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Document 52009IP0074

Relazione annuale (2007) sugli aspetti principali e le scelte fondamentali della PESC Risoluzione del Parlamento europeo del 19 febbraio 2009 sulla relazione annuale 2007 del Consiglio al Parlamento europeo sugli aspetti principali e le scelte di base della politica estera e di sicurezza comune (PESC), presentata al Parlamento europeo in applicazione della sezione G, punto 43, dall’accordo interistituzionale del 17 maggio 2006 (2008/2241(INI))

GU C 76E del 25.3.2010, p. 54–60 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

25.3.2010   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

CE 76/54


Giovedì 19 febbraio 2009
Relazione annuale (2007) sugli aspetti principali e le scelte fondamentali della PESC

P6_TA(2009)0074

Risoluzione del Parlamento europeo del 19 febbraio 2009 sulla relazione annuale 2007 del Consiglio al Parlamento europeo sugli aspetti principali e le scelte di base della politica estera e di sicurezza comune (PESC), presentata al Parlamento europeo in applicazione della sezione G, punto 43, dall’accordo interistituzionale del 17 maggio 2006 (2008/2241(INI))

2010/C 76 E/12

Il Parlamento europeo,

visto l'articolo 21 del trattato UE,

vista la relazione annuale (2007) del Consiglio al Parlamento europeo sugli aspetti principali e le scelte di base della politica estera e di sicurezza comune (PESC), presentata al Parlamento europeo in applicazione della sezione G, punto 43, dell'accordo interistituzionale del 17 maggio 2006 fra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio e la sana gestione finanziaria (1),

vista la Strategia europea in materia di sicurezza (SES) adottata dal Consiglio europeo del 12 e 13 dicembre 2003,

viste le sue risoluzioni del 14 aprile 2005 (2), del 2 febbraio 2006 (3), del 23 maggio 2007 (4) e del 5 giugno 2008 (5) sulla relazione annuale del Consiglio al Parlamento europeo relativa agli aspetti principali e alle scelte di base della PESC,

visto l'articolo 112, paragrafo 1, del suo regolamento,

visti la relazione della commissione per gli affari esteri e il parere della commissione per i bilanci (A6-0019/2009),

A.

considerando che definire chiaramente gli interessi comuni dell'Unione europea è fondamentale per conseguire gli obiettivi della sua azione esterna, in particolare quelli della PESC,

B.

considerando che, ogniqualvolta si è espressa con voce unanime, l'Unione europea ha assunto un'effettiva autorità, ha conseguito risultati tangibili e ha profondamente influenzato il corso degli eventi, esercitando un'influenza commisurata al suo potere economico,

C.

considerando che la PESC, ormai dotata di un ampio ventaglio di strumenti operativi consolidati, sta entrando in una nuova fase, caratterizzata da una maggiore attenzione per la riflessione strategica e la chiara definizione delle priorità di azione,

D.

considerando che, al fine di migliorare l'efficienza e la coerenza della sua azione sulla scena globale, l'Unione europea necessita innanzitutto degli strumenti di politica estera previsti dal trattato di Lisbona; che sarebbe tuttavia auspicabile avvalersi di tutte le possibilità concrete previste dai trattati in vigore, affiancandole a una forte volontà politica comune, per rafforzare la coerenza istituzionale dell'azione esterna dell'Unione europea,

E.

considerando che il Consiglio e la Commissione hanno già assunto iniziative volte a promuovere una maggiore sinergia e coerenza fra le due istituzioni; considerando che il Parlamento dovrebbe compiere uno sforzo analogo per evitare la frammentazione interna nel settore delle relazioni esterne,

Principi

1.

ribadisce che la PESC deve poggiare sui valori tutelati dall'Unione europea e dai suoi Stati membri, segnatamente la democrazia, lo stato di diritto e il rispetto della dignità della persona, dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, nonché la promozione della pace e di un multilateralismo efficace;

2.

sottolinea che l'Unione europea deve servirsi della PESC per difendere gli interessi comuni dei suoi cittadini, fra cui il diritto a vivere in pace e in sicurezza in un ambiente pulito e ad avere un accesso diversificato a risorse vitali come l'energia;

3.

