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Document 52010DC0673

    COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO La strategia di sicurezza interna dell'UE in azione: cinque tappe verso un'Europa più sicura

    /* COM/2010/0673 def. */

    52010DC0673

    /* COM/2010/0673 def. */ COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO La strategia di sicurezza interna dell'UE in azione: cinque tappe verso un'Europa più sicura


    [pic] | COMMISSIONE EUROPEA |

    Bruxelles, 22.11.2010

    COM(2010) 673 definitivo

    COM UNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO

    La strategia di sicurezza interna dell'UE in azione: cinque tappe verso un'Europa più sicura

    COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO

    La strategia di sicurezza interna dell'UE in azione: cinque tappe verso un'Europa più sicura

    1. IL MODELLO EUROPEO DI SICUREZZA: LAVORARE INSIEME PER UN'EUROPA PIÙ SICURA

    Se la vita quotidiana della maggior parte degli Europei trascorre in relativa sicurezza, non va dimenticato che sulle nostre società pesano minacce gravi, di crescente entità e sempre più sofisticate. Oggigiorno, molte delle sfide da affrontare in materia di sicurezza sono di carattere transfrontaliero e transettoriale. Nessuno Stato membro è in grado, da solo, di rispondere a queste minacce, e ciò è motivo di preoccupazione per i cittadini e le imprese europee. Quattro Europei su cinque chiedono più azione a livello UE contro la criminalità organizzata e il terrorismo[1].

    Per rispondere alle nuove minacce e per aumentare la sicurezza dell'Europa è stato fatto molto. Con l'entrata in vigore del trattato di Lisbona[2] e gli orientamenti del programma di Stoccolma e relativo piano d'azione[3], l'Unione europea ha adesso la possibilità di intervenire in modo più determinato. La strategia di sicurezza interna, adottata all'inizio del 2010 sotto la presidenza spagnola[4], definisce le sfide, i principi e gli orientamenti per affrontare tali questioni nell'UE e invita la Commissione a presentare proposte ai fini della sua attuazione. La presente comunicazione, dal titolo "La strategia di sicurezza interna dell'UE in azione", si basa quindi su quanto gli Stati membri e le istituzioni dell'UE hanno già concordato e propone modalità di collaborazione per i prossimi quattro anni per essere più efficaci nel combattere e prevenire le forme gravi di criminalità organizzata , il terrorismo e la criminalità informatica , nel rafforzare la gestione delle frontiere esterne e costruire la resilienza alle calamità naturali e provocate dall'uomo .

    Un programma comune per sfide comuni

    Per quanto riguarda la sicurezza interna, il ruolo dell'UE consiste nell'elaborare politiche comuni e testi legislativi e mettere in atto una collaborazione pratica nel settore della cooperazione di polizia e giudiziaria, della gestione delle frontiere e della gestione delle crisi. Negli sforzi compiuti per raggiungere gli obiettivi di sicurezza, il contributo delle politiche interne ed esterne dell'UE è fondamentale.

    La strategia di sicurezza interna dell'UE in azione propone quindi un programma comune a Stati membri, Parlamento europeo, Commissione, Consiglio, agenzie e altri soggetti, compresi la società civile e le autorità locali. Occorre che tale programma sia sostenuto da una solida industria europea nel settore della sicurezza, che veda produttori e fornitori di servizi collaborare strettamente insieme agli utenti finali. Gli sforzi comuni compiuti per rispondere alle sfide poste dalla sicurezza contribuiranno anche a rafforzare e a sviluppare il modello europeo di economia sociale di mercato promosso dalla strategia Europa 2020.

    Politiche di sicurezza basate su valori comuni

    La strategia di sicurezza interna dell'UE in azione, così come gli strumenti e le misure per attuarla, devono basarsi su valori comuni fra cui lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti fondamentali sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea [5]. L'approccio della gestione delle crisi deve improntarsi alla solidarietà e le politiche antiterrorismo devono essere proporzionate all'entità del pericolo e concentrarsi sulla prevenzione di eventuali attacchi futuri. Se è vero che lo scambio di informazioni facilita un'efficace attività di contrasto nell'UE, è anche vero che bisogna proteggere la privacy delle persone e il diritto fondamentale alla protezione dei dati personali.

    La sicurezza interna in una prospettiva mondiale

    La sicurezza interna non può essere garantita in isolamento dal resto del mondo, ed è quindi importante garantire coerenza e complementarità fra la dimensione interna ed esterna di tale politica. I valori e le priorità della strategia di sicurezza interna, in particolare l'impegno a promuovere i diritti dell'uomo, la democrazia, la pace e la stabilità nei paesi vicini e oltre, sono parte integrante dell'approccio definito nella strategia europea in materia di sicurezza[6]. Come riconosciuto da tale strategia, le relazioni con i nostri partner, specie gli Stati Uniti, sono di fondamentale importanza nella lotta contro le forme gravi di criminalità organizzata e il terrorismo.

    La questione della sicurezza dovrebbe essere integrata nei partenariati strategici rilevanti e presa in considerazione nel dialogo con i partner al momento della programmazione dei finanziamenti UE negli accordi di partenariato. In particolare, le priorità di sicurezza interna dovrebbero essere presenti nei dialoghi politici con i paesi terzi e con le organizzazioni regionali, ove appropriate e pertinenti per contrastare minacce molteplici come la tratta degli esseri umani, il traffico di stupefacenti e il terrorismo. L'UE accorderà altresì un'attenzione particolare ai paesi terzi e alle regioni che potrebbero avere bisogno del sostegno e delle competenze dell'Unione e degli Stati membri ai fini non solo della sicurezza esterna ma anche di quella interna. Grazie al servizio europeo per l'azione esterna sarà possibile integrare maggiormente azioni e competenze ricorrendo alle capacità e alle competenze degli Stati membri, del Consiglio e della Commissione. Nelle delegazioni dell'UE, soprattutto nei paesi prioritari, occorrerebbe distaccare esperti in materia di sicurezza, fra cui gli ufficiali di collegamento Europol e i magistrati di collegamento.[7] Spetterà alla Commissione e dal servizio europeo per l'azione esterna definire le responsabilità e le funzioni di tali esperti.

    2. CINQUE OBIETTIVI STRATEGICI PER LA SICUREZZA INTERNA

    La presente comunicazione individua le sfide più urgenti in materia di sicurezza cui l'UE dovrà far fronte negli anni a venire. Essa propone cinque obiettivi strategici e specifiche azioni per il periodo 2011-2014 che, insieme agli sforzi e alle iniziative già in corso, contribuiranno a rendere più sicura l'Unione europea.

    Le forme gravi di criminalità organizzata sono molteplici: tratta degli esseri umani, traffico di stupefacenti e di armi da fuoco, riciclaggio di denaro, spedizione e scarico illegale di rifiuti dentro e fuori dall'Europa. Anche reati apparentemente meno gravi, come i furti con scasso e i furti di auto, la vendita di merci contraffatte e pericolose e le azioni messe a segno dalle gang itineranti sono spesso manifestazioni locali di reti criminali mondiali. Contro questo tipo di criminalità l'Europa deve intervenire con azioni concertate. Lo stesso vale per il terrorismo : le nostre società continuano ad essere vulnerabili al tipo di attentati terroristici come quelli che hanno colpito i trasporti pubblici di Madrid nel 2004 e di Londra nel 2005. Occorre lavorare più intensamente e cooperare più strettamente per evitare il ripetersi di episodi di questo tipo.

    Una minaccia crescente è posta dalla criminalità informatica . L'Europa ne è un bersaglio chiave, per la sua infrastruttura Internet avanzata, l'alto numero di utenti e il fatto che i circuiti economici e i sistemi di pagamento sono supportati da Internet. Cittadini, imprese, amministrazioni pubbliche e infrastrutture critiche: tutti devono godere di maggiore protezione dalle forme di criminalità che sfruttano le tecnologie moderne. Di un'azione più coerente ha bisogno anche la sicurezza delle frontiere . Data l'esistenza di frontiere esterne comuni, il contrabbando e le altre attività transfrontaliere illegali vanno combattute il a livello europeo. Un controllo efficace delle frontiere esterne dell'UE è fondamentale per lo spazio di libera circolazione.

