'occupabilità dei giovani e consentire a questi ultimi di liberare il loro potenziale e di svilupparsi dal punto di vista personale e professionale;

c)

creare opportunità di mobilità per un numero più ampio possibile di giovani, indipendentemente dalle loro esperienze personali, dalla loro situazione economica o dalla posizione geografica della loro regione;

d)

sviluppare ulteriormente gli strumenti e i mezzi europei per agevolare e incentivare la mobilità nell'ambito dell'apprendimento in tutti gli anelli della catena dell'istruzione;

e)

sostenere l'inclusione di Europass (il modello di curriculum vitae europeo) nel futuro «passaporto europeo delle competenze» al fine di promuovere la mobilità;

f)

adottare iniziative di cooperazione tra autorità pubbliche basate sulla conclusione di accordi intesi a: ricercare le soluzioni migliori per preparare adeguatamente gli studenti alle responsabilità della vita adulta; rafforzare la collaborazione tra scuole professionali da un lato e datori di lavoro e università dall'altro per introdurre anche nella formazione professionale percorsi formativi ottimali, che soddisfino le aspettative sia degli allievi che dei datori di lavoro; coinvolgere i datori di lavoro nell'individuazione dei problemi dell'istruzione e nell'elaborazione di modalità di risoluzione di tali problemi; sostenere le scuole nella realizzazione di programmi di educazione e prevenzione; incoraggiare la partecipazione dei giovani ai tirocini professionali; diffondere la formazione permanente tra i datori di lavoro;

g)

sottolinea che le basi di una buona salute e della mobilità si pongono già nei primi anni di vita e sono essenziali per garantire una buona qualità di vita. Le attività degli organismi senza scopo di lucro sono una componente essenziale della società. Il Comitato invita pertanto la Commissione a non portare avanti le proposte (Libro verde della Commissione europea sul futuro dell'IVA - COM(2010) 695 definitivo) che mettono a repentaglio l'esistenza e la situazione economica di tali associazioni.

Per quanto riguarda l'iniziativa faro «Un'agenda europea del digitale», il CdR riconosce la particolare necessità di:

a)

creare agende digitali locali per accelerare l'utilizzo ottimale delle TIC mediante una collaborazione locale, regionale ed europea concertata;

b)

migliorare l'interoperabilità e l'e-government sviluppando nuove applicazioni, come i servizi elettronici incentrati sulle persone, l'apprendimento elettronico (e-learning), i servizi sanitari on line (e-health), il voto elettronico (e-voting), l'amministrazione on line (e-administration), i sistemi di trasporto intelligenti e i modelli di informazione regionale per la pianificazione urbana;

c)

promuovere il mercato unico digitale come pietra miliare dell'agenda europea del digitale e sostenere progetti innovativi su ampia scala basati sulle migliori conoscenze europee e che coinvolgano tutte le varie parti interessate;

d)

garantire un accesso alla banda larga equo e a prezzi ragionevoli in tutte le zone e realizzare grandi progetti pilota volti a colmare il divario in termini di accessibilità;

e)

sviluppare soluzioni comuni per le questioni relative alla protezione e alla sicurezza dei dati nel campo dei prodotti e servizi TIC, presupposto indispensabile per la fiducia dei cittadini e per poter cogliere le opportunità offerte.

Per quanto riguarda l'iniziativa faro «Un'Europa efficiente sotto il profilo delle risorse», il CdR riconosce la particolare necessità di:

a)

migliorare la governance in materia di cambiamento climatico, coinvolgendo gli enti regionali e locali, come protagonisti principali, negli sforzi tesi a combattere e attenuare i cambiamenti climatici e a promuovere metodi più sostenibili di sfruttamento delle risorse, e motivare i produttori e i consumatori ad adottare comportamenti più rispettosi del clima ed efficienti sotto il profilo delle risorse;

b)

creare parametri incentrati sull'utente per la creazione di valore e la valutazione d'impatto che vengano utilizzati dai diversi livelli di governo unitamente alla creazione di una società della conoscenza sostenibile, e limitare, in quest'ottica, il numero di indicatori, in modo da assicurare che le politiche siano elaborate in maniera efficiente, trasparente e comprensibile per i cittadini;

c)

adottare strategie regionali o locali per il clima e l'energia che prevedano più appalti verdi per i bilanci pubblici, inclusi i progetti che si avvalgono di finanziamenti degli Stati membri e dell'Unione europea;

d)

avvalersi di tabelle di marcia e patti di azione per guadagnare il sostegno politico e promuovere gli investimenti in un'infrastruttura rispettosa del clima, nel rinnovo del sistema energetico e nei servizi pubblici ecologici.

