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Document 52011AE0363

    Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla «Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all'Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell'informazione (ENISA)» — COM(2010) 521 definitivo

    GU C 107 del 6.4.2011, p. 58–63 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    6.4.2011   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

    C 107/58


    Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla «Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all'Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell'informazione (ENISA)»

    COM(2010) 521 definitivo

    2011/C 107/12

    Relatore: MORGAN

    Il Consiglio, in data 19 ottobre 2010, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 114 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito alla:

    Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all'Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell'informazione (ENISA)

    COM(2010) 521 definitivo.

    La sezione specializzata Trasporti, energia, infrastrutture, società dell'informazione, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 2 febbraio 2011.

    Alla sua 469a sessione plenaria, dei giorni 16 e 17 febbraio 2011 (seduta del 17 febbraio), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 173 voti favorevoli e 5 astensioni.

    1.   Conclusioni e raccomandazioni

    1.1

    Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) è ben consapevole dell'attuale grado di dipendenza della società civile dai servizi forniti su Internet, ed è inoltre preoccupato della relativa ignoranza della società civile nei confronti della propria sicurezza informatica. Il CESE ritiene che l'Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell'informazione (ENISA) sia responsabile di aiutare gli Stati membri e i fornitori dei servizi ad aumentare i loro standard di sicurezza generale, affinché tutti gli utenti Internet facciano quanto è necessario per assicurare la loro sicurezza informatica personale.

    1.2

    Il CESE sostiene di conseguenza la proposta di sviluppare l'ENISA, allo scopo di contribuire ad assicurare un alto livello di sicurezza delle reti e dell'informazione nell'Unione europea, creare una maggiore sensibilizzazione e sviluppare nella società una cultura della sicurezza in questo campo, a vantaggio dei cittadini, dei consumatori, delle imprese e delle organizzazioni del settore pubblico nell'UE, contribuendo in tal modo al corretto funzionamento del mercato interno.

    1.3

    La missione dell'ENISA è fondamentale per un'evoluzione securizzata dell'infrastruttura di rete dei governi, dell'industria, del commercio e della società civile nell'UE. Il CESE si attende che la Commissione stabilisca per l'ENISA gli standard operativi più elevati e che ne verifichi le prestazioni di fronte alle minacce crescenti o emergenti alla sicurezza informatica.

    1.4

    Le strategie informatiche individuate dalla NATO, da Europol e dalla Commissione europea dipendono tutte da una cooperazione efficace con gli Stati membri i quali, a loro volta, dispongono di una miriade di agenzie interne che si occupano di questioni legate alla sicurezza informatica. Le strategie NATO e Europol sono nate per essere proattive ed operative. Nell'ambito della strategia della Commissione europea, è chiaro che l'ENISA è un importante tassello nel complesso mosaico di agenzie e di missioni il cui obiettivo è la protezione delle infrastrutture critiche informatizzate (Critical Information Infrastructure Protection - CIIP). Sebbene il nuovo regolamento non proponga un ruolo operativo per l'ENISA, il CESE continua a considerare tale Agenzia la prima responsabile della CIIP nella società civile dell'UE.

    1.5

    A livello nazionale la responsabilità operativa in materia di sicurezza informatica ricade sugli Stati membri, ma gli standard CIIP sono palesemente diversi da uno Stato membro all'altro. Il ruolo dell'ENISA è quello di portare i paesi meno attrezzati ad un livello accettabile di sicurezza informatica. L'Agenzia deve garantire la cooperazione tra Stati membri e assisterli nell'applicazione delle migliori prassi. Per quanto riguarda le minacce da oltre confine, l'ENISA ha il compito di segnalare e prevenire.

    1.6

    L'ENISA va altresì coinvolta nella cooperazione internazionale con le autorità al di fuori dell'UE, una cooperazione fortemente politica che interessa numerosi settori dell'UE. Il CESE ritiene comunque che l'ENISA debba trovare una sua collocazione sulla scena internazionale.