    Negli ultimi anni si è poi osservato un aumento della frequenza e dell'entità delle calamità naturali e provocate dall'uomo in Europa e nelle immediate vicinanze. Questa situazione ha dimostrato l'esigenza per l'Europa di dotarsi di una capacità di reazione alle crisi e alle catastrofi più forte, più coerente e integrata, così come la necessità di attuare le politiche e le normative esistenti in materia di prevenzione delle catastrofi.

    OBIETTIVO 1 - Smantellare le reti criminali internazionali

    Nonostante la crescente cooperazione fra le autorità di contrasto e le autorità giudiziarie, sia a livello nazionale che fra Stati membri, le reti criminali internazionali restano estremamente attive e realizzano ingenti profitti illegali. Insieme alla corruzione e all'intimidazione delle autorità e delle popolazioni locali, questi profitti sono spesso utilizzati per infiltrarsi nel sistema economico e minare la fiducia dei cittadini.

    Per prevenire la criminalità è quindi essenziale smantellare le reti criminali ed eliminare l'attrattiva finanziaria che le alimenta. Per far ciò occorre rafforzare la cooperazione concreta fra le autorità di contrasto. Le autorità di tutti i settori, e a tutti i livelli, devono lavorare insieme per proteggere l'economia, e i profitti illegali devono essere efficacemente individuati e confiscati. Occorre altresì superare gli ostacoli posti da approcci nazionali divergenti, se del caso legiferando nel settore della cooperazione giudiziaria per un maggiore riconoscimento reciproco, per avere definizioni comuni dei reati e fissare livelli minimi di sanzioni penali.[8]

    Azione 1 - Individuare e smantellare le reti criminali

    Per individuare e smantellare le reti criminali è indispensabile capire i metodi con cui operano i loro membri, così come le loro modalità di finanziamento.

    Nel 2011 la Commissione presenterà una proposta legislativa sulla raccolta dei dati del codice di prenotazione dei passeggeri presenti sui voli in entrata o in uscita dal territorio dell'UE. Tali dati saranno analizzati dalle autorità degli Stati membri per prevenire e perseguire i reati di terrorismo e altri reati gravi.

    Per conoscere l'origine illegale del denaro e i suoi movimenti occorre avere informazioni sulla struttura proprietaria delle società e sui fondi da cui transita il denaro sporco. Nella pratica, le autorità di contrasto, le autorità giudiziarie, gli organismi amministrativi d'indagine come l'OLAF e i professionisti del settore privato hanno difficoltà a ottenere queste informazioni. Alla luce delle discussioni con i partner internazionali in seno alla task force "Azione finanziaria", l'Unione europea dovrebbe quindi considerare l'opportunità, entro il 2013, di rivedere la normativa UE antiriciclaggio per aumentare la trasparenza delle persone giuridiche e degli istituti giuridici. Per seguire i movimenti dei fondi di origine illegale, alcuni Stati membri hanno creato un registro centrale dei conti bancari e, per massimizzare l'utilità di tali registri a fini di contrasto, nel 2012 la Commissione elaborerà degli orientamenti. Al fine di indagare efficacemente sulle operazioni finanziarie delle reti criminali, occorre poi che le autorità di contrasto e le autorità giudiziarie siano attrezzate e formate per raccogliere, analizzare e, se del caso, condividere le informazioni, avvalendosi al massimo dei programmi di formazione dei centri nazionali di eccellenza per il contrasto ai reati finanziari e dell'Accademia europea di polizia (CEPOL). La Commissione proporrà una strategia in questo settore nel 2012.

    Il carattere internazionale delle reti criminali rende inoltre necessario un maggior numero di operazioni congiunte che vedano coinvolte polizia, dogane, guardie di frontiera e autorità giudiziarie dei vari Stati membri, in collaborazione con Eurojust, Europol e l'OLAF. Tali operazioni, che includono anche le squadre investigative comuni [9], dovrebbero essere organizzate – se necessario rapidamente – con il pieno sostegno della Commissione in linea con le priorità, gli obiettivi strategici e le pianificazioni stabiliti dal Consiglio sulla base di pertinenti analisi dei rischi.[10]

    Occorre altresì che la Commissione e gli Stati membri continuino a garantire l'efficace applicazione del mandato d'arresto europeo e a riferire in merito, indicandone anche le ripercussioni sui diritti fondamentali.

    Azione 2 - Proteggere l'economia dall'infiltrazione della criminalità

    Le reti criminali contano sulla corruzione per investire i loro profitti nei circuiti economici legali, erodendo la fiducia nelle pubbliche istituzioni e nel sistema economico. Sostenere la volontà politica di combattere la corruzione è di fondamentale importanza. Occorre pertanto un'azione a livello UE e scambiare le migliori prassi, e nel 2011 la Commissione presenterà una proposta sulle modalità per seguire e sostenere l' impegno degli Stati membri nella lotta contro la corruzione .

    Per proteggere l'economia dall'infiltrazione delle reti criminali servono politiche che impegnino gli organi governativi e di regolamentazione competenti per il rilascio di licenze e autorizzazioni e per l’assegnazione degli appalti pubblici e delle sovvenzioni (" approccio amministrativo "). La Commissione darà un sostegno pratico agli Stati membri creando nel 2011 una rete di punti di contatto nazionali per sviluppare le migliori prassi, e sostenendo progetti pilota su questioni pratiche.

    La contraffazione procura alla criminalità organizzata proventi ingenti, falsa i flussi commerciali del mercato unico, nuoce all'industria europea e mette a rischio la salute e la sicurezza dei cittadini europei. Nel contesto del futuro piano d'azione contro la contraffazione e la pirateria, la Commissione prenderà quindi tutte le misure appropriate per rafforzare e rendere più efficace la tutela dei diritti di proprietà intellettuale . Nel frattempo, per contrastare la vendita di merci contraffatte su Internet, è opportuno che le amministrazioni doganali degli Stati membri e la Commissione adattino la legislazione, ove necessario, creino punti di contatto nazionali nei servizi doganali nazionali e si scambino le migliori prassi.

    Azione 3 - Confiscare i beni d'origine illecita

    Per disincentivare finanziariamente le reti criminali gli Stati membri devono prendere tutte le misure possibili per sequestrare, bloccare, gestire e confiscare i beni d'origine illecita e garantire che non tornino in mano a tali reti.

    A tali fine nel 2011 la Commissione presenterà una proposta legislativa per rafforzare il quadro giuridico UE in materia di confisca [11], in particolare per autorizzare un più ampio ricorso alla confisca nei confronti di terzi[12] e poteri estesi di confisca[13], e per facilitare il mutuo riconoscimento, fra gli Stati membri, dei provvedimenti di confisca non basati sulla condanna[14].

    Gli Stati membri devono[15], entro il 2014, istituire uffici per il recupero dei beni dotati delle risorse e dei poteri necessari, formati e abilitati a scambiare informazioni. La Commissione svilupperà indicatori comuni entro il 2013, che serviranno agli Stati membri per valutare il funzionamento e i risultati di tali uffici. Entro il 2014 gli Stati membri dovranno anche prendere le necessarie disposizioni istituzionali, ad esempio creando uffici di gestione dei beni per garantire che i beni bloccati non perdano valore prima della confisca. Parallelamente, nel 2013, la Commissione fornirà orientamenti relativi alle migliori prassi per impedire che i gruppi criminali tornino in possesso dei beni confiscati.

