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Dokument 52010AR0355

Parere del Comitato delle regioni sul tema «Relazione sulla cittadinanza UE 2010»

GU C 166 del 7.6.2011, str. 3—8 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

7.6.2011   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 166/3


Parere del Comitato delle regioni sul tema «Relazione sulla cittadinanza UE 2010»

2011/C 166/02

IL COMITATO DELLE REGIONI

è consapevole che la cittadinanza europea, oltre a costituire un elemento che permette alle diverse identità nazionali di convivere nell'Unione europea a prescindere dalle modalità di attribuzione della cittadinanza nazionale, coinvolgendo i cittadini nel processo di integrazione comunitaria, concorre ad accrescere la costruzione della democrazia europea;

si è dichiarato a favore di ogni iniziativa capace di incrementare la partecipazione dei cittadini al processo democratico dell'Unione, anche attraverso azioni di democrazia diretta e partecipativa e di colmare il deficit democratico nell'UE;

sottolinea la necessità di rafforzare la consapevolezza dei cittadini sul loro status di cittadini dell'UE, sui loro diritti e doveri ed il significato di questi nelle loro vite quotidiane;

ritiene che le disposizioni sulla cittadinanza dell'Unione vadano lette insieme al principio per cui le decisioni devono essere prese nella maniera il più possibile aperta e vicina ai cittadini;

è consapevole che gli enti regionali e locali sono nella posizione migliore per promuovere una migliore comprensione della cittadinanza europea ed evidenziare i vantaggi concreti che essa conferisce ai singoli individui;

sottolinea che gli enti locali e regionali hanno da tempo sperimentato iniziative di successo, proponendosi quali promotori e facilitatori di cittadinanza;

sottolinea la necessità di adottare azioni capaci di garantire la formazione e l'educazione alla cittadinanza, il superamento dei vari ostacoli e delle asimmetrie e lacune informative, l'acquisizione di un consapevole e libero esercizio dei propri diritti e doveri;

sottolinea la responsabilità di tutti i livelli di governo nel contribuire a costruire una «cultura dei diritti».

Relatore

Roberto PELLA (IT/PPE), consigliere comunale di Valdengo

Testo di riferimento

Relazione 2010 sulla cittadinanza dell'Unione - Eliminare gli ostacoli all'esercizio dei diritti dei cittadini dell'Unione

COM(2010) 603 definitivo

I.   RACCOMANDAZIONI POLITICHE

IL COMITATO DELLE REGIONI

Il contesto: la cittadinanza europea dopo l'adozione del Trattato di Lisbona

1.

esprime apprezzamento per la Relazione sui progressi verso l'effettiva cittadinanza dell'UE 2007-2010  (1), che descrive i vari sviluppi intercorsi nel settore della cittadinanza nello stesso periodo ed accompagna la Relazione 2010 sulla cittadinanza dell'Unione - Eliminare gli ostacoli all'esercizio dei diritti dei cittadini dell'Unione;

2.

condivide l'approccio adottato dalla relazione di individuare i principali ostacoli che i cittadini incontrano ancora quotidianamente quando devono esercitare i loro diritti legati alla cittadinanza nell'Unione europea nei diversi contesti di vita, l'obiettivo di rilevare gli ostacoli per poi rimuoverli affinché i cittadini europei possano godere appieno dei loro diritti e la volontà della Commissione di rafforzare la «cittadinanza europea» in maniera concreta ed efficace;

3.

esprime apprezzamento per la comunicazione che accompagna la relazione sulla cittadinanza intitolata Verso un atto per il mercato unico - Per un'economia sociale di mercato altamente competitiva  (2), la quale si rivolge all'eliminazione di ostacoli per i cittadini europei nell'esercizio di quei diritti conferiti loro dall'acquis del mercato unico, nella fattispecie quando agiscono come operatori economici (imprenditori, consumatori o lavoratori) nel mercato unico;

4.

ricorda che una tappa fondamentale e altamente simbolica nella costruzione di un'identità europea e di una democrazia europea è stata l'introduzione, con il Trattato di Maastricht, della «cittadinanza europea», che è stata riconosciuta a tutti i cittadini degli Stati membri dell'Unione europea e considerata con l'adozione del Trattato di Amsterdam un complemento della cittadinanza nazionale;

5.

sottolinea che le novità normative introdotte dal Trattato di Lisbona hanno segnato un rafforzamento della cittadinanza europea considerata addizionale (non semplicemente complementare) e non sostitutiva della cittadinanza nazionale;

6.