è fermamente convinto che l'Unione europea possa operare in modo incisivo solo esprimendosi con voce unanime, dotandosi di strumenti adeguati, rafforzando ulteriormente la cooperazione con le Nazioni Unite e ottenendo la solida legittimità democratica che deriva dal controllo informato da parte del Parlamento europeo e dei parlamenti nazionali, operanti ai rispettivi livelli e conformemente ai rispettivi mandati; ritiene a tale riguardo che le commissioni parlamentari nazionali per gli affari esteri e la difesa debbano essere invitate a partecipare a riunioni regolari con il Parlamento europeo al fine di analizzare i principali sviluppi della PESC sulla base di strumenti e metodi analitici adeguati; è dell'avviso che occorrano nuovi sforzi per sensibilizzare i cittadini dell'Unione europea sulla PESC;

4.

ritiene altresì che le strutture e l'organizzazione del Parlamento dovrebbero essere riviste al fine di raggruppare e sfruttare meglio tutte le competenze nelle materie relative alla PESC, in modo da fornire un contributo più efficace e coerente allo sviluppo di una PESC più strategica e democratica;

Aspetti di bilancio

5.

deplora che la PESC sia gravemente sottofinanziata e ricorda che, per essere credibile e soddisfare le aspettative dei cittadini dell'Unione europea, essa deve ottenere risorse commisurate alle sue ambizioni e ai suoi obiettivi specifici;

6.

si compiace per il regolare svolgimento delle riunioni di consultazione fra il Parlamento e la Presidenza del Consiglio sulla PESC, come stabilito dal summenzionato accordo interistituzionale; sottolinea, tuttavia, che tali incontri dovrebbero anche essere intesi come un’opportunità per scambiare opinioni sulle esigenze future, sulle misure previste nell'ambito della PESC e sulle strategie a medio e lungo termine dell'Unione europea nei paesi terzi;

7.

auspica di ricevere maggiori informazioni dal Consiglio riguardo alle attività finanziate tramite le sue risorse di bilancio o il meccanismo ATHENA, in particolare riguardo alle modalità in base alle quali gli stanziamenti interessati integrano le esigenze di finanziamento delle azioni PESC nel quadro del bilancio dell'Unione europea;

8.

chiede che, per l'autorità di bilancio e di discarico, il bilancio della PESC sia pienamente trasparente; ribadisce la propria preoccupazione per la pratica di riportare gli stanziamenti inutilizzati iscritti al capitolo relativo alla PESC e invita la Commissione a informare a tempo debito il Parlamento degli storni interni, in particolare tenendo conto del fatto che la maggior parte delle missioni PESC interessate, non ultime la missione di vigilanza dell'Unione europea (EUMM) in Georgia o la missione dell'Unione europea sullo stato di diritto (EULEX) in Kosovo, sono politicamente delicate e affrontano crisi molto pubblicizzate;

Relazione annuale 2007 del Consiglio sulla PESC

9.

osserva con soddisfazione che, per la prima volta, la relazione del Consiglio fa sistematicamente riferimento alle risoluzioni approvate dal Parlamento; deplora tuttavia che il Consiglio non intraprenda un dialogo costruttivo sulle opinioni espresse dal Parlamento, né richiami tali risoluzioni in documenti operativi quali le azioni congiunte o le posizioni comuni;

10.

è del parere che, anziché limitarsi a fornire un elenco dettagliato delle attività svolte, la relazione annuale del Consiglio dovrebbe essere l'occasione per avviare un dialogo con il Parlamento finalizzato a sviluppare un approccio più strategico alla PESC, fondato sull'identificazione delle sfide principali, e a definire le priorità e gli obiettivi delle azioni future;

11.

sollecita pertanto il Consiglio a riconsiderare i principi generali e la struttura specifica della relazione, affinché essa includa sia una valutazione approfondita della politica dell'Unione europea nei confronti dei paesi terzi e dei blocchi regionali e della risposta dell'Unione europea alle crisi umanitarie e di sicurezza, sia proposte concrete per azioni future;

Nuova agenda transatlantica

12.

ritiene che i mesi a venire offriranno all'Unione europea un'opportunità unica per definire con la nuova amministrazione statunitense una nuova agenda transatlantica che copra questioni strategiche di interesse comune, quali una nuova governance mondiale più inclusiva e più efficace fondata su organizzazioni multilaterali più efficaci, la crisi finanziaria, la creazione di una nuova serie di istituzioni euro-atlantiche e di un vasto mercato transatlantico profondamente integrato, misure per affrontare il cambiamento climatico, la sicurezza energetica, la promozione di una pace duratura in Medio Oriente, la situazione in Iran, Iraq e Afghanistan, la lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata, la non proliferazione e il disarmo nucleare nonché gli obiettivi di sviluppo del Millennio;