Per quanto riguarda l'iniziativa faro «Una politica industriale per l'era della globalizzazione», il CdR riconosce la particolare necessità di:

a)

promuovere la modernizzazione dell'industria mediante progetti europei strategici volti a scatenare un effetto trainante a livello globale in termini di condivisione efficace delle conoscenze e delle tecnologie (in ambiti quali i trasporti verdi e gli edifici efficienti sul piano energetico);

b)

garantire la fertilizzazione incrociata di idee e modelli aziendali mediante iniziative come la Regione imprenditoriale europea, in modo da incoraggiare gli enti regionali e locali a promuovere nuovi sviluppi per quanto riguarda le PMI e la cultura imprenditoriale;

c)

promuovere il concetto di ecosistemi regionali dell'innovazione e sviluppare una cooperazione più intensa tra tessuto produttivo, università e centri di ricerca al fine di creare nuova crescita e occupazione;

d)

prendere delle misure volte a conciliare lavoro e vita familiare migliorando la qualità dei servizi pubblici, ad esempio offrendo sufficienti posti a tempo pieno nelle strutture di custodia per l'infanzia, e promuovendo un'organizzazione del lavoro favorevole alla famiglia, basandosi fra l'altro su orari di lavoro e forme di occupazione flessibili.

Per quanto riguarda l'iniziativa faro «Un'agenda per nuove competenze e nuovi posti di lavoro», il CdR riconosce la particolare necessità di:

a)

sviluppare le condizioni per la creazione di posti di lavoro e di misure locali per gestire il cambiamento economico e industriale, identificando ad esempio l'inadeguatezza delle capacità digitali e le relative opportunità aziendali;

b)

promuovere partenariati strategici tra enti regionali e locali, istituti formativi ed imprese per rafforzare gli ecosistemi regionali dell'innovazione e conciliarli con le politiche di flessicurezza;

c)

incoraggiare l'azione locale in materia di alfabetizzazione digitale, abbandono scolastico, apprendimento permanente e empowerment degli anziani;

d)

sviluppare collegamenti più forti tra aziende e università, integrando ad esempio in tutti i programmi universitari dei tirocini che diano diritto a dei crediti tenendo conto, nello sviluppo dei programmi, anche delle esigenze degli studenti lavoratori e delle sfide cui sono confrontati, ad esempio prevedendo soggiorni all'estero più brevi e la cosiddetta Internationalisation at Home.

Per quanto riguarda l'iniziativa faro «Piattaforma europea contro la povertà», il CdR riconosce la particolare necessità di:

a)

sviluppare un'agenda di inclusione sociale a livello locale e regionale per rendere i servizi sociali locali più efficaci ed accessibili a tutti;

b)

utilizzare competenze giuridiche e ricorrere a programmi adattati alle esigenze locali nei settori dell'istruzione, dell'edilizia abitativa, della pianificazione urbana, dei servizi sociali, della sicurezza e delle attività culturali, con un'attenzione particolare ai giovani e ai bambini;

c)

promuovere l'inclusione digitale, l'economia sociale, il volontariato e la responsabilità sociale delle imprese;

d)

valutare le riforme intraprese, in particolare per quanto riguarda le dimensioni, i costi e l'impatto delle innovazioni della società, nonché diffondere in tutta Europa e applicare localmente le nuove soluzioni che hanno dimostrato la loro efficacia.