è consapevole che la cittadinanza europea, oltre a costituire un elemento che permette alle diverse identità nazionali di convivere nell'Unione europea a prescindere dalle modalità di attribuzione della cittadinanza nazionale, coinvolgendo i cittadini nel processo di integrazione comunitaria, concorre ad accrescere la costruzione della democrazia europea, così come riconosciuto dal Trattato sull'Unione europea, che ha incluso la cittadinanza europea tra i principi democratici insieme al principio dell'uguaglianza dei cittadini europei;

7.

sottolinea che secondo il Trattato sul funzionamento dell'Unione europea i cittadini dell'Unione godono dei diritti e sono soggetti ai doveri previsti nei Trattati, ai quali bisogna aggiungere i diritti fondamentali riconosciuti dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, alla quale l'Unione ha inteso aderire con l'adozione del Trattato di Lisbona, nonché i diritti e le libertà sanciti nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea del 7 dicembre 2000, adattata il 12 dicembre 2007 a Strasburgo, che con il Trattato di Lisbona ha acquistato lo stesso valore giuridico dei Trattati;

8.

sottolinea che i diritti sui quali la relazione sulla cittadinanza UE pone l'accento sono da un lato diritti spettanti in via esclusiva ai cittadini dell'Unione e dall'altro lato diritti fondamentali, che spettano anche ai cittadini di paesi terzi;

9.

è consapevole che la cittadinanza dell'Unione costituisce oggi lo statuto fondamentale dell'individuo, soggetto politico del processo di integrazione europea, permettendo a tutti di avere lo stesso trattamento indipendentemente dalla loro nazionalità;

10.

è consapevole che la conoscenza e la promozione della cittadinanza europea costituisce un fattore fondamentale e strategico soprattutto nei paesi che sono diventati membri dell'Unione negli ultimi anni ed in quelli che domandano di diventare membro dell'Unione;

11.

ricorda che il Trattato sull'Unione europea richiede ai paesi che intendono diventare membri dell'Unione e agli Stati membri il rispetto e la promozione dei valori su cui si fonda l'Unione, il rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e il rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze, valori comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini;

12.

sottolinea che il Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa, già nella sua raccomandazione agli Stati membri del 16 ottobre 2002, ha riconosciuto «che l'educazione alla cittadinanza democratica dovrebbe essere trattata come attinente a qualsiasi formale, informale o non formale attività didattica, inclusa la formazione attuata dalla famiglia, per permettere a un individuo di agire attraverso tutta la sua vita come un cittadino attivo e responsabile nell'ambito dei propri diritti e responsabilità in una società democratica»;

13.

ricorda che nella comunicazione del settembre del 2005 su Un'agenda comune per l'integrazione, la Commissione, nel prospettare il quadro per l'integrazione dei cittadini di paesi terzi nell'Unione europea, ha invitato gli Stati membri a «porre l'accento sull'educazione civica nei programmi di accoglienza e altre attività per i cittadini di paesi terzi appena arrivati affinché gli immigrati comprendano e rispettino i valori comuni nazionali e europei, e ne traggano beneficio»;

14.

rileva che sin dall'avvio del dibattito sul futuro dell'Europa, il CdR si è dichiarato a favore di ogni iniziativa capace di incrementare la partecipazione dei cittadini al processo democratico dell'Unione, di inserirsi nel quadro delle azioni di democrazia diretta e partecipativa e di contribuire in maniera sostanziale a colmare il deficit democratico nell'UE, e in particolare accoglie con soddisfazione i progressi conseguiti a tale proposito con il Trattato di Lisbona;

15.