Aspetti orizzontali della PESC

13.

ritiene che la PESC dovrebbe continuare a porre l'accento sulla difesa dei diritti dell'uomo, la promozione della pace e della sicurezza nel vicinato europeo e a livello globale, il sostegno a un multilateralismo efficace e il rispetto del diritto internazionale, la lotta al terrorismo, la non proliferazione delle armi di distruzione di massa e il disarmo, il cambiamento climatico e la sicurezza energetica, poiché tali questioni rappresentano le maggiori sfide per il nostro pianeta e sono pertanto direttamente connesse alle preoccupazioni dei cittadini europei;

14.

sottolinea, in relazione al rapimento e all’uccisione di ostaggi da parte di terroristi islamici, la necessità di una cooperazione e un coordinamento rafforzati in materia di politica antiterrorismo tra gli Stati membri dell’Unione europea, gli Stati Uniti e la NATO, mirando in particolare a migliorare l’efficacia delle operazioni di soccorso lanciate per salvare la vita degli ostaggi;

15.

esorta il Consiglio a perseguire con determinazione le raccomandazioni del Parlamento concernenti lo sviluppo di una politica esterna comune europea in materia di energia, in particolare promuovendo la coesione dell'Unione europea nel quadro dei negoziati con i paesi fornitori di energia e i paesi di transito, difendendo gli interessi comuni dell'Unione europea, sviluppando un'efficace attività diplomatica nel settore energetico, adottando meccanismi più efficaci di risposta alle situazioni di crisi e, infine, diversificando i fornitori di energia, utilizzando l'energia in modo sostenibile e sviluppando le fonti energetiche rinnovabili;

16.

ritiene positivo che l'attuale revisione della SES prenda in considerazione le nuove sfide in materia di sicurezza, segnatamente per quanto riguarda la sicurezza energetica, il cambiamento climatico e la sicurezza informatica, e punti a migliorare qualitativamente l'attuazione della strategia stessa; nota al riguardo il dibattito avviato dal Consiglio, dal Parlamento europeo e dai parlamenti nazionali degli Stati membri sul futuro della sicurezza europea; sottolinea che, anziché perseguire un'architettura radicalmente nuova, tali dibattiti fra Unione europea, Russia, Stati Uniti e Stati membri dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa non appartenenti all'Unione europea debbano basarsi sui successi e sui valori dell'Unione europea come enunciati all'articolo 11 del trattato sull'Unione europea e sanciti dall'Atto finale di Helsinki e dalla Carta di Parigi;

17.

ritiene altresì che con la guerra in Georgia sia stata ribadita l'esigenza di sviluppare ulteriormente, nel quadro della revisione della SES, una diplomazia preventiva dell'Unione corredata di adeguati strumenti di prevenzione delle crisi, in particolare lo strumento per la stabilità, piani di emergenza e finanziamenti sicuri a lungo termine nonché la necessità di utilizzare appieno la capacità e l'esperienza dell'Unione europea nella gestione dei disastri e delle crisi;

Principali fonti di preoccupazione per l'Unione europea in materia di sicurezza

Balcani occidentali

18.

ricorda che, una volta definito lo status del Kosovo, il suo consolidamento sarà fondamentale per stabilizzare la situazione nei Balcani occidentali; accoglie pertanto con favore il consenso raggiunto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite il 26 novembre 2008, che ha reso possibile il completo dispiegamento della missione EULEX in tutto il Kosovo, e sollecita il Consiglio, in cooperazione con la missione dell'amministrazione civile temporanea delle Nazioni Unite in Kosovo (UNMIK), a instaurare chiari rapporti operativi e a garantire una transizione fluida da una missione all'altra per quanto concerne lo stato di diritto; invita la missione a dare rapidi risultati nella lotta contro la criminalità organizzata e nell'azione penale contro quanti sono accusati di crimini di guerra; esprime il suo supporto all'opera svolta dal Rappresentante speciale dell'Unione europea in Kosovo e lo esorta a continuare a svolgere il suo mandato e a promuovere uno spirito di cooperazione pragmatica fra le autorità di Pristina e di Belgrado, nell'interesse delle comunità serbe che vivono in Kosovo;