    OBIETTIVO 2 – Prevenire il terrorismo e contrastare la radicalizzazione e il reclutamento

    La minaccia terroristica rimane considerevole ed è in continua evoluzione.[16] Le organizzazioni terroristiche si adattano e si rinnovano, come dimostrano gli attentati di Mumbai del 2008, il fallito attacco al volo Amsterdam-Detroit il giorno di Natale del 2009 e i complotti recentemente sventati, che interessavano vari Stati membri. Le minacce vengono ora sia dai terroristi organizzati che dai cosiddetti "lupi solitari", che possono avere sviluppato credenze radicali sotto l’effetto della propaganda estremista e aver trovato su Internet materiale per la loro formazione. L'impegno di lotta contro il terrorismo deve evolvere per poter anticipare tali minacce, con un approccio europeo coerente che includa un’azione preventiva[17]. L'Unione europea dovrebbe inoltre continuare a designare le infrastrutture critiche e a predisporre piani per la loro protezione, che includano anche i servizi di trasporto e le strutture di produzione e trasmissione di energia, che sono essenziali per il funzionamento della società e dell'economia[18].

    Spetta in primo luogo agli Stati membri porre in atto sforzi coordinati ed efficaci, con il pieno appoggio della Commissione e con l’aiuto del coordinatore antiterrorismo dell’UE, per il raggiungimento di questo obiettivo.

    Azione 1 – Dare alle comunità i mezzi per prevenire la radicalizzazione e il reclutamento

    È possibile contenere al massimo la radicalizzazione che può portare ad atti di terrorismo intervenendo quanto più possibile sugli individui più esposti nelle comunità più toccate. Questo tipo di prevenzione presuppone una stretta cooperazione con le autorità locali e con la società civile e più mezzi d’azione per i gruppi chiave delle comunità vulnerabili. Il grosso dell’azione contro la radicalizzazione e il reclutamento si situa – e dovrebbe rimanere – a livello nazionale.

    Diversi Stati membri stanno definendo piani di lavoro in questo campo, e alcune città dell’Unione europea hanno elaborato approcci e politiche di prevenzione incentrati sulle comunità locali. Queste iniziative hanno spesso dato buoni risultati, e la Commissione continuerà a sostenerle facilitando lo scambio di esperienze.[19]

    In primo luogo, entro il 2011, e in partenariato col Comitato delle regioni, la Commissione promuoverà la creazione di una rete UE di sensibilizzazione al problema della radicalizzazione , anche con l'aiuto di un forum on-line e di conferenze tenute in tutta l'Unione, per mettere in comune le esperienze, le conoscenze e le buone prassi allo scopo di aumentare la consapevolezza del problema della radicalizzazione e di consolidare le tecniche di comunicazione per contrastare le dinamiche del discorso terrorista. Tale rete sarà composta da responsabili politici, funzionari dei servizi di contrasto e di sicurezza, magistrati, autorità locali, universitari, esperti sul campo e organizzazioni della società civile, comprese le associazioni delle vittime. Gli Stati membri dovrebbero usare le idee nate dalla rete per creare spazi comunitari concreti e virtuali per pubblici dibattiti nell'ambito dei quali figure modello e opinion leader possano esprimere messaggi positivi che offrano alternative alla retorica terrorista. La Commissione sosterrà anche il lavoro delle organizzazioni della società civile che smascherano, traducono e contrastano la propaganda estremista violenta su Internet.

    In secondo luogo, nel 2012 la Commissione organizzerà una conferenza ministeriale sulla prevenzione della radicalizzazione e del reclutamento, in occasione della quale gli Stati membri avranno occasione di presentare esempi riusciti di azioni di lotta contro l'ideologia estremista.

    In terzo luogo, basandosi su queste iniziative e discussioni, la Commissione elaborerà un manuale di azioni ed esperienze volte a sostenere l'impegno degli Stati membri: dalla prevenzione della radicalizzazione fino allo smantellamento delle dinamiche di reclutamento, comprese le modalità per portare al disimpegno e alla riabilitazione delle persone coinvolte.

    Azione 2 - Impedire l'accesso dei terroristi a finanziamenti e materiali e monitorarne le transazioni

    Nel 2011 la Commissione valuterà se elaborare un insieme di misure amministrative ai sensi dell'articolo 75 del trattato relativamente al blocco dei beni ai fini della prevenzione e della lotta contro il terrorismo e le attività connesse. I piani d'azione dell'UE per impedire l'accesso alle sostanze esplosive (2008) e alle sostanze chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari (CBRN) (2009) devono essere attuati prioritariamente, con azioni sia legislative che non legislative. Ciò include l'adozione di un regolamento, proposto dalla Commissione nel 2010, che limita l'accesso dei cittadini ai precursori chimici utilizzabili per la fabbricazione di esplosivi, e la creazione di una rete europea di unità speciali di contrasto CBRN, per garantire che gli Stati membri tengano conto dei rischi CBRN nella pianificazione nazionale. Un'altra misura è istituire presso Europol un sistema di allarme rapido delle autorità di contrasto per incidenti provocati da materiali CBRN. Queste azioni richiedono uno stretto coordinamento con gli Stati membri e dovrebbero prevedere, se necessario, dei partenariati pubblico-privato. Per ridurre al minimo il rischio che organizzazioni terroristiche e attori statali possano accedere a materiali che potrebbero essere usati per fabbricare esplosivi e armi di distruzione di massa (biologiche, chimiche o nucleari), occorre che l'Unione europea rafforzi il sistema di controllo delle esportazioni di prodotti a duplice uso e la sua applicazione alle frontiere UE e internazionali.

    In seguito alla firma dell'accordo con gli Stati Uniti sul programma di controllo delle transazioni finanziarie dei terroristi, nel 2011 la Commissione elaborerà una politica di estrazione e analisi dei dati di messaggistica finanziaria detenuti sul proprio territorio.

    Azione 3 - Proteggere i trasporti

    La Commissione svilupperà ulteriormente il regime UE per la sicurezza aerea e marittima, in base ad una valutazione continua delle minacce e dei rischi. Terrà conto dei progressi delle tecniche e tecnologie di ricerca nel settore della sicurezza, utilizzando i programmi europei come Galileo e l'iniziativa GMES[20] sull'osservazione della Terra. Si adopererà per ottenere il consenso dei cittadini cercando un equilibrio ancora migliore fra il massimo livello possibile di sicurezza e il comfort dei viaggiatori, il controllo dei costi, e la protezione della privacy e della salute. Insisterà inoltre sul continuo rafforzamento del regime di ispezioni e di controllo dell'applicazione, compreso il monitoraggio delle operazioni merci. La cooperazione internazionale è fondamentale e può contribuire a promuovere migliori standard di sicurezza a livello mondiale, garantendo al tempo stesso un efficace uso delle risorse e limitando inutili ripetizioni dei controlli di sicurezza.

    Vi è spazio, e vi sono le ragioni, per un più attivo approccio europeo al vasto e complesso settore della sicurezza del trasporto terrestre , in particolare della sicurezza del trasporto passeggeri[21]. La Commissione intende ampliare il lavoro già intrapreso per la sicurezza del trasporto urbano in modo da comprendere: (a) il trasporto ferroviario locale e regionale, e (b) il trasporto ferroviario ad alta velocità con le relative infrastrutture. Il livello di attività dell'UE si è limitato finora allo scambio di informazioni e migliori prassi per motivi dovuti alla sussidiarietà e per mancanza di un'organizzazione internazionale comparabile all'Organizzazione marittima internazionale o all'Organizzazione per l'aviazione civile internazionale, che richiederebbe un approccio coordinato a livello europeo. Tenendo conto dell'esperienza acquisita nel settore della sicurezza del trasporto aereo e marittimo la Commissione reputa che, come primo passo verso altre azioni, sarebbe utile esaminare la possibilità di creare un Comitato permanente per la sicurezza del trasporto terrestre, presieduto dalla Commissione e cui partecipino esperti di trasporto e attività di contrasto, e un forum per lo scambio di vedute con le parti interessate del settore pubblico e privato. Il lavoro già intrapreso per perfezionare e rafforzare le procedure di monitoraggio del trasporto aereo di merci in transito da paesi terzi è stato accelerato alla luce dei recenti eventi.