III.   RACCOMANDAZIONI RELATIVE ALLA GOVERNANCE MULTILIVELLO E AL FINANZIAMENTO

Messaggi sulla governance multilivello: per quanto riguarda i patti territoriali e l'appropriazione politica, il CdR:

15.

sottolinea che il conferimento di una maggiore dimensione regionale e locale alla strategia è teso a rafforzare l'impegno degli Stati membri nei confronti della strategia stessa, nonché la loro appropriazione politica di quest'ultima, rendendola così più pertinente ed efficiente a livello dei cittadini;

16.

ribadisce il fermo impegno nei confronti della sua proposta volta a istituire un Patto territoriale degli enti regionali e locali sulla strategia Europa 2020 con l'obiettivo di garantire una titolarità multilivello della strategia attraverso un partenariato efficace tra i poteri pubblici a livello dell'Unione europea, quelli nazionali e gli enti regionali e locali. Tale proposta è appoggiata dal Parlamento europeo, dalla Commissione europea e dal Consiglio europeo (3);

17.

osserva che diversi programmi di riforma nazionali di Europa 2020, presentati dai governi nazionali alla Commissione entro l'aprile 2011 nell'ambito del semestre europeo, fanno riferimento al ruolo svolto dagli enti regionali e locali nella loro progettazione. Tuttavia, soltanto alcuni di tali programmi indicano che si è adottato un approccio di governance multilivello per l'attuazione di alcuni aspetti della nuova strategia e soltanto uno di essi menziona esplicitamente la proposta del CdR per i patti territoriali;

18.

raccomanda vivamente agli Stati membri di aiutare le loro regioni e città a stabilire patti territoriali nell'ambito di Europa 2020 (4), al fine di definire, insieme ai rispettivi governi, obiettivi, impegni e strutture di rendicontazione nazionali in linea con gli obiettivi della strategia Europa 2020, nel pieno rispetto del quadro legislativo nazionale (5);

19.

sottolinea il valore aggiunto creato dai patti territoriali, che dovrebbero concentrarsi su un numero limitato di priorità su misura di particolare valore per la regione interessata e non dovrebbero diventare un nuovo strumento burocratico, quanto rappresentare i componenti naturali dei programmi di riforma nazionali per garantire la conformità con i principi della governance multilivello e del partenariato. Tali patti potrebbero assumere la forma di impegni politici, eventualmente integrati da contratti elaborati su base volontaria tra enti pubblici, e allo stesso tempo essere incentrati sulla governance e sull'attuazione della strategia Europa 2020. I patti territoriali potrebbero essere sviluppati in particolare nei settori politici in cui gli enti regionali e locali sono attori essenziali per quanto riguarda la progettazione e l'attuazione degli obiettivi principali e delle iniziative faro della strategia Europa 2020;

20.

rammenta che esistono diversi esempi di accordi di governance multilivello volti a perseguire gli obiettivi di sviluppo territoriale condiviso mediante una politica integrata e coordinata. Essi presentano notevoli differenze e riflettono non solo i diversi obiettivi, ma anche le reali differenze tra i paesi interessati e la loro diversità socioeconomica, culturale, istituzionale e ambientale. Alcuni esempi includono, tra gli altri, gli accordi esistenti in Austria (patti territoriali per l'occupazione), Spagna (patti territoriali della Catalogna per il mondo rurale), Belgio (Fiandre in azione, Patto 2020 e Piano Marshall 2.vert per la Vallonia), Regno Unito (the Greater Nottingham Partnership), Francia (Patto territoriale per l'inclusione, contratto di progetto Stato-regione) e Germania (Iniziativa per l'innovazione regioni imprenditoriali del ministero federale tedesco dell'Istruzione e della ricerca). Il CdR ribadisce il proprio impegno a promuovere la più ampia diffusione possibile delle esperienze al fine di incoraggiare processi di apprendimento reciproco (6); inoltre, richiama l'attenzione sulle iniziative congiunte finalizzate al rafforzamento e all'ulteriore maggiore sviluppo dei rapporti di vicinato tra comunità ed enti territoriali di due o più paesi confinanti tra loro, sulla base di accordi di cooperazione multilaterale o bilaterale tra le parti interessate;

21.