    1.7

    Il CESE ritiene che l'ENISA possa svolgere un ruolo molto prezioso contribuendo a progetti di ricerca nel settore della sicurezza e avviando essa stessa progetti del genere.

    1.8

    Nel quadro della valutazione d'impatto il CESE non sosterrà, per il momento, la piena applicazione delle opzioni 4 e 5 che farebbero dell'ENISA un'agenzia operativa. La sicurezza informatica è un problema enorme, e gli attacchi sono in continua ascesa, per cui gli Stati membri devono mantenere la capacità di affrontare le minacce in modo proattivo. Lo sviluppo di agenzie operative dell'UE di solito ha come conseguenza una dequalificazione degli Stati membri, mentre nel settore della sicurezza informatica vale il principio contrario: gli Stati membri devono accrescere le loro qualifiche.

    1.9

    Il CESE comprende il punto di vista della Commissione secondo cui l'ENISA dovrebbe svolgere una missione definita e ben controllata, e disporre di risorse commisurate. Ciononostante il CESE teme che il mandato dell'Agenzia, fissato a cinque anni, possa limitare i progetti a lungo termine e compromettere lo sviluppo di capitale umano e di conoscenze in seno all'ENISA. Si tratta comunque di un'agenzia piuttosto piccola che deve occuparsi di un problema grande e in continua crescita. Data la portata e le dimensioni della sua missione, l'ENISA deve impiegare squadre di specialisti. Il lavoro da svolgere sarà vario e comprenderà incarichi a breve termine e progetti a lungo termine. Il CESE preferirebbe pertanto che il mandato dell'ENISA fosse dinamico e prorogabile, confermato continuamente tramite valutazioni e accertamenti periodici. Le risorse potrebbero così essere stanziate in modo progressivo, se e quando ciò risulta giustificato.

    2.   Introduzione

    2.1

    Il presente parere si occupa del regolamento inteso a sviluppare ulteriormente l'ENISA.

    2.2

    La Commissione ha formulato la sua prima proposta di strategia politica in materia di sicurezza delle reti e dell'informazione in una comunicazione del 2001 (COM(2001) 298 definitivo), su cui il relatore RETUREAU aveva elaborato un ampio parere (1).

    2.3

    La Commissione ha quindi elaborato una proposta di regolamento che istituiva l'Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell'informazione (ENISA) (COM(2003) 63 definitivo), su cui LAGERHOLM ha formulato un parere per conto del CESE (2). L'ENISA è stata successivamente istituita con il regolamento (CE) n. 460/2004.

    2.4

    Mentre l'utilizzo di Internet aumentava esponenzialmente, la sicurezza delle informazioni diventava una preoccupazione crescente. Nel 2006 la Commissione ha pubblicato una comunicazione che proponeva una strategia per una società dell'informazione sicura (COM(2006) 251 definitivo), sulla quale il CESE ha formulato un parere predisposto dal relatore PEZZINI (3).

    2.5

    Di fronte all'aumento delle preoccupazioni riguardo alla sicurezza delle informazioni, la Commissione ha presentato nel 2009 una proposta volta a proteggere le infrastrutture critiche informatizzate (COM(2009) 149 definitivo), a cui MCDONOGH ha dedicato un parere (4) adottato dalla sessione plenaria del CESE nel dicembre 2009.

    2.6

    Ora la Commissione propone di rafforzare e sviluppare l'ENISA allo scopo di contribuire ad assicurare un alto livello di sicurezza delle reti e dell'informazione nell'Unione europea, creare una maggiore sensibilizzazione e sviluppare nella società una cultura della sicurezza in questo campo, a vantaggio dei cittadini, dei consumatori, delle imprese e delle organizzazioni del settore pubblico nell'Unione, contribuendo in tal modo al corretto funzionamento del mercato interno.