ricorda che, con il parere dal titolo Nuove forme di governo: Europa, un quadro per l'iniziativa dei cittadini, il Comitato delle regioni aveva invitato l'UE a rendere più democratiche e trasparenti le proprie politiche e strutture decisionali in modo da creare un quadro ideale per la partecipazione e le iniziative dei cittadini a livello europeo, ed aveva inoltre chiesto di istituire meccanismi in grado di favorire un dialogo politico interattivo e di mettere in pratica il principio della democrazia partecipativa;

16.

sottolinea che nell'ambito delle priorità politiche individuate per il periodo 2010-2012 esso ha ribadito che il consolidamento del ruolo istituzionale del CdR implica il riconoscimento del carattere prioritario dell'attuazione delle disposizioni del Trattato di Lisbona relative alle regioni o comunque aventi una componente territoriale come l'iniziativa dei cittadini; si compiace dell'adozione del regolamento (UE) n. 211/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 febbraio 2011, riguardante l'iniziativa dei cittadini, nel quale hanno trovato accoglimento molte delle esigenze segnalate dal Comitato delle regioni (CdR 167/2010 fin);

17.

sottolinea la necessità per i cittadini europei di andare oltre gli ostacoli alla libera circolazione e di poter interamente godere dei loro diritti nell'ambito dei Trattati indipendentemente da dove hanno scelto di risiedere o da dove hanno acquistato beni e servizi;

18.

evidenzia che negli Stati membri rimane una separazione tra le norme legali applicabili ed il confronto con la realtà quotidiana dei cittadini, in particolar modo nelle situazioni transfrontaliere;

19.

evidenzia che i maggiori problemi si presentano nel momento di attuazione della normativa europea dai parte dei singoli Stati membri e di adeguamento degli ordinamenti nazionali alle novità legislative;

20.

sottolinea la necessità di rafforzare la consapevolezza dei cittadini sul loro status di cittadini dell'UE, sui loro diritti ed il significato di questi nelle loro vite quotidiane;

21.

ritiene che una particolare attenzione debba essere rivolta ai migranti che intendono acquisire la cittadinanza di uno Stato membro, diventando in tal modo anche «cittadini europei».

Il ruolo degli enti regionali e locali

22.

ritiene che le disposizioni generali sulla cittadinanza dell'Unione, inserite nel Trattato sull'Unione europea nel titolo contenente le disposizioni relative ai principi democratici, vadano lette insieme al principio per cui le decisioni devono essere prese nella maniera il più possibile aperta e vicina ai cittadini, secondo il modello della democrazia di prossimità, la cui effettiva concretizzazione passa soprattutto attraverso il pieno ed effettivo coinvolgimento degli enti regionali e locali, quali «enti più vicini ai cittadini»;

23.

nota che la relazione della Commissione non dedica una attenzione adeguata al contributo che gli enti regionali e locali possono arrecare all'effettività e alla qualità della cittadinanza europea;

24.

è consapevole che gli enti regionali e locali, grazie alla loro vicinanza ai cittadini, sono nella posizione migliore per promuovere una migliore comprensione della cittadinanza europea ed evidenziare i vantaggi concreti che essa conferisce ai singoli individui, anche dimostrando l'impatto tangibile delle politiche dell'Unione sulla vita dei cittadini;

25.

è consapevole del fatto che gli enti regionali e locali avranno un ruolo fondamentale da svolgere nei processi partecipativi che verranno messi in atto per realizzare un vero e proprio approccio «dal basso», che consenta ai cittadini di contribuire in modo incisivo alla definizione delle politiche UE intese a rendere effettivo l'esercizio dei loro diritti;

26.

ritiene che gli enti locali e regionali possano consentire alle istituzioni europee di raggiungere in particolare quei gruppi che spesso dimostrano un ridotto grado di partecipazione, quali ad esempio i giovani e i migranti;

27.

rileva che gli enti locali e regionali sono titolari di responsabilità per la gestione dei problemi legati alla circolazione e al soggiorno dei cittadini europei, nonché in materia di accoglienza;

28.