19.

ribadisce che l'obiettivo dell'Unione europea in Bosnia-Erzegovina rimane quello di assicurare un assetto stabile, pacifico e multietnico a un paese che ha imboccato in modo irreversibile la strada verso l'adesione all'Unione europea; esorta i leader politici della Bosnia-Erzegovina ad attuare l'accordo raggiunto l'8 novembre 2008 al fine di realizzare rapidamente gli ultimi obiettivi e condizioni stabiliti dal Consiglio per l'attuazione della pace, per la transizione dall'ufficio dell'Alto rappresentante all'ufficio del Rappresentante speciale dell'Unione europea entro la metà del 2009; esprime preoccupazione dinanzi al possibile ritiro della comunità internazionale dalla Bosnia-Erzegovina; ritiene infatti che il coinvolgimento internazionale potrà concludersi solo con il pieno accordo delle autorità della Bosnia-Erzegovina e quando la stessa sarà diventata uno Stato stabile dotato di istituzioni efficienti;

Partenariato orientale

20.

riafferma la convinzione che occorra rafforzare gli incentivi alle riforme per i paesi aderenti alla politica europea di vicinato e ritiene che con la recente crisi nel Caucaso meridionale si sia chiaramente palesata l'esigenza di una più forte presenza dell'Unione europea nei paesi orientali limitrofi; condivide pertanto l'approccio seguito dalla Commissione nella sua comunicazione del 3 dicembre 2008 sul partenariato orientale (COM(2008)0823), che mira alla creazione di una vasta zona di libero scambio profondamente integrata, alla progressiva rimozione di tutti gli ostacoli alla libera circolazione delle persone (compresa eventualmente l'esenzione dell'obbligo del visto) e all'avvio di una cooperazione su tutti gli aspetti della sicurezza, in particolare quella energetica; è del parere che il partenariato orientale e la cooperazione per il Mar Nero debbano rafforzarsi a vicenda, creando in tal modo un'area di pace, di sicurezza, di stabilità e di rispetto dell'integrità territoriale; ritiene che al partenariato dovrebbero accompagnarsi un raddoppio dell'assistenza finanziaria dell'Unione europea e una forte dimensione politica, di cui EURONEST, l'assemblea parlamentare congiunta proposta che riunisce deputati del Parlamento europeo e dei parlamenti dei paesi orientali limitrofi, dovrebbe essere parte integrante;

21.

sostiene la decisione del Consiglio di riallacciare le relazioni con le autorità bielorusse, proseguendo altresì il dialogo con tutte le forze democratiche del paese, a condizione che le autorità bielorusse rispondano positivamente a tale apertura compiendo progressi tangibili quanto al rispetto dei valori democratici, dello stato di diritto, dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali; è del parere che, a partire da tali basi, sia opportuno sviluppare una cooperazione graduale fondata su una rigorosa condizionalità, al fine di coinvolgere progressivamente la Bielorussia nel partenariato orientale; sollecita la Commissione e il Consiglio ad adottare quanto prima misure concrete che semplifichino le procedure di rilascio dei visti per i cittadini della Bielorussia, tra cui la riduzione del costo di ingresso nell'area Schengen;

Georgia

22.

elogia la Presidenza francese del Consiglio per aver garantito all'Unione europea un ruolo di primo piano nella risoluzione del conflitto in Georgia; esorta l'Unione europea, in particolare il suo rappresentante speciale per la crisi in Georgia, a difendere il principio dell'integrità territoriale della Georgia e quello del rispetto delle minoranze e, nel contempo, a cercare una soluzione che preveda meccanismi efficaci sia per il rientro in condizioni di sicurezza degli sfollati interni e dei rifugiati sia per la garanzia di un controllo adeguato della sicurezza nella regione;

23.

sollecita il Consiglio a insistere per la piena attuazione dell'accordo di cessate il fuoco e a garantire che gli osservatori dell'Unione europea abbiano pieno accesso a tutte le aree interessate dal conflitto, in conformità con il mandato dell'EUMM; ritiene estremamente importante ricevere regolarmente informazioni esaustive circa le relazioni prodotte dall'EUMM;

24.