    Le questioni relative alla sicurezza dei trasporti saranno trattate in una comunicazione sulla politica di sicurezza dei trasporti da pubblicarsi nel 2011.

    O BIETTIVO 3 – Aumentare i livelli di sicurezza per i cittadini e le imprese nel ciberspazio

    La sicurezza delle reti informatiche è un fattore essenziale per il buon funzionamento della società dell'informazione: è quanto riconosce l'agenda digitale europea[22], di recente pubblicazione, che tratta questioni legate alla criminalità informatica, alla sicurezza informatica, all'uso sicuro di Internet e alla privacy quali presupposti per instaurare un clima di fiducia e sicurezza per gli utenti della rete. Lo sviluppo e l'applicazione rapida delle nuove tecnologie dell'informazione hanno creato anche nuove forme di attività criminale. La criminalità informatica è un fenomeno mondiale che provoca danni ingenti al mercato interno dell'UE. E se la struttura di Internet non conosce frontiere, le competenze a perseguire la criminalità informatica restano ancora di livello nazionale. Gli Stati membri devono riunire gli sforzi a livello UE: l'High Tech Crime Centre, presso Europol, svolge già un importante ruolo di coordinamento per le attività di contrasto, ma bisogna fare di più.

    Azione 1 - Potenziare le capacità delle autorità di polizia e delle autorità giudiziarie

    Entro il 2013 l'UE creerà, in seno alle strutture esistenti, un centro per la criminalità informatica che permetterà agli Stati membri e alle istituzioni dell'UE di sviluppare capacità operative ed analitiche ai fini delle indagini e della cooperazione con i partner internazionali.[23] Il centro consentirà di migliorare la valutazione e il monitoraggio delle misure preventive e investigative esistenti, di sostenere lo sviluppo di attività di formazione e di sensibilizzazione delle autorità di polizia e delle autorità giudiziarie, permetterà di instaurare una cooperazione con l'Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell'informazione (ENISA), e servirà d'interfaccia con una rete di gruppi nazionali o governativi di pronto intervento informatico (CERT). Il centro per la criminalità informatica dovrebbe diventare il fulcro della lotta contro la criminalità informatica in Europa.

    A livello nazionale, gli Stati membri dovrebbero provvedere a stabilire norme comuni applicabili da polizia, giudici, magistratura inquirente e polizia scientifica quando indagano e perseguono reati informatici. Da qui al 2013 gli Stati membri sono invitati a sviluppare a livello nazionale, in collaborazione con Eurojust, CEPOL ed Europol, le capacità nazionali in materia di sensibilizzazione e formazione contro la criminalità informatica e ad istituire, sempre a livello nazionale o in partenariato con altri Stati membri, centri d'eccellenza che dovrebbero collaborare strettamente con il mondo accademico e con le imprese.

    Azione 2 – Collaborare con le imprese per dare ai cittadini i mezzi per agire e proteggerli

    Tutti gli Stati membri dovrebbero garantire ai cittadini la possibilità di riferire facilmente gli episodi di criminalità informatica . Una volta valutate, queste informazioni andrebbero trasmesse alla piattaforma nazionale e, se necessario, europea di segnalazione dei reati informatici. Sulla scia del prezioso lavoro svolto nell'ambito del programma "Internet più sicuro", gli Stati membri dovrebbero altresì garantire ai cittadini un facile accesso a orientamenti sulle minacce informatiche e sulle indispensabili precauzioni da prendere. Tali orientamenti dovrebbero inoltre spiegare come proteggere la privacy online, come individuare e segnalare il grooming (tentativo di adescamento di minori on-line), come dotare il proprio computer degli antivirus e dei firewall di base, come gestire le password e come individuare gli atti di phishing (tentativo di acquisizione fraudolenta di informazioni sensibili), pharming (tecnica utilizzata per avere accesso a informazioni personali), o altri attacchi. Nel 2013 la Commissione costituirà un'unità centrale di condivisione in tempo reale di risorse e di migliori prassi fra gli Stati membri e le imprese.

    La cooperazione fra il settore pubblico e quello privato va poi rafforzata a livello europeo attraverso il partenariato pubblico-privato europeo per la resilienza (EP3R), che dovrebbe servire a elaborare misure e strumenti innovativi per migliorare la sicurezza e la resilienza delle reti e delle infrastrutture informatizzate. L'EP3R dovrebbe inoltre impegnarsi con i partner internazionali a rafforzare la gestione globale dei rischi delle reti informatiche.

    La diffusione di contenuti illegali su Internet, fra cui l'istigazione al terrorismo, va combattuta con orientamenti sulla cooperazione basati sulle procedure di notifica e di rimozione, che la Commissione intende elaborare per il 2011 insieme ai fornitori di servizi Internet, alle autorità di contrasto e alle organizzazioni senza scopo di lucro. Per incoraggiare i contatti e l'interazione fra questi soggetti, la Commissione promuoverà l'uso di una piattaforma Internet denominata "Iniziativa di contatto contro la criminalità informatica per le imprese e le autorità di contrasto".

    Azione 3 – Rafforzare la capacità di far fronte agli attacchi informatici

    Per migliorare la capacità di prevenzione, individuazione e reazione rapida in caso di ciberattacchi e ciberperturbazioni, serve tutta una serie di misure. In primo luogo tutti gli Stati membri, e le stesse istituzioni dell'UE, dovrebbero disporre, entro il 2012, di un CERT ben rodato. È importante che, una volte costituiti, tutti i CERT e le autorità di contrasto cooperino nel settore della prevenzione e della risposta. In secondo luogo, per rafforzare la preparazione entro il 2012 gli Stati membri dovrebbero creare una rete dei CERT nazionali o governativi. Questa attività sarà anche utile per sviluppare entro il 2013, con il sostegno della Commissione e dell'ENISA, un sistema europeo di condivisione delle informazioni e di allarme (EISAS) per i cittadini, e per costituire una rete di punti di contatto fra gli organismi competenti e gli Stati membri. In terzo luogo gli Stati membri, insieme all'ENISA, dovrebbero elaborare piani di emergenza nazionali ed organizzare esercitazioni periodiche nazionali ed europee sulla reazione agli incidenti e sul ripristino in caso di eventi catastrofici. Complessivamente, l'ENISA fornirà supporto a queste azioni allo scopo di elevare gli standard dei CERT in Europa.

    O BIETTIVO 4 – Rafforzare la sicurezza attraverso la gestione delle frontiere

    Con l'entrata in vigore del trattato di Lisbona, l'Unione europea è in grado di trarre maggior vantaggio dalle sinergie fra le politiche di gestione delle frontiere per le persone e le merci, in uno spirito di solidarietà e ripartizione delle responsabilità[24]. Per quanto riguarda la circolazione delle persone, l'UE può guardare alla gestione dell'immigrazione e alla lotta contro la criminalità come a un duplice obiettivo della strategia di gestione integrata delle frontiere. Questo approccio si basa su tre assi strategici:

    - maggiore ricorso alle nuove tecnologie per i controlli di frontiera (sistema d'informazione Schengen di seconda generazione (SIS II), sistema di informazione visti (VIS), sistema di registrazione ingressi/uscite e programma per viaggiatori registrati);

    - maggiore ricorso alle nuove tecnologie per la sorveglianza delle frontiere (sistema europeo di sorveglianza delle frontiere, EUROSUR) con il sostegno dei servizi di sicurezza GMES, e creazione graduale di un sistema comune per la condivisione delle informazioni sul settore marittimo dell’UE[25], e

    - maggiore coordinamento fra gli Stati membri grazie a Frontex.