rileva che la relazione, pur denunciando gli ostacoli che impediscono l'esercizio dei diritti di cittadinanza europea, non dedica adeguata attenzione alle condizioni preliminari necessarie per poter rendere effettiva ogni forma di cittadinanza e superare gli ostacoli geografici, culturali, linguistici, informativi e tecnologici che impediscono un consapevole e libero esercizio dei propri diritti e doveri;

29.

rileva che la relazione 2010 sulla cittadinanza non dedica una adeguata attenzione agli strumenti di civismo, che rappresentano nuovi canali per veicolare la democrazia e la cittadinanza;

30.

sottolinea che la relazione non prende adeguatamente in conto la necessità di procedere a livello locale e regionale ad interventi di semplificazione amministrativa intesi ad un'attuazione efficace dei diritti della cittadinanza europea;

31.

evidenzia che nel nuovo contesto multiculturale la cittadinanza va declinata non più in termini di mera difesa dell'identità e dell'appartenenza, ma quale momento di integrazione ed inclusione sociale;

32.

sottolinea che gli enti locali e regionali hanno da tempo sperimentato iniziative di successo, proponendosi quali promotori e facilitatori di cittadinanza, anche attraverso processi di democrazia partecipativa e deliberativa;

33.

rileva che, a fronte delle statistiche che dimostrano che la maggioranza dei cittadini UE non conosce il significato dei diritti riconosciuti dalla cittadinanza europea, in particolare della libertà di circolazione e di soggiorno, né hanno consapevolezza di essi, gli enti locali e regionali per la loro prossimità ai cittadini costituiscono i naturali canali (strumenti) per sostenere la diffusione di informazioni rivolte ai cittadini dell'Unione in questa materia;

34.

rileva che le istituzioni politiche locali, rappresentando per antonomasia l'espressione di un corpo elettorale «europeo» e, dunque, i primi autentici organi di governo europeo, costituiscono i canali privilegiati di informazione ai cittadini dell'UE rispetto ai loro diritti elettorali;

35.

sottolinea il contributo che possono offrire le reti di città e i gemellaggi tra comuni quanto alla promozione e alla sensibilizzazione ai temi della cittadinanza, quali strumenti di adesione alla vita civica e di integrazione, soprattutto in relazione ai nuovi Stati membri;

36.

condivide la volontà della Commissione di rafforzare il diritto dei cittadini dell'UE a ricevere assistenza nei paesi terzi dalle autorità diplomatiche e consolari di tutti gli Stati membri, proponendo misure legislative nel 2011 e informando meglio i cittadini; sottolinea il ruolo che gli enti regionali e locali possono svolgere ai fini della diffusione capillare delle informazioni su tale diritto e invita la Commissione a consultare il CdR nell'elaborazione di proposte in materia.

Obiettivi prioritari degli enti regionali e locali

Le condizioni di effettività della cittadinanza

37.

sottolinea la necessità di adottare azioni capaci di garantire la formazione e l'educazione alla cittadinanza, il superamento degli ostacoli culturali, linguistici e tecnologici, l'acquisizione di un consapevole e libero esercizio dei propri diritti e doveri, il superamento delle asimmetrie e lacune informative.

La cittadinanza attiva

38.

ritiene che il rafforzamento della cittadinanza europea possa trarre forza dal potenziamento della partecipazione attiva dei cittadini alla vita delle comunità locali, e in particolare di quella dei giovani, la cui mobilità sul territorio dell'UE è maggiore rispetto ad altre categorie;

39.

raccomanda alla Commissione di dare risalto anche agli aspetti legati alla cittadinanza europea nel quadro dello strumento di assistenza di preadesione (IPA), affinché i futuri cittadini dell'Unione siano debitamente informati e conoscano i loro diritti e doveri;

40.

sottolinea l'importanza del volontariato per promuovere la partecipazione e la cittadinanza attiva e la necessità di sostenerne l'azione.