è del parere che l'Unione europea dovrebbe sorvegliare attentamente l'evoluzione di altri potenziali conflitti in questa regione limitrofa e impegnarsi a contribuire alla loro risoluzione, anche allacciando contatti e aprendo canali di comunicazione con tutti gli attori regionali competenti; sottolinea al riguardo la necessità di instaurare una stretta cooperazione con la Turchia;

Russia

25.

ritiene che il partenariato dell'Unione europea con la Russia debba essere fondato su una strategia coerente e sull'esplicito impegno di entrambe le parti ad agire nel pieno rispetto del diritto internazionale e dei loro accordi bilaterali e multilaterali; evidenzia, in linea con le conclusioni della Presidenza del Consiglio del 1o settembre e del 15-16 ottobre 2008, che la Russia è tenuta a rispettare gli impegni assunti con gli accordi del 12 agosto e dell'8 settembre 2008; è pertanto convinto che il consenso della Russia alla presenza di osservatori internazionali incaricati di monitorare la situazione in Ossezia meridionale e in Abkhazia e il suo pieno rispetto di quanto previsto dal piano in sei punti siano condizioni necessarie per la normalizzazione delle relazioni fra l'Unione europea e la Russia; ritiene altresì che nessun partenariato strategico sia possibile se i valori della democrazia, del rispetto dei diritti dell'uomo e dello stato di diritto non sono pienamente condivisi e rispettati; invita il Consiglio a porre questi valori al centro degli attuali negoziati per un nuovo accordo di partenariato e cooperazione con la Russia;

Medio Oriente

26.

deplora il deterioramento della situazione in Medio Oriente e le pesanti perdite di vite umane tra i civili causate dal conflitto armato nella Striscia di Gaza, aggravati dall'assenza di progressi sostanziali nel processo di pace; segnala l'approssimarsi della scadenza fissata dalla conferenza di Annapolis del 2007 ed è persuaso del valore aggiunto che una cooperazione transatlantica rafforzata può portare al processo di Annapolis; ritiene che l'Unione europea dovrebbe assumere un ruolo politico forte e visibile nella regione, commisurato alle risorse finanziarie stanziate, in particolare con riferimento alla drammatica crisi umanitaria nella Striscia di Gaza; chiede al Consiglio di continuare ad adoperarsi per giungere a un cessate il fuoco definitivo nella Striscia di Gaza, come previsto dalla risoluzione n. 1860(2009) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, al fine di consentire l'avvio di negoziati di pace tra israeliani e palestinesi in coordinamento con altri attori regionali; sollecita il Consiglio a prendere in considerazione tutti i modi possibili di promuovere una pace duratura nella regione, compreso il dispiegamento di una missione nel quadro della politica europea di sicurezza e di difesa (PESD);

27.

accoglie con favore l'intenzione del Consiglio di rinnovare il mandato della missione di polizia dell'Unione europea nei territori palestinesi e ritiene che sia necessario un maggiore sostegno allo sviluppo dello stato di diritto e della capacità di polizia; prende atto, inoltre, della decisione del Consiglio di estendere il mandato della missione di assistenza alle frontiere dell'Unione europea a Rafah nonché della determinazione e della tempestività dimostrate nel riattivare tale missione; ritiene che tale determinazione dovrebbe tradursi in iniziative concrete per ripristinare la libertà di circolazione nei territori palestinesi;

Unione per il Mediterraneo

28.

si dichiara soddisfatto dei progressi compiuti al vertice ministeriale euro-mediterraneo di Marsiglia del 3 e 4 novembre 2008 nel definire con maggiore precisione il quadro istituzionale dell'Unione per il Mediterraneo; è del parere che le difficoltà in termini di diritti dell'uomo, pace, sicurezza e sviluppo nella regione del Mediterraneo non possano essere affrontate in modo isolato; sottolinea che il dialogo politico e culturale, le relazioni economiche, la gestione dei flussi migratori, le politiche ambientali e la sicurezza, compresa la lotta al terrorismo, debbano costituire una parte sostanziale dell'agenda euro-mediterranea; invita il Consiglio e la Commissione a prevedere per la Turchia un idoneo e significativo ruolo nell'Unione per il Mediterraneo; ritiene essenziale che l'Assemblea parlamentare euro-mediterranea sia integrata nella struttura dell'Unione per il Mediterraneo per assicurarne la dimensione parlamentare;