    2.7

    Tuttavia l'ENISA non è l'unica agenzia per la sicurezza del ciberspazio europeo. Fornire una risposta alla ciberguerra e al ciberterrorismo è compito delle forze armate. In questo campo il principale organismo competente è la NATO. In base alla nuova strategia resa nota a Lisbona nel novembre 2010 (cfr. al riguardo http://www.nato.int/lisbon2010/strategic-concept-2010-eng.pdf), la NATO svilupperà ulteriormente la propria capacità di prevenire, individuare, difendersi e riprendersi dai ciberattacchi, ricorrendo tra l'altro al proprio processo di pianificazione per potenziare e coordinare le capacità di ciberdifesa nazionali, centralizzare la protezione informatica di tutti gli organi della NATO e migliorare l'integrazione tra la sensibilizzazione, la notifica e la risposta informatica della NATO, da un lato, e i paesi membri, dall'altro.

    2.8

    A seguito del ciberattacco sferrato nel 2007 all'Estonia, il 14 maggio 2008 è stato istituito ufficialmente il centro di eccellenza per la ciberdifesa destinato a rafforzare le capacità di ciberdifesa della NATO. Situato a Tallin, Estonia, il centro di eccellenza costituisce un'iniziativa internazionale a cui attualmente collaborano Estonia, Germania, Italia, Lettonia, Lituania, Slovacchia, Spagna e Ungheria in qualità di Stati finanziatori.

    2.9

    A livello dell'UE la criminalità informatica è di competenza di Europol. Si riporta qui di seguito un passo tratto da una testimonianza scritta presentata da Europol alla Camera dei Lord britannica (cfr. http://www.publications.parliament.uk/pa/ld200910/ldselect/ldeucom/68/68we05.htm):

    È chiaro che gli organismi incaricati dell'applicazione delle norme devono restare al passo con i progressi tecnologici compiuti dai criminali perché devono garantire una prevenzione efficace o la scoperta delle attività illecite. Inoltre, dal momento che l'alta tecnologia non conosce confini, le capacità disponibili devono presentare standard ugualmente elevati in tutta l'UE per impedire il formarsi di «punti deboli» dove potrebbe prosperare impunito il crimine ad alta tecnologia. In realtà queste capacità sono tutt'altro che omogenee nell'UE. Si assiste infatti a uno sviluppo chiaramente asimmetrico: alcuni Stati membri compiono progressi considerevoli in taluni settori, mentre altri restano indietro dal punto di vista tecnologico. Si rende quindi necessario un servizio centralizzato che aiuti tutti gli Stati membri a coordinare le attività congiunte, promuovere la standardizzazione degli approcci e delle norme di qualità, individuare e condividere le migliori prassi; solo così facendo si potrà garantire un'applicazione omogenea delle norme contro il crimine ad alta tecnologia.

    2.10

    L'High Tech Crime Centre (HTCC, Centro per il crimine ad alta tecnologia), creato in seno ad Europol nel 2002, è un'unità relativamente piccola, destinata però a crescere in futuro, essendo il fulcro dell'attività condotta da Europol in questo settore. L'HTCC svolge un importante ruolo di coordinamento, sostegno operativo, analisi strategica e formazione. Quest'ultima funzione è particolarmente importante. Europol ha creato inoltre la Piattaforma europea per il crimine informatico, che prevede in particolare i seguenti componenti:

    un sistema online di denunce dei reati perpetrati su Internet (I-CROS - Internet Crime Reporting Online System);

    un archivio di lavoro per fini di analisi (Cyborg);

    un portale per la conoscenza di Internet e dell'analisi forense (I-Forex, Internet and Forensic Expertise).

    2.11

    La strategia adottata dall'UE in materia di sicurezza informatica è illustrata nel capitolo Fiducia e sicurezza dell'Agenda digitale europea, che così illustra i problemi attuali:

    «Finora Internet si è dimostrato notevolmente sicuro, resistente e stabile, ma le reti informatiche e i terminali degli utenti rimangono vulnerabili e sono esposti ad una vasta gamma di minacce in costante evoluzione: negli ultimi anni il numero di messaggi di posta elettronica indesiderati è cresciuto a tal punto da congestionare il traffico di posta su Internet (secondo alcune stime dall'80 % al 98 % dei messaggi di posta elettronica sarebbe indesiderato); essi diffondono inoltre una lunga lista di virus e software maligni. I furti di identità e le frodi online crescono in maniera preoccupante, gli attacchi sono sempre più sofisticati (con trojan, botnet, ecc.) e spesso hanno finalità economiche, ma possono anche avere motivazioni politiche, come mostrano i recenti ciberattacchi che hanno colpito Estonia, Lituania e Georgia».