La cittadinanza sociale

41.

ritiene necessario rafforzare a livello europeo le iniziative a favore della cittadinanza sociale, in quanto l'accesso ai diritti sociali viene legato a criteri e requisiti che pongono in essere profili discriminatori in contrasto con il principio di eguaglianza e di parità di trattamento previsto dal diritto comunitario con riferimento ai cittadini di altri paesi membri dell'Unione europea che hanno esercitato la libertà di circolazione, nonché dei cittadini di paesi terzi che pure sono protetti dal diritto dell'Unione europea;

42.

chiede alla Commissione che gli interventi che essa intende adottare per facilitare l'accesso alla sanità transfrontaliera e per lanciare progetti pilota per fornire un accesso on-line sicuro ad alcuni dati sanitari dei cittadini europei prevedano un coinvolgimento delle autorità locali e regionali quali enti più vicini ai cittadini;

43.

auspica che gli enti locali e regionali siano coinvolti nelle azioni che la Commissione intende adottare per migliorare il servizio di informazioni per i cittadini sviluppando un nuovo sistema di scambio elettronico di dati per ridurre ritardi e difficoltà nello scambio di informazioni nel settore della previdenza sociale.

La cittadinanza civile

44.

auspica che gli enti locali e regionali siano coinvolti nelle nuove azioni previste rispetto alla facilitazione della libera circolazione di cittadini dell'UE e dei membri delle loro famiglie originari di paesi terzi, che includono la non discriminazione, la promozione delle buone pratiche e della conoscenza delle norme UE, attraverso una maggiore diffusione di informazioni ai cittadini dell'UE circa i loro diritti di libera circolazione;

45.

riconosce che le differenze nella trasposizione della direttiva 2004/38/CE potrebbero costituire delle difficoltà all'esercizio effettivo dei diritti fondamentali dei cittadini.

La cittadinanza politica

46.

ritiene che il diritto alla piena libertà di circolazione e la partecipazione politica attiva dei cittadini siano aspetti fondamentali della cittadinanza dell'Unione;

47.

sostiene gli sforzi volti a garantire ai cittadini provenienti da paesi terzi e residenti legalmente nel territorio dell'Unione la possibilità di partecipare alla vita del loro comune, in funzione della durata della residenza. Il diritto dei cittadini stranieri a partecipare alla vita politica è riconosciuto anche dalla Convenzione europea sulla partecipazione degli stranieri alla vita pubblica a livello locale;

48.

invita la Commissione ad intraprendere azioni specifiche volte alla promozione dell'esercizio effettivo del diritto riconosciuto al cittadino europeo di partecipare alle elezioni comunali all'interno dello Stato dove stabilisce la sua residenza e a quelle europee;

49.

sottolinea la necessità di garantire negli Stati membri ai cittadini dell'Unione il pieno accesso alle informazioni come presupposto per la loro partecipazione politica attiva.

La cittadinanza amministrativa

50.

sottolinea la necessità di procedere a livello locale e regionale ad interventi di semplificazione amministrativa che rendano effettivi i diritti di cittadinanza europea, ed in particolare la libertà di circolazione e che eliminino tutte le pratiche dissuasive o le altre forme di discriminazione oggi esistenti, tramite le quali si fa distinzione tra cittadini europei a seconda dello Stato membro di provenienza, soprattutto in materia di concessione del diritto di soggiorno. Tali interventi, muovendo dalla identificazione dei problemi che affrontano gli enti locali e regionali, devono essere capaci di fornire soluzioni adeguate;

51.

sottolinea, al fine di agevolare l'esercizio della libertà di circolazione e della libertà di circolazione dei cittadini, la necessità di migliorare lo scambio di dati elettronici tra le amministrazioni pubbliche operanti nei paesi dell'Unione, nonché la comunicazione di queste con i cittadini;

52.

evidenzia la necessità di intervenire con strumenti di semplificazione amministrativa soprattutto nell'ambito delle cooperazioni transfrontaliere, realtà nelle quali i cittadini incontrano le maggiori difficoltà nell'esercizio del loro diritti;

53.

evidenzia l'opportunità di sostenere le diverse forme di cooperazione territoriale per implementare progetti ed interventi che mirano a rendere effettiva la cittadinanza europea e che possano contribuire alla riduzione degli ostacoli ed oneri amministrativi e burocratici, anche attraverso la diffusione delle molteplici «best practice» che riguardano i servizi transfrontalieri, ad esempio in materia di sanità e multilinguismo;

54.

reputa indispensabile intensificare e migliorare al più presto la cooperazione amministrativa e lo scambio di informazioni sulle buone pratiche tra le autorità competenti, al fine di garantire il libero esercizio dei diritti e doveri di cittadinanza europea.