    Per quanto riguarda la circolazione delle merci, il cosiddetto "emendamento sulla sicurezza" del codice doganale comunitario[26] pone le basi per l'instaurazione di frontiere più sicure e al tempo stesso più aperte agli scambi di merci fidate. Tutte le merci che entrano nell'UE sono oggetto di un'analisi dei rischi a fini di sicurezza, in base a criteri di rischio e norme comuni. L'utilizzo delle risorse è più efficace poiché l'attenzione maggiore viene dedicata alle merci potenzialmente pericolose. Tale sistema si fonda su informazioni sui movimenti commerciali anticipate dagli operatori economici, sulla definizione di un quadro comune in materia di gestione dei rischi, così come su un apposito regime per gli operatori economici autorizzati da applicarsi a tutte le merci in entrata o in uscita dall'UE. Si tratta di strumenti complementari che creano un'architettura omnicomprensiva, in costante sviluppo per far fronte ad organizzazioni criminali sempre più sofisticate che gli Stati membri non possono contrastare da soli.

    Azione 1 – Sfruttare pienamente le potenzialità di EUROSUR

    Nel 2011 la Commissione presenterà una proposta legislativa riguardante l' istituzione di EUROSUR per contribuire alla sicurezza interna e alla lotta contro la criminalità. Tramite EUROSUR sarà predisposto un meccanismo che permetta alle autorità degli Stati membri di scambiarsi informazioni operative riguardanti la sorveglianza delle frontiere e di cooperare fra di loro e con Frontex a livello tattico, operativo e strategico.[27] EUROSUR si avvarrà delle nuove tecnologie sviluppate grazie ai progetti di ricerca e alle attività finanziate dall'UE, come le immagini satellitari per individuare e seguire obiettivi alle frontiere marittime, ad es. per tenere sotto controllo imbarcazioni rapide che trasportino droga nell'UE.

    Negli ultimi anni sono state avviate due importanti iniziative sulla cooperazione operativa alle frontiere marittime: una sulla tratta e il traffico di esseri umani sotto l'egida di Frontex e l'altra sul traffico di stupefacenti nell'ambito del MAOC-N[28] e del CeCLAD-M.[29] Nel quadro dello sviluppo dell'azione integrata e operativa alle frontiere marittime dell'UE, l'Unione lancerà nel 2011 un progetto pilota alle frontiere meridionali o sud-occidentali che coinvolgerà i due centri, la Commissione, Frontex ed Europol. Tale progetto pilota esaminerà le possibili sinergie fra i dati dell'analisi dei rischi e della sorveglianza in settori di interesse comune relativi a vari tipi di minacce, come il traffico di droga e di esseri umani.[30]

    Azione 2 – Rafforzare il contributo di Frontex alle frontiere esterne

    Nello svolgimento delle sue operazioni, Frontex acquisisce informazioni sui criminali appartenenti alle reti di trafficanti. Attualmente, però, queste informazioni non possono essere successivamente utilizzate ai fini di analisi dei rischi o di future operazioni congiunte più mirate. Per giunta, i dati rilevanti sui presunti criminali non arrivano alle autorità nazionali competenti né ad Europol per ulteriori indagini. Parimenti, Europol non può condividere le informazioni contenute nei suoi archivi di lavoro per fini di analisi. In base all'esperienza acquisita e nel contesto dell'approccio globale dell'UE alla gestione delle informazioni[31], la Commissione ritiene che consentire a Frontex di trattare e utilizzare queste informazioni, in misura limitata e conformemente a norme di gestione dei dati personali chiaramente definite, apporterà un contributo significativo allo smantellamento delle organizzazioni criminali. Questo non deve tuttavia creare doppioni fra i lavori di Frontex e di Europol.

    A partire dal 2011 la Commissione, col contributo sia di Frontex che di Europol, presenterà una relazione entro la fine di ogni anno su specifici reati transfrontalieri quali la tratta e il traffico di esseri umani e il traffico di merci illegali. Questa relazione annuale servirà da base per valutare la necessità di organizzare operazioni congiunte nell'ambito di Frontex e fra polizia, dogane e altre autorità di contrasto specializzate, a partire dal 2012.

    Azione 3 – Gestione comune dei rischi relativamente alla circolazione delle merci attraverso le frontiere esterne

    Per migliorare la sicurezza delle catene di approvvigionamento internazionali e della circolazione delle merci attraverso le frontiere dell'UE sono stati realizzati negli ultimi anni importanti adattamenti giuridici e strutturali. Il quadro comune in materia di gestione dei rischi (CRMF), attuato dalle autorità doganali, prevede un monitoraggio continuo dei dati commerciali elettronici prima dell'arrivo (e prima della partenza) delle merci per individuare eventuali minacce alla sicurezza dell'UE e dei cittadini e per far fronte a tali rischi in maniera adeguata. Il CRMF prevede anche un'intensificazione dei controlli, focalizzandoli su settori prioritari predeterminati fra cui la politica commerciale e i rischi finanziari, e comporta infine lo scambio sistematico di informazioni sui rischi a livello UE.

    Una delle sfide degli anni a venire è garantire risultati uniformi e di qualità nella gestione dei rischi, nell'analisi dei rischi associati e nel controllo basato sui rischi in tutti gli Stati membri. Oltre alla già citata relazione annuale sul traffico di merci illegali, la Commissione effettuerà valutazioni doganali a livello UE per far fronte ai rischi comuni. Rafforzare la sicurezza delle frontiere significa condividere le informazioni a livello UE. Per ottenere, infine, il necessario livello di sicurezza doganale alle frontiere esterne, nel 2011 la Commissione valuterà le opzioni per migliorare le capacità di analisi e determinazione del rischio a livello UE e presenterà se del caso delle proposte.

    Azione 4 – Migliorare la cooperazione interservizi a livello nazionale

    Per la fine del 2011 gli Stati membri dovrebbero cominciare a sviluppare analisi comuni dei rischi . Questo lavoro dovrebbe implicare tutte le autorità investite di un ruolo nel campo della sicurezza, fra cui la polizia, le guardie di frontiera e le autorità doganali, che individuano i punti sensibili e le minacce molteplici e trasversali alle frontiere esterne, come il ripetuto traffico di esseri umani e di stupefacenti dalla stessa regione agli stessi valichi di frontiera. Queste analisi dovrebbero andare a completare la relazione annuale della Commissione sui reati transfrontalieri con i contributi congiunti di Frontex ed Europol. Entro la fine del 2010 la Commissione porterà a termine uno studio per individuare le migliori prassi ai fini della cooperazione fra le guardie di frontiera e le amministrazioni doganali che operano alle frontiere esterne dell'UE, ed esaminerà le modalità migliori per diffonderle. Nel 2012 la Commissione avanzerà inoltre suggerimenti su come migliorare il coordinamento dei controlli di frontiera effettuati dalle varie autorità nazionali (polizia, guardie di frontiera e dogane). Oltre a ciò, entro il 2014, svilupperà insieme a Frontex, Europol e all'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo norme minime e migliori prassi per la cooperazione interservizi, che saranno applicate in particolare all'analisi congiunta dei rischi, alle indagini congiunte, alle operazioni congiunte e allo scambio di intelligence.

    O BIETTIVO 5 – Aumentare la resilienza dell'Europa alle crisi e alle calamità

    L'UE è esposta a varie crisi e minacce potenziali, che possono venire ad esempio dal cambiamento climatico, dal terrorismo e dagli attacchi informatici alle infrastrutture critiche, dalla propagazione dolosa o accidentale di malattie e di agenti patogeni, da improvvise epidemie di influenza e dal blocco delle infrastrutture. Per far fronte a queste minacce transettoriali occorre migliorare l'efficacia e la coerenza delle pratiche tradizionali di gestione delle crisi e delle catastrofi, cosa che richiede sia solidarietà nella risposta che responsabilità nella prevenzione e preparazione, con particolare riguardo a una migliore valutazione e gestione, a livello UE, di tutti i potenziali rischi.