    2.12

    La Commissione si impegna, nell'ambito dell'Agenda, a compiere le seguenti azioni:

    Azione fondamentale 6: presentare nel 2010 misure volte a realizzare una politica rafforzata e di alto livello in materia di sicurezza delle reti e delle informazioni, che comprenda iniziative legislative come una ENISA rinnovata, nonché misure che permettano di rispondere più rapidamente ai ciberattacchi, compresa una squadra di pronto intervento informatico (CERT, Computer Emergency Response Team) per le istituzioni dell'UE;

    Azione fondamentale 7: presentare entro il 2010 misure, tra cui iniziative legislative, per combattere i ciberattacchi contro i sistemi informatici e adottare entro il 2013 le relative norme in materia di giurisdizione nel ciberspazio a livello europeo e internazionale.

    2.13

    In una comunicazione del novembre 2010 (COM(2010) 673 definitivo) la Commissione ha dato applicazione all'Agenda mettendo a punto la Strategia di sicurezza interna dell'UE, che presenta cinque obiettivi, il terzo dei quali consiste nell'aumentare i livelli di sicurezza per i cittadini e le imprese nel ciberspazio. Nell'ambito di tale obiettivo sono previste tre azioni, i cui dettagli sono illustrati nella tabella che segue (tratta dalla comunicazione della Commissione disponibile al seguente indirizzo: http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2010:0673:FIN:IT:pdf:

    OBIETTIVI E AZIONI

    RESPONSABILE

    CALENDARIO

    OBIETTIVO 3:   Aumentare i livelli di sicurezza per i cittadini e le imprese nel ciberspazio

    Azione 1   Potenziare le capacità delle autorità di polizia e delle autorità giudiziarie

    Creazione di un centro europeo per la criminalità informatica

    Previo studio di fattibilità della COM nel 2011

    2013

    Sviluppo delle capacità di indagine e perseguimento dei reati informatici

    SM con CEPOL, Europol ed Eurojust

    2013

    Azione 2   Collaborare con le imprese per dare ai cittadini i mezzi per agire e proteggerli

    Adozione di disposizioni per riferire gli episodi di criminalità informatica e di orientamenti per i cittadini in materia di sicurezza informatica e di criminalità informatica

    SM, COM, Europol, ENISA e settore privato

    In corso

    Orientamenti sulla cooperazione per contrastare la diffusione di contenuti illegali online

    COM con SM e settore privato

    2011

    Azione 3   Rafforzare la capacità di far fronte agli attacchi informatici

    Creazione di una rete di gruppi di pronto intervento informatico in ogni SM e una per le istituzioni dell'UE, e realizzazione periodica di piani nazionali d'emergenza e di esercitazioni di reazione e di ripristino

    SM ed istituzioni UE con ENISA

    2012

    Creazione di un sistema europeo di condivisione delle informazioni e di allarme (EISAS)

    SM con COM ed ENISA

    2013

    2.14

    Le strategie informatiche individuate dalla NATO, da Europol e dalla Commissione europea dipendono tutte da una cooperazione efficace con gli Stati membri i quali, a loro volta, dispongono di una miriade di agenzie interne che si occupano di questioni legate alla sicurezza informatica. Le strategie NATO e Europol sono state concepite per essere proattive ed operative. Nell'ambito della strategia della Commissione europea, è chiaro che l'ENISA è una parte importante del complesso mosaico di agenzie e missioni poste in essere ai fini della protezione delle infrastrutture critiche informatizzate (CIIP). Mentre il nuovo regolamento non propone, per l'ENISA, un ruolo operativo, il CESE ritiene che questa dovrebbe essere la prima responsabile della CIIP nella società civile dell'UE.