Medio Oriente allargato

29.

ritiene che l'Unione europea debba rafforzare il proprio impegno con l'Iraq e, in cooperazione con il governo iracheno e con le Nazioni Unite, sostenere il processo di sviluppo delle istituzioni democratiche, lo stato di diritto e il rispetto dei diritti dell'uomo nonché di promozione del processo di riconciliazione, non solo all'interno del territorio iracheno, ma anche tra l'Iraq e i paesi confinanti; valuta positivamente la proroga della missione integrata dell'Unione europea sullo stato di diritto per l'Iraq (EUJUST LEX) e i progressi compiuti in vista della preparazione del primo accordo di commercio e cooperazione della storia fra l'Unione europea e l'Iraq;

30.

esorta l'Unione europea a sviluppare con l'Iran una relazione più efficace e ad ampio raggio che, oltre a contemplare la questione nucleare, interessi anche la cooperazione in materia di scambi commerciali e di energia, la stabilità regionale e, non ultimi, il buon governo e il rispetto dei diritti dell'uomo;

31.

ritiene che l'Unione europea dovrebbe promuovere un nuovo approccio alla questione afghana e coordinarsi con la nuova amministrazione statunitense, al fine di aprire la strada a negoziati fra il governo afghano e quelle parti disposte ad accettare la costituzione e a rinunciare alla violenza; osserva che l'assistenza dovrebbe concentrarsi maggiormente sullo stato di diritto, il buon governo, la prestazione dei servizi fondamentali (con particolare attenzione alla sanità) e lo sviluppo economico e rurale, anche mediante la promozione di alternative concrete alla produzione di oppio;

32.

esprime preoccupazione per il peggioramento della situazione della sicurezza in Afghanistan; ribadisce l'urgente necessità di superare gli ostacoli istituzionali e di migliorare la cooperazione tra l'Unione europea e la NATO per agevolare le attività della missione di polizia dell'Unione europea in Afghanistan (EUPOL); ritiene che l'Unione europea e gli Stati Uniti dovrebbero coordinare più efficacemente le rispettive iniziative volte a riformare la polizia; si compiace dell'impegno assunto dagli Stati membri di ampliare l'organico dell'EUPOL e chiede il rapido dispiegamento del nuovo personale; è persuaso che il successo dell'operazione sia di grande importanza per il futuro dell'alleanza transatlantica e che, in quest'ottica, tutti gli Stati membri dovrebbero impegnarsi maggiormente ai fini della stabilità in Afghanistan;

Africa

33.

esorta il Consiglio ad ampliare l'agenda con l'Africa, al fine di coprire un ventaglio di politiche ancora più vasto, e a farne una priorità nel quadro dell'azione esterna dell'Unione europea;

34.

ritiene che il sostegno dell'Unione europea all'intervento delle Nazioni Unite nel Ciad orientale sia importante nel quadro di una soluzione per il Darfur che interessi l'intera regione; osserva che l'operazione delle Forze dell'Unione europea in Ciad (EUFOR Ciad) si concluderà come previsto, con il trasferimento delle proprie attività a una missione gestita dalle Nazioni Unite; invita il Consiglio ad agevolare una transizione armoniosa e a riflettere, adottando un approccio coordinato, sull'assistenza che l'Unione europea potrebbe prestare al Dipartimento delle operazioni di mantenimento della pace delle Nazioni Unite, attualmente sovraccarico, ai fini dello spiegamento della missione delle Nazioni Unite;

35.

esprime seria preoccupazione per la drammatica situazione umanitaria in Somalia; chiede all'Unione europea di vagliare il tipo di assistenza da offrire alle Nazioni Unite, in stretta collaborazione con l'Unione africana, per affrontare rapidamente le sfide in termini di sicurezza nonché a livello politico e umanitario; richiama l'attenzione sulla crescente minaccia rappresentata dalla pirateria al largo della costa somala e, a tale riguardo, accoglie con favore la decisione dell'Unione europea di avviare un'operazione marittima nell'ambito della PESD;

36.