    Azione 1 – Fare pieno uso della clausola di solidarietà

    La clausola di solidarietà contenuta nel trattato di Lisbona[32] introduce l'obbligo giuridico, per l'UE e per gli Stati membri, di prestarsi vicendevolmente assistenza in caso di attacco terroristico o di calamità naturale o provocata dall'uomo. L'applicazione di tale clausola permette all'Unione europea di essere più organizzata e più efficace nella gestione delle crisi, in termini sia di prevenzione che di risposta. Sulla base di una proposta trasversale della Commissione e dell'Alto rappresentante – che dovrà essere presentata nel 2011 – il compito collettivo dell'UE sarà quello di mettere in pratica la clausola di solidarietà .

    Azione 2 – Un approccio multirischio per la valutazione delle minacce e dei pericoli

    Entro la fine del 2010 la Commissione elaborerà, insieme agli Stati membri, degli orientamenti per la valutazione e la mappatura dei rischi ai fini della gestione delle catastrofi. Tali orientamenti saranno impostati in modo da contemplare tutti i pericoli e tutti i rischi, e verteranno in linea di massima su tutte le calamità naturali e provocate dall'uomo. Entro la fine del 2011 gli Stati membri dovrebbero mettere a punto approcci nazionali alla gestione dei rischi, comprese analisi dei rischi. Su tale base la Commissione preparerà, entro la fine del 2012, una panoramica transettoriale dei principali rischi naturali o provocati dell'uomo che l'Unione europea potrebbe trovarsi ad affrontare[33]. Inoltre, con l’iniziativa sulla sicurezza sanitaria che prevede di avviare nel 2011, la Commissione tenterà di intensificare il coordinamento della gestione dei rischi nell’UE e consoliderà le strutture e i meccanismi esistenti nel campo della sanità pubblica.

    Per quanto riguarda la valutazione delle minacce , la Commissione sosterrà gli sforzi volti a migliorare sia la comprensione reciproca delle varie definizioni di livello delle minacce sia la comunicazione quando questi livelli sono soggetti a cambiamenti. Gli Stati membri sono invitati a preparare, nel 2012, le proprie valutazioni delle minacce per quanto riguarda il terrorismo e altri intenti malevoli. Dal 2013 in poi la Commissione, in collaborazione con il coordinatore antiterrorismo dell’UE e con gli Stati membri, preparerà bilanci regolari delle minacce esistenti, basati sulle valutazioni nazionali.

    È opportuno che, entro il 2014, l'UE definisca una politica coerente di gestione dei rischi , che colleghi la valutazione delle minacce e dei rischi al processo decisionale.

    Azione 3 – Collegare i vari centri di situazione

    Una risposta efficace e coordinata alle crisi dipende dalla capacità di disporre velocemente di un quadro globale e preciso della situazione. Occorre ottenere da tutte le fonti pertinenti informazioni relative alla situazione all'interno o all'esterno dell'Unione, e tali informazioni vanno poi analizzate, valutate e condivise con gli Stati membri e con i servizi operativi e strategici delle istituzioni dell'UE. Grazie a una rete di strutture sicure, alle giuste attrezzature e a personale adeguatamente formato, l'UE può mettere a punto un approccio integrato basato su una valutazione comune e condivisa di una situazione di crisi .

    Avvalendosi delle capacità e delle conoscenze esistenti la Commissione, entro il 2012, rafforzerà i legami fra i sistemi settoriali di allarme rapido e i meccanismi di cooperazione in caso di crisi,[34] anche nel settore sanitario, della protezione civile, del monitoraggio dei rischi nucleari e del terrorismo, e utilizzerà i programmi operativi sotto l'egida dell'UE. Queste disposizioni contribuiranno a migliorare i legami con le agenzie dell'UE e col servizio europeo per l'azione esterna, incluso il Situation Centre, e consentiranno un migliore scambio di informazioni e, se del caso, l'elaborazione di relazioni di valutazione congiunte delle minacce e dei rischi.

    Un efficace coordinamento fra le istituzioni, gli organismi e le agenzie dell'UE richiede un quadro generale coerente per la protezione delle informazioni riservate. La Commissione intende quindi presentare una proposta a tal fine nel 2011.

    Azione 4 – Sviluppare una capacità europea di reazione alle catastrofi

    L'UE deve essere in grado di reagire alle catastrofi all'interno e all'esterno del proprio territorio. Gli insegnamenti tratti dagli eventi recenti lasciano margine per ulteriori miglioramenti in termini di rapidità di mobilitazione e adeguatezza delle azioni intraprese, coordinamento politico e operativo e visibilità della reazione dell’Unione europea alle catastrofi, sia internamente che esternamente.

    In linea con la strategia di reazione alle catastrofi[35] recentemente presentata, occorre che l'UE costruisca una capacità europea di reazione alle emergenze basata su risorse preimpegnate degli Stati membri messe a disposizione per le operazioni UE, e su piani di emergenza già concordati. L'efficienza e il rapporto costi-efficacia devono migliorare grazie alla condivisione della logistica e a disposizioni semplificate e potenziate in materia di condivisione e cofinanziamento dei mezzi di trasporto. Per attuare le questioni principali nel 2011 saranno presentate proposte legislative.

    3. ATTUAZIONE DELLA STRATEGIA

    La realizzazione della strategia di sicurezza interna in azione è di responsabilità congiunta delle istituzioni dell'UE, degli Stati membri e delle agenzie dell'UE. Occorre che vi sia un processo concordato di attuazione di tale strategia con chiari ruoli e responsabilità, che veda il Consiglio e la Commissione, in stretta collaborazione con il servizio europeo per l'azione esterna, assumere la funzione di motori per la realizzazione degli obiettivi strategici. In particolare, la Commissione sosterrà le attività del Comitato permanente per la cooperazione operativa in materia di sicurezza interna (COSI), per garantire la promozione e il rafforzamento della cooperazione operativa e favorire il coordinamento dell'azione delle autorità competenti degli Stati membri[36].

    Attuazione

    Le priorità saranno riprese nella programmazione operativa delle agenzie UE, a livello nazionale e nei programmi di lavoro della Commissione. La Commissione garantirà che le attività in materia di sicurezza, fra cui la ricerca nel settore della sicurezza, la politica industriale e i progetti finanziati dai programmi UE per la sicurezza interna, siano coerenti con gli obiettivi strategici. La ricerca nel settore della sicurezza continuerà ad essere finanziata con il programma quadro pluriennale di ricerca e sviluppo. Per garantire una corretta attuazione la Commissione creerà un gruppo di lavoro interno. Il servizio europeo per l'azione esterna sarà invitato a partecipare per assicurare la coerenza con la più ampia strategia europea in materia di sicurezza e per sfruttare le sinergie fra le politiche interne ed esterne, comprese le valutazioni dei rischi e delle minacce. Allo stesso fine il COSI e il comitato politico e di sicurezza dovrebbero lavorare insieme e riunirsi regolarmente.

    I fondi UE che potrebbero rendersi necessari per il periodo 2011-2013 saranno stanziati entro gli attuali massimali del quadro finanziario pluriennale. Per il periodo successivo al 2013, i fondi per la sicurezza interna saranno esaminati nel contesto di una discussione a livello dell’intera Commissione su tutte le proposte da presentare per quel periodo. Nell'ambito di tale discussione la Commissione esaminerà la fattibilità di un fondo per la sicurezza interna.

    Monitoraggio e valutazione

    La Commissione monitorerà, insieme al Consiglio, i progressi della strategia di sicurezza interna in azione e presenterà una relazione annuale al Parlamento europeo e al Consiglio sulla base dei contributi degli Stati membri e delle agenzie UE e avvalendosi per quanto possibile dei meccanismi di comunicazione esistenti. La relazione annuale metterà in evidenza i principali sviluppi di ciascuno degli obiettivi strategici, valutando l'efficacia delle azioni a livello UE e a livello degli Stati membri e formulando se necessario raccomandazioni, e includerà inoltre un allegato che descriva lo stato della sicurezza interna, elaborato dalla Commissione col contributo delle agenzie competenti. Tale relazione potrà andare ad alimentare ogni anno i dibattiti del Parlamento europeo e del Consiglio sulla sicurezza interna.