    3.   La proposta ENISA

    3.1

    Il problema che l'ENISA dovrà affrontare deriva da sette fattori principali:

    (1)

    frammentazione e diversità degli approcci nazionali;

    (2)

    scarsa capacità di allerta rapida e reazione a livello europeo;

    (3)

    mancanza di dati affidabili e conoscenze limitate su problemi in costante mutamento;

    (4)

    scarsa sensibilizzazione sui rischi e sulle sfide legati alla sicurezza delle reti e dell'informazione;

    (5)

    dimensione internazionale dei problemi in materia di sicurezza delle reti e dell'informazione;

    (6)

    necessità di modelli di collaborazione onde assicurare un'adeguata attuazione delle politiche;

    (7)

    bisogno di un'azione più efficace contro la criminalità informatica.

    3.2

    La proposta ENISA rappresenta un punto di riferimento sia per le politiche esistenti che per le nuove iniziative presentate nell'Agenda digitale europea.

    3.3

    L'ENISA dovrà sostenere, tra l'altro, le seguenti politiche già esistenti:

    (i)

    un forum europeo degli Stati membri (EFMS) destinato a favorire la discussione e lo scambio di informazioni relative alle buone pratiche politiche, per condividere obiettivi e priorità strategiche in relazione alla sicurezza e alla resilienza delle infrastrutture TIC (tecnologie dell'informazione e della comunicazione);

    (ii)

    un partenariato pubblico-privato europeo per la resilienza (EP3R), che costituisce il quadro europeo flessibile per la gestione della resilienza delle infrastrutture TIC, il cui compito è favorire la cooperazione tra il settore privato e quello pubblico su aspetti legati alla sicurezza e alla resilienza;

    (iii)

    il programma di Stoccolma, adottato dal Consiglio europeo l'11 dicembre 2009, che promuove politiche per garantire la sicurezza delle reti e consentire di reagire più rapidamente in caso di attacchi informatici nell'UE.

    3.4

    Tra i nuovi sviluppi che l'ENISA dovrà sostenere figurano:

    (i)

    intensificazione delle attività nell'ambito dell'EFMS;

    (ii)

    sostegno all'EP3R attraverso la discussione su provvedimenti e strumenti innovativi per aumentare la sicurezza e la resilienza;

    (iii)

    messa in atto dei requisiti di sicurezza del pacchetto normativo sulle comunicazioni elettroniche;

    (iv)

    agevolazione delle esercitazioni di preparazione nel campo della sicurezza informatica su scala UE;

    (v)

    creazione di una CERT per le istituzioni europee;

    (vi)

    mobilitazione degli Stati membri e loro sostegno nel completamento e, se necessario, nella creazione di CERT nazionali/governative per istituire una rete efficace di CERT che copra tutta l'Europa;

    (vii)

    sensibilizzazione dell'opinione pubblica circa le sfide poste dalla sicurezza delle reti e dell'informazione.

    3.5

    Prima di ultimare la proposta sono state esaminate cinque diverse opzioni. A ciascuna di esse erano associate funzioni e risorse diverse. È stata scelta la terza opzione, che prevede l'ampliamento delle funzioni attuali dell'ENISA e l'inclusione degli organismi incaricati dell'applicazione delle norme e della tutela della vita privata come parti interessate a pieno titolo.

    3.6

    Se si applicasse l'opzione 3, un'Agenzia modernizzata contribuirebbe a:

    ridurre la frammentazione degli approcci nazionali (problema 1), agevolare l'elaborazione di strategie e il processo decisionale sulla base di dati, conoscenze e informazioni (problema 3), aumentare la consapevolezza dei rischi e dei problemi inerenti alla sicurezza delle reti e dell'informazione (problema 4) e affrontarli, contribuendo a:

    raccogliere in maniera più efficace le informazioni rilevanti relative ai rischi, alle minacce e alle vulnerabilità in ciascuno Stato membro,