ribadisce il messaggio contenuto nella dichiarazione dell'Ufficio dei presidenza del CdR per il Consiglio europeo di primavera 2011: i patti territoriali contribuiranno a conferire alla nuova strategia una dimensione territoriale e a focalizzare inoltre l'attenzione su tutti gli strumenti politici e i canali di finanziamento di cui dispongono i diversi livelli di governo interessati;

22.

sottolinea che gli enti locali e regionali devono attuare gli obiettivi di Europa 2020, conformemente alla legislazione in vigore negli Stati membri e nell'Unione europea, e invita pertanto le presidenze dell'UE a sostenere esplicitamente nelle conclusioni del Consiglio europeo i principi della governance multilivello, inclusa la proposta del CdR relativa ai patti territoriali;

23.

rileva che l'esame dei programmi nazionali di riforma (PNR) dimostra che nella maggioranza degli Stati membri gli enti regionali e locali non erano stati sufficientemente coinvolti al momento dell'elaborazione dei PNR da parte degli Stati membri. Il Comitato delle regioni invita gli Stati membri a coinvolgere nel modo più ampio possibile gli enti locali e regionali nell'attuazione dei programmi nazionali di riforma. Una strategia di attuazione dal basso verso l'alto che, nel rispetto del principio di sussidiarietà, coinvolga al massimo i livelli amministrativi competenti, non soltanto migliora le prospettive di successo dei programmi bensì determina anche una più ampia accettazione della loro attuazione. Il Comitato delle regioni è pronto a sviluppare i concetti sottesi ai patti territoriali e i programmi operativi regionali in cooperazione con le regioni disposte ad agire in tal senso. Ciò permetterebbe alla strategia Europa 2020 di prendere l'abbrivo e di attuare le iniziative faro a livello regionale. Queste comprendono solitamente l'Agenda digitale locale e l'Agenda dell'innovazione locale, che aiutano la regione a specializzarsi in modo intelligente, oltre che ad espandere la cooperazione a livello europeo e la base di prosperità;

24.

sottolinea l'importanza di creare capacità di innovazione su scala regionale basandosi sulla specializzazione intelligente e sulle complementarità delle regioni limitrofe. Il pieno potenziale delle macroregioni europee dovrebbe essere utilizzato per ampliare i mercati e operare come un banco di prova innovativo a sostegno della crescita. A tal riguardo, la regione del mar Baltico potrebbe chiaramente essere utilizzata come apripista e prototipo per l'Europa intera.

Messaggi relativi alla governance multilivello: per quanto riguarda il ruolo essenziale dell'attuazione, il CdR:

25.

prende atto dell'enorme divario che intercorre tra i risultati più recenti della ricerca e la pratica nella vita reale. Sono necessarie misure regionali forti per convertire i risultati della ricerca in un'innovazione adattata al livello locale che possa essere applicata in tutta Europa. Gli enti regionali e locali devono mobilitare i partenariati pubblico-privato e incoraggiare la partecipazione dei cittadini (la cosiddetta innovazione aperta orientata all'utente in società aperte per la creazione di valore);

26.

sottolinea l'essenziale ruolo globale delle iniziative faro Unione dell'innovazione  (7) e Agenda digitale  (8) per la creazione delle condizioni favorevoli volte a colmare il divario tra i risultati della ricerca esistenti e la pratica. Le pratiche strategiche e operative a livello locale e regionale devono essere sviluppate, o addirittura modificate in maniera radicale, conformemente ai più recenti risultati della ricerca;

27.

raccomanda con forza la promozione delle innovazioni nei servizi per modernizzare i processi e affinché questi siano utilizzati per gettare le basi del pensiero digitale;

28.

raccomanda che la Commissione prenda decisioni rapide in modo da porre le basi per lo sviluppo del mercato unico, specialmente il mercato unico digitale, e finanziare alcune iniziative di R&S su larga scala che permettano di trasferire e concettualizzare in maniera multidisciplinare e creativa la conoscenza derivante dalla ricerca globale in applicazioni pratiche per la vita reale. Queste devono essere iniziative pionieristiche che prevedono il ricorso ai migliori esperti e agenti di cambiamento provenienti da diversi ambiti;