    OSSERVAZIONI CONCLUSIVE

    Il mondo è in piena evoluzione, non meno delle minacce e delle sfide che ci troviamo ad affrontare. La reazione dell'Unione europea deve evolvere di conseguenza. Se lavoriamo insieme per attuare le azioni delineate nella presente strategia, allora siamo sulla buona strada. D’altro canto, per quanto forti e preparati possiamo essere, non riusciremo mai, inevitabilmente, ad eliminare tutte le minacce; proprio per questo è importante intensificare gli sforzi.

    Con il trattato di Lisbona come nuovo quadro giuridico, la strategia di sicurezza interna in azione dovrebbe diventare il programma comune dell'UE per i prossimi quattro anni. Il suo successo dipenderà dall'impegno collettivo di tutti gli interlocutori europei, ma anche dalla cooperazione con il mondo esterno. Solo unendo le forze e lavorando insieme per attuare questa strategia gli Stati membri e le istituzioni, gli organismi e le agenzie dell'UE potranno dare una risposta davvero coordinata alle minacce che di questi tempi incombono sulla nostra sicurezza.

    Allegato - Sintesi degli obiettivi e delle azioni

    STRATEGIA DI SICUREZZA INTERNA

    OBIETTIVI E AZIONI

    OBIETTIVI E AZIONI | RESPONSABILE | CALENDARIO |

    OBIETTIVO 1 – Smantellare le reti criminali internazionali |

    Azione 1 - Individuare e smantellare le reti criminali |

    Proposta sull'uso dei dati del codice di prenotazione | COM[37] | 2011 |

    Eventuale revisione della normativa UE antiriciclaggio per consentire l'identificazione dei titolari di società e fondi | COM | 2013 |

    Orientamenti sull'uso dei registri dei conti bancari per seguire i movimenti dei fondi di origine illegale | COM | 2012 |

    Strategia per la raccolta, l'analisi e lo scambio di informazioni sulle operazioni finanziarie illegali, e relativa formazione | COM con SM e CEPOL | 2012 |

    Maggiore ricorso a squadre investigative comuni organizzate in tempi brevi | SM con COM, Europol ed Eurojust | In corso |

    Azione 2 - Proteggere l'economia dall'infiltrazione della criminalità |

    Proposta relativa al monitoraggio e all’assistenza degli Stati membri nella lotta contro la corruzione | COM | 2011 |

    Istituzione di una rete di punti di contatto nazionali per gli organi governativi e di regolamentazione | COM con SM | 2011 |

    Azioni per tutelare i diritti di proprietà intellettuale e combattere la vendita di merci contraffatte su Internet | SM e COM | In corso |

    Azione 3 - Confiscare i beni d'origine illecita |

    Proposta relativa alla confisca nei confronti di terzi, ai poteri estesi di confisca e ai provvedimenti di confisca non basati sulla condanna | COM | 2011 |

    Istituzione di uffici per il recupero dei beni e necessarie disposizioni per la gestione dei beni | SM | 2014 |

    Indicatori comuni per valutare i risultati degli uffici per il recupero dei beni e orientamenti per impedire che i gruppi criminali riacquisiscano i beni confiscati | COM | 2013 |

    OBIETTIVO 2 - Prevenire il terrorismo e contrastare la radicalizzazione e il reclutamento |

    Azione 1 - Dare alle comunità i mezzi per prevenire la radicalizzazione e il reclutamento |

    Creazione di una rete UE di sensibilizzazione al problema della radicalizzazione, con un forum on-line e conferenze in tutta l'Unione. Sostegno alle organizzazioni della società civile che smascherano, traducono e contrastano la propaganda estremista violenta | COM col Comitato delle Regioni | 2011 |

    Conferenza ministeriale sulla prevenzione della radicalizzazione e del reclutamento | COM | 2012 |

    Manuale sulla prevenzione della radicalizzazione, sullo smantellamento delle dinamiche di reclutamento e sul disimpegno e la riabilitazione delle persone coinvolte | COM | 2013-2014 |

    Azione 2 - Impedire l'accesso dei terroristi a finanziamenti e materiali e monitorarne le transazioni |

    Quadro relativo al blocco dei beni di terroristi | COM | 2011 |

    Attuazione di piani d'azione per impedire l'accesso agli esplosivi e alle sostanze chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari | SM | In corso |

    Elaborazione di una politica relativa all'estrazione e all'analisi dei dati di messaggistica finanziaria | COM | 2011 |

    Azione 3 - Proteggere i trasporti |

    Comunicazione sulla politica di sicurezza dei trasporti | COM | 2011 |

    OBIETTIVO 3 - Aumentare i livelli di sicurezza per i cittadini e le imprese nel ciberspazio |

    Azione 1 - Potenziare le capacità delle autorità di polizia e delle autorità giudiziarie |

    Creazione di un centro europeo per la criminalità informatica | Previo studio di fattibilità della COM nel 2011 | 2013 |

    Sviluppo delle capacità di indagine e perseguimento dei reati informatici | SM con CEPOL, Europol ed Eurojust | 2013 |

    Azione 2 - Collaborare con le imprese per dare ai cittadini i mezzi per agire e proteggerli |

    Adozione di disposizioni per riferire gli episodi di criminalità informatica e di orientamenti per i cittadini in materia di sicurezza informatica e di criminalità informatica | SM, COM, EUROPOL, ENISA e settore privato | In corso |

    Orientamenti sulla cooperazione per contrastare la diffusione di contenuti illegali on-line | COM con SM e settore privato | 2011 |

    Azione 3 - Rafforzare la capacità di far fronte agli attacchi informatici |

    Creazione di una rete di gruppi di pronto intervento informatico in ogni SM e una per le istituzioni dell'UE, e realizzazione periodica di piani nazionali d'emergenza e di esercitazioni di reazione e di ripristino | SM ed istituzioni UE con ENISA | 2012 |

    Creazione di un sistema europeo di condivisione delle informazioni e di allarme (EISAS) | SM con COM ed ENISA | 2012 |

    OBIETTIVO 4 - Rafforzare la sicurezza attraverso la gestione delle frontiere |

    Azione 1 - Sfruttare pienamente le potenzialità di EUROSUR |

    Proposta sull'istituzione di EUROSUR | COM | 2011 |

    Progetto operativo pilota alle frontiere meridionali o sud-occidentali dell'UE | COM, Frontex, Europol, MAOC-N e CeCLAD-M | 2011 |

    Azione 2 - Rafforzare il contributo di Frontex alle frontiere esterne |

    Relazioni congiunte sulla tratta e sul traffico di esseri umani e sul traffico di merci illegali come base per operazioni congiunte | COM con Frontex ed Europol | 2011 |

    Azione 3 - Gestione comune dei rischi relativamente alla circolazione delle merci attraverso le frontiere esterne |

    Iniziative per migliorare le capacità di analisi e determinazione del rischio | COM | 2011 |

    Azione 4 - Migliorare la cooperazione interservizi a livello nazionale |

    Sviluppo a livello nazionale di analisi comuni dei rischi che coinvolgano la polizia, le guardie di frontiera e le autorità doganali per individuare i punti sensibili alle frontiere esterne | SM | 2011 |

    Suggerimenti per migliorare il coordinamento dei controlli di frontiera effettuati dalle varie autorità | COM | 2012 |

    Sviluppo di norme minime e di migliori prassi per la cooperazione interservizi | COM, Europol, Frontex, UESA | 2014 |

    OBIETTIVO 5 - Aumentare la resilienza dell'Europa alle crisi e alle calamità |

    Azione 1 - Fare pieno uso della clausola di solidarietà |

    Proposta relativa all'applicazione della clausola di solidarietà | COM/AR | 2011 |

    Azione 2 - Un approccio multirischio per la valutazione delle minacce e dei pericoli |

    Orientamenti per la valutazione e la mappatura dei rischi ai fini della gestione delle catastrofi | COM con SM | 2010 |

    Approcci nazionali alla gestione dei rischi | SM | 2011-2012 |

    Panoramica transettoriale di eventuali rischi futuri, sia naturali che provocati dall'uomo | COM | 2012 |

    Proposta relativa alle minacce d'ordine sanitario | COM | 2011 |

    Bilanci regolari delle minacce esistenti | COM con SM e CTC | 2013 |

    Elaborazione di una politica coerente di gestione dei rischi | COM con SM | 2014 |

    Azione 3 - Collegare i vari centri di situazione |

    Rafforzamento dei legami fra i sistemi settoriali di allarme rapido e i meccanismi di cooperazione in caso di crisi | COM | 2012 |

    Proposta di un quadro generale coerente per la protezione delle informazioni riservate | COM | 2011 |

    Azione 4 - Sviluppare una capacità europea di reazione alle catastrofi |

    Proposte di sviluppo di una capacità europea di reazione alle emergenze | COM | 2011 |

    [1] Eurobarometro Standard 71.