La cultura della cittadinanza

55.

ribadisce la responsabilità di tutti i livelli di governo nel contribuire a costruire una «cultura dei diritti», sensibilizzando i cittadini ai loro diritti e ai loro doveri;

56.

sottolinea l'importanza di un'azione «comune» per la promozione dei diritti e dei doveri del cittadino, la quale dovrebbe costituire parte integrante della politica di informazione e comunicazione della Commissione europea;

57.

si impegna a sostenere gli enti locali e regionali nel 2011 affinché apportino un contributo rilevante e prezioso all'Anno europeo del volontariato, dando ampio spazio ad iniziative basate sul concetto di cittadinanza attiva;

58.

sostiene l'intenzione della Commissione europea di designare il 2013 come Anno europeo dei cittadini; tra le attività che può organizzare per sostenere il successo di questa iniziativa, considererà la possibilità di includere questa tematica nell'organizzazione degli Open Days;

59.

rileva che gli enti locali e regionali rappresentano i livelli di governo nei quali avviare iniziative volte alla «formazione alla cittadinanza europea» tanto dei soggetti in età scolare quanto degli adulti, ed in particolare di quanti intendono acquisire la cittadinanza di uno Stato membro;

60.

ritiene necessario promuovere azioni di sensibilizzazione e formazione a favore dei migranti che intendono acquisire la cittadinanza di uno Stato membro, diventando in tal modo anche «cittadini europei»;

61.

ritiene necessario avviare interventi volti alla «formazione alla cittadinanza europea» degli operatori delle amministrazioni pubbliche europee, nazionali, locali e regionali;

62.

invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere l'inclusione della cittadinanza europea nei programmi educativi e scolastici e a promuovere interventi per la formazione alla cittadinanza per gli adulti, anche attraverso i media e le TIC;

63.

sottolinea l'importanza dell'istituzione delle Capitali europee della cultura per promuovere l'identità e la cittadinanza europee;

64.

invita la Commissione a diffondere e sostenere azioni e progetti per la conoscenza e promozione della cittadinanza europea in favore dei cittadini dei paesi che sono diventati membri dell'Unione negli ultimi anni e di quelli che intendono diventare membri dell'Unione, ed in particolar modo attraverso la cooperazione con le autonomie territoriali in essi operanti;

65.

invita la Commissione ad intraprendere azioni per eliminare gli ostacoli - amministrativi e legislativi, informativi, motivazionali e linguistici - alla mobilità per l'apprendimento ancora esistenti e ad individuare le strategie per superarli per favorire la mobilità transnazionale dei giovani, prevedendo il coinvolgimento delle istituzioni pubbliche e della società civile, delle imprese e degli altri soggetti interessati;

66.

facendo seguito all'interesse espresso della Commissione europea, valuterà la creazione di una piattaforma flessibile e informale per favorire la cooperazione tra la Commissione europea, il Comitato delle regioni e le associazioni nazionali delle autonomie locali e regionali con l'obiettivo di facilitare e sostenere il dibattito sulla cittadinanza europea, di identificare le istanze e le difficoltà incontrate dagli enti locali nell'attuazione dei diritti di cittadinanza europea e di incoraggiare lo scambio di esperienze e buone prassi, contribuendo così a promuovere l'esercizio attivo della cittadinanza europea; invita la Commissione europea a considerare la possibilità di dedicare un adeguato sostegno a questa attività nell'ambito dello studio di fattibilità.

Bruxelles, 31 marzo 2011

La presidente del Comitato delle regioni

Mercedes BRESSO


(1)  COM(2010) 602 definitivo.

(2)  COM(2010) 608 definitivo.


Góra