29.

invita la Commissione a lanciare congiuntamente al CdR una campagna di comunicazione più vasta per sensibilizzare i politici regionali e locali, così come l'opinione pubblica, nei confronti della strategia Europa 2020. A tal fine il CdR propone di elaborare, in collaborazione con la Commissione, un Manuale sulla strategia Europa 2020 per le città e le regioni in cui si spieghi chiaramente come queste possono contribuire all'attuazione della strategia e si segnalino al contempo le varie fonti di finanziamento (a livello nazionale, locale e regionale, così come a livello dell'Unione europea);

30.

conferma che continuerà a seguire l'attuazione della strategia sul campo mediante la sua Piattaforma di monitoraggio Europa 2020. Come contributo al successo della nuova strategia, nel contesto del semestre europeo, i risultati del monitoraggio del CdR saranno pubblicati ogni anno a dicembre, prima della valutazione annuale della crescita elaborata dalla Commissione e prima del Consiglio europeo di primavera.

Messaggi sul finanziamento: riguardo alla necessità di una sinergia tra le diverse fonti di finanziamento, il CdR:

31.

sottolinea che la vera sfida per l'Unione europea, gli Stati membri e le regioni consiste nel creare la sinergia necessaria tra i diversi strumenti di finanziamento del settore pubblico e privato per consentire l'attuazione della strategia Europa 2020, e invita a un miglior coordinamento tra i bilanci pubblici nazionali, regionali e locali per permettere alle regioni e alle città di utilizzare in maniera più efficace i fondi strutturali e gli altri programmi dell'Unione europea;

32.

rileva in particolare la necessità di avanzare in termini di concentrazione delle risorse per gli obiettivi e le finalità della strategia Europa 2020 e sottolinea il collegamento tra la politica di coesione e la strategia Europa 2020, che fornisce una vera opportunità per continuare ad aiutare le regioni più povere dell'Unione europea a recuperare il ritardo, per agevolare il coordinamento tra le politiche dell'Unione europea e per sviluppare ulteriormente la politica di coesione e farla diventare un volano di crescita in tutta l'Unione europea, affrontando allo stesso tempo le sfide d'indole sociale come l'invecchiamento demografico e il cambiamento climatico (9);

33.

conferma a tal fine il suo interesse alle due proposte della Commissione europea relative al nuovo quadro finanziario pluriennale per il periodo dopo il 2013 (10), in particolare: contratti di partenariato in materia di sviluppo e di investimento tra la Commissione e ciascun Stato membro, che riflettano gli impegni dei partner a livello nazionale, regionale e locale, e un quadro strategico comune per rafforzare la coerenza delle politiche volte alla realizzazione della strategia Europa 2020 e degli obiettivi di coesione, che vada a sostituirsi alle serie distinte di orientamenti strategici;

34.

rammenta in questo contesto le misure della politica di coesione per la costituzione di sistemi regionali d'innovazione e di strumenti di collaborazione territoriale, la messa a disposizione di capitale di rischio e le misure adottate ai fini di una più rapida introduzione dei prodotti innovativi e della messa in rete degli ambienti economici, scientifici e amministrativi interessati (11);

35.

rammenta la necessità di creare parametri migliori rispetto al PIL per affrontare questioni come i cambiamenti climatici, l'uso efficiente delle risorse, la qualità della vita o l'inclusione sociale e sottolinea che gli indici che potrebbero essere utilizzati dagli enti locali, regionali e nazionali, così come dalle autorità dell'Unione europea, devono essere omogenei e facilitare la creazione e la diffusione delle innovazioni societali, nonché la coerenza nell'adozione delle decisioni (12). Tali indicatori complementari dovrebbe essere presi in considerazione nell'attuazione e nella valutazione della politica di coesione, al fine di rispecchiare più fedelmente il livello di sviluppo di ciascuna regione (13);

36.

invita la Commissione europea ad agevolare nuovi partenariati territoriali semplificando e migliorando la gestione dei programmi di cooperazione interregionale (14);

37.

chiede che si aumentino le capacità delle regioni e delle città per utilizzare il Settimo programma quadro, il Programma per la competitività e l'innovazione e altre iniziative simili. Si dovrebbe prestare particolare attenzione al pieno utilizzo della digitalizzazione e delle nuove tecnologie abilitanti per ammodernare la politica di innovazione regionale.