    rendere disponibili maggiori informazioni sui rischi e le sfide attuali e future in questo settore,

    una migliore qualità delle politiche in materia di sicurezza delle reti e dell'informazione negli Stati membri;

    migliorare i sistemi di allarme rapido e la capacità di reazione dell'Europa (problema 2):

    aiutando la Commissione e gli Stati membri a mettere a punto esercitazioni paneuropee e realizzando in tal modo economie di scala nella reazione agli incidenti a livello di UE,

    facilitando il funzionamento dei partenariati pubblico-privato (EP3R) che potrebbero attirare investimenti favoriti dall'esistenza di obiettivi strategici comuni e di norme valide in tutta l'UE nel settore della sicurezza e della resilienza;

    promuovere un approccio comune globale alla sicurezza delle reti e dell'informazione (problema 5):

    aumentando lo scambio di informazioni e conoscenze con i paesi terzi;

    contrastare la criminalità informatica in maniera più efficace (problema 7):

    partecipando a compiti non operativi legati agli aspetti inerenti alla sicurezza delle reti e dell'informazione nell'ambito dell'applicazione della legge e della cooperazione giudiziaria, quali lo scambio bidirezionale di informazioni e la formazione (per es. in collaborazione con l'Accademia europea di polizia CEPOL).

    3.7

    Nell'ambito dell'opzione 3, l'ENISA disporrebbe di tutte le risorse necessarie per condurre le proprie attività in modo approfondito e soddisfacente, con un impatto concreto. Potendo contare su risorse maggiori (5), l'ENISA può svolgere un ruolo molto più proattivo e adottare un numero più elevato di iniziative volte a promuovere una partecipazione attiva dei soggetti coinvolti. Inoltre, la nuova situazione consentirebbe una maggiore flessibilità per reagire rapidamente ai costanti cambiamenti nel campo della sicurezza delle reti.

    3.8

    L'opzione 4 prevede compiti operativi per la lotta contro gli attacchi informatici e la reazione agli incidenti informatici. Oltre alle mansioni precedentemente descritte, l'ENISA avrebbe compiti operativi, quali l'assunzione di un ruolo più attivo nella protezione delle infrastrutture critiche informatizzate dell'UE, ad esempio in materia di prevenzione e reazione agli incidenti, fungendo in particolare da CERT per la sicurezza delle reti e dell'informazione nell'UE e coordinando le CERT nazionali in qualità di centro di riferimento dell'UE in materia di sicurezza delle reti e dell'informazione, incaricato sia delle attività di gestione ordinaria che dell'organizzazione dei servizi di emergenza.

    3.9

    L'opzione 4 avrebbe un impatto maggiore a livello operativo, in aggiunta agli effetti previsti con l'opzione 3. Agendo da CERT per la sicurezza delle reti e dell'informazione nell'UE e coordinando le CERT nazionali, l'ENISA contribuirebbe a conseguire maggiori economie di scala nella reazione agli incidenti che interessano tutta l'UE, nonché a ridurre i rischi operativi per le imprese, ad esempio aumentando il livello della sicurezza e della resilienza. L'opzione 4 richiederebbe un sostanziale incremento del bilancio e delle risorse umane dell'ENISA, e ciò suscita preoccupazioni sulle sue capacità di assorbimento e sull'utilizzo efficace del bilancio rispetto ai benefici da raggiungere.

    3.10

    L'opzione 5 prevede funzioni operative per sostenere gli organismi incaricati del rispetto delle norme e le autorità giudiziarie nella lotta contro la criminalità informatica. Oltre alle attività previste dall'opzione 4, quest'opzione consentirebbe all'ENISA di:

    fornire sostegno in materia di diritto procedurale (cfr. convenzione sulla criminalità informatica): ad es. raccolta di dati sul traffico, intercettazione di dati sui contenuti, monitoraggio dei flussi in caso di attacchi di tipo «negazione di servizio» (denial-of-service);

    essere un centro specializzato per le indagini penali, ivi compresi gli aspetti della sicurezza delle reti e dell'informazione.