    [2] Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE).

    [3] Programma di Stoccolma - Un'Europa aperta e sicura al servizio e a tutela dei cittadini (documento del Consiglio 17024/09). Creare uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia per i cittadini europei - Piano d'azione per l'attuazione del programma di Stoccolma (COM(2010) 171). Il programma di Stoccolma è il programma dell'UE nel settore "Giustizia e Affari interni" per il periodo 2010-14.

    [4] Documento del Consiglio n. 5842/2/2010, Strategia di sicurezza interna per l'Unione europea - Verso un modello di sicurezza europeo.

    [5] "Strategia per un'attuazione effettiva della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea" (COM(2010) 573).

    [6] La "Strategia europea in materia di sicurezza - Un’Europa sicura in un mondo migliore" è stata adottata nel 2003 e rivista nel 2008.

    [7] Conformemente alla decisione 2009/426/GAI del Consiglio su Eurojust, che deve essere recepita entro giugno 2011.

    [8] Le recenti proposte di direttive sulla tratta degli esseri umani, lo sfruttamento sessuale dei minori e la criminalità informatica rappresentano un importante primo passo in questa direzione. L'articolo 83, paragrafo 1, del TFUE elenca altre sfere di criminalità grave: terrorismo, traffico illecito di stupefacenti, riciclaggio di denaro, corruzione, contraffazione di mezzi di pagamento e criminalità organizzata.

    [9] Articolo 88, par. 2, lett. b), del TFUE e decisione 2008/615/GAI del Consiglio sul potenziamento della cooperazione transfrontaliera, soprattutto nella lotta al terrorismo e alla criminalità transfrontaliera.

    [10] Conclusioni del Consiglio sull'elaborazione e attuazione di un ciclo programmatico dell'UE per contrastare la criminalità organizzata e le forme gravi di criminalità internazionale (documento n. 15358/10).

    [11] Decisione quadro 2001/500/JHA concernente il riciclaggio di denaro e la confisca.

    [12] Si intende con ciò la confisca di beni trasferiti a terzi da parte di una persona indagata o condannata.

    [13] Si intende con ciò la possibilità di confiscare beni che vanno al di là dei diretti proventi di un reato, in modo che non sia necessario stabilire un nesso diretto fra i presunti beni d'origine illegale e un illecito specifico.

    [14] Le procedure non basate sulla condanna consentono di bloccare e confiscare beni indipendentemente dal fatto che il titolare dei beni abbia o meno subito una condanna penale.

    [15] La decisione 2007/845/GAI del Consiglio fa obbligo a ciascuno Stato membro di istituire almeno un ufficio per il recupero dei beni sul proprio territorio.

    [16] Per le ultime cifre, si veda la relazione TESAT ( Terrorism Situation and Trend Report ) per il 2010 di Europol.

    [17] La strategia antiterrorismo dell’UE (documento n. 14469/4/05) del novembre 2005 presenta un approccio in quattro pilastri: prevenzione, protezione, perseguimento e risposta. Per un’esposizione più dettagliata si veda "La politica antiterrorismo dell’UE: principali risultati e sfide future" (COM(2010) 386).

    [18] Direttiva 2008/114/CE relativa alle infrastrutture critiche europee, che è parte del più ampio programma europeo per la protezione delle infrastrutture critiche, il cui ambito va al di là della protezione contro le minacce terroristiche.

    [19] Nell'ambito della strategia dell’Unione europea volta a combattere la radicalizzazione e il reclutamento (CS/2008/15175), la Commissione ha sostenuto la ricerca e la creazione di una rete europea di esperti in materia di radicalizzazione per studiare sia questo fenomeno che quello del reclutamento, progetti guidati dagli Stati membri riguardanti, ad esempio, la polizia di prossimità e la comunicazione e la radicalizzazione nelle carceri, ha erogato circa 5 milioni di euro per progetti di aiuto alle vittime e sostiene anche la rete di associazioni delle vittime del terrorismo.

    [20] GMES significa Global Monitoring for Environment and Security , "monitoraggio globale per l'ambiente e la sicurezza".

    [21] Consiglio europeo, marzo 2004, dichiarazione sulla lotta al terrorismo.

    [22] COM(2010) 245.

    [23] La Commissione porterà a termine uno studio di fattibilità nel 2011.

    [24] Articolo 80 del TFUE.

    [25] Comunicazione della Commissione: "Verso l’integrazione della sorveglianza marittima: un sistema comune per la condivisione delle informazioni sul settore marittimo dell’UE" (COM(2009) 538).

    [26] Regolamento (CE) n. 648/2005 del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CEE) n. 2913/92 del Consiglio che istituisce un codice doganale comunitario.

    [27] Le proposte della Commissione sullo sviluppo del sistema EUROSUR e di un sistema comune per la condivisione delle informazioni (CISE) sul settore marittimo dell’UE figurano rispettivamente nei documenti COM(2008) 68 e COM(2009) 538. Recentemente è stata adottata una tabella di marcia in sei fasi per la creazione del CISE (COM(2010) 584).

    [28] MAOC-N: Centro di analisi e operazioni contro il narcotraffico marittimo.

    [29] CeCLAD-M: Centre de coordination pour la lutte antidrogue en Méditerranée .

    [30] Questo progetto completerà gli altri progetti sulla sorveglianza marittima integrata come BlueMassMed e Marsuno, volti a ottimizzare l'efficacia della sorveglianza marittima nel Mar Mediterraneo, nell'Atlantico e nei bacini marittimi dell'Europa del Nord.

    [31] Panorama generale della gestione delle informazioni nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia (COM(2010) 385).

    [32] Articolo 222 del TFUE.

    [33] Conclusioni del Consiglio relative a un quadro comunitario sulla prevenzione delle catastrofi all'interno dell'UE, novembre 2009.

    [34] La Commissione continuerà a utilizzare e sviluppare ulteriormente ARGUS (cfr. COM(2005) 662) e le procedure correlate per le crisi multisettoriali a rischi multipli e per il coordinamento di tutti i propri servizi.

    [35] "Potenziare la reazione europea alle catastrofi: il ruolo della protezione civile e dell’assistenza umanitaria" (COM(2010) 600).

    [36] Articolo 71 TFUE; si veda anche la decisione 2010/131/UE del Consiglio relativa all'istituzione del comitato permanente per la cooperazione operativa in materia di sicurezza interna.

    [37] Guida alle abbreviazioni: Commissione europea (COM); Stati membri SM); Accademia europea di polizia (CEPOL); Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell'informazione (ENISA); Centro di analisi e operazioni contro il narcotraffico marittimo (MAOC-N); Centre de coordination pour la lutte antidrogue en Méditerrannée (CECLAD-M); Ufficio europeo di sostegno per l'asilo (UESA); Alto Rappresentante dell'Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza (AR).

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