esprime preoccupazione per la recrudescenza delle violenze e degli scontri nella Repubblica democratica del Congo (RDC), che potrebbe tradursi in una grave crisi umanitaria; esorta tutte le parti, compreso l'esercito governativo, a cessare gli atti indiscriminati di violenza e le violazioni di diritti dell'uomo a danno della popolazione civile, a impegnarsi nuovamente nei negoziati di pace avviati a Goma e Nairobi e a sostenere il programma approvato dall'Assemblea nazionale della RDC; ritiene che l'impegno dell'Unione europea nella RDC debba andare oltre l'assistenza tecnica fornita dalla missione dell'Unione europea per la riforma del settore della sicurezza (EUSEC RD Congo) e dalla missione di polizia dell'Unione europea (EUPOL RD Congo) e debba sfociare in un sostegno tangibile alla missione di mantenimento della pace delle Nazioni Unite, che finora si è dimostrata incapace di fermare la violenza;

Asia

37.

esprime apprezzamento per il significativo allentamento della tensione nello Stretto di Taiwan e la prosecuzione del dialogo fra Pechino e Taipei sui rapporti bilaterali e su una effettiva partecipazione di Taiwan alle organizzazioni internazionali; sostiene fermamente la dichiarazione del Consiglio del 19 settembre 2008 che riafferma la sua posizione favorevole alla partecipazione di Taiwan ai forum multilaterali specializzati e alla concessione a Taiwan dello status di osservatore laddove la sua piena partecipazione non fosse possibile;

38.

prende atto della costante crescita delle relazioni economiche UE-Cina e del fatto che i contatti fra le due popolazioni sono aumentati in dimensione e ampiezza; al tempo stesso resta gravemente preoccupato dalla mancanza di volontà da parte delle autorità cinesi di affrontare la questione delle numerose violazioni dei diritti umani e di assicurare che la popolazione possa fruire dei diritti e delle libertà fondamentali; al riguardo esprime profonda delusione per le motivazioni fornite a sostegno della decisione delle autorità cinesi di rinviare l'11o vertice UE-Cina; rileva che per la prima metà del 2009 è previsto un nuovo vertice UE-Cina e spera che in quell'occasione si facciano progressi in tutti i settori della cooperazione;

39.

deplora la decisione delle autorità cinesi di interrompere i colloqui in corso con i rappresentanti del Dalai Lama e ricorda a tali autorità gli impegni da esse assunti dopo i tragici eventi verificatisi nel marzo 2008 prima dei Giochi Olimpici; chiede nuovamente al Consiglio di nominare un inviato speciale per le questioni tibetane, in modo da seguire da vicino la situazione e favorire la ripresa del dialogo fra le parti;

America latina

40.

ricorda che nella propria risoluzione del 15 novembre 2001 su una partnership globale e una strategia comune per le relazioni tra l’Unione europea e l’America latina (6) il Parlamento ha formulato una proposta, successivamente reiterata nelle proprie risoluzioni del 27 aprile 2006 (7) e del 24 aprile 2008 (8), approvate in vista dei vertici Unione europea-ALC (America Latina e Caraibi) tenutisi, rispettivamente, a Vienna e a Lima, finalizzata all'elaborazione di una carta euro-latinoamericana per la pace e per la sicurezza che consenta, sulla base della Carta delle Nazioni Unite, di realizzare azioni e iniziative congiunte sul piano politico, strategico e in materia di sicurezza; esorta il Consiglio e la Commissione ad adottare misure concrete per conseguire quest'ambizioso obiettivo;

41.

apprezza gli sforzi finalizzati alla conclusione di accordi di associazione biregionali con l'America latina, che sono i primi accordi di questo tipo stipulati dall'Unione europea;

*

* *

42.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al Segretario generale della NATO, al Presidente in carica dell'OSCE, al Presidente dell'Assemblea parlamentare dell'OSCE, al Presidente del Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa nonché al Presidente dell'Assembla parlamentare del Consiglio d'Europa.


(1)  GU C 139 del 14.6.2006, pag. 1.

(2)  GU C 33 E del 9.2.2006, pag. 573.

(3)  GU C 288 E del 25.11.2006, pag. 59.

(4)  GU C 102 E del 24.4.2008, pag. 309.

(5)  Testi approvati, P6_TA(2008)0254.

(6)  GU C 140 E del 13.6.2002, pag. 569.

(7)  GU C 296 E del 6.12.2006, pag. 123.

(8)  Testi approvati, P6_TA(2008)0177.


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