    3.11

    L'opzione 5 assicurerebbe maggiore efficacia nella lotta alla criminalità informatica rispetto alle opzioni 3 e 4, con l'aggiunta di funzioni operative nel sostenere gli organismi incaricati del rispetto delle norme e le autorità giudiziarie.

    3.12

    L'opzione 5 richiederebbe un incremento sostanziale delle risorse dell'ENISA e suscita nuovamente preoccupazioni riguardo alla capacità di assorbimento e all'efficace utilizzo del bilancio.

    3.13

    Sebbene le opzioni 4 e 5 possano assicurare un impatto positivo maggiore rispetto all'opzione 3, la Commissione ritiene che sussista una serie di motivi per scartarle:

    tali opzioni sarebbero politicamente delicate per gli Stati membri di fronte alle loro responsabilità in materia di protezione delle infrastrutture critiche informatizzate (ciò significa che diversi Stati membri non sarebbero favorevoli a compiti operativi centralizzati);

    l'ampliamento del mandato, come discusso nell'ambito delle opzioni 4 e 5, potrebbe rendere ambigua la posizione dell'ENISA;

    aggiungere questi compiti operativi nuovi e completamente differenti al mandato dell'ENISA potrebbe rivelarsi molto difficoltoso nel breve periodo e vi è il forte rischio che l'Agenzia non sia in grado di svolgere adeguatamente tali funzioni in tempi ragionevoli;

    ultimo punto, ugualmente importante, i costi di attuazione delle opzioni 4 e 5 sono proibitivi e richiederebbero per l'ENISA un bilancio quattro o cinque volte maggiore di quello attuale.

    4.   Disposizioni del regolamento

    4.1

    L'ENISA assiste la Commissione e gli Stati membri affinché siano in grado di soddisfare le prescrizioni giuridiche e normative in materia di sicurezza delle reti e dell'informazione.

    4.2

    Il consiglio di amministrazione definisce gli orientamenti generali del funzionamento dell'ENISA.

    4.3

    Il consiglio di amministrazione è composto da un rappresentante per ciascuno Stato membro, tre rappresentanti nominati dalla Commissione e un rappresentante di ciascuno dei seguenti gruppi: industria delle TIC, consumatori ed esperti universitari in materia di tecnologie dell'informazione.

    4.4

    L'ENISA è gestita da un direttore esecutivo indipendente responsabile dell'elaborazione del programma di lavoro dell'Agenzia, che dovrà essere sottoposto all'approvazione del consiglio di amministrazione.

    4.5

    Il direttore esecutivo è anche responsabile della stesura di un bilancio annuale a sostegno del programma di lavoro. Il consiglio di amministrazione deve presentare il bilancio e il programma di lavoro all'approvazione della Commissione e degli Stati membri.

    4.6

    Su proposta del direttore esecutivo, il consiglio di amministrazione istituisce un gruppo permanente di parti interessate composto da esperti che rappresentano l'industria delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, le organizzazioni dei consumatori, il mondo universitario, gli organismi incaricati dell'applicazione delle norme e quelli preposti alla tutela della vita privata.

    4.7

    Trattandosi ancora di una proposta di regolamento, rimangono alcune incertezze riguardo ai numeri. Attualmente l'ENISA conta tra i 44 e i 50 dipendenti e dispone di un bilancio di 8 milioni di EUR. In teoria, se si adottasse l'opzione 3, il personale passerebbe a 99 unità e il bilancio a 17 milioni di EUR.

    4.8

    Il regolamento propone un mandato fisso di cinque anni.

    Bruxelles, 17 febbraio 2011

    Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

    Staffan NILSSON


    (1)  GU C 48 del 21.2.2002, pag. 33.

    (2)  GU C 220 del 16.9.2003, pag. 33.

    (3)  GU C 97 del 28.4.2007, pag. 21.

    (4)  GU C 255 del 22.9.2010, pag. 98.

    (5)  Il riferimento a risorse maggiori è subordinato all'approvazione della proposta ENISA nella sua forma attuale.


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