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Document 52008IP0022

Situazione nella Repubblica democratica del Congo e lo stupro come crimine di guerra Risoluzione del Parlamento europeo del 17 gennaio 2008 sulla situazione nella Repubblica democratica del Congo e sullo stupro come crimine di guerra

GU C 41E del 19.2.2009, p. 83–86 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

19.2.2009   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

CE 41/83


P6_TA(2008)0022

Risoluzione del Parlamento europeo del 17 gennaio 2008 sulla situazione nella Repubblica democratica del Congo e sullo stupro come crimine di guerra

Il Parlamento europeo,

viste le sue precedenti risoluzioni sulle violazioni dei diritti umani nella Repubblica democratica del Congo (RDC),

vista la risoluzione dell'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE, del 22 novembre 2007, sulla situazione nella Repubblica democratica del Congo, in particolare nella parte orientale, e il suo impatto sulla regione,

visto lo Statuto di Roma della Corte penale internazionale, adottato nel 1998, e in particolare gli articoli 7 e 8, che definiscono stupro, schiavitù sessuale, prostituzione forzata, gravidanza forzata, sterilizzazione forzata e altre forme di violenza sessuale come crimini contro l'umanità e crimini di guerra, assimilandoli a una forma di tortura e a un grave crimine di guerra, a prescindere dal fatto che siano o meno perpetrati sistematicamente durante conflitti internazionali o interni,

vista la Ventiquattresima relazione delle Nazioni Unite del Segretario generale sulla Missione di Osservazione delle Nazioni Unite nella Repubblica democratica del Congo, del 14 novembre 2007,

vista la dichiarazione del 27 luglio 2007 della Missione delle Nazioni Unite nella (MONUC),

vista la pubblicazione dell'Osservatorio dei diritti umani dal titolo «Renewed Crisis in North Kivu», dell'ottobre 2007,

vista la pubblicazione dell'Osservatorio dei diritti umani dal titolo «Seeking Justice — The Prosecution of Sexual Violence in the Congo War», del marzo 2005,

vista la relazione di Amnesty International per il 2007,

visto il piano d'azione umanitario patrocinato dall'ONU per la Repubblica democratica del Congo per il 2008, dell'11 dicembre 2007,

viste le notizie e analisi umanitarie pubblicate il 13 dicembre 2007 dall'Ufficio ONU per il coordinamento delle questioni umanitarie,

visto l'articolo 115, paragrafo 5, del suo regolamento,

A.

considerando che la guerra e i disordini nella parte orientale della RDC si sono tradotti in un livello diffuso e allarmante di violenza sessuale contro le donne, perpetrata sia da gruppi armati di ribelli che dall'esercito governativo e dalle forze di polizia,

B.

considerando che nella parte orientale della RDC le donne sono vittime di attacchi sistematici a livelli senza precedenti e considerando che, secondo il Sottosegretario generale delle Nazioni Unite per le questioni umanitarie, la violenza sessuale nella RDC è la peggiore nel mondo,

C.

considerando che gli stupri sono altresì perpetrati in campi profughi, dove molti civili hanno cercato rifugio dai combattimenti che solo nel 2007 hanno spinto più di 400 000 persone ad abbandonare le proprie case e i propri villaggi,

D.

considerando che, secondo il Rappresentante speciale del Segretario delle Nazioni Unite nella RDC, le atrocità contro le donne sono strutturate intorno allo stupro, allo stupro di gruppo, alla schiavitù sessuale e all'assassinio, con conseguenze profonde che includono la distruzione fisica e psicologica delle donne,

E.

considerando che, secondo il piano d'azione umanitario per la RDC per il 2008, nel 2007 sono stati riferiti 32 353 casi di stupro, il che probabilmente è solo una frazione della cifra totale,

F.

considerando che la risoluzione n. 1325(2000) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sottolinea che è responsabilità di tutti gli Stati porre fine all'impunità e perseguire i responsabili di crimini contro l'umanità e di crimini di guerra, compresi quelli legati alla violenza sessuale e di altro tipo contro le donne e le ragazze,

G.

considerando che lo stupro sembra essere usato come mezzo per umiliare le donne dinanzi alle loro famiglie e comunità, distruggendo in tal modo l'integrità, il morale e la coesione di tali comunità,

H.

considerando con preoccupazione che le donne e le ragazze vittime di stupro subiscono una diffusa discriminazione sociale e sono ripudiate dalle loro famiglie e comunità, mentre i perpetratori godono di impunità, il che è una delle ulteriori ragioni per cui soltanto una parte dei casi di stupro è denunciata dalle vittime,

I.