Messaggi sul finanziamento: per quanto riguarda l'innovazione aperta e gli appalti pubblici che consentono l'utilizzo efficace delle risorse, il CdR:

38.

riconosce che l'innovazione deriva dalla combinazione di diversi elementi e approcci multidisciplinari e invita ad adottare misure intese ad aumentare il capitale strutturale e relazionale delle regioni, sia internamente nelle comunità di pratica, sia in collaborazione con altri;

39.

ritiene che le aziende debbano aprirsi a nuove mentalità e attingere ampiamente alle risorse collettive disponibili all'interno della loro regione e che il loro successo dipende dunque dal capitale sociale. Dall'altro lato, il CdR incoraggia le regioni a muoversi verso l'innovazione aperta, con una visione centrata sul fattore umano dei partenariati tra soggetti pubblici e privati, in cui le università e gli altri centri di conoscenza svolgono un ruolo essenziale, per ammodernare ad esempio il concetto della «tripla elica»;

40.

accoglie con favore l'impiego di appalti precommerciali come strumento per colmare il divario tra l'innovazione della società e le soluzioni basate sulla conoscenza, e sottolinea che la modernizzazione delle regole degli appalti deve rafforzare il ruolo del settore pubblico per ottenere il miglior rapporto qualità/prezzo (15). Gli appalti pubblici precommerciali possono rappresentare inoltre un incentivo notevole per la creazione del mercato unico in Europa, a condizione che i capitolati e le procedure possano essere coordinati tra le regioni;

41.

ribadisce che l'appalto precommerciale sarà rafforzato ancora di più se si combina con un'innovazione aperta, volta ad accelerare lo sviluppo di una società della conoscenza verde, in altre parole se viene utilizzato per sviluppare soluzioni comuni e riutilizzabili per creare infrastrutture e servizi su cui si basano gli ecosistemi dell'innovazione del mondo reale moderno.

Bruxelles, 12 ottobre 2011

La presidente del Comitato delle regioni

Mercedes BRESSO


(1)  Semestre europeo e Analisi annuale della crescita COM(2011) 11 definitivo.

(2)  Commissione europea, strategia Europa 2020 COM(2010) 2020 definitivo e lettera del Segretario generale al CdR del 19 luglio 2010.

(3)  CdR 199/2010 fin: Risoluzione del Comitato delle regioni - Un maggiore coinvolgimento degli enti regionali e locali nella strategia Europa 2020.

(4)  CdR 73/2011, Dichiarazione per il Consiglio europeo di primavera 2011.

(5)  CdR 199/2010 fin: Risoluzione del Comitato delle regioni - Un maggiore coinvolgimento degli enti regionali e locali nella strategia Europa 2020.

(6)  A tal fine, sul sito web della Piattaforma di monitoraggio Europa 2020 del CdR è stata attivata una pagina web dedicata.

(7)  CdR 373/2010 riv. 2, parere sul tema L'iniziativa faro Europa 2020 - L'Unione dell'innovazione.

(8)  CdR 104/2010 fin, parere sul tema Un'agenda digitale europea.

(9)  Revisione del bilancio dell'Unione europea - COM(2010) 700 definitivo.

(10)  Presentate nella Revisione del bilancio dell'Unione europea - COM(2010) 700 definitivo.

(11)  CdR 223-2010 fin, parere sul tema Il contributo della politica di coesione alla strategia Europa 2020.

(12)  CdR 163/2010 fin, parere sul tema Misurare il progresso non solo con il PIL.

(13)  CdR 369/2010 fin, parere in merito alla Quinta relazione sulla coesione.

(14)  Ibid.

(15)  CdR 70/2011 fin, parere sul tema La modernizzazione della politica dell'UE in materia di appalti pubblici.


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