considerando con profonda preoccupazione l'inadeguatezza degli sforzi esplicati per indagare in profondità su tali crimini, l'assenza di misure di protezione per i testimoni, per le vittime e per le famiglie delle vittime, la mancanza di informazione riguardo ai casi di stupro e la mancanza di assistenza medica adeguata per le vittime,

J.

considerando che la nuova legge sulla violenza sessuale adottata dal parlamento della RDC nel 2006, concepita per accelerare i procedimenti giudiziari per stupro e per imporre sanzioni più severe, finora ha avuto effetto limitato,

K.

considerando che il 10 dicembre 2007 a Nairobi il Rwanda e la RDC hanno firmato una dichiarazione comune a favore di una soluzione complessiva contro la presenza di gruppi armati nel Kivus responsabili di violenza sessuale e di altre violazioni dei diritti umani,

L.

considerando che molti anni di conflitto armato sono risultati, direttamente o indirettamente, in quattro milioni di vittime, dirette o indirette, e hanno causato lo sfollamento di almeno un milione e mezzo di persone, in maggior parte donne e bambini, nonché la distruzione dell'infrastruttura socio-economica della RDC;

1.

condanna fermamente il ricorso allo stupro come arma di guerra e ricorda che la Corte penale internazionale ha giurisdizione su tali atti, così come la RDC;

2.

insiste in particolare affinché i perpetratori di violenza sessuale contro le donne siano denunciati, identificati, perseguiti e puniti, a norma del diritto penale nazionale e internazionale;

3.

chiede al governo della RDC di porre fine all'impunità e di mettere in atto la nuova legge adottata dal suo parlamento, la quale dichiara illegale la violenza sessuale e stabilisce pene più severe per i colpevoli;

4.

sollecita la comunità internazionale a prendere tutte le misure necessarie per appoggiare le autorità nazionali competenti nel condurre indagini su tali atti e nel perseguire i responsabili;

5.

chiede all'Unione europea di destinare stanziamenti ingenti per la fornitura di sostegno medico, giuridico e sociale alle vittime di abusi sessuali e per l'emancipazione delle donne e delle ragazze quale modo per prevenire ulteriori abusi sessuali;

6.

invita tutte le forze che prendono parte ai conflitti nell'est della RDC a rispettare i diritti umani e il diritto umanitario internazionale, a cessare tutti gli attacchi contro le donne e altri civili e a consentire alle agenzie umanitarie di prestare assistenza alle vittime;

7.

chiede all'Unione europea e alle Nazioni Unite di riconoscere formalmente lo stupro, l'inseminazione forzata, la schiavitù sessuale e qualsiasi altra forma di violenza sessuale come crimini contro l'umanità, gravi crimini di guerra e una forma di tortura, a prescindere dal fatto che siano o meno perpetrati sistematicamente;

8.

chiede ai paesi membri delle Nazioni Unite di inviare personale presso la missione di mantenimento della pace MONUC per dare seguito a tutte le denunce di abusi e di sfruttamento sessuali, in particolare quelli che riguardano minori, e di portare quanti hanno commesso abusi sessuali il più rapidamente possibile dinanzi alla giustizia; chiede pertanto che venga rafforzato il mandato della MONUC in considerazione della protezione dei civili dalla violenza sessuale;

9.

invita le Nazioni Unite, l'Unione africana, l'Unione europea e gli altri partner della RDC ad adoperarsi al massimo per porre in essere un meccanismo efficace di monitoraggio e documentazione della violenza sessuale nella RDC e a fornire aiuti e protezione efficaci ed adeguati alle donne, in particolare nell'est del paese;

10.

esprime profonda preoccupazione per il fatto che la violenza sessuale sta causando un immenso esodo rurale e sottolinea che la violenza sessuale sistematica e una diffusa «cultura della violenza sessuale» distruggono tutte le reti sociali e rappresentano una vera minaccia nazionale;

11.

accoglie con favore l'apertura della conferenza sulla pace, la sicurezza e lo sviluppo a Goma (Kivu settentrionale) e spera che la cessazione delle ostilità durante la conferenza segni il primo passo verso l'instaurazione della fiducia tra i belligeranti; esorta i partecipanti ad affrontare la questione della violenza sessuale contro le donne e le ragazze e ad impegnarsi per condurre i perpetratori dinanzi alla giustizia;

12.

chiede alla Commissione di fornire sostegno, compresi aiuti finanziari, per l'organizzazione di una conferenza di pace nel Kivu al fine di consentire alla popolazione di partecipare alla ricerca di una soluzione duratura;

13.

chiede al governo della RDC e alla MONUC di garantire un livello adeguato di sicurezza per i membri delle organizzazioni umanitarie;

14.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione, ai governi degli Stati membri dell'Unione europea, ai governi della RDC e dei paesi dei Grandi Laghi africani, alle istituzioni dell'Unione africana e al Segretario generale delle Nazioni Unite.


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